giovedì, novembre 30, 2006

DICHIARAZIONI DI CANNAVARO


Cannavaro rivela: 'Volevo restare all'Inter, ma Oriali mi ha venduto alla Juve per Carini'

Clamorose dichiarazioni di Fabio Cannavaro alla Procura di Roma il 3 giugno scorso, quando l'azzurro non era ancora diventato campione del mondo e non aveva ancora vinto il Pallone d'oro. "E' stato Oriali a vendermi alla Juve, io volevo restare all'Inter"

Roma, 29 novembre 2006 - "E' stato Oriali a volermi cedere alla Juve. Io volevo restare all'Inter, ma la società di Moratti voleva Carini". Sono clamorose le dichiarazioni rilasciate da Fabio Cannavaro il 3 giugno scorso, davanti ai magistrati romani che l'interrogavano si suoi rapporti con la Gea.

Il capitano della Nazionale non era ancora diventato campione del mondo e non aveva ancora vinto il Pallone d'Oro. A domanda risponde: "Nel 2001 affidai alla Gea la gestione della mia immagine. Ero al Parma, la figlia di Tanzi, Francesca (all'epoca fra i fondtaori della società di procuratori gestita dai figli d'arte, ndr) , mi portò alla Football Management. Conoscevo Alessandro Moggi perchè abbiamo giocato insieme nelle giovanili del Napoli. E' stato Oriali a volermi cedere, io all'Inter stavo bene, non avevo nessuna intenzione di andare via. Ma loro volevano Carini. Con Luciano Moggi ho avuto un rapporto buonissimo, ma non abbiamo mai raggiunto toni amichevoli".

Fonte: quotidiano.net


Credo che queste dichiarazioni debbano modificare molti luoghi comuni, come quello che vuole Moggi il diavolo e Moratti l'acqua santa. Ma so bene che tutto ciò non avverrà e che Cannavaro passerà come il bugiardo di turno.

Io voglio cogliere l'occasione per ringraziare Moratti ed Oriali per averci dato il grande Fabione. Sono i miei idoli....

Ah, per inciso, io gli prenderei Adriano... Credo sia il minimo dopo le estorsioni di Ibra e Vieira...

CHRISTIAN ROCCA

Vi propongo altri 2 stupendi articoli di Rocca apparti il primo su Tuttosport ed il secondo sul suo blog

UNA DOMANDA A COBOLLI
Mi piacerebbe che Tuttosport ponesse una domanda semplice semplice al presidente Cobolli, assicurandosi che al momento della risposta sia presente anche il dottor Gigli. La domanda è questa: "Signor presidente, quanti scudetti ha vinto la Juventus?".

Le risposte possibili sono soltanto due: 29 o 27. Non c'è modo di sviare. E finchè non ci sarà una risposta a questa domanda, qualsiasi proclama della nuova dirigenza juventina per me avrà valore pari al numero degli scudetti vinti da Massimo Moratti. Si, è vero, c'è una terza via tra il 29 e il 27, quella di chi dice che è stato ingiusto averci tolto il ventinovesimo, perchè non è stato sfiorato da alcuna indagine, mentre è legittimo aver subito lo scippo del ventottesimo, quello delle intercettazioni telefoniche.

Da ciò che leggo sembra che il nuovo corso juventino potrebbe rispondere 28 alla mia domanda, come ha lasciato intendere il grande Lapo domenica su tuttosport. Peccato che non abbia alcun senso. E, peraltro, non mi pare che la Juve di Cobolli stia facendo alcunchè, nè legalmente nè mediaticamente, per riprendersi il maltolto. Intanto chiunque abbia seguito quel campionato 2004 - con le eccezioni di Mancini, Liguori e Verdelli - sa perfettamente che lo scudetto delle intercettazioni è stato vinto regolarmente a San Siro grazie a una rovesciata di Alex e a un colpo di testa di Trezeguet e malgrado avessero fatto fuori, a tavolino, il formidabile Ibrahimovic. In modo tecnico tattico - perchè lo capissero anche Mancini, Liguori e Verdelli - l'ha spiegato definitivamente il campione del mondo Mauro German Camoranesi: "Gli avversari quando giocavano con noi se la facevano sotto".

Ma l'insensatezza è un'altra. Provo a spiegarmi. Se si considera giusta, corretta e condivisibile la decisione di punire la Juve per gli intrallazzi del 2004-05 - malgrado le sentenze abbiano dimostrato che non c'è stato alcun tentativo di truccare nemmeno mezza partita - si riconosce esplicitamente che Moggi e Giraudo guidavano per conto della Juve la cupola calcistica del campionato italiano da 12 anni, come si urla da sempre in curva sud e da qualche tempo su quel giornale rosa che si trova sui banconi dei gelati all'interno dei bar dello sport. Se si crede davvero che Moggi e Giraudo fossero capaci di pilotare gli arbitri e di fare la macumba ai calciatori fino a impedire, tramite la Gea, al più scarso difensore centrale degli anni 90, cioè a Salvatore Fresi, di non essere diventato Franz Beckenbauer, allora è giustissimo aver tolto anche il 29° scudetto. Anzi, per completare l'operazione simpatia, si dovrebbero restituire anche i cinque titoli precedenti e distribuirli un pò a chi falsificava passaporti e ricettava patenti per schierare calciatori che non avrebbero potuto giocare e il resto a chi si faceva cambiare i regolamenti sugli extracomunitari la settimana precedente la partita decisiva contro la Juve e poi non pagava le tasse al fine di comprarsi il bomber.

Dunque: 29 o 27? Se la risposta è 29, Cobolli Gigli dovrebbe occuparsi solo di questo, recuperare ciò che ci spetta e ricordare ogni cinque minuti che la nuova Juve risanata e pulita è a un passo, non solo dalla serie A, ma anche dalla terza stella. Solo così Cobolli può conquistare i tifosi juventini (non me, perchè non gli perdonerò mai di aver venduto Ibrahimovic e Vieira agli indossatori di scudetti altrui). Se, invece, la risposta è 27, per quanto mi riguarda la nuova Juve non potrà mai essere credibile, neanche facendosi scudo delle meraviglie degli splendidi campioncini di Dechamps.

I quali, come è noto, li dobbiamo a Moggi e Giraudo.


IL PALLONE D'ORO E' ROTONDO
Con 304 voti – salva eventuale manipolazione di schede bianche denunciata da Enrico Deaglio – il Pallone d'oro è andato a Fabio Cannavaro, il calciatore simbolo della Juventus di Luciano Moggi, quella formidabile squadra affossata dalla voglia di gogna della solita Italietta e da una certa compiacenza della proprietà torinese.

Al secondo posto è arrivato un altro calciatore della Juventus, Gigi Buffon, campione del mondo insieme con Cannavaro e con il gruppo di allenatori e massaggiatori e calciatori scelti da Luciano Moggi (e Franco Carraro) per l'avventura tedesca degli azzurri.

Al terzo posto è arrivato un’altra scoperta del Moggi juventino, Thierry Henry (anche se Carletto Ancelotti lo faceva giocare da terzino sinistro, ed era fortissimo lo stesso). I mozzateste imbevuti della saggezza tipica da bar e gazzetta dello sport avrebbero voluto togliere la fascia di capitano a Cannavaro, arrestare Buffon per le scommesse, licenziare Marcello Lippi e ritirare la squadra che poi ha dominato i mondiali, malgrado Ciccio Totti.

Quest'anno è cambiato poco: la Juve continua a essere in testa, in qualsiasi campionato giochi, mentre gli sconfitti di sempre parlano ogni domenica di complotti e di decisioni arbitrali scandalosi. I più lamentosi ora non si lamentano, anche se ieri hanno ricevuto un paio di favori arbitrali e il solito regalo sotto forma di ammonizione preventiva a un avversario della prossima giornata. Intanto, mi dicono, che ieri due calciatori della Juve da soli hanno battuto il Palermo.

Ma è un dettaglio poco importante, in fondo questo è soltanto pre-campionato.


Conj i suoi articoli, Rocca sta scrivendo la Bibbia dello Juventino. Lui ed Antonio La Rosa sono coloro che scrivono le cose più giuste e hanno il mio massimo (ed incondizionato) rispetto.

NEWS SUL PASSAPORTO DI RECOBA

Quello che vi segnalo è un ottimo lavoro svolto dall'utente Dr.Zoidberg circa il passaporto di Recoba, postato sul forum J1897.com

Sinceramente è molto lungo, ma è davvero ben fatto e vale la pena leggerlo.


Nell’estate del 1997 l’Inter acquista per 7 miliardi di lire il calciatore uruguaiano Alvaro Recoba che si era messo in mostra in patria nelle file del Nacional, grazie ad una sorprendente media di un gol a partita. Offuscato dal contemporaneo arrivo di Ronaldo, il Chino (come viene soprannominato) è un oggetto misterioso agli occhi dei tifosi interisti, ma il suo esordio con la maglia nerazzurra è scintillante: prima giornata del torneo 1997/98, l’Inter è sotto a San Siro con il Brescia. Al 70’ Recoba entra in campo e in cinque minuti, con un tiro da 30 metri e una punizione, ribalta il risultato. Un fenomeno, si azzarda a dire qualcuno. Tuttavia, il resto della stagione del Chino è al di sotto delle aspettative : gioca altre 7 volte, segnando un solo gol, contro l’Empoli (, un pallonetto da 35 metri). Troppo poco per l'esigente Moratti che decide di spedirlo a Venezia "a farsi le ossa". In laguna Recoba entusiasma pubblico e critica contribuendo attivamente alla salvezza dei neroverdi: per lui 19 presenze da titolare e 10 gol.
Le sue prestazioni convincono l’Inter a richiamarlo alla base, ma c’è un problema: Recoba è extracomunitario e la rosa dell’Inter ne conta già cinque, tanti quanti ne permette il regolamento: Domoraud, Simic, Jugovic, Ronaldo e Zamorano. Sarebbe un gran vantaggio poter disporre dell’uruguaiano come comunitario, in modo da poterlo schierare senza patemi. L’Inter, che nel 1997 aveva infruttuosamente cercato di rintracciare un avo spagnolo del calciatore, desidera ora trovare una soluzione al problema Soluzione che arriva a tempo di record, visto che il 12 settembre, a poco più di due mesi dal suo ritorno a Milano, Recoba ottiene l'agognato passaporto comunitario.
La stagione 1999/2000 termina con il quarto posto dell'inter che però può consolarsi con le brillanti prestazioni del neocomunitario Recoba, il quale infila 10 gol in 27 partite. Il rendimento dell’uruguagio ingolosisce alcune squadre italiane e straniere che meditano di strapparlo ai nerazzurri, grazie all'imminente scadenza contrattuale, datata 2001. Recoba, non ha nessuna intenzione di muoversi da Milano e ottiene da Moratti un faraonico rinnovo, ben oltre al miliardo e duecento milioni fino ad allora percepiti. Un contratto, a dire il vero, mai visto prima: 15 miliardi l’anno più i diritti di immagine e, non specificata sul contratto, una percentuale sull’acquisto di alcuni suoi connazionali. In totale 19 miliardi. Una cifra che crea scalpore e qualche invidia all’interno dello spogliatoio. E poco importa se i risultati sportivi non si riveleranno in linea con le aspettative: nel 2000/01 Recoba si attesta su una media discreta (8 reti in 29 apparizioni) ma l’Inter non va oltre un quinto posto, a 24 punti dalla Roma scudettata.
Ma non sono solo le vicende legate all’ingaggio ad attirare le attenzioni dei media. In arrivo c'è una bufera: il 14 settembre 2000, i calciatori dell’Udinese Warley e Alberto, in trasferta con la squadra, vengono fermati alla frontiera polacca a causa di irregolarità nei loro passaporti, che si rivelano falsi. Ma è solo la punta dell'iceberg: molti altri calciatori del nostro campionato sono in possesso di documenti fasulli e il fenomeno sembra essere assai diffuso. E’il cosiddetto scandalo di “Passaportopoli”, nella cui rete finiscono sette società (Inter, Lazio, Roma, Milan, Udinese, Vicenza, Sampdoria), 14 giocatori (Recoba, Veron, Fabio Junior, Bartelt, Dida, Warley, Jorginho, Alberto, Da Silva, Jeda, Dedè, Job, Mekongo, Francis Zé) e quindici dirigenti (Oriali, Ghelfi, Baldini, Cragnotti, Governato, Pulici, Pozzo, Marcatti, Marino, Sagramola, Briaschi, Salvarezza, Mantovani, Arnuzzo, Ronca). L’Inter ne viene ufficialmente coinvolta il 30 gennaio 2001, quando il pm di Udine, Paolo Alessio Vernì, ordina un’ispezione nella sede della società e nell'abitazione milanese di Recoba: anche il suo passaporto risulta contraffatto.
A tale provvedimento via Durini risponde con un comunicato distaccato e sintetico: “La società è totalmente estranea all’oggetto dell’inchiesta ed ha totale fiducia nella buona fede di Recoba”. Ma la realtà è molto diversa e la rivela il pm di Roma, Piro, che conduce le indagini sulla vicenda: il dirigente interista Oriali, su suggerimento del consulente della Roma, Franco Baldini, si è messo in contattato con un misterioso faccendiere rispondente all’esotico nome di Barend Krausz von Praag, il quale lo ha aiutato nell’ottenimento del documento. Oriali sarebbe volato di persona a Buenos Aires dove, grazie agli uffici di Krausz presso un’improbabile agenzia, avrebbe dato avvio alla pratica.
Recoba, interrogato al riguardo, dice di non saperne nulla e di essersi improvvisamente ritrovato con il passaporto pronto. Il documento, afferma il Chino, gli è stato consegnato da Oriali il 9 settembre 1999 alla Borghesiana, alla vigilia di un Roma-Inter di campionato. Ma per gli inquirenti ci sono due particolari che non tornano: il documento riporta una data di rilascio precedente di un anno, 9 novembre 1998, e Recoba risulta residente a Roma. Perché né Oriali, né Rinaldo Ghelfi, amministratore delegato interista che ha seguito la pratica, si sono accorti di questa incongruenza? Perché nessuno, nemmeno il calciatore, ha fatto notare e ha richiesto di correggere l’errore? La procura di Udine informa anche che sette mesi dopo l’emissione del passaporto l’Inter si è mossa alla ricerca di antenati spagnoli. Perché questo eccesso di zelo da parte della dirigenza nerazzurra se il calciatore era già in possesso del documento? Il quadro si complica quando Oriali nega di aver versato per conto dell’Inter 80 mila dollari, cifra che Krausz ha detto di aver ricevuto per mano sua in un precedente interrogatorio della Procura di Roma.
La risposta è una sola: il passaporto è falso. Ma non solo, la dirigenza dell’Inter era pienamente consapevole del percorso fraudolento che stavano per intraprendere, dal momento che non è mai stata presentata alcuna richiesta di rilascio alle autorità italiane, come regolare prassi richiede.
Un caso complesso e intricato ma dalla sostanza semplice: se il passaporto del laziale Veron era vero ma ottenuto attraverso false documentazioni (atti di nascita, matrimonio, ecc…), quello dell’uruguaiano è direttamente contraffatto. Una patacca, direbbero a Roma.
Dopo le sconcertanti rivelazioni delle Procure di Roma e Udine, arrivano le reazioni del mondo sportivo. C'è sdegno e le società non coinvolte nella questione passaporti protestano. Andrea Manzella, presidente della Corte Federale, cerca di rassicurare tutti sulla velocità e sul rigore degli eventuali processi. Ma il risultato è patetico:

“La regolarità delle partite è un bene assoluto, e su questo non si transige: la buona fede di società o singoli non conta, conta solo che alle gare abbiano partecipato giocatori che non ne avevano diritto. L’Authority ha deciso di aspettare la dichiarazione di falsità della magistratura a meno che il falso risulti macroscopico, ictu oculi, o che vi sia ammissione di colpa del club o del giocatore”, ha spiegato Manzella. “In questi casi, le sanzioni saranno immediate”. Fra una decina di giorni anche l’Inter quindi sarà deferita, e il processo sportivo si concluderà, fra Disciplinare e Caf, entro aprile o maggio. Difficile ipotizzare la sconfitta a tavolino di tutte le gare dei nerazzurri con Recoba “italiano”, più probabile una penalizzazione in classifica di 56 punti. Nel caso, quindi, l’Inter dovesse qualificarsi per la Coppa Uefa sarebbe retrocessa in classifica, lasciando il posto in Europa ad un altro club. E nel caso si salvasse? Questione delicatissima, ma teoricamente il club di Moratti rischierebbe anche la serie B” (Repubblica, 9 febbraio 2001)

L’Inter, secondo i regolamenti, dovrebbe essere sconfitta a tavolino ed essere sanzionata di un punto, per ogni partita in cui ha schierato Recoba come comunitario. Il totale ammonterebbe all’enorme cifra di 56 punti, con la conseguente retrocessione del club nerazzurro, sia che il provvedimento venga applicato nel campionato precedente (il 1999/2000, dove ha ottenuto 58 punti) che in quello ancora in corso (il 2000/2001, a fine anno ne totalizzerà 51). Con 56 di penalizzazione l’Inter sarebbe la prima squadra a scendere sotto lo zero in classifica. Ma è pura fantascienza e ci si rende conto che una tale sanzione, seppur giusta, non verrà mai applicata. Si parla di penalizzazioni o, per lo meno, si spera:

Roma, Lazio, Inter, Udinese e Napoli penalizzate. Cinque, sei punti in meno ad ognuna all’inizio della prossima stagione, quella premondiale; oppure con handicap sostanzialmente differenti, stangate per i casi più gravi di manomissione (Veron, Recoba, Cafu) […] Nei fatti però, quasi la metà del prossimo campionato italiano sarà “ad handicap”, consegnato nelle mani di chi dallo scandalo non è stato travolto. […] Di colpo di spugna si è parlato a lungo. Ma non si può ormai cancellare uno scandalo che ha investito almeno sei procure, una ventina di giocatori e una quindicina di dirigenti, dal direttore generale dell’Inter ai presidenti di Roma e Lazio. Non si può cancellare uno scandalo che la Fifa stessa chiede di reprimere duramente. Non si possono chiudere gli occhi quando in Francia hanno già penalizzato e squadre e in Spagna si sono già sospesi dei giocatori (Repubblica, 21 marzo 2001)

Il 5 marzo l’Ufficio Inchieste della Federcalcio conclude le indagini e emana i deferimenti:

La giustizia sportiva, con i deferimenti di ieri, va avanti. Nessun colpo di spugna, nessuna sanatoria. Non si aspetterà l’estate, a campionato concluso, per intervenire sullo scandalo dei passaporti falsi. Già nel mesi di aprile sfileranno davanti alla Disciplinare i primi club e i primi giocatori coinvolti: le sanzioni (squalifiche per i calciatori e penalizzazioni in classifica per i club) saranno scontate in questa stagione (Repubblica, 6 marzo 2001)

Il processo si annuncia complicato e le conseguenze spaventose: l'applicazione di punti di penalizzazione potrebbe compromettere la salvezza o la qualificazione alle coppe europee delle società coinvolte. Ma c’è una scappatoia, alla quale più di tutti sta lavorando Galliani, l’amministratore delegato del Milan: la riforma dell’articolo delle norme federali che limita l’impiego dei calciatori extracomunitari. Una modifica della regola comporterebbe un’attenuazione molto sostanziosa delle pene. L’Inter gradisce l'idea e si unisce alla battaglia:

Passaporti, è guerra aperta ormai: l’Inter attacca la Figc, cercando ogni strada per dichiarare illegittimo l’articolo 40, settimo comma delle Noif. In una nota del professor Mucciarelli, che fa parte del collegio di difesa nerazzurro, l’Inter sottopone infatti “direttamente alla Corte Federale, organo competente in materia, il giudizio in ordine alla legittimità della norma federale sul tesseramento dei giocatori extracomunitari” (Repubblica, 5 aprile 2001)

La Commissione Disciplinare fissa le date dei processi contro ogni singola società. Il presidente Manzella, ancora una volta, si sente di garantire la celerità dei procedimenti giudiziari, ma nessuno sembra più credergli dato che la rettifica della norma sugli extracomunitari appare giorno dopo giorno sempre più probabile. La vicenda sta diventando una farsa:

Per Porceddu le prove sono sufficienti per chiedere di processare il club nerazzurro e il giocatore. L’udienza è fissata per il 19 aprile. A meno che i tanti ricorsi alla Corte Federale sulla legittimità della norma che limiti gli extracomunitare facciano slittare tutto a fine campionato, come vogliono i club. “Agiremo in fretta non appena riceveremo i ricorsi”, garantisce Manzella. (Repubblica, 8 aprile 2001)

Le date dei processi, uno per ogni squadra coinvolta, sono l’ultimo scoglio da superare. Un procedimento unico consentirebbe alle società di essere giudicate con minore severità. Ed è proprio quello che intende proporre Galliani, il quale provvidenzialmente annuncia: “E’ giusto fare un solo processo e che eventuali squalifiche e penalizzazioni arrivino tutte insieme”.
Puntuale giunge il ricorso alla Corte Federale da parte dei club, e poco importa se l’articolo 16 comma b) del Codice di Giustizia Sportiva preveda l’ammissibilità del ricorso solo da parte del presidente della Federazione o di “qualsiasi organo operante nell’ambito federale che vi abbia interesse”. Moratti si schiera con Galliani (altri tempi…) e rilascia una dichiarazione che, col senno di poi, è incredibilmente comica: “Se squalificano Recoba e poi la giustizia ordinaria lo assolve, chi ci restituisce squalifiche e penalizzazioni?” . Come vedremo più avanti, Recoba e Oriali verranno condannati dalla giustizia ordinaria e l’Inter non restituirà i punti ottenuti con l’uruguaiano comunitario in campo. In ogni caso, la tattica è precisa: ottenere l'accorpamento dei processi e rimandarne lo svolgimento a fine stagione, confidando nell’ormai quasi certa rettifica dell’articolo 40. Il gioco funziona e l’udienza per l'Inter, in programma il 20 aprile, viene rinviata:

Avanti a forza di rinvii: il processo all’Inter, per il passaporto falso di Recoba, si farà. Ma più avanti. Quando non si sa: forse a maggio, forse a fine stagione. Ma soltanto dopo che la Corte Federale, presieduta da Andrea Manzella, si sarà pronunciata sul ricorso (che abbiamo visto essere irregolare, nda) presentato non solo dal club nerazzurro, ma anche da Milan, Udinese, Lazio, Vicenza e Sampdoria. Tutti questi club chiedono infatti che venga abbattuto il tetto del tesseramento (massimo cinque) e all’impiego (massimo tre) dei calciatori extracomunitari. Si va insomma verso minicondanne. La Disciplinare ieri ha accettato subito la richiesta di rinvio al processo dell’Inter presentata dallo stesso Procuratore Federale, Carlo Porceddu in accordo con i legali nerazzurri. (Repubblica, 20 aprile 2001)

Il tempo gioca a favore dei nerazzurri e delle altre società implicate in Passaportopoli che il 3 maggio vedono finalmente premiati i loro sforzi, con il più annunciato dei colpi di spugna: a sei giornate dalla fine del campionato e nonostante la strenua opposizione dell’Associazione Calciatori presieduta da Campana, arriva la modifica della norma sul tesseramento e sull’impiego degli extracomunitari. E pazienza se le regole vengono cambiate in corsa, con Roma e Juventus a contendersi lo scudetto punto su punto. Chi ha rispettato le regole viene fatto fesso. E chi ha falsificato i passaporti? Ormai è chiaro che tutto sta per passare in cavalleria:

Il processo a Inter, Milan, Samp, Udinese, Vicenza, a cui presto si unirà anche la Lazio per Veron, si farà. Ma con questa norma dichiarata illegittima, le sanzioni saranno più blande. Qualche minisqualifica da scontare magari in estate. Quando il campionato è fermo. (Repubblica, 5 maggio 2001)

Il processo, come desiderato, inizia il 12 giugno 2001 a campionato praticamente finito (il 17 è in programma l’ultima giornata) e con la certezza di un unico dibattimento e di una sentenza che includa tutte le società coinvolte. Con all’orizzonte la più classica delle soluzioni “all’italiana” qualcuno crede ancora nella giustizia, ma è solo l’ultimo, disperato grido:

Delicatissima, quasi disperata, la situazione dell’Inter, dove c’è un coinvolgimento diretto dell’amministratore delegato Ghelfi e del direttore sportivo Oriali. Recoba ha scaricato su di loro ogni responsabilità per quel falso passaporto italiano: ma per Porceddu (procuratore federale, nda), l’uruguaiano, ex italiano Recoba è colpevole di slealtà e quindi anche per lui chiederà due anni di squalifica. (Repubblica, 13 giugno 2001)

Il 27 giugno arrivano le sentenze, che confermano le previsioni della vigilia. Squalifiche solo ai calciatori, alle società un buffetto sulla guancia (leggi ammende pecuniarie). L’Inter se la cava con una multa di due miliardi, Recoba e Oriali sono squalificati per un anno, Franco Baldini per nove mesi. Ovviamente assolto l’amministratore delegato nerazzurro Rinaldo Ghelfi, al quale era stata addebitata la responsabilità diretta. In questo modo sono scongiurate le tanto temute penalizzazioni in classifica.
Ma vediamo, caso per caso, le motivazioni della sentenza della Commissione Disciplinare della Lega Calcio (il testo integrale è disponibile all'indirizzo: www.lega-calcio.it/comun/0001/cu507). Partiamo da Recoba:

il passaporto italiano del calciatore non risulta essere mai stato rilasciato dalla Questura di Roma, Il Recoba non aveva alcun titolo al rilascio di un passaporto italiano per assoluta inesistenza in capo allo stesso dei presupposti indispensabili, ed in primo luogo alla cittadinanza italiana. A siffatta conclusione si perviene […] sulla base delle sole dichiarazioni rese dal calciatore all’Ufficio Indagini ed alla Procura della Repubblica di Udine. […] Il calciatore ha inoltre escluso di aver mai svolto alcuna pratica od inoltrato alcuna richiesta tendente al rilascio di un passaporto italiano.

La Disciplinare riconosce quindi la falsità del documento e l’estraneità del calciatore dal processo di contraffazione. Tuttavia Recoba è da considerarsi comunque colpevole poiché non poteva essere completamente all’oscuro di quello che stava succedendo e perché avrebbe dovuto quantomeno domandarsi la ragione delle irregolarità presenti nel documento (l’indirizzo di residenza e la data di rilascio):

in nessun caso il calciatore avrebbe potuto confidare nella veridicità “ideologica” del passaporto italiano che gli venne consegnato alla Borghesiana il 12 settembre 1999 dall’Oriali. [ciò costituisce] grave violazione dei principi di lealtà, probità e rettitudine alla cui osservanza sono tenuti tutti i destinatari delle norme federali, come dispone l’art.1 del C.G.S.
Si tratta infatti di utilizzare mezzi scorretti, o addirittura fraudolenti, al fine di ottenere il riconoscimento di un titolo non spettante, traendone un indebito vantaggio. E’ superfluo il sottolineare, in proposito, che il fatto di diventare “comunitario” ha recato benefici non solo economici sia al calciatore, quanto meno sotto il profilo della libertà assoluta di circolazione del tesserato nell’ambito delle Federazioni comunitarie, sia alla Società di appartenenza, per una migliore utilizzazione dell’organico disonibile. […] La sconcertante faciloneria con cui Recoba, sebbene “stupito” di aver ottenuto un passaporto italiano, se ne è servito perché gli conveniva acquisire lo status di comunitario, assume, alla luce delle considerazioni sopra svolte , un significato probatorio decisivo ai fini dell’accertamento della partecipazione attiva e pienamente consapevole del tesserato alla realizzazione dell’illecito.

Per quanto riguarda Oriali:

risulta dagli atti che questi, all’inizio della collaborazione con l’Internazionale a giugno 1999, apprese che la Società aveva interesse alla variazione di status del Recoba da extracomunitario a comunitario e che a tal fine era stato interessato uno studio legale spagnolo, le cui ricerche si erano però arenate, trattandosi di pratca complicata che richiedeva in ogni caso, tempi molto lunghi.
Risulta altresì che l’Oriali si interessò della questione Recoba assumendo concrete iniziative finalizzate al conseguimento della variazione di status del calciatore, prendendo contatto con il Baldini per conoscere “come facevano alla Roma per i passaporti” e chiedergli l’indicazione di qualcuno che potesse aiutare l’Internazionale a modificare lo “status” del Recoba. Avuto dal Baldini il nominativo del Krausz (da lui peraltro già conosciuto), l’Oriali si attivò per l’avvio della “pratica”, seguendone poi lo svolgimento sino alla conclusione. Egli provvide infine a consegnare a Recoba, il 12 settembre 1999, il passaporto italiano che gli era stato appena fornito dal Krausz.
A carico dell’Oriali gravano elementi di accusa:
a) fu l’Oriali a ricevere il passaporto dal Krausz. Prima di consegnarlo a Recoba, egli ebbe modo di esaminarlo e di rilevare che la data di emissione risaliva al 9 novembre 1998, cioè quasi un anno prima del giorno della consegna […]
b) Oriali ebbe anche modo di rilevare, esaminando il passaporto, che dal documento Recoba risultava residente a Roma, circostanza non corrispondente al vero, e che sul passaporto era applicata una fotografia del Recoba di cui egli “non sapeva nulla”.
c) fu l’Oriali ad incaricare Krausz dello svolgimento della “pratica” in Argentina e ad autorizzare, dopo aver ottenuto l’assenso della Società, il versamento della somma di 80.000 dollari pretesi dalla Liliana Rocca quale compenso per l’ottenimento del passaporto.
d) fu l’Oriali a promuovere un incontro con Baldini, alla presenza di Ghelfi, nel corso del quale venne chiesto al Baldini di assumersi tutta la responsabilità dell’operazione […]
e) l’Oriali, essendo a conoscenza dei precedenti infruttuosi tentativi svolti in Spagna per il conseguimento della cittadinanza comunitaria del calciatore, non poteva confidare nella correttezza e regolarità di un passaporto italiano di Recoba ottenuto in Argentina da una non meglio precisata “agenzia”, in tempi a dir poco fulminei, dal momento che egli sapeva che da parte di Recoba non era stata presentata ad alcuna autorità italiana la domanda di rilascio del passaporto.

Secondo quest’ultimo punto, la responsabilità di Oriali è gravissima: egli, infatti, ben conosceva le lungaggini burocratiche che comportavano pratiche di questo tipo e ne aveva fatto esperienza in Spagna, durante l'inutile ricerca dell'avo di Recoba. Oriali, il quale non ha mai avanzato richiesta di rilascio in italia, non poteva essere così ingenuo da credere che un passaporto ottenuto in un mese, e in Argentina, potesse essere regolare:

L’affermazione dell’incolpato, di non essere stato consapevole della pretesa illegittimità del documento e di non aver dubitato della correttezza delle persone alle quali aveva affidato, per conto della Soc.Internazionale, lo svolgimento della “pratica”, si riduce a mera allegazione difensiva priva di effettivo riscontro, che non intacca minimamente il completo e convincente quadro probatorio raccolto a suo carico.

Stabilita la colpevolezza di Oriali (la quale chiama pesantemente in causa anche Franco Baldini), rimane da sciogliere il nodo più importante: il ruolo di Rinaldo Ghelfi, amministratore delegato dell’Inter. Il suo coinvolgimento è fondamentale perché comporta la responsabilità diretta da parte della società nerazzurra. Secondo l’art.8, comma 6 del Codice di Giustizia Sportiva infatti:

La violazione delle Norme Federali in materia di tesseramenti di calciatori extracomunitari compiuta mediante falsa attestazione di cittadinanza costituisce grave illecito sportivo. Le Società, i loro dirigenti, soci e tesserati che compiano direttamente o tentino di compiere, ovvero consentano che altri compiano, atti volti ad ottenere attestazioni o documenti di cittadinanza falsi o comunque alterati al fine di eludere le norme in materia di ingresso in Italia e tesseramento di calciatori extracomunitari, ne sono responsabili e sono puniti ai sensi dei commi 7 e 8 seguenti. (Il comma 7 parla della responsabilità diretta e rimanda alle sanzioni previste dall’art.13, lettere f), g), h) i), nda)

La falsificazione di un documento costituisce quindi “grave illecito sportivo” e, in caso di responsabilità diretta, le pene sono severe: (in ordine decrescente di gravità) revoca di eventuali titoli conquistati (non è il caso dell’Inter), esclusione dal campionato di competenza, retrocessione in serie B, penalizzazione di punti in classifica.
La sentenza della Disciplinare parla apertamente dell'attiva partecipazione di Ghelfi ma lo fa con una marchiana contraddizione. Dapprima infroma che l’amministratore delegato si sarebbe interessato del passaporto solo a rilascio ottenuto:

Al sig. Rinaldo Ghelfi, amministratore delegato alla Soc.Internazionale, viene contestata la partecipazione alla illecita condotta posta in essere dai tesserati della sua Società, Recoba ed Oriali in concorso con Baldini e con terzi non tesserati. Peraltro, dagli accertamenti svolti in sede di indagini risulta un intervento diretto del Ghelfi nella vicenda soltanto nel maggio 2000, momento in cui era divenuta di pubblico dominio la notizia di possibili irregolarità riguardanti il conseguimento dello status di comunitario da parte del calciatore della Lazio Veron.

Quindi, poche righe dopo, viene affermato che Ghelfi era ben cosciente fin dall’inizio di cosa comportasse l’avvio della pratica in Argentina. Oriali, infatti, non ha interessi personali ad ottenere un passaporto per Recoba, ma si è mosso solo dopo precise indicazioni societarie:

Oriali, non essendosi attivato per il passaporto di Recoba a titolo meramente personale, deve aver tenuti informati i vertici della Società sull’andamento della pratica. Dagli atti risulta che almeno in due momenti Oriali deve essersi consultato con i propri superiori: il primo quando si trattò di dare il “via” alla pratica in Argentina ed il secondo quando si trattò di effettuare su indicazione di Krausz, il bonifico di 80.000 dollari, che doveva essere autorizzato dai vertici societari.

Quindi, se Oriali sapeva della contraffazione del passaporto e non poteva non considerare 80 mila dollari una cifra spropositata, ci si chiede che cosa abbia detto a Ghelfi per ottenere il via libera all’operazione e il pagamento dell’importo. Inoltre, la sentenza rivela che la somma fu pagata “in nero”, fatto che aggrava ulteriormente la posizione dei vertici dirigenziali interisti. E’ infatti difficile immaginare che Oriali abbia sborsato, di tasca sua e di sua iniziativa, 80 mila dollari:

l’inesistenza nei libri contabili della Società di un pagamento di tale importo potrebbe significare che alla liquidazione del compenso si sia provveduto in forma non ufficiale, cosa che costituirebbe un ulteriore indizio di responsabilità a carico dei referenti di Oriali.

Il quadro accusarorio è quanto mai chiaro. Ci sono tutti gli estremi per un coinvolgimento diretto dell’Inter, a meno che non si considerino i suoi dirigenti incapaci di intendere e di volere. La Disciplinare, invece, non se la sente di affibbiare tale responsabilità all’Inter (=gravi sanzioni) e la sentenza, da una riga all’altra, cambia completamente registro, assolvendo miracolosamente Ghelfi:

Dagli atti, tuttavia, non è desumibile alcuna circostanza che faccia riferire al Ghelfi, in modo certo ed inequivoco, l’adozione di decisioni in tal senso, non potendosi escludere in modo assoluto l’ipotesi
che altri soggetti abbiano provveduto nei predetti termini.
Ritiene pertanto la Commissione che il sig.Rinaldo Ghelfi debba essere prosciolto dall’addebito. La Soc.Internazionale risponde dell’operato dei propri tesserati Recoba ed Oriali a titolo di responsabilità oggettiva.

Con una ridicola motivazione, che sarà superata in assurdità solo da quella di Calciopoli, la Disciplinare alleggerisce ll’Inter da ogni imputazione. Secondo la sentenza, quindi, Oriali avrebbe fatto tutto da solo: non ha avvisato nessuno e ha pagato personalmente gli 80 mila dollari. Niente male come dirigente.

Il 22 luglio la Caf conferma i verdetti di primo grado e l’Inter incredibilmente annuncia di sentirsi danneggiata. La protesta ufficiale del club è da circo delle comiche:

La pronuncia della Caf è iniqua in fatto, poiché non è stata riconosciuta l’evidente buonafede del Recoba e dell’Oriali, e in diritto, perché si è voluto punire il preteso tesseramento come comunitario del calciatore, nonostante la dichiarazione di illegalità della norma che discriminava i giocatori extracomunitari. Pare clamoroso che la pretesa violazione dei doveri di probità sia stata giudicata ben più grave dei casi di doping esaminati dalla Caf (in riferimento ai casi di Bucchi e Monaco, nda)

I lamenti interisti funzionano e, ad ottobre, la Camera di Conciliazione ed Arbitrato del Coni dà l’ultima pennellata al quadretto, riducendo la squalifica di Recoba a 4 mesi (il quale la sconta per metà in estate), quella di Oriali a 6 e abbassando l’ammenda alla società a un miliardo e quattrocento milioni.
Ma manca ancora il responso della giustizia ordinaria per mettere la parola fine alla vicenda. Il 25 maggio 2006, sette anni dopo il fatto contestato, il Tribunale di Udine condanna Oriali e Recoba, i quali ammettono la falsificazione dei documenti (spunta anche una patente “taroccata” del calciatore) e patteggiano la pena:

ANSA –Il Gip del Tribunale di Udine, Giuseppe Lombardi ha accolto la richiesta di patteggiamento dell'attaccante uruguayano Alvaro Recoba dell'Inter e del dirigente nerazzurro Gabriele Oriali, infliggendo la pena di sei mesi di reclusione ciascuno (sostituita con una multa di 21.420 euro) per i reati di concorso in falso e ricettazione nell'ambito dell'inchiesta sulle procedure seguite per far diventare comunitari giocatori che non avevano antenati in Europa. Nell'inchiesta, divisa in vari filoni, sono coinvolte 31 persone fra le quali 12 calciatori. Oltre al concorso in falso per l'assenza di antenati in Europa, a Recoba e Oriali l'accusa contesta il reato di ricettazione relativo alla patente italiana ottenuta dal calciatore uruguayano, che faceva parte di un gruppo di documenti rubati negli uffici della Motorizzazione di Latina.

La farsa si è finalmente conclusa: Oriali, che in sede sportiva ha negato di essere consapevole della contraffazione, si dichiara colpevole patteggiando la pena in sede penale.
Una storia patetica che ha ancora un’appendice nell’estate del 2006: il 26 luglio, durante un telegiornale Rai viene annunciato che, in seguito alle sentenze di Calciopoli, lo scudetto 2005/06 è stato assegnato all’Inter. Per raccogliere le reazioni dell’ambiente nerazzurro si apre un collegamento con Brunico, dove la squadra sta per disputare un’amichevole. A rispondere alle domande dell’inviato c’è Gabriele Oriali, il quale parla di “scudetto dell’onestà”. Proprio quell’Oriali che due mesi prima aveva patteggiato la pena per truffa e ricettazione.

Senza vergogna.


Un'ovazione per Dr.Zoidberg per il perfetto lavoro svolto.

IL RITORNO DI ANTIINFORMAZIONEJUVE

Da oggi riparte Antiinformazionejuve dopo un breve ma necessario periodo di pausa.

In quest'ultimo mese si è, per fortuna, parlato molto più di calcio giocato che di altro, quindi vorrei fare un piccolo resoconto dal mio ultimo aggiornamento.


Serie A

Nella massima serie la classifica sta prendendo forma, cominciando a delineare più chiaramente i rapporti di forza tra le squadre. Il Napoli, infatti, si piazza con molte discussioni al primo posto grazie a 2 contestatissime vittorie: quella al San Paolo contro il Bologna grazie ad un rigore dubbio e quella a Pescara grazie ad un rigore visto solo dall'arbitro (o meglio, dal guardalinee), che seguono a ruota la partita con la Juve, in cui furono negati ai bianconeri 2 rigori SOLARI per i noti motivi di ordine pubblico. Credo sia palese che i partenopei l'anno prossimo debbano per forza di cose giocare in serie A. Sotto l'aspetto tecnico, la squadra azzurra pare molto in difficoltà con ogni avversaria, e riesce a capitalizzare i discutibili vantaggi grazie ad un super Iezzo.
Scendendo di un punto troviamo la Juve. I 24 punti accumulati dai bianconeri sono, come tutti sappiamo, fittizi in quanto quelli effettivi sarebbero 33. Dopo il pareggio falsato di Napoli, i bianconeri hanno inanellato 2 belle vittorie casalinghe (col Pescara con doppietta di Nedved e col Lecce grazie a 4 gol dei baby), portando il ruolino casalingo a 6 vittorie su 6 match disputati. Tra queste 2 vittorie si è registrato il pareggio a Bergamo contro l'Albinoleffe, che si era portato in vantaggio grazie ad un rigore di Joelson (Espulsione di Buffon in quell'occasione, la prima in carriera...) ed il primo gol in maglia bianconera di Raffaele Palladino. Da segnalare gli esordi e le ottime prove dei giovani bianconeri, che stanno tirando la carretta in questo periodo in cui la rosa dei campioni d'Italia è sventrata dagli infortuni. Mirante, Marchisio, Paro, De Ceglie, Bojinov, Palladino, Venitucci sono il futuro di questa società, ai quali possiamo aggiungere Marchionni, Chiellini, Balzaretti ed i tanti giovani che sono in prestito e che ben si stanno comportando nei campionati professionistici come Gasbarroni, Konko, Criscito, Paolucci, ecc...
Perdono posizioni il Genoa, che registra la 2° sconfitta consecutiva a Bologna dopo quella casalinga con lo Spezia (e si spera che venerdì valga il detto "non c'è 2 senza 3" dato che a Marassi sarà di scena la Juve) ed il Piacenza, mentre salgono Bologna, Cesena e Rimini.
Credo che per la promozione diretta sarà lotta fino alla Fine tra Juve, Napoli e Genoa, mentre ai playoff possono accede Bologna, Rimini, Piacenza, Cesena e Bari (anche se terrei ben d'occhio l'Albinoleffe).

Serie B(arzelletta)

E ora veniamo a quel campionato che le gazzette chiamano serie A, ma che di massima serie non ha proprio nulla. Intanto l'appeal, dato che i paesi esteri hanno deciso di limitare (Spagna) o addirittura cassare (Inghilterra) il campionato-farsa italiano.

Checchennedicano gli interisti, questo è sicuramente il campionato più brutto, noioso e scarso tecnicamente che si sia mai visto in Italia. I motivi sono molteplici: la mancanza della Juve in primis, ma anche quella del Milan (non solo per fattori esterni come per i bianconeri) e soprattutto la considerazione che l'Inter conbatterà per lo scudetto contro... nessuno. Infatti, il Milan è già tagliato fuori, la Roma ha una buona squadra titolare, ma una panchina inesistente e non competitiva alla distanza, il Palermo calerà e sarà già buono se riuscirà a centrare un comunque storio accesso alla Champions League.

L'inter, dal canto suo, ha obiettivamente un super squadrone, ma è bello vedere come Ibra fosse uno scarso l'anno scorso mentre un fenomeno quest'anno, come Vieira in bianconero fosse un centrocampista molto falloso e meritevole di espulsione in ogni gara mentre quest'anno spara calci e gomitate a destra e a manca senza sanzioni arbitrali, ma va bene così...
Ormai l'aria che tira l'abbiamo capita tutti e la riprova l'abbiamo avuta domenica sera a Palermo: non che la vittoria dell'Inter non fosse meritata (e ci mancherebbe altro, tecnicamente e fisicamente le differenze sono abissali) ma lascia ancora una volta sbigottiti l'allucianante difesa che i media attuano veso la società perdazzurra. Infatti, c'era un probabile rigore per il Palermo (nel tentativo di rovesciata di Amauri, Cordoba spintona da dietro il brasiliano facendogli perdere l'equilibrio, rigore quindi non solare ma probabile dato che danno procurato c'è di certo) ed il gol vittoria di Viera era da annullare, dato che era viziato da un fallo in partenza dello stesso francese su Caracciolo a metà campo.

Su questi episodi i media hanno relativamente taciuto, anzi i voti all'arbitro Rosetti sono stati tutto sommato positivi. A nulla sono serviti i lamenti di Zamparini (mentre l'anno scorso Moratti poteva dire quello che voleva), ma quello che lascia allibiti è la dichiarazione rilasciata martedì dal buon Mancini: "Basta parlare del contratto. E smettiamola anche di parlare degli arbitri: questi veleni ci sono sempre stati. "

Caro Mancini, ma non eri tu che gli anni scorsi protestavi ad ogni partita? Quest'anno invece non vuoi sentir dire nulla sugli arbitri, vero? Va tutto bene quando favoriscono SEMPRE E COSTANTEMENTE voi? Sei patetico, come la società che alleni. Vi auguro di vincere questo scudetto e di festeggiarlo adeguatamente, dato il golpe che avete architettato per vincere qualcosa dopo 20 anni!

MEGLIO UNA VITA IN SERIE B CHE UN SOLO GIORNO DA INTERISTA!

P.S.: Da ora riprenderò a postare gli articoli "interessanti" saprsi sul web. Se qualcuno ne volesse segnalare o voleste commentarli, potete scrivermi in privato la mio indirizzo e-mail:


Vi aspetto numerosi, questo blog può andare avanti solo grazie a voi. TENIAMO ALTO L'ORGOGLIO DI ESSERE BIANCONERI.

Mirko

mercoledì, novembre 29, 2006

IL PALLONE DI STERCO 2006

Popolo bianconero, votiamo il "PALLONE DI STERCO 2006", il concorso che premia la persona più odiata da noi juventini per quanto fatto (e detto) durante tutto quest'anno.

Come prima edizione, capisco benissimo che è una dura lotta, perchè i nomi che vi propongo sono tutti "interessanti" e tutti con ottime prestazioni antijuventine.

Lo stesso sondaggio l'ho postato sul forum PBN e terminerà alla mezzanotte del 30 novembre.

I voti accumulati qui si uniranno a quelli di PBN e formeranno il vincitore del PALLONE DI STERCO 2006.

Vi chiedo di votare solo 5 nomi a testa (sul forum non è possibile votare di più per i limiti che ho messo, qui non ci sono) e solo per una volta a persona.


Inoltre, vi chiedo di valutare bene tutto, dalle dichiarazioni antijuventine ai comportamenti.

Votate numerosi....

Ecco a voi la lista dei "candidati"

  1. Guido Rossi
  2. Massimo Moratti
  3. Tronchetto Provera
  4. Roberto Mancini
  5. Ministro Melandri
  6. Marco Travaglio
  7. Riccardo Luna (in rappresentanza de "Il Romanista"
  8. Carlo Verdelli (in rappresentanza de "La Gazzetta dello Sport")
  9. Ruggiero Palombo
  10. Candido Cannavò
  11. Paolo Ziliani
  12. Paolo Liguori (in rappresentanza di "Tg Com"
  13. Maurizio Mosca
  14. Elio Corno
  15. Sandro Mazzola
  16. Gianni Petrucci
  17. Francesco Saverio Borrelli
  18. Cesare Ruperto
  19. Piero Sandrulli
  20. Stefano Palazzi
  21. Silvio Belusconi
  22. Leonardo Meani
  23. I Della Valle
  24. Zlatan Ibrahimovic
  25. Fabio Cannavaro
  26. Gianluca Zambrotta
  27. Patrick Vieira
  28. Emerson
  29. Lilian Thuram
  30. Vincenzo Matarrese
  31. Cobolli Gigli (nuovo CDA Juve)
  32. Luciano Moggi
  33. Antonio Giraudo
  34. Vecchio CDA Juve
  35. Roberto Beccantini
  36. Sandro Piccinini
  37. Maurizio Pistocchi
  38. Maurizio Costanzo
  39. Roberto Scarpini
  40. Gabriele Oriali
  41. Beppe Severgnini
  42. Aldo Grasso
  43. Oliviero Beha
  44. Gianpaolo Ormezzano
  45. Aldo Agroppi
  46. Fabio Caressa
  47. Maurizio Zamparini
  48. Adriano Galliani
  49. I 3 saggi che hanno assegnato lo scudetto all'Inter
  50. Gli Elkann
  51. Gli altri presidenti di B (Cazzola, De Laurentis, Preziosi, ecc...)
  52. I media italiani in generale
  53. Alessandro Vocalelli (in rappresentanza de "Il Corriere Dello Sport")
  54. Giancarlo Padovan (in rappresentanza di "Tuttosport")
  55. ALTRO (Specificare chi)


GUARDA IL SONDAGGIO SU PBN

Forza votiamo tutti e che vinca il...............

martedì, novembre 07, 2006

NAPOLI - JUVENTUS 1 a 1


Alla 10° giornata arriva il secondo stop stagionale della Juve, ma ritengo che la partita di ieri sera abbia tolto ogni dubbio a chi non credeva che i bianconeri trionfassero in serie B.

Infatti, nella trasferta più difficile dell'anno, senza Trezeguet, Nedved, Boumsong, Kovac, Giannichedda, Marchionni e Tudor di partenza e con il (pare) grave infortunio all'ottimo Legrottaglie, i bianconeri hanno praticamente dominato la gara davanti ad un pubblico per una volta civile (tranne dopo il 90°...), salvo arrendersi davanti alla foga dei partenopei dopo lo svantaggio.

Da segnalare le ottime prove del giovane Marchisio (ogni volta che lo guardo mi ricorda De Rossi per grinta, personalità e balistica, nonchè per l'aspetto estetico...) e del redivivo Legrottaglie. Si prega la dirigenza bianconera di limitare i già numerosi ed ingenti danni e di trattenere a tutti i costi questo giovanissimo talento, perchè sono convinto che ne sentiremo parlare per molto tempo!

Partita abulica nel primo tempo e molto più vivace nella ripresa, con la Juve 2 che ha cercato di fare la partita. Molto positiva la difesa d'emergenza (Bucchi non ha visto la palla per 45 minuti) fino all'uscita di Nicola, dominio assoluto a centrocampo ma assenti in attacco, dove un fantastico Del Piero era costretto a fare tutto da solo data la bradipaggine di Zalayeta.

Una menzione per l'arbitro Rizzoli: 5 (dico 5) fallacci da dietro su Del Piero, ognuno meritevole dell'espulsione, che hanno prodotto solo 4 ammonizioni ed un rigore PAZZESCO per doppio fallo in area su Legrottaglie (poi uscito per infortunio in seguito a quel clamoroso fallo subito) e Chiellini, con l'arbitro a 2 metri dall'azione con la visuale completamente libera.

E' il primo caso di espulsioni e rigori negati per "ordine pubblico", e siamo a 3 dopo i rigori negati col Brescia ed al gol annullato ingiustamente a Bojinov col Frosinone.

Effetto Moggi? O effetto Rossi? Vedremo.... Credo che Galliani ed Ancelotti la pensino come me.

Veniamo ai miei singoli voti:

Buffon 6,5: Il miracolo sul colpo di testa di Calaiò sarebbe valso un 9 se il pallone del pareggio non gli fosse passatio tra le gambe. In ogni caso un'altra prestazione maiuscola del miglior portiere del mondo e prossimo pallone d'oro (se ci fosse un pò di giustizia e buon senso).
Birindelli 5.5: La media tra il 6,5 da laterale ed il 4,5 da centrale. Nel primo caso limita parecchio le scorribande di Bogliacino, nel secondo commette una serie di errori che potevano costare la sconfitta.
Legrottaglie 7,5: Letteralmente un muro. Era la mia (e non solo) paura principale sapere dell'ex clivense in marcatura sul temibile Bucchi. Risultato: prestazione maiuscola del biondo difensore e nessun pallone toccato dal napoletano. Quando esce lui la difesa juventina va ripetutamente in bambola. Se ritrova la tranquillità dei tempi veronesi diverrà un rincalzo di lusso.
Chiellini 6,5: Discreta prova da centrale. Che abbia trovato un nuovo ruolo? Fisicamente è un mostro, peccato per la tecnica molto elementare.
Balzaretti 6: Fa il suo con mestiere, ma è più timido di altre volte, limitando le scorribande sulla fascia. Calaiò si rivela un pericolo costante e ha privilegiato la fase difensiva in aiuto a Chiellini.
Zanetti 7: L'uomo imprescindibile per il centrocampo bianconero. Recupera una quantità industriale di palloni, spezza l'azione napoletana e fa ripartire quella bianconera. Da tenere anche in A.
Paro 6,5: Gran bella prestazione di questo giovane talento. Anche lui è uno dei giovani scovato da Moggi, come tutti gli altri. Proprio sicuri che nessuno lo rimpiange?
Marchisio 8: Una prestazione paurosa di questo giovanissimo talento del vivaio bianconero. Classe, personalità e grinta non gli mancano. Come ho già detto sembra di vedere il De Rossi dell'esordio. La più grande speranza bianconera per il futuro.
Camoranesi 5,5: Lezioso e superficiale, ma quando salta l'uomo crea sempre pericolo. Oggi era nella suo classica gionata no. Speriamo ne capitino ancora poche....
De Piero 7,5: Tutti ai piedi del Capitano, e non solo in senso metaforico. A Napoli ha subito un numero impressionante di falli da dietro, dei quali molto commessi da un Montervino che sarebbe dovuto essere espulso al 30 del primo tempo. Salta la difesa napoletana con incredibile facilità e pennella a modo suo il 203° gol in bianconero. La vera serie A è dove gioca lui!
Zalayeta 4: Ma cosa ci sta a fare in campo? Si muove con imbarazzante lentezza, sbaglia anche i più elementare degli appoggi, non azzecca una torre o una spizzata e blocca tutte le azioni d'attacco che passano dai suoi piedi. Dove sei David????

De Ceglie 6:Entra e fa il suo a sinistra. Anche lui pare una grande speranza per il futuro prossimo.

Deschamps 5,5: Poteva fare poco, ma avrebbe potuto inserire Zabina per Legrottaglie e Bojinov per quel bradipo di Zalayeta. Caro Didì, ci vuole coraggio, lo stesso che hai dimostrato lanciando due bei primavera.

Voto generale alla prestazione della Juve: 6,5. Solo la sfortuna (assenze), l'arbitro e l'orgoglio dei napoletani sono riusciti a fermare questa Juve, che rimane comunque fuori portata per qualsiasi squadra del campionato cadetto. Il Genoa è ora a soli 3 punti e l'obiettivo di essere in testa a Natale non è più un'utopia.

Le belle notizie arrivano dal gioco, dal riavvicinamento dei tifosi e dell'esplosione dei giovani talenti bianconeri (Paro e Marchisio su tutti). Dopo mesi di tempeste, il futuro sembra sempre più splendente.

Sabato viene l'iguardabile Pescara dell'ex granata Ferrante. Mi auspico vittoria larga e bel gioco e tra qualche mese tireremo le somme.


FORZA JUVE SEMPRE!!!!!

lunedì, novembre 06, 2006

CLAMOROSE DICHIARAZIONI DI CORRADO DE BIASE

In collegamento con una radio Toscana l'ex giudice smonta il processo di Calciopoli e attacca pesantemente la nuova dirigenza bianconera: "Quando si cassa, per motivi di tempo, un grado di giudizio, quando si impedisce agli imputati di portare testimoni, dossier e filmati in loro discolpa, ma gli si concede solo 15 minuti per una arringa difensiva, non si può che parlare di aborto giuridico. L'illecito ambientale non è un reato contemplato da nessun codice, a meno che non si parli di inquinamento atmosferico. Non posso dire perchè la la proprietà bianconera si sia mossa in un certo modo, ma mi dicono che la vicenda sia stata abilmente pilotata da loro. La società ha finto di ricorrere al Tar solo per placare l'ira dei tifosi.

Corrado De Biase, il capo dell'ufficio indagini all'epoca dello scandalo scommesse del 1980, risponde ad uno spettatore tifoso della Juventus che telefona a Rete37, emittente privata fiorentina, dove l'ex giudice era ospite, a proposito della Juventus e dell'operato di Zaccone, legale della stessa: "Non posso sapere perchè la proprietà della Juventus si sia mossa in un certo modo, ma mi sento di dire, al 99%, che la vicenda è stata abilmente pilotata dai vertici della squadra torinese, a cominciare dalla richiesta di Zaccone, che ha lasciato tutti di stucco. Zaccone non è un incompetente, come molti credono, ma è stato solo un attore di questa vicenda. Bisogna avere, innanzitutto, il coraggio di affermare una realtà: il procedimento di questa estate ha partorito un autentico aborto giuridico. Quando parlo di "aborto giuridico" mi prendo la piena responsabilità di ciò che dico. Quando si vuole espletare in due settimane un procedimento che richiederebbe almeno 6 mesi solo per un corretto iter investigativo, non può che venir fuori un aborto giuridico. Quando si cassa, per motivi di tempo, un grado di giudizio, quando si impedisce agli imputati di portare testimoni, dossier e filmati in loro discolpa, ma gli si concede solo 15 minuti per una arringa difensiva, non si può che parlare di aborto giuridico. Quando non si concedono agli avvocati difensori degli imputati i testi integrali delle intercettazioni, adducendo che non sono pertinenti, si può solo parlare di aborto giuridico. Quando, infine, si disassegna un titolo ad una squadra, la Juventus, per assegnarlo ad un'altra, l'Internazionale, prima che sia pronunciato il verdetto del primo iter istruttorio, allora siamo ben oltre l'aborto giuridico. Non è un problema di giustizia ordinaria o sportiva: in ogni paese che si definisca civile eventuali pene e sanzioni devono essere comminate dopo che sia stato verbalizzato un verdetto di colpevolezza, mai prima. E non venitemi a parlare di normative UEFA o di liste da dare alla stessa per le coppe europee: i diritti degli imputati, tra cui quello di potersi difendere con i mezzi che l'ordinamento mette loro a disposizione, vengono prima di una partita di calcio. Il punto che mi fa pensare che Zaccone abbia agito su input della proprietà è un altro, e cioè il modo in cui si sono mossi i vertici dirigenziali della Juventus, con quel finto ricorso al TAR. Come, mi chiedo, tu allontani i dirigenti, praticamente dichiarandoti colpevole, poi assisti inerte ed impassibile ad uno scempio mediatico e giudiziario ai danni della tua squadra e poi minacci di ricorrere al TAR? E' il concetto di chiudere la stalla quando i buoi sono fuggiti, se ci pensate bene. Prima ti fai massacrare senza muovere un dito, ti fai disassegnare il titolo, fai stilare i calendari per i campionati e le coppe europee e poi minacci di andare al TAR, strombazzando il tutto sui giornali? Sa tanto di mossa politica per placare l'ira dei tifosi, mi pare. Se Zaccone, che è uomo di valore ed esperienza, avesse avuto il mandato di evitare il disastro si sarebbe mosso in maniera diversa, nel senso che avrebbe fatto notare queste "anomalie" nel tempo intercorso tra la fine del dibattimento e l'annuncio dei verdetti. Quello, infatti, era il momento buono per minacciare di ricorrere al TAR, quando le sentenze non erano ancora state scritte, ma andava fatto in camera caritatis, chiedendo un incontro con Ruperto, Sandulli e Palazzi, e non di fronte ai giornalisti della Gazzetta. Vi prego di notare che non sto discettando di alta strategia dell'arte forense, ma dei principi basici, dell'ABC della professione, di cose che si insegnano ai ragazzi che vengono in studio a fare praticantato: se tu, avvocato difensore, ritieni di avere delle armi da giocare, chiedi un incontro con il giudice e il PM, nel periodo che intercorre tra il processo ed il verdetto, e gli fai notare che, se il responso sarà giudicato troppo severo, le userai. E qua di armi ce ne erano in quantità industriale. Poi, di fronte al fatto compiuto, chi si prende la responsabilità di fermare una macchina che macina miliardi di euro, tanto da essere la sesta industria del paese? Io, per conto mio, posso solo ribadire il concetto già espresso: una penalizzazione di 8/10 punti, una multa e la squalifica di Moggi e Giraudo per 10/12 mesi, questa era la pena congrua, a mio parere. Ogni parallelo con la vicenda del 1980 è improponibile: qua non ci sono tracce di illecito, nè di denaro o assegni. L'illecito ambientale non è un reato contemplato da nessun codice, a meno che non si parli di inquinamento atmosferico.....".


Queste dichiarazioni non hanno eco nella stampa italiana... Chissà come mai????

E chissà che fine ha fatto quella storia delle intercettazioni, di Tavaroli-Moratti-Buora-Inter.

I milanisti pensano ci sia un complotto per far vincere l'Inter (dati i numerosi errori arbitrali a danno dei rossoneri e pro merdazzurri in questa stagione), ma mi sembra strano che lo notino solo ora. Direi che il complotto è iniziato a maggio e la maggior vittima non è certo il Milan!

giovedì, novembre 02, 2006

BUON COMPLEANNO JUVE

Dedicata a voi....
Ieri allo stadio Olimpico di Torino si è svolta la festa per i 109 anni della Juventus.

Aveva senso festeggiare 109 anni? Diciamo subito di si, e molto. Dopo mesi tremendi, si è riscoperto l'importanza e l'onore di essere juventini.

Una festa indimenticabile, bella ed emozionante, quella organizzata all’Olimpico per il 109esimo compleanno della Juventus, alla quale hanno voluto partecipare straordinari campioni del passato tra cui il grande Michel Platini. Proprio “Le Roi”, candidato alla presidenza Uefa, in un’intervista rilasciata ieri in Spagna, ha parlato di un nostro giocatore in merito al Pallone d’Oro: “Se non ci fosse stato il Mondiale – ha dichiarato “Le Roi” - avrei detto Ronaldinho o Henry, ma con il Mondiale che ha fatto mi piacerebbe molto che il Pallone d’Oro tornasse dopo tanti anni ad un portiere, Gigi Buffon”. Prima di arrivare allo stadio, tutti gli invitati hanno incontrato in sede il presidente Cobolli e l’amministratore delegato e direttore generale Jean-Claude Blanc per un saluto. Poi tutti in campo chiamati uno ad uno dal nostro speaker Nanà, ognuno con la propria maglia, addosso o sulle spalle, accompagnato dal racconto delle proprie prodezze: Aanastasi, Bettega, Bonini, Brio, Cabrini, Castano, Carrera, Causio. Poi tocca a Deschamps, che saluta e torna negli spogliatoi a preparare la partita. Si continua con Ferrara, Candido Fortunato, in memoria del fratello Andrea, Furino, Garzena, Gentile, Leoncini, Lippi, Morini, Platini, Ravanelli, Salvadore, Riccardo Scirea, nel ricordo del padre Gaetano, Sentimenti IV, Tacconi, Torricelli. Ecco Del Piero, che rimane in campo giusto il tempo che arrivi Boniperti a consegnargli una fascia di capitano molto speciale, in omaggio ai suoi 200 gol. Mentre il capitano torna nello spogliatoio, Boniperti raggiunge la sua posizione in campo. Intanto si accendono le candeline su una torta disegnata a centrocampo. Ce ne sono 26, una per ogni campione, poi Nanà spiega le altre tre: una per tutti voi, una per tutti i tifosi bianconeri in Italia e nel mondo, una per le 39 vittime dell’Heysel. Applausi e commozione. A questo punto il piccolo Matteo delle Soccer Schools entra in campo e consegna un pallone a Sentimenti IV che lo passa a Tacconi e così via con uno schema prefissato fino agli attaccanti: Anastasi passa a Bettega, palla a Ravanelli, poi a Platini che serve Boniperti, l’ultimo, che invece di tirare in porta fa un assit perfetto per “Le Roi” che spedisce il pallone in fondo alla rete accompagnato dal boato del pubblico! Poi tutti sotto la curva, applauditi dai tifosi che hanno preparato un omaggio speciale per Platini mentre in sottofondo va l’inno bianconero degli anni 80’.

E’ festa grande: BUON COMPLEANNO JUVENTUS!


La stupenda coreografia dell'OlimpicoBettega, Lippi e PessottoPenna BiancaSalutiGiro di campoIl mister capione del mondoVecchie glorie in campoIl goal di PlatiniL'esultanza come ai bei vecchi tempiL'abbraccio tra 2 pezzi di storia bianconeraI tifosi non dimenticano mai i miti....La 'rosa' delle glorie bianconere
ANCHE LORO SONO FIERI DI ESSERE BIANCONERI

JUVENTUS - BRESCIA 2 a 0


Tutto facile per i bianconeri nel recupero della 6° giornata. Nel giorno del suo 109° compleanno, Madama sfoggia l'abito migliore e massacra le rondinelle molto più di quanto lasci intendere il risultato finale.

Deschamps abbandona il caro 4-4-2 e si schiera con il 4-2-3-1 (speculare al modulo che adotta Somma), con i tre trequartisti (Marchionni, Nedved e Del Piero) a proteggere il giovane centrocampo (Paro e Marchisio) e rifornire di palloni Trezeguet. La mossa del tecnico francese risulta felice, soprattutto in virtù della vivacità espressa dall'attacco.

L'ottava vittoria consecutiva è, però, frutto di due reti abbastanza casuali: la prima su punizione dopo 6 minuti (molto simile alla rete segnata sempre da Alex e sempre contro i lombardi in uno Juve-Brescia 5-o del 2002, nella giornata precedente al mitico 5 maggio) e di una deviazione di mano dell'attaccante bresciano Colombo su cross del numero 10 bianconero.

Dopo 20 minuti il risultato era già in cassaforte e si doveva giocare solo per l'accademia (e per non far prendere gol a Buffon). Così, si assiste ad altri 70 minuti di incontrastato dominio juventino, ad un Gigi inoperoso, ad un gol regolarissimo annullato a Trezeguet e ad almeno 2 rigori non assegnati dall'arbitro Tagliavento per altrettanti tocchi di mano dei difensori bresciani nella propria area di rigore.

La pertita termina dunque 2 a 0, il Capitano si porta a 202 reti in bianconero superando Riva nella speciale classifica dei marcatori con la stessa squadra (a 205 c'è Cruyff....), Buffon sale a 661 minuti di imbattibilità (ma il record è ancora lontano, oltre 1200') e la Juve sale al terzo posto in classifica a 3 punti dal Genoa.

I voti:

Buffon s.v.
Birindelli 6,5
Kovac 6,5
Boumsong 7,5
Chiellini 6,5
Marchionni 6
Paro 6,5
Marchisio 7,5
Nedved 7,5
Del Piero 7,5
Trezeguet 6,5

Balzaretti 6
Camoranesi 6
La Grottaglie 6,5 di stima

Deschamps 6,5: In una giornata del genere poteva solo sbagliare la formazione per far dei danni, dato che le motivazioni vengono per forza di cosa da se.

Voto generale alla prestazione della Juve: 7+. Dipingevamo il Brescia come un avversario ostico, ma ci scordiamo sempre che se la si gioca da Juve, non ce n'è per nessuno. Tutto bene, ma bisogna registrare i 3 infortuni in vista di Napoli: Kovac, Boumsong e Marchionni. Per il difensore croato non dovrebbero esserci particolari problemi, essendo uscito precauzionalmente; per Bum Bum invece sembra impossibile il recupero in vista della trasferta campana ed è una pessima notizia dato che il francese stava giocando su ottimi livelli e la sua assenza sarà un problema (ed il sostituto, Legrottaglie, è un altro problema), mentre non si è capito molto su Marco Marchionni, uscito dal campo poco prima della fine del primo tempo per un colpo subito.

Insomma, si va a Napoli con il morale alle stelle, ma un pò rimaneggiati come uomini, anche se fondamentale sarà il recupero di Zanetti.

Azzardo una formazione per lunedì sera...

Buffon

Zebina Birindelli Kovac Balzaretti

Paro Zanetti

Camoranesi Nedved Del Piero

Trezeguet


Nel caso in cui non recuperi Zebina, si potrebbe optare per Birindelli esterno destro con Legrottaglie centale (mamma mia...), oppure con la sola variante di Balzaretti a destra e l'inserimento di Chiellini a sinistra. Preferirei un 4-2-3-1 perchè il Napoli è una squadra che va in crisi quando viene attaccata alta, ma è molto forte quando offende. Sarebbe importante bloccare De Zerbi e Dalla Bona, il fulcro del gioco dei partenopei.

L'EREDITA' DI FARSOPOLI E I VECCHI FURBETTI DEL QUARTIERINO

Voglio iniziare il commento di oggi con la solita buona notizia dal mondo del calcio

MANEGGIONI A PIEDE LIBERO

FALSO IN BILANCIO, ACQUISITE DA GDF CARTE IN SEDI MILAN E INTER

Ma guarda caso per i potenti club si parla ancora una volta di prescrizione. Alla faccia del calcio pulito.

La guardia di finanza su ordine del pm Carlo Nocerino ha acquisito carte e documenti nelle sedi di Milan e Inter nell'ambito dell'inchiesta su presunte irregolarità nei bilanci tra il 1999 e il 2003. La notizia trapela solo adesso, sebbene l'operazione di acquisizione sia stata effettuata nei giorni scorsi, e al magistrato intanto è stata anche consegnata una perizia sui criteri valutativi con cui era stato determinato il valore di alcuni calciatori inserito nei bilanci delle due società di calcio. Il valore secondo l'accusa sarebbe stato infatti gonfiato. Sia l'acquisizione nelle sedi, sia la perizia servono alla procura per completare il quadro accusatorio in vista degli interrogatori degli indagati programmati a quanto si apprende per le prossime settimane. Saranno sentiti Adriano Galliani, amministatore delegato del Milan, Rinaldo Ghelfi e Mauro Gambaro legali rappresentanti dell'Inter. Da tempo i loro nomi sono nel registro degli indagati con l'accusa di falso in bilancio e frode fiscale. L'inchiesta milanese era stata aperta dopo l'arrivo da Roma dell'esposto del patron del Bologna Giuseppe Gazzoni Frascara che nella capitale aveva portato all'iscrizione nel registro degli indagati per falso in bilancio del presidente giallorosso Franco Sensi e dell'ex numero uno della Lazio Sergio Cragnotti. La situazione delle squadre milanesi è diversa da quella di Roma e Lazio, dal momento che Milan e Inter non sono quotate in Borsa e non è certo una differenza da poco anche alla luce della modifica relativa alla legge sui reati societari intervenuta nell'aprile del 2003. Per le società non quotate il reato è contestabile solo su querela da parte di azionisti che almeno per adesso per Milan e Inter non c'è e che difficilmente ci sarà, dal momento che per esempio le plusvalenze realizzate sulla compravendita dei calciatori hanno attutito il "rosso" favorendo i soci che sottoscrissero un aumento di capitale più basso. Mentre l'accusa di frode fiscale potrebbe essere stata sanata dal condono, al quale, per esempio, ricordiamo, il Milan aderì nel 2003 versando un importo complessivo di 4 milioni 202 mila euro. Sempre nello stesso anno l'Inter aderì al condono pagando 68.968 euro. La procura deciderà cosa fare all'esito degli interrogatori degli indagati, ma l'intera vicenda è comunque a fortissimo rischio di prescrizione. (Apcom)


Nulla di nuovo sotto il sole....

Farsopoli ci ha lasciato in eredità una Juve che vince e diverte in serie B, un Inter che vince perchè non ci sono avversari degni, un Milan in piena crisi nel quale il solo Kakà sta giocando sui suoi livelli, un campionato di A mediocre e di bassissimo livello tecnico (lo dimostrano, con tutto il rispetto, il Palermo al primo posto ed il Siena al 4°), a cui fa da contraltrare un campionato cadetto entusiasmante, divertente, nel quale brillano grandi squadre ed ottime individualità.

Vorrei solo sapere se è questo quello che si voleva, ovvero montare un caso che fosse in apparenza clamoroso ma in sostanza solo un fuoco di paglia, ma che la stampa ne parlasse il più possibile, e che, magari, portasse qualche vittoria ai perdenti cronici.

Se il prossimo anno la Juve tornerà in serie A e non ci saranno penalizzazioni, se la dirigenza (come mi auspico che sia) decida di acquistare qualche buon rinforzo di qualità per puntare subito allo scudetto, quali sarebbero a quel punto le vere conseguenze di Farsopoli?

Si tornerà ben presto ad assistere a alle corse a 2 tra Juve e Milan per lo scudetto, l'Inter tornerà a piangere dopo aver riso 2 anni, la Roma tornerà nell'anonimato da cui veniva ed in cui ha sempre vissuto, personaggi come Carraro, Galliani, Della Valle, Moratti, Oriali, ecc.... saranno ancora nel mondo del calcio.

Come si può benissimo notare, ben poco cambierà... Probabilmente l'Inter avrà due scudetti in più, il Milan un brasiliano dentone in rosa, ma la sostanza non cambierà...

Rassegnatevi Rossi e Tronchetti d'Italia, potete ferirci a morte, ma non riuscirete mai ad ucciderci perchè il calcio, in Italia, siamo noi. E presto lo capirete...!

Per finire, un bel commento di Christian Rocca sul suo blog

Ah, dimenticavo....

E' stato preventivamente espulso per doppia ammonizione, giudicata poi chiaramente errata, il fondamentale calciatore dell'Ascoli Pesce. Contro chi giocherà l'Ascoli domenica? Ovvio, contro gli indossatori di scudetti altrui che in dieci giornate hanno affrontato squadre private preventivamente di 6 giocatori. Sessanta per cento, mica male. Ai bei tempi di Moggi, la Gazzetta avrebbe già avviato le procedure di impeachment, invece niente. Ma in fondo hanno ragione, quest'anno non c'è bisogno di alcuna mobilitazione civile: la Serie A, infatti, è stata abolita e sostituita da un torneo aziendale per far divertire Moratti e i redattori del giornale rosa che si trova sui banconi dei gelati. Mi dicono, per dire, che a un certo punto abbia addirittura giocato Recoba.



juve

juve/


NON UN EURO ALLA GAZZETTA!!!

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