mercoledì, maggio 30, 2007

LA TRISTEZZA DEL GIORNALISMO ITALIANO

Questo video è un tentativo di intervista del gironalista(???) di SKY Imbimbo a Pippo Inzaghi, dopo la vittoria del Milan ad Atene.



E noi ci scandalizziamo quando sentiamo certi scempi dai giornalai? Io piuttosto mi stupisco di quante persone siano assoggettate e condizionate dal pensiero di questi soggetti, quando si deve pensare con la propria testa.

Povera Italia...

CONVOCATO CDA STRAORDINARIO

CDA straordinario per decidere l'allenatore

A Torino in corso un consiglio d'amministrazione straordario della Juventus, convocato per discutere il futuro della società, in particolare del prossimo allenatore dopo le dimissioni di Deschamps.

Fonte: sports.it


Sicuramente è curioso questo CDA straordinario, che dovrebbe decidere (e magari annunciare, che sarebbe ora!!!) l'allenatore della prossima stagione.

Da quest'annuncio capiremo le reali intenzioni della società e quindi le prospettive future.

Se fosse Lippi (magari anche con un traghettatore), Capello o Mourihno si darebbe il forte segnale di voler tornare immediatamente ad altissimi livelli.

Se fosse Prandelli (difficile, la Fiorentina non lo molla) significherebbe prender euno dei migliri mister italiani.

Se fosse un altro, come Guidolin, Ranieri o Novellino si opterebbe per stagioni di bassissimo profile.

Poi ci sono le scommesse, quali potrebbero essere Conte, Ferrara, Vialli o Gasperini.

Non saprei fare una previsione in questo momento, ma se dovessi sbilanciarmi direi, nell'ordine

1) Lippi, qualora il figlio risolva le proprie grane giudiziarie in breve tempo
2) Prandelli, juventino e grande tecnico.
3) Un giovane allenatore, nostro ex giocatore.

Non credo, ma nemmeno auspico, allenatori di basso profile e da "provinciale" quali Guidolin, Ranieri o Novellino.

Presto sapremo....

P.S.: Buffon è ad un passo dalla riconferma in bianconero. A giorni l'ufficialità. Se ricordate bene, da sempre vado ripetendo che Gigi sarebbe rimasto da noi, e così sarà.

SENZA MOGGI E' TUTTO PULITO.. ANCHE IN B

Qualche post fa feci le previsioni per il finale dei campionati. Dissi che in A sarebbe retrocesso il Chievo e che andranno in A Juve, Genoa. Playoff per il terzo posto.

La previsonje per la squadra retrocessa in B l'ho azzeccata, la Juve è stata promossa in A mentre in Genoa è vicinissimo al traguardo, ma i playoff sono ad altissimo rischio. Vediamo il perchè (già anticipato alcuni post fa).

E' chiaro a tutti come il palazzo voglia Genoa e Napoli in A. Il Genoa l'avrebbe anche strameritato, il Napoli no (ma ci sta che sia nelle prime posizioni).

Se domenica Napoli e Genoa vincono, sarebbe tutto finito, anche con una vittoria di tutte le inseguitrici.

La classifica ora è questa:

Juventus 85
Genoa 77
Napoli 75
Piacenza 64
Rimini 63
Mantova 61
Brescia 61
Bologna 59


Prendiamo in considerazione solo le squadre che possono influire sulla disputa o meno dei plaoff, quindi Genoa, Napoli, Piacenza e Rimini. Se tutte vincono, si avrà la seguente classifica:

Genoa 80
Napoli 78
Piacenza 67
Rimini 66

All'ultima giornata, mettendo per ipostesi che Piacenza e Rimini vincano (gli emiliani a Vicenza ed i romagnoli a Trieste,e quindi vadano a 70 e 69 punti) si potrebbero avere questi 3 casi:

Genoa-Napoli 1:

Genoa 83
Napoli 78
Piacenza 70
Rimini 69

Genoa-Napoli X:

Genoa 81
Napoli 79
Piacenza 70
Rimini 69

Genoa-Napoli 2:

Napoli 81
Genoa 80
Piacenza 70
Rimini 69

Come si può ben notare, solo nel caso in cui i partenopei sbanchino Marassi si eviterebbero i playoff e considerate le premesse e i buonissimi rapporti tra squadre e tifoserie, tutto fa pensare che il risultato che uscirebbe sarebbe un 2 fisso, alla faccia di Palazzi, Borrelli e tutti i coglioni che credono nel calcio pulito solo perchè è stato eliminato Moggi.

In definitiva, la giornata chiave è la prossima, con Napoli-Lecce e Mantova-Genoa. Se anche solo una delle 2 non vince, tutto sarebbe nelle mani delle inseguitrici, che devono vincere per avere i playoff.

Fantastico sarebbe se il Napoli vincesse e il Genoa perdesse, cosicchè all'ultima giornata i liguri dovrebbero vincere assolutamente con i partenopei per andare su diretta, mentre col pareggio dovrebbero disputare i playoff e sarebbe scongiurato il rischio combine.


Riguardo alla A, dissi (ma lo sapevano tutti) che ci sarebbero state combine nelle ultime giornate. Infatti, alla penultima si salvano Torino e Livorno pareggiando 0 a 0 nello scontro diretto, in una partita da ufficio indagini (solo che questa istituzione si mobilita solo se è coinvolta l'altra squadra del capoluogo piemontese)ed il Cagliari si mette in salvo vincendo con la Roma. Nell'ultima giornata abbiamo assistito alle imbarazzanti vittorie della Reggina con gli ectoplasmi del Milan (il che però sembra aver sfuttato parecchi voti al suo presidente nella città calabrese...), del Siena contro i birilli della Lazio (Monte dei Paschi di Siena contro Capitalia?) e del Parma con l'Empoli (l'unica veramente metitata). L'unico scontro interessante era Catania-Chievo sul neutro di Bologna (ma si sapeva sarebbe stato così). I veneti si sarebbero salvati con vittoria e pareggio, al Catania sarebbe servito invece un successo. I siciliani hanno meritatamente vinto 2 a 0 e disputeranno anche l'anno prossimo la serie A. Grande sportività del Chievo ad accettare il verdetto del campo. Altri (vedi Inter e Torino) hanno sempre protestato per molto meno.

Onore, quindi, ad una grande squadra che ha terminato la sua favola, con l'augurio che i mussi possano tornare presto a volare.

UNA MIA PROVOCAZIONE

L'anno prossimo ci sarà (anzi, dovrebbe esserci) Juventus-Inter. Quaste partita sarà ad altissmo rischio di incidenti tra le tifoserie e di rissa tra i giocatori.

Io voglio lanciare questa provocazione: NESSUN tifoso della Juve deve assistere dal vivo a questa partita nella prossima stagione. In questo modo si eviterebbero si gli sconti, ma si darebbe la chiara percezione di come questa squadra PER NOI NON ESISTA, PER NOI NON DEBBA ESSERE IN SERIE A, PER NOI E' MENO DI ZERO.

E, si badi bene, l'idea non è quella di fare una protesta assurda come i tifosi del Bologna, ovvero COSTRINGERE CON LA FORZA tutti quelli della curva a stare fuori per 15 minuti, bensì è un'azione che deve nascera dal cuore, dalla nostra coscienza.

Stiamocene a casa perchè l'inter e gli interisti SONO NULLITA' TOTALI!

POESIA SULL'INTER

C'è moratti poveretto
con un pezzo di cartone
che nascosto sul balcone
accarezza lo scudetto

Sta pasando un torpedone
con la coppa e le bandiere
sono tutte rossonere
su c'è il Milan già campione

E con questa son già sette
sono fatti NON PUGNETTE
le tue sono sempre due
e gli anni son QUARANTADUE

D'improvviso uno stendardo
"Che c'è scritto?" Ora guardo
ecco un fremito, un susulto
è terribile l'insulto

L'onestone ora si è offeso
lo scudetto è vilipeso
batte i pugni. grida e urla
non gli è andata giù la burla

Gli si cieda presto scusa
"dell'insulto non si abusa"
dice irato il presidente
dimostrandosi furente

Ma dimentica il TAPINO
che nel derby cittadino
cii suoi bei comportamenti
non ci ha fatto poi contenti

Da perfetto nerazzurro
da magnifico buzzurro
si è lasciato un poco andare
cominciando ad insultare

Mentre vince sul più bello
con il gesto dell'ombrello
a fan'kulo ci ha mandato
e Ronaldo ha insultato

Anche merde ci ha chiamato
e neanche si è scusato.
Quindi ora cosa vuoi
se ad offendere siamo noi?

Taci, piglia e porta a casa
questa innocua nostra offesa
visto che non puoi parlarene
ne lezioni ci puoi dare

Ti abbiam chiesto già perdono
scusa un pò la supponenza
sai qual'è la differenza
tra le squadre di Milano?

Tu le scuse già ce l'hai
a noi non le hai fatte mai
io festeggio con gli inglesi
te festeggi coi sensesi

Con noi ora sei arrabbiato
ritenendoti insultato
per un pò di goliardia
piglia, ciapa , porta via

Però in fondo ti capisco
ed un pò ti compatisco.
Ti sentivi già il migliore
Non avevi alcun sentore

Riporta su la testa
eri pronto per la festa
ma crudele fu il destino
che ci mise lo zampino

Tutto cambia all'improvviso
dalla sera alla mattina
su dai, faccu un bel sorriso
sei tornato a PECORINA

Su, da bravo, presidente
sei tornato ai tuoi livelli
coi tuoi gesti degli ombrelli
di magnifico PERDENTE

Noi saliamo sull'OLIMPO
con la COPPA DEGLI DEI
mentre re resti nel limbo
con i tuoi bei piagnistei

Vogliam farci perdonare
per la frase un pò scurrile
e vogliam rettificare
quella scritta tanto ostile

In manioera più educata
affinche sia cosa grata
Ti diciamo"lo scudetto
te lo metti su nel retto"

E se ancora non sta bene
la cambiam come conviene
e diciamo piano piano
"mettilo nel deretano"

GRAVE LUTTO FAMIGLIARE PER LUCIANO MOGGI

Nella giornata di ieri è venuto a mancare il padre di Luciano Moggi.

Sentite condoglianze al Direttore ed alla sua famiglia da AntiinformazioneJuve

martedì, maggio 29, 2007

QUALCUNO HA ANCORA DUBBI CHE SIA FARSOPOLI?

Arbitrato Coni: ridotta inibilzione a Meani, incompetenza su Giraudo

ROMA
Sono stati depositati oggi presso la Camera di Conciliazione e Arbitrato per lo Sport i lodi arbitrali per le istanze Giraudo/FIGC e Meani/FIGC.

Il Collegio Arbitrale presieduto da Massimo Zaccheo, composto dai membri arbitri Francesco Tufarelli, Ciro Pellegrino, ha emesso il lodo arbitrale su istanza di Antonio Giraudo/ FIGC con il seguente dispositivo: «1) dichiara la propria incompetenza a decidere sulla controversia; 2) compensa tra le parti le spese di difesa; 3) pone a carico delle parti, nella misura del 50% ciascuna e con vincolo di solidarietà, gli onorari degli Arbitri e le spese di funzionamento della Camera di Conciliazione e Arbitrato per lo Sport, come separatamente liquidati».

Il Collegio Arbitrale presieduto da Ferruccio Auletta, composto dai membri arbitri Aurelio Vessichelli, Ciro Pellegrino, ha emesso il lodo arbitrale su istanza di Leonardo Meani/FIGC con il seguente dispositivo: «1) in riforma della determinazione della Corte Federale di cui al
Comunicato ufficiale n. 1/CF del 25.7.2006, applica a Leonardo Meani la sanzione della inibizione temporanea per anni due e mesi due; 2) dichiara interamente compensate tra le parti le spese del procedimento e per assistenza difensiva; 3) dichiara le parti tenute in egual misura, con vincolo di solidarietà, al pagamento dei diritti degli arbitri, come separatamente liquidati, nonché dei diritti della Camera di Conciliazione e Arbitrato per lo Sport».

JUVE, E' ORA DI FARE CHIAREZZA!!!

Archiviato con successo il campionato di serie B, all'improvviso scopriamo che la Juve è finalmente di nuovo antipatica. Abbiamo passato un anno a leggere di nuova gestione, nuova mentalità, pulizia, ma come al solito i fatti mi danno pienamente ragione: ad agosto scorso, infatti, dissi che la cosidetta "operazione simpatia" poteva funzionare solo finchè la Juve era fuori dai coglioni (scusate il termine, ma rende benissimo l'idea) e i poteri forti, la vera cupola formata da Roma, Inter e Milan possono spartirsi a proprio piacimento i vai trofei di cartone messi in palio (come volevasi dimostrare, in Italia hanno vinto burini e perdenti, mentre il Milan ha vonto una Champions a cui non avrebbe dovuto partecipare).

Ma ecco che la Juve viene promossa in serie A e subito avversari e media ricominciano a spalare la solita quantità industriale di merda su di noi. Un esempio valido per tutti: ieri ascoltavo su Radio 1 il programma Radio anch'io lo sport e c'era un inviato che parlava della Juve, ovviamente dicendo uma marea di stronzate. Il fatto, del tutto discutibile, che è stato cacciato via Deschamps è un sintomo del vecchio che ritorna, del passato che riaffiora. E, si badi, quel giornalaio non è stato l'unico ad alludere in quel modo. La cosa peggiore, mi pare di aver capito, è il presunto ritorno di Lippi, il che riporterebbe ai tempi deliquenziosi di Moggi.

Come si può benissimo evincere, sono i classici discorsi vomitevoli dei giornalai italiani (senza offesa per la nobile categoria dei venditori di giornali), com'erano prima di Farsopoli e come saranno per sempre. Come dico da sempre, i giornalai ed i media in generale sono solo un pezzo del grande disegno criminoso che ha già ottenuto l'insperata vittoria della retrocessione della Juve e sta progettando chissà quali nefandezze.

Si, tutto questo è vero, ma stavolta la dirigenza l'ha fatta davvero grossa. A mio avviso Didi ha lasciato perchè non gli sarebbero stati comprati i giocatori a lui graditi (magari memori di Boumsong...), quindi secondo Secco e Bettega è il tecnico che si deve adattare ai giocatori messigli a disposizione dagli uomini mercato. E questo è un clamoroso errore: un tecnico ha la responsabilità della conduzione tecnica della squadra e deve poter incidere in modo sostanziale nella rosa a sua dispozione.

Credo che i contrasti tra l'allenatore francese e Secco nascano sia dall'acquisto di Boumsong, ma anche da quello di Bolinoj, altrimenti inspiegabile la stucchevole continua esclusione del giovane attaccante bulgaro. E' palese che i giocatori favorevoli a Deschamps fossero altri, la società l'ha assecondato solo nell'acquisto del difensore francese dal Newcastle... Sbagliando...

Alla "nuova" Juve che torna in A e che per forza di cose DEVE lottare DA SUBITO per il titolo serve una decisa sterzata sul mercato. Si devono prendere campioni da affiancare ai giovani, ovviamente con il pro dell'immagine intramontabile dei bianconeri e con il conro dell'impossibilità di disputare la Champions per almeno 1 stagione. Tirando le somme, le seguenti sono le mosse che consiglio alla società per l'imminente sessione estiva del calciomercato.

Come prima cosa, vediamo la situazione dei giocatori di proprietà Juve in prestito o in compropietà con altre squadre (Nome, Cognome, Squadra in cui ha militato nella stagione 2006/2007, Ruolo, aAno di nascita, Scadenza contratto):


Prestiti:

Landry Bonnefoi (Metz) p 1983 – 2008 -
Claudio Scarzanella (Crotone) p 1986 - -
Andrea Rossi (Siena) d 1986 - - 4 - 0
Manuele Blasi (Fiorentina) c 1980 - 2009 – 27 – 0 – 4 mil
Davide Chiumiento (Young Boys) c 1984 – 2010 – 16 - 0
Andrea Gasbarroni (Parma) c 1981 – 2008 – 25 – 4 – 2 mil
Olivier Kapo (Levante) c 1980 – 2009 – 27 – 5 – 3 mil
Andrea Luci (Pescara) c 1985 - - 29 - 1
Ruben Olivera (Sampdoria) c 1983 - 2009 - 19 - 0
Alessio Tacchinardi (Villarreal) c 1975 – 2009 – 17 - 0
Tomás Guzmán (Spezia) a 1982 – 2010 – 10 - 2
Fabrizio Miccoli (Benfica) a 1979 – 2010 - 19 - 8
Packer (Siena) a 1987 - - 0 - 0
Michele Paolucci (Ascoli) a 1986 - - 28 - 4
Giuseppe Sculli (Genoa) a 1981 – 2008 – 11 - 4
Rey Volpato (Arezzo) a 1986 – 2010 – 21 - 6

Comproprietà:

Giovanni Bartolucci (Siena) d 1984 – 2008 – 0 - 0
Daniele Gastaldello (Siena) d 1983 – 2007 – 18 - 0
Simone Bentivoglio (Modena) c 1985 – 2007 – 28 - 0
Viktor Boudianski (Ascoli) c 1984 – 2008 – 27 - 1
Antonio Nocerino (Piacenza) c 1985 – 2008 – 32 - 3



Nelle compropietà non ho inserito Domenico Criscito, in quanto è giò stato riscattato per la "modesta" cifra di 7,5 mln di €.

Dunque, dei giocatori in comproprità è necessario riportare a casa Nocerino e Boudianski, mentre è consigliabile acquisire l'intero cartellino anche di Bentivoglio e Gastaldello. La spesa per riscattare questi 4 giocatori dovrebbe aggirarsi sui 4/5 mln. In questo caso, la Rosa globale della Juve sarebbe la seguente:

Portieri:

Buffon
Mirante
Belardi
Scarzanella
Bonnefoi

Difensori:

Zebina
Boumsong
Tudor
Legrottaglie
Birindelli
Chiellini
Balzaretti
Kovac
Piccolo
Gastaldello
Criscito
Grygera
Urbano
Rossi

Centrocampisti:

Zanetti
Camoranesi
Marchionni
Nedved
Paro
Marchisio
Bianco
Venitucci
Giannichedda
De Ceglie
Salihamidzic
Blasi
Chiumineto
Gasbarroni
Kapo
Luci
Olivera
Tacchinardi
Nocerino
Boudianski
Bentivoglio

Attaccanti:

Del Piero
Trezeguet
Palladino
Zalayeta
Giovinco
Guzman
Miccoli
Packer
Paolucci
Sculli
Volpato

Con questa rosa a disposizione e 40 mln (i 50 annunciati da Blanc- 7,5 spesi per Criscito e il restante per la riscossione delle 4 comproprietà) farei le seguenti operazioni:

Cessioni:

Trezeguet 15 mln
Tudor 2 mln
Kovac 0.5 mln
Piccolo 1,5 mln
Olivera 2 mln
Giannichedda 0,5 mln
Kapo 2,5 mln
Sculli 1 mln
Zalayeta 3 mln
Guzman 1 mln
Tacchinardi 2 mln
Birindelli 0

Totale incassi: 32 mln (+ 10 rimanenti)

In prestito:

Packer
Bentivoglio
Boudianki
Luci
Chiumiento
Nocerino
Giovinco (1 stagione al Vicenza)
Urbano
Venitucci
Bianco
Rossi
Gastaldello
Scarzanella
Bonnefoi
Marchisio

Acquisti:

Almiron: 5 mln + comproprietà di Paro e Paolucci
Mexes 12 mln
Heinze 6 mln
Huntelaar 18 mln
Saviola 0
Xabi Alonso 20 mln (il sogno sarebbe Lampard...)
Iaquinta 6 mln + comproprietà di Volpato e De Ceglie

Totale spesa: 65 mil

Ricavi: 5 mln, da spartite negli stipendi di Xabi Alonso (o Lampard) e di Buffon, per ringraziarlo di essere rimasto.

In questo caso, si avrebbe la seguente Rosa per la stagione 2007/2008:

Portieri:

Buffon
Mirante
Belardi

Difensori:

Grygera
Zebina
Mexes
Henize
Boumsong
Legrottaglie
Criscito
Chiellini
Balzaretti

Centrocampisti:

Camoranesi
Marchionni
Nedved
Salihamidzic
Xabi Alonso (o Lampard)
Almiron
C. Zanetti
Gasbarroni
Blasi

Attaccanti:

Del Piero
Huntelaar
Saviola
Iauqinta
Palladino


Per la seguente formazione:

Buffon
Grygera
Mexes
Heinze
Chiellini
Camoranesi
Xabi Alonso
Almiron
Nedved
Saviola
Huntelaar
------------

Mirante
Zebina
Criscito
Boumsong
Balzaretti
Marchionni
C. Zanetti
Blasi
Salihamidzic
Del Piero
Iaquinta

Altri giocatori:

Belardi
Legrottaglie
Gasbarroni
Palladino


Questa è la mia Juve 2007\2008. Potrebbe anche rischiare di Vincere il campionato... Che ne dici Secco?

sabato, maggio 26, 2007

DIDIER SI E' DIMESSO

Sky ha appena annunciato che Deschamps si è dimesso da allenatore della Juventus. Domani sarà in panchina per la partita col Mantova, poi lascerà. A chi? Questo è il punto cardine.

Ieri si è avuta la notizia dell'abbandono di Houllier dalla panhina del Lione e l'indiscrezione di Marca che "vede" Capello di ritorno a Torino.

Credo che lo scenario che si delineerà sarà il seguente: Deschamps al Lione con Trezeguet, Capello (o Lippi) alla Juve con nuovi grandi acquisti.

Colgo l'occasione per ringraziare Didier, bravo allenatore ma soprattutto grandissimo UOMO. Ha dimostrato grande umiltà ed attaccamento alla squadra quando ha accettato la nsotra panchina, senza sapere se si sarebbe giocato in B o in C, senza rassicurazioni sul futuro. Con un modesto materiale a disposizione e molti giocatori demotivati ha dominato il campionato cadetto, magari non giocando in maniera spettacolare, ma dimostrando sempre carattere e "stile" Juve.

Grazie Didier, juventino vero. Non ti scorderemo mai!

venerdì, maggio 25, 2007

INDISCREZIONE CLAMOROSA

C'è una clamorosa indiscrezione che rimbalza dalla Spagna, ovvero che Fabio Capello potrebbe tornare sulla pancina della Juve nella prossima stagione. A pubblicarla è il quotidiano spagnolo Marca.

Mah...

giovedì, maggio 24, 2007

VEDIAMO DI NON DIMENTICARE CERTE COSE...

Bravo Milan dicevo, ma certe cose è meglio tenerle ben in mente:

19 aprile 2005:
Galliani: "Buongiorno... ha parlato con alcuni dei due ex designatori?"
Meani: "Dio bono altro che parlato... non ha visto... c''era in macchina Ancelotti gli bestemmiavo dietro parolacce di tutti i colori glie ne ho fatto tant''e'' vero che alla fine Ancelotti mi fa cosa gli dici! E gli faccio..."
Galliani: "A chi?"
Meani: "A Bergamo e Mazzei"
Galliani: "Uh..."

Il 10 aprile 2005 alle 15.46 Rodomonti telefona all'addetto agli arbitri del Milan Meani e parla con lui per sette minuti e mezzo: il giorno precedente Rodomonti ha diretto l'incontro tra i rossoneri e il Brescia (conclusosi sull'1-1) non concedendo un rigore agli uomini di Cavasin per un fallo di mano di Nesta che ha considerato involontario.
Rodomonti: «Grande!!! Tutto a posto, no?».
Meani: «Tutto a posto, non sei contento? T'ho fatto anche prendere sette e mezzo da Cecere, che t'ha scritto che sei preparato atleticamente...».

Sul versante della Champions League Meani ottiene da Pairetto la garanzia che nel prossimo turno di coppa il Milan sarà diretto da Vassaras nel primo incontro e dall'arbitro Hauge nella successiva trasferta. "Erano proprio i due nomi da lui stesso indicati". E' la discussa semifinale con il Psv che varrà la finale.

Telefonata del 19.04.2005
Meani: Sono Vassaras e Hauge i due arbitri della semifinale...ho lavorato bene?
Galliani: Bene...stupendo, stupendo,...stupendo, bravo, bravo...

Telefonata del 19.04.2005
Tra Meani e il dirigente rossonero Rino Roccato.
Meani: Sono troppo forte, no? Quei due che hai detto tu...il greco e il norvegese ....è bravo poi non ti tira contro di certo. E' quello che gli han trovato anche i biglietti, che partita era che gli ho trovato i biglietti per Vassaras?

Telefonata del 28.04.2005
Tra Meani e Paolo Bergamo prima della designazione di Fiorentina-Milan.
Bergamo: Voi con Stagnoli come vi siete trovati ultimamente? Beh lui potrebbe essere uno.
Meani: Anche se vuoi mettere uno che ha fatto poche partite con noi, che noi ci troviamo bene è anche Ambrosino...eh a me Stagnoli e Ambrosino vanno anche bene ..eh.
Bergamo: Mentre invece Airoldi no ..eh?
Meani: Airoldi può andare bene anche...o Stagnoli-Airoldi o Stagnoli-Ambrosino puoi mandare.
Bergamo: E allora mi danno una certa garanzia Stagnoli e Airoldi.

Prima di chiudere la conversazione Meani trova ancora lo spazio per mettere una buona parola per l'assistente Cristiano Copelli

Meani: Ascolta, mi raccomando Paolo so che sei arrabbiato ma mi raccomando con Cristiano.
Bergamo: No, stai tranquillo, stai tranquillo

R.: «Ho letto solo la Gazzetta e il Corriere dello Sport, gli altri non li ho letti ma credo che siano tutti sullo stesso andazzo no?».
M.: «Sì... obiettivamente non hai sbagliato niente... Perché anche quella roba là che la menavano sul calcio di rigore... Ma è a un metro e mezzo e girato... Ma son quelle polemiche stupide solite perché c'è di mezzo il Milan...».
R.: «Tutto a posto...».
M.: «Tutto a posto... Comunque guarda che mi ha telefonato il mio presidente che ti da l'indirizzo e ti manda a fare anche a te il trapianto dei capelli lì in Svizzera...».

Meani: "Perche'' Pairetto e'' in Germania"
Galliani: "Uh... uh... e che dicono questi signori?"
Meani: "Pensi... si sono ca... si cagano addosso [...]".
[...] "E bisogna stargli addosso! Adesso e'' il periodo pe... questo e'' il periodo pericolosissimo"
Galliani: "Uh lo so bene uh lo so bene..."

31 maggio 2005
[...]
Meani: "Ecco! E poi volevo dirle: e'' possibile se io posso spingere per due persone con Lanese da mettere nelle commissioni dilettanti e di C?"
Galliani: "Spinga..."
Meani: "Perche''... abbiamo un po'' di controllo anche nelle categorie inferiori e'' meglio!"
Galliani: "Va bene, va bene... va bene, spinga, spinga va bene..." [...]
Meani. "E Puglisi pero'' bisogna far tutto per metterlo in A e B eh..."
Galliani: "Vabbe'' adesso... ma dove negli assistenti pero''?"
Meani: "Negli assistenti certo"
Galliani: "Certo, va bene!"

Decine di contatti, telefonate con arbitri e guardalinee. Pressioni. La foto, insomma, di un’azione permanente, ben lontana dall’istintiva sfuriata che può seguire a un’arbitraggio storto. In questo campionato parallelo, emerge la figura del rossonero Leonardo Meani, «responsabile dei rapporti fra la società e la classa arbitrale nazionale e internazionale»: il suo telefono trilla decine di volte con le reclute da catturare, guardalinee, arbitri, designatori. Il referente di tutta questa attività, almeno dalle telefonate, pare essere l’ad e vicepresidente del Milan, Adriano Galliani, cui è dedicato pure un paragrafo dell’informativa dei militari.
I risultati arrivano: «Il Milan, consapevole delle potenzialità di intercessione da parte di Moggi, in grado sicuramente di una maggiore capacità di dominio e controllo in relazione alle sue potenzialità all'interno degli uffici che contano, non rimane fermo a guardare gli aggiustamenti, e attraverso Meani cerca di tenere testa, con ottimi risultati, soprattutto grazie alla voce del presidente Galliani» La vera partita, allora, non si gioca solo dentro gli stadi, «ma anche e soprattutto sui tavoli degli uffici e degli scacchieri, dove determinate e studiate manovre consentono lo spostamento delle pedine, in questo caso degli assistenti, da parte di talune società calcistiche per conseguire in ogni singola partita quei piccoli vantaggi che, alla fine, consentono quell’allungo decisivo per il successo finale».
Solo quando c’è da governare il Palazzo, Milan e Juve vanno d’accordo: Meani - riassumono gli investigatori - dichiara disinvoltamente all'assistente che «comunque la mettano, il gioco lo comandano sempre Galliani e Giraudo». Quando invece bisogna decidere arbitri e guardalinee, torna la tempesta. E pure il Milan, ha le sue vittorie, come in occasione della partita casalinga contro il Chievo del 20 aprile 2005, che i rossoneri vinceranno 1-0. Lì, dopo quasi due anni, tornerà il «fidato» Puglisi. E’ lo stesso assistente, in una telefonata fatta due giorni prima della partita, a confermare come il sistema, ormai, veda decisioni pilotate. «Puglisi gli fa presente che gli assistenti vengono inviati agli altri, Juventus, così come vengono inviati a loro, Milan. Li mandano a te e li mandano a loro».
L’infaticabile Meani si dà da fare pure in vista del big match con la Juventus, l’8 maggio 2005, che deciderà lo scudetto. Vinceranno i bianconeri 1-0, ma i carabinieri dedicano un paragrafo alle «pressioni» milaniste in vista della sfida, con l’ex designatore Paolo Bergamo impegnato «a mantenere il piede su due staffe», fra una cena con Moggi e Giraudo e le telefonate con il Milan. Che diedero frutti, apparentemente, almeno secondo una telefonata di Meani al dirigente del Milan Rino Roccato: «Meani riferisce di aver selezionato e deciso lui stesso la terna arbitrale per la decisiva partita Milan-Juventus». Nel dubbio, il 6 maggio, due giorni prima dell’incrocio di San Siro, il dirigente chiama Farneti, uno dei due guardalinee designati: e quando l’assistente «ringrazia per l’ennesima volta il dirigente milanista per la possibilità che gli hanno concesso, Meani gli riferisce che sono stati preparati gli orologi per tutta la squadra arbitrale».
Il dirigente rossonero, prima, aveva pilotato pure gli assistenti della partita contro la Fiorentina, parlando con Bergamo, uno dei due disegnatori: Meani, «decisamente prevaricatore, alla fine sceglie, praticamente, egli stesso gli assistenti». Il miracolo di Meani, però, resta il gran ritorno di Puglisi, «l’ultras del Milan». Per ottenerlo, il dirigente attacca di brutto Gennaro Mazzei, responsabile assistenti della Commissione Can, «sempre portando avanti la voce di Galliani». E Mazzei, «alquanto intimorito» replica: «Si, no, no, no te lo mando, non è che...ci mancherebbe altro». Pure i carabinieri faticano a credere al dialogo: «Mazzei - scrivono - a queste assurde disposizioni non trova altro da ribattere che una risposta abulica ed inquietante: ‘va bene!‘». Su tutto, poi, c’era la benedizione di Bergamo: «Mazzei confida a Meani che Paolo (Bergamo, ndr) ha dato disposizione di inviare (al Milan) uomini di fiducia». Mazzei spiega: «Ha detto di mandargli gli uomini, gli uomini di fiducia».
Bisogna pur campare, a certi livelli. In ogni caso, sempre pronto ad andare in battaglia, sprezzante del pericolo: «Ma io sono in trincea da solo», esclama l’allora designatore. Cosi’, «diviene addirittura esagerato quello che è riuscito ad ottenere il Milan per la gara interna contro il Chievo: un en plein assoluto e sconvolgente. I due assistenti saranno nientemeno che i due fedelissimi Puglisi e Babini». Per capire com’è andata, bastano i commenti fatti a Meani dall’assistente Contini e dall’arbitro Messina. «Ma li hai designati te i guardalinee o loro? - esclama il fischietto - Se li sceglievi te avresti scelto quei due lì». Il riferimento è al gol annullato all’attaccante del Chievo Pellissier: «Oh - attacca Contini - era buonissimo!...Non buono, buonissimo». Risposta di Meani: «Però i giornali non ne parlano».
Una telefonata a Meani la fa pure Collina, il 18 aprile, due giorni prima della partita: «Beh vedo che hai una certa potenza, volevo farti i complimenti...ma va a ca**re te e tutti quanti...ho aperto il computer ho visto la coppia, dico: non ci posso credere...da morire dal ridere veramente...da morire dal ridere». Inevitabile la conclusione dei carabinieri, da settimane sul tavolo dei Pm di Napoli: «Da anni il calcio va avanti così sporco e inquinato, la Juventus fa il bello e il cattivo tempo, e il Milan giocoforza segue sulla stessa scia, decidendo terne arbitrali e articoli di giornali».

ROMA. « C’era solo il sistema Juve: tutti gli altri erano dan­neggiati » . Dice così, Adriano Galliani, ma il quadro che emerge dalle numerose inter­cettazioni in cui è coinvolto il Milan autorizza a ipotizzare che le cose non stiano esatta­mente in questo modo. Come spiegare, altrimenti, quella che gli inquirenti definiscono la «chiara e netta confidenza» tra Pierluigi Collina e l’addetto agli arbitri della società rosso­nera, Leonardo Meani? E la volontà di incontrare Adriano Galliani in un luogo segreto per discutere del futuro? Emble­matiche, in tal senso, sono le te­lefonate registrate il 18 aprile 2005, il giorno successivo alla sconfitta del Milan a Siena, in una partita diretta dallo stesso Collina e condizionata da un gol di Shevchenko annullato per un fuorigioco inesistente. L’arbitro appare preoccupato che Galliani possa avercela con lui. Meani lo tranquillizza, ri­ferendogli che l’amministrato­re delegato è risentito solo con l’assistente Baglioni. Quando Meani comunica a Collina che Galliani vorrebbe conoscere le sue intenzioni, si sente rispon­dere che avrebbe piacere di in­contrare personalmente il pre­sidente: «Uno dei miei obiettivi era quello di fare quattro chiac­chiere con lui, anche se Siena non è l’ideale. Il problema è che io e lui siamo ben riconoscibili, per cui non vorrei che qualcuno vede e così... forse l’ideale po­trebbe essere la sera di chiusu­ra del tuo locale... una volta che io entro nel parcheggio del ri­storante non mi vede nessuno». Meani suggerisce l’abitazione di Galliani, nel centro di Mila­no, ma poi ci ripensa: «Rischi sempre che trovi un co*****e di un fotografo». E Collina: «Poi io non è che non sia riconoscibi-l­e... Adesso, poi, coi telefoni­ni... ». Insomma, il luogo ideale è il ristorante di Meani, L’isola di Caprera a Lodi. Collina ne è convinto: «Lì a Lodi uno fa il gi­ro della tangenziale e ce l’hai lì dietro... arrivi pum dentro... e faccio in un attimo, insomma. Nessuno ti vede. Se tu sei chiu­so, si può fare a qualsiasi ora», conclude, rivelando una buona conoscenza del luogo. Bisogna ricordare che per lui è un pe­riodo delicato, perché non sa ancora se avrà una deroga per restare in attività e sta defi­nendo il contratto di sponsoriz­zazione con la Opel, lo stesso sponsor del Milan, contratto che gli costerà la rottura con la Federcalcio.
Meani dimostra in moltissi­me intercettazioni la propria influenza: chiede l’invio di as­sistenti graditi, dà « suggeri­menti » espliciti, sottolinea l’in­soddisfazione di Galliani, ottie­ne dal guardalinee Babini col­laborazione per compilare un dossier anti-Juve. Proprio Ba­bini viene scelto col collega Pu­glisi per Milan-Chievo del 20 aprile, a tre giorni dalla scon­fitta a Siena. Dopo quella par­tita, Meani chiama Mazzei, designatore dei guardalinee, critica Baglioni e si sfoga: «Gal­liani è furibondo. Quindi digli di stare molto attenti di qui al­la fine del campionato. Merco­ledì cercate di mandare due in­telligenti... » . Quando viene a conoscenza della terna per Mi­lan- Chievo, Meani telefona a Babini facendogli capire che le lamentele hanno sortito l’effet­to sperato: «Dopo la purga, ar­riva la medicina». L’assistente è perplesso: «Bisognerebbe ri­fiutarla quella partita lì... Cioè, io ho fatto Atalanta-Chievo l’ul­tima volta, Puglisi è una vita che non fa il Milan perché è un ultras del Milan. Con questa designazione confermano che è tutta una porcheria...». Succes­sivamente, Meani contatta Pu­glisi, il quale lo informa che il collega ha espresso anche a lui i propri dubbi. L’addetto agli arbitri dice di aver suggerito a Babini l’atteggiamento che do­vrà assumere: «Gli ho detto... se ti mandano è perché sanno che sei abbastanza gradito al­l’ambiente... Tu basta che mer­coledì... da intelligente... nel dubbio da una parte vai su e dall’altra vai giù. Come fanno gli altri... Gli altri cosa fanno? Nel dubbio, se la Juventus... stanno giù, se è un’altra squa­dra vanno su...». Il giorno dopo, Meani telefona a Galliani, il quale, secondo la ricostruzione, «ne approfitta per chiedergli se ha parlato con i designatori, ri­cevendo non solo risposta posi­tiva ma anche il racconto del­l’energico richiamo fatto a Ber­gamo e Mazzei». Ci sono poi altre situazioni per così dire curiose. Per esempio, il 20 marzo Bergamo si sente in dovere di congratularsi con Meani e Galliani per la vittoria del Milan in casa della Roma. L’onnipresente Meani è prota­gonista di un altro colloquio ri­tenuto significativo dalla magi­stratura: con l’assistente Co­pelli. E’ l’11 marzo 2005, c’è la volata scudetto tra Milan e Ju­ventus e Meani fa trapelare il nervosismo di Galliani «perché Moggi non può pretendere di governare il calcio italiano, eh no, troppo comodo». Copelli ap­prova e sostiene che il quadro è persino peggiore. Al termine della telefonata, Meani lascia capire di essere in grado di in­cidere sulla considerazione di un arbitro: «Hai visto che sto ri­lanciando anche Messina? » . Dieci giorni più tardi, l’interlo­cutore di Meani è Babini: i due parlano della compilazione di una statistica che evidenzie­rebbe come, in diverse circo­stanze, i giocatori in diffida del­la successiva avversaria della Juventus sarebbero stati pun­tualmente ammoniti e squali­ficati. «Se tu ci fai caso, Bolo­gna, Fiorentina e Reggina... so­no già tre». Subito dopo, è un altro guardalinee, Contini, a chiamare Meani, il quale ne ap­profitta per informarlo di avere scoperto che lo stesso andazzo si è verificato col Messina. Altro giro di telefonate, altre affermazioni inquietanti. Si sta avvicinando la sfida con la Ju­ventus, che Ibrahimovic do­vrebbe saltare perché squalifi­cato. La società bianconera ha presentato ricorso alla Caf e la sera del 28 aprile Bergamo te­lefona a Meani chiedendogli di stabilire un contatto urgente con Galliani: motivo, le pres­sioni di Giraudo e Moggi per ottenere la “grazia” dell’attac­cante svedese, per altro respin­ta in sede di giudizio. Dice Meani di Galliani: «Hai capito? E’ incazzato anche lui adesso. Certe cose non sono accettabi­li, forse andavano bene qualche anno fa...», alludendo, secondo gli inquirenti, ai sistemi di Moggi. E Bergamo: « Con me trovano una porta non chiusa, ma chiusa a chiave... » . Due giorni dopo, è in programma Fiorentina- Milan. Meani te­lefona a Bergamo per sapere chi intende mettere nella “gri­glia”: «Ho capito, tu vuoi met­tere
Paparesta, Collina e
Trefoloni ». Ricevuta risposta affermativa, commenta: «Però a Trefoloni gli fai un bel discor­setto, ché sennò gli tagliamo la testa noi...». E più tardi “con­tratta” gli assistenti, ottenendo Ayroldi e Stagnoli.
Nella settimana che precede l’ultima giornata della serie A 2004-05, c’è una serie di telefo­nate tra Meani e il team ma­nager dell’Udinese, Toffolini,
preoccupato perché nella par­tita col Milan la sua squadra si gioca l’accesso alla Champions League. Quando Toffolini chie­de se il Milan schiererà le tre punte, Meani risponde scher­zando: «Veniamo giù incazzati neri e vi facciamo il culo. Te la devi guadagnare la Cham­pions... » . Toffolini replica con un insulto e puntualizza: « E’ già tutto a posto, dai... Vi do un altro giocatore». La partita fi­nisce 1-1 e l’Udinese ottiene il quarto posto. La sera, dopo che è stato ufficializzato il trasferi­mento di Jankulovski al Mi­lan (per altro definito da mesi), Toffolini chiama Meani: «Allora ti devo proprio ringraziare».

COMPLIMENTI AL MILAN, MA...

Il Milan ha vinto una Champions alla quale non avrebbe dovuto partecipare, quindi complimenti ma con molta, molta riserva.

Il cammino dei rossoneri è stato tra i più morbidi mai riscontrati in Coppa Campioni: giorne eliminatorio con Anderlect, AEK Atene e Lilla (squadre che, con tutto il rispetto, da noi avrebbero fatto fatica a qualificarsi ai playoff di serie B), ottavi col Celtic (la più scarsa del lotto), deciso da Kaka nei supplementari dopo un doppio 0-0. Questo è il momento in cui si vede la fortuna di una squadra in quanto qualsiasi altra squadra avrebbe eliminato il Milan in quel turno, ma grazie al "benevolo" sorteggio hanno avuto la meglio. Nei quarti hanno vinto col Bayern, squadra non scarsa ma nemmeno forte, in semifinale grande vittoria col Manchester che, a dirla tutta, era totalmente in giornata no.

La finale di ieri sera è stata molto noiosa, come da me previsto. Nel primo tempo ha stradominato il Liverpool, non riuscendo a però a concretizzare la propria netta superiorità per via dell'assenza di una punta degna di questo nome. Pennant faceva quello che voleva, con Jankulovski in netta difficoltà, stessa cosa dall'altra parte con Oddo in balia di Zenden; Gerrard ha giocato abbastanza bene, nonostante non agisse nella sua naturale posizione. Nel Milan, malissimo Pirlo, Seedorf (non hanno mai trovato la posizione), Oddo e il ceko (sempre saltati dagli avversari). Insomma, gli inglesi avrebbero meritato il vantaggio.

Ma come al solito, nei momenti di difficoltà e nelle occasioni speciali, il Milan ricorre al proprio giocatore più importante, colui che ha spesso messo la zampata nei grandi successi rossoneri. Inzaghi? No, sto parlando di Kulovic! Il gol del vantaggio allo scadere di un primo tempo giocato in maniera vergognosa è la fotografia perfetta della storia recente del Milan: grande squadra, ma quando è in difficoltà interviene il bomber kulovic.

Il gol ha tagliato le gambe al Liverpool, tant'è che nel secondo tempo non si è visto, salvo un'occasione monumentale capitata sui piedi di capitan Gerrard, che ha tirato addosso a Dida da 2 passi, dimostrando per quale motivo è un centrocampista e non una punta.

Nel finale il raddoppio del Milan con il solito Inzaghi taglia le gambe al Liverpool, che ha una reazione di orgoglio accorciando le distanze con l'improponibile Kujt, evocando per qualche minuto i fanstasmi di Istanbul.

A mio modesto avviso la partita l'ha persa Benitez, rinuciando di fatto all'attacco. Nei 15 minuti seguenti l'ingresso in campo di Crouch, i Reds hanno confezionato più palle gol che nel resto della partita. Inspiegabile il perchè non abbia inserito prima lo spilungone inglese: se perdi devi cecare di pareggiare, ma l'atteggiamento dell'allenatore Benitez è stato assolutamente deleterio per la propia compagine.

Morale della favola, quindi, complimenti vivissimi al Milan che conferma di essere una squadra adatta per questo tipo di partite. Il problema si pone, però, sull'effettivo valore della Champions così concepita. Gli attenti avranno certamente notato che chi arriva in fondo è sempre una squadra che ha fatto schifo in campionato, quindi l'ha totalmente trascurato, riservando alla competizione europea tutte le energie psico-fisiche della stagione. Ha senso una coppa che, in nome del Dio denaro, permette alla 4° classificata di un Paese di vincere la Coppa riservata un tempo ai campioni nazionali?

Il fascino che aveva la vecchia Coppa dei Campioni non è per nulla paragonabile alla buffonata di questi anni e la semplice equazione è sempre la stessa: per provare a vincere la Champions devo fare schifo in campionato. In questo modo non stupitevi se il livello del campionato si è livellato verso il basso e ogni domenica assistiamo a partite pietose.

Vi annuncio già che l'anno prossimo toccherà all'Inter dare l'assalto alla Champions, quindi in campionato saranno spesso utilizzate le riserve. Questo può favorire una Juve priva di competizioni europee, ma molto sta nel mercato che la dirigenza bianconera sarà in grado di intraprendere (ne parlerò dopo).

I miei personali voti alla finale di Champions League 2006\2007:

MILAN


Dida 6,5 - Poco impegato, ma sicuro sul diagonale di Gerrard. Qualche colpa sull'inutile gol subito.
Oddo 5,5 - Nel primo tempo vede le streghe, nella ripresa un pò meglio. Come tutti sappiamo, è più bravo ad attaccare che a difendere, e questo può essere un grave handicap.
Nesta 7,5 - Una prestazione fantastica. Sembra tornato ai suoi livelli. Chiude ogni spazio offensivo con classe ed autorità. Da ovazione un entrata dentro l'area ad inizio ripresa.
Maldini 5,5 - Mezzo voto in più per l'ennesima coppa vinta, ma stasera davvero non c'era. Molti errori, alcuni dei quali parecchio pericolosi perchè al limite della propria area. E' chiaro che le ginocchia non lo reggano più. Resta, comunque, un monumento vivente.
Jankulovski 5 - Come Oddo, peggio di Oddo. Fa fare un figurone a Pennant. Inadatto (come avevo detto ieri) a marcare uomini talentuosi essendo un terzino adattato. Viene sostituito, giustamente, con Kaladze.
Pirlo 6 - Mezzo voto in più per il primo gol, propiziato da lui. Non trova mai la posizione, va spesso in difficoltà sulla pressione degli inglesi.
Gattuso 6,5 - Buona prova, anche se è sempre troppo agitato. Se invece di chimarsi Gattuso si chiamasse Moro, vedrebbe sventolarsi sotto il naso molti più rossi...
Ambrosini 6,5 - Altre volte aveva fatto meglio, ma il suo contributo è sempre fondamentale. Lotta come un leone su ogni pallone e sovente costruisce l'azione.
Seedorf 5 - Ha giocato?
Kaka 5,5 - Benitez si preoccupa più di ingabbiare lui che di vincere la partita. Risultato: il brasiliano viene qualsi annullato, ma la coppa va al Milan.
Inzaghi 8 - Voto doveroso per la doppietta decisiva, ma oltre ai gol non l'ha davvero mai vista. La prima rete (forse di mano) è un colpo di chiappa, la seconda una classica azione da Inzaghi.

Kaladze 6,5 - Meglio di Jankulovsi, da sicurezza sulla sinistra e Pennant sfonda molto meno.
Gilardino s.v. - Gioca 4 minuti
Favalli s.v. - Gioca 2 minuti

Ancelotti 7 - Imposta la partita come ci si aspettava, ma nel primo tempo la sua squadra non c'è. Deve ringraziare la dea bendata per non terminare la prima frazione già sotto di qualche rete. Nella ripresa, forte del vantaggio, imposta una "gara da Milan" e pian piano il Liverpool scompare.

Voto generale alla prestazione del Milan: 6,5. Primo tempo da 5, secondo da 7,5.


LIVERPOOL


Reina 5,5 - Un pò goffa l'uscita sul secondo gol.
Finnan 5,5 - Fa il suo senza infamia e senza lode.
Carragher 5,5 - Grave indecisione sul gol del Milan. Potrebbe fare di più, molto di più.
Agger 6 - Ferma più volte Inzaghi e Kaka. E' molto giovane e di sicuro avvenire.
Riise 6 - Gioca abbastanza bene sulla sinistra, ma limita le discese. Poteva incidere di più.
Pennant 7 - Salta sempre Jankulovsi, men o Kaladze. Nel primo tempo fa quello che vuole e sbaglia pure un gol da pochi passi. Cala nella ripresa.
Xabi Alonso 6 - Interdisce ed imposta in maniera pulita. Prova qualche conclusione, senza mai trovare la porta.
Mascherano 7 - Annulla Kaka, e solo per questo merita questo voto. Davvero un gran bel giocatore. Peccato, era quasi della Juve....
Zenden 6,5 - Finchè regge fa impazzire Oddo, poi deve uscire per qualche acciacco fisico.
Gerrard 7 - Il cuore e l'anima del Liverpool. Si adatta a giocare più avanzato del solito. Gioca bene, ma si vede che non è il suo ruolo. E' ovunque, ma sbaglia un occasione piuttosto facile. In ogni caso, un Campione vero!
Kujt 5 - Non inganni il gol. Un mistero come un calciatore così possa giocare, da titolare, una finale di Champions.

Kewell 6,5 - Entra per Zenden e si muove bene. Ha talento da vendere, ma il fisico ormai non lo regge più.
Crouch 6,5 - Entra al 33° della ripresa e da solo crea più occasioni da gol che il resto del Livepool messo assieme.
Arbeloa s.v. - Casualmente, entra lui e pochi secondi dopo i Reds segnano...

Benitez 4 - La partita l'ha persa lui, esattamente come 2 anni fa la vinse in coadiuvazione con la Dea bendata. Inspiegabile la scelta di partite con l'olandese Kujt al posto di Crouch, da manicomio la scelta di farlo entrare solo a partita finita. Nel primo tempo il Liverpool domina, ma paga l'assenza di una goleador. E' sfortunato in occasione del primo gol, ma nella ripresa la sua squadra assiste inerme al possesso palla del Milan.

Voto generale alla prestazione del Liverpool: 6--. Primo tempo da 8, salvo la sfortuna, secondo tempo ingiudicabile (direi 5). Paga la sfortuna e le scelte scriteriate del suo allenatore.

Arbitro, Sig. Fandel: 5,5. Partita non difficile, ma risparmia qualche cartellino di troppo, di cui uno rosso a Gattuso. Sul primo gol è sfortunato: Inzaghi tocca nettamente col braccio, ma abbastanza attaccato al corpo. In ogni caso avrebbe sbagliato: ha concesso un gol dubbio, ma avrebbe potuto annullare un gol "forse regolare". Errore su un fuorigioco fischiato a Kaka nel secondo tempo.

mercoledì, maggio 23, 2007

GRANDE MARCO!!!

Probabilmente la Fiorentina dovrà rinunciare al forte laterale della Juventus Marchionni. Proprio un quotidiano del capoluogo toscano "Il Firenze" free press toscano del gruppo ePolis, riporta alcune dichiarazioni del giocatore ex di Parma ed Empoli, che ha chiarito che, fra Juventus e Fiorentina, preferirebbe rimanere a Torino. La Fiorentina avrebbe comunque trovato un'alternativa decisamente all'altezza, Semioli del Chievo, che gli permetterà di non rimpiangere Marchionni.


Marco, resta con noi e fai vedere agli scettici di cosa sei in grado. Il più forte esterno italiano ce l'abbiamo in casa e carebbe un delitto lasciarlo partire...!

ROMA CAPOCCIA... NEI BILANCI!!!

Roma, 15 maggio 2007

APPROVAZIONE DELLA RELAZIONE TRIMESTRALE AL 31 MARZO 2007

RATEIZZAZIONE DEBITI TRIBUTARI: nel mese di marzo è stata perfezionata, con l’Agenzia delle Entrate, la rateizzazione di una cartella esattoriale iscritta a ruolo, pari a 2,8 milioni di euro, per sanzioni su debiti IVA e relativi interessi. Il piano prevede il versamento di 54 rate, per un importo complessivo di 3,1 milioni di euro, comprensivo degli oneri finanziari maturandi, a partire dal prossimo mese di giugno e scadenza ultima nel mese di novembre 2011. A garanzia della rateizzazione, è stata prestata idonea fideiussione assicurativa, a prima richiesta, rilasciata da Aurora Assicurazioni S.p.A. a favore dell’Agenzia delle Entrate.


Fonte: AS Roma


Povera Italia... Ormai le basilari leggi 8e tutele) finanziarie sono ormai un'utopia.
Bel paese il nostro...

Traquilli amci romanisti, che Mexes sta cercando casa a Torino....

IBRA HA NOSTALGIA DI MOGGI

Ibrahimovic ha nostalgia di Moggi
"Era più deciso,anche sui contratti..."


In un'intervista a 'Libero', Zlatan Ibrahimovic ricorda, con un pizzico di nostalgia, il suo passato bianconero. "Il mio procuratore sta trattando l'adeguamento economico del mio contratto con l'Inter - spiega -: spero Moratti sia deciso come quando mi ha acquistato. Alla Juve su certe cose lo erano di più". Su Moggi: "Quando arrivai a Milano dissi al presidente di prendere Luciano". Poi, il mercato: "Chivu su tutti".
Un'intervista, certo, ma più che altro una chiacchierata, gestita con i crismi dell'informalità. Così, il cronista di 'Libero' è riuscito a far sbottonare Zlatan Ibrahimovic e le battute, dette con la solita aria sorniona dello svedese, hanno colto nel segno. La sua Inter gli piace, ha un futuro luminoso, ma non rinnega quel passato bianconero, anzi lo prende a modello per spronare la nuova famiglia a crescere sempre più. Tante volte la Vecchia Signora può fornire stimoli ed esempi, dall'alto della sua esperienza e della tradizione vincente. In primis, per quanto riguarda il trattamento riservato alla gioielleria di casa. "L'estate scorsa Moratti è stato bravissimo - racconta l'attaccante nerazzurro -, il pòiù veloce di tutti. Mi voleva anche il Milan, ma l'Inter ha sbaragliato la concorrenza: aveva un progetto. Mi piacerebbe che ci fosse la stessa decisione anche adesso che stiamo trattando per l'adeguamento del mio contratto. Alla Juve su certe cose eranoi più decisi...". Inizia così, da un 'avvertimento' tra il serio e il faceto, un parallelo tra presente e passato, ancora favorevole a quest'ultimo, almeno a detta dell'interessato. "Quali sono le differenze? Quando entravamo in campo con la Juventus - spiega -, gli avversari se la facevano sotto. Prima del fischio d'inizio eravamo già sull'1-0 per noi. All'Inter questa cosa non succede". Poi, mette a confronto la sua ultima squadra bianconera con quella del tricolore nerazzurro e anche qui propende per la prima. "Sono due grandi squadre - ammette -, ma quella aveva qualcosa in più. Un senso di coesione che a Milano non c'è ancora. L'anno scorso quando qualcuno giocava male gli altri lo tiravano su, qui capita il contrario: chi gioca sottotono trascina il resto della squadra. Bisogna saper stare ai vertici...all'Inter stiamo ancora imparando. E poi non è possibile prendere sei gol in una partita".
Quindi, passa ai consigli per gli acquisti e anche qui chiama Moratti a uno sforzo convinto, per riuscire a dettare legge anche in campo continentale. "Servono tre ritocchi - afferma -. C'è bisogno di gente di spessore che ci faccia fare il salto di qualità. Un nome? Chivu. Per me è un fenomeno". L'ultima battuta è ancora per la 'sua' Juventus, per quella che fu, quella di Moggi. "L'hanno fatto fuori perché vincevamo troppo: questione di gelosia. Quando sono arrivato all'Inter, la prima cosa che dissi a Moratti fu: 'Se vuoi cambiare mentalità devi prendere Luciano'. Per fortuna abbiamo vinto lo stesso...". Con buona pace del presidente nerazzurro, chiamato a fare la parte del rivale di sempre.



Povero Moratti... E' proprio vero che ha più fascino una Juve in B che un Inter Campione della Serie A aziendale TIM

FINALE DI CHAMPIONS 2006-2007

Stasera ad Atene si gioca la finale di Champions League 2006-2007, una competizione che non ha visto parteciparvici la squadra vincitrice del campionato italiano, ovvero la Juventus.

Lo Stadio Olimpico di Atene sarà il teatro del replay della sfida che esattamente due anni fa vide prevalere il Liverpool sul Milan. Una Coppa, quella, più persa dai rossoneri che vinta dagli inglesi. Stasera credo sarà diverso per parecchi buoni motivi.

Intanto dico subito che io NON tifo Milan, NON simpatizzo Milan, NON tifo Liverpool e NON simpatizzo Liverpool. I motivi sono ben noti: da parte rossonera ho una naturale antipatia data dal mio sfegatato tifo juventino, anche se da sempre sostengo che io sono nato bianconero, ma l'odio degli avversari mi ha portato ad essere nemico di qualsiasi altra squadra italiana; per gli inglesi non nutro simpatia, ed è un atto dovuto, in ricordo della terribile notte dell'Heysel. Uno juventino non potrà mai dire forza Liverpool, ma deve sperare che il Milan non vinca la Champions.

Per rispondere alla solita questione da falso moralista italiano, ovvero se è giusto tifare contro la squadra che rappresenta l'Italia (non dimentichiamoci, però, quanti DEMENTI hanno tifato contro l'Italia ai Mondiali per la semplice paura che una vittoria degli azzurri portasse ad un'amnistia e, di conseguenza, a nessuna pena contro la Juventus) rispondo che mi metterò tranquillo in poltrona e mi gusterò con occhi obbiettivi ma distaccati la partita. Devo ammettere, però, che 2 anni fa ho goduto molto per l'epica vittoria dei Reds, non tanto per loro quanto perchè aveva perso il Milan e soprattutto in quel modo assurdo (anche in ricordo della loro vittoria in quel di Manchester, che ancora mi brucia).

Qualche considerazione tecnica:

Sulla carta il Milan è più forte, ma gli inglesi più solidi e quadrati. In difesa giocherà Maldini, il che è una garanzia, mentre come unica punta sembra favorito Inzaghi su Gilardino (io avrei fatto il contrario); I Reds probabilmente si presenteranno molto coperti, con 4 centrocampisti e Gerrard a fare da raccordo all'unica punta Kujt.

I giocatori cardine sono Kaka, Seedorf ed Ambrosini per il Milan, Gerrard, Kujt e gli esterni (probabili Pennant e Zenden). I rossoneri saranno spinti dalla voglia di rivincita e Ancelotti farà tesoro dei 3 gol subiti nei 6 minuti di follia ad Istanbul, ma Benitez, dal canto suo, non ripeterà lo squallido primo tempo di due anni fa, in cui sbagliò tutto.

In Turchia fu Kaka, nel primo tempo, a dare l'illusione della vittoria al Milan. Il brasiliano fu incontenibile: dribbilig, ripartenze e assist al bacio stesero il Liverpool, che si riorganizzò nella ripresa intrappolando il buon Ricardo, limitandone le progressioni e i rifornimenti a Crespo e Shevchenko. Probabile che stasera vada diversamente: su Kaka, con ogni probabilità, agirà uno tra Mascherano e Xabi Alonso, il che potrebbe favorire l'olandese Seedorf, che nelle serate di Coppa sovente si galvanizza. Il filtro al centrocampo rossonero sarà garantito da Ambrosini, da sempre un mio pallino. Già nel ritorno dei quarti di finale a Monaco di Baviera "consigliai" ad Ancelotti di inserire il biondo centrocampista in una linea mediana a rombo, il che fu fatto dall'allenatore milanista e si qualificarono alla semifinale. Stesso discorso per la partita contro il Manchester, dove addirittura Ambrosini fu nettamente il migliore in campo, servendo pure l'assist a Gilardino per il terzo gol.
I problemi per la quadra milanese possono giungere dagli esterni difensivi: non è detto che Oddo e Jankulovski reggano bene il confronto con Zenden e Pennant, benchè abbiano sopraffatto in semifinale Giggs e Cristiano Ronaldo.

Il Liverpool affiderà le sue speranze di vittoria ancora una volta a Steven Gerrard, sicuramente il miglior prodotto di sempre del vivaio del club. Questa sera agirà tra le linee sia per favorire il raccordo tra i mediani e la punta, sia per far si che esploda il suo terribile tiro dalla distanza (ricordiamoci che in porta c'è Dida...). Gli esterni d'attacco possono esser l'arma vincente dei Reds, qualora riescano a superare e tenere bassi in fase di non possesso i terzini rossoneri. L'unica punta, l'olandese Kujt (io avrei messo Crouch) avrà l'ingrato compito di tenere alta la squadra e di districarsi tra Nesta e Maldini, magari agendo da sponda per le conclusioni di capitan Gerrard e d'appoggio per le percussioni esterne di Pennant e di Zenden. Forse il punto debole del Liverpool è la difesa, finora ottima in Europa: Finnan, Carragher, Agger e Riise sono buoni giocatori, ma non eccelsi. Potrebbero andare in difficoltà se puntati frontalmente da giocatori tecnici come Kaka e Seedorf, mentre i centrali sono abbastanza veloci e reattivi per controllare al meglio Inzaghi (per questo avrei fatto partite Gilardino).

Il portiere degli inglesi non è forte, ma è un autentico pararigori. Se poi dovesse pure mettersi a danzare sulla linea... Di Dida sappiamo tutto ed il contrario di tutto, può alternare parate incredibili (sempre più rare) a clamorose papere. Se fossi nel Milan cercherei di attaccare continuamente, lasciando il gioco a Kaka e sfruttando la velocità di Inzaghi; se fossi negli avversari proverei a contenere i rossoneri per poi pungerli in contropiede, magari tentando spesso la conclusione dalla distanza.

Se dovessi azzardare un pronostico direi uno 0 a 0 nei regolamentari, poi si vedrà. Non escludo a priori l'ipotesi dei rigori, che per la legge dei grandi numeri potrebbe, stavolta, favorire il Milan (ma non scordiamo che la loro ultima Champions l'anno vinta dagli 11 metri contro di noi, quindi hanno ben poco da recriminare).

In definitiva stasera vorrei vedere una bella partita (anche se temo sarà noiosissima), e che vinca il migliore, tenendo sempre ben presente il modo in cui il Milan ha partecipato a questa competizione, ovvero venendo giudicato COLPEVOLE dalla giustiza sportiva, ma senza una condanna che comprendesse il requisito fondamentale dell'afflittività, cioè che comporti un danno sportivo, economico e di immagine alla squadra. La punizione per i rossoneri è stata di giocarsi tranquillamente la Champions e magari di vincerla, e questo non mi sembra giusto. Se poi a trionfare saranno i rossoneri, tanto di cappello e sarò il primo a fargli i complimenti, ma nessuno dimenticherà che a questa competizione avrebbe dovuto parteciparci un'altra squadra italiana, non certo il Milan.

Come vado ripetendo da oltre un anno, da queste cose si vede chi realmente ha potere mediatico e politico... E io, statene certi, NON LO DIMENTICHERO' MAI!

NON CI CREDO!!! QUALCUNE NE PARLA!!!

Calciopoli-2, De Santis accusa l'Inter

E domani Borrelli sente l'arbitro Bertini

"Non ho mai avuto conversazioni telefoniche né con Moggi né con Fabiani, e tanto meno ho ricevuto delle Sim svizzere". Nega l'ex arbitro Massimo De Santis, punito già con 4 anni di squalifica. De Santis è stato sentito oggi da Borrelli e dal suo staff: nega tutto, è anche ironico. "Se fosse vero che avevo le schede svizzere, forse io e Moggi non ci capivamo visto che i contatti che mi vengono addebitati non portavano sempre risultati sul campo a favore della Juventus. Alcune volte l'ho arbitrata ed ha perso. Questa storia va avanti da Juventus-Parma del 2000". E ha aggiunto una tesi già cara a Moggi: "Con i telefonini, oggi, si può fare di tutto: mi vengono tanti dubbi su questa vicenda, ed è per questo motivo che aspetto novità da Milano e anche dalle inchieste sulle plusvalenze e sulle fideiussioni". Milano sta indagando sul pedinamento di De Santis: ordinato, secondo alcune testimonianze, dall'Inter. L'ex arbitro è pronto a chiedere 5 milioni di euro di danni a Massimo Moratti. Sullo spionaggio Telecom, De Santis ha aggiunto: "Non se ne parla più di questa storia. Sembra quasi non interessi, è come se ci fosse un segreto di Stato. Purtroppo ci sono indagini, quelle sugli arbitri, che vanno veloci e altre che non hanno la stessa velocità". Secondo l'ex arbitro romano, quest'anno, non è cambiato nulla. "Posso solo dire che se questi stessi errori fossero stati commessi dagli arbitri negli anni scorsi sarebbe stato un disastro totale. Sembra che quello che dico io non sia mai la verità mentre quello che dichiarano altri viene preso sempre come oro colato. I carabinieri nei verbali usano nei miei confronti l'espressione 'presumibilmente', ma io aspetto ancora di sentire delle registrazioni telefoniche sane e vere, finora questo non è mai avvenuto". Sentito oggi anche l'ex arbitro Gabriele. Domattina è la volta dell'internazionale Bertini, dell'assistente Ambrosino e di Racalbuto, ormai in pensione. Altri arbitri più avanti, dipende da Napoli. "Siamo solo all'inizio degli interrogatori, c'è ancora tanto lavoro da fare", ha detto Borrelli. Dovrà ascoltare anche Paparesta, Pieri, Fabiani e Pairetto (se si presenterà). E forse qualcun altro. Sperando di trovare prima o poi un pentito sulla sua strada.

Borreeeelli Sveeeeeeegliaaaaaa!!!

martedì, maggio 22, 2007

INTERESSANTE....

Questo articolo può essere utile a capire come molti interessi si siano saldati, occasionalmente, anche nell'inchiesta di farsopoli....

(da "Il Giornale")

Caso Unipol-Bnl, così Visco cercò di fermare la Finanza
di Gianluigi Nuzzi - martedì 22 maggio 2007, 12:24

Nel luglio del 2006 il viceministro dell’Economia Vincenzo Visco esercitò ripetute e pressoché quotidiane pressioni sul comandante generale della Guardia di Finanza, Roberto Speciale, e gli pose un perentorio aut aut affinché azzerasse senza motivazioni l’intero vertice della GdF della Lombardia. Ufficiali impegnati, tra l’altro, in delicate indagini come quelle sulla scalata a Bnl da parte di Unipol e coop rosse. Visco aprì quindi una crisi istituzionale con il vertice del Corpo militare, arrivando a pronunciare un’oscura minaccia al comandante generale. Lamette a verbale lo stesso Speciale: «Visco mi disse - ha dichiarato nell’interrogatorio reso all’avvocato generale Manuela Romei Pasetti - che se non avessi ottemperato a queste direttive erano chiare le conseguenze cui sarei andato incontro». Pubblicamente, invece, il vice ministro in quegli stessi giorni cercava di stemperare ogni polemica. Liquidando il caso come «avvicendamenti unicamente riconducibili ad esigenze di servizio». Il Giornale ricostruisce invece, ora dopo ora, la storia di questa ingerenza, dell’intromissione del potere politico su un corpo militare. Con un vice ministro che prima ordina al capo della GdF di rimuovere ufficiali, quando per i trasferimenti c’è un apposito iter procedurale interno. Poi dispone di concordare le scelte con due sottoposti, facendo saltare lo stesso ordine gerarchico della Finanza. Fino al 17 luglio quando Speciale ventila le dimissioni: «Risposi al vice ministro che l’osservanza delle regole è stata da sempre il faro della mia vita. Di non poter pertanto assecondare queste sue ultime richieste e che pertanto ero pronto a rassegnare il mandato». La storia inizia alle 17 di giovedì 13 luglio quando, durante un drammatico incontro, Visco sventola sotto il naso del comandante generale un foglietto indicante i nomi dei quattro ufficiali da mandare via da Milano. Senza nemmeno preavvisare, come avviene invece di rito chiedendo persino un parere, la procura che coordina le indagini degli ufficiali coinvolti. Non solo. Visco dispose anche «perentoriamente », a detta di Speciale, di concertare ogni decisione d’impiego futura direttamente con due sottoposti, i generali Italo Pappa e l’allora capo dei reparti d’istruzione Sergio Favaro. Che il Vice Ministro aveva appena incontrato. Insomma, una sorta di «commissariamento», pregiudicando le prerogative e l’autonomia del comandante generale. Visco ordina quindi a Speciale di spostare i gradi vertice della Lombardia e di coinvolgere Favaro e Pappa. E così, sempre stando alla ricostruzione dello stesso Speciale, Pappa e Favaro prima si incontrano tra di loro, predisponendo le ipotesi di avvicendamenti. Poi Pappa va dal numero uno con il piano operativo. Ma arriva l’intoppo non previsto. Scende in capo il procuratore capo di Milano, Manlio Minale che, allarmato, chiede ragione delle voci su azzeramenti della GdF in Lombardia. Teme «serie problematiche alla prosecuzione delle delicate indagini in corso». Ovvero, Unipol, Bnl, Antonveneta e Telecom. Speciale dice chiaro e tondo che è stato Visco a ordinare, aprendo così uno scontro tra diversi poteri. Minale è allibito, chiede a Speciale «delucidazioni scritte », coinvolge la Procura generale e l’Avvocato generale. Che apre un fascicolo e lunedì 17 interroga in gran segreto sia Speciale che il capo di Stato Maggiore Emilio Spaziante. Prima però, venerdì, Speciale ricorda di esser stato sottoposto a pressioni di ogni tipo. Visco telefona, manda lettere, cerca il numero uno, fa chiamare dal proprio staff. Quei trasferimenti s’hanno da fare. Basta leggere qui a fianco il verbale del comandante generale per capire la portata di questa ingerenza. Speciale prende tempo, sa benissimo che se dispone i trasferimenti, compie un abuso. Deve seguire le norme, coinvolgendo gli interessati. Alle 20.15 trova una mezza misura: ordina a Pappa di far partire gli avvisi di avvio dei procedimenti di trasferimento. La situazione precipita domenica notte. Alle 22.50 l’Ansa dà notizia dell’azzeramento della Gdfmettendo in collegamento con le indagini Unipol. Visco s’infuria, chiede «immediata smentita » a Speciale. E intanto alle 24 ci pensa lui: normali avvicendamenti. In piena notte il comandante generale convoca d’urgenza i suoi collaboratori più stretti, Spaziante e il sottocapo Poletti. Più tardi la GdF esce con un imbarazzato comunicato. Ma ormai il vice ministro deve sentire che la vicenda sta sfuggendo di mano. L’indomani mattina si scontra con Speciale perché temporeggia, gli ordina ancora di trasferire gli ufficiali, pronuncia oscure minacce. Alle 12 Pappa e Favaro si rifanno vivi con il numero uno dicendogli di concordare con loro quanto scrivere a Minale. Ordine di Visco. Ma ormai la vicenda ha assunto una dimensione pubblica e politica: le indiscrezioni sono già sui giornali. Ma gran parte della storia non viene riportata dai media. Speciale blocca i trasferimenti. L’avvocatura generale di Milano interroga Speciale, Spaziante, Pappa e Favaro. Senza risposta la domanda cruciale: Visco perché voleva azzerare a ogni costo la gerarchia militare a Milano?

gianluigi.nuzzi@ilgiornle.it

FARSOPOLI 2: FIGC CONFERMA NE BIS IN IDEM

FEDERAZIONE ITALIANA GIUOCO CALCIO
00198 ROMA – VIA GREGORIO ALLEGRI, 14
CASELLA POSTALE 2450

COMUNICATO UFFICIALE N. 16/Cf
(2006/2007)
La Corte Federale, composta dai Sigg.ri:
Dott. Pasquale de LISE - Presidente
Prof. Piero SANDULLI - Componente
Avv. Salvatore CATALANO - Componente
Cons. Costantino SALVATORE - Componente
Prof. Mario SANINO - Componente
Prof. Mario SERIO - Componente
Prof. Silvio TRAVERSA - Componente
assistita per la Segreteria dall’Avv. Ludovico Capece,
nella riunione, tenuta in Roma il 17 maggio 2007, ha adottato le decisioni, le cui motivazioni qui di seguito si trascrivono.
1. RICORSO AI SENSI DEGLI ARTT. 32, COMMA 5, STATUTO F.I.G.C.
(PREVIGENTE) E 22, COMMA 3, CODICE DI GIUSTIZIA SPORTIVA DEL
SIG. DUCCIO BAGLIONI AVVERSO IL PROVVEDIMENTO DI
SOSPENSIONE CAUTELARE EMESSO DAL PRESIDENTE
DELL’ASSOCIAZIONE ITALIANA ARBITRI.
FATTO
L’Assistente Arbitrale Duccio Baglioni espone che in data 13 maggio 2006 ha
ricevuto la notifica dell’avviso di garanzia, datato 11 maggio 2006, nel quale la Procura
della Repubblica presso il Tribunale di Napoli gli contestava i seguenti reati:
1. (Capo a della rubrica): reato, pp. e pp. dagli artt. 416, I, II e III comma C. P. per
essersi associato con altri al fine di commettere più reati di frode sportiva;
2. (Capo e della rubrica): reati pp. e pp. dagli artt. 110, 112 C.P. ed art. 1, commi 1 e 3
L. 401/89 in relazione alla gara Juventus - Lazio del 5 dicembre 2004;
3. (Capo q della rubrica): reati pp. e pp. dagli artt. 110, 112 C.P. ed art. 1, commi 1 e 3
L. 401/89 in relazione alla gara Siena - Milan del 10 aprile 2005.
Egli precisa che nelle prime due imputazioni non venivano contestati comportamenti specifici, mentre in relazione alla gara Siena - Milan si addebitava “in particolare segnalazione di fuorigioco del giocatore milanista Schevchenko il cui goal veniva annullato al 10° p.t.”.
Aggiunge che:
- l'allora Vice Presidente Vicario dell'A.I.A., appresa da fonti giornalistiche la notizia dell’avvenuto ricevimento dell'invito a comparire, con provvedimento in data 18
maggio 2006 gli irrogava la sospensione cautelare, inibendogli qualsiasi attività tecnica
ed associativa per quattro mesi, interamente scontati;
- in data 7 giugno 2006 (cfr. Relazione conclusiva indagine 62 IN 2005 2006, pagg. 1, 8, 102, 103, 104, 105, 192) veniva ascoltato dall’Ufficio Indagini della F.I.G.C. ed il suo comportamento veniva accuratamente vagliato, confrontato con le dichiarazioni rese da altri tesserati e con le risultanze delle note intercettazioni telefoniche, poste a fondamento dell’indagine della Magistratura Penale (nelle quali il ricorrente non compare mai);- in data 13 giugno 2006 veniva notificato l'avviso di deposito delle conclusioni delle indagini preliminari, da parte dei Pubblici Ministeri napoletani, nel quale venivano ipotizzate le identiche imputazioni contenute nell'invito a comparire;
- il Procuratore Federale, dopo attenta valutazione sulle singole posizioni e sugli specifici episodi, non lo deferiva alla Commissione d'Appello Federale, giudicando irrilevanti sotto il profilo disciplinare i fatti esaminati;
- infine, con provvedimento del 19 aprile 2007, il Presidente dell'A.I.A., avvalendosi delle facoltà previste ex art. 8, n. 5, lett. h) del Regolamento arbitrale, disponeva la sua sospensione cautelare, inibendogli lo svolgimento di ogni attività tecnica ed associativa “visto l'avviso di conclusione delle indagini preliminari emesso in
data 6 aprile 2007” e “rilevato che a carico dell'Associato sono avanzate ipotesi
accusatorie in relazione a delitti dolosi”.
Fatta questa generale premessa, il ricorrente, in via preliminare, osserva che, alla
luce delle disposizioni contenute nell’art. V delle Norme Transitorie e Finali dello
Statuto F.I.G.C., questa Corte Federale continua ad esercitare le proprie funzioni sino
alla conclusione della stagione agonistica 2006/2007.
Nel merito, l’interessato deduce l’illegittimità del provvedimento di sospensione per violazione del principio del divieto del bis in idem, che, come questa Corte ha avuto
modo già di sottolineare, ha carattere generale ed è operante in ogni ordinamento e per
tutti i procedimenti sanzionatori.
DIRITTO
1. Con riferimento alla questione preliminare, questa Corte, convenendo con la tesi del ricorrente, non ha dubbi sul fatto che essa, alla stregua dell’art. V delle Norme
Transitorie e Finali, continua ad operare nella pienezza delle proprie funzioni sino alla
conclusione della stagione agonistica 2006/2007.
2. Quanto al merito, il ricorso è fondato.
La presente fattispecie è identica a quella esaminata e decisa da questa Corte
Federale nella riunione del 4 ottobre 2006 (C.U. n. 9/Cf) a proposito della sospensione
cautelare disposta nei riguardi dell’ A.E. Gianluca Paparesta.
In tale occasione, si è avuto modo di precisare che, allorquando “la Procura, pur
avendo avuto modo di valutare la condotta [dell’associato rispetto a determinati
episodi], non ha adottato al riguardo alcun provvedimento espresso, né di deferimento,
né di archiviazione” si deve ritenere che “tale comportamento - tenuto conto del
contesto in cui è stato posto in essere, della accuratezza delle indagini svolte e della
particolare attenzione posta dalla Procura Federale nella valutazione delle singole
posizioni e degli specifici episodi – non può essere considerato che come espressione di
un giudizio d’irrilevanza in ordine ai fatti in questione”.
L’altro principio, pure ribadito in detta occasione e che ha carattere generale, in
quanto operante in ogni ordinamento e per tutti i tipi di procedimenti sanzionatori, è
quello del divieto del bis in idem, che del resto è stato già richiamato da questa Corte
nella decisione conclusiva del cosiddetto maxiprocedimento, ove ha affermato che “la
pendenza del presente procedimento disciplinare precluda la possibilità di
assoggettamento ad ulteriore sanzione in ogni ambito e settore dell’ordinamento
federale della medesima condotta fenomenicamente intesa, fatta salva la possibilità da
parte dei competenti organi tecnici di dedurre dagli accertamenti racchiusi in via
definitiva, nel presente giudizio elementi di valutazione di ordine tecnico-professionale,
ai fini propri del settore arbitrale”.
Nel caso in esame, l’illegittimità del provvedimento impugnato emerge anche
sotto altro profilo.
La sospensione cautelare prevista dall’art. 8, n. 5, lett. h) del Regolamento
dell’Associazione Italiana Arbitri, è una misura che per espressa previsione della
medesima disposizione non può superare i mesi quattro.
Ora, come risulta dalla documentazione esibita dall’interessato, la sospensione
cautelare per gli stessi fatti richiamati nel provvedimento, oggetto della presente
impugnazione, era stata già disposta con provvedimento in data 18 maggio 2006 dal
Vice Presidente Vicario dell'A.I.A., il quale aveva appreso da fonti giornalistiche
dell’avvenuto ricevimento dell'invito a comparire; tale sospensione era stata irrogata per
quattro mesi (interamente scontati), con contestuale inibizione di qualsiasi attività
tecnica ed associativa.
Il nuovo provvedimento di sospensione emesso dal Presidente dell’A.I.A. in data
19 aprile 2007, essendo fondato sugli stessi capi di imputazione, finisce per essere una
reiterazione della stessa misura cautelare del 18 maggio 2006, non consentita dal
regolamento.
Si deve, infatti, rilevare che nessuna differenza sussiste tra i capi di imputazione
indicati nell’avviso di garanzia e quelli contenuti nell’avviso di chiusura delle indagini
preliminari.
Pertanto, illegittimamente il Presidente dell’A.I.A. ha ritenuto di poter
nuovamente esercitare la facoltà di emettere il provvedimento di sospensione cautelare, a
fronte di una situazione che era stata già vagliata dall’allora Vice Presidente vicario.
Alla stregua delle considerazioni che precedono, il ricorso deve essere accolto,
con conseguente annullamento del provvedimento sanzionatorio del Presidente
dell’A.I.A. del 19 aprile 2007.
Va disposta la restituzione della tassa versata.
P.Q.M.
La Corte Federale accoglie il ricorso in epigrafe specificato e, per l’effetto,
annulla il provvedimento di sospensione cautelare emesso nei confronti del ricorrente
dal Presidente dell’A.I.A. in data 19 aprile 2007.
Ordina la restituzione della tassa versata.
2. RICHIESTA DI PARERE DA PARTE DEL PRESIDENTE FEDERALE, EX ART. 22,
COMMA 1, LETTERA a), CODICE DI GIUSTIZIA SPORTIVA IN ORDINE ALL’
INTERPRETAZIONE DELLE DISPOSIZIONI DI CUI AGLI ARTICOLI 24 E 25
STATUTO F.I.G.C..
Con nota del 14 maggio 2007, il Presidente Federale chiedeva parere interpretativo, ai sensi dell’art. 22 del Codice di Giustizia Sportiva, a questa Corte con riferimento al numero dei componenti designati a far parte del Comitato di Presidenza da parte dei Presidenti di Lega e/o Componente Tecnica che non abbiano espresso Vicepresidenti.
In particolare, il quesito ruotava attorno alla individuazione del numero massimo dei componenti il Comitato di presidenza, che dall’art.25, comma 1 dello Statuto viene fissato in un totale di sette.
Nella medesima nota veniva, altresì, richiesto, ai sensi dell’art. 22 del Codice di Giustizia
Sportiva citato, parere sulla possibilità che il Presidente dell’Associazione Italiana Arbitri sia eletto Vicepresidente della F.I.G.C..
Il dubbio interpretativo che si chiede a questa Corte di sciogliere trova radice, ad avviso del
Presidente Federale, nella norma dell’art. 32, comma 8, dello Statuto, che prevede che il Presidente dell’A.I.A. partecipi alle riunioni del Comitato di presidenza che abbiano ad oggetto materie gestionali ed economiche con diretta rilevanza per il settore arbitrale, pur non essendo componente del Comitato stesso. Il quesito ha, in particolare, ad oggetto il coordinamento tra la norma da ultimo citata e quella, già richiamata, posta dall’art. 24, comma 7, dello Statuto che, nel disciplinare le elezioni dei vicepresidente federali prevede che essi vadano scelti tra i componenti del Consiglio Federale di cui fa parte anche il Presidente dell’A.I.A..
A propria volta, prosegue la richiesta di parere, occorre tener conto che il Vicepresidente è
anche componente di diritto, ai sensi dell’art. 25, comma 1, dello Statuto, del Comitato di
presidenza.
Della possibile antinomia tra le disposizioni citate nasce l’esigenza del parere richiesto
attraverso la formulazione del secondo quesito.
Ciò premesso, la Corte osserva quanto segue con riferimento al primo quesito.
La norma di cui all’art.25 comma 1 dello Statuto è dedicata alla individuazione dei
componenti il Comitato di presidenza della F.I.G.C..
Essa va logicamente coordinata con quella immediatamente precedente (art.24 comma 7
dello Statuto Federale) la quale disciplina l’elezione dei Vicepresidenti federali.
Il collegamento tra le due norme nasce da ciò che il Comitato di presidenza prevede una
composizione articolata, che contempla la partecipazione di diritto sia del Presidente Federale che dei Vicepresidenti (Vicepresidente vicario e gli altri due Vicepresidenti).
Tale struttura dell’organo porta ad individuare con certezza che di esso facciano parte in
numero fisso quattro persone, e cioè quelle appena menzionate. Analogamente, è fissa ed
immutabile la partecipazione di un altro componente necessario, quello, a propria volta facente parte del Consiglio Federale, che risulti designato dal Presidente della Lega rappresentativa delle società partecipanti al massimo campionato nazionale.
La norma prevede, poi, nella sua complessa e non agevolmente decifrabile formula logicoverbale, che del Comitato di presidenza facciano parte “due componenti del Consiglio federale designati dai Presidenti delle Leghe e/o Componenti tecniche che non abbiano espresso Vicepresidenti”.
Dalla determinazione in due di tale categoria di componenti la norma, attraverso una
elementare (ma non per questo logicamente congrua) operazione aritmetica, perviene a determinare in un totale di sette il numero dei componenti il Comitato di presidenza (i due in parola che si aggiungerebbero ai cinque fissi ed immutabili prima indicati).
Ora, proprio il necessario coordinamento tra l’art. 25 comma 1 e l’art. 24 comma 7 porta la
Corte alla conclusione interpretativa che il numero totale di sette componenti il Comitato di
presidenza abbia carattere meramente indicativo e tendenziale e non assoluto ed inderogabile, alla stregua delle considerazioni che seguono.
Ed infatti, non può in linea di principio affatto escludersi che il numero dei componenti il
Comitato di presidenza designabili dai Presidenti delle Leghe e/o Componenti tecniche che non abbiano espresso Vicepresidenti non debba necessariamente limitarsi a due, ben potendo tale quota essere incrementata in proporzione all’esigenza di assicurare simultaneamente il rispetto di altre, logicamente preliminari disposizioni statutarie. Ci si intende, in particolare, riferire alla disposizione dell’art.24 comma 7 che disciplina i criteri e le modalità di elezione dei Vicepresidenti, attraverso una regola che, come visto, ineludibilmente propaga i propri effetti sull’art.25 comma 1 in questione.
Il meccanismo di elezione dei Vicepresidenti – ancora una volta frutto di una previsione
normativa tortuosa e in punti focali addirittura oscura, come oscura appare la sua genesi costituita dalla delimitazione del numero delle componenti che possano accreditare, ai sensi dell’art. 24 comma 5 dello Statuto, la candidatura del Presidente Federale – è organizzato in modo tale che esso si svolga in due fasi distinte cronologicamente e strutturalmente.
La prima porta alla elezione del Vicepresidente vicario tra i componenti del Consiglio
Federale e su proposta del Presidente Federale. Al riguardo, la norma prescinde del tutto dalla necessità della appartenenza del Vicepresidente vicario a qualsivoglia delle Componenti tecniche e/o Leghe presenti, accontentandosi del requisito soggettivo di Consigliere federale.
Una seconda fase presiede, poi, alla elezione degli altri due Vicepresidenti. Rispetto ad essa
si prevede che – fermo restando che essi debbano rivestire la carica di Consiglieri federali - la proposta provenga dai Presidenti delle Leghe e/o Componenti tecniche che non hanno accreditato la candidatura del Presidente Federale eletto.
Il risultato numerico che scaturisce da questa seconda fase dell’elezione dei Vicepresidenti è tale che essi possano in concreto essere in numero (due) inferiore rispetto alle Leghe e/o
Componenti tecniche non accreditanti la candidatura del Presidente Federale. Al riguardo l’art.24 comma 5 citato prevede, infatti, che i soggetti accreditanti non possano essere meno di due e, sorprendentemente, più di tre delle Leghe e/o Componenti tecniche.
Questo risultato numerico, non evitabile alla stregua del carattere cogente dell’art.24 comma 7, determina un oggettivo vulnus in termini di rappresentatività tra le componenti non accreditanti, almeno una delle quali rischia in concreto di non esprimere alcuno dei due Vicepresidenti spettanti a tali categorie di Leghe e/o Componenti. Non varrebbe a sanare in concreto il vuoto di tutela l’ipotetica elezione come Vicepresidente vicario di un Consigliere federale appartenente alle Leghe e/o Componenti tecniche non accreditanti. E ciò per l’intuitiva ragione che l’elezione avverrebbe non su proposta di tali categorie ma su quella del Presidente Federale, così impedendosi il presupposto della rappresentatività costituito dalla riferibilità e conformità della elezione ad una scelta propositiva delle categorie non accreditanti.
In questo quadro – reso, giova ripetere, particolarmente faticoso sul piano ermeneutico dalla struttura logico-formale delle norme rilevanti - interviene con sicuro effetto correttivo della lacuna prima denunciata la norma dell’art. 25, comma 1, che disciplina la composizione del Comitato di presidenza.
Ed invero, alla luce delle considerazioni prima espresse, il numero dei componenti di tale
organismo designati dai Presidenti delle Leghe e/o Componenti tecniche che non abbiano espresso Vicepresidenti non può essere circoscritto a due ma deve necessariamente essere pari a quello, in ipotesi anche superiore, delle categorie non accreditanti che non abbiano espresso Vicepresidenti. E ciò perché, lo spirito della disposizione è evidentemente volto a riequilibrare il peso rappresentativo di ogni categoria attribuendo ad essa almeno una presenza nel Comitato di presidenza, o attraverso i Vicepresidenti dalle stesse proposti o attraverso i componenti del Comitato di presidenza all’uopo designati.
Se tale garanzia non fosse prestata sarebbe insanabile il deficit di democrazia registrabile
nello stesso Comitato di presidenza.
È, infine, da osservare che, nella possibile contrapposizione tra la difesa del valore della
rappresentanza delle categorie non accreditanti nel Comitato di presidenza e il rispetto della lettera (e del numero) della disposizione in esame, debba prevalere la prima esigenza, riconducibile ad uno dei principi fondanti l’ordinamento federale. Ne deriva la già anticipata conclusione che il numero totale di sette componenti il Comitato di presidenza ha mero carattere tendenziale e rispecchia una situazione di fatto probabilisticamente più facile da registrarsi ma non può in alcun modo precludere che esso subisca il necessario aumento in misura proporzionale al numero delle categorie non accreditanti che non abbiano espresso Vicepresidenti.
Quanto al secondo quesito la Corte osserva che esso trova utile e dirimente risposta nella
circostanza che, ai sensi dell’art. 26 dello Statuto, il Presidente dell’A.I.A. sia componente di diritto il Consiglio Federale e, in virtù di tale carica, sia legittimato alla elezione come Vicepresidente, poiché il requisito soggettivo posto, come visto, dall’art. 24 comma 7 dello Statuto è che i Vicepresidenti siano eletti tra i componenti il Consiglio Federale.
È, pertanto, innegabile che a nessun Consigliere federale può precludersi l’elezione alla
carica di Vicepresidente.
Non può, pertanto, costituire ostacolo a questa limpida conclusione interpretativa la
circostanza che altra disposizione statutaria (art. 32 comma 8 dello Statuto) preveda che il
Presidente dell’A.I.A. partecipi alle riunioni del Comitato di presidenza che abbiano ad oggetto
materie gestionali ed economiche con diretta rilevanza per il settore arbitrale. Non può, in
particolare, arguirsi da detta disposizione che l’unico titolo al quale il Presidente dell’A.I.A.
potrebbe partecipare alle riunioni del Comitato di presidenza sarebbe quello legato alla natura delle materie trattate, con esclusione da ogni altra.
Ed invero, siffatta inammissibile interpretazione trascurerebbe, da un canto, il fondamentale
ius ad officium che compete ad ogni Consigliere Federale rispetto alla elezione a Vicepresidente e, d’altro canto, che la norma da ultimo citata si limita a porre una disposizione puramente cautelativa degli interessi dell’A.I.A. stabilendo che ogniqualvolta la materia della gestione del settore arbitrale venga trattata in Comitato di presidenza debba partecipare alla relativa riunione il Presidente
dell’A.I.A.. Sarebbe, quindi, estraneo alla logica di tutela sottesa alla norma farne discendere che essa vieti che del Comitato di presidenza faccia parte in via stabile e senza limitazioni di materia, in quanto Vicepresidente federale, lo stesso Presidente dell’A.I.A.
P.Q.M.
nei sensi di cui in motivazione si esprimono i pareri richiesti.
IL PRESIDENTE
(Dott. Pasquale de Lise)
Pubblicato in Roma il 21 maggio 2007
IL SEGRETARIO IL PRESIDENTE FEDERALE
(Antonio Di Sebastiano) (Dott. Giancarlo Abete)

Fonte: Figc.it

NOTIZIA CLAMOROSA: IBRA VUOL TORNARE ALLA JUVE!!!

News poco attendibile e tutta da verificare, ma io la posto comunque:

CALCIO: JUVENTUS, IBRAHIMOVIC RITORNA IN BIANCONERO


(PRIMA) TORINO - Certo, molto probabilmente dovrà farsi prima "perdonare" dai tifosi, ma la notizia ha del clamoroso. INfatti sembra proprio che Zlatan Ibrahimovic abbia espresso l'intenzione di tornare alla Juventus nel prossimo campionato e di lasciare l'Inter. Gli ostacoli perchè l'affare vada in porto sono due. Il primo che il giocatore vuole vedere come la società rinforzerà la squadra, incluso il fatto non trascurabile di mantenere in bianconero Buffon e Camoranesi, dall'altra il prezzo diventato molto alto e che farebbe dirigere la Juventus altrove, visto soprattutto che i rinforzi dovranno essere numerosi. Per ora resta comunque il dato non di poco conto che Zlatan, nonostante l'anno spensierato passato ad Appiano Gentile voglia far ritorno nella squadra che lo ha portato in Italia.(PRIMA)



Data: 22/05/07 07:56
Autore: RED-SPO

Fonte: primapress.it




Io non credo queste clamorose notizie, secondo me è solo una mossa del suo agente per farsi rialzare da Morattolo il contratto. Il gioco è semplice: il suo procuratore fa pubblicare certe notizie, sua onestà quando sente pronunvciare la parola Juventus ha le convulsioni e smette di ragionare (se mai l'avesse fatto).

In ogni caso, se davvero mai dovesse succedere, avrebbe molte cose da farsi perdonare. Ma davvero molte! Gli amanti traditi sono diffidenti...

LO SPOOFING TELEFONICO? ESISTE, MA E' IGNORATO

Roma - Da diversi giorni, su YouTube, è possibile rivedere le riprese del servizio televisivo messo in onda da SKY TG 24 video sul tema delle intercettazioni telefoniche. Questi i titoli (tratti dalle dichiarazioni di commento rese dal Mario Stagliano, Vice capo dell'Ufficio indagini della Federcalcio) "DIGILAB SU SKYTG24 CALCIOPOLI INTERCETTAZIONI - DIGILAB ha scoperto un difetto nel sistema telefonico fisso e mobile che permette di falsificare l'identità telefonica di qualsiasi persona senza che la persona ne venga a conoscenza - Inquietante scoperta della DIGILAB di Alessandro Marzini (Livorno) su una grossa falla nel sistema telefonico che permette di falsificare il mittente di una chiamata".

Per quanto oggettivamente inquietante e potenzialmente idonea a generare una vera e propria "rivoluzione" nel sistema della telefonia in generale ma anche nell'ambito delle indagini giudiziarie basate sulle intercettazioni (calciopoli e non solo), la scoperta di DIGILAB è stata ignorata dagli altri media mainstream (gli unici "rimbalzi" importanti si sono ottenuti in un programma sportivo messo in onda da una emittente privata del Nord Italia ove partecipava uno dei principali protagonisti di calciolopoli, a parte i forum dei tifosi juventini e degli sportivi in generale). Punto Informatico ha approfondito la questione con lo stesso Marzini, per indagare sulla vicenda.

Punto Informatico: L'intervista su SKY suscita molti interrogativi, eppure i media mainstream non sembrano averci fatto caso
Alessandro Marzini: Francamente, non comprendo i motivi di apparente disinteresse anche se, un po', me lo aspettavo poiché, prima di prender contatti con SKY, avevano offerto la notizia ad un importante quotidiano nazionale che, dopo un iniziale entusiasmo, ha improvvisamente cessato i contatti con il Ns. Legale.

PI: Come spiegate questo atteggiamento? E perché l'intervento di un Legale ?
AM: Dopo l'ultimo colloquio con il Direttore, credevamo che l'accordo fosse ormai cosa fatta ma, poi, stranamente, siamo stati completamente ignorati. Ritengo che tanto sia stato dovuto o perché non abbiano pienamente compreso la portata della scoperta oppure, al contrario, perché si sia valutato come prevalente l'interesse a non divulgare una notizia di tale portata.

PI: Ma veniamo al contenuto del video. Da quando avete scoperto che è possibile falsificare una chiamata?
AM: A settembre dello scorso anno, insieme ai miei collaboratori, stavamo lavorando sul caso di un cliente che aveva ricevuto una denuncia per molestie telefoniche. Poiché eravamo certi della sua innocenza, abbiamo iniziato ad "indagare" sulle modalità tecniche con cui viene eseguite la consegna degli sms ed abbiamo scoperto che era possibile "recapitare" sul telefono di un qualsiasi utente (di telefonia mobile o fissa) degli sms apparentemente provenienti da sim o numeri di telefoni (mobili e/o fissi) di altre persone (che, ovviamente, rimanevano ignare di tutto).
Da qui, abbiamo approfondito le ricerche e verificato che la stessa cosa poteva esser operata anche con chiamate vocali.

PI: Cosa si può fare con le chiamate vocali ? Può descrivere tecnicamente l'operazione ?
AM: Gli usi possibile di questa attività sono molteplici e trovano un limite solo nella fantasia di ciascuno. Chiunque di noi potrebbe assumere l'identità di un personaggio famoso (un politico, un magistrato, ecc) ed utilizzare la sua utenza telefonica facendo apparire delle telefonate che questi, in realtà, non ha mai fatto e, magari, attribuire all'ignaro cittadino la paternità di frasi compromettenti che, nella realtà, mai sono state riferite.

PI: Ma i tabulati telefonici potrebbero smentire il "falsificatore" - mentre le indagini di polizia giudiziaria potrebbero dimostrare, anche sentendo la voce dell'interlocutore, che l'utente coinvolto non ha
eseguito le telefonate addebitate né ha riferito le frasi intercettate
AM: Non avendo accesso a questi dati e non conoscendo le procedure con cui i tabulati vengono generati, non posso rispondere con esattezza. Posso però confermare che i cosiddetti tabulati di primo livello - cioè quelli direttamente accessibili dagli utenti - registrano queste chiamate che, pertanto, rimangono tracciate al pari di quelle vere - mentre, per quanto riguarda l'audio, non serve neppure ricorrere a Fiorello per ottenere una imitazione perfetta della voce, dato che esistono software in grado di contraffare i suoni ed i timbri di voce.
In ogni caso, il fatto che la chiamata rimanga o meno nei tabulati è indifferente e non sminuisce affatto il valore della scoperta perché se è grave che la traccia della chiamata rimane, è parimenti grave (ed anzi forse peggio) se la stessa non viene tracciata perché ciò dimostra che esistono chiamate che, non comparendo nei tabulati, un domani non è possibile contestare.

PI: Facciamo un esempio pratico
AM: Se Lei avesse un amante, sarebbe facile metterla nei guai con sua moglie facendo squillare il telefono nel momento meno opportuno o mandando un sms compromettente. Ma gli esempi si possono moltiplicare: pensi cosa succederebbe se, durante un processo penale a carico di un mafioso, il Giudice ricevesse una telefonata apparentemente proveniente dal difensore dell'imputato... che magari ha i telefono sottocontrollo...

PI: A suo parere questa scoperta mette a rischio la credibilità di processi (come calciopoli) che sono fondati su intercettazioni telefoniche ?
AM: Il furto di identità tramite pirateria telefonica è una realtà di cui bisogna prender atto e, forse, dovrebbe indurre le istituzioni a rivedere quei servizi che tendono ad identificare la persona attraverso il telefonino (ho sentito dire che, in alcune città e con alcune banche, è possibile eseguire pagamenti di servizi vari tramite sms).

PI: Riassumendo possiamo dire che non c'è dunque certezza che una telefonata o un sms risultante da un tabulato intestato ad una utenza sia stata realmente eseguita o ricevuta dal suo titolare?
AM: I tabulati sono documenti prodotti direttamente da una macchina che li trasmette agli investigatori senza l'intervento dell'uomo. Questo però non esclude che la macchina che produce il tabulato possa esser indotta in inganno ed imputare ad una utenza una telefonata mai fatta o ricevuta.
Ovviamente, questa possibilità può esser verificata solo dagli Operatori dai quali, Noi, come tutti gli utenti, Ci aspettiamo dei doverosi chiarimenti.
Prendiamo ad esempio il servizio "chi è" della Telecom: questo, più correttamente, dovrebbe chiamarsi "chi potrebbe essere"...

PI: Dopo l'intervista su SKY avete avuto contatti con i personaggi interessati dalle note vicende sulle intercettazioni telefoniche ? Siete stati richiesti di svolgere consulenze?
AM: Qualcuno si è fatto vivo ma niente di particolarmente interessante.
Vige una strana omertà... per questo, ed anche nostra tutela, abbiamo deciso di depositare la scheda tecnica a Notai di fiducia e di dialogare con l'esterno tramite l'ausilio di un Avvocato di Roma.

PI: Cosa vorreste fare e cosa, secondo Voi, sarebbe corretto che facessero gli operatori telefonici e le istituzioni?
AM: Vorremmo che la gente venisse messa a conoscenza dei rischi di furti di identità che sono connessi all'uso della telefonia Come utenti, prima ancora che come tecnici, vorremmo che tutti fossero consapevoli che non esiste più - o forse non v'è mai stata - sicurezza nel campo delle comunicazioni telefoniche e che tutti potremmo esser vittima di artifici o raggiri da parte di terzi malintenzionati.

PI: Ma c'è davvero il rischio che qualcuno ricorra a questa tecnica di mascheramento telefonico?
AM: Vorrei precisare che noi non abbiamo inventato nulla ma semplicemente scoperto qualcosa che, non saprei dire da quando, qualcuno ha utilizzato ed utilizza quotidianamente alle spalle delle gente e delle istituzioni; per questo, ci dichiariamo a disposizione di chiunque - magistratura, forze dell'ordine, avvocati, cittadini - ritenesse di dover approfondire un argomento di attualità così delicata e, perché no, anche di collaborare con gli Operatori telefonici ed offrire le nostre conoscenze.

Fonte: www.puntoinformatico.it


Bel paese....

lunedì, maggio 21, 2007

CONSIDERAZIONI DOPO LA PROMOZIONE

Finalmente l'incubo è finito, ma in questo momento provo tanta rabbia e disgusto! Rabbia per quello che era e che non è più, per come si sono comportate troppe persone nei nostri confronti. Da questa esperienza ho capito chiaramente che la Juve è qualcosa di troppo importante per essere sconfitta, un'icona che porta tanta passione quanto odio. La passione l'abbiamo vista dai tifosi, che si sono stretti tutti attorno alla squadra nel momento più difficile della sua ultracentenaria storia; l'odio di avversari e media, che sono prima riusciti ad affondarci, poi, non contenti, colgono sempre l'occasione per insinuare, dubitare e attaccare.

Ora posso dirlo tranquillamente: la Juventus è l'unica squadra che avrebbe potuto portare così comodamente a termine un'impresa del genere. Perchè, ed è bene non dimenticarlo mai, non si è trattato solo di un terribile anno di B, ma anche di un enorme danno partimoniale e di immagine, abbiamo assistito alla cessione dei nostri pezzi migliori che in molti casi hanno contribuito alla vittoria dello scudetto di latta dell'onestissima, siamo stati costetti a subire l'umiliazione di vedere la nostra amata squadra in campi come Frosinone, Leffe ed Arezzo, ma ora è finita. Fosse capitata una cosa del genere a Milan o Inter (e se ci sarà un giorno la tanto invocata giustizia avverrà), probabilmente avremmo assistito alla scomparsa di queste due squadre ed alla diaspora dei propri tifosi (se non tutti, almeno la maggior parte) verso altre squadre.

Ricordiamoci che presto ci sarà il processo ordinario su Farsopoli, che, per quanto possibile, accerterà la verità; ma in ogni caso noi abbiamo pagato. Siamo stati davvero colpevoli? Bene, punizione avuta e scontata. Non siamo stati colpevoli? Allora a quel punto molti dovranno spiegare delle cose e credo ci sarà da ridere.

Dicevo all'inizio di essere, oltre che arrabbiato, anche disgustato. Si, lo sono per l'ipocrisia dei media, che hanno unanimamente applaudito al nostro ritorno in A. Capite, cari giornalisti, che siete TUTTI (o quasi) NOSTRI NEMICI e non ci frega nulla delle vostre leccate di culo. Avete pèer caso la coscienza sporca? Beh, siamo tornati, pronti a vincere come sempre sul campo, contro tutto e tutti. Perchè da sempre siamo soli, ed orgogliosi di esserlo.

Mi disgistano, inoltre, i risultati di fine stagione. Immagino che il vigilissimo Borrelli abbia già preso visione di certi risultati, che coinvolgono in particolare Roma e Torino: la prima ha permesso di salvari ieri al Cagliari e 7 giorni fa si è fatta battere in casa dal Torino, mentre ieri i vacconi granata ed il Livorno hanno dato vita ad uno scandalo in diretta nazionale. Borrelli vuole farci capire che noi sbagliamo quando lo accusiamo di avercela solo con noi? Bene, allora indaghi anche su questi scempi e poi ne riparleremo! Sono solo contento che i cugini sfigati siano rimasti in A, per fargli capire (qualora avessero dei dubbi), quel'è la prima squadra di Torino (e per ricordargli che da anni ormai la loro dimensione è la serie B!)

Mi ha schifato anche il comportamento del presidente del Bologna Cazzola. Non sto qui a discutere di presunti torti arbitrali (obbiettivamente, però, sembra proprio che vogliano promuovere direttamente il Napoli... sarà contento l'onesto De Laurentis), ma la buffonata vista sabato pomeriggio al Dall'Ara è stata una vergogna. Prima di tutto, se davvero vuoi interrompere la partita, devi entrare in campo ed impedire il proseguimento della stessa (pagandone poi le conseguenze), poi ho ragione io quando dico che il Bologna ha troppo protestato in questi anni e si è resa talmente antipatica che gli viene dato tutto contro. E' giusto questo? Probabilmente no, ma se una persona vi stressa all'infinito, a voi non viene da fargliela pagare?

Vorrei, infine, fare un ringraziamento speciale ad alcuni UOMINI, veri e leali, che hanno guadagnato la gratitudine eterna di noi tifosi (a meno che non vadano in certe squadre, indendasi Inter, Roma, Milan, Fiorentina e Torino), e sto parlando di Gianluigi, Alessandro, Giorgio, Robert, Igor (ma dov'è finito???), Cristiano, Giuliano, Valeri, Alessanro, Pavel, Antonio, Felice, Federico, Claudio, Mauro German, David, Jean Alain, Matteo, Raffaele, Emenuele, Tomas, Marcelo, Jonathan, Paolo, Nicola, Marco, Orlando, Andrea, Paolo, Dario e Sebastian.

GRAZIE DI CUORE A TUTTI

Grazie anche a tutti i tifosi bianconeri che hanno dimostrato una civiltà ed una passione insospettabili. Si dice che i veri amici si vedano nel momento del bisogno, ma anche i veri amori. E il nostro è un vero, grande amore.


Ultima considerazione: è giusto o no esultare alla promozione in A? Io da par mio non ho festeggiato perchè non mi riconosco in quel campionato, ma è vero anche che un tifoso deve essere contento e ringraziare i propri eroi per qualsiasi vittoria.

Allora facciamo un compromesso: questo è uno scudetto a tutti gli effetti, che aggiunto ai 2 vinti negli ultimi anni portano la Juve a quota 30 campionati vinti. L'anno prossimo SI DEVE scendere in campo con 3 stelle sul petto!

Per rispondere a questa domanda, riporto il pensiero di Antonio La Rosa:

QUALE FESTA?
di Antonio La Rosa

Non sono affatto felice in questo momento, al raggiungimento della matematica promozione in A della Juventus.
E non lo sono perchè non era questa la stagione che doveva disputare la mia squadra del cuore, e quando parlo di stagione mi riferisco non soltanto all’aspetto agonistico.
La Juventus doveva disputare, con pieno merito, la CL, doveva giocare in serie A, doveva mantenere l’organico che le aveva consentito di dominare per due stagioni in Italia; invece è stata punita a furore di popolo e non per illeciti commessi, dato che le sentenze della giustizia sportiva tutto dicono, tranne che la Juventus abbia davvero commesso fatti costituenti gravi illeciti sportivi.
Ma almeno adesso la pagliacciata è finita, anche se continua e continuerà quella orchestrata dai media.
Mediaset che scarica veleni e fango verso la Juve, usando come sua "punta di diamante un uomo sull’orlo di una crisi di nervi quale Zilianipaolo, che evidentemente ormai trova quale unico motivo di orgasmo personale, per sfogare la sua solitudine, il poter dire male della Juventus; nelle altre emittenti, di maggiore o minore spessore, girano ambigui personaggi sempre pronti a scatenare l’inferno, come nel passato, se per caso si verifica un episodio dubbio a favore dei bianconeri, a conferma che il vero obiettivo di calciopoli non era Moggi e il porre le basi per un calcio credibile e ripulito, ma era quello di mettere all’angolo la Juventus, colpevole di essere la più forte e di essere la meglio organizzata.
Adesso hanno creato la bufala di "calciopoli 2", che invero non è mai partita per il semplice fatto che le cosiddette novità messe in giro dai media non sono altro che gli elementi non ancora noti delle indagini dei P.M. di Napoli, che peraltro contengono tante di quelle inesattezze e di quelle imposture che vedremo come potranno reggere in un processo serio, e non i quelli burla organizzati da Caligola Rossi.
Pur di colpire la Juventus hanno escogitato la storia delle dichiarazioni "bomba" di Capobianco, che alla resa dei conti si sono rivelate del tutto prive di supporto e di valore scandalistico: Mensurati, il giornalista di "Repubblica" che ne ha raccolto le confidenze, in una emittente privata, durante la trasmissione "La Juve è sempre la Juve" (emittente T9, sul satellite canale 877 di Sky), giovedì scorso ha dovuto ammettere che non ha verificato la fondatezza delle dichiarazioni resegli da Capobianco, ma intanto le ha pubblicate, tanto per pescare nel torbido, e questo spiega molto quale sia il vero costume giornalistico nostrano, specie quello sportivo, dove operano tutti Soloni dediti a dare lezioni morali agli altri, ma dediti pure a manipolare fatti, a mistificare la realtà, a disinformare.
Insomma nulla è cambiato da un anno a questa parte.
E dunque nulla sarà diverso nel momento in cui la Juventus sarà nuovamente nel posto che le compete, avremo sempre quelli pronti ad amplificare gli episodi a favore della Juve, a parlare magari di nuove cupole, in sostituzione di quelle vecchie mai esistite ma create ad arte, ad amplificare le intercettazioni di Moggi per far credere che ancora lui sia dietro le quinte delle sorti juventine (modo per cercare di tenere sotto scacco la nuova dirigenza), ed occultare quelle gravissime di Meani, unico dirigente (e non fattorino) di una squadra ad avere scelto personalmente la terna arbitrale di uno scontro scudetto, peraltro perso, o ad avere invitato assistenti di linea ad alzare ed abbassare la bandierina a seconda le esigenze della propria squadra, o ad avere organizzato cene con arbitri "al di sopra di ogni sospetto", alla presenza di misteriosi dirigenti diversi da quelli appartenenti alla presunta cupola bianconera.
Continueremo ad ascoltare le dichiarazioni deliranti di Moratti e dei suoi, e l’ultimo esempio l’abbiamo avuto al termine della finale di ritorno della Coppa Italia, hanno parlato di arbitraggi "vecchia maniera", un modo per dire che gli arbitri sono onesti solo se fanno vincere l’Inter, altrimenti non lo sono, ma del resto sono e rimarranno per sempre l’Inter, non possono cambiare il loro DNA.
Ecco ritorneremo nuovamente in questo contesto, dopo che ci hanno rubato tre anni della nostra storia.
E ci ritorneremo con un organigramma che ancora non riesce a dare alla società delle linee guida chiare e rassicuranti.
Per questo mi chiedo se oggi sia davvero una giornata nella quale festeggiare.
Certo il risultato del campo è arrivato, nel migliore dei modi, ma non posso dimenticare che oggi non dovevamo giocare ad Arezzo.
E domani torneremo a giocare sotto i riflettori della solita impostura mediatica.
Insomma dovremo essere davvero forti, molto forti, tifosi, giocatori e (speriamo una volta per tutte) dirigenti.
Per intanto limitiamoci davvero a dire, come era scritto nella maglietta sfoggiata al termine di Arezzo - Juventus: B (tagliata) ...astA!!!!!



Infine, vi lascio qui sotto i gol di sabato con il commento di Cucchi (bellissima la frase alla fine: bentornata Juve, bentornata nel TUO campionato!)




juve

juve/


NON UN EURO ALLA GAZZETTA!!!

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