giovedì, ottobre 18, 2007

SOLO UN TEOREMA - FAVOLOSA ANALISI DI FARSOPOLI

Solo un teorema / Parte I



di Antonio Pio Cristino
ap.cristino@liberamenteonline.org
17 Luglio 2006

Un’emerita porcata (passatemi il termine)!
Abbiamo assistito a ciò che di peggio potesse mai accadere in una “moderna” democrazia: il trionfo del giacobinismo di piazza, quello che fa vendere i giornali ma tutto fa tranne che risolvere i veri problemi. L’ultimo capitolo della cosiddetta Calciopoli ha dell’incredibile, perché ci si è affrettati a compilare la “giusta” sentenza negli istanti in cui si faceva sempre più forte la puzza dell’infondatezza delle accuse. Juventus in serie B con 30 punti di penalità, Fiorentina altrettanto con 15, Lazio con 7, Milan in A con 15 punti solo perché anziché una primadonna ha mandato in avanscoperta una pedina; in più la presunta pena accessoria dell’esclusione dall’Europa, tramutatasi in farsa perché almeno l’UEFA, al posto dell’Empoli che ha già rinunciato, il Berlusca e soci la faranno.
Andiamo comunque con ordine: l’intero procedimento avviato dalla gogna mediatica negli ultimi due mesi non sta in piedi né dal punto di vista procedurale, che da quello contenutistico.

I CONTENUTI
Quale era l’accusa? Ah sì la Juventus, tramite Moggi e Giraudo, aveva intessuto una vasta rete di relazione con i sommi vertici dell’enclave calcistico nazionale (dalla FIGC, all’AIA, alla Lega), per orientare le partite a proprio favore; leggete questo:

1. La Maserati di Lucianone.
Come saprete tutti Moggi ha regalato una Maserati al designatore arbitrale Pairetto, d'altra parte è chiarissimo, ci sono le intercettazioni riportate testualmente sul Corriere della Sera, mica la Gazzetta di Viterbo. Però, nella richiesta di archiviazione della Procura di Torino c'è scritto altro, per la precisione che "dalle intercettazioni emerge" che la Maserati di cui sopra "non è destinata direttamente al PAIRETTO bensì ad un amico di quest'ultimo di nome Enzo" e che "l'interessamento richiesto a MOGGI non riguarda la consegna a titolo gratuito dell'auto e nemmeno la concessione di sconti, bensì il fatto che i tempi ordinari di consegna dell'auto sono molto lunghi, circa un anno di attesa", infatti, "una volta reperita la automobile, il MOGGI informa di ciò PAIRETTO che si mette direttamente in contatto con la concessionaria" e la acquista regolarmente. L'amico, non lui. Strano, direte voi, le intercettazioni, che pure sono oramai di dominio pubblico, non dicono questo, anche la conversazione tra Pairetto e il suo amico "Enzo" fa capire chiaramente che la macchina è per il simpatico designatore. Già, che strano.

2. Pairetto istruisce Dondarini
Come saprete tutti il giorno prima di Sampdoria-Juventus il designatore Pairetto chiama l'arbitro Dondarini che poi arbitrerà la partita e gli dice "di usare 50 occhi per vedere anche quello che non c'è", chiaro che la telefonata serve a dare istruzioni per favorire la Juventus, lo ha scritto anche Travaglio su Repubblica, è evidente.
Però, nella richiesta di archiviazione della Procura di Torino c'è scritto altro, per la precisione che "la ragione delle telefonata" era stata la nomina di Dondarini ad arbitro internazionale per l'anno solare 2005, difatti è Dondarini a chiamare Pairetto e non viceversa, introducendo la conversazione proprio con la telefonata, ricevuta da Dondarini qualche minuto prima, nella quale un dirigente federale gli chiedeva dei dati da inviare alla Fifa ufficializzandogli così la sua nomina. Il Procuratore della Repubblica Maddalena, infatti, scrive che "alla luce di tale precisazione, il contenuto della conversazione appare di solare luminosità". Difatti "la dimostrazione che l'oggetto della conversazione è esclusivamente l'inserimento del Dondarini nell'elenco degli arbitri internazionali per il successivo anno solare si ottiene dalle ulteriori raccomandazioni di "non dire niente a nessuno": raccomandazioni che hanno un senso se rapportate ad una designazione (ad arbitro internazionale) che era stata richiesta ma non ancora effettuata (dalla FIFA) ma non ne avrebbero alcuno per una designazione ad arbitrare una partita per la quale non vi era nessun mistero da nascondere. E quindi si tratta di conversazione assolutamente... innocua (anche nell'ottica della peggior cultura del sospetto) perché di Sampdoria - Juventus non si parla proprio e, men che meno, si parla o si accenna ad un arbitraggio di favore per la Juventus.
Strano, eppure la telefonata sembrava così chiara, i 50 occhi stavano in tutti i titoli, stavano parlando della partita della Juventus, è evidente. Già, che strano.

3. Moggi lo sapeva già
Come saprete tutti il giorno del sorteggio per determinare gli arbitri di Sampdoria-Juventus una signorina della Federazione chiama Moggi per comunicargli le designazioni e quella volpe di Luciano, probabilmente in un attimo di smarrimento ammette: "Sì, sì, ma li conosco già: abbiamo Dondarini". Lo ha scritto anche Travaglio, "la donna è stupita: Ah, li conosce già? Sì, giusto, Dondarini". Però, nella richiesta di archiviazione della Procura di Torino c'è scritto altro, per la precisione che "come di intesa, nella stessa giornata a sorteggio avvenuto MOGGI viene subito informato da PAIRETTO che l'arbitro della partita sarà DONDARINI (cfr. int. tel.20.9.04 h.11,41)" vale a dire prima che la signorina della Federazione, la "signorina stupita" di Travaglio, telefoni a Moggi nel giro di chiamate "ufficiali" per comunicargli la designazione. Strano, come se Travaglio e tutti gli altri, pure in possesso delle intercettazioni e degli atti non avessero confrontato l'orario delle due chiamate. Già, che strano.

4. Emerson lo guarda e lui concede il rigore
Come saprete tutti dopo la partita c'è un'altra telefonata sospetta di Pairetto a Dondarini, nella quale il "Donda" spiega di aver dato il rigore, lo ricorda Travaglio nel suo articolo, "molto generoso" in favore della Juve quando "Emerson lo ha guardato". Un'altra prova della sudditanza, ma che dico sudditanza, della corruzione bella e buona dell'arbitro. Però, nella richiesta di archiviazione della Procura di Torino c'è scritto altro, per la precisione che "dal dialogo, emerge in modo nitido che DONDARINI ha concesso il rigore alla Juventus in buona fede, convinto cioè che il rigore c'era, e non per volutamente alterare il risultato a favore della Juventus: dato, questo, del tutto distonico rispetto alla logica sequenza probatoria che dovrebbe sussistere per ritenere essere avvenuta una frode sportiva, sulla base di quanto si era osservato trattando della interpretazione da dare alla norma." Strano, dai si capisce chiaramente, "Emerson lo guarda" e lui fischia, è proprio un rigore "inventato", "regalato", "concesso generosamente". Già, che strano.

5. "Se è furbo dimezza l'Udinese"
Come saprete tutti Giraudo, l'amministratore delegato della Juventus, e Moggi condizionavano anche le altre partite. Abbiamo letto tutti le parole di Giraudo "se Dattilo è sveglio dimezza l'Udinese", proprio nella domenica precedente a quella in cui la Juventus giocherà con la squadra di Udine. Evidente che con l'espulsione e la conseguente squalifica dei giocatori dell'Udinese la Juve avrebbe avuto un vantaggio. Evidentissimo.
Però, nella richiesta di archiviazione della Procura di Torino questa frase non c'è, o meglio, manca tutta l'intercettazione da cui è tratta quella frase. Per carità, manca pure su tutti i giornali ed è mancata su tutte le televisioni, ma tanto a che serve, è tutto chiarissimo. Strano però che il procuratore Maddalena si sia scordato di citarla nella sua istanza come ha fatto con tutte quelle che erano probanti. Forse la ragione di questa omissione sta nel fatto che le parole sono stare registrate in una conversazione a commento della partita in oggetto, Udinese-Brescia, cioè DOPO la fine della partita (ultimo capoverso di questo articolo). Strano, eppure gli allegati della procura, che contengono le conversazioni, le date e gli orari, sono precisi al minuto.

Queste sono solo alcuni stralci e si potrebbe continuare ancora a lungo molto a lungo …
Passiamo alle accuse vere e proprie: allora il sistema Moggiopoli si manteneva sui cosiddetti sorteggi taroccati (sia le griglie che il sorteggio vero e proprio), nonché su un uso disciplinato e certosino delle ammonizioni a fine di far squalificare preziosi elementi avversari per la seguente sfida con la Juve (tralascio le presunte diramazioni nel mondo del giornalismo, perché non vale la pena commentarle). Ora leggete questo da Panorama:

Da Panorama
CALCIOPOLI MANCANO LE PROVE - A Calciopoli arriva il primo pentito
di Giacomo Amadori 1/6/2006
Come ogni scandalo che si rispetti anche Calciopoli ha il suo primo (quasi) pentito. È il più giovane tra gli indagati e per questo uno dei più spaventati. Ha 28 anni e, prima del terremoto pallonaro, lavorava alla Commissione nazionale arbitri di serie A e B della Federcalcio.
Martino Manfredi, nei giorni scorsi, ha iniziato a collaborare con le forze dell'ordine, parlando dei retroscena e dei meccanismi di controllo sui sorteggi arbitrali. Una piccola fessura nel muro di silenzio che gli inquirenti stanno cercando di intaccare, con grande difficoltà.
Infatti gli interrogati discettano sul «sistema generale» e meno volentieri scendono nei particolari. Neppure l'ex designatore arbitrale Paolo Bergamo, che per i cronisti era avviato sulla strada della loquacità, ha aggiunto notizie a quelle che i magistrati già conoscevano.
Uno dei verbali più interessanti è ritenuto quello del presidente del Genoa Enrico Preziosi: si è soffermato sull'operato della giustizia sportiva che un anno fa ha condannato per illecito la sua squadra alla retrocessione. Ha denunciato presunti torti e pressioni subiti, ha attaccato l'ex presidente della Federcalcio Franco Carraro, l'ex capo dell'ufficio indagini Italo Pappa e i giudici della Caf. Ha consegnato un dossier con alcuni «pizzini» irridenti, quelli che, secondo le sue accuse, i magistrati sportivi scrivevano mentre lo giudicavano. Ma pure Preziosi quando è arrivato il momento di parlare dei rapporti con Moggi ha preferito sfumare i toni. È stato, invece, ironico l'allenatore del Milan Carlo Ancelotti, che ha ricordato di essere stato l'unico a non vincere nulla nella Juve guidata dall'ex direttore generale bianconero. Catenaccio pure tra gli arbitri. Massimo De Santis, per esempio, ha scelto la via del silenzio. Senza sorprendere gli inquirenti: gli indagati si presentano agli interrogatori conoscendo parte degli elementi contro di loro, dopo la diffusione delle informative dei carabinieri.
Inoltre, chi avrebbe voglia di parlare, come Zdenek Zeman o l'ex presidente dell'Ancona Ermanno Pieroni, non ha aggiunto nulla a quanto aveva già dichiarato a giornali e tv. E così uno dei pochi interrogatori giudicati utili è stato quello del dipendente della Figc Manfredi, che ha svelato il sistema dei bussolotti. Le palline che all'epoca del sorteggio arbitrale contenevano i cartigli con le partite e i nomi dei direttori di gara erano riconoscibili a causa dell'usura, così gli ex designatori Pierluigi Pairetto e Bergamo potevano abbinare a una certa sfida l'arbitro prescelto.
Il metodo non perdeva efficacia neppure quando a estrarre il bussolotto dall'urna con l'indicazione del match era una terza persona, per esempio un cronista: i designatori aspettavano qualche istante e quindi sorteggiavano, dall'altra urna, la giacchetta nera predestinata all'incontro.
La riffa poteva essere pilotata anche attraverso altri sistemi, come quello delle cosiddette griglie (la suddivisione in varie fasce di incontri e arbitri) che riduceva al minimo il rischio della casualità.
Per gli inquirenti, le rivelazioni di Manfredi non valgono moltissimo e la mancanza di collaborazione di indagati e testimoni durante gli interrogatori sta ponendo un problema: come dare più peso alle informative dei carabinieri con riscontri testimoniali e prove documentali. Le 1.600 pagine di accuse stilate in quasi un anno di lavoro dai carabinieri hanno tuttavia già prodotto un risultato innegabile: una pressione mediatica che ha portato alle dimissioni di tutti i vertici del mondo del calcio. Eppure, gli investigatori sono costretti a riconoscere che i risultati dell'indagine non sono inattaccabili.
Troppe parole, ma soprattutto troppi aggettivi hanno reso vulnerabile la pietra angolare dell'inchiesta. Titoli a effetto come «Il controllo del Palazzo», «L'asservimento della macchina amministrativa» o «I tentacoli nell'apparato della sicurezza» hanno tolto la doverosa asciuttezza alla ricostruzione. Solo nel primo dossier l'estensore del documento, il maggiore dei carabinieri Attilio Auricchio, usa 16 volte l'aggettivo «allarmante» e dieci volte «inquietante». Termini che ritornano anche nella seconda informativa. E quando si parla dell'associazione di procuratori Gea World sfuggono termini come «cupola» e «affiliati». Una scelta linguistica che tradisce un impeto accusatorio inconsueto.
Quanto al contenuto, il primo dossier prepara l'accusa di frode sportiva e associazione per delinquere, ricostruisce modi e partecipanti al «sodalizio criminale». Il secondo, scritto sette mesi dopo il primo, dovrebbe elencare gli episodi di reato annunciati nel precedente. In realtà diventa un potpourri di notizie e nel calderone finisce persino l'ex ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu che chiede un «aiutino» per la sua Torres, che con il campionato di serie A oggetto dell'informativa non ha nulla da spartire. Una delle perplessità maggiori le suscita il capitolo che si riferisce alle presunte «Collusioni con la questura di Torino e Roma». Il titolo lascia intuire una situazione di connivenza tra la polizia e il sistema moggiano. In realtà leggendo le notizie raccolte dai carabinieri si scopre che il direttore generale della Juve, in cambio di biglietti e magliette, otteneva piccoli favori da tre-quattro agenti o ispettori (su un totale di oltre 7 mila poliziotti che operano nelle due questure). Per i magistrati è un po' poco per mostrare tanta nettezza nelle conclusioni investigative.
Ma il vero paradosso è la terza informativa, quella che monitora le telefonate di Leonardo Meani, collaboratore del Milan con il ruolo di addetto all'arbitro. Al contrario delle prime due non è un'«informativa di reato a carico» di qualcuno e non contiene le due telefonate per cui Meani è stato indagato.
È quasi un allegato che dovrebbe dimostrare «l'esclusività del potere» moggiano «al quale non corrisponde un contraltare». Insomma la dimostrazione dell'inutilità di Meani. Poi, però, il documento cambia direzione e prende di mira l'amministratore delegato del Milan Adriano Galliani per i rapporti con Meani. Fra le righe spunta la presunta prova di colpevolezza del dirigente rossonero: «Approfitta della telefonata per chiedere a Meani se abbia parlato con i designatori».
Non molto per quello che dovrebbe essere uno dei «burattinai» del calcio italiano. Poi il rapporto sottolinea la preparazione di un incontro riservato tra Galliani e l'arbitro Pierluigi Collina dimenticando di scrivere che quel rendez-vous non c'è mai stato e che i due non si contattano neppure per telefono. Inoltre, sembra che il famoso «dossier» dell'arbitro Gianluca Paparesta non sia altro che una newsletter per la promozione di un carburante ecologico, il biodiesel.
Le divergenze di opinione tra investigatori e pm sono confermate anche nell'elenco dei 41 indagati stilato dalla procura di Napoli: tiene conto solo parzialmente dei 58 nomi a carico dei quali è stata preparata l'«informativa di reato». I pm hanno eliminato dalla lista degli «avvisati» 26 persone che i carabinieri avevano messo nel mirino: dall'avvocato Luigi Chiappero, legale storico della Juventus, al giornalista Tony Damascelli. Dunque le informative che hanno fatto detonare lo scandalo potrebbero essere il punto debole dell'inchiesta sul calcio. Presto i legali, dato il clima di dissenso con i carabinieri, potrebbero chiedere la trascrizione integrale delle centinaia di migliaia di telefonate che, necessariamente, sono state accantonate dai militari. Con il rischio di paralizzare la fase istruttoria. E c'è chi già scommette che le penalizzazioni davanti alla giustizia sportiva saranno meno eclatanti di quelle pronosticate da certi giornali e tv.

Come vedete, concentrandoci sul caso Manfredi-sorteggi, gli stessi inquirenti giudicano deboli le accuse, tanto che sembra che anche a livello di giustizia sportiva qualsiasi riferimento al sorteggio taroccato sia scomparso da ogni requisitoria (compresa quella di Palazzi). Per chi ancora avesse dei dubbi, ecco a voi un comunicato dell’USSI che, come sapete, partecipava ai sorteggi tramite i propri giornalisti:

SORTEGGIO ARBITRALE: PRECISAZIONE SULLE MODALITA' DA PARTE DI FIGC E USSI
Roma 15/05/2006
A proposito degli articoli pubblicati da alcuni organi di informazione che hanno riferito di un'inchiesta in corso da parte della Magistratura sulle modalità del sorteggio arbitrale delle scorse stagioni sportive, la FIGC e l'USSI (Unione stampa sportiva italiana) vogliono ricordare i termini dell'accordo che negli ultimi anni ha previsto la presenza e la partecipazione dei giornalisti dell'USSI alle operazioni del sorteggio arbitrale. Ogni settimana, l'USSI ha designato - tra i suoi iscritti - un giornalista diverso che ha estratto il nome dell'arbitro per ciascuna partita di serie A e B, secondo le griglie individuate dai designatori dell'Organo tecnico (CAN), alla presenza di un notaio. Contrariamente a quanto scritto da alcuni, il sorteggio dell'arbitro era successivo all'estrazione della "pallina" relativa a ogni singola partita. La sequenza temporale del sorteggio, cioè, prevedeva: preliminarmente, per ogni griglia di partite venivano letti i nomi degli arbitri selezionati dai designatori responsabili dell'Organo tecnico (CAN). A questo punto, uno dei due designatori estraeva la singola "pallina" con la partita e successivamente il giornalista designato dall'USSI estraeva la "pallina" con il nome dell'arbitro da assegnare a quella gara. Questi sono i termini dell'intesa tra FIGC e USSI. Riteniamo doveroso offrire un contributo di informazione all'Autorità giudiziaria che, a quanto riportato da alcuni giornali, sta indagando anche su questo aspetto dell'inchiesta che riguarda il mondo arbitrale.

Cioè il giornalista estraeva la pallina con dentro scritto il nome dell’arbitro, dopo che i designatori avevano già individuato la partita … a voi ogni ulteriore commento.
Concludo la requisitoria sui presunti sorteggi taroccati, mostrandovi il riscontro tra la telefonata Moggi-Bergamo (quella del Paparesta sì, Paparesta no) e la realtà effettuale della cosa:
Bergamo:" ...io ce li ho scritti: Bertini, Rodomonti, Trefoloni, poi te me dici Paparesta, meglio! Paparesta arriva e si fa arbitrare! L'importante e' che arrivi di venerdi' perche' Inter-Roma anticipa al sabato!"
Attenzione a questo passaggio: Bergamo ha saputo da Moggi che Paparesta rientra venerdi (lui credeva rientrasse sabato) decide di inserirlo nella griglia considerando la possibilità che possa arbitrare l'anticipo Inter-Roma
Moggi:" No, no venerdi sera lui arriva! No, no, non ci sono problemi..." E ancora Moggi: "...Io credo...credo che questa qui non abbia... non abbia nessun problema questa griglia! Penso! Lo penso io, poi sai, nel calcio non si sa mai, se son problemi o meno, pero'"
Moggi ribadisce che Paparesta arriverà venerdi.
Bergamo:" ...no, ma anch'io ci credo a questa qui, eh... l'unica cosa, non mi interessa nemmeno che Bertini va a fare Reggina-Milan che e' la sesta volta del Milan e... da quel momento sara' poi precluso!Pazienza,oh! Non fara' Milan-Juventus ma non e' questo che ci preoccupa! Perche' tanto ha gia' fatto l'andata, quindi!."
Quindi Bergamo ritiene possibile che Bertini vada ad arbitrare Reggina-Milan

Ora vediamo i risultati del sorteggio:

Bologna - Palermo MESSINA
Brescia - Cagliari DE MARCO
Fiorentina - Parma PAPARESTA
Inter – Roma TREFOLONI
Juventus - Udinese RODOMONTI
Lazio – Atalanta BRIGHI
Lecce - Chievo MORGANTI
Livorno - Sampdoria TAGLIAVENTO
Reggina – Milan RACALBUTO
Siena - Messina BERTINI

Come vedete gli abbinamenti di cui Bergamo ha parlato a Moggi non si avverano!!!!
Paparesta non arbitrerà Inter-Roma e Bertini non arbitrerà Reggina-Milan.
Quindi se si escludono il Cassarà ed il Pieri delle amichevoli precampionato, il potere di Moggi sugli arbitri si riduce al semplice “ti faccio avere una macchina per il tuo amico un po’ prima dei tempi normali”. Un’ultima chicca: De Santis doveva essere il punto di riferimento della cupola moggiana tra gli arbitri, ebbene nel 2004/05, con l’arbitro di Tivoli a dirigere ben 5 sue partite, la Juventus ha ottenuto solo 7 punti su 15. Tirate voi le somme.

AMMONIZIONI E SQUALIFICHE

1. Squalifiche mirate
La prima cosa che viene menzionata nel rapporto dei carabinieri e' che le avversarie della Juve nella stagione 2004-2005 hanno avuto la bellezza di 25 giocatori squalificati! Scandalo! Orrore e raccapriccio! Chiaro segno che Moggi pilotava gli arbitri, i designatori, e i terroristi dell’11 Settembre! Peccato che nessuno dei nostri bravi e onesti militari dell’Arma si sia preso la briga di andare a paragonare questo numero con quello delle altre squadre di Serie A. Se l’avessero fatto, avrebbero scoperto la seguente tabella:

Squadra - squalificati
Atalanta 30
Reggina 27
Juventus 25
Brescia 24
Lecce 23
Lazio 22
Sampdoria 22
Siena 22
Inter 21
Parma 21
Bologna 20
Cagliari 19
Livorno 19
Milan 19
Udinese 19
Chievo 18
Messina 18
Palermo 16
Fiorentina 12
Roma 11
In effetti, 25 squalificati sono più della media, ma la Juve è solo terza in questa speciale classifica, dietro alle potentissime Atalanta e Reggina, con solo uno squalificato in più del Brescia, e due più del Lecce, la squadra di Zeman, quello protetto dal palazzo.


2. Mira imperfetta
Forse gli arbitri non avevano poi questa mira perfetta: forse, se una squadra doveva affrontare la Juve la domenica seguente, gli arbitri tiravano fuori tanti cartellini, e poi, "’ndo cojo, ’cojo", come disse il famoso lanciatore di coltelli giapponese. Bene, vediamo allora il numero di cartellini gialli assegnati alle avversarie la domenica precedente:
Squadre cartellini
Atalanta 97
Lazio 90
Lecce 88
Cagliari 86
Chievo 86
Juventus 85
Reggina 85
Inter 83
Messina 83
Brescia 80
Udinese 80
Bologna 79
Palermo 79
Sampdoria 76
Livorno 75
Milan 75
Parma 74
Roma 74
Fiorentina 69
Siena 65
Di nuovo al primo posto l’Atalanta, e la Juve che non entra nemmeno nelle prime 5.


3. Rossi Mirati
Vabbe', ma questi arbitri erano molto abili, difficile pensare che ammonivano veramente a casaccio. Se volevano fare fuori un giocatore prima della Juve, sicuramente lo potevano espellere direttamente. Vediamo allora la graduatoria dei cartellini rossi assegnati agli avversari nella domenica precedente:
Reggina 12
Bologna 9
Sampdoria 9
Siena 9
Atalanta 8
Juventus 8
Palermo 8
Parma 8
Chievo 7
Milan 7
Lazio 6
Udinese 6
Brescia 4
Cagliari 4
Livorno 4
Roma 4
Fiorentina 3
Inter 3
Lecce 3
Messina 2
Di nuovo, la Juve si classifica a malapena al quinto posto.


4. Gli impallinati
"Eureka!" dice il nostro baldo investigatore, "gli arbitri avevano la mira perfettissima, altro che no! Se volevano, potevano fare dei veri e propri capolavori, come diceva De Santis." Non ammonivano affatto a caso, ma prendevano di mira esattamente i giocatori diffidati, che quindi con un giallo erano costretti a saltare la partita con la Juve. Li impallinavano ben bene, come diceva Meani. E allora andiamo a guardarci la classifica degli impallinati:
. Atalanta 22
. Brescia 19
. Reggina 18
. Inter 17
. Juventus 17
. Lecce 17
. Livorno 17
. Messina 16
. Cagliari 15
. Sampdoria 15
. Lazio 14
. Parma 14
. Siena 14
. Udinese 14
. Chievo 13
. Milan 12
. Bologna 10
. Palermo 9
. Fiorentina 8
. Roma 8

La Juve e' sempre in zona UEFA. Un po’ deboluccia questa tesi, ma... un attimo! Il totale degli impallinati non vuol dire granche'. Forse la Juve ha un basso *numero totale* di impallinati, perche' le avversarie avevano pochi diffidati la giornata precedente! Bisogna guardare alla percentuale di impallinati sul totale dei diffidati. Adesso sicuramente troveremo la Juve in prima posizione, l’hanno scritto su tutti i giornali! O forse no...

Squadra - percentuale impallinati
. Atalanta .22,44%
. Reggina .19,14%
. Brescia .18,62%
. Sampdoria .17,85%
. Juventus .16,83%
. Livorno .16,83%
. Lecce .16,66%
. Messina .16,49%
. Cagliari .16,48%
. Udinese .16,09%
. Inter .15,88%
. Chievo .15,85%
. Lazio .14,58%
. Parma .14%
. Siena .13,72%
. Milan .12,90%
. Bologna .10,63%
. Palermo .10,22%
. Fiorentina 8,88%
. Roma .7,40%
Di nuovo la Juve non riesce a staccarsi dal quinto posto. La percentuale impallinati juventina e' del 16.83%: cio' vuol dire che in media, su sei diffidati in squadra la domenica precedente alla partita contro la Juve, ne viene ammonito 1. Scandalo! Scandalo! Serie C!!!!
[Parentesi: in quella famosa Bologna-Fiorentina, furono in effetti ammoniti 4 bolognesi, Gamberini, Meghni, Nastase e Petruzzi. Gli ultimi due erano diffidati e saltarono la partita con la Juve, ma Gamberini era alla sua prima ammonizione, e infatti contro la Juve scese in campo regolarmente. Purtroppo per i carabinieri bastava affidarsi alla conversazione da bar tra Meani e non so chi, piuttosto che andarsi a guardare effettivamente cosa era successo...]


5. I pre-impallinati
I nostri poveri investigatori avrebbero di che scoraggiarsi, ma forse c’e' un ultimo appiglio a cui aggrapparsi. Gli arbitri ammonivano sistematicamente non i giocatori già diffidati, bensì quelli a rischio di diffida. Così, essendo diffidati nella partita con la Juve, avrebbero giocato in maniera più prudente, avvantaggiando così la compagine bianconera-Moggiana. Vediamo quindi la graduatoria dei "pre-impallinati":
Squadra - totale pre-impallinati
. Juventus 28
. Lecce 25
. Chievo 21
. Fiorentina 21
. Messina 21
. Parma 21
. Lazio 19
. Atalanta 18
. Brescia 18
. Inter 18
. Palermo 18
. Reggina 18
. Sampdoria 17
. Milan 16
. Siena 16
. Udinese 16
. Bologna 15
. Livorno 15
. Cagliari 13
. Roma 12
Evviva, evviva! Finalmente la Juve al primo posto! Ma noi siamo investigatori seri, e lo stesso discorso fatto in precedenza sul numero e sulle percentuali vale anche adesso. Vediamo quindi la classifica della percentuale di pre-impallinati sul totale di pre-diffidati:

Squadra percentuale pre-impallinati
. Lecce .20,16
. Juventus .19,71
. Messina .16,27
. Parma .16,15
. Chievo .15,55
. Inter .15,51
. Fiorentina .15,44
. Reggina .15
. Lazio .14,96
. Atalanta .14,28
. Palermo .13,95
. Brescia .13,04
. Udinese .12,5
. Sampdoria .12,31
. Milan .12,12
. Siena .11,76
. Bologna .10,79
. Livorno .10,79
. Roma .10,71
. Cagliari .8,96
Ahi, la Juve scende al secondo posto...ma forse se nell’inquisitiva scrivo abbastanza spesso "cupola", "compagine moggiana" e robe simili mi prenderanno sul serio.


6. Un modo più diretto per favorire la Juve
Certo pero' che questi arbitri erano sofisticati! Per favorire i bianconeri, mica ti facevano squalificare i giocatori proprio in coincidenza della partita con la Juve, ma ammonivano i giocatori che erano a rischio di diffida, in modo da farli giocare in maniera meno aggressiva. Sono questi piccoli particolari che ti fanno vincere gli scudetti, senza dubbio!
Eppure c’era un sistema molto piu' facile per favorire la Juve. Dire agli arbitri di sventolare rossi e gialli non nelle partite precedenti a quelle contro la Juve, ma nella partita contro la Juve stessa! Sappiamo tutti che la Juve ha un basso numero di ammoniti rispetto al numero di falli commessi. Vogliamo scommettere che le avversarie della Juve hanno invece un numero molto alto di ammoniti ed espulsi?
Ecco la classifica dei giocatori avversari ammoniti:
Squadra - gialli contemporanei
. Roma 108
. Fiorentina 97
. Lazio 90
. Palermo 89
. Cagliari 88
. Sampdoria 88
. Juventus 84
. Lecce 84
. Milan 84
. Reggina 82
. Udinese 80
. Chievo 77
. Siena 77
. Messina 75
. Parma 74
. Bologna 73
. Brescia 73
. Inter 73
. Livorno 73
. Atalanta 67

E la classifica dei rossi:
Squadra - rossi contemporanei
. Cagliari 11
. Brescia 9
. Roma 9
. Bologna 8
. Fiorentina 7
. Lazio 7
. Lecce 7
. Livorno 7
. Reggina 7
. Chievo 6
. Milan 6
. Palermo 6
. Sampdoria 6
. Inter 5
. Messina 5
. Parma 5
. Siena 5
. Udinese 5
. Atalanta 3
. Juventus 2

Juve settima nella classifica dei gialli comminati agli avversari, e ultima nella classifica dei rossi agli avversari. Ultima??? Si', ultima. Solo in due occasioni la Juve si e' trovata ad affrontare un avversario in dieci: Reggina-Juve alla 10a di campionato (la famosa partita di Paparesta, Moggi, e lo stanzino: espulso G. Colucci per doppia ammonizione al 28’ st), e Chievo-Juve alla 28a (arbitro di nuovo Paparesta: espulso Potenza al 43’ st per aver dato una "facciata" sul gomito di Olivera, subito dopo che questi aveva segnato il gol del vantaggio juventino. Per la cronaca, anche Olivera verrà espulso.

CONCLUSIONI
Dunque credo che ci sia ben poco da aggiungere tranne che 30 punti di penalizzazione in B sono dipesi dalla squalifica dei diffidati PETRUZZI e NASTASE (come è noto il Maradona ed il Beckenbauer del Dall’Ara), dopo Bologna-Fiorentina, da un goal annullato per dubbio fuorigioco a Fava, durante Udinese-Juventus, e per un Lazio-Juventus dove non si capisce cosa è successo.

Nessuna ammissione, nessuna pistola fumante, nessun illecito ne tanto meno tentativo di illecito (della serie valigetta zeppa di euro Capozzucca, Preziosi-Dal Cin, o voglio quell’arbitro per vincere questa partita: a proposito di richieste esplicite, Meani ne sa un po’ più …). Nulla, si è fatto un processo all’atmosfera che si respirava (se fosse per l’atmosfera personaggi come Moratti dovrebbero essere estromessi per manifesta incompetenza, o i Sensi radiati a vita per l’atmosfera targata Rolex d’oro); infatti i soloni degli organi di stampa negli ultimi giorni stavano già correggendo un po’ il tiro: passando da "il reato è manifesto, come emerge dalle intercettazioni” al “anche se non c’è una vera e propria dimostrazione d’illecito è il tutto che dà l’idea del marcio” (per la serie anche se non è vero che un albanese ruba, ciò si suppone dal contesto, quindi mandiamo tutti gli albanesi in serie B).

In definitiva al di là della slealtà sportiva non vi è nulla che emerga ineccepibilmente da tutto questo ambaradam; tanto più che i vari Bergamo e Pairetto (come confermato dagli stessi Della Valle) a cena andavano con tutti (quindi anche i Facchetti e i Sensi), di arbitri parlavano con chiunque telefonasse loro (quindi anche i Facchetti e i Sensi). Qualche tempo fa Borrelli si meravigliava del muro di omertà sorto intorno alla vicenda affermando che “nessuno confessa”.
Aggiungo “nessuno confessa, perché alla fine non vi è nulla da confessare”.

Oops ho scritto veramente tanto; giunti a ciò vi rimando alla prossima puntata dove vi parleremo del cosiddetto PROCESSO SPORTIVO
(Grazie a futbolmetrix, simak, juvecentus)




Solo un teorema / Parte II
Il Processo (se lo si può chiamare così)


di Antonio Pio Cristino
ap.cristino@liberamenteonline.org
22 Luglio 2006

MANIFESTA ILLOGICITA’ MOTIVAZIONI
Cosa dire di più: degna conclusione di una farsa che ha precedenti solo nelle purghe Staliniste, quelle delle delazioni=sentenze già scritte; ma anche qui andiamo con ordine.

Un primo indizio dell’ambiguità del tutto sta nel aver tagliato uno dei gradi di giudizio che le normali regole istituzionali della nostra Repubblica hanno da sempre garantito; scompare il terzo grado (Camera di Conciliazione e Arbitrato CONI), perché Guido Rossi deve iscrivere il Chievo Verona alla prossima Champions League (ah dimenticavo il PROCESSO SPORTIVO è esente dalle normali regole imperniate sulla certezza del diritto).

Un secondo indizio sta nell’aver respinto tutte le eccezioni della difesa; dopotutto il Chievo Verona non può aspettare il regolare svolgimento di un processo che vede accusa e difesa rimbalzarsi la palla, presentando teste e prove dirette; in particolar modo si vuole evitare che la difesa presenti prove a sua discolpa visto che non esiste presunzione d’innocenza ma di colpevolezza, con gli accusati che devono provare la loro innocenza (ah dimenticavo il PROCESSO SPORTIVO è esente dalle normali regole imperniate sulla certezza del diritto). Quindi:
- intercettazioni telefoniche che, per la loro natura parziale ed incompleta, in nessun procedimento giudiziario acquistano il rango di prova legale, nel PROCESSO SPORTIVO sono ammesse come PROVA DIRETTA.
- al contrario testimonianze dirette, e prove elettroniche (i famosi DVD di De Santis) lecite in qualsiasi altro procedimento, qui non sono ammesse. Dopotutto bisogna far presto.

Continuiamo poi con lo svolgimento del processo.
Alla fine un dibattito dove Palazzi accusava gli imputati di essere bruti del calcio in base a supposizioni di alcuni carabinieri che hanno ascoltato una quarantina di telefonate su 10.000, senza uno straccio di prova o di riscontro. E le altre intercettazioni? Troppo tempo per acquisirne i contenuti, dopotutto bisogna garantire il Chievo Verona che si deve iscrivere alla prossima Champions League (ah è vero le avrebbero dovute presentare gli imputati: dimenticavo il PROCESSO SPORTIVO è esente dalle normali regole imperniate sulla certezza del diritto).
Una marea di accusati che si dividevano il tempo per una requisitoria fondata sul “questo lo dice lei”, e per questo venivano o presi in giro dai sommi parrucconi, o addirittura STOPPATI DALL’ACCUSA. Avete capito bene non i giudici (che si limitavano a sghignazzare), ma l’ACCUSA si permetteva di stoppare le arringhe difensive con frasi del tipo: “lei ha parlato già abbastanza”. Roba da far impallidire i tribunali del popolo (ah dimenticavo il PROCESSO SPORTIVO è esente dalle normali regole impregnate sulla certezza del diritto).

Ultima chicca: le sparate dal nuovo Pinochet del calcio rinnovato e pulito, Guido Rossi.
Dal “si può eccepire tutto ma alla fine decido io”, al “varrà solo il primo grado di giudizio, anche se la corte federale ne ribalterà il dispositivo; perché alla fine decido io”. Dopotutto bisogna garantire l’UEFA ed il Chievo Verona in Champions League (ah dimenticavo il PROCESSO SPORTIVO è esente dalle normali regole imperniate sulla certezza del diritto). Finendo poi alla querela a Cossiga perché ha rivolto una interpellanza al ministro dello Sport, Giovanna Melandri, per sapere se "corrisponda al vero che Guido Rossi, 'brasseur d'affaire' e professore di Etica del Denaro nella Facoltà di Filosofia di Milano 'Scienza e Vita', appena nominato commissario della Federazione giuoco calcio italiana, ha adottato una delibera commissariale con la quale si è legittimamente attribuito un compenso annuale di due milioni e mezzo di euro, e per sapere se, dati i normali livelli delle parcelle del noto filosofo, non ritenga doveroso invitarlo ad aumentarsi detto compenso" (fonte ADNKRONOS).

La farsa si conclude con la sentenza e le motivazioni, date con colpevole ritardo, nonostante alcuni giornali le avessero già pubblicate il giorno precedente (ah ah e la famosa celerità del Processo Sportivo? la garanzia dell’iscrizione del Chievo Verona alla prossima Champions League?!). Che ci siano volute così tante ore per copiarla dal rosa al bianco?!

Di seguito si riporta il testo integrale:

PREMESSA:

“Nella valutazione del materiale probatorio la Commissione si limiterà ad indicare quegli elementi di sicura valenza, che non si prestano ad interpretazioni equivoche, perché già solo dall'analisi di taluni fatti incontrovertibili emerge a chiare lettere ciò che era nella opinione di tutti coloro che gravitavano nel mondo del calcio, e cioè il condizionamento del settore arbitrale da parte della dirigenza della Juventus.”

Cioè come premessa c’è già il fatto incontrovertibile che la Juventus condizionava gli arbitri perché così pensano “tutti coloro che gravitano nel mondo del calcio”. Nel senso che anche se non ci sono prove dirette, conta il fatto che lo pensavano i Moratti ed i Mancini (evviva la certezza del diritto, ah dimenticavo il PROCESSO SPORTIVO è esente dalle normali regole inperniate sulla certezza del diritto).

“E' concettualmente ammissibile l'assicurazione di un vantaggio in classifica che prescinda dall'alterazione dello svolgimento o del risultato di una singola gara. Infatti, se di certo, la posizione in classifica di ciascuna squadra è la risultante aritmetica della somma dei punti conseguiti sul campo, è anche vero che la classifica nel suo complesso può essere influenzata da condizionamenti, che, a prescindere dal risultato delle singole gare, tuttavia finiscono per determinare il prevalere di una squadra rispetto alle altre. La Procura federale ipotizza che i dirigenti della Juventus e le altre persone indicate nel capo di incolpazione abbiano posto in essere condotte dirette a procurare a tale squadra un vantaggio in classifica ed abbiano poi ottenuto il risultato sperato, con riferimento al campionato 2004/2005, per effetto del "condizionamento del regolare funzionamento del settore arbitrale e la lesione dei principi di alterità, terzietà, imparzialità ed indipendenza tipici della funzione arbitrale".

Sotto il profilo giuridico, l'impostazione appare corretta e da condividere. Gli arbitri sono per loro funzione i "giudici" della gara e in quanto tali devono garantire una direzione imparziale e sopratutto autonoma e indipendente, che tenga conto soltanto di ciò che avviene sul campo; altrettanta autonomia e imparzialità deve essere garantita a tutti i soggetti che fanno parte, a qualsiasi titolo, del settore arbitrale: primi tra questi coloro che hanno la direzione del settore e che nell'ambito di esso svolgono il ruolo di designatori, data la rilevanza, a volte determinante, che tale funzione ha.

"La Procura federale, con riferimento all'addebito contestato alle persone indicate nel capo di incolpazione in esame, ha individuato talune condotte, costituenti di per sé comportamenti contrari ai principi di lealtà, correttezza e probità in ogni rapporto comunque riferibile all'attività sportiva (art.1), ed ha ritenuto che l'insieme di tali condotte sia stato idoneo a realizzare il condizionamento del regolare funzionamento del settore arbitrale a vantaggio della Juventus, e quindi sia stato violato l’art. 6, integrando la pluralità delle condotte l’attività diretta a procurare alla Juventus un vantaggio in classifica”.

Quindi la Juventus avrebbe taroccato un campionato, senza combinare alcuna partita! (in qualsiasi procedimento questa sarebbe una chiara manifestazione di ILLOGICITA’ delle MOTIVAZIONI, ah dimenticavo il PROCESSO SPORTIVO è esente dalle normali regole inperniate sulla certezza del diritto). Insomma tutto sarebbe avvenuto con un semplice condizionamento del settore arbitrale (non si capisce in che modo) e con una serie di violazioni etiche dell’articolo 1 (lealtà sportiva), che combinate avrebbero dato luogo ad un illecito (cioè io ti do tre schiaffi e il giudice mi condanna per tentato omicidio!)

Ecco le violazioni dell’Articolo 1:

“Se le comunicazioni tra loro vi sono state (la circostanza è pacifica) e se lo stesso Moggi si è dato carico di fornire (almeno a Bergamo) il telefonino ed ha provveduto a ricaricarlo a sue spese, è consentito dedurne che l'oggetto delle conversazioni (non essendo state prospettate altre ipotesi plausibili da parte degli incolpati) non dovesse essere del tutto lecito. (..) Il rapporto tra i due rappresentanti della Juventus e i due designatori è caratterizzato poi da un elemento, sicuramente deprecabile qual è quello relativo al conseguimento di utilità economiche da parte dei due designatori, consistenti in regali (v. telefonata del 2 dicembre 2004 prog. 5542 tra Moggi e la moglie), anche se di essi non è possibile verificare l'entità, e nell'ottenimento di sconti di notevole importo per l'acquisto di autovetture del gruppo FIAT, per quanto riguarda Pairetto"

Quindi lo sconto sulle auto FIAT, alcuni regali indefiniti (mentre i Rolex d’oro erano molto ben definibili, anche nel valore), ed un telefonino compreso di ricariche con cui si parlavano Moggi e Bergamo (cioè anche se non si evince alcuna manifestazione palese di tentativo d’illecito durante le conversazioni, già il fatto che si parlavano tramite un telefonino regalato da Moggi dimostra l’illecito: l'accusa è appunto quella di essersi telefonati! ah dimenticavo il PROCESSO SPORTIVO è esente dalle normali regole inperniate sulla certezza del diritto), danno l’idea della violazione.

Esilarante il passaggio dall’art. 1 all’art. 6, dovuto al neonato criterio dell’abitualità:

"La Commissione ritiene ragionevole presumere che l'episodio sopra descritto, riferibile alla partita Juventus-Udinese del 13 febbraio 2005 (oggetto di un successivo capo di incolpazione), non sia isolato; la naturalezza con la quale si svolge il colloquio tra Bergamo e Moggi, il fatto che sia stato il primo a chiamare il secondo, l'ora notturna in cui è avvenuta la chiamata, ed il successivo colloquio di Bergamo con la F., dal quale si rileva che la trattativa sulle designazioni, fa parte di una consuetudine, nota anche a quest'ultima tanto da non meravigliarla, sono tutti elementi che consentono di affermare con tranquillità che la condotta del Moggi, resa manifesta dalle intercettazioni, si inserisce in una abitualità della condotta ".

Cioè se Moggi anziché chiamare in tarda notte e parlare con spavalderia, avesse chiamato a pranzo e con circospezione, avremmo avuto un’ipotesi diversa?!
Appunto non vi sono prove dirette, tipo sorteggi truccati e via; lo afferma lo stesso Ruperto:

“La Commissione ritiene di dovere sin da ora escludere che sia da attribuire rilevanza alla circostanza, sulla quale tanto si è discusso in questo procedimento e che ha formato oggetto di specifica indagine della Procura della Repubblica di Torino, relativa alla alterazione del procedimento di sorteggio arbitrale. Al riguardo, infatti, affiorano ragionevoli dubbi, in presenza dei quali non può parlarsi di prove sicuramente affidabili"

Il tutto poi si coagula intorno alle si tre partite incriminate, cioè:

Juve-Udinese
E' quella a cui si riferisce il passaggio di sopra, quello della telefonata notturna. È la mitica telefonata i cui Moggi "chiede" i guardalinee Ambrosini e Foschetti, Bergamo dice "no, Ricci e Gemignani tanto è uguale", e alla fine i guardalinee sono Foschetti e Gemignani.

Ecco a tal proposito l’interpretazione del presidente emerito della corte costituzionale Ruperto:
"La telefonata appena trascritta è illuminante perché dimostra:
- che vi è una interferenza di Moggi nella scelta degli assistenti, che si manifesta con una esplicita indicazione di quelli da lui desiderati;
- che la scelta degli assistenti non era frutto di un'autonoma scelta del designatore, ma era invece condizionata dalla richiesta di una delle squadre in competizione (e non è necessario attardarsi sulla rilevanza delle decisione degli assistenti);
- che c'è una soggezione di Bergamo nei confronti di Moggi; il primo, infatti, pur cercando di manifestare formalmente una propria autonomia, alla fine comunque finisce per accontentare il Moggi, tanto che, non avendo potuto designare Ricci, mantiene la designazione di Gemignani (che comunque rientra nell'alternativa ), ma gli affianca Foschetti che era uno dei due assistenti originariamente chiesti da Moggi"

Segue il discorso della notte, per cui siccome una volta Moggi ha chiesto i guardalinee, ma l'ha fatto di notte e con naturalezza, allora vuol dire che lo fa sempre (vedi sopra).
Senza parole.

Juve-Lazio: l'illecito è una cena.
Leggiamo: "la sera del 2 dicembre 2004 Moggi aveva incontrato a cena Bergamo, Pairetto e Giraudo, e poiché collega a questo incontro la sopra ricordata telefonata del 3 dicembre 2004 (prog. 8771), lascia intendere, se pure non esplicitamente, che la conoscenza dei nomi degli assistenti da parte del Moggi, anteriormente alla loro designazione ufficiale, dipendeva da un precedente accordo. La commissione ritiene che la condotta ascritta al Moggi vada qualificata come contraria ai principi di correttezza e lealtà sportiva, come del resto altre volte ha prospettato la Procura in questo stesso procedimento (v. partita Juventus - Udinese del 13 febbraio 2005, in questo stesso capo di incolpazione e partita Milan – Chievo del 20 aprile 2005, nel capo di incolpazione relativo a Galliani, Meani e Mazzei); poiché l'interferenza nelle designazione è una delle plurime condotte attraverso le quali Moggi ha realizzato l'illecito descritto nel primo capo di incolpazione, la commissione, riconosciuta la sussistenza della violazione dell'art. 1, ne dichiara l'assorbimento nell'illecito del quale Moggi è stato già ritenuto responsabile."

Semplicemente la conversazione "lascia intendere" (mai esplicitamente) che Moggi taroccava le designazioni; c'è l'illecito, che però è assorbito dal fatto che l'ha già commesso per Juve-Udinese.

Infine per le ammonizioni di Bologna-Fiorentina Moggi viene assolto, perchè le ammonizioni di Nastase e Peruzzi a norma di regolamento ci stavano, e comunque non ci sono prove che Moggi e De Santis abbiano combinato la sfida.

Quindi l'accusa incrimina la Juve per tre partite, una delle quali giocata da altri.
Per una non c'è illecito; per un'altra nemmeno, perchè assorbito dalla terza; nella terza c'è illecito per la telefonata "dammi A e B" "no, C e D", risultato A e C. Da questo episodio, dal tono di voce di Moggi e dall'orario si arriva alla Juve in B con meno 30 punti, e a 5 anni di inibizione e 80.000 € di multa, perchè i designatori, che peraltro non truccavano i sorteggi, hanno ricevuto "regali di entità indefinibile", un telefonino, e il concessionario gli ha fatto lo sconto del 23% su una Fiat.

D'altronde, la prova regina è lo scudetto:
"le condotte stesse, tutte dirette al medesimo fine, hanno effettivamente determinato una situazione di vantaggio della Juventus rispetto alle altre squadre, che ha poi portato la stessa alla vittoria nel campionato".

A sottolineare la farsa è che Ruperto afferma candidamente che la cosiddetta “Cupola MOGGIANA NON ESISTE” e che è la sudditanza psicologica (l’aver influito sulla condotta degli arbitri, senza alcuna combine ma solo perché è la Juve) a determinare l’illecito. RIPETO LA SUDDITANZA PSICOLOGICA DETERMINA L’ILLECITO! (praticamente le tre grandi del nostro calcio dovrebbero essere radiate).

Ma soprattutto (concentriamoci su questo passaggio), risulta ridicolo e PARADOSSALE che:
”è concettualmente ammissibile l'assicurazione di un vantaggio in classifica che prescinda dall'alterazione dello svolgimento o del risultato di una singola gara. Infatti, se di certo, la posizione in classifica di ciascuna squadra è la risultante aritmetica della somma dei punti conseguiti sul campo, è anche vero che la classifica nel suo complesso può essere influenzata da condizionamenti, che, a prescindere dal risultato delle singole gare, tuttavia finiscono per determinare il prevalere di una squadra rispetto alle altre”.

Per ben due volte si parla di un condizionamento della classifica senza toccare le gare.
Manca la logicità per una semplicissima ragione: che siano le tue o le altre, le gare le devi comunque "condizionare" per poter "condizionare" la classifica, in quanto la classifica non è altro che la risultante di tante gare. Ora la classifica la si condiziona "direttamente", aggiustando le tue gare, o "indirettamente", aggiustando quelle degli avversari più pericolosi. Affermare che la classifica è stata condizionata senza intervenire sulle gare è un non-senso giuridico.

Per poi finire con un secondo PARADOSSO:

LA JUVENTUS CONDIZIONAVA LA CLASSIFICA ATTRAVERSO GLI ARBITRI, ma gli ARBITRI CONDANNATI SONO SOLO DUE: DE SANTIS (con cui la Juventus nel 2004/05 ha ottenuto solo 7 punti su 15 disponibili) E DONDARINI.
Quindi: o la Juve era sempre arbitrata dai due travestiti da Collina, Rodomonti, Bertini, ecc, o è manifesta illogicità anche questo.

Passiamo ora alle reazioni
De Lise, presidente del TAR del Lazio affila già le armi; Cossiga presenterà un’interrogazione contro Guido Rossi; l'avvocato Giuseppe Benedetto si e' dimesso da giudice sportivo della Figc per il settore giovanile per protesta contro il processo su calciopoli. “Quale insegnamento i cittadini di domani - si chiede - possono trarre dall'incredibile processo tutto e solo mediatico a cui abbiamo assistito in questi giorni e dall'annunciata sentenza di popolo, pubblicata il giorno prima sul piu' importante giornale sportivo italiano?”.
Guido Rossi grida a destra e manca che la giustizia è stata perfetta (ah dimenticavo il PROCESSO SPORTIVO è esente dalle normali regole inperniate sulla certezza del diritto); non si sa come ma lo scudetto 2005/06 non è stato assegnato, nonostante non ci fosse uno straccio di prova contro la legittimità del torneo; i perdenti di successo reclamano ingiusti allori, ma l’opinione comune è che per normale senso di decenza non verrà attribuito alcun trofeo riparatore.
Sempre Rossi si prepara a minacciare i club che decideranno di far ricorso al TAR (dopotutto decide lui e … la telecom); la Mediaset si prepara a ridiscutere sui diritti televisivi in digitale, minacciando di non dare più un euro per “evidente scadimento del prodotto calcio serie A” (quando Moggi parlava di veri poteri forti … e tutti gli ridevano dietro). In Europa ci andranno EMPOLI, LIVORNO, PARMA, CHIEVO VERONA, PALERMO, ROMA E INTER!!! I Rolex rimangono semplici goliardie, i passaporti falsi passano sotto silenzio, i bilanci truccati neanche a parlarne, i fallimenti ignorati per “MOTIVI DI ORDINE PUBBLICO!” … evviva il calcio pulito contro la sporcizia bianconera che ha visto otto juventini più una pletora di ex ed un allenatore vincente disputare la finale del Mondiale del PO POPO POPO PO.

Patetico …

(grazie a Castrano e Juvecentus)

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