lunedì, dicembre 24, 2007

BUON NATALE A TUTTI

Buon Natale a tutti, juventini e non; speriamo vivamente che l'anno nuovo porti al calcio serenità, sportività ed una netta diminuizione della violenza.

Auguri a tutti e.... semrpe forza magica Juve!!!

domenica, dicembre 23, 2007

JUVENTUS-SIENA 2-0

Molto bene nche in quest'ultima fatica del 2007. Tutto come previsto: facile vittoria per noi, 2 a 1 per l'Inter sul Milan che fa restare invariati i punti di distacco da loro (ma come sostengo sa inizio anno, non dobbiamo fare la corsa sui nerazzurri), ma mantiene lontanissimo il Milan, che anche vincendo tutti e 3 i recuperi resterebbe ad 8 punti da noi.

Riguardo la partita c'è da registrare il lieto ritorno a decenti livelli di Tiago, la conferma d'eccellenza per legrottaglie, la solita puntualità di trezeguet sotto porta e di Buffon alla difesa di pali.

Ranieri mischia a sorpresa le carte e manda in campo un 4-3-1-2 molto offensivo con Salihamidzic, tra i migliori, terzino destro, Legrittaglie e Chiellini centrali e Molinaro a sinistra; Zanetti vertice di centrocampo basso, Nocerino e nedved esterni, Tiago dietro le punte Del Piero e Trezeguet. Mossa intelligente quella del mister, ovvero inserire il portoghese protetto dai due mastini Nocerino e Zanetti, in pratica esentandolo totalmente da compiti di marcatura per concentrarsi anima e corpo alla costruzione. E proprio dai suoi piedi nasce l'azione che mette in ghiaccio il match: Alex insiste sulla sinistra, palla all'ex Lione che di prima lancia David che controlla di tacco e sigla il suo 13 gol stagionale.

Mossa intelligente, dioevo, di Ranieri, ma che costa la confusione totale per Nedved. pavel parte sull'out di destra, ma si trova spesso ad accentrarsi per rendersi pericoloso. Ad destra invece gli accentramenti di Nocerino lasciano spazio alle costanti proposizioni di Salihamidzic, autore del primo gol e pericoloso su 2 colpi di testa (il primo sulla traversa ed il secondo fuori di pochissimo).

Il Siena ha provato a difendersi, com'era prevedibile, fino al vantaggio bianconero, poi ha cercato di pareggiare i conti trovando però davanti a se una difesa che giornata dopo giornata sta divenendo sempe più imprenetabile. Infatti a Torino Buffon ha incassato solo 3 gol (alla prima giornata da loviso del Livorno, alla terza da Di Natale e da Cruz nel big match contro gli onesti all'11°) e poi ha chiuso la saracinesca.

Tutto sommato una prima parte della stagione molto positiva, direi ampiamente e felicemente oltre le più rosee aspettative. Il terzo posto attuale, ad una sola lunghezza dalla Roma, è frutto sia dell'ottimo lavoro di ranieri ma anche della voglia e della costanza di 25 ragazzi che finora hanno dato tutto, talvolta oltre i prorpio limiti, per riuscire in un'autentica impresa.

L'anno nuovo si aprirà con la partita di catania, avversario tostissimo in casa propria: vincere li ci potrebbe permettere di non perdere terreno su Inter e Roma, nell'attesa che la Champsion porti via energie fisiche e psichiche alle nostre avversarie. Resto convinto che il nostro obiettivo reale dev'essere il secondo posto, ma chissà che un miracolo non accenda una nuova, bellissima possibilità. E così, 1 anno dopo, tutto tornerebbe come prima. Come sempre è stato, checchè ne dicano i media...

Buffon 6.5
Salihamidzic 7
Legrottaglie 7
Chiellini 6,5
Molinaro 6
Nocerino 6
Zanetti 6.5
Nedved 6
Tiago 7
Trezeguet 7
Del Piero 6

Grygera 6
Palladino s.v.
Almiron s.v.

All. Ranieri 7
- Supisce, a ragione, inserendo Salihamidzic terzino destro e Tiago per Marchionni. esegue bene i cambi e mantiene trai ragazzi la tensione alta. Bravo mister!

Voto generale alla prestazione della Juve: 7-
. Non eravamo contro il Real Madrid, ma sono queste le classiche partite in cui si ha tutto da perdere e nelle quali la concentrazione può calare. Bene così...

Arbitro Sig. Damato 6. Tiene in pungo una partita per nulla difficile. Qualche dubbio sul gol del vantaggio juventino, ma nessun errore grave.

PRESENTAZIONE DI JUVENTUS-SIENA

Vincere per terminare in bellezza il 2007, vincere per approfittare del derby Inter-Milan, vincere per ribadire a tutti che la Juve c'è e lotterà fino alla fine.

Tra i bianconeri che oggi pomeriggio scendereanno in campo contro il Siena mancheranno sicuramente gli infortunati Andrade e Camoranesi, mentre Zanetti e Nocerino sono febbricitanti ed il loro impiego resta molto incerto, a favore di un rilancio in grande stile di Tiago.

Finora Ranieri ha fatto molta pretattica mascherando gli undici che partiranno titolari, ma la sensazione è che i ballottaggi Zebina-Grygera, Salihamidzic-Marchionni e Del Piero-Iaquinta saranno risolti in favore dei primi.

Attenzione al Siena, che nelle ultime partite (in particolare la trasferta di Genova) ha dato il mieglio di se tirandosi fuori dalla zona pericolosa. I toscani hanno in Loria un costante pericolo sulle palle inattive, in Galloppa un ottimo cursore ed in Mario Frick una ritrovata punta dal colpo in canna.

A mio personale avviso, stanti le condizioni dei bianconeri, schiererei la classica difesa a 4 (Zebina, Legrottaglie, Chellinii, Molinaro) davanti a Buffon, un centocampo propositivo (Marchionni, Zanetti, Tiago, Nedved) e davanti le due punte Del Piero e Trezeguet. Tanta pressione sugli esterni e palleggio frequente grazie al portoghese. Il Siena è uan squadra da attaccare frontalmente, dato che i due centrali di difesa non sono certo dei fenomeni (Loria e Portanova), quindi giocherei con un baricentro altissimo, aiutato da una costante proiezione offensiva dei due larerali bassi. Alex a fungere da cordone ombellicale tra la mediana e Trezeguet, David davanti ad insaccare come solo lui sa fare.

Sono parecchio ottimista per la partita di oggi: direi un 3 a 0 secco con doppietta di Trezeguet e rete di Nedved. Vado un pizzico fuori tema e vorrei fare una previsione per il derby milanese. A mio avviso sarà una partita parechio monotona, in cui l'appagamento di entrambe ed il freddo prenderanno rapidamente il sopravvento sulla competizione. Vincerà l'Inter per 2 a 1 con i gol di Ibrahimovic e Samuel, rete di Kaka su rigore alla fine.

Per chi dobbiamo tifare noi juventini? Per l'Inter, in modo tale che il Milan perda punti e si distacchi ulteriormente da noi? Per il Milan, nella speranza di acchiappare l'Inter e vincere lo scudetto? Per il pari, un mezzo pazzo avanti di entrambi?

Mio personalissimo parere: lungi da me l'idea di tifare per i perdassurdi, ma in questa particolare occasione spero in una loro vittoria, o al limite in un pari. Dico questo perchè non credo che in questa stagione potremmo mai raggiungere un Inter troppo superiore, ma piuttosto dobbiamo fare la corsa sulla Roma per il 2° posto che vale l'accesso diretto ai gioroni della Champions e guardarci le spalle dai possibili ritorni di Milan, Fiorentina e Udinese. Indì per cui, spero in una vottoria degli onesti.

Forza ragazzi, come Roma, vincete per noi!!!!

venerdì, dicembre 21, 2007

CHE GUSTO!!!!!

Oggi i sorteggi di Champison e per le tre italiane le partite peggiori in assoluto. Per una volta la fortuna ci ha sorriso.... A breve non saremp più l'unica squadra a non fare le coppe!!

INTER-LIVERPOOL
BARCELLONA-LIONE
PORTO-SCHALKE 04
MANCHESTER UTD-CELTIC
ROMA-REAL MADRID
ARSENAL-MILAN

CHELSEA-OLYMPIAKOS
FENERBACHE-SIVIGLIA

OTTO DOMANDE ED UNA RISPOSTA

Ho appena letto il pezzo di Rocca che posto di seguito e che rende benissimo la situazione del nostro povero paese. Nulla di più da aggiungere se non profonda amarezza per la nostra amata Italia, una volta terra di cultura, di diritto e soprattutto civile:


Otto domande ed una risposta

"Come è possibile che telefonate private vengano pubblicate sui giornali?
Come è possibile che telefonate private addirittura senza nessuna rilevanza penale vengano pubblicate sui giornali?
Come è possibile che le telefonate di persone inintercettabili per legge vengano ugualmente pubblicate sui giornali?
Come è possibile che non si sappia chi ha passato il testo e addirittura l'audio delle telefonate ai medesimi giornali?
Come è possibile che non venga mai indagato e condannato nessuno, in procura, per aver illegalmente passato verbali, testi e file audio ai giornali?
Come è possibile che il ministro della Giustizia e dell'Interno, chiunque essi siano, non chiudano quegli uffici colabrodo?
Come è possibile che la sinistra denunci la violazione della privacy e si indigni soltanto quando sono i suoi rappresentanti a essere sputtanati e poi come se niente fosse ricomincia quando c'è di mezzo Berlusconi, Moggi, il re o una valletta?
Come è possibile che abbiamo dei giornali così di quella-cosa-che-piace-a-luttazzi?
Io lo so come è possibile, è possibile perché siamo un paese ridicolo"

C.Rocca 20/12/2007

FAUSTO NARDUCCI, GIORNALISTA GAZZETTA...

Nella nuova tornata di intercettazioni vi sono moltissime chicche.
Una gustosa si ricava dalla conversazione tra Giulio Pazzanese e Armando Aubry del 12/02/2007.
Documento pubblicato da repubblica ieri (forse oggi scomparso) pg. 36/409:

G: poi non so se vi ric. se avete avuto modo di leggere a gazzetta
A: e ma li è stato Palombo è stato proprio
G: eh
A: diciamo cosi ha fatto proprio.....
G: 'Ncoppa a procura e Napoli avete letto?
A: eh ha fatto quattro cose... pero io ho saputo che loro hanno letto le 3000 telefonate di torino e nun cè stesse niente 'ncoppa a chille telefonate di torino dicono! nel suo clan...
G: eh
A pero Palompo ha fatto chelle quattro righe che dice che sta.....è na pioggerellina
G eh mo chell che purtroppo...che purtroppo sappiamo tutti insomma!
A e viene na tempesta perche ci saranno delle sorprese...mo o questo è cattivo proprio..... o è bene informato Giulio!
G eh
A però non so chi mi ha detto che Fausto Narducci è a gazzetta ro sport potrebbe essere il fratello di Narducci....
G E' quello ..ma guardate quello il Narducci della gazzetta è napoletano sportivamente....

A voi le conclusioni...

LA RISPOSTA DI MOGGI

L'espressione l'hanno coniata per primi gli americani e dice: "Mettere il fango nel ventilatore". In Italia, dove tutto quello che viene da Oltreoceano viene copiato - male e con qualche anno di ritardo - qualcuno ha sostituito la parola "fango" con un'altra che comincia per m... Significa che quando si vuole fare del male a qualcuno, tentare di deturparne l'immagine, fare il vuoto intorno a lui, rovinarne la reputazione e l'onore, basta prendere un po' di fango e accendere il ventilatore. Anche con me, qualche mese fa ma anche in questi ultimi giorni, si va ripetendo questa operazione. Io so chi è colui, e chi sono coloro che hanno raccolto il fango, lo hanno scelto e selezionato, lo hanno predisposto con cura. So anche chi sono coloro che hanno premuto l'interruttore del ventilatore e che hanno cercato di "spararlo" contro di me. Non mi riferisco certo ai magistrati, tanto e tale è il rispetto per il loro lavoro e la mia fiducia negli Organismi Giudiziari. Mi riferisco a qualcun altro, e mi permetto di dargli un piccolo consiglio: fare bene attenzione, perché può accadere talvolta, come in questo caso, che gli schizzi di fango vadano a colpire qualcun altro (magari lo stesso che non ha fatto in tempo a uscire dalla stanza dopo aver azionato il ventilatore...), può capitare che si sbagli bersaglio, che il ventilatore cambi direzione, che l'operazione sia così sgangherata e pacchiana da ottenere risultati contrari a quelli che si prefiggeva. Mi fermo qui. Faccio solo qualche piccola osservazione.
1) Vorrei sapere quali elementi di rilievo penale ci sono in questa nuova "ondata" di intercettazioni. Le mie conversazioni contengono elementi di reato, fanno emergere violazioni del codice penale? Direi di no. Anzi il contrario. Quindi vorrei sapere perché io, che continuo ad avere la coscienza più che tranquilla, dovrei preoccuparmi.
2) Sono molto lieto, paradossalmente, che la magistratura abbia indagato su di me per altri mesi, anche dopo la richiesta di rinvio a giudizio: questo ha consentito e consente di avere la conferma che non avevo e non ho nulla da nascondere, non avevo e non ho fatto niente di male, non avevo e non ho commesso alcun reato. Sì certo ho fatto e ricevuto telefonate, ma che cosa deve fare un cittadino: smettere di telefonare o di rispondere a chi lo chiama, chiudersi in un monastero sul Monte Athos e sparire dalla circolazione, fare il gioco di coloro che vorrebbero che fosse trattato come un lebbroso da evitare per timore di contagio?
3) Chi ha "distillato", scelto, selezionato - parlo di giornalisti e non di magistrati - queste "nuove" mie conversazioni, entrando nella mia sfera privata e in quella di coloro che parlavano con me e violando la legge sulla protezione dei dati personali e il diritto alla riservatezza, ha un solo scopo: quello di far "candidamente" ripartire l'"operazione" e soprattutto quello di cercare, visto che l'altra volta non c'è riuscito, di fare il vuoto intorno a me. Mi sembra che la "cupola" sia proprio questa, composta da chi accende i ventilatori e da chi distilla e seleziona il fango: è un messaggio diretto a intimidire chi parla con me. Il messaggio sembra essere questo: "Attenti voi che continuate ad avere contatti con Moggi! Vi sputtaniamo sui giornali, pubblichiamo quello che dite».
4) Qui il tema si fa caldo. Prima di tutto, perché io - nel periodo di questo controllo telefonico - telefonavo e ricevevo telefonate anche nella mia nuova veste di opinionista e giornalista. Chi legge questa rubrica sa o suppone che io raccolga informazioni, cerchi notizie, dia anteprime, insomma onori la fiducia e la stima che il Direttore Feltri ha avuto nei miei confronti affidandomi questa rubrica e cerchi di fornire un "prodotto" giornalistico di qualità. I "custodi" della professione giornalistica non hanno niente da dire sul fatto che il collaboratore di un quotidiano abbia il telefono controllato?
5) E veniamo al signor Ministro di Grazia e Giustizia. Vorrei chiedergli che fine hanno fatto le sue promesse, la sua indignazione allorché si trovò coinvolto anch'egli in operazioni "fango nel ventilatore" e dove sono finiti i progetti di legge e le proposte a tutela dei cittadini che vedono pubblicate dai giornali brandelli di conversazioni private e prive di rilievo. Vorrei chiedere a Mastella se la sua indignazione raggiunge la punta più alta quando c'è di mezzo lui o D'Alema o Fassino o qualche altro politico e si abbassa quando ci sono di mezzo cittadini comuni. Vorrei sapere dal Ministro che cosa ha fatto di concreto per far proseguire il cammino di quel suo progetto di legge che, secondo quanto dice, è stato fermato. Ci dica da chi: nomi, cognomi e partiti di appartenenza.
6) In questi mesi ho dimostrato di non aver nulla da nascondere e il contenuto di queste mie telefonate "distillate" in questi giorni lo dimostrano. "Dì la verità", dico a un interlocutore. "Racconta tutto ciò che è vero", esorto a fare. Vi pare che se avessi paura di qualcosa o avessi da nascondere qualcosa esorterei a dire la verità, tutta la verità, nient'altro che la verità?
7) In questi mesi non sono stato colpito solo io da queste violazioni continue operate dai giornali. Ci sono stati altri personaggi, più potenti di me, che ne hanno fatto le spese, per casi diversi, in settori diversi, per aspetti diversi. Non voglio entrare nei singoli casi, ma mi domando e vi domando (e domando a lei, ministro): è un paese civile quello in cui accadono queste cose? È un paese civile quello che non offre al cittadino alcun mezzo per tutelare la propria onorabilità e la propria reputazione, cioè i beni più preziosi che una persona ha? Possibile che sia consentito a chiunque di rovinare una persona in un attimo distruggendo ciò che ha costruito in anni e anni? Non parlo per me, io sono corazzato, impermeabile a questa nuova ondata sgangherata, so come difendermi e non lesinerò alcun mezzo legale per veder affermata la verità. Ma chi non ha mezzi, chi non ce la fa, chi ha un carattere meno forte del mio, chi non sopporta la vergogna o la solitudine o i vicini di casa che lo guardano in cagnesco, o i compagni di scuola del proprio figlio che lo isolano e lo evitano, che cosa deve fare? Chi ci pensa a queste persone?
Paradossalmente dovrei essere lieto di questa nuova ondata di fango, perché questo fango non è. E anche perché in questi mesi sono riuscito, a poco a poco, ad arrivare vicino al ventilatore e a girarlo in direzione opposta alla mia, verso coloro che avevano acceso l'interruttore. Ora vorrei solo che qualcuno togliesse la corrente. Non solo per me, ma anche per molti altri danneggiati come me, meno forti di me.
P.S. Ho letto che Franco Carraro va di malavoglia alle riunioni dell'esecutivo UEFA e che è stato "costretto" da Abete a rimanere in quella carica altrimenti l'Italia avrebbe perso il posto... Complimenti ad Abete. E una domanda: era meglio perdere il posto o avere uno seduto a quel tavolo che si annoia e quando c'è da difendere o tutelare l'Italia calcistica sbadiglia, guarda l'orologio e non vede l'ora di prendere l'aereo per tornare a casa

Luciano Moggi

Fonte: Libero

giovedì, dicembre 20, 2007

MA DAI???

Berlusconi: "Intercettazioni atto criminale. Alla Rai tutti ...

Roma - Dopo la pubblicazione online delle intercettazioni, addirittura dell'audio della conversazione telefonica con Saccà, Silvio Berlusconi è su tutte le furie: "Non ho sentito le intercettazioni" pubblicate sui siti del gruppo Espresso "ma non c’e nulla di preoccupante salvo che siamo in un paese dove non c’è più la libertà". Così il Cavaliere poco prima di pranzare con gli eurodeputati di Forza Italia ha commentato la pubblicazione delle sue conversazioni con il responsabile di Rai Fiction. Si tratta, ha aggiunto, "di una entrata violenta, di un attacco violento" e di "una cosa veramente criminale".
"Alla Rai o ti prostituisci o sei di sinistra" "Voglio essere chiaro - ha tenuto a precisare il leader di Forza Italia -. Lo sanno tutti nel mondo dello spettacolo, in certi situazioni, in Rai, si lavora soltanto se ti prostituisci oppure se sei di sinistra. In Rai non c’è nessuno che non sia stato raccomandato, a partire dal direttore generale che non è certo stato scelto attraverso una ricerca di mercato ".

Pronte azioni giudiziarie I legali di Berlusconi, Niccolò Ghedini e Michele Cerabona, sono pronti ad avviare azioni giudiziarie in seguito alla pubblicazione di intercettazioni di una conversazione telefonica tra il presidente di Forza Italia e Agostino Saccà, relative all’inchiesta di Napoli. "Ad appena 24 ore dal deposito degli atti alla difesa - scrivono in una nota - sul sito del quotidiano La Repubblica e del settimanale L’Espresso vi sono già delle intercettazioni di conversazioni, addirittura in audio, fra il presidente Berlusconi e il dottor Saccà. Dopo la clamorosa ed evidente violazione del segreto d’indagine avvenuta nei giorni scorsi e sulla quale sta investigando la procura della Repubblica di Napoli, non è dato comprendere come sia pervenuta anche la versione audio al quotidiano, in ulteriore violazione di legge. Abbiamo provveduto - riferiscono i due avvocati - ad un immediato esposto al Garante della Privacy e provvederemo altresì ad ogni conseguente azione giudiziaria in merito".
Fonte: Il Giornale

Sono illegali tutte tranne quelle su Moggi e la Juve? giusto per capire....

LA REPLICA DI LUCIANO

Moggi: "Non ho commesso nessun reato"
L'ex dg della Juve replica alle accuse e spiega le nuove intercettazioni

"Sono chiacchere da bar e dimostrano come non ci sono e non ci sono stati reati". Così Luciano Moggi, ex direttore generale della Juventus, commenta la pubblicazione di nuove intercettazioni a suo carico relative al periodo successivo alle sentenze sportive su calciopoli. Moggi, in un'intervista a 'Tuttosport', ribadisce che: "Da quando sono stato squalificato, non mi sono mai occupato attivamente di calcio. Ma come possono pensare di obbligarmi a troncare delle amicizie che ho costruito in 40 anni?. Prendete Secco. L'ho cresciuto io professionalmente. Se ha dei dubbi, delle cose da chiedermi, come faccio a dirgli di no? Mi ha telefonato per questioni personali". Moggi nega di aver parlato con il ds bianconero del mercato della Juve e sottolinea: "Ma secondo voi, se mi avesse chiesto dei consigli, io gli avrei fatto comprare questa gente qui? Giocatori che se ne stanno sempre in panchina?".

L'ex dg si difende anche per le telefonate che riguardano l'acquisto del Siena ("non ho mai partecipato attivamente alla trattativa") e con il presidente Cairo ("mi ha telefonato perchè avevo criticato il Torino in un articolo") e insiste: "Io ho fiducia nella magistratura ordinaria, tanto più che le ultime intercettazioni dimostrano che non ho fatto nulla. Vogliono tagliarmi fuori dal calcio, però non possono impedirmi di continuare a guardare le partite, di fare l'opinionista e il giornalista. E da giornalista sono libero di essere amico e di criticare chi voglio".

DALLA PARTE DI LUCIANO

CALCIOPOLI BIS
Moggi e il reato di dare consigli (inascoltati)
ALESSANDRO DELL'ORTO MILANO


Un giorno un ragazzo si avvicina a Luciano Moggi e lo guarda con aria da sfida: «Moggi, i giornali scrivono che lei avrebbe preso una stecca di 6 milioni per la cessione di Zidane al Real Madrid». Sguardo sorpreso, risposta seccata, tensione. «E non è veeeero, non è vero nienteeee!!!». Silenzio. Imbarazzo (degli altri). Poi una tirata di toscanello. Pausa con tempi comici, sorrisone: «È una notizia falsa perché è impossibileeee: ai tempi non c'era ancora l'eurooo. Al massimo 12 miliardi!». E tutti a ridere. Segnatevela, segnatevela pure che è verissima. E se ancora non c'è nelle nuove intercettazioni di Calciopoli Bis, mettetela anche a verbale: non è poi tanto lontana dalle accuse e dalle insinuazioni della nuova inchiesta. Perché Luciano Moggi sarà anche arrogante e maneggione, avrà anche dei modi di fare bizzarri, schede telefoniche tarocche e amici ovunque che-ci-pensa no-loro-e-vedrai-che-si-aggiusta-tutto , ma non per questo deve essere sempre colpevole di qualcosa. Soprattutto, non per questo deve essere il cattivo per ogni cosa che dice (oltretutto al telefono), che sia una battuta come quella sulla cessione di Zidane, oppure un serio consiglio di lavoro. Sia chiaro, uno che - secondo le accuse del primo processo - chiude un arbitro nello spogliatoio e che parla con i direttori di gara su telefonini segreti e che ha un figlio procuratore (Gea) che gestisce gli interessi anche di alcuni suoi giocatori e che ha rapporti con tutto il calcio che conta e bla bla bla, non è uno sprovveduto né un santerello. E nessuno vuole farlo passare per tale. Ma per tutto questo, Luciano Moggi ha pagato e sta pagando con una squalifica di 5 anni e la proposta di radiazione. Fin troppo. Il problema, è che Luciano Moggi colpevole fa comodo a tutti. E tutti cercano di farlo passare per colpevole. Ancora una volta. L'accusa di questo nuovo procedimento (409 pagine di carte inedite, intercettazioni e interrogatori), però, appare davvero buffa, almeno per quello che si conosce attualmente, cioè le intercettazioni uscite fino a ieri. Moggi, secondo le accuse, starebbe ancora guidando le sorti del calcio italiano malgrado la squalifica. Come? Con manovre segrete, spostamenti di soldi all'estero e intermediari mascherati? Macché. Sentite un po': dispensando consigli tecnico-tattici e pareri, come fa un vecchio esperto, lo zio saggio o il collega appena andato in pensione. Già, Moggi avrebbe la grave colpa di essere ancora cercato e interpellato dal mondo del calcio e di dire la sua su Juventus, Torino, Palermo, Ascoli, Siena, Federcalcio e pure arbitri: «Io prenderei il tal allenatore», «Io licenzierei quel dirigente», «Io difenderei il tecnico che vi sta facendo vincere». Beh, e perché Moggi non potrebbe dire quello che pensa? Cosa dovrebbe fare, tapparsi la bocca? Chiudersi in casa? Isolarsi? Ma dai, non scherziamo: che differenza passa tra rilasciare un'intervista commentando gli eventi del calcio o consigliare ad Alessio Secco, ex collega e attuale direttore sportivo bianconero, di difendere Deschamps che è primo in classifica? Nessuna, se i toni e gli argomenti sono quelli delle telefonate che abbiamo letto finora. Tutto questo, anzi quel poco che è uscito dalle prime intercettazioni, al momento non dimostra proprio un bel niente. Anzi, se proprio vogliamo andare fino in fondo e giocare un po' sdramma tizzando, potrebbe dimostrare addirittura il contrario: cioè che Lucianone, anzichè guidare il calcio, non conta quasi più nulla. Ecco perché. 1) 10 aprile 2007, Moggi suggerisce a Secco di difendere l'allenatore della Juve: «Adesso devi fa' 'na cosa: dire che sembrano assurde tutte le critiche rivolte a Deschamps. Siamo primi in classifica... L'alle natore ha fatto bene... L'allenatore resta con noi... L'allenatore ha la fiducia dei giocatori». Risultato: dopo poco più di un mese Deschamps se ne andrà. 2) 27 febbraio 2007, telefonata con Cairo, presidente del Torino: «Urbano, vuoi da' retta a me, guarda devi piantarla di dar retta a centomila persone... Io il calcio lo conosco com'è fatto. Quanto ti metti intorno gente come Antonelli... spostali». Risultato: Stefano Antonelli è tuttora l'amministratore delegato del Torino». 3) Moggi parla con De Nicola, dirigente dell'Ascoli. Il club deve scegliere il sostituto di Tesser, esonerato alla 12ª giornata. Il dubbio è tra Papadopulo e Sonetti. «Papadopulo, Papadopulo, dai, ma che vai a cerca' adesso...». E poi al presidente Benigni: «Io ti dico che tra Papadopulo e Sonetti non c'è dialogo, è molto meglio Papadopulo». Risultato: l'Ascoli sostituisce Tesser con Sonetti. Alla faccia di chi starebbe ancora guidando il mondo del football italiano...

Fonte: Libero (19\12)


CALCIOPOLI Caro Luciano, fatti frate
Intercettazioni assurde, hanno scoperto che Moggi telefonava a Libero


[v.f.] - Le ultime intercettazioni telefoniche a Moggi - come le prime, del resto - sono molto utili per capire una cosa: che sono inutili e non dimostrano altro che in Italia si gettano nella pattumiera pacchi di soldi per origliare privatissime conversazioni penalmente irrilevanti. Siamo di fronte a un fenomeno da baraccone. Una schiera di persone pagate dallo Stato si occupa senza costrutto di legittimi affari altrui. Calciopoli, come ha detto Berlusconi, è stata una frescaccia. Ma ha attecchito grazie al tifo-letame di cui è lordo il mondo del pallone. Moggi è odiato dagli interisti perché era alla Juve che vinceva di brutto. Fosse stato all'Inter sarebbe odiato a sangue dagli juventini. Gran parte del popolo delle curve e delle gradinate non ragiona; e vede storto attraverso i colori sociali della squadra per la quale tiene. Non c'è speranza di ricondurre Calciopoli nel suo alveo, quello della buffonata. Gli arbitri sbagliano oggi quanto allora, ma nessuno grida più allo scandalo. Già. L'importante è continuare a colpire il capro espiatorio: Moggi non dovrebbe neppure telefonare a gente che conosce da anni e con la quale ha lavorato. Gli consigliamo di farsi frate, anzi suora. Solo così sarebbe lasciato in pace. Lo accusano anche di avere rapporti telefonici con Libero. Che scoperte del menga. Ovvio che parli col giornale di cui è collaboratore e che detti ai nostri redattori i suoi pezzi. Cosa dovrebbe fare, inviarci gli articoli mediante piccioni viaggiatori? È una storia sempre più paradossale. Inoltre lo accusano di dare delle dritte tecniche a chi gliele chiede. Per esempio all'Ascoli, al Torino. E chi glielo vieta? Stiamo precipitando nel ridicolo e non ce ne accorgiamo. Moggi non è stato condannato da alcun tribunale, è un cittadino innocente fino a prova contraria. Eppure nessuno se ne rende conto. Il Paese è pieno di garantisti a orologeria, però se c'è di mezzo Luciano la suoneria si inceppa, e si leva subito un coro: crocifiggetelo. Questo doppiopesismo è uno schifo che ci fa disonore. Chissà perché le intercettazioni e la loro pubblicazione vengono condannate senza riserve, sempre, tranne se riguardano l'ex direttore della Juventus. Non un politico, non un giornalista, non un frequentatore del bar sport hanno fiatato per difendere quest'uomo incensurato. Perché Moggi è in disgrazia e non è popolare tutelare i suoi diritti. Quando era in piedi tutti facevano a gara per leccargli le scarpe; ora che è caduto, dopo accuse mai provate, gli sputano addosso. Qualcuno dovrebbe vergognarsi.

Fonte: Libero (20\12)


Radio Serva- la Procura di Napoli ha inventato per Moggi il reato di frequentazione

Ma lo sapevate che la Procura di Napoli sta indagando con i vostri soldi da contribuenti sul "mancato trasferimento" di Nocerino? Si. Oltre che sulle ballerine del San Carlo di passaggio alla Rai, anche sulla sospetta riconferma alla Juve di quel bel giovane di belle speranze. Sospetta perché farina non del sacco dei suoi dirigenti. Certo che no. Ma del migliore di tutti. E si perché tale mancato trasferimento costituisce, sempre a carico di voi altri che pagate le tasse, la prova provata di un nuovo reato di nuovissima fabbricazione.

La procura di Napoli oltre a rinverdire i fasti del reato di raccomandazione inventato dalla procura di Potenza ha inventato a sua volta per il signor Luciano Moggi il reato di frequentazione. Basta alzare la cornetta, comporre il numero e fargli gli auguri di Buon Natale o chiedergli consigli del terzo tipo (e non sul terzo tempo), quelli di tipo calcistico, chissà perché. E zac. Sei dentro l'associazione, con la nuova fattispecie. Un cittadino italiano non condannato da alcuna legge razziale a perdere la cittadinanza e la capacità giuridica, non inibito da alcuna sentenza a starsene isolato a ruminare, è tuttora considerato un delinquente solo perché ha dei contatti. Gente, vecchia gente di calcio, persino notoriamente onesta (brr) come Mazzone che gli chiede lumi. Un pericolo sol perché ha degli amici.

Un augurio, dottor Moggi. Questi non potendosi più inventare e perseguire la Razza Padrona perché l'han dentro le mura si son costretti a ripiegare sulla Razza Moggi.

Fonte: blog lavocedelpadrone.net

PENNIVENDOLI...

Ho letto le intercettazioni di questa nuova Farsopoli. Se uno solo si azzarda a dire che la juventus rischia qualcosa, è la volta buona che col calcio chiudiamo una volta per tutte.

Ragionandoci sopra, ho notato come Moggi fosse un riferimento per tutto e tutti. Da consigli su calcio e altro, propone uomini di fiducia o in base alle necessità di altri. Ma sinceramente e con tutta la buona volontà non riesco a trovare ne illeciti ne comportamenti sbagliati (in particolar modo da ascrivere alla Juventus).

Mettiamoci bene in testa che ora Luciano Moggi NON E' PIU' un tesserato bianconero, quindi non possiamo rischiare nulla in quanto non fa personalità giuridica per nome e conto della società Juventus F.C. Al tempo di Farsopoli il discorso, seppur vergognoso per sviluppo e conclusione, aveva un senso in quanto era nostro rappresentante ed in virtù della responsabilità oggettiva anche la società ha pagato, ma in questo caso NO! Maggi è solo persona fisica, per di più NON TESSERATO FIGC, quindi è punibile dalla giustizia sportiva SOLO PER REATI PENALMENTE E CIVILMENTE RICONOSCUTI, non per violazioni del codice di (in)giustizia sportiva, che possono essere contestati solo ai tesserati. Che sia ben chiaro, altrimenti sfociamo non solo nel ridicolo, ma anche nell'anticostituzionale e nell'antidemocratico (principi già largamente calpestati da maggio 2006).

Ho letto stamattina della richiesta di Moratti di un altro scudetto a tavaroli (ops... a tavolino...) e la cosa mi ha fatto parecchio riflettere? Come definite voi una persona che prosegue su questa strada, che imperterrito continua ad utilizzare i media al fine di perseguire i suoi truffaldini scopi, che utilizza le sue viscide protesi (Telecom, agenzie di spionaggio) per affossare sempre di più una squadra, una società, una tifoseria, un cospiquo numero di ESSERI UMANI? Avete presente la reazione che scatena sui vergognosi media italiani questo tipo di dichiarazioni? Avete presente il celeberrimo "diffoso sentimento popolare", ovvero la motivazione per la retrocessione in serie B con penalizzazione, la revoca di due scudetto, la perdita di 10 fuoriclasse, l'immenso danno economico e d'immagine e soprattutto l'igiene mentale di una decina di tifosi che da maggio 2006 l'hanno notevolemnte compromessa?

Signor Moratti faccia il bravo e si occupi della sua squadra di onesti, delle sue aziende che vanno benissimo e che sono di grande aiuto per questo magnifico Paese in cui tutto funziona alla perfezione e nel quale i diritti del cittadino sono sempre e comunque rispettati.

Voglio, al termine di questo mio delirio mattutino, far notare come le ultime intercettazioni (puntualmente pubblicare da tutti i media e che riguardano solo Luciano Moggi e mai dirigenti di altre squadre, e sappiamo quali) non provino nulla, se non che il nostro ex DG abbia proseguito ad usare la sua utenza telefonica, per di più sapendo perfettamente di essere intercettato. I casi sono 2: o è scemo oppure quello che ha detto, come è stato in passato e come sicuramente sarà ora, non ha nulla di illecito, bensì personali consigli ad amici o colleghi. Che poi una persona squalificata non possa darli è un altro paio di maniche e ne pagherà le conseguenze, ma riflettete bene e ditemi se è giusto tirare nuovamente in ballo la Juventus, l'unica squadra che ha pagato (e molto pesamentemente) per Farsopoli, l'unica che ha azzerato i vertiici societari prendendo immediatamente le distanze (giusto o non giusto che sia) da tutti i personaggi invischiati nel processo prima ancora che ci fossero condanne, l'unica che ha pagato e continua a farlo ancora oggi dato il trattamento riservatogli da arbitri, instituzioni, media ed avversari, l'unica che si è posta un codice morale atto a cambiare davvero il mondo del calcio. E se Zamparini, il cui carattere fumante lo conosciamo, prende le difese del suo DS Foschi reo di averlo insultato al telefono con Moggi, giustificandolo che quelle erano conversazioni private e che è vergognoso che finiscano sui giornali (ma in Italia ormai tutto è permesso) ma soprattutto che anche lui parla tutt'ora con Moggi perchè essendo il migliore si fida dei suoi consigli, beh io davvero non ci vedo nulla di male. E oltre Zamparini lo fa Cairo e tantissimi altri personaggi illustri del mondo del calcio e non.

Insomma amici miei, siamo ben oltre il limite della decenza e così non si può ne si deve andare avanti. La Juventus, con una squadra abbastanza pietosa, cerca di progettarsi una futuro decoroso puntando alla qualificazione in Champions ed ecco che saltano nuovamente fuori delle intercettazioni che finiranno nel migliore dei casi per scuotere un ambiente che aveva finalmente trovato la stabilità dopo i 15 mesi più difficili e traumantici della sua ultra centenaria storia. Per quanto ancora deve continuare questa situazione? Ai posteri l'ardua sentenza...

mercoledì, dicembre 19, 2007

ARTICOLO SU FARSOPOLI APPENA USCITI:

Da Repubblica (cartacea) pagine 52-53-54

CORRADO ZUNINO
Lo chiamano direttore, ancora direttore. E’ indagato per
associazione a delinquere e frode sportiva, minacce e
illecita concorrenza. In due procure diverse. Ed è stato
squalificato per cinque anni dal calcio italiano. Niente. Il
calcio italiano, un pezzo probabilmente irrecuperabile ma
sicuramente importante, chiama ancora Luciano Moggi, ne
ascolta i suggerimenti, gli fa relazioni su giovani talenti
da smistare a squadre amiche. E torna a brigare con lui, non
ha mai smesso. Lo dicono le 409 pagine di informativa dei
carabinieri che hanno riaperto un istante prima del processo
la Calciopoli 2. Rino Foschi, direttore sportivo del
Palermo, non si fa scrupolo di insultare il suo presidente
(«non sa quel che dice poverino») e il compagno di lavoro
(«Sagramola e un def... non pericoloso») pur di difendere
Moggi. «Sei l’unica persona innocente». I peggiori, secondo
Foschi, sono ancora sul trono: «Galliani, Carraro, Petrucci,
Agnolin», li elenca. «Poi ti vengo a fare compagnia in
spiaggia, ma prima faccio nomi e cognomi a reti
unificate...». Moggi non può fare a meno di questo mondo, e
continua a telefonare. Il vero disastro è che il calcio gli
dà retta, audience, un ruolo. «Io ti vengo dietro Luciano, a
costo di farlo solo con te, sono tuo», gli dice Riccardo
Calleri, uomo della Gea del figlio Alessandro. E se Foschi è
pronto a tradire Zamparini per fare posto a Flavio Briatore
— «tranquillo, vuole vendere, lo spinge la moglie e poi per
due anni sarà occupato a costruire in centro che gli han
dato il via libera » —, Aldo Spinelli, nave scuola dei
presidenti, risponde candido a Moggi: «Io non voglio
Briatore, voglio te». Poi lo incontra a Genova. Alessio
Secco, l’uomo che avrebbe dovuto sancire la rottura della
nuova Juventus con la vecchia Triade, risponde sull’attenti
all’appuntamento fissato da Moggi. Urbano Cairo, presidente
berlusconiano del Torino, ci va prendere il caffè. Moggi nel
tentativo di ricostruire una “cupoletta” resuscita degli
autentici cadaveri calcistici: l’ex presidente di
federazione Innocenzo Mazzini, quello che prometteva arbitri
a Lotito, il Meani che otteneva arbitri per conto del Milan,
il Lucchesi che oggi sverna ad Avellino covando il suo
rancore contro Franco Baldini. Al Genoa l’uomo di Moggi è
Stefano Capozucca: fece precipitare la squadra in C grazie
alla valigetta in contanti “per Maldonado”, ma Enrico
Preziosi non intende liberarsene. Moggi ordina: «Mi servono
quattro biglietti di tribuna d’onore ». Capozucca esegue:
«Te li faccio dare da Enrico». Poi gli spiffera le
iniziative del vice Pastorello, nemico di entrambi: «Ha
preso Di Vaio perché il procuratore è suo figlio e ora
caccia Gauccino». L’ex dg della Juve passa con conosciuta
nonchalance dalla serie D del sodale Punghellini agli affari
con il procuratore Petricca, fino al boicottaggio del gran
nemico Galliani. Sembra preoccupato per la campagna acquisti
fallimentare del Milan: Grimi, Olivera, «ora anche Ronaldo»
e si premura di farlo sapere «al capo, io stasera gli parlo
». Sembra Berlusconi, come poi riferirà Moggi all’ultimo
giornalista al guinzaglio: «Stanno facendo una grandine di
cazzate da paura, incompetenti. Sai, gli ho parlato. Non
vorrei che se poi non vanno in Coppa dei campioni se la
prendono con me». Moggi esulta delle disgrazie altrui: «E’
grande, Galliani e Moratti indagati per doping
amministrativo ». Poi si adopera con il Messina per fermare
il passaggio al Milan del portiere Storari. I carabinieri
del nucleo operativo di Roma spiegano così la nuova rete
d’affari: «Luciano Moggi ha continuato a esercitare
influenza su certi settori del mondo del calcio mantenendo
attivi i propri interessi attraverso dirigenti di società e
operatori del mercato». Con loro lui millanta come sempre:
«Ho conosciuto il presidente del Senegal... Volevo dire
presidente della federazione». E ancora: «L’arbitro ha
cancellato la mia squalifica». No, sono sempre cinque
anni.

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La “campagna mediatica” di Luciano
“Quando sei a Matrix devi dire così”

ANGELO CAROTENUTO
NAPOLI — La difesa di Moggi doveva passare
in tv. Doveva fare rumore. Nell’informativa spedita alla
Procura di Napoli dal nucleo dei carabinieri di Roma
comandati dal maggiore Lorenzo Sabatino si parla di
“campagna mediatica” da sviluppare per «divulgare
nell’opinione pubblica una propria versione giustificativa».
Ecco così il Moggi opinionista nella trasmissione “Lunedì di
rigore” in onda ogni lunedì sull’emittente lombarda Antenna
Tre; ecco il curatore della rubrica per il quotidiano
Libero; ed eccolo nelle vesti di commentatore per la
trasmissione radiofonica della radio napoletana “Kiss Kiss”.
Gli investigatori ritengono che Moggi si sia talvolta
servito di alcuni di questi spazi per scredita-re personaggi
coinvolti nella vicenda. In una delle intercettazioni
telefonica, Gennaro Mazzei, ex vicecommissario della Can,
confessa l’idea di prendere parte a Matrix, il programma di
Canale 5. «A fare un po’ di casino… Non vorrei che poi
vuole… come si chiama… l’esclusiva». Moggi: «No, no, te
l’organizzo io, non ti preoccupare». Mazzei: «Mi sembra ‘na
trasmissione dove ridicolizzano parecchio però». Moggi:
«Vale quattro volte il Processo di Biscardi… Fidati di me».
In una telefonata successiva i due parlano di una linea da
tenere. Moggi: «Molto cauto, ma tu puoi dire la verità,
mica, mica… Molto cauto significa che telefonavano tutti (…)
giornalisticamente devi dire: sì mi telefonavano». Mazzei:
«Dirò che non chiamavano solo me, ma io ho assistito anche
alle telefonate di Bergamo e Pairetto, e chiamavano tutti
(…) Hanno fatto un processo mediatico finora e bisogna
mediaticamente impugnarlo». Vengono tirati in ballo
carabinieri, giornalisti, il Sisde.

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I Verbali - 1

Quell’arbitro nella stanza 404
“Prendila, è la sim card segreta”


MARCO MENSURATI

ROMA — Eccola qui, finalmente, la versione
di Danilo Nucini, l’arbitro che dopo essere stato avvicinato
da Moggi e dalla sua cupola decise di non accettare la sim
svizzera e di denunciare tutto all’Inter. Un racconto
suggestivo e avvincente, il suo, dal quale, oltre alle
modalità della commedia moggiana, si evince un dato: e cioè
che se solo l’Inter lo avesse voluto, il coperchio sul
marcio di Calciopoli si sarebbe potuto sollevare già nel
2003: con tre anni di anticipo. Ma l’Inter, misteriosamente,
non volle. Sono le undici del mattino di martedì 12 ottobre
2006. Calciopoli volge al termine, l’Italia è campione del
mondo, la Juventus gioca in serie B e la furia estiva
dell’opinione pubblica è un ricordo sbiadito. Ma in un
piccolo ufficio di Bergamo, davanti a una scrivania c’è
qualcuno che ancora lavora sodo per capire cosa è successo
davvero nel calcio italiano: si tratta del procuratore
federale Francesco Saverio Borrelli e del suo collaboratore,
Federico D’Andrea. Hanno convocato Nucini. E vogliono che
gli racconti tutta la sua storia. Lui è nervoso, agitato —
come sempre, del resto, quando racconta di quel giorno —
però stavolta non può schivare, come fa di solito con i
giornalisti, allora prende fiato, si fa coraggio e comincia.
«Era il 25 marzo del 2003. Fabiani (Mariano, braccio destro
di Moggi, ndr) mi telefona e mi fissa un appuntamento, a
Bergamo, di fianco all’hotel Cristallo Palace (...)».
L’incontro si risolve con poche parole («mi dice che se mi
dimostro loro amico arbitrerò in serie A») e con la promessa
di rivedersi. Cosa che accade di lì a poco. Il 25 settembre
alle 17.30, Fabiani lo chiama e fissa un secondo
appuntamento. In un luogo più misterioso, stavolta:
«All’uscita Greggio dell’autostrada Milano- Torino. Vuole
condurmi a incontrare il suo uomo. Salgo sulla sua nuova
Ypsilon e lui si dirige al primo centro abitato». Qui
Fabiani fa una cosa strana, apparentemente incomprensibile.
Ferma l’automobile davanti a una tabaccheria, compra una
ricarica per un telefonino, poi risale e torna al punto di
partenza: all’uscita Greggio. «Di lì, ciascuno sulla propria
macchina andiamo verso Torino. A Torino andiamo direttamente
all’Hotel Concorde, in via Luigi La Grange. Lì, entriamo
direttamente nella stanza 404. Dove pochi minuti dopo arriva
Luciano Moggi. Dopo i soliti convenevoli Moggi mi dice:
“Adesso ti faccio vedere io”. Prende il telefonino e chiama
a turno i due designatori (Bergamo e Pairetto, ndr) con i
quali sponsorizza il mio utilizzo come arbitro. Poi mi
saluta invitandomi ad ascoltare il suo amico Fabiani. Quando
Moggi lascia la stanza, Fabiani mi consegna una scheda
telefonica e mi invita a comunicare con lui solamente
tramite quella. Scendiamo e ricordo che le chiavi della
Ypsilon erano state depositate nella casella del direttore,
la 303». A questo punto, Nucini fa una lunga pausa. Perché
di qui in avanti si parla dell’Inter e della parte meno
comprensibile di tutta questa storia. «Sono ripartito da
solo per tornare a casa. Ho preavvertito Facchetti che
dovevo assolutamente vederlo perché ero arrivato al cuore
del problema. Subito dopo aver parlato con Facchetti buttai
la scheda anche se della stessa ho annotato il numero ».

(E certo, la "prova" l'ha buttata, e bravo nucini )

Tra
lui e l’ex presidente dell’Inter, aveva spiegato Nucini a
Borrelli e D’Andrea, c’era un rapporto ormai consolidato.
«Con Facchetti mi vidi nei primi giorni di ottobre, a casa
sua, a Cassano D’Adda. E a Facchetti raccontai tutto. (...)
Mi disse che tutto andava denunciato. Su questo concordammo
anche se le nostre opinioni divergevano sulle modalità della
denuncia». Nucini pensava che uscendo allo scoperto da solo
il suo racconto non sarebbe stato credibile. «Facchetti non
intendeva scoprirsi, e questo non per mancanza di coraggio
personale ma solo perché un suo coinvolgimento avrebbe
coinvolto l’Inter in un ginepraio di polemiche che avrebbero
finito per danneggiare la società (...)». Così non se ne
fece niente. «Discutemmo a lungo... poi le nostre
frequentazioni si diradarono fino ad interrompersi».

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Verbali - 2

Moratti: “E io chiamai Tavaroli”

ROMA — L’altra faccia delle dichiarazioni di Nucini sono le
parole di Massimo Moratti davanti a Borrelli. «Temevo che
fosse una trappola. Ricordo che Facchetti mi disse che
Nucini gli aveva raccontato di essere stato una volta
accompagnato al cospetto di Moggi a Torino dove quest’ultimo
gli aveva offerto la disponibilità di un’utenza telefonica
cellulare riservata». Considerata l’«ipotesi trappola»,
Moratti decise di muoversi con cautela: «Ritenni opportuno
fare delle verifiche in merito e a tal fine mi rivolsi al
Tavaroli (Giuliano ex carabiniere, dirigente della Telecom
già indagato nelle inchieste Telecom dalla procura di
Milano, ndr) che conoscevo quale persona capace che curava
la sicurezza per la Pirelli. Intendo precisare che il
coinvolgimento di Tavaroli fu da me ritenuto utile per
tutelare Facchetti affinché questi non compisse passi falsi
nel rapporto con Nucini (...). Non ho mai dato alcun mandato
a Tavaroli per redigere un dossier sull’arbitro De Santis né
ho mai visto alcun documento in merito. Ho appreso solo
dalla lettura dei giornali dell’esistenza del dossier
Ladroni e mi sento di escludere che un simile mandato possa
essere stato dato da Facchetti». Insomma: a Tavaroli Moratti
chiese una consulenza generica sulla vicenda Nucini. In
ordine alla quale Tavaroli disse «che non c’era nulla di
rilevante». Per questo Moratti disse a Facchetti di non
andare nemmeno in procura: «I fatti erano talmente generici
che doveva denunciarli Nucini». Diverso, invece il capitolo
Vieri: «Nel 2001, l’ad dell’Inter, Ghelfi fece svolgere
accertamenti sul giocatore per verificare se mantenesse un
comportamento consono a quello di un atleta. Fu interessato
Tavaroli, che indicò un’agenzia specializzata in
investigazioni ». Ne venne fuori un dossier: «Ricordo
soltanto che c’era scritto che Vieri non era solito bere
alcolici ma correva molto in auto».
(ma.me.)

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Verbali - 3

“Luciano, io voglio te come socio”

Spinelli: no a Briatore e offre il Livorno a Moggi. Foschi chiedeva il manager F1 a Palermo

ANGELO CAROTENUTO

Il MILAN Moggi si tiene aggiornato sulle
mosse del Milan. Al telefono con Luca Cattani (un
giornalista, ndr) dice che sul contratto per Dida si informa
lui. Poi parlano dell’ingaggio di Storari. Moggi: «Stanno
facendo una grandine di cazzate (…) Ma poi è un mezzo
giocatore». C.: «L’imbecillità dei dirigenti...». M.: «No,
ma io stasera parlo co… se no mando a fanculo tutti. Ora non
ci volevo parlà, ma se mi dici di questa cosa qui stasera ci
parlo (…) È una cosa che non mi va bene». Poi, il discorso
scivola su Ronaldo. Cattani: «Gratuito. Gratuito». Moggi:
«Sai che ho pensato io. Non vorrei che mi rimproverassero
che magari non vanno in Coppa dei Campioni, e la colpa è
mia. Lasciamoli operare. Ci vuol poco, ci vuol poco a prende
le colpe che non hai. Poi dopo se no li mando a fanc… e
chiuso… ». Ancora parlando del Milan, Moggi fa riferimento a
un misterioso Capo: «Il problema vero è che potrei
rischiare, pensandoci bene… in pratica poi si ritorce contro
di me, ma se falliscono la coppa dei Campioni. Allora morale
della favola, io stasera parlo col capo… (…) Ma non gli dico
niente… faccio parlà lui e sento quello che mi dice ». C’è
poi il discorso del doping amministrativo. Cattani: «È
uscito fuori che Moratti e Galliani so’ indagati dalla
Procura di Milano». Moggi: «Per doping amministrativo? È
grande. Gua… mo voglio vedè come la mette…».

CARRARO E LETTA
Wiliam Punghellini, presidente della D, dice: «Le pressioni
le ha fatte una persona sola. Carraro (…) Anche Tavecchio ci
ha messo del suo. Addirittura gli ha telefonato Gianni
Letta, hai capito. Per salvare Carraro naturalmente». Poi,
convocato dai pm di Napoli spiega: «È stato Carlo Tavecchio
a confidarmi che lui aveva ricevuto una telefonata da Gianni
Letta il quale ultimo aveva chiesto a Tavecchio se la
decisione di primo grado per Carraro (4 anni e 6 mesi di
squalifica, ndr) era da ritenersi definitiva ovvero se vi
erano speranze di una possibile assoluzione. Tavecchio mi
disse che lui, per parte sua, aveva risposto che riteneva
Carraro estraneo ai fatti». La sentenza di secondo grado
(presidente Piero Sandulli) ridusse la squalifica a una
multa di 80mila euro più diffida. «Nell’ambiente della
Federazione - spiega ancora Tavecchio - era circostanza
notoria quella secondo cui esisteva un rapporto di amicizia
tra Sandulli e Carraro».

LA JUVE E SECCO

Il 5 gennaio Moggi
chiama Secco, ds della Juve. «M’hai cercato?». Secco: «Ieri
avevo bisogno di parlarle
per chiedere una cosa». Moggi
«Occhio mi raccomando perché stanno facendo… ti do un flash…
troppa pubblicità… non vorrei che fosse un tranello… per
tirarti dentro ». E Secco gli chiede un incontro prima di
doversi recare a un appuntamento.

CAIRO E IL TORINO
13 dicembre 2006. Moggi: «Dopo le feste ci vediamo io e te. Tu
non devi spendere tanti soldi, devi scambiare qualche
giocatore… (…) Tanto io lo so quello che vi serve (…) I
soldi falli spendere agli altri ». Cairo: «Infatti. Hai
ragione. Guarda mi sono messo prudente. Senti forse domani
vedo tuo figlio, che viene a trovarmi».

IL GENOA
Moggi chiama l’ex dg Capozucca: «Ma la Lucchese t’ha chiesto
Aurelio? ». Capozzucca: «Sì». Moggi: «A me mi interessa che
gli venda dato».

BRIATORE E IL PALERMO

Il ds Foschi a Moggi:
«Da uno a dieci quante possibilità c’è per te un Briatore
possa prendere il Palermo? ». Moggi: «Ci sono (…) Ma tanto
se venisse lui te ci resti… non ci so problemi (…) Campa
tranquillo. Tu sei il pupillo mio… io le persone non le
tradisco mai». A Foschi Moggi dice che l’arbitrato gli ha
cancellato la squalifica. Foschi: «Stasera faccio champagne…
ti giuro faccio champagne ». Poi Moggi si corregge.

IL SIENA
Per gli inquirenti Moggi si è attivato per la cessione del
club. Claudio Mangiavacchi, ex presidente Siena al ds
Perinetti: «C’è il nostro amico che mi chiama tutti i
giorni». Perinetti: «Penso che ti voglia dire qualcosa per
la società, secondo me lui ha qualcuno… (…) Vogliono fare
un’operazione, che l’unico modo per rientrare nel calcio per
lui è quello lì (…) Avrà qualcuno… con la storia di Giraudo,
Briatore». Mangiavacchi: «Ma è sempre squalificato?».
Perinetti: «Cosa significa? Uno il proprietario lo può fare…
chi ti squalifica come proprietario (…) certo non puoi
figurare direttamente ». Moggi stesso ne parla: «Ho trovato
una cosa importante penso, una finanziaria americana».
Mangiavacchi: «Fai te tanto conosci ogni cosa». E un’altra
volta: «Ti disturbo grande capo? (…) Io aspetto sempre ed
esclusivamente l’ordine tuo. Perché il capo supremo di tutte
le operazioni di tutto il mondo del calcio sei e rimarrai
sempre te». Auriemma dice a Perinetti: «Prima che decidano
hanno da parlà prima col direttore, co Moggi… perché senza
Luciano non fanno niente». Poi Auriemma a Moggi: «C’è un
amico mio che sta comprando il Siena… Diciamo lo stesso
proprietario della Salernitana… Giovanni Lombardo
».

LA SMANIA
Perinetti: «Moggi che non si rassegna e si butta
da tutte le parti, fa un casino… E vabbè… smania… però».

IL LIVORNO -
Il presidente Spinelli chiede consigli
sull’allenatore. «Cosmi lo escluderei», gli dice Moggi.
Rispunta Briatore azionista. E Spinelli: «Devo vendere e
basta. Ho perso 18 milioni. Me lo paghi in due anni, in tre
anni (…) Tu non puoi dirigerla come faresti? Mettiamo
Scapini». Moggi gli consiglia Ventrone preparatore. «Intanto
io rientro sul discorso co’ Briatore». Spinelli: «Ma tu devi
entrare, e non Briatore, a me non me ne frega niente di
Briatore».

GRAVINA E TAVECCHIO

Il 26 dicembre 2006 alle 13 e 06 Moggi chiama Carlo Tavecchio, presidente della Lega
nazionale dilettanti e attuale vicepresidente federale. «In
tutte queste disgrazie non ti sei fatto sentire». Tavecchio:
«Sono stato a vedere senza fare riflessioni, è un mondo
brutto questo». Moggi: «Senti io avrei bisogno di vederti in
questo mondo brutto». Tavecchio: «Quando vuoi».

IL MARESCIALLO

Numerose le conversazioni con Innocenzo Mazzini,
già vicepresidente della Federcalcio. I due sono anche certi
di essere intercettati. Mazzini: «Non sapevo se questo
numero è ancora in funzione…». Moggi: «Cero che funziona».
Mazzini: «Salutiamo il maresciallo e stiamo apposto».

LA NAZIONALE

L’8 gennaio 2007 Mazzini e Moggi parlano della
Nazionale. Mazzini: «Ma secondo te ma che si può fa finta
che tutto vada bene? Quando stasera alle ore 16 e 30 il capo
dello Stato riceve tutta la Nazionale e Gianfranco Carraro».
Moggi: «Addirittura ». Mazzini: «Gianfranco Carraro. Alla
premiazione della Nazionale. Noi trattati come bestie da
tutti e questo che va in televisione a fare il bello, il
puro, il buono, quello che non c’entra nulla (…) Mi sembra
si sia raggiunto il limite della sopportazione ».

IL MESSINA E IL LODO
Giovanni Carabellò, ex dg del Messina, funge
secondo gli inquirenti da collegamento tra Moggi e il
Messina, oltre che essere il riferimento per avere
aggiornamenti sul lodo arbitrale. Dei loro incontri c’è
anche traccia fotografica. Moggi: «Bene… ti sei studiato
bene tutto?». Carabellò: «Maaa. Ci sto provando, perché sa…
è molto lungo, non è una cosa normale, comunque ho visto che
le prime cose non è che sono… assolutamente negative, anzi…
». Moggi: «No, ma che negative (…)
Ci dovremmo vedere a Roma».

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Verbali - 4

“Sul lodo di Carraro
pressioni da Petrucci”

ROMA — Delle oltre quattrocento pagine depositate dalla
procura di Napoli ce ne sono alcune che riguardano
direttamente le presunte «pressioni» esercitate dal numero
uno del Coni Gianni Petrucci sul presidente della Camera di
Conciliazione e Arbitrato (la cassazione dello sport), Pier
Luigi Ronzani. A parlarne ai pm è lo stesso giudice. «La
camera di conciliazione — si legge nel verbale — ha trattato
le vicende relative alle società Lazio, Juventus, Fiorentina
e Milan. E per queste vicende non vi sono state pressioni o
comunque indicazioni o suggerimenti (...) Invece ciò si è
verificato più o meno subito dopo l’istanza da parte di
Franco Carraro ». La sentenza di secondo grado aveva già
ridotto la condanna iniziale di Carraro (4 anni e 6 mesi di
inibizione) a una multa di 80mila euro con diffida. Ma
Carraro chiedeva la completa assoluzione. «Io mi trovavo a
Roma, in albergo, e si presentò a me il presidente Petrucci
il quale ultimo nell’ambito di un contesto più generale
volle affrontare il discorso riguardante Carraro. Disse che
riteneva che un organo del Coni, ovvero la Camera di
Conciliazione, non potesse giudicare circa la posizione di
un membro di Giunta Coni. Suggeriva pertanto di adottare una
decisione di incompetenza poiché secondo il suo parere la
posizione di Carraro doveva essere trattata innanzi al Tar
del Lazio. Replicai dicendo che non accettavo suggerimenti o
indicazioni esterne, tanto più da una persona che ritenevo
non avesse sufficiente preparazione giuridica (...) È vero
che a un certo punto volarono anche parole grosse ma questo
avvenne poiché Petrucci continuamente denigrava la mia
persona (...) Deliberammo di annullare la diffida e ci
dichiarammo incompetenti quanto alla pena pecuniaria». Il
verbale si chiude con una dichiarazione tutta da
interpretare: «Voglio aggiungere che avevo delle perplessità
su talune decisioni del Tar del Lazio», in particolare
quelle relative alle retrocessioni di Messina e Torres,
prima decise dalla Camera e poi annullate dal tribunale
amministrativo: «Il nostro lavoro era giuridicamente
ineccepibile».
(ma.me.)


Qui c'è qualcunoche mente: o Moratti, o Nucini o Tavaroli. Se me ne sono accorto io, dubito passerà inosservato in sede di processo. Ma perchè Nucini non va aconfessare? Ha paura che Moggi gli faccia una macumba? Mah....

ORMAI SIAMO ALLE COMICHE! DOBBIAMO RIBELLARCI!

E' incredibile, pazzeco, assurdo. L'unico giornale che cercava la verità, che non si era genuflesso al potere occulto dei media è stato messo a tecere. Infatti, il 9 gennaio 2008 Giancarlo Padovan, attuale direttore di Tuttosport, verrà sostituito da tal Paolo De Paola. Chi è costui? Nient'altro che l'attuale vicedirettore della Gazzetta dello Sport.

E' inutile far notare una prima grande incongruenza: sotto la guida di Padovan il giornale torinese ha vissuto un periodo di grande splendore, mai visto in tempi recenti. Tutte queste gratificazioni hanno portato all'allontanamento di padovan a favore di De Paola, che come ha già detto è l'attuale vicedirettore della Gazzetta.

Amici miei, ormai è palese quello che sostengo da sempore, ovvero che la stampa italiana è comandata da una lobby che pone e dispone ciò che vuole. Il problema è molto più ampio e non riconducibile solo ad argomenti di nicchia quali il calcio, ma piuttosto alla nostra società e la vita di tutti i giorni. In questa maniera viene meno uno dei presupposti portanti della democrazia: la libertà di stampa, che va di pari passo alla libertà di informazione e di espressione del pensiero, giacchè è spesso condizionato dai media.

Questo paese è ormai allo sbando e lo dimostrano gli stipendi allucinanti dei politici, soprattutto se rapportati ai noi poveri stronzi che lavoriamo tutto il giorno per qualche euro, lo dimostra la presa per il culo dei mutui, talmente gravosi e regolamentati in modo truffaldino, tanto è vero che in molti si sono rovinati la vita stipulando un mutuo. Lo dimostrano la disoccupazione, la povertà, le vergognose leggi che rendono il lavoratore dipendente, specialmente se giovane, peggio di uno schavo, la delinquenza e tante altre schifezze che albergano nell'ex "Bel paese". E in tutto questo marasma i media non altro da fare che condizionare il pensiero popolari su qualsivoglia argomento. Ma pensassero a difendere i poveri cittadini che pagano le tasse e che soffrono, con la stessa passione e costanza con cui trattano certi agomenti. Sono convinto che se lo stesso metodo utilizzato per imporre Calciopoli (perchè di imposizione si tratta, dato che le 0 prove hanno portato a sentenze devastanti) fosse stato utlizzato a fin di bene, ovvero per cambiare certe leggi vergognose e certe condizioni di vita che ci stanno portando al livello dei paesi del terzo mondo, ora saremmo in tutt'altra posizione sociale. Magari la Juve non sarebbe mai retrocessa, magari il calcio ora pulitissimo sarebbe ancora infestato dal mostro Moggi, ma LA NOSTRA VITA sarebbe ben diversa.

Ma come molti insegnano, Calciopoli vale bene questa condizione di merda. E allora tenetevela! Magari però un giorno qualcuno si ricrederà e comincerà a pensare a cose più serie.... Io di tempo ne ho, sono seduto da qualche anno sulla riva del fiume e non vedo l'ora che i cadaveri scorrano leggeri. Solo allora sarò veramente soddisfatto.

La domanda è: COSA POSSIAMO FARE?

La risposta è semplicissima: non dobbiamo farci condizionare dai media e non solo per il calcio, ma per qual si voglia motivo. Siamo tutti dotati di una mente pensante, capace di raccogliere informazioni, elaborarle e farsi una PRORPIA OPINIONE. Non è possibile che un giornalista possa a proprio piacere disporre del pensiero degli altri quando dovrebbe essere solo un freddo cronista. Sinceramente a me, non so a voi, non me ne frega nulla dell'opinione di Tizio sul Manifesto o di Caio, riguardo lo stesso argomento, su Libero. Come non mi deve influenzare e non devo dare importanza ad un articolo benevolo verso la Juve di Tuttosport o contro la stessa della Gazzetta. Devo leggere, acculturarmi, ma assumere una posizione equidistante e distaccata. E' difficile, ma è il primo passo verso una libertà ideologica fondamentale per una corretta democrazia.

Faccio un esempio stupido: prendiamo il giornale X che porta avanti una personale battaglia contro gli extracomunitari e che ogni giorno inserisce articoli livorosi contro costoro e li dipinge costantemente come il vero male dell'Italia, la fonte di tutti i guai. Un assiduo lettore cosa credete che penserà? Nel 99% dei casi si allineerà al pensiero del giornale e odierà gli extracomunitari. Discorso contrario se il giornale Y li dipingesse come gli unici che fanno i lavori che noi italiano non faremmo mai, che sono da capire perchè in quanto esseri unami meritano rispetto, che da noi trovano solo difficoltà data l'onda razzista che ha invaso l'Italia. Ecco, il lettore di Y sarà portato verso un atteggiamento di tolleranza ed accomodanza verso costoro. Stessa cosa per la politica, qualsiasi scandalo scoppiato, lo sport, ecc...

Potete capire che così non va bene. CI VUOLE UN ATTEGGIAMENTO DISTACCATO, LA CAPACITA' DI ASSORBIRE INFORMAZIONI, ELABORARLE E FARSI UNA PROPRIA IDEA INDIPENDENTE. E' possibile che in questo Paese non si riesca a farlo? Certo, s ei media fossero nella maggior parte appartenti ad una Lobby, se i giornlisti invece che raccontare i fatti prendouno una posizione e di conseguenza, come sempre accade, fanno di tutto per indirizzare a proprio piacimento il pensiero della popolazione, beh rendiamoci conto che la situazione è grave e facciamo tutti assieme uno sforzo per cambiarla. Non è difficile, basta volerlo.

Ogni cosa si può cambiare, basta volerlo ed impegnarsi affinchè giustizia sia fatta. Non serve violenza, ma le armi in mano ai cittadini sono tante e potenti: il voto politico ed istituzionale, il boicottaggio di determinati prodotti, la rinucnia ora a determinati beni che risultano essere troppo cari per beneficiare degli effetti in futuro.

Scusate lo sfogo mattutino, ma in questa situazione è impossibile andare avanti. Deve essere cambiata la mentalità degli italiani, ma bisogna farlo e non avere paura.

Mi piacerebbe sapere le vostre opinioni\riflessioni in merito...

lunedì, dicembre 17, 2007

LAZIO-JUVENTUS 2-3

Diciamolo forte e chiaro: bene solo alcuni aspetti della vittoria in terra romana. Innanzitutto i 3 punti, fondamentali per restare in alta quota, poi le ottime prestazioni di Buffon, Zanetti (un fenomeno) e Del Piero, finalmente tonico e decisivo. Il resto è da censurare.

La Lazio gioca molto bene e ci mette troppo in difficoltà, ma noi abbiamo Buffon e Del Piero, loro no (salvo un Pandev in forma mostruosa) e le partite le vincono spesso i campioni. Devo ammettere che non mi siano per nulla piaciute le prestazioni dei nostri sterni bassi (Zebina e Molinaro), troppo timidi e spesso schiacciati dai rispettivi dirimpettai, cosa che soprattutto nel secondo tempo, ha portato ad una continua pressione dei padroni di casa culminata con troppi tiri nello specchio bianconero, la quasi totalità neutralizzati da San Gigi da Carrara (su Rocchi un autentico miracolo che lo conferma numero 1 della storia).

Come dicevo in precedenza trovo fantastiche le prestazioni di Zanetti, autore di una partita mostruosa in contenimento e costruzione (suoi i due assist per il capitano) e Del Piero, mentre molto sottotono i sopracitati Zebina, Molinaro e Nocerino.

Avanti così, ma attenzione: Buffon non può sempre toglierci le castagne dal fuoco!!!

I miei personalissimi voti alla trasferta laziale:

Buffon 8
Zebina 5
Legrottaglie 5,5
Chiellini 6
Molinaro 4,5
Salihamidzic 6,5
Zanetti 8,5
Nocerino 5
Nedved 6
Del Piero 7,5
Trezeguet 6

Tiago 6

All. Ranieri 6,5
- Le scelte iniziali erano praticamente obbligate (anche se io avrei messo Marchionni per Salihamidzic, approvo l'ingresso di Tiago per Nedved.

Voto generale alla prestazione della Juve: 6. Buoni i 3 punti e quale singolo, male il resto. Per una volta la fortuna è stata dalla nostra parte.

Arbitro sig. Brighi 6. Qualche dubbio su 1 rigore per parte: potevano strarci entrambi. Regolare il gol di Trezeguet. Direzione di gara tutto sommato positiva, dato anche il grado di difficoltà della stessa.

sabato, dicembre 15, 2007

PRESENTAZIONE DI LAZIO-JUVENTUS

Per la sedicesima giornata del campionato di Serie A, questa sera allo stadio Olimpico di Roma andrà in scena Lazio-Juventus. I romani saranno sicuramente arrabbiati per l'eliminazione dalla Champions, ma anche stanchi per la partita giocata martedì al Bernabeu contro il Real Madrid.

Molte le defezioni su entrambi i fronti: Del Nero, Diakite, Behrami e Zauri nei biancocelesti, Andrade, Camoranesi e Iaquinta nella Juve.

La Lazio è una squdra in palese difficoltà che ha avuto l'errata presunzione di poter competere su 3 fronti con l'esigua rosa a disposizione, la stessa con la quale è arrivata 3° lo scorso anno, ma nel campionato meno competitivo della storia del calcio italiano.

A mio avviso il punto forte dei romani è il ritmo di gioco, che nelle giornate giuste è asfissiante, mentre quello debole è la difesa, soprattutto negli esterni stante l'indisponibilità di Zauri. I bianconeri devono imporre il proprio gioco attaccando dal primo minuto, anche se l'assenza per influenza di Iaquinta, tra i più in forma negli ultimi tempi, può essere grave.

Con ogni probabilità Ranieri schiererà un 4-4-2 con Buffon in porta, Zebina, Legrottaglie, Chiellini e Molinaro in difesa, Salihamidzic,Zanetti, Nocerino e Nedved in mezzo e Del Piero, Iaquinta davanti. Io, invece, per sfruttare tutti i giocatori offensivi in rosa e per provare ad attaccare sugli esterni giocherei con la difesa ipotizzata, Zanetti e Nocerino a centrocampo, Marchionni, Tiago e Nedved in appoggio a Trezeguet, ovvero con un 4-2-3-1 che da sostanza a centrocampo e grande spinta sugli esterni alti. Naturalmente Del Piero pronto ad entrare qualora ci fosse bisogno di attaccare. Legro e Cheillo dovranno stare ben attenti alla velocità di Rocchi e Panved, nonchè ai frequenti inserimenti di Stefano Mauri, obbiettivo del mercato invernale dei bianconeri (io comunque non lo prenderei). A centrocampo i laziali sono molto tosti, in virtù del modulo che prevede 3 centrali (Mudingayi, Ledesma e Mutarelli) alle spalle di Mauri. Per non andare in sofferenza servirà si una grande prova di Nocerino e Zanetti, ma anche l'aiuto dei due esterni e della seconda punta. Se tutto questo avviene, la vittoria è più che probabile.

L'errore da non commettere è quello di credere che la pessima Lazio di questa stagione sia anche starera arrendevole come contro Inter e Roma perchè non sarà così: vorranno si iscattarsi dall'eliminazione dalla Champions, ma anche fare bella figura coi propri tifosi contro gli accerrimi nemici juventini.

Il mio pronostico, questa volta, è piuttosto certo: 1-3 con reti di Nedved, Chiellini e Trezeguet, prima del gol della bandiera di Ledesma su punizione.

Forza ragazzi, vincete ancora una volta per noi!!!

giovedì, dicembre 13, 2007

STORIA DI UN GRANDE AMORE

SUPERESPERTI DI JUVE, TOCCA A VOI

Vi pongo una domanda che ci sta letteralemnte distruggendo in una discuddione su j1897.com

La coppa misteriosa

La foto qui sopra rappresenta Bettega davanti alla sala dei trofei juventini. Sappiamo tutti che le Supercoppe Europee in bacheca sono 2, ma qui ne vediamo 3. Dopo molte ricerche, e grazie anche all'aiuto di Roberto Beccantini, abbiamo convenuto che quella a sinistra è la Supercoppa vinta nel 1984 contro il Liverpool in qualità di vincitrice della Coppa delle Coppe, mentre uan delle due simili è quella vinta nel 1996 contro il PSG in qualità di Campioni d'Europa.

Dopo grandi discussioni abbiamo convenuto che la coppa misteriosa è quella mai giocata nel 1985 in seguito alla tragedia dell'Heysel (contro l'Everson squlificato come tutte le squadre inglesi) che la UEFA ci ha postumamente dato, oppure una coppa celebrativa per essere stati, nel 1987, la prima squadra ad aver vinto tutte le competizioni Europee.

Il mistero continua e la Società Juventus, interpellata per mail, non risponde in merito.

Qualcuno di voi sa risolvere quetso mistero?

Abbiamo notato anche questa curosità relativa al sito della FIFA.

Juventus Football Club
City: Turin
Founded: 1 November 1897
Honours:
1 Intercontinental Cup (1985)
1 Toyota Cup (1996)
3 European Super Cups (1984, 1996, 2002)
2 Champions Leagues (1985, 1996)
1 Cup Winners' Cup (1984)
3 UEFA Cups (1977, 1990, 1993)
27 Italian Championships: 1905, 1926, 1931, 1932, 1933, 1934, 1935, 1950, 1952, 1958, 1960, 1961, 1967, 1972, 1973, 1975, 1977, 1978, 1981, 1982, 1984, 1986, 1995, 1997, 1998, 2002, 2003.
9 Italian Cups: 1938, 1942, 1959, 1960, 1965, 1979, 1983, 1990, 1995
Legendary players:
Giampiero Boniperti, John Charles, Omar Sivori, Dino Zoff, Roberto Bettega, Franco Causio, Claudio Gentile, Gaetano Scirea, Marco Tardelli, Paolo Rossi, Zbigniew Boniek, Michel Platini, Didier Deschamps, Alessandro Del Piero.
Record:
Juventus were the first club to win three different European titles (Champions League, Cup Winners' Cup and UEFA Cup).
Official website:www.juventus.it


Secondo questo sito la Juve ha vinto anche la Supercoppa Europe nel 2002, quando tutti sanno che l'ha vinta il Real Madrid. Ora è difficile pensare ad un errore del sito internet, quindi la verisone più gettonata è questa: quella coppa è effettivamente quella non giocata nel 1986 contro l'Everton ed è stata riconoscita nel 2002, ma senza i canoni dell'ufficilaità (infatti la Juve la espone in bacheca ma non nel palmares).

Il mistero non ha fine e prego chiunque avesse indicazioni a scriverle.

Vi lascio con altre foto:

Il palmares nel 1986
Il palmares nel 1986



La sala dei trofei da un'altra visualeUn'altra immagine della nostra bacheca, in cui si notano chiaramente 3 Supercoppe Europee



Aiutateci a risolvere l'arcano....

GOOD LUCK, MR. CAPELLO

Come felicemente anticipato lo stesso giorno dell'eliminazione dell'Inghilterra dall'Europeo, Fabio Capello si sta apprestando a firmare per la nazionale d'oltre manica. Per lui il coronamento di un sogno, per gli ex maestri del calcio la miglior scelta possibile per tornare, o almeno provarci, ai fasti di un tempo.

Fabio non è certo una persona simpatica e a modo, ma ha una caratteristica chje lo rende unico: vince e non guarda in faccia a nessuno. Esattamente ciò di cui ha bisogno una nazionale allo sbando, umilata nell'ultima partita disputata sotto la fallimentare gestione McLaren. E necessario, infatti, un'iniezione di disciplina e di fiducia nonchè una persona che imponga la propria autorità e che sia capace di scelte impopolari ma doverose.

Capello, il quale non nascondo di stimare profondamente, incarna esattamente la mentalità mia: vincere, non importa come o a che costo, purchè fatto nella più totale legalità e sportività. Non prenderle è alla base di ogni vittoria, l'organizzazione viene prima dell'estro di talenti puri ma spesso discontinui. Su questi presupposti si basa il calcio cappelliano, in totale antitesi con Arrigo Sacchi, eterno esteta del calcio, osannato da più parti nonostante i pochi successi conseguiti e tutti alla guida di una fuoriserie.

Come ho già detto in precedenza, questi sono i requisiti utili alla riscossa inglese che, potete scommetterci, ci sarà. Il tecnico di Pieris non ha mai nascosto il sogno di allenare quella nazionale ed è sempre stato attratto dalla sfide impossibili: al Milan dovette raccogliere l'eredità di Sacchi e uan squadra da tutti ritenuta finita. Furono 4 scudetti in 5 anni, 1 Champions League e altri trofei vari. Certo, il tutto alla guida di una squadra mostruosa, ma il modo in cui dominavano le partite era eloquente. Il salto poi a Madrid, in uno dei peggiori Real, qualitativamente parlando, degli ultimi anni e contro un Bercellona stellare, forte della stella Ronaldo. Contro tutte le previsioni fu anche in quel caso scudetto, prima di comemttere il rimpianto errore di tornare a Milano in una squadra terribilmente scarsa, che non avrebbe salvato nemmeno un santo. Poi la grande sfida di riportare lo scudetto a Roma: in 5 anni ne vinse uno e collezionò 2 secondi posti, un expilot difficilmente ripetibile nella capitale. Dopodichè la contestata fuga in bianconero, in una Juve mai così a terra (ricordate come eravamo messi nella stagione 2003\2004), che portò a vincere indiscutibilemnte i due scudetti revocati dall'ingiustizia sportiva, creando una squadra praticamente imbattibile. Infine, il ritorno a Madrid salutato prima enfasi dagli spagnoli: il poco gioco e i continui insuccessi gli valsero l'umiliazione dei fischi del Bernabeu, ci contro un Barcellona dei fenomeni che vinceva e incantava. Beh, ricordate chi ha vinto lo scudetto?

Questo è Fabio Capello, controso ed imprevedibile, ma vincente. Questo è ciò che serve ad una squadra a pezzi, ma profondamente ferita nel loro immmenso orgoglio. Eviterei di fare l'errore di sottovalutare l'Inghilterra cappelliana: giocherà male, ci saranno esclusioni eccellenti, ma statene certi si saprà col tempo far valere. Naturalemnte sarà da verificare l'adattamento di Fabio ad una realtà diametralmente opposta a quella del club, dove i giocatori sono seguiti da vicino 365 giorni l'anno o quasi, dove si può chiedere al predisnete qualche campione per rinforzare la rosa (tipico di Fabio), mentre in questo caso dovrà prima selezionare i giocatori, poi allenarli solo in funzione della partita da disputare, il che è molto diverso dalle sue abitudine. Ma con le capacità e la cultura del tecnico di Pieris, sono più che convinto che vincerà quest'ennesima sfida, e non mi scandalizzerei se l'11 luglio a Johannesburg la sua mascella verrà nuovamente portata in trionfo ed applaudita da una nazione intera.

Il mio cuore è totalmente bianconero, con qualche sfumatura di azzurro. Da oggi, però, una piccola parte batterà per L'Inghilterra. E, sinceramente, non me ne vergogno.

martedì, dicembre 11, 2007

SONO ORGOGLIOSO DI VOI!

Guardate questo meraviglioso topic in j1897.com

I tifosi juventini che parlano col sorriso sulle labbra degli errori arbitrali a loro favorevoli. Secondo voi esiste un altra tifoseria che riesce a ridere su queste cose e fare quasi autocritica, nonostante tutto quello che è successo e ben sapendo che interisti, milanisti, romanisti, granata, ecc... non aspettano altro?

Come ripeto da sempre: FIERO DI ESSERE BIANCONERO!

A noi sul calcio piace ancora scherzare. E a voi?

lunedì, dicembre 10, 2007

JUVENTUS-ATALANTA 1-0

E così è andata in porto un'altra vittoria sofferta, combattuta ma completamente meritata. A Torino la Juve si è imposta solo all'85° minuto grazie ad un bolide di Nedved, ma nel complesso ha dominato una buonissima Atalanta, troppo rinunciataria e che ha badato solo a difendersi. Giocando così, contro campioni quali Nedved, Trezeguet e compagnia è difficile pensare di strappare un pareggio. L'errore dei bergamaschi è stato quello di restare bassi, favorendo la continua pressione juventina, culminata con la rete del biondo di Cheb, alla prima perla del campionato.

Alla veneranda età di 36 anni, Pavel tiene in corsa la Juve con un gol dei suoi. L'Inter, sebbene aiutata sistematicamente dagli arbitri è troppo forte e farà un campionato a se, ma per i restanti 3 posti utili a qualificarsi pe rla Champions possiamo certamente dire la nostra. La Roma è forte, ma come ripeto sa sempre sbaglia spesso contro le piccole e non vince se non gioca al massimo (e giocare perfettamente per un intero campionato è impossibile), il Milan è molto indietro e nell'anno nuovo avrà un calendario fittissimo causda i recuperi di campionato e le partite ad eliminazione diretta di Champions, che inevitabilemnte toglieranno ai rossoneri preziose energie fisiche e mentali in campionato, dato che da sempre la priorità della squadra Campione d'Europa è rivolta alla competizione continenatale e non a quella nazionale. La Fiorentina è in netta discesa, ma resta una seria pretendente al piazzamento Champions, forte anche di un Frey monumentale. L'dinese non smette di stupire, ma mi sembra di rivedere la fotocopia del Catania dello scorso anno: andata di cmapionato pazzesca, con un incredibile 4° posto, poi un crollo verticale nel ritorno con salvezza all'ultima giornata. I bianconeri sono molto più forti di quel Catania, ma l'allenatore è lo stesso, ovvero quel Marino che pratica un gioco offensivo, divertente e redditizio, ma a mio avviso solo finchè gli interpreti riescono a reggere quei ritmi forsennati. Una menzione particolare per 2 giocatori friulani: Di Natale, talentuosissimo trequartista e Inler, sicuramente assieme a Legrottaglie la miglior sorpresa della stagione. A mio avviso l'Udinese non reggerà a questi livelli, ma resta una mina vagante per qualsiasi avversaria.

Tirando sue somme, per i 4 posti a disposizione inerirei naturalemnte l'Inter, la Roma e 2 tra Juventus, Milan e Fiorentina. Se devo scommettere 10 euro li giocherei sull'esclusione dei rossoneri. Il gioco che satnno facendo da qualche stagone, ovvero non impegnarsi in campionato e spendere tutte le energie in Champions è redditizia solo se finisci al 4° posto e vinci la Coppa, ma in caso contrario hai toppato. Inoltre se le avversarie sono competitive (non come la scorsa stagione) e non entri nelle prime 4, rischi le pesanti ripescussioni economiche e di immagine che l'esclusione dalla massima competizione continentale porterebbe.

Ma torniamo a noi, quindi alla Juve. Come dicevo in precedenza, buona prova ma non eccelsa, dati gli innumerevoli errori sotto porta, figli di poca precisione ma anche di alcune straordinarie parate di Coppola. Buonissima la prestazione di Molinaro, finalmente convincente e non la solita partita essenziale, così coem quella di Nedved, Nocerino e Del Piero, entrato nella ripresa e autore della scossa ai compagni. Conferme positive per Buffon, Chiellini e Legrittaglie, mentre da rivedere Palladino, Marchionni e Iaquinta. In questo caso solo l'ultimo è scusato in quanto gioca spesso e spesso è decisivo.

I miei personalissimi voto:

Buffon 6,5
Zebina 6,5
Legrottaglie 6.5
Chiellini 7
Molinaro 7
Palladino 5
C.Zanetti 6
Nocerino 7
Nedved 7
Iaquinta 5,5
Trezeguet 6

Marchionni 5.5
Del Piero 6,5
Tiago s.v.


All. Ranieri 6. La formazione inziale è quella che io avreio schierato, salvo Marchionni al posto di Palladino. Non mi è piaciuto nei cambi, tranne ovviamente l'ingresso di capitan Del Piero. Bene i tre punti, ma in certe partite si dovrebbe osare di più.

Voto generale alla prestazione della Juve: 7. Per fortuna che Pavel ci ha messo lo zampino, altrimenti sarebbe stato un scialbo 0 a 0. Ciò non toglie che i ragazzi hanno giocato molto bene, provandoci dal primo all'ultimo minuto. Bene così.

Arbitro Sig. Orsato 6. Non dirige male, ma è piuttosto allineato agli altri fischietti (nel dubbio, sempre contro alla Juve). Non fischia un rigore non nettissimo su Iaquinta, ma questa non è una novità) e uno su floccari che però non c'è. In occasione del gol partita è bravo a non farsi ingannare dal tuffo di Carrozzieri: Del Piero li contende regolarmente la palla e da li nasce il gol partita di Nedved.

domenica, dicembre 09, 2007

QUALCHE VIDEO SU JUVE-INTER 1-1

Ecco a voi qualche video, allo scopo di rendere a tutti chiaro cos'è stato per noi Juve inter.

Iniziamo con l'atmosfera che si respirava all'Olimpico:



Proseguiamo con qualche coro





E finiamo con un bel video sulla partita:

sabato, dicembre 08, 2007

PRESENTAZIONE DI JUVENTUS-ATALANTA

Per la 15° giornata di campionato i bianconeri affronteranno all'Olimpico di Torino una delle squadre più in forma del momento, ovvero l'Atalanta di Gigi Del Neri.

Con Camoranesi ed Andrade infortunati, mister Ranieri ha molte scelte da poter fare. Sembra infatti che giocherà la formazione tipo, con Iaquinta e Trezeguet in attacco. A mio avviso, dato anche il modulo e o stile di gioco di Del Neri, quella che il nostro mister dovrebbe mettere in campo è esattamente a formazione che io schiererei, ovvero Gigi in porta, Zebina, Legrottaglie, Chiellini e olinaro in difesa, Marchionni, Zanetti, Nocerino e Ndved a centrocampo, Iaquinta e Trezeguet davanti, con Tiago e Del Piero pronti ad entrare a partita in coso.

Il pronostico, questa volta, è più facile che in precedenti occasioni. L'Atalanta è forte e gioca bene, ma avrà la pancia piena dal successo col Napoli e se si riesce a fermare il fantastico Doni, la vittoria è più che probabile. Direi un 3 a 0 con doppietta di Nedved e rete di Trezeguet.

Forza ragazzi, come contro il Palermo, vincete per noi!!

venerdì, dicembre 07, 2007

CONFRONTO MOGGI-LUNA-RENGA

Voglio proporvi, per chi non l'avesse visto, il confronto tra Moggi, Luna e Renga andato in onda a Temporale, trasmissione di Canale Italia e diretta da Pierluigi Diaco.

Innanzitutto 2 parole su Diaco. Devo ammttere che è davvero un bravo giornalista, forse uno dei pochi, se non l'unico, che FA vero giornalismo, trattando temi scottanti con imparzialità e competenza. Nel caso specifico ha posto domande scomode sia a Moggi che a due giornalisti, ma soprattutto non ha messo Moggi tra i cattivi e i due moralisti tra i buoni come qualsiasi altro avrebbe fatto.

Complimenti vivissimi a Diaco. Non fatevi trarre in inganno dal fatto che lavora in una piccola emittente locale, ma anzi sono convinto che il suo modo di fare (che apprezzo molto) gli sia costata una crescita professionale sicura. A leccare i piedi si fa carriere, specialmente in Italia, e merita menzione un vero professionista che non si fa metetre i piedi in testa da nessuno. Esattamente il contrario della maggior parte dei giornalisti italiani.

Di seguito il dibattito completo, scaricabile da www.ju29ro.com sezione download.


L'INIZIO: DIACO-MOGGI
Diaco: Oggi per la prima volta a Temporale proveremo ad uscire fuori dalla dialettica politica per occuparci di calcio. Chi vi parla è un modesto tifoso della Roma e non conosce a fondo la questione ma se ne è occupato parecchio in questi mesi e ha studiato le carte per capire perché un protagonista del calcio si dice vittima di una campagna mediatica. Come sapete i garantisti sono quelli dell'ultimora e si svegliano in ritardo, le intercettazioni telefoniche sono diventate uno strumento abituale per condanne morali che vengono date immediamente... Questa sera Ne parliamo con un protagonista autore di un libro di cui si sta parlando molto, "Un calcio nel cuore". L'autore è Luciano Moggi.
Moggi: Buonasera. Grazie dell'invito.
Diaco: Accanto a lui: è stato per molti anni un giornalista molto vivace di Repubblica e del gruppo Espresso e dal qualche tempo dirige Il Romanista che è un quotidiano che fa parecchio parlare. Riccardo Luna.
Luna. Buonasera.
Diaco: Accanto a lui un autorevole giornalista del Messaggero, Roberto Renga.
Renga: Buonasera.
Diaco: Prima di entrare nel merito e guardare la copertina che ricostruisce i fatti, vorrei fare alcune domande a Moggi. So che nei mesi scorsi ha avuto molte proposte. Alcune si possono dire altre no. So che se Lippi andrà al Milan, Berlusconi la vorrebbe lì. In quel caso, è non è fantapolitica, Moggi sarebbe pronto?
Moggi: Prima vorrei sistemare le mie cose, che mi stanno a cuore molto perché tutto quello che è stato detto è fatto deve avere un fine e deve avere una fine.
Diaco: Ma è vero che c'è stata proposta di Berlusconi?
Moggi È vero, è vero. Ma Ancelotti sta facendo un buon lavoro con il materiale che ha che non è il non plus ultra e che di fronte all'Inter non abbia da poter controbattere...
Diaco: Ma se il ricorso al Tar sulla sua squalifica il 13 dicembre dovesse avere un buon esito?
Moggi: Proprio su questo ho ricevuto oggi la notizia che il Tar è stato rinviato improvvisamente al 13 marzo.
Diaco: È una cosa di poche ore fa, ma se la vicenda si dovesse risolvere, lei sarebbe pronto ad accettare proposta del presidente Berlusconi?
Moggi: Se il presidente Berlusconi fosse ancora d'accordo non ci sono dubbi. Ma il discorso della mia squalifica è comico se non fosse una cosa che agli interessati non fa sorridere. Tenga presente che nel secondo processo sportivo, dove il presidente Sandulli ha detto che io dovevo essere processato perché non avevo dato le dimissioni in tempo... successivamente il 21 giugno di quest'anno è venuto fuori il problema della telefonata che io feci per Alessandro (suo figlio, Luciano fece pressioni e minacce a dirigenti Figc per evitargli una squalifica, ndr) per la quale mi sono stati comminati sei mesi di squalifica. Io mi ribellai, feci dei passi con gli avvocati e questa squalifica mi è stata tolta perché faceva fede lo status... E sa chi era presidente di questa commissione?
Diaco: Lo dica lei.
Moggi: Sandulli (il presidente della Corte federale che in appello ha confermato i 5 anni di squalifica a Moggi, ndr).
Diaco: Ci torneremo meglio dopo. Se lei dovesse tornare in campo come dirigente di una squadra e se questa squadra dovesse essere il Milan, quale valore aggiunto potrebbe portare?
Moggi: La mia esperienza. E la capacità di sapere vedere giocatori e formare le squadre. Ma dopo averle formate le squadre devi saperle tenere in pugno.
Diaco: A proposito di politici, qualche giorno fa ho letto sulla Gazzetta dello sport, una intervista di Antonio Di Pietro, che so averle chieste anche dei biglietti, in cui sostiene di non averla mai incontrata, di non avere nulla a che fare con lei e si spende in aggettivazioni pesanti nei suoi confronti...Come stanno le cose?
Moggi: Di Pietro ha detto che non mi conosce, ma ci siamo incontrati in tempi per lui abbastanza burrascosi, quando c'è stata la partita con il Real Madrid o con il Barcellona a Torino. Lui è venuto ed è stato due ore con me Bettega e Giraudo, addirittura ci ha detto che aveva 260 cause...
Diaco: Sta dicendo che il ministro ha detto il falso?
Moggi: Esatto.
Diaco: Le ha chiesto qualcosa?
Moggi: Non avevamo grandi rapporti...
Diaco: Qualche biglietto?
Moggi: Si, in quell'occasione sì. Aveva anche un codazzo abbastanza numeroso e li sistemammo tutti. Non c'era nulla di male, ma quello che mi ha turbato è leggere che non mi ha mai visto e conosciuto.
Diaco: In questi mesi ha avuto manifestazioni di attenzione o solidarietà da esponenti di governo e del centrosinistra?
Moggi: Nooo, mai cercato solidarietà.
Diaco: Con Mastella ha un rapporto telefonico però.
Moggi: Con Mastella siamo amici ma l'amicizia non vuol dire telefonarsi centomila volte. Ma ho anche fatto trasmissioni tv come Confronti con Moncalvo dove c'era Baccini che è una persona che...
Diaco: Lei è stato a Confronti, a Buona Domenica il giorno della tragica vicenda del tifoso Sandri e quindi ci tornerà domenica. E poi ha avuto una terza partecipazione, dolorosa per la sua immagine, da Daria Bignardi. Ma è vero che Quelli che il calcio le ha chiesto di andare e lei ha detto no?
Moggi: No. Guardi l'anno scorso sono andato anche da Ravezzani ad Antenna 3. Perché era un momento per in cui mi dovevo difendere e dovevo fare sapere agli italiani quello che non avevo fatto... ma quest'anno non c'è nemmeno bisogno di difendersi, avevo parlato di sorteggio regolare e un tribunale lo ha accertato, avevo parlato di Telecom ed è venuto fuori lo spionaggio, avevo parlato di processi sportivi aggiustati e nelle dichiarazioni del presidente Ronzani ad un pm di Bologna è stato confermato... Avevo visto giusto su tutto. È inutile difendersi, sono i fatti....
Diaco: Ok, ripercorriamo i fatti con la copertina. (parte il filmato)
LUNA-MOGGI: IL CONFRONTO 1
Diaco: Vorrei ripercorrere la situazione legale. La Procura di Torino ha archiviato dopo sei mesi di indagine sia l'inchiesta sui sorteggi truccati che sulle intercettazioni. Il tribunale di Roma dopo due gradi di giudizio ha scagionato Bergamo e Pairetto per i sorteggi truccati condannando il giornalista Teotino. Il tribunale di Roma ha iniziato le udienze per la Gea. Davanti tribunale di Napoli il 15 dicembre si discuterà il rinvio a giudizio per 37 indagati, fra cui anche Moggi, per associazione a delinquere e frode sportiva. E, è notizia di adesso, è stato spostato al 13 marzo il ricorso al Tar sulla squalifica di 5 anni di Moggi con proposta di radiazione. Bene, Luna e Renga, chi abbiamo davanti a noi oggi? So che Renga ha avuto anche querele con Moggi...
Moggi: Ma gli facevo uno sconto...
Diaco: Luna chi è Moggi? Uno che millanta, uno che si sta difendendo una vittima di una campagna mediatica?
Luna: Abbiamo davanti il più grande bugiardo del calcio italiano. Una volta era un vanto per lui, era famoso per le sue bugie, diceva delle fantastiche bugie, si diceva. Poi abbiamo scoperto che non erano fantastiche: erano gravi. Ora io mi chiedo: perché dovremmo credergli oggi che le legge, in quanto imputato, gli dà il diritto di dirle le bugie? Dopo che le ha dette per una vita.
Moggi: Posso rispondere con tutta tranquillità. Le bugie ai giornalisti erano un obbligo, io rispetto il lavoro dei giornalisti ma va rispettato anche quello di una società di calcio. Se dico a un giornalista che voglio comprare un giocatore...
Diaco: Ma quanto gli interessi di una società possano e debbano invitare un direttore generale ad avere un rapporto scorretto con le comunicazioni da dare all'esterno?
Moggi: Ma coi giornalisti parlavamo solo di calciomercato. Chi compri, chi vendi...
Luna: E no. C'è almeno una bugia grave. Ogni volta noi le chiedevamo: possibile che lei abbia rapporti con la Gea che è di suo figlio? E lei rispondeva: mio figlio alla Juve non parla con Luciano Moggi, parla con Bettega e Giraudo.
Moggi: Ed è la verità.
Luna: No, nelle intercettazioni lei con suo figlio parla tutti i giorni di giocatori della Gea. E nel caso specifico di Mutu lei tratta un giocatore, dice al figlio di prendersi la procura e di parcheggiarlo al Livorno. E poi lo riprende alla Juve. La Gea, per cui c'è un processo per associazione a delinquere che la vede imputato.
Moggi: Posso rispondere? E' stata fatta una indagine sui giocatori della Gea alla Juve e ne hanno trovati 2. Uno mi sembra Chiellini e uno Mutu.
Diaco: Scusi erano tre, c'era anche Blasi.
Moggi: Sì ma vorrei dire... io non guardo in faccia alla Gea o ad altri, vado a comprare giocatori buoni e basta. E non posso evitare di parlare con mio figlio. Primo, perché è mio figlio e un padre deve parlare con il figlio...
Luna: Ma non dei giocatori. È lei che ha sostenuto il contrario.
Moggi: Caro Riccardo Luna io parlo con mio figlio, questo è un rapporto padre e figlio. Lei però non ha notato o non ha voluto notare una cosa importante. Quando mio figlio mi dice: vuoi Oddo, vuoi Liverani? Io gli dico: non mi interessano, non fanno per la Juve. Se mi propone Mutu, perché è lui che mi propone Mutu, io gli dico sì.
Diaco: Appare singolare se non sorprendente per un giornalista che il piano privato e quello pubblico si intreccino in modo diabolico.
Moggi: Ma sa come ho preso Mutu? A parametro zero. E poi l'hanno venduto male. Il signor Riccardo Luna mi dovrebbe dire che sono stato bravo.
Luna: Lei è stato ancora più bravo con Zidane. Lo vende per 150 miliardi di lire. Ma non ho capito perché l'affare viene perfezionato a Lugano, in Svizzera. E l'agente Fifa è suo figlio. Quanto prese di commissione su quell'affare?
Moggi: Lei ha sbagliato tutto, su questo non ha preso nessuna commissione.
Luna: Lei ha querelato Marc Roger che ha raccontato che suo figlio prese 6,1 milioni di euro in banconote di piccolo taglio?
Moggi: Lei nemmeno sa chi è Marc Roger.
Luna: Per me lui e lei siete pari.
Moggi: Allora lei è molto peggio di Marc Roger.
Diaco: Dite al pubblico di cosa state parlando.
Luna: Io Moggi non lo capisco.
Diaco: Mi sa invece che vi siete capiti benissimo.
Moggi: Tenga presente che Marc Roger è in galera. Ora Roger dovrà dimostrare quello che ha detto.
Luna: Lei però non lo ha più querelato.
Moggi: Lei che ne sa?
Luna: Lo dice Roger.
Moggi: Ma il suo libro non è uscito. Mi dica, è uscito il libro?
Luna: Ancora no, è uscita una intervista.
Moggi: E allora vede, lo faccia uscire e poi vedrà se lo querelo.
Luna: Ma suo figlio quel giorno era a Lugano con lei?
Moggi: No. A Lugano c'era Fiorentino Perez,
Diaco: Renga, chi è Luciano Moggi.
Renga: Ce ne sono due. Uno simpatico a tutti. All'inizio. Io lo chiamavo Pinocchio quando era alla Lazio.
Diaco: Beh, se le cose stanno come dice Riccardo Luna c'è una complicità dei giornalisti...
Renga. Certo. Era il momento in cui lui era per tutti i giornalisti italiani "il re del mercato". Tutti lo chiamavano: Lucianino, Lucianino, dammi una notizia. Io pure una volta gli chiesi un favore, la Lazio mi aveva lasciato a piedi e mi trovò un posto sull'aereo.
Diaco: Vabbé, ma queste cose che non si possono sindacare.
Renga: Questo era il Moggi fino a Napoli, il miglior direttore sportivo d'Italia. Moggi alla Juventus è un'altra persona, perché è un altro ambiente. Inserito nella Triade, arrivavano negli stadi accolti dagli insulti. Alla Juventus, Moggi, Bettega e Giraudo pensavano che lì tutto fosse permesso. Dicevano sempre: lo fanno tutti. Ricordate il processo per eccesso di medicine? E poi calciopoli? E loro sempre a dire: lo fanno tutti lo facevamo per difenderci. Non si sono resi conti che hanno ecceduto.
Diaco: Qualcuno ha fatto il paragone con Tangentopoli. Un sistema politico andava mandato a casa, hanno pagato il partito socialista, Bettino Craxi, la Dc, poi la storia fa il suo corso e ha persino rivalutato Craxi. Sui moggi l'Italia è preparata. Se Moggi ha questa simpatia e solidarietà e il libro sta vendendo, forse il Paese ha capito che in Calciopoli chi ha dovuto pagare per tutti è questo signore.
Renga: Non c'è dubbio che sia un personaggio simpatico, e la gente diceva: ha la battuta pronta. Andava alla Rai e non era l'ospite ma il padrone.
Diaco: Per padrone che intende?
Renga: La maggior parte dei colleghi giornalisti erano pronti a dire, dai ti faccio da zerbino. Quando è stato in difficoltà, io scrissi un pezzo per dire ma porca miseria ma in Italia fino a ieri tutti a dirgli "dai calpestami" e adesso tutti a dire mai visto? Mi erano arrivate anche brutte storie, che poteva anche tentare il suicidio e io, che ero stato il suo peggior nemico, scrissi: "Preferisco Moggi".E lui il giorno dopo mi ha telefonato per ringraziarmi. Io ho visto una volta la famosa cena delle beffe degli arbitri italiani che si mettono in ginocchio e quasi gli baciano la mano
Luna: E lui con l'altra gli dava le schede telefoniche.
Moggi: C'era chi aveva l'S120 in tasca che poteva intercettare e non essere intercettato...!
Luna: E le schede telefoniche gli arbitri da chi le hanno avute? Da una persona che diceva di averle prese per lei.
Moggi: Vai a domandarlo all'arbitri. Io ho visto i grafici con le partite incriminati e telefonate. Per tuo parere, la somma di quelle partite dà alla Juve 17.5 punti e al Milan 21.5 punti. Il che vuol dire che o ero un cattivo centralinista o che gli arbitri non facevano il loro dovere.
Diaco: Prima di concludere. Lei mandava un collaboratore a Chiasso per prendere le schede. Quante ne ha acquistate? E perché?
Moggi: Quando capito che mi sono accorto che mi stavano intercettando ho cercato di nascondere le mie cose, mi sono difeso.
Diaco: Chi le ha detto che non fossero intercettabili?
Moggi: Ho provato a fare qualcosa di diverso, a fuorviare le cose.
Diaco: Ma lei stato informato che Telecom aveva tutto l'interesse ad ascoltare le sue telefonate? E dietro Telecom c'era l'inter?
Moggi: Non so, il presidente era Tronchetti Provera, il vice era Buora.
Diaco: Quindi c'era l'Inter?
Moggi: Tronchetti era l'alter ego di Moratti e Buora era vice presidente dell'Inter. E poi Riccardo Luna le dice tutte, ma non tutte. Si legge una deposizione di Tavaroli in cui si dice che Tavaroli viene chiamato nell'ufficio di Moratti, c'era Facchetti, e viene deciso di incaricare Cipriani di fare quello che è stato fatto.
Luna: Di pedinare De Santis.
Moggi: È lì che ti sbagli, i fascicoli sono due "Ladroni" e "Como", ci siamo dieci o undici persone e tutti questi chiederanno i danni. Lì verrà fuori la verità di Calciopoli. Ti faccio una domanda.
Diaco: Si improvvisa conduttore.
Luna: Il vecchio vizio di fare il padrone.
Moggi: Ma con persone come te serve il vecchio vizio. Perché tra telecom e Inter si litiga per chi debba pagare il conto?
Luna: E io le chiedo perché lei chiama l'arbitro Racalbuto la notte prima di Roma-Juve?
Moggi: Una associazione a delinquere ha dei sodali, no?, se sono sodali a che serve telefonare?
Luna: Non lo so, ma lei ha telefonato.
Moggi: No, non ho mai telefonato a nessuno.
Luna: E' falso.
Moggi: Sì, l'hai sentito tu.
Diaco: Renga, a quali domande Moggi non mai risposto?
Renga: Una che gli vorrei fare. Sei stato tu a corrompere il calcio italiano? Ho letto il libro, conosco Moggi da trent'anni...
Moggi: Non lo dire che poi fanno i conti.
Renga: Qui c'era la Juve, la Triade che teneva i rapporti col potere politico, le medicine, gli arbitri, il presidente Carraro che ho eletto io... E dall'altra parte c'era una società, il Milan che, secondo il libro, si sarebbe mosso pesantemente dopo che Berlusconi aveva chiamato Moggi per affidargli il Milan, e quindi sarebbe stata una vendetta da parte di certi settori del Milan. E poi c'è l'Inter che non aveva mai vinto, con queste famose intercettazioni. Sono tre, ma chi ha fatto nascere tutto? Di Moggi si dice è il più bravo di tutti, e che vuol dire? Che sa corrompere meglio gli arbitri! Nel calcio italiano questo vuol dire essere il più bravo.
Diaco: Renga lei è insidioso perfido. Sembra che faccia dei complimenti ma poi dipinge Moggi come il Marilyn Manson del calcio italiano.
Renga: No, è il figlio del sistema del calcio italiano. Se non sai strizzare l'occhio non sei nessuno, se non fai millantato credito. Lui è il più bravo per stare a questo mondo.
Diaco: Moggi ma guardandosi indietro, il suo comportamento è perseguibile se non penalmente almeno moralmente?
Moggi: Io ho sbagliato solo una cosa. A difendere troppo la società mia. La Juventus, morti l'Avvocato Agnelli e Umberto Agnelli era senza padre e senza madre. Era considerata potente ma non era più niente, era considerata piena di soldi ma non aveva una lira....Se poi una volta nella vita ho detto qualcosa, non è mica un reato farsi considerare più forti di quelli che siamo?
Renga: Ma Paparesta l'hai chiuso nello stanzino?
Moggi: Questo se non facesse piangere farebbe ridere. Con Paparesta c'era un problema serio, che lui con noi non ne aveva azzeccata mai una e nessuno gli aveva chiesto di azzeccarla... Effettivamente io e Giraudo andammo a protestare, era una delle poche volte che una arbitro modifica una partita di calcio nel risultato pieno. L'assistente era Coppelli. Tenete presente una cosa: che l'assistente Coppelli si trova nelle intercettazioni a parlare con quelli del Milan e dell'Inter. Un caso? In quella partita lì non ci fece dare un gol valido e non ci fece dare un rigore. Me lo ritrovo a Torino nella partita con l'Inter di Supercoppa, e, guarda caso, ci fa annullare il gol regolare di Trezeguet e noi perdiamo la coppa. Allora io andai da lui e da Paparesta e gliele cantai...
Renga: Ma tu non potevi andare lì.
Moggi: Alla fine della gara sì.
Renga: No, non potevi andare a protestare.
Moggi: Allora Zamparini e Cellino dovrebbero essere squalificati a vita. Io non posso andare fra primo e secondo tempo, ma alla fine sì.
Renga: A salutare non a protestare.
Moggi: Effettivamente io e Giraudo eravamo abbastanza arrabbiati.
Renga: Ti posso dire dov''è lo scandalo? Che Paparesta non lo abbia messo nel referto.
Moggi: Ti dico io dov'è lo scandalo. L'Inter non le ha mai fatte queste cose? L'Inter non ha mai chiamato i designatori? Eh, Luna?
Luna: Nel campionato 2004/5 evidentemente no.
Moggi: Allora la trasmissione può finire qui.
Diaco: No, andiamo avanti, quella è la posizione di Luna.
Luna: Per esempio anche la Roma non ha mai chiamato gli arbitri.
Moggi: E che c'entra la Roma?
Luna: C'entra, come c'entra l'Inter. Niente.
Moggi: L'inter l'hanno tolta.
Luna: E' una accusa grave ai magistrati.
Moggi: Lo ha fatto la Telecom. Lo ha detto Bergamo che chiamavano tutti. E lo ha detto Mazzei. Facchetti...
Luna: Ma non può tirare fuori un morto per difendersi.
Moggi: Lei ha troppa fantasia.
Luna: No, lei sta accusando un galantuomo che non c'è più.
Moggi: A me dispiace parlare di un morto perché io in queste cose credo molto più di lei.
Luna: Come fa a dirlo?
Diaco: Non possiamo metterci a fare queste classifiche sull'aldilà.
Moggi: Lei, Luna, lei parla di macchine sul suo giornale.
Luna: No.
Moggi: Lei ha parlato di macchine!
Luna: Veramente no.
Moggi: Lei lo ha fatto.
Luna: No.
Moggi: Ne parli ora! E allora perché non ha mai detto che il suo vice ha preso due auto con lo sconto del 23 per cento?
Luna: E che c'entra?
Moggi: Lei lo ha detto per Pairetto. Lo dica per Campanella.
Luna: Veramente Francesco Campanella è morto due anni fa. Moggi lei sta cadendo in basso come mai prima.
Moggi: Lei è caduto in basso da tanto tempo
Diaco: Stiamo parlando di persone defunte ci sono familiari in ascolto. Scusate...
Luna: Scusate lui con quello che ha detto.
Diaco: Mi scuso a nome della trasmissione. Facciamo una pausa a tra poco.

LUNA-MOGGI: IL CONFRONTO 2
(torna in studio dopo la pubblicità)
Diaco: Siccome non abbiamo dato una bella lezione di tv negli ultimi minuti scomodando persone che non ci sono più...
Moggi: Io non sapevo che Campanella era morto e mi scuso con la famiglia.
Diaco: Lei lo portava ad esempio di tante cose simili.
Luna: Per me la cosa è finita lì, mi fa piacere che Moggi abbia chiesto scusa.
Moggi: Io ho chiesto scusa solo per quello.
Luna: Ma quando uno inizia a chiedere scusa è un buon inizio.
Moggi: Io ho chiesto scusa solo per quello!
Diaco: Lei ha mai chiesto scusa a se stesso?
Moggi: Tante volte, se lavoravo meno e la Juve vinceva meno, tutti erano contenti.
Diaco: Parliamo del rapporto con gli Agnelli, il fatto di lavorare per una famiglia non famiglia. Divisa, con equilibri molto particolari, che aveva lasciato la squadra da una parte poi Moggi l'ha riportata dove sappiamo. Lei come ha vissuto?
Moggi: Io avevo contatti sempre e comunque, oltre che con Giraudo e Bettega, con l'Avvocato Agnelli e il Dottor Agnelli. Non conoscevo le diatribe familiari né mi interessavano perché i miei interlocutori erano loro.
Diaco: Però c'era una parte avversa?
Moggi: Non c'è dubbio.
Renga: Anche l'Avvocato?
Moggi: No, l'Avvocato e il Dottore erano uniti. A testimoniare questo due giorni prima che morisse, l'Avvocato chiamò me e Lippi e passammo due ore insieme e ci salutò dicendoci: Chissà se ci rivedremo. Ecco quali erano i nostri rapporti.
Diaco: Ma Lapo Elkann in una intervista ha fatto il suo nome (lo ha accusato di avergli teso la trappole col travestito e la droga, ndr), poi ha detto di essere stato mal interpretato, ma certe cose le ha dette.
Moggi: No, sul Times lui disse che io avevo litigato in precedenza con una persona della Juventus e il giornalista pensò che fossi io. Anche qui il tempo è galantuomo, la Triade è stata scagionata.
Diaco: Vi siete chiariti con Lapo?
Moggi: E' chiarissimo. Lapo Elkann non ha mai fatto il nome mio.
Diaco: Perché si è dimesso dalla Juve in maniera così tempestiva? E lo rifarebbe?
Moggi: Assolutamente no. Io mi sono dimesso dalla Juve con una dichiarazione esemplificativa dello stato d'animo mio. Il primo mese che ho passato non lo auguro a nessuno, con problemi familiari anche per mio figlio, voi sapete che la lealtà arriva a far fare interviste a chi non dovrebbe farle (quella di Ilaria D'Amico sul viaggio a Parigi con Alessandro Moggi, ndr). Quel primo mese fu terribile... Noi siamo stati abbandonati e colpevolizzati. Tenga presente che nessuno sapeva di queste cose qua, non era stata accertata una colpevolezza, ci siamo trovati soli. Io ho ritenuto di dovermi difendere, prestando la mia faccia, non fuggo mai da certe cose e devo combattere.... Dicono che è difficile fare i contradditori con me e vi spiego perché
Diaco: Ma c'è qualcuno che evita il contraddittorio con lei?
Moggi: Vede, uno dei punti di incriminazione mia è che alle 11 e 53 di un certo giorno mi chiama la segretaria mia e mi dice l'arbitro estratto. Lei sa benissimo che lo estrae un giornalista e alle 11 e 1 lo sanno tutti. E sa che gli assistenti non vengono estratti ma designati alle 11.40. Insomma, io ho telefonato e mi hanno detto i nomi dei due assistenti. Alla mia segreteria ho fatto una battuta, gli ho fatto due nomi, Baglioni e Alvino. Poi dopo io vado a cercare le carte processuali e mi accorgo che sono stati intercettati degli sms, in cui sette minuti prima si comunicava al Milan, se non vado errato, si comunicavano gli assistenti. E mi ricordo che c'era una disposizione che diceva che era vietato sapere queste cose prima delle 12.15. Bene, sette minuti prima che lo sapevo io lo sapevano altri. Non è vero questo, Luna?
Luna: Io credo che di questo calcio di cui parla Moggi non se ne può più. Oggi che si parla di terzo tempo, di salutarsi alla fine, di non discutere le decisioni dell'arbitro di non avere timore che un dirigente entri nello spogliatoio dell'arbitro... Io non voglio conoscere il nome del guardalinee, io voglio andare allo stadio sereno, senza timori sui guardalinee. Di quel tipo di calcio, di cui Moggi non era l'unico colpevole ma, come diceva Renga, il migliore, non se ne può più. Io voglio credere che l'arbitro sbagla ma non ruba, sono due cose diverse.
Moggi: Io sono d'accordo con Riccardo.
Renga: Anch'io.
Diaco: Lei sarà pure d'accordo con Luna. Però lei è accusato per sequestro di persona. Io vorrei capire se il modello che Luna e non solo Luna critica è un modello che lei riconosce come modello sbagliato.
Moggi: Lasciate stare il modello e prendete il sequestro. C'è stato Soviero che era stato portiere della Reggina ed era addetto agli arbitri che ha detto che sono usciti tranquillamente, purtroppo sulle battute mie si fanno capi di imputazione... E' vera una cosa: che in questo calcio non dovremmo riconoscerci, ha detto Luna. Ma prendete il pm di Napoli ha detto che se non fosse per la passione che c'è allo stadio non bisognerebbe andarci più. Se lo dice il pm dobbiamo credergli.
Renga: Il calcio sarebbe bellissimo se fosse come dice Riccardo ma è tutto come prima. Non credo affatto che avendo penalizzato Mazzini che mi sembra un goliarda che la dava calda a tutti, o Bergamo o Pairetto, o Luciano Moggi si sia risolto il problema. Se pensiamo che senza Moggi funziona tutto, abbiamo sbagliato. Funziona tutto come prima. Per esempio Moggi, quanti colpevoli stanno ancora dentro?
Moggi: Colpevoli è una parola grossa. Ma lo dimostra il caso Lorbek e lo ha detto Guido Rossi quando è stati preso per un orecchio e mandato via, che il calcio non vuol cambiare.
Renga: Ma chi è il capo?
Moggi: Petrucci.
Luna: A proposito di capo. Perché lei nell'anno intercettato lei continuava a frequentare il banchiere Cesare Geronzi, allora presidente di Capitalia? Da che nasce questo rapporto? Prendevate anche l'aereo privato assieme.
Moggi: Non posso essere amico delle persone?
Luna: Certo ma il 9 giugno del 2005 lei va da Cesare Geronzi con suo figlio e Rosella Sensi. Lo racconta il Messaggero. E nelle telefonate intercettate viene fuori che lei chiede in continuazione a Geronzi di mettere suo figlio alla Roma.
Moggi: Le porti qui quelle telefonate!
Luna: Lo dice suo figlio ogni giorno.
Moggi: Ah lo vede, lo dice mio figlio...
Luna: E quell'incontro a quattro?
Moggi: Quale?
Luna: A via Minghetti.
Moggi: Via Minghetti è a via del Corso? Mai successo.
Luna: Allora sarà a via Tupini?
Moggi: Mai successo.
Luna: Lo ha scritto il Messaggero.
Moggi: Non c'è mai stato.
Luna: Lei nega di aver chiesto a Geronzi, di mettere suo figlio alla Roma?
Moggi: Lo nego, mi porti le telefonate. Prenda il 415 bis, lei sta dicendo una castroneria.
Luna: Non è una castroneria.
Moggi: Prenda il 415 bis. Se mi trova una telefonata del genere vengo qui a chiedervi scusa.
Luna: Mi riservo di portarle.
Diaco: Guardi Moggi che Luna sulle carte è meglio di Travaglio. Moggi, chi è Petrucci?
Moggi: Il capo dello sport italiano. So quello che ha deposto Ronzani che era presidente della camera arbitrale e so che interferiva direttamente o attraverso i suoi sulle decisioni della Ramera arbitrale. Di più che devo dire?
Diaco: Se certi elementi per lei hanno portato ad una condanna morale, la stessa tesi vale per Petrucci. Dobbiamo essere garantisti sempre.
Moggi: Ma le dichiarazioni al pm non le ho fatte io.
Renga: Andiamo avanti per teoremi, manca l'illecito classico, quello con la valigetta.
Moggi: Infatti Roberto nel secondo processo sportivo è stato detto che non c'era un illecito classico ma una serie di slealtà, ma slealtà è tutto. E slealtà vengono fuori da tutte le parti.
Diaco: C'è stato da parte del governo e del ministro Melandri un atteggiamento molto distratto nei suoi confronti?
Moggi: No, al contrario, molto attento.
Diaco: Lei gira la risposta. Molto attento e quindi appassionato con una tesi...
Moggi: Colpevolista.
Diaco: Le faccio questa domanda perché è noto un intreccio fra politica e magistratura. Per sapere se lei crede che la magistratura che è chiamata ad esaminare le carte abbia il sostegno politico del governo...
Moggi: Mi auguro di no. La presunzione di innocenza è un fatto basilare di una democrazia. Non per me ma per i 37 imputati, perché siamo 37 e sembro solo io.
Luna: Lei era il capo dei capi.
Moggi: Tu come fai a dire il capo dei capi?
Luna: Il capo dei capi del calcio italiano.
Moggi: Adesso si sta correggendo.
Luna: La magistratura dice che c'era una cosca e a capo c'era lei.
Moggi: Può darsi pure che chi ha meno responsabilità si scopra più responsabile. Lei invece è uno che in uno stato democratico...
Luna: Io non mi auguro nemmeno la condanna in tribunale di Moggi, non mi interessa, mi interessa dire che in un calcio normale e sano le slealtà di Moggi non le voglio più vedere. La condanna processuale non mi spetta.
Moggi: E allora non deve andare più allo stadio.
Renga: Ti risulta che ci siano stati ancora illeciti e tentativi....
Moggi: Non lo so.
Renga: Tu sai tutto.
Moggi: Io so che l'Inter non si sente più lamentarsi degli arbitri e perché...
Renga: Perché Collina è legato all'Inter?
Moggi: No perché quando una squadra è più forte salta anche queste cose, possono anche dargli un rigore contro e lo recupera. L'Inter in passato non era la più forte. Ora si e può subire danni arbitrali anche se finora non mi pare che ne ha subiti...
Diaco: Lei Moggi dice che il sistema è ancora c'è.
Moggi: Non lo dico io, lo dice il pm di Napoli.
Luna: Il pm di Napoli non può essere credibile o meno a seconda delle circostanze. Se dice che c'era un associazione a delinquere no, se dice che il calcio non cambia sì. Non lo prenda solo quando le fa comodo, è credibile o no il pm di Napoli?
Moggi: Lo spiego. Per me sono solo ipotesi, ma quando il pm dice che qualcosa non funziona è una certezza. Avrà sentito del caso Lorbek, avrà sentito del lodo Carraro e quindi c'è una bella differenza!
Diaco: Adesso stare a tirare per la giacchetta i pm, mi sembra...
Moggi: Ma quello che ha detto Ronzani è avvenuto!
Diaco: Ci sono personaggi che ancora applicano il metodo Moggi?
Moggi: Il metodo Moggi è capire di calcio e fare le squadre bene. Mi hanno fatto passare per quello che non sono.
Diaco: Lei un grande incassatore. Se lei da un direttore di un giornale si fa dire in tv, magari sotto forma di battuta, che lei è il capo dei capi...
Moggi: Ma io al direttore di un giornale gli ho risposto.
Diaco: Ma quello che dice Luna magari lo pensano in tanti.
Moggi: Un direttore di un giornale tempo fa, mostrandomi le lettere che riceve in redazione, mi fa detto che se ci fosse un referendum sulla presidenza della Juve vincerei undici milioni a zero.
Renga: Perché lui si è definito un eroe popolare. È normale quello che dice Moggi. In quel dato vengono fuori i tifosi traditi delle Juve e dirigenti che sono costretti a lamentarsi degli arbitri. Pensate, la Juve che si lamenta degli arbitri! Tutti pensano che con Moggi non accadrebbe.
Moggi: Tu hai detto una cosa importante. Io quando parlavo con gli arbitri volevo solo che non facessero errori, e quando ho fatto dei rimproveri ad un arbitro l'ho fatto perché arbitrassero meglio non perché mi facessero favori.
Renga: Gli arbitri pensavano che rispettando il potere avrebbero fatto carriera. E nel potere vedevano anche te. Una volta c'erano due arbitri che si contendevano la piazza per diventare internazionali, riuscirci voleva dire diventare ricchi. Erano Tombolini e Farina. Poi salta fuori De Santis. Sai perché è importante avere potere? Perché è il presidente federazione che scrive all'Uefa suggerendo chi fare internazionale? E il presidente federale lo eleggevano loro .... Questo è il sistema, l'ambiente del calcio italiano.
Luna: Vorrei ricordare cosa è accaduto all'assemblea degli azionisti della Juve. E mi auguro anzi sono certo che undici milioni di juventini siano migliori di quello che pensa Moggi. Boniperti, storico presidente della Juve e negli anni '80 e bandiera vivente della storia bianconera, ha detto: con quel che ha fatto Moggi è andata bene che non siamo andati in serie C. Questo lo ha detto Boniperti, non Riccardo Luna. A me basta e avanza.
Moggi: Questo sta a dimostrare il suo pensiero. Intanto boniperti non ha parlato di Moggi.
Moggi: Ha detto: "Con quello che abbiamo fatto" è lo stesso.
Moggi: Lo vedi? Ti correggi.
Luna: Non cambia la tesi.
Moggi: Intanto cambia questo: "Con quello che abbiamo fatto". E poi hai mai visto uno che uccide una persona e dice: sono colpevole? Nooo. Hai mai sentito uno che dice mandateci in B con penalizzazione? Sììì! E senza difesa.
Luna: Perché la B era poco. Con due campionati alterati era poco.
Moggi: Ma come fai ad alterare due campionati se non ci sono illeciti?
Renga: Però c'è la slealtà.
Moggi: Dal lunedì al sabato c'è un calcio e poi c'è il campo. Se lui, Luna, seguisse il calcio dal lunedì al sabato, al campo non ci andrebbe più. Si lotta per gli sponsor, i giocatori. Altro che slealtà.
Luna: Moggi, questa è concorrenza, la informo che si può essere concorrenti senza essere sleali.
Moggi: Ah sì? Io dovrei dire ad un'altra squadra: vorrei un giocatore che ne pensi? Luna, o vivi nella luna davvero oppure ci fai.
Diaco: Scusate, Moggi sostiene che ha fatto gli interessi della sua squadra e della sua società. Senza interessi personali.
Luna: Questo è da dimostrare. E' vero che lei è proprietario solo a Roma di una ventina di immobili?
Moggi: Prima mi hai detto che non ti ho mai fatto querela, beh, te lo faccio adesso!
Luna: Per una domanda non si può.
Moggi: Venti immobili non so nemmeno dove stanno.
Renga: Ma ce l'hai un tesoretto?
Moggi: Sì, allo Ior! Ma va...
Luna: Lei è ricco?
Moggi: Io sto bene. Per questo mi batto per dimostrare che il calcio è uno dei settori più puliti...
Luna: Si sente corresponsabile per gli stadi vuoti, la gente che non crede più al pallone?
Moggi: No è colpa della violenza. Quando voi raccontate che domenica c'è stato fair play mi viene da ridere. Al pullman del Palermo gli hanno tirato di tutto. Vatti a rileggere le dichiarazioni di Guidolin.
Diaco: Moggi il tempo le darà ragione?
Moggi: Sì perché non ho fatto niente.
Diaco: Lei si è dimesso e quindi non era processabile dalla giustizia sportiva. Se il 13 marzo 2008 non dovesse essere spostata questa data, dal Tar cosa si aspetta?
Moggi: Che venga confermato quanto ha detto Sandulli che era presidente della Corte federale che ha fatto la sentenza il 21 giugno.
Diaco: Intanto come vive?
Moggi: Mi sto divertendo, è molto più facile criticare che essere criticati. Mi sono messo dalla parte dei giornalisti.
Diaco: Chi sono suoi avversari
Moggi: Io non ho...
Diaco: Ne ha parecchi.
Moggi: Io ho tanti amici. Cannavò, è un amico per la pelle. E la Gazzetta dello sport eheh!
Diaco: Qualche politico la corteggia per le elezioni.
Lasciamo stare questo. Io ho tanti amici sparsi per l'Italia.
Renga: Gli stessi di prima?
Moggi: Più di prima. Non mi posso lamentare. Ho sempre fatto del bene. Il mio modo di fare potrà essere pure antipatico, potrà essere pure, lo dico a Riccardo, che abbia millantato, ma negli ultimi mesi mi hanno creato un piedistallo, mi hanno detto ero padrone del mondo e io non mi ero reso conto....
Diaco: Ma lei è contento che ci sia questa definizione non da capo dei capi ma di più bravo del sistema?
Moggi: Mi trovo in una situazione particolare. Capiscono Maradona quando faticava ad uscire da casa. Basta che esco e faccio fotografie ed autografi.
Renga: E' la fama.
Diaco: Gran parte dei protagonisti di vicende giudiziarie di questi anni diventano anche dei miti. Ma si fa fatica a sostenere che sono modelli non solo per i più giovani ma per tutti.
Moggi: Se qualcuno emula me, emula una persona seria. Io non ho mai dato soldi a nessuno per comprare o vendere partite. Ho sempre lavorato da mattina a sera, se qualcuno mi emula, e ci sono, c'è uno di 14 anni che fa il ds in Abruzzo che mi ha scritto che vuole emulare il sottoscritto per la carriera che ha fatto. Io guardo l'uomo: sono colpito e ferito e certe volte mi chiedo il perché di tanta cattiveria nei miei confronti.
Luna: Forse perché lei è stato cattivo con tante persone. Penso a De Sisti, ad Agroppi.
Moggi: De Sisti è un ragazzo eccezionale, lo segnalai a Rozzi per fargli fare l'allenatore dell'Ascoli. E' colpa mia se non è andato bene?
Luna: Lui ha detto che lei gli ha rovinato la vita.
Renga: Si è rifiutato di comprare dei tuoi giocatori?
Moggi: No, la cosa funzionava diversamente, i giocatori li proponevo a Rozzi non a De Sisti...
Renga: Ma se l'allenatore diceva di non volerli...
Diaco: Siamo alla fine, una battuta per uno.
Luna: Il libro di Moggi si chiama "Un calcio nel cuore". Ma il cuore del calcio lui l'ha ammazzato. Gli auguro di continuare a difendersi bene, dicendo tutte le bugie che ha diritto di dire, perché qui siamo tutti garantisti. Credo che qualcosa stia migliorando credo che la gente voglio calcio diverso sereno
Renga: Io sono meno ottimista di Riccardo. Il Milan trattava con i guardalinee, l'Inter aveva il suo bel daffera con le intercettazioni...
Moggi: Ma per Luna non contano!
Renga: Si sono spartiti le spoglie tue?
Moggi: Oggi possono lavorare in tranquillità anche perché economicamente sono superiori. Io senza soldi riuscivo a fare cose... Per quanto riguarda Luna, lui dice di essere contento che io non faccio più parte del calcio. E io sono scontento che lui sia ancora nel giornalismo. Lui non ha il concetto di innocenza, ma un preconcetto di colpevolezza.
Luna: No ho un post concetto di slealtà.
Moggi: Se prendessero a te due anni di telefonate l'articolo 1 lo ammazzeresti!
Luna: Anche di questo un giorno ci chiederà scusa.
Moggi: Mi spiace che sei nel giornalismo perché nel giornalismo non c'entri nulla.
Diaco: Affermazione pesante con la storia che ha Riccardo Luna.
Moggi: Posso dire una cosa, è una di quelle persone che cercano di aggrapparsi a cose più importanti di lui per...
Renga: Guarda che su Calciopoli lui uscito benissimo sul Romanista.
Luna: In passato quelli come Moggi hanno provato ha farmi fuori non ci sono riusciti.
Diaco: Ma non Moggi?
Luna: Quelli come Moggi.
Moggi: Allora sono tanti.
Luna: Tanti.
Diaco: Vi saluto ricordandovi a Natale di comprare il libro di Moggi. Moggi: Posso concludere: comprate questo libro e non farete piacere a Riccardo Luna.
Luna: Allora io vi consiglio di comprare e leggere un altro titolo con un titolo simile, "Un calcio nei coglioni", di Carlo Petrini che racconta tutto un altro calcio rispetto a Moggi.
Moggi: Ah questa no! Tu stai parlando di una persona che non conosci.
Luna: Lo conosco, è un collaboratore del Romanista.
Moggi: Perfetto, andate a cercare il passato di Petrini che collabora col Romanista. Luna si è autocondannato.
Diaco: Buonanotte a tutti.


juve

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NON UN EURO ALLA GAZZETTA!!!

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