venerdì, dicembre 07, 2007

CONFRONTO MOGGI-LUNA-RENGA

Voglio proporvi, per chi non l'avesse visto, il confronto tra Moggi, Luna e Renga andato in onda a Temporale, trasmissione di Canale Italia e diretta da Pierluigi Diaco.

Innanzitutto 2 parole su Diaco. Devo ammttere che è davvero un bravo giornalista, forse uno dei pochi, se non l'unico, che FA vero giornalismo, trattando temi scottanti con imparzialità e competenza. Nel caso specifico ha posto domande scomode sia a Moggi che a due giornalisti, ma soprattutto non ha messo Moggi tra i cattivi e i due moralisti tra i buoni come qualsiasi altro avrebbe fatto.

Complimenti vivissimi a Diaco. Non fatevi trarre in inganno dal fatto che lavora in una piccola emittente locale, ma anzi sono convinto che il suo modo di fare (che apprezzo molto) gli sia costata una crescita professionale sicura. A leccare i piedi si fa carriere, specialmente in Italia, e merita menzione un vero professionista che non si fa metetre i piedi in testa da nessuno. Esattamente il contrario della maggior parte dei giornalisti italiani.

Di seguito il dibattito completo, scaricabile da www.ju29ro.com sezione download.


L'INIZIO: DIACO-MOGGI
Diaco: Oggi per la prima volta a Temporale proveremo ad uscire fuori dalla dialettica politica per occuparci di calcio. Chi vi parla è un modesto tifoso della Roma e non conosce a fondo la questione ma se ne è occupato parecchio in questi mesi e ha studiato le carte per capire perché un protagonista del calcio si dice vittima di una campagna mediatica. Come sapete i garantisti sono quelli dell'ultimora e si svegliano in ritardo, le intercettazioni telefoniche sono diventate uno strumento abituale per condanne morali che vengono date immediamente... Questa sera Ne parliamo con un protagonista autore di un libro di cui si sta parlando molto, "Un calcio nel cuore". L'autore è Luciano Moggi.
Moggi: Buonasera. Grazie dell'invito.
Diaco: Accanto a lui: è stato per molti anni un giornalista molto vivace di Repubblica e del gruppo Espresso e dal qualche tempo dirige Il Romanista che è un quotidiano che fa parecchio parlare. Riccardo Luna.
Luna. Buonasera.
Diaco: Accanto a lui un autorevole giornalista del Messaggero, Roberto Renga.
Renga: Buonasera.
Diaco: Prima di entrare nel merito e guardare la copertina che ricostruisce i fatti, vorrei fare alcune domande a Moggi. So che nei mesi scorsi ha avuto molte proposte. Alcune si possono dire altre no. So che se Lippi andrà al Milan, Berlusconi la vorrebbe lì. In quel caso, è non è fantapolitica, Moggi sarebbe pronto?
Moggi: Prima vorrei sistemare le mie cose, che mi stanno a cuore molto perché tutto quello che è stato detto è fatto deve avere un fine e deve avere una fine.
Diaco: Ma è vero che c'è stata proposta di Berlusconi?
Moggi È vero, è vero. Ma Ancelotti sta facendo un buon lavoro con il materiale che ha che non è il non plus ultra e che di fronte all'Inter non abbia da poter controbattere...
Diaco: Ma se il ricorso al Tar sulla sua squalifica il 13 dicembre dovesse avere un buon esito?
Moggi: Proprio su questo ho ricevuto oggi la notizia che il Tar è stato rinviato improvvisamente al 13 marzo.
Diaco: È una cosa di poche ore fa, ma se la vicenda si dovesse risolvere, lei sarebbe pronto ad accettare proposta del presidente Berlusconi?
Moggi: Se il presidente Berlusconi fosse ancora d'accordo non ci sono dubbi. Ma il discorso della mia squalifica è comico se non fosse una cosa che agli interessati non fa sorridere. Tenga presente che nel secondo processo sportivo, dove il presidente Sandulli ha detto che io dovevo essere processato perché non avevo dato le dimissioni in tempo... successivamente il 21 giugno di quest'anno è venuto fuori il problema della telefonata che io feci per Alessandro (suo figlio, Luciano fece pressioni e minacce a dirigenti Figc per evitargli una squalifica, ndr) per la quale mi sono stati comminati sei mesi di squalifica. Io mi ribellai, feci dei passi con gli avvocati e questa squalifica mi è stata tolta perché faceva fede lo status... E sa chi era presidente di questa commissione?
Diaco: Lo dica lei.
Moggi: Sandulli (il presidente della Corte federale che in appello ha confermato i 5 anni di squalifica a Moggi, ndr).
Diaco: Ci torneremo meglio dopo. Se lei dovesse tornare in campo come dirigente di una squadra e se questa squadra dovesse essere il Milan, quale valore aggiunto potrebbe portare?
Moggi: La mia esperienza. E la capacità di sapere vedere giocatori e formare le squadre. Ma dopo averle formate le squadre devi saperle tenere in pugno.
Diaco: A proposito di politici, qualche giorno fa ho letto sulla Gazzetta dello sport, una intervista di Antonio Di Pietro, che so averle chieste anche dei biglietti, in cui sostiene di non averla mai incontrata, di non avere nulla a che fare con lei e si spende in aggettivazioni pesanti nei suoi confronti...Come stanno le cose?
Moggi: Di Pietro ha detto che non mi conosce, ma ci siamo incontrati in tempi per lui abbastanza burrascosi, quando c'è stata la partita con il Real Madrid o con il Barcellona a Torino. Lui è venuto ed è stato due ore con me Bettega e Giraudo, addirittura ci ha detto che aveva 260 cause...
Diaco: Sta dicendo che il ministro ha detto il falso?
Moggi: Esatto.
Diaco: Le ha chiesto qualcosa?
Moggi: Non avevamo grandi rapporti...
Diaco: Qualche biglietto?
Moggi: Si, in quell'occasione sì. Aveva anche un codazzo abbastanza numeroso e li sistemammo tutti. Non c'era nulla di male, ma quello che mi ha turbato è leggere che non mi ha mai visto e conosciuto.
Diaco: In questi mesi ha avuto manifestazioni di attenzione o solidarietà da esponenti di governo e del centrosinistra?
Moggi: Nooo, mai cercato solidarietà.
Diaco: Con Mastella ha un rapporto telefonico però.
Moggi: Con Mastella siamo amici ma l'amicizia non vuol dire telefonarsi centomila volte. Ma ho anche fatto trasmissioni tv come Confronti con Moncalvo dove c'era Baccini che è una persona che...
Diaco: Lei è stato a Confronti, a Buona Domenica il giorno della tragica vicenda del tifoso Sandri e quindi ci tornerà domenica. E poi ha avuto una terza partecipazione, dolorosa per la sua immagine, da Daria Bignardi. Ma è vero che Quelli che il calcio le ha chiesto di andare e lei ha detto no?
Moggi: No. Guardi l'anno scorso sono andato anche da Ravezzani ad Antenna 3. Perché era un momento per in cui mi dovevo difendere e dovevo fare sapere agli italiani quello che non avevo fatto... ma quest'anno non c'è nemmeno bisogno di difendersi, avevo parlato di sorteggio regolare e un tribunale lo ha accertato, avevo parlato di Telecom ed è venuto fuori lo spionaggio, avevo parlato di processi sportivi aggiustati e nelle dichiarazioni del presidente Ronzani ad un pm di Bologna è stato confermato... Avevo visto giusto su tutto. È inutile difendersi, sono i fatti....
Diaco: Ok, ripercorriamo i fatti con la copertina. (parte il filmato)
LUNA-MOGGI: IL CONFRONTO 1
Diaco: Vorrei ripercorrere la situazione legale. La Procura di Torino ha archiviato dopo sei mesi di indagine sia l'inchiesta sui sorteggi truccati che sulle intercettazioni. Il tribunale di Roma dopo due gradi di giudizio ha scagionato Bergamo e Pairetto per i sorteggi truccati condannando il giornalista Teotino. Il tribunale di Roma ha iniziato le udienze per la Gea. Davanti tribunale di Napoli il 15 dicembre si discuterà il rinvio a giudizio per 37 indagati, fra cui anche Moggi, per associazione a delinquere e frode sportiva. E, è notizia di adesso, è stato spostato al 13 marzo il ricorso al Tar sulla squalifica di 5 anni di Moggi con proposta di radiazione. Bene, Luna e Renga, chi abbiamo davanti a noi oggi? So che Renga ha avuto anche querele con Moggi...
Moggi: Ma gli facevo uno sconto...
Diaco: Luna chi è Moggi? Uno che millanta, uno che si sta difendendo una vittima di una campagna mediatica?
Luna: Abbiamo davanti il più grande bugiardo del calcio italiano. Una volta era un vanto per lui, era famoso per le sue bugie, diceva delle fantastiche bugie, si diceva. Poi abbiamo scoperto che non erano fantastiche: erano gravi. Ora io mi chiedo: perché dovremmo credergli oggi che le legge, in quanto imputato, gli dà il diritto di dirle le bugie? Dopo che le ha dette per una vita.
Moggi: Posso rispondere con tutta tranquillità. Le bugie ai giornalisti erano un obbligo, io rispetto il lavoro dei giornalisti ma va rispettato anche quello di una società di calcio. Se dico a un giornalista che voglio comprare un giocatore...
Diaco: Ma quanto gli interessi di una società possano e debbano invitare un direttore generale ad avere un rapporto scorretto con le comunicazioni da dare all'esterno?
Moggi: Ma coi giornalisti parlavamo solo di calciomercato. Chi compri, chi vendi...
Luna: E no. C'è almeno una bugia grave. Ogni volta noi le chiedevamo: possibile che lei abbia rapporti con la Gea che è di suo figlio? E lei rispondeva: mio figlio alla Juve non parla con Luciano Moggi, parla con Bettega e Giraudo.
Moggi: Ed è la verità.
Luna: No, nelle intercettazioni lei con suo figlio parla tutti i giorni di giocatori della Gea. E nel caso specifico di Mutu lei tratta un giocatore, dice al figlio di prendersi la procura e di parcheggiarlo al Livorno. E poi lo riprende alla Juve. La Gea, per cui c'è un processo per associazione a delinquere che la vede imputato.
Moggi: Posso rispondere? E' stata fatta una indagine sui giocatori della Gea alla Juve e ne hanno trovati 2. Uno mi sembra Chiellini e uno Mutu.
Diaco: Scusi erano tre, c'era anche Blasi.
Moggi: Sì ma vorrei dire... io non guardo in faccia alla Gea o ad altri, vado a comprare giocatori buoni e basta. E non posso evitare di parlare con mio figlio. Primo, perché è mio figlio e un padre deve parlare con il figlio...
Luna: Ma non dei giocatori. È lei che ha sostenuto il contrario.
Moggi: Caro Riccardo Luna io parlo con mio figlio, questo è un rapporto padre e figlio. Lei però non ha notato o non ha voluto notare una cosa importante. Quando mio figlio mi dice: vuoi Oddo, vuoi Liverani? Io gli dico: non mi interessano, non fanno per la Juve. Se mi propone Mutu, perché è lui che mi propone Mutu, io gli dico sì.
Diaco: Appare singolare se non sorprendente per un giornalista che il piano privato e quello pubblico si intreccino in modo diabolico.
Moggi: Ma sa come ho preso Mutu? A parametro zero. E poi l'hanno venduto male. Il signor Riccardo Luna mi dovrebbe dire che sono stato bravo.
Luna: Lei è stato ancora più bravo con Zidane. Lo vende per 150 miliardi di lire. Ma non ho capito perché l'affare viene perfezionato a Lugano, in Svizzera. E l'agente Fifa è suo figlio. Quanto prese di commissione su quell'affare?
Moggi: Lei ha sbagliato tutto, su questo non ha preso nessuna commissione.
Luna: Lei ha querelato Marc Roger che ha raccontato che suo figlio prese 6,1 milioni di euro in banconote di piccolo taglio?
Moggi: Lei nemmeno sa chi è Marc Roger.
Luna: Per me lui e lei siete pari.
Moggi: Allora lei è molto peggio di Marc Roger.
Diaco: Dite al pubblico di cosa state parlando.
Luna: Io Moggi non lo capisco.
Diaco: Mi sa invece che vi siete capiti benissimo.
Moggi: Tenga presente che Marc Roger è in galera. Ora Roger dovrà dimostrare quello che ha detto.
Luna: Lei però non lo ha più querelato.
Moggi: Lei che ne sa?
Luna: Lo dice Roger.
Moggi: Ma il suo libro non è uscito. Mi dica, è uscito il libro?
Luna: Ancora no, è uscita una intervista.
Moggi: E allora vede, lo faccia uscire e poi vedrà se lo querelo.
Luna: Ma suo figlio quel giorno era a Lugano con lei?
Moggi: No. A Lugano c'era Fiorentino Perez,
Diaco: Renga, chi è Luciano Moggi.
Renga: Ce ne sono due. Uno simpatico a tutti. All'inizio. Io lo chiamavo Pinocchio quando era alla Lazio.
Diaco: Beh, se le cose stanno come dice Riccardo Luna c'è una complicità dei giornalisti...
Renga. Certo. Era il momento in cui lui era per tutti i giornalisti italiani "il re del mercato". Tutti lo chiamavano: Lucianino, Lucianino, dammi una notizia. Io pure una volta gli chiesi un favore, la Lazio mi aveva lasciato a piedi e mi trovò un posto sull'aereo.
Diaco: Vabbé, ma queste cose che non si possono sindacare.
Renga: Questo era il Moggi fino a Napoli, il miglior direttore sportivo d'Italia. Moggi alla Juventus è un'altra persona, perché è un altro ambiente. Inserito nella Triade, arrivavano negli stadi accolti dagli insulti. Alla Juventus, Moggi, Bettega e Giraudo pensavano che lì tutto fosse permesso. Dicevano sempre: lo fanno tutti. Ricordate il processo per eccesso di medicine? E poi calciopoli? E loro sempre a dire: lo fanno tutti lo facevamo per difenderci. Non si sono resi conti che hanno ecceduto.
Diaco: Qualcuno ha fatto il paragone con Tangentopoli. Un sistema politico andava mandato a casa, hanno pagato il partito socialista, Bettino Craxi, la Dc, poi la storia fa il suo corso e ha persino rivalutato Craxi. Sui moggi l'Italia è preparata. Se Moggi ha questa simpatia e solidarietà e il libro sta vendendo, forse il Paese ha capito che in Calciopoli chi ha dovuto pagare per tutti è questo signore.
Renga: Non c'è dubbio che sia un personaggio simpatico, e la gente diceva: ha la battuta pronta. Andava alla Rai e non era l'ospite ma il padrone.
Diaco: Per padrone che intende?
Renga: La maggior parte dei colleghi giornalisti erano pronti a dire, dai ti faccio da zerbino. Quando è stato in difficoltà, io scrissi un pezzo per dire ma porca miseria ma in Italia fino a ieri tutti a dirgli "dai calpestami" e adesso tutti a dire mai visto? Mi erano arrivate anche brutte storie, che poteva anche tentare il suicidio e io, che ero stato il suo peggior nemico, scrissi: "Preferisco Moggi".E lui il giorno dopo mi ha telefonato per ringraziarmi. Io ho visto una volta la famosa cena delle beffe degli arbitri italiani che si mettono in ginocchio e quasi gli baciano la mano
Luna: E lui con l'altra gli dava le schede telefoniche.
Moggi: C'era chi aveva l'S120 in tasca che poteva intercettare e non essere intercettato...!
Luna: E le schede telefoniche gli arbitri da chi le hanno avute? Da una persona che diceva di averle prese per lei.
Moggi: Vai a domandarlo all'arbitri. Io ho visto i grafici con le partite incriminati e telefonate. Per tuo parere, la somma di quelle partite dà alla Juve 17.5 punti e al Milan 21.5 punti. Il che vuol dire che o ero un cattivo centralinista o che gli arbitri non facevano il loro dovere.
Diaco: Prima di concludere. Lei mandava un collaboratore a Chiasso per prendere le schede. Quante ne ha acquistate? E perché?
Moggi: Quando capito che mi sono accorto che mi stavano intercettando ho cercato di nascondere le mie cose, mi sono difeso.
Diaco: Chi le ha detto che non fossero intercettabili?
Moggi: Ho provato a fare qualcosa di diverso, a fuorviare le cose.
Diaco: Ma lei stato informato che Telecom aveva tutto l'interesse ad ascoltare le sue telefonate? E dietro Telecom c'era l'inter?
Moggi: Non so, il presidente era Tronchetti Provera, il vice era Buora.
Diaco: Quindi c'era l'Inter?
Moggi: Tronchetti era l'alter ego di Moratti e Buora era vice presidente dell'Inter. E poi Riccardo Luna le dice tutte, ma non tutte. Si legge una deposizione di Tavaroli in cui si dice che Tavaroli viene chiamato nell'ufficio di Moratti, c'era Facchetti, e viene deciso di incaricare Cipriani di fare quello che è stato fatto.
Luna: Di pedinare De Santis.
Moggi: È lì che ti sbagli, i fascicoli sono due "Ladroni" e "Como", ci siamo dieci o undici persone e tutti questi chiederanno i danni. Lì verrà fuori la verità di Calciopoli. Ti faccio una domanda.
Diaco: Si improvvisa conduttore.
Luna: Il vecchio vizio di fare il padrone.
Moggi: Ma con persone come te serve il vecchio vizio. Perché tra telecom e Inter si litiga per chi debba pagare il conto?
Luna: E io le chiedo perché lei chiama l'arbitro Racalbuto la notte prima di Roma-Juve?
Moggi: Una associazione a delinquere ha dei sodali, no?, se sono sodali a che serve telefonare?
Luna: Non lo so, ma lei ha telefonato.
Moggi: No, non ho mai telefonato a nessuno.
Luna: E' falso.
Moggi: Sì, l'hai sentito tu.
Diaco: Renga, a quali domande Moggi non mai risposto?
Renga: Una che gli vorrei fare. Sei stato tu a corrompere il calcio italiano? Ho letto il libro, conosco Moggi da trent'anni...
Moggi: Non lo dire che poi fanno i conti.
Renga: Qui c'era la Juve, la Triade che teneva i rapporti col potere politico, le medicine, gli arbitri, il presidente Carraro che ho eletto io... E dall'altra parte c'era una società, il Milan che, secondo il libro, si sarebbe mosso pesantemente dopo che Berlusconi aveva chiamato Moggi per affidargli il Milan, e quindi sarebbe stata una vendetta da parte di certi settori del Milan. E poi c'è l'Inter che non aveva mai vinto, con queste famose intercettazioni. Sono tre, ma chi ha fatto nascere tutto? Di Moggi si dice è il più bravo di tutti, e che vuol dire? Che sa corrompere meglio gli arbitri! Nel calcio italiano questo vuol dire essere il più bravo.
Diaco: Renga lei è insidioso perfido. Sembra che faccia dei complimenti ma poi dipinge Moggi come il Marilyn Manson del calcio italiano.
Renga: No, è il figlio del sistema del calcio italiano. Se non sai strizzare l'occhio non sei nessuno, se non fai millantato credito. Lui è il più bravo per stare a questo mondo.
Diaco: Moggi ma guardandosi indietro, il suo comportamento è perseguibile se non penalmente almeno moralmente?
Moggi: Io ho sbagliato solo una cosa. A difendere troppo la società mia. La Juventus, morti l'Avvocato Agnelli e Umberto Agnelli era senza padre e senza madre. Era considerata potente ma non era più niente, era considerata piena di soldi ma non aveva una lira....Se poi una volta nella vita ho detto qualcosa, non è mica un reato farsi considerare più forti di quelli che siamo?
Renga: Ma Paparesta l'hai chiuso nello stanzino?
Moggi: Questo se non facesse piangere farebbe ridere. Con Paparesta c'era un problema serio, che lui con noi non ne aveva azzeccata mai una e nessuno gli aveva chiesto di azzeccarla... Effettivamente io e Giraudo andammo a protestare, era una delle poche volte che una arbitro modifica una partita di calcio nel risultato pieno. L'assistente era Coppelli. Tenete presente una cosa: che l'assistente Coppelli si trova nelle intercettazioni a parlare con quelli del Milan e dell'Inter. Un caso? In quella partita lì non ci fece dare un gol valido e non ci fece dare un rigore. Me lo ritrovo a Torino nella partita con l'Inter di Supercoppa, e, guarda caso, ci fa annullare il gol regolare di Trezeguet e noi perdiamo la coppa. Allora io andai da lui e da Paparesta e gliele cantai...
Renga: Ma tu non potevi andare lì.
Moggi: Alla fine della gara sì.
Renga: No, non potevi andare a protestare.
Moggi: Allora Zamparini e Cellino dovrebbero essere squalificati a vita. Io non posso andare fra primo e secondo tempo, ma alla fine sì.
Renga: A salutare non a protestare.
Moggi: Effettivamente io e Giraudo eravamo abbastanza arrabbiati.
Renga: Ti posso dire dov''è lo scandalo? Che Paparesta non lo abbia messo nel referto.
Moggi: Ti dico io dov'è lo scandalo. L'Inter non le ha mai fatte queste cose? L'Inter non ha mai chiamato i designatori? Eh, Luna?
Luna: Nel campionato 2004/5 evidentemente no.
Moggi: Allora la trasmissione può finire qui.
Diaco: No, andiamo avanti, quella è la posizione di Luna.
Luna: Per esempio anche la Roma non ha mai chiamato gli arbitri.
Moggi: E che c'entra la Roma?
Luna: C'entra, come c'entra l'Inter. Niente.
Moggi: L'inter l'hanno tolta.
Luna: E' una accusa grave ai magistrati.
Moggi: Lo ha fatto la Telecom. Lo ha detto Bergamo che chiamavano tutti. E lo ha detto Mazzei. Facchetti...
Luna: Ma non può tirare fuori un morto per difendersi.
Moggi: Lei ha troppa fantasia.
Luna: No, lei sta accusando un galantuomo che non c'è più.
Moggi: A me dispiace parlare di un morto perché io in queste cose credo molto più di lei.
Luna: Come fa a dirlo?
Diaco: Non possiamo metterci a fare queste classifiche sull'aldilà.
Moggi: Lei, Luna, lei parla di macchine sul suo giornale.
Luna: No.
Moggi: Lei ha parlato di macchine!
Luna: Veramente no.
Moggi: Lei lo ha fatto.
Luna: No.
Moggi: Ne parli ora! E allora perché non ha mai detto che il suo vice ha preso due auto con lo sconto del 23 per cento?
Luna: E che c'entra?
Moggi: Lei lo ha detto per Pairetto. Lo dica per Campanella.
Luna: Veramente Francesco Campanella è morto due anni fa. Moggi lei sta cadendo in basso come mai prima.
Moggi: Lei è caduto in basso da tanto tempo
Diaco: Stiamo parlando di persone defunte ci sono familiari in ascolto. Scusate...
Luna: Scusate lui con quello che ha detto.
Diaco: Mi scuso a nome della trasmissione. Facciamo una pausa a tra poco.

LUNA-MOGGI: IL CONFRONTO 2
(torna in studio dopo la pubblicità)
Diaco: Siccome non abbiamo dato una bella lezione di tv negli ultimi minuti scomodando persone che non ci sono più...
Moggi: Io non sapevo che Campanella era morto e mi scuso con la famiglia.
Diaco: Lei lo portava ad esempio di tante cose simili.
Luna: Per me la cosa è finita lì, mi fa piacere che Moggi abbia chiesto scusa.
Moggi: Io ho chiesto scusa solo per quello.
Luna: Ma quando uno inizia a chiedere scusa è un buon inizio.
Moggi: Io ho chiesto scusa solo per quello!
Diaco: Lei ha mai chiesto scusa a se stesso?
Moggi: Tante volte, se lavoravo meno e la Juve vinceva meno, tutti erano contenti.
Diaco: Parliamo del rapporto con gli Agnelli, il fatto di lavorare per una famiglia non famiglia. Divisa, con equilibri molto particolari, che aveva lasciato la squadra da una parte poi Moggi l'ha riportata dove sappiamo. Lei come ha vissuto?
Moggi: Io avevo contatti sempre e comunque, oltre che con Giraudo e Bettega, con l'Avvocato Agnelli e il Dottor Agnelli. Non conoscevo le diatribe familiari né mi interessavano perché i miei interlocutori erano loro.
Diaco: Però c'era una parte avversa?
Moggi: Non c'è dubbio.
Renga: Anche l'Avvocato?
Moggi: No, l'Avvocato e il Dottore erano uniti. A testimoniare questo due giorni prima che morisse, l'Avvocato chiamò me e Lippi e passammo due ore insieme e ci salutò dicendoci: Chissà se ci rivedremo. Ecco quali erano i nostri rapporti.
Diaco: Ma Lapo Elkann in una intervista ha fatto il suo nome (lo ha accusato di avergli teso la trappole col travestito e la droga, ndr), poi ha detto di essere stato mal interpretato, ma certe cose le ha dette.
Moggi: No, sul Times lui disse che io avevo litigato in precedenza con una persona della Juventus e il giornalista pensò che fossi io. Anche qui il tempo è galantuomo, la Triade è stata scagionata.
Diaco: Vi siete chiariti con Lapo?
Moggi: E' chiarissimo. Lapo Elkann non ha mai fatto il nome mio.
Diaco: Perché si è dimesso dalla Juve in maniera così tempestiva? E lo rifarebbe?
Moggi: Assolutamente no. Io mi sono dimesso dalla Juve con una dichiarazione esemplificativa dello stato d'animo mio. Il primo mese che ho passato non lo auguro a nessuno, con problemi familiari anche per mio figlio, voi sapete che la lealtà arriva a far fare interviste a chi non dovrebbe farle (quella di Ilaria D'Amico sul viaggio a Parigi con Alessandro Moggi, ndr). Quel primo mese fu terribile... Noi siamo stati abbandonati e colpevolizzati. Tenga presente che nessuno sapeva di queste cose qua, non era stata accertata una colpevolezza, ci siamo trovati soli. Io ho ritenuto di dovermi difendere, prestando la mia faccia, non fuggo mai da certe cose e devo combattere.... Dicono che è difficile fare i contradditori con me e vi spiego perché
Diaco: Ma c'è qualcuno che evita il contraddittorio con lei?
Moggi: Vede, uno dei punti di incriminazione mia è che alle 11 e 53 di un certo giorno mi chiama la segretaria mia e mi dice l'arbitro estratto. Lei sa benissimo che lo estrae un giornalista e alle 11 e 1 lo sanno tutti. E sa che gli assistenti non vengono estratti ma designati alle 11.40. Insomma, io ho telefonato e mi hanno detto i nomi dei due assistenti. Alla mia segreteria ho fatto una battuta, gli ho fatto due nomi, Baglioni e Alvino. Poi dopo io vado a cercare le carte processuali e mi accorgo che sono stati intercettati degli sms, in cui sette minuti prima si comunicava al Milan, se non vado errato, si comunicavano gli assistenti. E mi ricordo che c'era una disposizione che diceva che era vietato sapere queste cose prima delle 12.15. Bene, sette minuti prima che lo sapevo io lo sapevano altri. Non è vero questo, Luna?
Luna: Io credo che di questo calcio di cui parla Moggi non se ne può più. Oggi che si parla di terzo tempo, di salutarsi alla fine, di non discutere le decisioni dell'arbitro di non avere timore che un dirigente entri nello spogliatoio dell'arbitro... Io non voglio conoscere il nome del guardalinee, io voglio andare allo stadio sereno, senza timori sui guardalinee. Di quel tipo di calcio, di cui Moggi non era l'unico colpevole ma, come diceva Renga, il migliore, non se ne può più. Io voglio credere che l'arbitro sbagla ma non ruba, sono due cose diverse.
Moggi: Io sono d'accordo con Riccardo.
Renga: Anch'io.
Diaco: Lei sarà pure d'accordo con Luna. Però lei è accusato per sequestro di persona. Io vorrei capire se il modello che Luna e non solo Luna critica è un modello che lei riconosce come modello sbagliato.
Moggi: Lasciate stare il modello e prendete il sequestro. C'è stato Soviero che era stato portiere della Reggina ed era addetto agli arbitri che ha detto che sono usciti tranquillamente, purtroppo sulle battute mie si fanno capi di imputazione... E' vera una cosa: che in questo calcio non dovremmo riconoscerci, ha detto Luna. Ma prendete il pm di Napoli ha detto che se non fosse per la passione che c'è allo stadio non bisognerebbe andarci più. Se lo dice il pm dobbiamo credergli.
Renga: Il calcio sarebbe bellissimo se fosse come dice Riccardo ma è tutto come prima. Non credo affatto che avendo penalizzato Mazzini che mi sembra un goliarda che la dava calda a tutti, o Bergamo o Pairetto, o Luciano Moggi si sia risolto il problema. Se pensiamo che senza Moggi funziona tutto, abbiamo sbagliato. Funziona tutto come prima. Per esempio Moggi, quanti colpevoli stanno ancora dentro?
Moggi: Colpevoli è una parola grossa. Ma lo dimostra il caso Lorbek e lo ha detto Guido Rossi quando è stati preso per un orecchio e mandato via, che il calcio non vuol cambiare.
Renga: Ma chi è il capo?
Moggi: Petrucci.
Luna: A proposito di capo. Perché lei nell'anno intercettato lei continuava a frequentare il banchiere Cesare Geronzi, allora presidente di Capitalia? Da che nasce questo rapporto? Prendevate anche l'aereo privato assieme.
Moggi: Non posso essere amico delle persone?
Luna: Certo ma il 9 giugno del 2005 lei va da Cesare Geronzi con suo figlio e Rosella Sensi. Lo racconta il Messaggero. E nelle telefonate intercettate viene fuori che lei chiede in continuazione a Geronzi di mettere suo figlio alla Roma.
Moggi: Le porti qui quelle telefonate!
Luna: Lo dice suo figlio ogni giorno.
Moggi: Ah lo vede, lo dice mio figlio...
Luna: E quell'incontro a quattro?
Moggi: Quale?
Luna: A via Minghetti.
Moggi: Via Minghetti è a via del Corso? Mai successo.
Luna: Allora sarà a via Tupini?
Moggi: Mai successo.
Luna: Lo ha scritto il Messaggero.
Moggi: Non c'è mai stato.
Luna: Lei nega di aver chiesto a Geronzi, di mettere suo figlio alla Roma?
Moggi: Lo nego, mi porti le telefonate. Prenda il 415 bis, lei sta dicendo una castroneria.
Luna: Non è una castroneria.
Moggi: Prenda il 415 bis. Se mi trova una telefonata del genere vengo qui a chiedervi scusa.
Luna: Mi riservo di portarle.
Diaco: Guardi Moggi che Luna sulle carte è meglio di Travaglio. Moggi, chi è Petrucci?
Moggi: Il capo dello sport italiano. So quello che ha deposto Ronzani che era presidente della camera arbitrale e so che interferiva direttamente o attraverso i suoi sulle decisioni della Ramera arbitrale. Di più che devo dire?
Diaco: Se certi elementi per lei hanno portato ad una condanna morale, la stessa tesi vale per Petrucci. Dobbiamo essere garantisti sempre.
Moggi: Ma le dichiarazioni al pm non le ho fatte io.
Renga: Andiamo avanti per teoremi, manca l'illecito classico, quello con la valigetta.
Moggi: Infatti Roberto nel secondo processo sportivo è stato detto che non c'era un illecito classico ma una serie di slealtà, ma slealtà è tutto. E slealtà vengono fuori da tutte le parti.
Diaco: C'è stato da parte del governo e del ministro Melandri un atteggiamento molto distratto nei suoi confronti?
Moggi: No, al contrario, molto attento.
Diaco: Lei gira la risposta. Molto attento e quindi appassionato con una tesi...
Moggi: Colpevolista.
Diaco: Le faccio questa domanda perché è noto un intreccio fra politica e magistratura. Per sapere se lei crede che la magistratura che è chiamata ad esaminare le carte abbia il sostegno politico del governo...
Moggi: Mi auguro di no. La presunzione di innocenza è un fatto basilare di una democrazia. Non per me ma per i 37 imputati, perché siamo 37 e sembro solo io.
Luna: Lei era il capo dei capi.
Moggi: Tu come fai a dire il capo dei capi?
Luna: Il capo dei capi del calcio italiano.
Moggi: Adesso si sta correggendo.
Luna: La magistratura dice che c'era una cosca e a capo c'era lei.
Moggi: Può darsi pure che chi ha meno responsabilità si scopra più responsabile. Lei invece è uno che in uno stato democratico...
Luna: Io non mi auguro nemmeno la condanna in tribunale di Moggi, non mi interessa, mi interessa dire che in un calcio normale e sano le slealtà di Moggi non le voglio più vedere. La condanna processuale non mi spetta.
Moggi: E allora non deve andare più allo stadio.
Renga: Ti risulta che ci siano stati ancora illeciti e tentativi....
Moggi: Non lo so.
Renga: Tu sai tutto.
Moggi: Io so che l'Inter non si sente più lamentarsi degli arbitri e perché...
Renga: Perché Collina è legato all'Inter?
Moggi: No perché quando una squadra è più forte salta anche queste cose, possono anche dargli un rigore contro e lo recupera. L'Inter in passato non era la più forte. Ora si e può subire danni arbitrali anche se finora non mi pare che ne ha subiti...
Diaco: Lei Moggi dice che il sistema è ancora c'è.
Moggi: Non lo dico io, lo dice il pm di Napoli.
Luna: Il pm di Napoli non può essere credibile o meno a seconda delle circostanze. Se dice che c'era un associazione a delinquere no, se dice che il calcio non cambia sì. Non lo prenda solo quando le fa comodo, è credibile o no il pm di Napoli?
Moggi: Lo spiego. Per me sono solo ipotesi, ma quando il pm dice che qualcosa non funziona è una certezza. Avrà sentito del caso Lorbek, avrà sentito del lodo Carraro e quindi c'è una bella differenza!
Diaco: Adesso stare a tirare per la giacchetta i pm, mi sembra...
Moggi: Ma quello che ha detto Ronzani è avvenuto!
Diaco: Ci sono personaggi che ancora applicano il metodo Moggi?
Moggi: Il metodo Moggi è capire di calcio e fare le squadre bene. Mi hanno fatto passare per quello che non sono.
Diaco: Lei un grande incassatore. Se lei da un direttore di un giornale si fa dire in tv, magari sotto forma di battuta, che lei è il capo dei capi...
Moggi: Ma io al direttore di un giornale gli ho risposto.
Diaco: Ma quello che dice Luna magari lo pensano in tanti.
Moggi: Un direttore di un giornale tempo fa, mostrandomi le lettere che riceve in redazione, mi fa detto che se ci fosse un referendum sulla presidenza della Juve vincerei undici milioni a zero.
Renga: Perché lui si è definito un eroe popolare. È normale quello che dice Moggi. In quel dato vengono fuori i tifosi traditi delle Juve e dirigenti che sono costretti a lamentarsi degli arbitri. Pensate, la Juve che si lamenta degli arbitri! Tutti pensano che con Moggi non accadrebbe.
Moggi: Tu hai detto una cosa importante. Io quando parlavo con gli arbitri volevo solo che non facessero errori, e quando ho fatto dei rimproveri ad un arbitro l'ho fatto perché arbitrassero meglio non perché mi facessero favori.
Renga: Gli arbitri pensavano che rispettando il potere avrebbero fatto carriera. E nel potere vedevano anche te. Una volta c'erano due arbitri che si contendevano la piazza per diventare internazionali, riuscirci voleva dire diventare ricchi. Erano Tombolini e Farina. Poi salta fuori De Santis. Sai perché è importante avere potere? Perché è il presidente federazione che scrive all'Uefa suggerendo chi fare internazionale? E il presidente federale lo eleggevano loro .... Questo è il sistema, l'ambiente del calcio italiano.
Luna: Vorrei ricordare cosa è accaduto all'assemblea degli azionisti della Juve. E mi auguro anzi sono certo che undici milioni di juventini siano migliori di quello che pensa Moggi. Boniperti, storico presidente della Juve e negli anni '80 e bandiera vivente della storia bianconera, ha detto: con quel che ha fatto Moggi è andata bene che non siamo andati in serie C. Questo lo ha detto Boniperti, non Riccardo Luna. A me basta e avanza.
Moggi: Questo sta a dimostrare il suo pensiero. Intanto boniperti non ha parlato di Moggi.
Moggi: Ha detto: "Con quello che abbiamo fatto" è lo stesso.
Moggi: Lo vedi? Ti correggi.
Luna: Non cambia la tesi.
Moggi: Intanto cambia questo: "Con quello che abbiamo fatto". E poi hai mai visto uno che uccide una persona e dice: sono colpevole? Nooo. Hai mai sentito uno che dice mandateci in B con penalizzazione? Sììì! E senza difesa.
Luna: Perché la B era poco. Con due campionati alterati era poco.
Moggi: Ma come fai ad alterare due campionati se non ci sono illeciti?
Renga: Però c'è la slealtà.
Moggi: Dal lunedì al sabato c'è un calcio e poi c'è il campo. Se lui, Luna, seguisse il calcio dal lunedì al sabato, al campo non ci andrebbe più. Si lotta per gli sponsor, i giocatori. Altro che slealtà.
Luna: Moggi, questa è concorrenza, la informo che si può essere concorrenti senza essere sleali.
Moggi: Ah sì? Io dovrei dire ad un'altra squadra: vorrei un giocatore che ne pensi? Luna, o vivi nella luna davvero oppure ci fai.
Diaco: Scusate, Moggi sostiene che ha fatto gli interessi della sua squadra e della sua società. Senza interessi personali.
Luna: Questo è da dimostrare. E' vero che lei è proprietario solo a Roma di una ventina di immobili?
Moggi: Prima mi hai detto che non ti ho mai fatto querela, beh, te lo faccio adesso!
Luna: Per una domanda non si può.
Moggi: Venti immobili non so nemmeno dove stanno.
Renga: Ma ce l'hai un tesoretto?
Moggi: Sì, allo Ior! Ma va...
Luna: Lei è ricco?
Moggi: Io sto bene. Per questo mi batto per dimostrare che il calcio è uno dei settori più puliti...
Luna: Si sente corresponsabile per gli stadi vuoti, la gente che non crede più al pallone?
Moggi: No è colpa della violenza. Quando voi raccontate che domenica c'è stato fair play mi viene da ridere. Al pullman del Palermo gli hanno tirato di tutto. Vatti a rileggere le dichiarazioni di Guidolin.
Diaco: Moggi il tempo le darà ragione?
Moggi: Sì perché non ho fatto niente.
Diaco: Lei si è dimesso e quindi non era processabile dalla giustizia sportiva. Se il 13 marzo 2008 non dovesse essere spostata questa data, dal Tar cosa si aspetta?
Moggi: Che venga confermato quanto ha detto Sandulli che era presidente della Corte federale che ha fatto la sentenza il 21 giugno.
Diaco: Intanto come vive?
Moggi: Mi sto divertendo, è molto più facile criticare che essere criticati. Mi sono messo dalla parte dei giornalisti.
Diaco: Chi sono suoi avversari
Moggi: Io non ho...
Diaco: Ne ha parecchi.
Moggi: Io ho tanti amici. Cannavò, è un amico per la pelle. E la Gazzetta dello sport eheh!
Diaco: Qualche politico la corteggia per le elezioni.
Lasciamo stare questo. Io ho tanti amici sparsi per l'Italia.
Renga: Gli stessi di prima?
Moggi: Più di prima. Non mi posso lamentare. Ho sempre fatto del bene. Il mio modo di fare potrà essere pure antipatico, potrà essere pure, lo dico a Riccardo, che abbia millantato, ma negli ultimi mesi mi hanno creato un piedistallo, mi hanno detto ero padrone del mondo e io non mi ero reso conto....
Diaco: Ma lei è contento che ci sia questa definizione non da capo dei capi ma di più bravo del sistema?
Moggi: Mi trovo in una situazione particolare. Capiscono Maradona quando faticava ad uscire da casa. Basta che esco e faccio fotografie ed autografi.
Renga: E' la fama.
Diaco: Gran parte dei protagonisti di vicende giudiziarie di questi anni diventano anche dei miti. Ma si fa fatica a sostenere che sono modelli non solo per i più giovani ma per tutti.
Moggi: Se qualcuno emula me, emula una persona seria. Io non ho mai dato soldi a nessuno per comprare o vendere partite. Ho sempre lavorato da mattina a sera, se qualcuno mi emula, e ci sono, c'è uno di 14 anni che fa il ds in Abruzzo che mi ha scritto che vuole emulare il sottoscritto per la carriera che ha fatto. Io guardo l'uomo: sono colpito e ferito e certe volte mi chiedo il perché di tanta cattiveria nei miei confronti.
Luna: Forse perché lei è stato cattivo con tante persone. Penso a De Sisti, ad Agroppi.
Moggi: De Sisti è un ragazzo eccezionale, lo segnalai a Rozzi per fargli fare l'allenatore dell'Ascoli. E' colpa mia se non è andato bene?
Luna: Lui ha detto che lei gli ha rovinato la vita.
Renga: Si è rifiutato di comprare dei tuoi giocatori?
Moggi: No, la cosa funzionava diversamente, i giocatori li proponevo a Rozzi non a De Sisti...
Renga: Ma se l'allenatore diceva di non volerli...
Diaco: Siamo alla fine, una battuta per uno.
Luna: Il libro di Moggi si chiama "Un calcio nel cuore". Ma il cuore del calcio lui l'ha ammazzato. Gli auguro di continuare a difendersi bene, dicendo tutte le bugie che ha diritto di dire, perché qui siamo tutti garantisti. Credo che qualcosa stia migliorando credo che la gente voglio calcio diverso sereno
Renga: Io sono meno ottimista di Riccardo. Il Milan trattava con i guardalinee, l'Inter aveva il suo bel daffera con le intercettazioni...
Moggi: Ma per Luna non contano!
Renga: Si sono spartiti le spoglie tue?
Moggi: Oggi possono lavorare in tranquillità anche perché economicamente sono superiori. Io senza soldi riuscivo a fare cose... Per quanto riguarda Luna, lui dice di essere contento che io non faccio più parte del calcio. E io sono scontento che lui sia ancora nel giornalismo. Lui non ha il concetto di innocenza, ma un preconcetto di colpevolezza.
Luna: No ho un post concetto di slealtà.
Moggi: Se prendessero a te due anni di telefonate l'articolo 1 lo ammazzeresti!
Luna: Anche di questo un giorno ci chiederà scusa.
Moggi: Mi spiace che sei nel giornalismo perché nel giornalismo non c'entri nulla.
Diaco: Affermazione pesante con la storia che ha Riccardo Luna.
Moggi: Posso dire una cosa, è una di quelle persone che cercano di aggrapparsi a cose più importanti di lui per...
Renga: Guarda che su Calciopoli lui uscito benissimo sul Romanista.
Luna: In passato quelli come Moggi hanno provato ha farmi fuori non ci sono riusciti.
Diaco: Ma non Moggi?
Luna: Quelli come Moggi.
Moggi: Allora sono tanti.
Luna: Tanti.
Diaco: Vi saluto ricordandovi a Natale di comprare il libro di Moggi. Moggi: Posso concludere: comprate questo libro e non farete piacere a Riccardo Luna.
Luna: Allora io vi consiglio di comprare e leggere un altro titolo con un titolo simile, "Un calcio nei coglioni", di Carlo Petrini che racconta tutto un altro calcio rispetto a Moggi.
Moggi: Ah questa no! Tu stai parlando di una persona che non conosci.
Luna: Lo conosco, è un collaboratore del Romanista.
Moggi: Perfetto, andate a cercare il passato di Petrini che collabora col Romanista. Luna si è autocondannato.
Diaco: Buonanotte a tutti.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Che dire, questo dibattito meritava un palcoscenico nazionale. Quanto a Luna, ai fatti riportati da Moggi, ribatte con quella che si può definire aria fritta. Nessuna argomentazione provata e quando afferma che a lui la verità procesuale non interessa, non solo delegittima il sistema giudiziaro, cardine di un paese democratico, ma comincia a pararsi il sederino per le tante infamie scritte su quel giornale da quattro soldi.


Grazie Mirko di aver pubblicato questo splendido articolo. Forza Juve. Qualcuno a Milano, a Roma e a Torino dovrà chiedere scusa e restituire tutto quello che ci hanno tolto: vittorie e soldi. Non cito l'onore, la dignità e la fierezza perchè sia noi tifosi che i giocatori, non le abbiamo mai perse.

Mirko ha detto...

Grazie a te Francesca.

Sono anch'io convinto che tale dibattito meritava un palcoscenico ampiamente più importante, ma tant'è. In questo apese non importa chi è leale, così come a nessuno frega della verità. Sono tutti felici quando c'è qualcuno d amettere alla gogna. Così è stato per Tangentopoli come per Farsopoli.

Forse questo è davvero quel che meritiamo come italiani...

Anonimo ha detto...

seguitate, seguitate a dispensare odio...
non parlo solo di voi gobbi, ma anche degli interisti, dei rossoneri, di chi al bar fa a chi alza di più i toni, etc.
che dire ?
prima o poi un rutto vi seppellirà.
forse è l'unico piano su cui con voi si può non dico discutere ma dialogare.
lo spirito sportivo con voialtri non c'entra granché.

Mirko ha detto...

Odio? Scusami Marcello, ma questa mi sembra un intervento da demente. Ti pare che noi dispendiamo odio? Ma hai una vaga idea di cosa significa essere juventini?

QUesto blog è libero e ogni opinione, anche la più stramba. ha diritto di cittadinanza, ma non venire a dare a me del fomentatore di violenza. Leggi bene il blog e capirai da che parte sto.

Grazie dell'intervento



juve

juve/


NON UN EURO ALLA GAZZETTA!!!

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