giovedì, febbraio 28, 2008

LA MIA VITA SENZA MANUELA

Voglio per una volta lasciare da parte le polemiche e riportare un'intervista fatta ad un grandissimo uomo, uno dei pochi che può definirsi tale nel calcio italiano, nonchè il miglior allenatore italiano. Sto parlando, ovviamente, di Claudio Cesare Prandelli. Tutti sappaiamo della tragica scomparsa della sua consorte Manuela, colgo quindi l'occasione di postare questa stupenda intervista stracolpa di umanità, normalità, di un personaggio appartenente ad un mondo che di umano ha ben poco.

FIRENZE - Questa è la storia di un uomo e una donna. Come ce ne sono tante. È la storia di un amore. Come a volte esistono. È la storia di un dolore. Come quelle che prima o poi ci sbattono addosso perché non può esserci una vita senza dolore. L'uomo si chiama Cesare Prandelli. Ha cinquant'anni. Alla fine della terza media voleva iscriversi al liceo artistico, si è ritrovato invece geometra perché la mamma gli raccomandava: il diploma, Cesare, il diploma... Voleva diventare architetto perché gli è sempre piaciuto pensare, creare, costruire qualcosa. Anche solo un'idea. Ha fatto invece il calciatore. Ha vinto con la Juventus qualche scudetto e una coppa campioni, si è distrutto le ginocchia e ha smesso presto, senza barare, a trentadue anni. Oggi è l'allenatore della Fiorentina, ma qui se potessero lo farebbero sindaco, presidente di tutti i posti in cui è previsto un presidente e, perché no?, persino papa e santo, naturalmente subito.

La donna si chiama Manuela Caffi, è sua moglie. È morta all'ora di pranzo del 26 novembre dell'anno scorso. Aveva quarantacinque anni. Quel giorno era un lunedì, il giorno in cui i calciatori e gli allenatori si riposano. "Fino alle dieci della domenica era lucidissima. Io e i miei figli durante le ultime ore ci siamo messi nel letto con lei. L'abbracciavamo, la accarezzavo, le parlavamo di continuo. I medici della terapia del dolore, che lei chiamava i suoi angeli, ci hanno spiegato che i malati terminali perdono per ultimo il senso dell'udito, ma riconoscono solamente le voci dei familiari, quelle degli estranei si trasformano in un rumore metallico. Porto dentro di me le sue ultime parole. Ma non riesco a dirle, a farle uscire. È troppo dura".

Dopo tre mesi è la prima volta che Cesare Prandelli accetta di raccontare la sua Manuela. Nella sala riunioni della sede della Fiorentina. Una t-shirt bianca e un maglione arancione, il fisico da ragazzo, lo sguardo sulla fede che porta al dito, un bicchiere d'acqua sul tavolo che a un tratto si rovescia e lui va nello sgabuzzino, prende uno straccio e asciuga il pavimento mettendosi in ginocchio. Si deve pur ricominciare, da qualche parte, in qualche modo.

Potremmo partire dalla terra, la sua. Da Orzinuovi, provincia di Brescia.
"Di lì si parte e lì si torna. Dove sono nato e cresciuto, dove vivo ancora nella casa dei miei. Papà è morto che avevo sedici anni, mamma sta con me. A Orzinuovi sono Cesare e basta. C'è la piazza Vittorio Emanuele, una bella piazza con i portici. Manuela l'ho conosciuta là, al bar, una domenica pomeriggio. Giocavo in B con la Cremonese, tornavo dalla partita, avevo voglia di una cioccolata calda. Lei era con una sua amica, ci siamo soltanto guardati, ci siamo piaciuti subito. Il giorno dopo con una scusa sono andato a prenderla a scuola. Avevo diciott'anni, lei non ancora quindici. Non ci siamo più lasciati".

Quando vi siete sposati?
"Nell'82. Ero alla Juve. I miei testimoni sono stati Antonio Cabrini e Domenico Pezzolla, mio compagno a Cremona. Ora fa l'ambulante, vende formaggi".

Mai una crisi, mai un tradimento?
"In trent'anni abbiamo litigato una volta sola, colpa di una racchetta da tennis. Se mi chiede se le ho messo le corna le rispondo di no. Se per tradimento invece intende la mancata condivisione di una scelta e di una idea, allora le dico di sì, che a volte credo di averlo fatto. Nell'educazione dei figli, per esempio. Su questo piano sarò sempre in difetto nei confronti di mia moglie".

Padri e figli: che cosa ha imparato dai suoi genitori?
"Da mio padre il rispetto per chi lavora, spero di averlo fatto mio. Da mia madre la fisicità dell'amore, il non vergognarsi di volere bene. Dimostrarlo con il cuore, la testa, le mani".

E che cos'è l'amore?
"Credo ci siano diversi tipi di amore. Quello per una donna, quello per i figli, quello per gli amici. Ho scoperto che molte persone hanno paura di amare, hanno paura di vivere l'amore. Perché in amore devi dare, devi essere altruista. Forse è più facile non amare. Siamo spesso prigionieri del nostro egoismo".

Che cosa le ha insegnato Manuela?
"Tutto. Ho sempre le tasche vuote, non un soldo. Mai usato il bancomat, i soldi me li dava lei. Qualche giorno fa sono stato costretto a farmi prestare cinquanta euro da un collaboratore della società per fare benzina. Non mi sono ancora abituato... Manuela mi ha insegnato a usare le parole. Mi diceva: Cesare, la cosa più importante è sapere che cosa si vuole. Domandarselo e avere il coraggio di darsi le risposte. Quando sono diventato responsabile del settore giovanile dell'Atalanta mi sembrava di toccare il cielo con un dito. Poi mi offrirono il Lecce. Le dissi: mi piacerebbe provare, ma solo se tu vieni con me. I bambini erano piccoli. Andiamo, mi rispose, ma promettimi che terrai i nostri figli fuori dal mondo del calcio".

A lei che cosa non piace di questo suo mondo?
"L'esasperazione, le polemiche, i processi, l'arroganza, la stupidità, l'oblio. Quando giocavo io ci divertivamo di più, tra compagni di squadra ci si frequentava dopo le partite, gli allenamenti. Mischiavamo le nostre solitudini. Oggi i calciatori lo fanno molto di meno. Questo mondo ha dato lavoro a tanti, ma tanti si prendono troppo sul serio. Eppure fai un mestiere che ti piace, ti danno un sacco di soldi, sei un privilegiato. Vivi una vita che non è normale. Se ho una qualità è quella di saper scegliere i miei abiti mentali. Non posso assumere un modo di essere che non è il mio. Non riesco a fingere, a mordermi la lingua, a mettere su il disco dell'ipocrisia".

Parlavate spesso di politica, lei e sua moglie?
"Poco. Ho votato la sinistra più di una volta, ho avuto ad un certo punto simpatia per il centrodestra. Sono stato un ondivago, come vede. Vorrei una politica liberata dall'ideologia. Non mi chieda di più. Non sono preparato".

Lei è ricco?
"Sto bene, molto bene. Ma la ricchezza non mi interessa. Mi preme la tranquillità economica dei miei figli. Nicolò ha ventitré anni, studia da manager dello sport. Carolina ne ha ventuno, fa lettere all'università e adora la danza. Non voglio diventare ricco. Voglio cercare di vincere qualcosa, questo sì".

Mi hanno raccontato che prima di prendere Capello, la Juventus la voleva come allenatore. Di fronte alla scrivania di Moggi lei sparò una richiesta altissima, Moggi si alzò, le strinse la mano e le disse arrivederci. È vero?
"Sì. Per la Juve avrei firmato in bianco, ma sapevo che non mi avrebbero preso. Chiesi quella cifra per andare a scoprire le loro carte. Non mi presero, come avevo previsto".

Quando si è ammalata Manuela?
"Sette anni fa. Allenavo il Venezia. Un nodulo a un seno. Sembrava routine. Operazione a Brescia. Meno di due anni dopo un problema a un linfonodo. Nuova operazione, parecchie metastasi, chemioterapia. Un disastro".

La Roma per qualche mese, poi le dimissioni. Perché?
"Manuela voleva stare a casa. Facemmo un patto, le dissi che se le cure fossero state invasive sarei stato ogni minuto al suo fianco. Era lei la mia priorità. La sua vita era la mia vita. Tornai a Orzinuovi. Molti si sorpresero, per me invece fu una scelta naturale. Il calcio a volte ha paura della normalità".

C'è stato un momento in cui ha creduto che Manuela si sarebbe salvata?
"Sì, dopo Parigi e un interminabile calvario di terapie chemioterapiche. I medici ci diedero molte speranze. Lei stava meglio. Venimmo a Firenze. Per quasi tre anni le cose sono andate bene. La scorsa primavera la situazione è improvvisamente precipitata, a maggio il tumore ha colpito il fegato. È stato l'inizio della fine. Da allora la lotta è stata soltanto contro il dolore, un dolore devastante, non più contro la malattia".

A chi altri avete chiesto aiuto in questi anni?
"A Dio. Siamo andati a Spello, da frate Elia. Lunghe, dolcissime chiacchierate. Sedute di preghiera. Emozionanti, commoventi. Manuela, io, i due ragazzi. Io ho la fede, l'abitudine alla preghiera. Lei era invece un po' come San Tommaso, ma l'incontro con frate Elia è stato straordinario. L'ha cambiata. Credo che senza di lui la mia Manu sarebbe morta prima".

Ora lei come sta?
"Sto. Quasi tutta la mia famiglia è venuta a Firenze, respiro quando sono con Carolina e Nicolò. Cerchiamo di capire assieme come ricominciare. Mi danno sollievo il campo, i ragazzi, le partite. Da solo mi sento sperduto".

E crede che rimarrà da solo?
"Adesso le posso solo rispondere di sì. Non riesco a immaginarmi con un'altra donna accanto. Penso che una persona che abbiamo tanto amato continui a vivere dentro di noi fino a quando moriremo a nostra volta".

A Firenze la strada principale che conduce allo stadio si chiama Viale dei Mille. Per un lungo tratto a ogni albero è appeso un cartellone dell'Associazione tumori della Toscana. Raffigura Cesare Prandelli sul prato del campo. È in giacca blu e cardigan viola. Non sorride. Con il braccio destro saluta i tifosi della curva Fiesole. È il suo modo di dire grazie.

Manuela e Cesare

mercoledì, febbraio 27, 2008

NUOVO ARTCIOLO DI LUCIANO MOGGI

LA JUVE STANCA DI SCONTARE COLPE,
MA SONO QUELLE CHE HA VOLUTO SUBIRE.
TRA TORO E JUVE DERBY AL CALOR BIANCO


Si poteva arrivare in maniera meno tumultuosa a questo derby, che di suo vive già come tutti sappiamo di una speciale tensione. E invece il diavolo (ma non è il diavolo) ci ha messo lo zampino, soprattutto sulla sponda juventina. E stavolta Cobolli Gigli e Blanc hanno trovato la forza di protestare e di scrivere, ma c'è un punto della lettera che non mi convince affatto e credo che non abbia convinto per niente la grande massa dei tifosi juventini. A Federcalcio e Aia il presidente della Juventus e l'ad Blanc parlano di danni irreversibili, dell'assenza di serenità da parte degli arbitri nei confronti della squadra e poi aggiungono che "la Juventus non può continuare a pagare colpe per le quali ha già scontato una pena estremamente severa e dalla quale si sta risollevando anche grazie alla passione dei propri tifosi, che legittimamente chiedono rispetto". Beh qui ci sarebbe voluto uno scatto di coraggio che non c'è stato, l' attestazione pubblica che contro quella pena severa e non meritata (di cui a precedenti esplicite dichiarazioni di Cobolli Gigli) non c'è stata alcuna difesa da parte della Società. E se questo è vero com'è vero, se questo è stato voluto espressamente da Montezemolo (vedi dichiarazioni di Blatter), se l'avvocato della Juve chiese egli stesso la "congrua" pena della B, se la Juve dopo averlo annunciato ritirò il ricorso al Tar e non volle prendere in considerazione i ricorsi ad organismi di giustizia sopranazionali, che sicuramente li avrebbero accolti, adesso non si può lamentare di quello che ha subito, che ha accettato e voluto. Le colpe che la squadra sta ancora pagando derivano tutta dalla resa incondizionata, dalla rinuncia incomprensibile a difendersi da una sentenza che concludeva così: NON E' STATO ACCERTATO ALCUN ILLECITO.
Cosa dunque doveva pagare la Juve e cosa dovevano pagare i suoi dirigenti? Assolutamente niente. Cobolli Gigli e Blanc me lo permetteranno, ma non mi è parso felice il riferimento alla "passione dei propri tifosi grazie alla quale -- dice la lettera -- la Juve si sta risollevando". I tifosi che conosco io sono quelli che hanno condotto una battaglia estrema, disperata per la prosecuzione ad ogni livello dei ricorsi contro la sentenza, contro le condanne, una battaglia mai finita, tuttora in corso e che ha avuto su fronte opposto l'attuale management della Juventus. A che vale richiamare la passione dei tifosi che avrebbero voluto ben altro, e tuttora lo vorrebbero, a difesa del nome, degli scudetti e delle glorie della Juve? Il club si è chiuso a riccio ed ora scopre che non può più continuare a pagare quelle colpe.
Mi viene una grande delusione da Cobolli Gigli e da Blanc che mi danno l'impressione di voler raccattare qualcosa dei loro errori, ma di non saperlo neanche fare. Agli attuali plenipotenziari bianconeri voglio anche ricordare che proprio su quella accettazione delle sentenze, tradotta purtroppo come riconoscimento di colpevolezza, Moratti ha costruito l'autoassegnazione di uno scudetto, quello regalatagli da Guido Rossi, già componente del Cda dell'Inter, e la serie infinite di accuse e di calunnie, come quel riferimento alla presunta banda di truffatori per uno scudetto perso solo dalla sua armata brancaleone dell'epoca, senza alcun ricordo (bella faccia tosta) della condanna patteggiata e quindi ammessa (questa sì) da Oriali per i documenti contraffatti di Recoba (passaporto, e patente). Questa è la situazione che Cobolli Gigli e Blanc hanno voluto e sulla quale ora versano lacrime di coccodrillo o alibi non presentabili.
Sabato sera ho sentito richiamare da un conduttore della Rai il cosiddetto stile juve, con la sottile malevolenza che ora è tutta un'altra cosa rispetto ad un altro dopopartita di Reggio. Quel riferimento poteva valere solo come nota statistica, ma è stato preso invece come emblema della differenza di stile. Al di là di qualche dissomiglianza di tono a me sembra che la sostanza sia la stessa: una dura e giusta reazione da parte della Juve, con il viso di Cobolli Gigli che si faceva sempre più esacerbato man mano che le sue parole scendevano giù come pietre, e qualche ora dopo la lettera di cui ho detto. Al succitato conduttore vorrei dire che l'aplomb va bene fino a che non si colma la misura, e a Reggio la misura si è colmata di brutto e la colpa è solo dell'arbitro, delle sue scelte, dei suoi errori.Vorrei inoltre sottolineargli che PAPARESTA,autore della prestazione che tutti ormai conoscono,si prese le nostre accalorate rimostranze,ma non fu chiuso affatto negli spogliatoi come da tutti gli addetti ai lavori,REGGINI,dimostrato e testimoniato.In proposito mi viene spontaneo riportare una battuta di Cucci nel dopo partita di sabato(uno che di calcio se ne intende e non solo...al contrario del soggetto di cui sopra):"L'arbitro Dondarini sarebbe stato da murare negli spogliatoi"Naturalmente una battuta:speriamo non ci sia un capo di imputazione!
E' comunque lo specchio di una classe arbitrale che sotto la direzione di Collina si è fatta assolutamente mediocre e non si può dire che ciò dipenda da quelli che sono andati via, perché la confusione prende anche gli arbitri più esperti, o soprattutto questi. Cobolli Gigli si è allineato con Galliani nella richiesta di arbitri stranieri ma non si è spinto a chiedere il benservito a Collina, come a questo punto dovrebbe essere consequenziale, e come ha chiesto espressamente Xavier Iacobelli su Quotidiano.Net. La strategia dei reggitori del calcio, che sono quelli di prima, è sempre la stessa: aspetteranno che passi la buriana, e che torni la quiete, ma nel frattempo il danno resterà nella saccoccia di chi l'ha subito.
In questa situazione di enorme subbuglio viene a cadere il derby stracittadino, dove anche il Torino non ride, e poco è mancato che non piangesse lacrime amare. Nel 4-4 con il Parma si sono cercate le definizioni più adatte: gara spettacolare, pirotecnica, qualcuno l'ha considerata persino divertente, ma di divertimento in casa Torino ce n'è stato poco. Sul 4-1 una bandiera abbrunata è sembrata calarsi sull'Olimpico, e sarebbe stata sportivamente una tragedia, perché avrebbe ripiombato il Toro in piena zona retrocessione, in forza anche del salto in avanti che avrebbe fatto il Parma. Poi i granata si sono rialzati ma la partita è proceduta sul filo del cardiopalmo. Il Toro rimane lì, non fa il balzo in classifica che sperava, non sfrutta la gara casalinga e Cairo, buon per lui, si accontenta di notare che per una squadra che non segnava, i dieci gol fatti in quattro partite debbono essere più che soddisfacenti. Cairo dimentica i gol subiti, e in particolare i quattro rifilati dal Parma. Ma qui lasciatemi dire di Stellone, uomo-partita sky, uomo-gol del Torino, una prestazione maiuscola, che premia chi l'ha richiamato dal limbo in cui era stato collocato, e condanna chi a suo tempo aveva pensato di giubilarlo, trasferendolo all'Ascoli(Chi ?). L'ex napoletano e reggino rifiutò la destinazione (e bene fece) e in questa fase così delicata ha regalato punti essenziali al Torino. Dico sempre la stessa cosa, nella speranza che arrivi alle orecchie di chi non vuol sentire: le squadre si costruiscono con raziocinio e se in casa c'è già un tesoretto, bisogna conservarlo e difenderlo. Per il resto ha sorpreso che il Toro abbia rischiato il tracollo proprio nel momento in cui Novellino poteva schierare il suo amato e canonico 4-4-2. Ma non a caso il calcio è imprevedibile, un paio di errori possono scompaginare qualunque modulo, e bene è stato per Novellino che la disperazione che l'ha preso, mettendo dentro tutte le punte che poteva, abbia prodotto buoni risultati. Rosina non è stato all'altezza e i guai del Toro contro il Parma sono nati da lì, ma da lì ,dal genietto fatto in casa ,il Toro deve ripartire per attrezzarsi meglio contro la Juve. La squadra di Ranieri metterà in campo tutta la rabbia che l'ha presa a Reggio, ma anche gli assenti che tornano con la missione dell'immediato recupero di punti. Si profila dunque una gara al calor bianco, senza esclusione di colpi, dove anche il pari non sarebbe gradito dall'una e dall'altra parte, ma che non mi sento di escludere.
Difficile che con tanti riflettori addosso, qualcuno mediti di far recuperare alla Juve qualcosa del mal tolto(non mi sentirei però di escluderlo); più semplice che ci sia più attenzione, che ci dovrebbe essere sempre, ma su questo, a riferirlo a Collina e alla sua squadra (di arbitri), è come parlare nel deserto[/b]. Mi viene da sorridere, anzi da ridere (è la parola giusta) ricordando il battage e i lustrini che accompagnarono la sua designazione (sottratta ai meandri di Calciopoli, ma non è il caso di riparlarne qui) e le sue dichiarazioni programmatiche. Molti si illusero che fossero finiti, in tutti i sensi, i problemi arbitrali, al di là di possibili scivoloni veniali. La realtà è sotto gli occhi di tutti. Ma adesso gustiamoci il derby. Con o senza il fuoco che cova sotto e sopra la cenere, sarà comunque una partita di grande intensità. Novellino dovrà appellarsi al massimo di autocontrollo per non rischiare..di essere espulso : sarebbe un vero peccato!

Luciano Moggi

SOMIGLIANZE IMBARAZZANTI

Preso da barzainter:


Cesare Gussoni

Il presidente dell'Aia Cesare Gussoni


Guido Rossi

L'uomo decisivo per le vittorie nerassurde: Guido Rossi

Non è sconvolgente?

JUVENTUS-TORINO 0-0

Finisce senza reti un bellissimo derby della Mole, caratterizzato da grande (forse eccessivo) agonismo e da una finalmente buona direzione di gara. Il Torino del vorrei ma non posso frena la Juve del potrei ma non riesco; lampante è infatti la difficoltà dei bianconeri nell'andare in gol quando manca David Trezeguet, l'unico in grando di assicurare possanza e prolificità sotto rete, nonostante le buone prestazioni di capitan Del Piero e Iaquinta.

La Juventus si presneta con molte defezioni: gli infortunati di lunghissimo coso quali Andrade e Marchionni, ai quali si aggiungono Trezeguet e lo squalificato Cristiano Zanetti, mentre il Toro è praticamente al gran completo e imposta una gara aggressiva, oltre i limiti dell'intimidazione. Barone da subito si dimostra "su di giri" e caratterizza la sua buona presyazione da un numero tendente ad infinito di falli, mai sanzionati dal comunque positivo Rizzoli. I bianconeri partono bene e sembrano poter mettere agilmente sotto i granata; dopo 5 minuti l'unico episodio dubbio, con Nedved che cade in area sotto gli ochhi dell'arbitro bolognese, che fa continuare. Il rigore c'è indiscutibilmnete, ma a discapito dell'arbitro va detto che a velocità normale la senzazione era tutt'altra. Dal 15' gli ospiti si svegliano e da li in avanti, salvo qualche decina di minuti di forcing bianconero, giocano alla pari dei più quotati rivali, senza comunque impensierire mai Buffon.

Passano i minuti ed è la Juve arendersi pericolosa con un poderoso stacco di Iaquinta, il cui colpo di testa è parato da un formidabile Sereni, nettamente il migliore tra i granata, che provano spesso ad infilare la difesa juventina grazie all'immenso lavoro di Stellone, abilissimo a fare da sponda per gli inserimenti di Recoba, spesso contenuto da un monumentale Chiellini, sempre più leader della difesa.

Il primo tempo termina sullo 0 a 0 con tanta paura per uno scontro tra Sereni e Natali, le cui condizioni avevano fatto temere il peggio. Nella ripresa ci prova di più la squadra padrona di casa, ma il Torino si difende con ordine. Due punizioni fanno gridare al gol le ripettive tifoserie: sulla prima di Del Piero, Sereni compie un vero miracolo, sulla seconda di Rosina, che colpisce la traversa, il portierone azzurro non ci sarebbe mai arrivato. La partita termina con le reti inviolate, ma altre due occasioni capitano sulla testa di Iaquinta (ennesimo miracolo del portiere granata) e Recoba, che tutto solo davanti a Buffon viene incredibilmente anticipato dal mitico Chiellini. Nel finale a Nedved, malmenato tutta la partita e tra i migliori in campo, sale il sangue alla testa e tira per i capelli Comotto proprio sotto il naso di Rizzoli che lo espelle. Grave l'ingenuità di Pavel, che salterà la Fiorentina domenica, come Chiellini (somma di ammonizioni) e Zanetti (un'altra giornata da scontare). Parte malissimo la partita più importante di questo fine campionato, anche se i viola non potranno contare su Mutu, rotto per almeno un mesetto.

Queste le mie personalissime pagelle:

Buffon s.v. - Il Torino non tira in porta, lui si gode il derby da spettatore non pagante. Esattamente come sulla punizione di Rosina finita sulla traversa: la guarda.
Zebina 6 - Una spanna sopra Grygera e Salihamidzic, due sopra Birindelli. Quando è in forma e riesce ad esprimersi al meglio è un ottimo giocatore. Concede poco sulla destra e prova frequenti affondi. Migliorasse nella tecnica individuale....
Legrottaglie 6 - Non brillante come al solito, si fa spesso infilare da Recoba. Pulito negli interventi, bravo negli anticipi, sui suoi errori chiude il monumentale Chiellini.
Chiellini 8 - Che dire, se non che in questo momento è il più completo centrale italiano? Non sbaglia un intervento, perfetto in chiusura ed in anticipo, prova ad affondare palla al piede ed imposta l'azione, rischia di segnare su agolo e punizione. A nemmeno 24 anni è sicuramente il miglior prospetto azzurro. Immenso!
Molinaro 6,5 - Più passa il tempo e meno è essenziale. La potenza ce l'ha, in fase difensiva migliora, tecnicamente è da rivedere, ma ci sta lavorando. Sgroppa sulla fascia mancina come il miglior Zambrotta e contiere Diana.
Palladino 5,5 - Ogni partita sembra che possa spaccare il mondo, ma finisce per fare più danni che favori. Tiene troppo la palla, cerca sempre il dribbling e gliene riesce 1 su 5, spesso rallenta l'azione. Delle due l'una: o cambia atteggiamento, oppure anche Ranieri, l'ultimo dei Mohicani a credere in lui, si convincerà a lasciarlo fuori. Eppure le qualità le ha...
Camoranesi 7 - Quando ha la palla lui, impovvisamente si accende la luce bianconera. Predica tecnicamente nel deserto muscolare juventino. Salta l'uomo come Tomba dribblava i paletti, assiste le punte come il migliore dei rifinitori. Unico ed insostituibile. Inizia da centrale di qualità, termina nel classico ruolo di esterno. Fattor comune il rendimento, sempre altissimo.
Sissoko 6 - Fa una legna impressionante a metà campo, dove c'è lui la palla difficilemnte passa, ma tecnicamente è davvero scarso. Almeno in 5 occasioni ha recuperato alla grande un pallone per poi perderlo sbgaliando semplici appoggi al compagno. Se migliorasse sotto questo punto di vista sarebbe davvero un campione!
Nedved 6,5 - Un voto in meno per l'inguenuità finale, ma confesso che quando lo vedo giocare, soprattutto in questo periodo, mi si illuminano gli occhi. A 36 anni suonati corre come un bimbo e ci mette una grinta clamorosa. Non ha più il tiro degli anni migliori, ma le sue ripratenze sarebbero letali se sfruttate dalle punte. Prende un milione di calci e alla fine gli salta la vena: peccato, era in forma splendida e salterà il match-verità con la Fiorentina.
Del Piero 6 - Gira spesso a vuoto, ma quando ha la palla al piede la sensazione è che possa sempre inventare qualcosa di decisivo. Meritava il gol per una punizione all'incrocio, deviata da Sereni che fa il Buffon. Mi è sembrato abbastanza nervoso, complice l'attecciamento ostracista dei granata in occasione delle sue punizioni (vero Recoba?).
Iaquinta 6,5 - Come si può dare l'insufficienza ad un lottatore del genere? Non tira mai indietro la gamba, provoca due delle 3 occasioni da gol per la squa squadra con altrettanti colpi di testa sui quali Sereni fa i miracoli. Per il resto si sbatte, combatte ed è sempre pericoloso.

Nocerino 5,5 - Secondo me le qualità le possiede, ma non riesce ad esprimerle. Mi sembra il classico giocatore a cui la maglia bianconera pesa particolarmente. Dicevano fosse un Gattuso più tecnico, a me sembra semplicemente un buon prospetto da modellare. Forse una annetto in una piccola lo farebbe maturare, Marchisio ne Giovinco insegnano!

All. Ranieri 6 - Non poteva fare molto più di quello che ha fatto, ma la domanda è: ma Tiago? O c'è qualcosa di personale, e allora lo dica, oppure qualche imposizione societaria, e allora la rendano pubblica, oppure è davvero insipegabile la continua esclusione del portoghese. Oggi l'avrei visto bene in campo al posto di Nocerino, con Sissoko a correre per lui e libero di inventare. Mah...

Voto generale alla prestazione della Juve: 6,5. Si poteva vincere, ma anche perdere se un alito di vento avesse abbassato di un millimentro la punizione di Rosina. Buono l'atteggiamento aggressivo, favorito anche dal clima intimidatorio attuato da Novellino e i suoi. Senza Trezeguet è naturale che manchi pericolosità sotto porta, ed è un problema assolutamente da correggere per la prossima stagione con l'acquisto di un grande attaccante che, in assenza di David, non renda la squadra sterile. Buona la prestazione della difesa, con l'ottimo Chiellini sopra tutti, male il bilancio disciplinare in vista della Fiorentina: mancheranno per squalifica Nedved e Zanetti, gli infortunati Andrade e Marchionni, ma dovrebbe recuperare Trezeguet.

Arbitro Sig. Rizzoli 6,5. Non lo osanno come i giornali stamattina. Si ha diretto bene e non è stato decisivo (quando un fischietto lo è, è sempre in negativo), ma poteva esserci un rigore per la Juve ad inizo gara (ho già parlato delle scusanti per Rizzoli) e sicuramente doveva tirare fuori qualche cartellino in più: Barone ha picchiato allegramente per tutta la partita, Di Loreto e Dellefiore non sono stati da meno. Onestamente in un azione ad inizo partita ha fischiato un fuorigioco inesistente a Recoba solo davanti a Buffon, ma era molto difficile eil suo assistente non l'ha certo aiutato. Nel complesso una buona gara del miglior arbitro italiano.

UN PO' DI NEWS DA TELECOM (TRONCHETTOPOLI)

RIASSUNTO SUPER SINTETITO DEL CASO
"TELECOM SPY - FURBONI DEI SALOTTI BUONI CONNECTION"


Circa tre anni fa a Milano si avviò una piccola inchiesta sul contrabbando
di tabulati telefonici....l'inchiesta si avviò sulla base di piccole denuncie....
presentate da alcuni dipendenti di società, (mi ricordo uno della Coca-Cola)
Sembrava una piccola storia:
Un dirigente fece spiare, tramite Cipriani, un dipendente, e questi lo denunciò per spionaggio funzionale al mobbing.
Il dipendente è Oliviero Dal Toso, il manager Gianluca Carpiceci, AD di Coca Cola Italia.
Quello che fece scoprire invece (all’opinione pubblica), per via di un tradimento, RADAR, fu un cittadino comune.
I magistrati non potevano immaginare che stavano mettendo i piedi
nel più grosso scandalo della cosiddetta II Repubblica.
Storia di spie, intercettazioni, dossier che riguardavano tutta la
classe dirigente della nazione.....o quasi.

Andiamo con ordine.

I Magistrati sulla base della denuncia iniziarono un’indagine su chi
poteva aver sottratto i tabulati abusivamente alla Telecom.
Probabilmente pensavano a qualche impiegato corrotto e infedele:
si sbagliavano.

Innanzitutto scoprirono che esistevano in Telecom
dei programmi che consentivano a chi aveva autorizzazione di usarli
di accedere ai tabulati senza che venisse lasciata traccia del loro passaggio
nell'archivio informatico, il nome di questo programma è diventato
tristemente famoso: RADAR, consegnato da Ghioni alla Magistratura
Per il resto i sistemi sono centinaia e tutti consentono l'accesso senza lasciar traccia semplicemente perché nessuna software house va' a scrivere qualcosa che tracci gli amministratori. SuperAmanda non è emerso né negli audit di Ghioni, né in quelli dell'Authority né in quelli della KPMG.

I vertici sono sospettati semplicemente perché i dossier più delicati non potevano essere di nessun interesse né per Cipriani né per i tigrotti. L'assurdo sta proprio in questo punto... se determinate cose potevano giovare solo ai vertici, perché non sono stati PER LO MENO messi ai domiciliari?
L'esistenza dei sistemi è del tutto normale dato che tutte le compagnie telefoniche ce l'hanno. Altrimenti non potresti né fare controlli antifrode, né SOC, né prestazioni obbligatorie.


A questo punto sopravvenne un fatto drammatico:
il capo della security della Tim, Adamo Bove, si suicidò
lanciandosi da un cavalcavia nella sua città: Napoli.

Qualcuno da qualche mese aveva fatto circolare
sulla stampa (a tale proposito è illuminante un articolo sul sole 24 ore)
l'ipotesi che era coinvolto nell'affare Adamo Bove.

A suicidio avvenuto i magistrati smentirono l'ipotesi
del coinvolgimento di Bove nell'inchiesta come imputato,
hanno detto che, anzi, collaborava con giustizia.

Da aggiungere che i familiari mai hanno creduto
all'ipotesi del suicidio.
Anzi hanno detto che il Dott. Bove si sentiva minacciato
(qualcuno dentro l'azienda aveva fatto circolare delle notizie
che lo vedevano inquisito: ipotesi infamante per lui)
Inoltre Adamo Bove da qualche tempo si sentiva seguito, così
aveva detto ad alcuni familiari.

Una tragedia.

A questo punto entra in gioco una impiegata Telecom,
la segretaria di Bove....che accusò Bove di aver spiato
tante persone....in particolare legate al mondo del calcio.
Qui venne fatto il nome della Juventus.

Naturalmente, inutile dirlo, Bove era morto....
non poteva più smentire.

Dopo questa immane tragedia
l'inchiesta assume rilevanza nazionale:
difficile minimizzare, impossibile insabbiare.
L'inchiesta entra sotto i riflettori della stampa,
in particolare i giornali del gruppo l'espresso-La Repubblica.

Ormai la Magistratura va avanti......
dopo pochi mesi scattano i primi arresti,
Tavaroli capo security Telecom, Cipriani imprenditore del settore
dell'investigazione privata e sopratutto Mancini, numero 3 del Sismi e altri
arresti minori.

Una bomba.

La magistratura trovò durante delle perquisizioni un archivio
con una massa imponente di Dossier su uomini politici, imprenditori,
manager dello sport ecc. ecc.

L'inchiesta ormai è entrata in una fase critica.

E gli arrestati iniziarono a dare spiegazioni.

In pratica il quadro che ne esce è il seguente:
I vertici Telecom chiedevano
dei dossier su avversari, uomini politici, imprenditori, banchieri, giornalisti...
e uomini di sport....apparve la notizia, infatti, che tra gli spiati vi era la società
Juventus e il suo direttore generale Luciano Moggi, ma anche l'allora presidente
della fgci: Franco Carraro.
Tavaroli procedeva e si faceva aiutare da questi investigatori privati esterni come Cipriani.

A questo punto la posizione del presidente Telecom, Marco Tronchetti Provera diventa
insostenibile, infatti si dimette e nomina presidente dell'azienda l'avvocato Guido Rossi
proveniente dalla FGCI nella quale aveva svolto il ruolo di commissario straordinario...
passatemi il termine.....capo del plotone d'esecuzione che ha ucciso la Juventus.
A dire il vero, Tronchetti ha sempre dichiarato di essersi dimesso per disaccordi con
il presidente del consiglio Romano Prodi per divergenze sul futuro della società Telecom.

E sempre corretto aggiungere: i giornalisti indipendenti non ci hanno mai creduto a questa
versione.

Passano i mesi e le indiscrezioni diventano sempre peggiori, la storia diventa sempre più grave.
Per esempio è indicativa la storia dello spionaggio al giornalista Massimo Mucchetti, o ancora il
fatto che i vertici telecom non potevano essere intercettati dalla magistratura....i telefoni erano "segnati"....così dissero gli arrestati.
Ma tantissime furono le storie.....non ultima per importanza l'incredibile battaglia di spie
tra Telecom e Kroll (la maggiore società di spionaggio del mondo) che si svolse ib brasile:
il nemico del Tronchetti, Dantas, ingaggio la Kroll....Tronchetti schierò tutto l'armamentario
della Telecom Italia.

A distanza di qualche mese dall'arresto del Tavaroli venne arrestato Ghioni e tutti i suoi collaboratori,
che componevano un team (Tiger Team), col contratto erano in regola e quando si presentavano dichiaravano il loro ruolo in Telecom, sia se assunti che se in outsourcing. Non è reato far parte della security di una compagnia e spesso e volentieri questi team si chiamano "Tiger Team". Pure Vodafone c'ha il Tiger Team.
L'ennesimo salto di qualità dell'inchiesta.
Intanto vennero rese pubbliche le ordinanze di arresto fatte da Giuseppe Gennari
GIP del tribunale di Milano.
In parole povere dice chiaro e tondo che i dossier furono fatti nell'interesse di Telecom come società,
di Tronchetti come persona e di Pirelli.
Un Terremoto.

ORA UN BREVE FLASH BACK

Il netwoek spionistico, a detta di Tavaroli
operò in maniera massiccia negli anni
compresi dal 2003 e il 2005.
L'italia in quegli anni è stata sconvcolta
da alcuni scandali che ridisegnarono la mappa del potere finanziario......e calcistico.

Lo scandalo cosddetto "BANCOPOLI"
lo scandalo della scalata "RCS"
e lo scandalo di "CALCIOPOLI"

In tutti e tre i casi gli scandali scoppiarono grazie
a delle intercettazioni telefoniche legali, ovvero che furono ordinate dalla magistratura.
Ma una cosa saltò subito all'occhio....le intercettazioni finirono sempre in anticipo sui giornali, illegalmente. Chi le aveva passate ai giornalisti?

Altra cosa, in tutti gli scandali elencati uscirono distrutti uomini che erano nemici di un certo gruppo
di persone, note come gli "imprenditori dei salotti buoni" che annoveravano tra i loro componenti
proprio quel Tronchetti Provera considerato dal GIP Gennari il maggiore beneficiario dei servizi
del network spionistico di Telecom, anche nel caso Fiorani, nemico di Ernesto Preatoni... dato che il figlio è al fresco e molto addentro alle varie questioni dossieristiche....solo un caso?

Altre incredibili coincidenze....
L'avvocato che ha vinto le cause legate allo scandalo di Bancopoli
è quel Guido Rossi, amico di Tronchetti, e che divenne successivamente presidente di Telecom.
Sempre uno strano caso....una incredibile coincidenza.....
Ma non è finita, nel lasso di tempo intercorrente tra la sua incoronazione
a presidente di Telecom e la vittoria nello scandalo Bancopoli, l'avv. Rossi
trovò il tempo di occuparsi dello scandalo Calciopoli....come commissario FGCI....

Infine una curiosità...
Il sito dagospia ha raccontato che
Tronchetti, Rossi e Mieli (il direttore del corriere della sera....sempre in prima fila nelle pubbllicazioni delle intercettazioni, contro ogni legge dello Stato) si incontravano tutti i martedì a Milano....erano amici.
Dimenticavo.....gli spioni si occuparono in maniera molto forte di Massimo Mucchetti vice direttore del Corriere e non esattamente amico di Mieli.....sempre un caso.

Ora per farla breve un altro caso......
Il presidente FIAT Luca Cordero di Montezemolo era protetto dagli spioni di Tavaroli....
al contrario della società dell'universo fiat guidata dal suo grande nemico, Antonio Giraudo...la società è la Juventus.

Come può fare il presidente della fiat un uomo protetto da degli spioni di un azienda esterna al gruppo fiat....che nel frattempo spiavano un altra società (quotata in borsa) del gruppo fiat....con evidenti danni patrimoniali per i suoi azionisti?

Ora il macigno non grava solo sulle spalle di Tronchetti Provera......
ma anche sulle spalle del suo amico Luca Cardero di Montezemolo......

I tifosi della Juventus ora vogliono risposte........
e le dimissioni immediate di Montezemolo.

In questo periodo che va dalla rivelazione di Panorama ai giorni nostri sono accadute altre novità.

In primis, ed è novità delle ultime ore, le nuove nomine di Telecom.
Gabriele Galateri di Genola alla presidenza e Franco Bernabè come amministratore delegato.
Questa al momento la volontà di Mediobanca e Generali, con un’appoggio incondizionato di Telefonica.
Alierta voleva Galateri alla presidenza e Galateri sarà alla presidenza.
Come abbiamo accennato nel vecchio topic, gli spagnoli non avevano mai nascosto di prediligere l uomo “umbertiano” alla presidenza, come non hanno mai nascosto la volontà di rendere il più possibile l’azienda italiana simile se non uguale all’azienda di Madrid.
Dalle ultimissime sappiamo che sarà prioritario il compito di Bernabè nell’individuare uno o più direttori generali, questo almeno, da indiscrezioni, sono le volontà di Telefonica…
Sembra ormai che il vento sia decisamente cambiato, quando una volta in Piazza Cuccia si diceva che il peso delle azioni avevano valenza a seconda di chi le aveva in portafoglio, oggi sembra proprio che le azioni si debbano contare, una ad una, e chi ne ha di più comanda.
Durante questo mese novembrino non sono mancate le notizie montezemoliane.
La sua volontà ad entrare in politica sembra avere preso sempre più corpo, anche se in molti si domandano ancora con chi.
Berlusconi è sceso in Piazza, con i gazebo.
Ha raccolto, si dice, otto milioni di firme per fare cadere il Governo Prodi, ma l’Unione sembra diventata più forte di prima.
Non a caso, una voce in favore di Bernabè è stata proprio espressa dal premier di maggioranza.
Il resto del CDL è in un momento di stallo, qualcuno ha criticato, altri addirittura sono scesi a velate minacce sulla legge Gentiloni…..staremo a vedere…
L’amico Tronchetti Provera, si trova a dover assorbire la candidatura di Bernabè, uomo indubbiamente pericoloso per uno come lui.
Non a caso l’espressione usata per Franchino è stata la seguente: il collezionista di sete preziose non ha scheletri negli armadi, ma ha l'abitudine di aprire gli armadi dove sono appesi gli scheletri.
Nel frattempo ci sono state altre intercettazioni telefoniche sbattute sui giornali.
Una vecchissima che ha coinvolto Bazoli, ma è durata lo spazio di poche ore, senza incidere più di tanto sulle nomine Telecom, l’altra ha riguardato Rai-Mediaset.
Quest’ultima è durata un po di più e continua ad avere qualche strascico, per i diretti interessati si è trattato di sciacallaggio, di iene sempre pronte a lanciarsi su prede facili, per altri il solito modo italiano di condurre le inchieste, dove paradossalmente sono sempre prima i media a dichiarare colpe e colpevoli.
Un nostro carissimo Dottore ha aperto un topic inerente una conversazione telefonica molto interessante, che continua ad avere molto seguito…

Quindi grosse novità sono attese nei prossimi giorni.

Ecco dunque le prime novità:
Pistorio, Ruggero e Buora si sono dimessi da Telecom.
Improvvisamente quando tutto sembrava trovare stabilità ecco le dimissioni quasi annunciate sia di Ruggero che di Pistorio, come rispettivamente amministratore delegato e presidente dell’azienda.
Mentre Buora ha lasciato molti a bocca aperta, infatti Bernabè aveva fatto intendere di volerlo confermare alla vicepresidenza, ma senza cariche esecutive. Evidentemente questo ha fatto capire all’ormai ex vice che non era aria.


Telecom sotto scacco in Borsa

Ancora debole Telecom Italia, scesa ieri ai minimi in Borsa da 8 anni. Una discesa dai 9,2 euro del 14 marzo 2000 agli 1,73 della chiusura di ieri sera. Certo sul prezzo del marzo 2000 pesavano tanti fattori tra cui la tristemente nota bolla di Internet. Anche se non c’è dubbio che dai passaggi di proprietà che hanno interessato la società in questi anni Telecom sia uscita impoverita e molto indebitata. Insomma la situazione ereditata da Franco Bernabè nel novembre scorso è pesante e i primi mesi dell’amministratore delegato da un punto di vista borsistico sono stati tutt’altro che entusiasmanti.
Il titolo dall’inizio dell’anno ha perso il 18% e la turbolenza, in attesa dell’incontro con la comunità finanziaria del 7 marzo prossimo, non è ancora finita. La Borsa tiene sotto scacco Telecom e i rumors del mercato insistono a martellare su due operazioni finanziarie: la conversione delle azioni risparmio e il taglio del dividendo. Misure in grado di ridurre il debito in tempi medio lunghi e dunque poco appetibili per il mercato finanziario che sperava in una mossa rapida come la cessione della rete fissa. «Contavamo che mettessero in ordine le finanze vendendo una quota della rete» ha spiegato un operatore. Ma Bernabè è deciso a portare la società in un’ottica industriale e non finanziaria.
E dunque per mettere insieme 3-4 miliardi di euro le strade scelte sono più onerose per il mercato. Gli analisti infatti si attendono un consistente taglio al dividendo (da 14 a 9 centesimi) e la conversione delle azioni di risparmio da effettuare a pagamento. Un analista, che cita uno sconto del 10%, dice che Telecom Italia potrebbe raccogliere 1,5 miliardi circa dalla conversione. Accanto a queste misure ci sarebbe poi anche la cessione di Alice France, che potrebbe fruttare circa 600 milioni di euro e quello di Telecom Italia Media che ne frutterebbe altri 350. Ma sul pesante ribasso di Telecom, ieri meno 2,5%, ha pesato anche la congiuntura negativa del settore delle tlc innescato dagli annunci di Verizon e At&t negli Usa che vogliono offrire chiamate illimitate dal telefono cellulare a tariffa fissa. Questa nuova guerra dei prezzi ha scatenato un’ondata di vendite in Europa. Vodafone ha perso il 4,7%, Deutsche Telekom il 3% mentre l’indice Dj Stoxx delle tlc circa il 2%.

http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=242782

Dal punto di vista finanziario la situazione è esplosiva....
spero la lenta agonia stia per finire.....

così nel miglior stile italico partirà la caccia ai colpevoli....



L'Erario dovrà versare 385 milioni di euro a Telecom
News

di Dario Bonacina


Roma - Solo due settimane fa, Telecom Italia ha deciso un'oblazione di 6,5 milioni di euro per sanare la propria posizione per alcune contestazioni mosse dell'Authority TLC. E da ieri si ritrova in credito verso lo Stato per 385 milioni. Merito della Corte di Giustizia Europea del Lussemburgo, che ha stabilito che l'incumbent - dieci anni fa - ha pagato un canone non dovuto.

I giudici si sono pronunciati su richiesta del TAR del Lazio per una causa intrapresa dalla compagnia telefonica. Nel 1998, infatti, Telecom Italia aveva versato allo Stato un canone di 385 milioni di euro a titolo di diritto esclusivo di concessione sui servizi di telecomunicazione pubblica. Un canone che secondo l'incumbent, il primo gennaio dello stesso anno era stato abolito con l'apertura alla concorrenza del mercato. Il Governo Italiano ha invece sempre sostenuto la tesi che l'obbligo di pagamento sarebbe dovuto rimanere in vigore fino a fine 2008.

La Corte di Giustizia si è dunque espressa a favore di Telecom, specificando che dalla data del primo gennaio, "i soli oneri pecuniari applicabili alle imprese di telecomunicazione per le loro licenze individuali sarebbero dovuti essere quelli previsti dalla normativa comunitaria" e quindi che "tale obbligo di pagamento del canone per il periodo di un anno successivo alla trasposizione della direttiva nel diritto nazionale è contrario al diritto comunitario".
Il TAR del Lazio, incassata questa decisione, dovrà ora formulare a sua volta un pronunciamento ufficiale che - verosimilmente - sarà aderente a quanto stabilito dalla Corte. Da cui è attesa un'altra presa di posizione: sempre nel 1998, anche TIM aveva versato un analogo canone di concessione, per la somma di 142,8 milioni di euro e per il quale aveva presentato un analogo ricorso. Se anche in questo caso venisse stabilità l'illiceità comunitaria del pagamento, il credito del gruppo Telecom nei confronti dello stato salirebbe a circa 528 milioni di euro. Denaro indebitamente incassato e che ora potrebbe dover essere restituito. Magari con gli interessi.


ALLA RICERCA DELL’”ANTICO SMALTO” DI BERNABE’

È troppo presto per sparare su Bebè Bernabè, il manager che da appena 84 giorni è seduto alla guida di Telecom.
Che questa azienda non gli porti fortuna si era capito benissimo nel ’98 quando, dopo pochi mesi dall’insediamento, dovette subire l’Opa di Colaninno e dei bresciani, ma insinuare – come ha fatto ieri Massimo Mucchetti sul “Corriere della Sera” – che “abbia perso l’antico smalto”, non è un giudizio obiettivo, ma soltanto un segnale che arriva dagli azionisti (primo fra tutti BancaIntesa) delusi dall’andamento del titolo telefonico.

Bisogna aspettare il 7 marzo per valutare in modo meno approssimativo le intenzioni di Bebè Bernabè. In quel giorno si terrà l’Investor Day dove sarà presentato il piano industriale e si dirà una parola chiara sul livello di indebitamento del Gruppo che nel bilancio 2006 era di oltre 38 miliardi.

Certamente sono ore difficili per l’uomo di Vipiteno che si trova di fronte a due alternative: la prima riguarda la possibilità di tagliare il dividendo per il popolo degli azionisti che ha applaudito alla sua nomina e che adesso rischia l’ennesima doccia fredda con il taglio della cedola. La seconda potrebbe essere un aumento di capitale di almeno 1,5 miliardi, ma Franchino ha smentito seccamente questa ipotesi anche più di un analista ritiene che il valore stracciato del titolo Telecom in Borsa potrebbe favorire la sottoscrizione dei quattrini da parte di Telefonica, Benetton, Generali e degli altri soci bancari.

In queste ore Bebè Bernabè sta lavorando ventre a terra con i suoi collaboratori, primo fra tutti quello Stefano Pileri al quale ha affidato il compito di riorganizzare l’assetto tecnologico di Telecom. Ma c’è un uomo a Milano che lo aspetta al varco per un confronto che si terrà in settimana. Si chiama Francesco Pensato, è nato a Casalpusterlengo nel ’47 e ha uffici lussuosi in via Brera. È un avvocato esperto di diritto societario e da parecchi anni rappresenta gli azionisti di Telecom che hanno sottoscritto i prestiti obbligazionari degli ultimi anni.

Nei giorni scorsi Pensato ha chiesto un appuntamento urgente con il boss di Telecom per avere chiarezza sul tema delicato del debito e sulla possibilità che l’azienda faccia fronte ai prestiti obbligazionari emessi per fare cassa. Nelle 75 pagine del bilancio 2006 si legge ad esempio che entro marzo scadono prestiti per un valore nominale di 4,2 miliardi, e quest’uomo nominato dal Tribunale di Milano a difesa dei risparmiatori, vuole avere la certezza che le condizioni economico-patrimoniali della società siano al riparo da qualsiasi sorpresa. Bebè Bernabè gliela darà questa certezza perché su questo punto non ci sono problemi, ma la richiesta di incontro dell’avvocato milanese è un altro segnale dell’inquietudine che serpeggia intorno a Telecom.

Dopo 84 giorni si aspetta il colpo d’ala di Bernabè e deve essere soprattutto di natura industriale. L’ipotesi di fusione tra TelecomItalia e Mediaset appare la più affascinante (non a caso Giuseppe Turani la riprende alla grande su “Affari&Finanza” di oggi senza citare, naturalmente, Dagospia che l’ha annusata), ma i tempi non sono affatto maturi e da Mediobanca, dove alcuni ritengono che il dossier sia allo studio, arrivano secche smentite. E non potrebbe essere altrimenti perché un matrimonio di questo genere si farà soltanto dopo il matrimonio politico di VeltruSconi.

Commentino
Vedo che i dubbi sulla reale entità
del disastro causato dalla scellerata
gestione tronchettiana di Telecom
iniziano a serpeggiare anche tra i
rappresentanti dei sottoscrittori di bond telecom.
Auguri.
Da notare che l'articolo sottolinea che a marzo
si saprà la reale entità del debito telecom...
implicità ammissione che la cifra è superiore
agli ormai famosi 39 miliardi di euro (che sono comunque già una cifra mostruosa).
Ormai, mi sento di aggiungere che la telecom
è ancora in piedi solo in ossequio alla teoria del "too big to fail"....
teoria che ormai si sa porta a danni ancora maggiori nel futuro....
Sono convinto, alla fine qualcuno pagherà
(ma per favore non chiedetimi quando....la magistratura dorme...)

NEWS DI CONTORNO.

PERCHE’ GERONZI HA VENDUTO LA PARTECIPAZIONE DI MEDIOBANCA IN FINMECCANICA?Avviso ai navigati/1 - Perché Mediobanca ha venduto dieci giorni fa la sua partecipazione (con due esponenti nel CdA) in Finmeccanica? Perché Geronzi ha rifilato tale dolore al presidente Guarguaglini, ad appena un mese dal rinnovo della carica?

Commentino
Perchè Cesarone?
Ci sono guai?
Hai bisogno di soldini?
Bho...speriamo di no...
(lo dico dal profondo del cuore...)

VELTRONI, NO ALLA MOGLIE DI PROFUMO
Avviso ai navigati/2 – Disperazione in casa Profumo: a quanto pare, malgrado l’endorsement in gloria del centrosinistra, il magico Veltroni non ha nessuna intenzione di candidare Sabina Ratti, la “marita” del presidente magno di Unicredit. Ed ora i telefoni brontolano come una pila di fagioli.

Commentino
Intanto Veltroni non candida una delle mogli "famose"....
La moglie del "profumo derivato"....
ma perchè tutte vogliono entrare in politica?
Per difendere i loro maritini
(tra l'altro tutti interisti )
Vedremo come si comporterà uolter
con le altre mogli famose che vogliono assurgere
alla dignità di rappresentanti della nazione...
Mi riferisco ad
Afef, Milly Moratti e Rossella Sensi.

Certo che se le candidasse (sopratutto le prime due)
sarebbe uno scandalo senza fine?
Quali sono i meriti della Afef?
Deve difendere il tronco dai guai in arrivo....???
Per non parlare della signora Fognatti (cit. Dominio)
deve per caso far provare al suo consorte petrolifero
il dentista parlamentare (pagato da noi)????

FONTE:http://dagospia.excite.it/esclusivo.html
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Il pessimismo sul futuro dell'economia Usa ha raggiunto i piani alti dei media specializzati. Sul Financial Times di ieri Martin Wof - uno degli editorialisti di punta - sintetizzava l'analisi di Nouriel Roubini, economista tra i più ascoltati della nuova generazione. In sintesi, la strada verso «la madre di tutte le catastrofi» viene spiegata in dodici tappe. Una vera via crucis di inizio millennio.

Il primo passo dovrebbe essere un ulteriore calo del valore delle case Usa, tra il 20 e il 30%. Una svalutazione del patrimonio immobiliare tra i 4mila e i 6mila miliardi di dollari, che lascerebbe molti consumatori senza nulla in tasca. Ne discende una svalutazione nell'ordine del 60% di tutti i mutui concessi negli ultimi due anni, lasciando le banche a loro volta senza fiato. Il terzo passo falso coinvolgerebbe il credito al consumo «non assicurato» (carte di credito, prestiti a breve, ecc), provocando un innalzamento insostenibile dei tassi praticati alla clientela ordinaria. La serie delle svalutazioni si scaricherebbe a quel punto sulle «assicurazioni monoline» (società specializzate nella ri-assicurazione delle obbligazioni municipali e corporate), già in difficoltà in questo momento.



Nemmeno il tempo di tirare il fiato, ed ecco che il quinto step annuncia il tracollo dei valori degli immobili commerciali, che si trascina quello di numerose banche di livello regionale e anche nazionale. A un profano può sembrare che la lista delle catastrofi potrebbe anche fermarsi qui, ma siamo solo a metà del guado, per Wolf e Roubini. I prestiti concessi dalle banche ed altre istituzioni finanziarie per i leverage buyouts (fusioni societarie fatte a credito, stile l'acquisto della Telecom italiana ai tempi di Colaninno e poi di Tronchetti Provera) diventerebbero fonte di perdite molto consistenti, compromettendone i bilanci. A catena, andrebbe registrata un'ondata di fallimenti societari (di preferenza tra chi ha bassa profittabilità e alto indebitamento), provocando un credit default swap da almeno 250 miliardi di dollari.

Il castello di scartoffie che viene anche chiamato «sistema finanziario ombra» (cdo, hedge funds, «veicoli speciali», ecc) ne uscirebbe minato dall'interno; e non potrebbe neppure ricevere un aiuto dall'intervento delle banche centrali. Passo 10: collassano più velocemente i mercati azionari, prosciugando (11) la liquidità nei mercati finanziari (compreso il prestito interbancario). Tappa finale, il «circolo vizioso» di perdite, riduzioni di capitale, contrazione del credito, liquidazioni forzate, vendita isterica di asset a qualsiasi prezzo ribassato.
Non si tratta, spiega Wolf, di una forzatura polemica; ma dello «scenario da incubo» che ha spinto Bernanke a tagliare i tassi di interesse di 200 punti base in pochi mesi. E ancora non basta. L'implacabile Roubini risponde anche alla domanda: «questa azione della Fed, alla fine fine, ci tirerà fuori dai guai?». La spiegazione è altrettanto articolata, ma la risposta è semplice: «no».

Francesco Piccioni
Fonte: www.ilmanifesto.it


COMMENTO

Allora sia chiaro....
questo articolo è notevolmente pessimista
anche più pessimista del vostro Drago....
E' da trent'anni che il Manifesto aspetta
la fine del capitalismo.....bhe....si sono sbagliati finora....
spero continuino a sbagliarsi.....
Dico questo perchè non avendo visto l'intervista di Rubini
non so se il sunto del manifesto è corretto o un pò forzato.....

Fatta questa doverosa premessa.....
questo articolo ha citato la telecom....
come indiziata principale per un eventuale crack....
diciamo che se i banchieri centrali non ci mettono una pezza...
e se la situazione continua ad essere questa, il rischio che telecom ci lasci le penne è
estremamente alto.
Mi par di capire, visti anche altri articoli,
che questo dubbio serpeggi in tanti osservatori....
Sintomatica la news che il rappresentante degli acquirenti dei bond telecom
abbia chiesto un incontro urgente con Bernabè....
evidentemente anche lui ha dubbi
sul fatto che telecom riesca a onorare gli impegni.....
Pare inoltre che entro aprile (se non sbaglio)
telecom dovrà restituire circa 4 miliardi di euro
di bond in scadenza....
vedo poco praticabile l'opizione di una nuova emissione di bond sostitutiva di questa in scadenza....
viste le condizioni di mercato.
Vedremo...

Intanto, vista la drammatica situazione telecom
si vocifera di possibili aggregazioni della telecom
con Mediaset.....
Sarebbe la salvezza per telecom (e per tronky)
ma io mi domando....
Perchè il nano di arcore vorrebbe fondere
il suo gioiello mediaset con una ciofeca come telecom?
Sopratutto ora che stà per riconquistare palazzo Chigi
e che dunque per mediaset non mancheranno ottime possibilità di affari?

Infine....perchè ho detto che l'eventuale fusione mediaset telecom
sarebbe la salvezza per tronky?
Semplice....anche se tronky ha venduto rimane sempre il
responsabile di una gestione scellerata....
E se le cose precipitano
in Italia partirà la caccia al colpevole....

Insomma....la ruota continua a girare impazzita...
(e nessun protagonista italico ha la forza per indirizzarla....i problemi sono globali...)

martedì, febbraio 26, 2008

LE LAMENTELE INSPIEGABILI, SI PUO' SAPERE DOVE STA' IL PROBLEMA?

ALLORA.
FACCIO UNA PREMESSA (un pò lunghetta però è utile), TANTO PER METTERE IN CHIARO MEGLIO LA SITUAZIONE.

PREMESSA

Perché, secondo voi studiosi di Farsopoli, la posizione dell'Inter è così grave?

Perché le intercettazioni su cui si basa tutto l'impianto accusatorio con cui la Juve è stata retrocessa sono di provenienza dubbia.
Premesso che vi sono ancora indagini in corso, le intercettazioni non può farle un privato ma solo la magistratura può disporle.

Il 23 maggio 2006 (prima dunque della prima sentenza di calciopoli), il giornalista Giuseppe D'Avanzo su Repubblica ha tirato in mezzo l'Inter per le intercettazioni.
La Juventus viene processata senza che nessuno opponga una minima resistenza, (e con lei gli altri club coinvolti), e senza che sia fatta davvero chiarezza su come e cosa sia davvero successo, invece l'Inter non viene toccata da nessun tipo di procedimento nonostante le posizioni siano analoghe (sospetti in entrambi i casi e non ancora certezze).
Il processo basato su sospetti e senza prove vale per tutti meno che per l'Inter.
Va chiarito che invece per l'Inter la cosa è GRAVISSIMA.
Qualcuno dirà che non era troppo noto.
Non è vero.
Subito dopo l'esplosione di calciopoli vengono rilasciate le seguenti dichiarazioni.

Dichiarazione del giudice De Biase
(Ex Giudice sportivo dello scandalo del calcio scommesse degli anni 80):

"Premesso che parliamo di voci che devono essere confermate, direi che l'indagine si presenta piuttosto complessa, perchè investe sia la magistratura ordinaria che quella sportiva. Dire che l'Inter non rischia nulla, salvo una multa, significa non conoscere le leggi. L'Inter rischia, anche la radiazione, in teoria. Inoltre c'è un particolare che sembra essere sfuggito a molte persone che vedo sulle reti delle varie TV parlare a sproposito: la liceità dei pedinamenti.

Non scordiamoci che siamo in un campo ben definito, cioè quello della giustizia sportiva, dove non sempre valgono le regole della giustizia ordinaria. Un esempio pratico: se io, privato cittadino, mi rivolgo ad un'agenzia investigativa, regolarmente licenziata, per far pedinare mia moglie, pensando che abbia un amante, non commetto reato. Queste regole non valgono nella giustizia sportiva: è chiaro che se applico lo stesso concetto, l'unico scopo che mi prefiggo è quello di avere dei vantaggi illeciti.

Oltretutto pare che, oltre ai pedinamenti ci siano anche delle intercettazioni illegali, a danno di squadre avversarie, direttori sportivi e membri della Gea. Quindi, ripeto, se le notizie verranno confermate, direi che l'Inter rischia, e molto, anche perchè tra Inter e Telecom c'è un singolare processo di osmosi: dirigenti, managment e membri del CDA dell'una rivestono, a vario titolo, incarichi nell'altra."


Baldassarre (ex presidente della Corte Costituzionale):

«Aver assegnato lo scudetto all’Inter è stata una forzatura»
«Accettare di mettere sulle maglie il tricolore è stato un comportamento antisportivo e l’atteggiamento tenuto dai nerazzurri nella vicenda intercettazioni è di estrema gravità»

Ovviamente oltre a questi aspetti, il giudice De Biase segnala anche i pedinamenti, che successivamente (settembre 2006), vengono provati definitivamente quando viene ritrovata una fattura dell'Inter.
Il punto cardine è che i cda delle c.d. catena tronchettiana (Telecom Pirelli Inter ecc) erano costituiti dalle stesse persone, che dunque non potevano non sapere.
I vantaggi ottenuti con pedinamenti e intercettazioni sono immensi:
calciomercato, notizie riservate di ogni genere (anche molto personali), ecc ecc
Segnaliamo anche, che ci sono diverse testimonianze che avallano una tesi ancora molto più grave.
Dalle intercettazioni di Calciopoli appare che mancano diversi pezzi del puzzle, perché molti personaggi in questione erano molto amici e si sentivano molto spesso, però nonostante fossero intercettati alcune telefonate sono mancanti.
Dunque sembrano non esistere rapporti che in realtà esistevano.
(DeSantis-Facchetti erano amici e si telefonavano spesso, DeSantis-Meani erano amici e si sentivano spesso, ecc ecc)
Inoltre alcuni personaggi coinvolti nello scandalo, hanno segnalato che alcune telefonate non le riconoscono, o comunque non ricordano che alcuni dialoghi in particolare si fossero svolti in quel determinato modo originariamente.
C'è il fortissimo sospetto dunque, che siano spariti interi lotti di telefonate, e che alcune di quelle rimaste siano state opportunamente aggiustate.
Se così fosse, vi sarebbero altri motivi utili alla doverosa radiazione dell'Inter.
(per ora del tutto eventuale)
Cancellare le prove che riguardano lo stesso club, alterarne altre che possano essere compromettenti per lo stesso club, alterarne altre ancora per addossare colpe e responsabilità ad altro club, e via così...
(avversario diretto o no, è indifferente)
Dunque si intravedono colpe che sono di una gravità spaventosa....
Spionaggio industriale, violazione della privacy, probabile alterazione delle prove con diversi scopi tutti illeciti, ecc ecc
Segnaliamo anche che, se venisse provata la manipolazione delle prove, ci sarebbe anche un altro aspetto; non si potrebbe neanche più avere idea precisa delle eventuali colpe che effettivamente alcuni club potrebbero avere.
La ricostruzione del quadro reale dei fatti dunque, sarebbe alterata per sempre.
Se poi dovesse essere provato, che alcune informazioni riservate ottenute illecitamente sono state utilizzate da persone vicine a quel club o da terzi comunque sempre riconducibili a quel club, per realizzare ricatti o altre violazioni....
vi sarebbero altri innumerevoli motivi per la radiazione.
Considerando inoltre, che il commissario straordinario della FGCI Guido Rossi ha fatto parte in passato del cda dell'Inter, si capisce che se dovesse mai un giorno saltare fuori che quella nomina è stata il frutto di vicende vicine allo scandalo Telecom....
Inoltre, visto che la giustizia sportiva continua a non prendere provvedimenti nei confronti dell'Inter nonostante le colpe acclarate.... se dovesse venire fuori anche che alcuni procedimenti nei confronti di questo club non stati presi anche a causa di vicende vicine allo scandalo Telecom...
Concludo.
Questo è il più grosso scandalo della storia del calcio.

SVOLGIMENTO

Ora il campionato sta continuando sulla falsariga di quello scorso.
(ovviamente, accentuando di più i brogli, perché sennò l'Inter non ce la farebbe ad essere così forte, i dati sono chiari a riguardo)

Stranamente ora, i tifosi che si lamentano nei forum, nei club, sul pullmann, nelle scuole, nelle fabbriche, ecc. sono in vertiginoso aumento.

Io sinceramente sti tifosi non li capisco.
Cioè, fatemi capire bene eh!
Allora.
Con intercettazioni DA RADIAZIONE, la Juve viene mandata in B, con 2 scudetti in meno, togliendogli anche 7/8 campioni....
nel silenzio generale.
La Juve torna in A con un, (scusate il termine, ma quando cevò cevò), PUTTANAIO di anticipo, a dicembre era già prima in B, partendo con molti punti in meno.
Poi si fa la A, con una campagna acquisti alla c***o di cane, (scusate la finezza, ma quando cevò cevò), anche se il campionato (come quello scorso), è irregolare taroccato e da annulllare, a metà campionato è terza.
E i tifosi di che cavolo si lamentano?
Che un arbitro ha fatto degli errori....
Bho!
E chi li capisce questi.
Lamentarsi per gli errori ci sta anche, ma voi il 31.08.2006 non avete pensato a ciò che stava per capitare nei successivi campionati?
Era tutto ovvio e limpido fin dall'inizio.

PARABOLA

C'è uno che va a prostitute.
Ne trova una, contratta, paga, svolge, e se ne va.
La sera dopo esce di casa ancora.
Ritorna dalle parti della sera prima....
lo sguardo è ficcante e nervoso...
la mano batte sul volante con una certa ansia...
Ad un certo punto mentre guarda le donnine sulla strada...
Inchioda con l'auto, scende, guarda una prostituta, e grattandosi ferocemente i genitali, gli grida:

"Hey! Tu sei quella di ieri sera!
Stamani ho avuto una brutta sorpresa!
Ieri sera mi hai attaccato le piattole!"

e la prostituta con fare ironico e sprezzante:

"E per 5 euro cosa volevi?
i fagiani?"

PRESENTAZIONE DI JUVENTUS-RIZZOLI

Stasera grande partita, con la squadra bianconera contro la giacchetta nera di Bologna.

Buona partita!

LETTERA ALL'AMICO GIOVANNI

Caro Giovanni,

Ti do del "tu" un pò perchè mi è stato insegnato che tra tifosi si fa così, un pò perchè ho scoperto che siamo due coscritti, anche se devo ammettere che io trentadue anni li porto un pò meglio.
Come tu hai sottolineato, alla nostra età si diventa più rancorosi, e questo a mio parere è dovuto al fatto che la memoria storica è sempre salda, mentre la memoria a breve un pò alla volta va scemando, contrariamente a tutti quelli più giovani di noi che, non essendo ancora nati non hanno avuto la possibilità di vedere la Juventus più forte della storia.
Beata gioventù. A cinque anni è facile entusiasmarsi per questa Juventus, è facile credere che ora sia tutto più bello, che la B sia stata una magnifica avventura, la riscossa e l'espiazione di tutte le malefatte di quel vecchio che tanto somiglia a Gargamella e, per questo, deve essere davvero cattivo. L'hanno detto tante volte in tv.
Per noi purtroppo non è così. Il sentimento popolare ci voleva ladri, ladri siamo diventati. Questa è la nostra verità. Moratti ci voleva ladri, le intercettazioni della società del suo amico e socio Tronchetti Provera ci hanno reso ladri. Questa è la nostra verità. Guido Rossi ci voleva ladri, i giudici da lui nominati e poi tutti pensionati ci hanno reso ladri. Questa è la nostra verità. La Juventus, quella Juventus, vinceva ovunque e comunque.
Questa è la nostra verità.
Ti ricordi la Juventus, quella Juventus?
Assomiglia tanto a quella di quest'anno. In effetti è la stessa, tolti sette titolari, rimpiazzati dalle loro riserve.
L'importante è non fare confusione con il telefono.
Ma noi vecchi dobbiamo imparare a tirare avanti, e cercare di recuperare la passione per il gioco, non per "i giochi".
E dobbiamo essere fiduciosi: un giorno avremo la nuova Juventus. Arriveranno calciatori forti, come promesso, arriverà lo stadio nuovo come promesso, ci saranno investimenti ingenti, come promesso.
Basta aspettare cinque anni, come promesso.
So che alla nostra età è azzardato fare progetti a lunga scadenza ma, tant'è, restiamo fiduciosi.
A noi resta l'orgoglio di sentire nostri ventinove scudetti. A noi resta l'orgoglio di aver dominato su tutti i campi. A noi resta l'orgoglio di aver perso con onore in campionato e in champion's league. Di aver vinto con onore in campionato e in champion's league. Senza dossier, senza intercettazioni. Senza trofeo TIM.
Quello che finalmente abbiamo fatto nostro, è anche la capacità di non cercare più un dialogo diretto con le istituzioni, ma di utilizzare finalmente il potere mediatico per dialogare con esse.
Ecco perchè la lettera che hai scritto insieme al Jean Claude, che saluto e abbraccio, è meravigliosa. Ecco perchè finalmente riusciamo a fare processi alle intenzioni tramite le televisioni.
Questo è quello che vogliono. Questo è quello che hanno sempre voluto. Che diventassimo protagonisti. Che diventassimo trasparenti.
La Juventus, un tempo riservata e letale, è finalmente diventata più televisiva.
Il primo passo è stato fatto, ora però è necessario fare il salto di qualità. Perchè il danno peggiore alla Juventus non è arrivato dalla serie B. Non è arrivato da Moggi. Ma da tutti quei cialtroni che in televisione continuano a propinare al sentimento popolare cose e comportamenti che sono già stati smontati da tribunali dello stato, da giudici non eletti o nominati per l'occasione, da giudici naturali.
Il danno maggiore arriva da quei cialtroni che si permettono di dire che con le nostre polemiche rendiamo il clima meno sereno, che bisogna dimenticare calciopoli, che tutto adesso è apposto, che i truffatori non ci sono più.
Se veramente vogliamo essere più televisivi, se veramente vogliamo tutelare l'immagine della nostra società, non basta alzare la voce per cinque minuti e poi offrire segnali distensivi.
In questo la memoria storica dovrebbe aiutarti. A volte un inchino viene scambiato per una posizione a novanta gradi.
Se veramente vogliamo essere più televisivi, se veramente vogliamo tutelare il calcio, essere più responsabili, dobbiamo domandarci perchè la morale ci viene da chi sul campo e fuori dal campo ha sempre dimostrato di essere un cialtrone, un millantatore, e un farabutto criminale.
Stiamo parlando di persone condannate da un tribunale sportivo, da un tribunale ordinario, che sono stati graziati, che hanno patteggiato, che sono oggetto di diverse indagini da parte della magistratura.
Veramente vogliamo che il calcio sia in mano loro?
Stiamo parlando di persone che sono nel calcio da cinquant'anni che parlano di rinnovamento, di persone che dal calcio sarebbero dovute uscire ma che ancora stanno in Europa a rappresentare l'Italia.
Stiamo parlando di persone che sono state cacciate dal mondo arbitrale perchè prendevano soldi dallo sponsor di una squadra di calcio, che successivamente andavano a mangiare di nascosto col presidente di quella squadra, che sono state condannate e poi graziate, di persone che stanno cercando di rientrare nel mondo arbitrale dopo che sono state accusate di intrattenere rapporti d'affari non limpidi con persone legate sempre a quel gruppo politico-economico.
Stiamo parlando di arbitri che due anni fa erano chiamati corrotti, che hanno dichiarato di arbitrare a comando, di assistenti che alzano e abbassano la bandierina.
Che tutti insieme quando arbitrano la Juventus succede qualcosa.
Stiamo parlando dell'osservatorio arbitri che dichiara come alla Juventus manchino sedici punti, alla Roma sette, che il 49% di gare falsate da errori arbitrali è un record storico, che batte quello dell'anno scorso, che l'Inter ha 6 punti in più di quelli meritati (e sono stati stretti).
Difficile appassionarsi a questo sport. A meno che hai cinque anni.
Sta a noi vecchi rancorosi fare qualcosa affinchè questo scempio finisca. So che la mia lettera non basta. Le lettere non bastano mai.
Ma qualcosa va fatto. Seriamente.
Ci sentiamo stasera dopo il derby. Ho una sorpresa per te. Oggi proporrò la tua candidatura nel team JU29RO. Sono certo che sarà un plebiscito.
Per motivi di sicurezza avevamo deciso di centellinare gli ingressi ma, sono certo, grazie al mio appoggio e a quello di Salvo e Vittorio sono certo che riuscirai ad essere dei nostri.
Appena ufficializzato ti faremo avere tutte le info per diventare a tutti gli effetti membro ufficiale del team. Inutile che ti dica che in virtù della tua posizione sarai visto non come uno dei tanti, ma come il membro più rappresentativo di questo gruppo di vecchi squadristi rancorosi.
Adesso ti saluto, mi raccomando saluta tutti. In bocca al lupo per domani sera.

Graziano Campi

P.s.: Quasi dimenticavo: la prossima volta che ti chiama Vocalelli, riattacca subito. E se richiama Luciano, dai retta ad Alessio, non a Luca. Gianni e Umberto l'avevano capito tempo fa.

LETTERA AI MEDIA. FERMATE IL CAMPIONATO

Questa è la lettera inviata dai tifosi bianconeri di j1897.com ai media, e ripresa da numerosissimi media tra i quali ANSA, La Stampa, Corriere dello Sport, RAI e Yahoo. Siete d'accordo?


Spett.li FIGC e Lega calcio,

Con la presente noi tifosi juventini, dopo aver preso visione senza più dubbi di sorta che è in atto un tentativo di falsare il corso del campionato con decisioni arbitrali al limite dell'assurdo, decisioni che vedono continuamente danneggiata la Juventus e favorita un'altra ben nota società di calcio, CHIEDIAMO alla FIGC di fermare immediatamente il campionato e condurre una seria operazione di controllo sui propri effettivi, arbitrali e non.

Noi tifosi juventini siamo stanchi di subire vessazioni enormi come MAI ce ne sono state a danno di altre società di calcio nella storia di questo sport (e ribadiamo: MAI) . E per tutelare la nostra squadra del cuore siamo pronti, uniti e compatti , come poche volte nella nostra storia, ad adire alle vie legali contro la FIGC e i suoi dirigenti.

Laddove non ha potuto un processo-farsa come quello intentatoci contro a livello sportivo, noi tifosi juventini speriamo potrà finalmente mettere luce la Magistratura Ordinaria, organo di Giustizia capace, come altri organi non hanno voluto fare, di chiarire la natura dei rapporti economici ed interpersonali che intercorrono tra gli attuali vertici della federazione stessa e determinati altri personaggi in causa.

Noi tifosi juventini non ci faremo più abbindolare ed annebbiare la mente dalle dichiarazioni fumose di chicchessia, nè dai finti provvedimenti elargiti in risposta a scandali come quelli avvenuti durante l'incontro Reggina-Juventus del corrente anno.

Noi pensiamo che ci sia malafede e contro tale ipotesi intendiamo muoverci nel concreto delle istituzioni che contano davvero.

Aggiungiamo, in conclusione, che gli strumenti che la Costituzione italiana ci garantisce, con particolare riferimento al potere giudiziario ordinario, i quali non furono utilizzati da chi di dovere durante i noti fatti di Calciopoli, non saranno l'unica delle nostre rimostranze, perchè siamo pronti ad organizzare un boicottaggio totale che intendiamo estendere a tutti i gangli vitali del sistema calcistico italiano: che vada dalle TV a pagamento ai giornali sportivi.

Siamo circa 10 milioni di tifosi sparsi per tutta Italia, e non solo, e lavoreremo nel lungo periodo perchè quasi tutti questi 10 milioni di tifosi juventini cessino di portare soldi e interesse a questo vostro edificio pseudo-sportivo.

Esortandovi a non prenderci alla leggera, cogliamo la presente per ribadire le nostre ferme intenzioni. Non molleremo di un millimetro.

Grazie.

Tifosi Bianconeri

VIVERE DI BANALITA' E RISPOSTA A BECCANTINI

VIVERE DI BANALITA'
di Trillo


Se per sperare di essere trattati alla pari, da uomini, bisogna continuare a ripetere all'infinito le più evidenti banalità, facciamolo.
Io, nei panni dei disinformati (disinformati nella migliore delle ipotesi per loro, ma comunque "disinformanti" di professione) mi sentirei parecchio a disagio, ma evidentemente non abbiamo tutti lo stesso metro e lo stesso modo di presentarci e di proporci al prossimo. E già questa è una evidente banalità.
L'ennesima perla senza conchiglia porta la firma, manco a dirlo, di Roberto Beccantini su La Stampa. Dice che dopo i fatti di Reggio Calabria (che sarebbe meglio definire misfatti), le "vedove di Moggi" rialzano la testa e aumentano di numero. Sono i nostalgici della Triade, "schede incluse". "Facile pugnalare la Juve oggi che non rinchiude più gli arbitri nello spogliatoio come accadde con Paparesta proprio a Reggio Calabria".
Il solito campionario di banalità, ma anche di balle in questo caso, che, nella migliore tradizione Goebbelsiana, a forza di rimbalzarti nelle orecchie finiscono per diventare verità.
Mostrateci una volta per tutte quando, dove, da chi e per mezzo di chi queste fantomatiche schede telefoniche (svizzere? no, Novi) siano state utilizzate e per quali scopi fraudolenti. Ma come - dico io - dopo quasi due anni , ce la vorrete esibire almeno una di queste pistole fumanti che avrebbero assassinato i campionati passati? Nisba, nada. Gli unici pistola che continuiamo a vedere sono quelli che parlano e straparlano di cose che non sanno, o continuano a fingere di non sapere. Ripetendo banalità, appunto.
In merito al sequestro di Paparesta nello spogliatoio di Reggio Calabria, poi, non vi sono dubbi ma addirittura certezze. Il problema è che non sono le vostre, le certezze, ma quelle della deposizione dello stesso Paparesta dinanzi alla procura federale e della testimonianza di parecchie persone presenti, quella sera, nello spogliatoio dell'Anonima Sequestri M&G. Non ci fu nessun sequestro, non ci fu nessun arbitro rinchiuso nelle stanze del Granillo. Ma non diciamolo a nessuno, è così suggestiva quella storia del sequestro: non possiamo mica rimanere senza.
Se per le schede telefoniche - sempre citate in modo allusivo - siamo ancora nel campo delle interpretazioni personali (di prevalente stampo forcaiolo, ma ognuno fa come gli pare), sull'episodio di Paparesta sarebbe dignitoso cominciare a dire le cose come stanno davvero, e mettere la parola fine a quella ridicola favola del lupo.
Noi non siamo vedove di Moggi: noi siamo vedove di una società, di una squadra e di una storia prese continuamente a sputi da chiunque. Siamo vedove dell'orgoglio di essere ciò che eravamo, nel segno di una continuità ultracentenaria che non solo Moggi ma anche gli altri componenti (in campo e fuori) di "quella" Juventus avevano saputo garantire, come forse a nessun altro era riuscito prima di loro, se teniamo conto delle epoche e, soprattutto, dei contesti.
Personalmente non mi importa che la società, questa società, si muova ufficialmente inviando una lettera di protesta per i torti subiti dagli arbitri. E' inutile e grottesco quando lo fanno gli altri, è inutile e grottesco quando a farlo siamo noi. Cosa dovrebbero fare i destinatari di quella protesta, cioè i presidenti di Fgci e Aia? Rispondere che sì, è vero, la Juve ha ragione e sarà maggiormente tutelata? La risposta è no, ovviamente, e se non si arriva a capire una tale banalità, così lampante, si può solo finire per essere internati in manicomio.

Io, infatti, questi dirigenti ce li avrei mandati già da un pezzo, in manicomio. Esattamente dal 31 agosto del 2006.

Fonte: Ju29ro.com




BECK, NON COSI'!!
di Dominio Bianconero


Caro Roberto, per l’amicizia che ci lega trovo utile e opportuno “commentare” il tuo ultimo pezzo uscito sulla STAMPA di oggi, 25 febbraio.
Prendo spunto dal tuo pezzo e aggiungo in grassetto i miei commenti in modo da facilitarne la lettura.

AL LIMITE DELLA MALAFEDE di Roberto Beccantini

Le vedove di Moggi sono in brodo di giuggiole: visto?
Caro Roberto io non sono una vedova di Moggi, bensi sono una vedova della Juventus, dell’orgoglio di appartenenza a questi colori, dell’orgoglio di condivisione di questa passione con l’Avvocato Agnelli e con il Dottor Umberto; e probabilmente, se fossero vivi, le prime vedove di Moggi sarebbero loro oppure, forse molto piu’ semplicemente, non ci sarebbe nessuna vedova.

Dopo i fatti di Reggio, si gonfia il partito degli juventini che considerano
1) Luciano non più un male necessario, ma semplicemente necessario
2) questo campionato non meno falso di quelli smascherati da Calciopoli. Il problema non è più come la Juventus «lavorava» gli arbitri. Il problema è come certi arbitri, oggi, «lavorano» la Juventus.
La Juventus lavorava gli arbitri? Caro Roberto ti pago 1000 euro se mi porti una intercettazione di Moggi che parla con un arbitro. In tutta Calciopoli ci sono solo 2 arbitri che parlano sicuramente con dirigenti di squadre di calcio e sono NUCINI e COLLINA. E non parlano ne con Moggi ne con Giraudo.

Di qui la nostalgia per i metodi della Triade, schede incluse.
Anche qui parli di schede ma è evidente che il teorema non regge e tu lo sai benissimo. Avere schede sim straniere per proteggere i propri affari non e’ reato e credo che attualmente molte persone del mondo del calcio ne fanno ancora uso. Detto questo ti do 1000 euro se mi porti una prova di scheda regalata da Moggi ad un arbitro. Neanche NUCINI, che aveva accusato Moggi di avergliene data una è stato capace di consegnare il corpo di reato. Dice che l’ha buttata subito dopo che gli era stata consegnata. Ed io, dovrei credere a un arbitro che era amico intimo di Facchetti (illecito conclamato mai punito)?

Legittima difesa. I tifosi pensano ai torti, mai ai favori. Domani sera c’è il derby, e ci mancherebbe pure che il regime usasse il Toro come forma di risarcimento. Gli arbitri sono giudici, e la giustizia, in Italia, è il nervo scoperto di tutto e di tutti, dalla politica allo sport. Di Dondarini ha spaventato la gestione tecnica della partita: cinque episodi dubbi, tutti pro Reggina. In discussione, non è il rigore concesso ad Amoruso ma i rigori che, con quel metro, avrebbe dovuto concedere prima, a Nedved e Sissoko.
Gussoni, presidente dell’Aia, e Collina, designatore, non sono riusciti a comporre la frattura determinata dallo scandalo delle intercettazioni.
Gussoni chi lo ha nominato? Chi è Cosa fa? Che rapporti ha con Moratti? Ecco, mi aspetto un bel pezzo su questo argomento, invitandoti a consultare WIKIPEDIA alla voce GUSSONI prima di scriverlo.....
Molti arbitri continuano a ritenere l’ex società di Moggi e Giraudo responsabile di una carriera macchiata se non, addirittura, mutilata. Se Bergonzi, a Napoli, era stato inadeguato, Dondarini, al Granillo, non era sereno. La mediocrità della «casta» ha accentuato il disagio. Il fumo delle direttive ha completato l’opera. Penso allo stupro del fuorigioco: il gol di Cicinho ricorda da vicino la rete di Iaquinta a Firenze, con Totti nei panni (e nei paraggi) di Trezeguet.
Altro che mediocrità. Io sono più sincero e dico come la penso. Sanno chi comanda e vogliono farsi la vecchiaia serena. Prima comandavano in 4/5 e il campionato era moderatamente regolare. Adesso comanda uno solo e il campionato è il più falsato della storia del calcio.

Collina obietterà: non siete mai contenti, voi giornalisti, ci accusate di sudditanza psicologica e poi, non appena sbagliamo ai danni di una Grande, apriti cielo. Vero. Ma c’è modo e modo di sbagliare. E inoltre, se la Grande è quasi sempre la stessa, qualcosa vorrà pur dire. Più il campionato non è credibile, più perde credibilità chi lo vince. Vale per tutti, anche per l’Inter. L’aspetto che più mi disgusta è la sindrome da maggiordomo. Facile, oggi, pugnalare la Juve: molto più facile che ribellarsi alle lusinghe e ai maneggi passati.
Anche in questo caso parli di maneggi ma non riesco a capire a cosa tu ti riferisca? Non ci sono prove di maneggi e questo lo ha detto persino il Presidente Cobolli Gigli ( in una lunga intervista video al Corriere dello Sport) che sicuramente non e’ come dici tu “una vedova di Moggi”. Allora io ti rimetto sempre sul piatto i famosi 1000 euro se mi porti l’esempio concreto di un maneggio.

Non rinchiude più gli arbitri nello spogliatoio (Paparesta a Reggio, guarda caso); si limita a inviare letterine ad Abete e Gussoni, reclamando quel diritto alla par condicio che, scritto su carta intestata, suona come il più clamoroso degli ossimori.
Ancora con questa storia di Paparesta chiuso nello spogliatoio? Ormai anche mio figlio di 7 anni ha capito che è una delle più grandi leggende metropolitane degli ultimi 200 anni, insieme agli ebrei delle twin towers e alle scimmie di mare che vendevano sull’Intrepido. Eppure dovresti saperlo che in merito alla vicenda ci sono state deposizioni degli interessati, nonché una sentenza di archiviazione in merito, che hanno escluso in maniera netta qualunque tipo di sequestro di persona e/o di chiusura negli spogliatoi di chicchessia. Fu la solita, goliardica millanteria di Lucianone al telefono per farsi bello. Siete rimasti ormai tu e Varriale e qualche altra “sposa di Travaglio” a parlare ancora di questo episodio......

Le autorità competenti le hanno risposto senza rispondere (Gussoni, coda di paglia: «Mi rifiuto»): fuor di metafora, e di furore, non c’è trippa per gatti. Tocca a Collina. Destinatario della missiva, allenatore di una squadra divisa e ondivaga. Una volta, i dossier li compilava l’Inter. Oggi, dopo il processo che ha sabotato le gerarchie, li imbuca la Juve.
Mi spiace Roberto. I dossier non li compilava l’Inter ma li faceva compilare ad altri. Ed anche in maniera illegale. E ci pagava anche l’IVA visto che sono state ritrovate la fatture.

Domani derby, mercoledì Inter-Roma. Cassano ha aperto una fessurina. Dondarini ha chiuso l’ennesima tregua. E così sia.

MANIFESTAZIONE BIANCONERA: VOGLIAMO GIUSTIZIA!!!

Carissimi Amici Bianconeri,
chiediamo la Vostra disponibilità ad aderire come club ed a partecipare assieme a noi, umile ma nutrito gruppo di tifosi juventini provenienti da tutta l’Italia, legati come utenti ad un forum calcistico, ad una civile e pacifica marcia di protesta (di cui verrà chiesta autorizzazione legale)davanti alla sede delle Federazione Italiana Gioco Calcio in via Allegri 14 a Roma, sabato 5 aprile.

La nostra protesta è rivolta contro un sistema calcistico che falsa il campionato da ormai 4 stagioni, dal maggio 2006 in cui la nostra gloriosa squadra è stata vittima di un’aggressione politica, mediatica e giudiziaria senza precedenti che ci ha visto condannare senza possibilità di difesa nel processo di “farsopoli” alla serie B, che ci ha visto scippare due scudetti e che ci vede ora giocare ogni domenica partite condizionate, pilotate dalla malafede di arbitraggi scandalosi e umilianti.

E’ ora di reagire. E’ ora di farci sentire.

Pensiamo di dare risalto al pacifico corteo, attraverso una serie di clamorose iniziative come l’acquisto di spazi pubblicitari proprio sui giornali nazionali che hanno partecipato al linciaggio(La Repubblica, il Corriere della Sera, La Gazzetta dello Sport)per sfidare il Sistema nel suo interno e dare voce alla nostra verità e al nostro sdegno nei quotidiani più letti nell’Italia intera.

La Juventus è nostra, LA JUVENTUS SIAMO NOI! Dunque è nostro preciso dovere difenderla.
Soprattutto in un momento storico in cui la nostra squadra non è sufficientemente tutelata dalla Società e dalla Proprietà.

Ma ribadiamo: la nostra civile contestazione è rivolta ai vertici della Federazione Gioco Calcio e dell’A.I.A che continuano a perpetrare la truffa di un campionato il cui esito è già scritto e le cui posizioni in classifica sono già decise.

Per difendere i nostri colori, per difendere la regolarità del campionato, per ripristinare la legalità nel nostro calcio, Vi chiediamo di unirVi a noi in questa importantissima manifestazione ed aiutarci.

Abbiamo bisogno di un supporto organizzativo forte e stiamo contattando in queste ore l’Associazione GiùlemanidallaJuve per diventare la promotrice ufficiale della manifestazione e per assumersene la responsabilità legale.

Vi informeremo sugli sviluppi e contiamo sul vostro appoggio, sui vostri suggerimenti, sia in termini di messaggi da diffondere ai media, sia in termini pratici.

Insomma, colleghiamoci, facciamo rete e protestiamo insieme civilmente per proteggere la nostra squadra.

E’ una sorta di call up, una chiamata alla difesa dei nostri colori alla quale non possiamo più sottrarci.

Con affetto, nella speranza di una Vostra pronta risposta ed adesione,

Vi ringraziamo per l’attenzione

lunedì, febbraio 25, 2008

CLAMOROSO: ERRORE TECNICO IN REGGINA-JUVENTUS!!!

ecco cosa cita il regolamento in merito, nella sezione istruzioni supplememntari per gli arbitri:
Procedimento in caso di calciatori infortunati
L'arbitro deve rispettare le seguenti istruzioni in caso di calciatori infortunati:
· lasciare proseguire il giuoco se, a suo avviso, un calciatore è solo leggermente infortunato
· interrompere il giuoco se, a suo avviso, un calciatore è seriamente infortunato
· dopo aver consultato il calciatore infortunato, l'arbitro autorizza uno, o massimo due medici, ad entrare all'interno del
terreno di giuoco per diagnosticare il tipo di infortunio e fare in modo che il calciatore abbandoni il terreno
rapidamente e con la massima sicurezza; i barellieri devono entrare all'interno del terreno di giuoco con una barella
ed insieme con i medici, per consentire un trasporto del calciatore più rapido possibile
· l'arbitro farà in modo che il calciatore infortunato sia trasportato all'esterno del terreno di giuoco in tutta sicurezza
· un calciatore non è autorizzato ad essere soccorso all'interno del terreno di giuoco
· tutti i calciatori che hanno una ferita sanguinante devono abbandonare il terreno di giuoco e vi potranno rientrare
solamente dopo che l'arbitro ha accertato l'arresto dell'emorragia
· dopo che l'arbitro ha autorizzato i medici ad entrare nel terreno di giuoco, il calciatore deve abbandonare il terreno in
barella oppure a piedi; se il calciatore non rispetta le istruzioni dell'arbitro, deve essere ammonito per
comportamento antisportivo
· il calciatore infortunato potrà rientrare all'interno del terreno di giuoco solo dopo che la gara sarà ripresa· un calciatore che si era infortunato, se il pallone è in giuoco, potrà rientrare solo dalla linea laterale; invece, se il
pallone non è in giuoco, il calciatore infortunato può rientrare da qualsiasi linea perimetrale
· solo l'arbitro può autorizzare il calciatore infortunato a rientrare all'interno del terreno di giuoco, indipendentemente
dal fatto che il pallone sia in giuoco o no
· se il giuoco non è stato interrotto per un'altra ragione ovvero se la ferita subita da un calciatore non risulta provocata
da un'infrazione delle Regole del Giuoco, l'arbitro riprenderà il giuoco con una propria rimessa
· l'arbitro recupererà tutto il tempo servito per il soccorso degli infortunati al termine di ciascun periodo di giuoco

Inoltre la regola 14 sul calcio di rigore recita fra l'altro:
Esecuzione
Durante l'esecuzione:
· il calciatore incaricato di battere il calcio di rigore deve calciare il pallone in direzione della porta avversaria
· egli non può giuocare o toccare una seconda volta il pallone prima che lo stesso sia stato giuocato o toccato da un
altro calciatore
· il pallone è in giuoco appena è toccato e si muove in avanti

Ergo Amoruso non poteva calciare il rigore...errore tecnico dell'arbitro credo si possa richiedere la ripetizione della gara.

IL POPOLINO BEOTA

Il Popolino beota
di Cirdan


Domenica 24 febbraio 2008, ore 18:20, comincia sulle reti Mediaset un'altra puntata della trasmissione sportiva "Controcampo", condotta da Sandro Piccinini.
Ospiti in studio Giampiero Mughini, Paolo Liguori, Diego Abatantuono, L'ex arbitro Cesari, Nicola Berti e la ex velina Elisabetta Canalis.

Alle 18:30 si comincia subito a parlare della partita Reggina-Juventus, e il conduttore Piccinini domanda a Giampiero Mughini un commento sull'anticipo del sabato sera; "il termine giusto da usare è indignato" questa la frase usata dal giornalista siciliano.

Nicola Berti prende la parola rivolgendosi a Mughini: "è rimasto chiuso qualcuno nello spogliatoio?" facendo chiaro riferimento alla leggenda che si poteva trovare scritta su un certo quotidiano che posava sui frighi gelato di ogni bar d'Italia due anni orsono. Ma l'ex calciatore interista continua: "se qualcuno se lo fosse dimenticato posso fare presente di quello che successe quella sera a Paparesta". Sarei voluto tanto essere lì in quel momento, per chiedere al bel Nicola di rendermi partecipe delle sue conoscenze afferrate, ma è evidente che in questa domenica, oltre al già citato in altro testo Marco Ansaldo, giornalista de La Stampa, rimangono in molti a non avere letto quella famosa deposizione di Paparesta rilasciata all'Ufficio Indagini della FIGC il 7 giugno del 2006 davanti ai dott.ri De Feo e D'Andrea, dove si evince chiaramente che nessuno si è permesso di chiudere nessuno all'interno di nessun spogliatoio, sgabuzzino o lavanderia, ma l'informazione, o meglio, le persone che vengono invitate a farla, sono quelle che sono e, il popolino beota deve ascoltare e impregnarsi di tali falsità.

Alle 18:55 Sandro Piccinini, prima di lanciare la moviola interpretata dall'ex arbitro Cesari, fa un riassunto sull'arbitro Dondarini e sulla posizione dello stesso nei confronti di giustizia sportiva e ordinaria. Il riferimento è naturalmente sulla famosa telefonata "taglia&cuci" (come perfettamente definita dal team member Trillo in un suo articolo apparso oggi sul suo blog) tra lo stesso Dondarini e l'allora designatore Pairetto. Anche in questo caso è evidente di come un giornalista esperto e affermato come Sandro Piccinini non abbia mai preso visione della sentenza di archiviazione del Procuratore della Repubblica Marcello Maddalena, rilasciata presso il tribunale di Torino in data 19 luglio 2005 e successivamente inoltrata per conoscenza alla FIGC. Probabilmente a "conoscenza" di queste carte siamo in pochi, o forse solo chi si è voluto interessare, pur non essendo un addetto ai lavori, di quello che in realtà accadde in quella telefonata, a differenza del conduttore romano, che ricorda al popolino beota di come in quella telefonata Dondarini tranquillizzava il Pairetto sul rigore concesso ai bianconeri (peraltro netto), visto che avrebbe dovuto vedere anche quello che non si vedeva. E non è il solo, visto che oggi, sfogliando le pagine web del sito de La Stampa, anche un giornalista di fama come Roberto Beccantini, che si ritiene uno juventino vero, nel suo editoriale ricorda al popolino beota quell'episodio, facendo anche lui riferimento a quella frase estrapolata dall'intercettazione: "vedere anche quello che non c'è". Mughini di sfondo, lo si nota muovere il dito indice in senso negativo, ma i tempi televisivi non gli permettono di entrare nella discussione.

Alle 19:00 si cominciano ad analizzare gli episodi; il primo episodio è riferito al primo tempo, quando Valdez atterra in piena area di rigore Nedved con una "cravatta". Prende la parola nuovamente Nicola Berti: "potrebbe non starci, si spingono entrambi, e poi nessun bianconero protesta". In studio rimangono in molti sbigottiti sentendo queste parole, Giampiero Mughini conclude il primo episodio con questa frase: "il silenzio, in queste circostanze, è d'oro".

Sull'episodio più clamoroso (Sissoko), Paolo Liguori esordisce dicendo che il difensore reggino (Valdez) tocca il pallone e di conseguenza l'arbitro fa proseguire, entra nella discussione anche Elisabetta Canalis: "secondo me era più rigore quello precedente che questo che non mi sembra". E' il momento, televisivamente parlando, più basso della trasmissione, con una sorta di informazione che deforma chiaramente la realtà dei fatti.

Alle 19:05 prende la parola Diego Abatantuono: "da tutto questo non se ne uscirà mai, prima si pensava che la Juventus "solava" e invece è lei adesso ad essere "solata", il problema è che la Juventus non ha mai "solato" ma adesso viene sistematicamente "solata", e grazie a tutto questo ci guadagna l'Inter, che prima ha vinto uno scudetto vinto da altri, poi ne ha vinto un'altro con gli altri che non c'erano e adesso ne sta vincendo uno come tutti vediamo ogni domenica". A questo punto gli interisti in studio (Canalis-Berti) insorgono, scaldandosi e stizzendosi, mentre Piccinini rivolgendosi all'attore gli fa presente che ci sono state delle "telefonatine", prima, mentre adesso non ci sono. Abatantuno, sarcastico e ironico come sempre, dice: "si vede che adesso non si fanno beccare" facendo riferimento a chi ora "solerebbe" il campionato. Mughini a sua volta: "non c'è una sola telefonata che è stata sentenziata". Piccinini stempera gli animi dicendo che Abatantuono scherzava, e l'attore, da vero attore consumato replica: "ma certo che scherzavo, no!", con la solita macchietta che lo contraddistingue dopo una battuta. Probabilmente l'unico momento di verità della trasmissione.

Ore 19:07 è il momento in cui si tratta il fallo di mano di Aronica sul colpo di testa di Camoranesi, secondo l'ex arbitro Cesari è involontario, Piccinini dissente, Mughini guarda assorto e silenzioso. Altro fallo di mano di Aronica, su passaggio in area di Camoranesi, per molti sarebbe da calcio di rigore perchè, come mostrano le immagini, il fallo sarebbe volontario.

Dopo la pubblicità si torna in diretta con l'ultimo in ordine temporale degli episodi, il calcio di rigore assegnato alla Reggina. Cesari, nonostante ex arbitro lo considera netto, dimenticando parecchie sfumature del regolamento: 1) chi ha la palla? Nessuno dei due quindi i calciatori si contendono il pallone. 2) uno dei calciatori impedisce all'avversario di giocare il pallone? Si, Amoruso impedisce a Sissoko di calciare il pallone. Risultato = calcio di punizione diretto per la Juve. Per Dondarini invece è rigore perchè Sissoko impedisce ad Amoruso di colpire il pallone di testa. Ciò che dimentica l'ex arbitro di Genova (oltre che purtroppo Dondarini) è: chi ha il possesso del pallone? Nessuno perchè Amoruso non colpisce il pallone.

Berti alle 19:20 conclude gli episodi riguardanti la Juventus così: "tutto sommato Dondarini non ha commesso tutti questi errori che sembrava avesse fatto". Il discorso si sposta sulle colpe; Collina, gli arbitri, chi ha voluto Collina e via discorrendo. Interviene Paolo Liguori: "sicuramente il designatore attuale è migliore di quelli che precedentemente truccavano le palline", a quel punto Mughini lo esorta a non fare dichiarazione di quel genere. Probabilmente anche Liguori dimentica parecchie cose, o forse fa finta di dimenticarle. In data 29 settembre 2007, a pagina 51 del quotidiano "Il Tirreno" è apparsa la notizia che; la Corte d'Appello del tribunale di Roma ha emesso la sentenza secondo cui: “Il sorteggio arbitrale di Bergamo e Pairetto non era truccato”, verdetto che peraltro segue la linea già precedentemente tracciata a Torino da pronunciamento analogo del giudice Maddalena. Ancora una volta un Tribunale, vero e non sportivo, chiamato ad esprimersi in merito su quella che sarà una delle colonne portanti ( se non la più importante) dell’accusa nell’inchiesta napoletana su Calciopoli, ha ribaltato completamente la verità data per acquisita dall’opinione pubblica e dai mezzi di informazione. L'esortazione di Mughini viene accolta dal Liguori con il silenzio, facendosi forse memore della possibilità di cadere in querela da parte dei diretti interessati. La trasmissione prosegue con i servizi delle altre squadre di serie A.

Giunti al termine di questa analisi possiamo tranquillamente evincere che: l'informazione in questo Paese, se mai ci fosse stato un motivo per dubitarne, non esiste, la trasmissione "Controcampo", che và in onda su Italia1 alle 18:15 della domenica pomeriggio, con ancora qualche milione di telespettatori, è una cassa di risonanza che emette solamente tante chiacchere da bar, con tutto il rispetto per gli esercenti dei locali e i loro clienti, viene deformato ogni singolo aspetto di ciò che è stato sentenziato nelle aule di tribunale, usando come termine di paragone per gli episodi che settimanalmente vengono a sfavorire la Juventus, leggende metropolitane uscite scritte su altri mezzi di informazioni che hanno pilotato il popolino beota a credere allo spogliatoio del Granillo, alle telefonate "taglia&cuci" di Dondarini-Pairetto e a quelle di Moggi. I personaggi, più o meno informati, che vengono ospitati, credendo di essere tranquillamente accomodati sul proprio divano di casa, emettono frasi e completano discorsi lontani anni luce da ciò che si vede (moviole sugli episodi), e da ciò che è stato scritto nero su bianco da Procure, Giudici, Tribunali e quant'altro. Il conduttore, persona rispettabilissima, in quanto giornalisticamente molto apprezzato, deontologicamente conduce tale trasmissione in maniera molto impreparata, tralasciando come sopraccitato, le sentenze e le deposizioni delle persone coinvolte in "calciopoli", e producendo un distorto indirizzamento nei confronti dell'utente che lo ascolta.

Questa è l'Italia, questa è l'informazione che viene data, questo è il rispetto dei diritti dell'uomo, questo è il rispetto dei diritti dell'utente. Questo e altro è cio che viene dato, non solo nel calcio, da mangiare al popolino beota.

Fonte: ju29ro.com



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