Da Repubblica (cartacea) pagine 52-53-54
CORRADO ZUNINO
Lo chiamano direttore, ancora direttore. E’ indagato per 
associazione a delinquere e frode sportiva, minacce e 
illecita concorrenza. In due procure diverse. Ed è stato 
squalificato per cinque anni dal calcio italiano. Niente. Il 
calcio italiano, un pezzo probabilmente irrecuperabile ma 
sicuramente importante, chiama ancora Luciano Moggi, ne 
ascolta i suggerimenti, gli fa relazioni su giovani talenti 
da smistare a squadre amiche. E torna a brigare con lui, non 
ha mai smesso. Lo dicono le 409 pagine di informativa dei 
carabinieri che hanno riaperto un istante prima del processo 
la Calciopoli 2. Rino Foschi, direttore sportivo del 
Palermo, non si fa scrupolo di insultare il suo presidente 
(«non sa quel che dice poverino») e il compagno di lavoro 
(«Sagramola e un def... non pericoloso») pur di difendere 
Moggi. «Sei l’unica persona innocente». I peggiori, secondo 
Foschi, sono ancora sul trono: «Galliani, Carraro, Petrucci, 
Agnolin», li elenca. «Poi ti vengo a fare compagnia in 
spiaggia, ma prima faccio nomi e cognomi a reti 
unificate...». Moggi non può fare a meno di questo mondo, e 
continua a telefonare. Il vero disastro è che il calcio gli 
dà retta, audience, un ruolo. «Io ti vengo dietro Luciano, a 
costo di farlo solo con te, sono tuo», gli dice Riccardo 
Calleri, uomo della Gea del figlio Alessandro. E se Foschi è 
pronto a tradire Zamparini per fare posto a Flavio Briatore 
— «tranquillo, vuole vendere, lo spinge la moglie e poi per 
due anni sarà occupato a costruire in centro che gli han 
dato il via libera » —, Aldo Spinelli, nave scuola dei 
presidenti, risponde candido a Moggi: «Io non voglio 
Briatore, voglio te». Poi lo incontra a Genova. Alessio 
Secco, l’uomo che avrebbe dovuto sancire la rottura della 
nuova Juventus con la vecchia Triade, risponde sull’attenti 
all’appuntamento fissato da Moggi. Urbano Cairo, presidente 
berlusconiano del Torino, ci va prendere il caffè. Moggi nel 
tentativo di ricostruire una “cupoletta” resuscita degli 
autentici cadaveri calcistici: l’ex presidente di 
federazione Innocenzo Mazzini, quello che prometteva arbitri 
a Lotito, il Meani che otteneva arbitri per conto del Milan, 
il Lucchesi che oggi sverna ad Avellino covando il suo 
rancore contro Franco Baldini. Al Genoa l’uomo di Moggi è 
Stefano Capozucca: fece precipitare la squadra in C grazie 
alla valigetta in contanti “per Maldonado”, ma Enrico 
Preziosi non intende liberarsene. Moggi ordina: «Mi servono 
quattro biglietti di tribuna d’onore ». Capozucca esegue: 
«Te li faccio dare da Enrico». Poi gli spiffera le 
iniziative del vice Pastorello, nemico di entrambi: «Ha 
preso Di Vaio perché il procuratore è suo figlio e ora 
caccia Gauccino». L’ex dg della Juve passa con conosciuta 
nonchalance dalla serie D del sodale Punghellini agli affari 
con il procuratore Petricca, fino al boicottaggio del gran 
nemico Galliani. Sembra preoccupato per la campagna acquisti 
fallimentare del Milan: Grimi, Olivera, «ora anche Ronaldo» 
e si premura di farlo sapere «al capo, io stasera gli parlo 
». Sembra Berlusconi, come poi riferirà Moggi all’ultimo 
giornalista al guinzaglio: «Stanno facendo una grandine di 
cazzate da paura, incompetenti. Sai, gli ho parlato. Non 
vorrei che se poi non vanno in Coppa dei campioni se la 
prendono con me». Moggi esulta delle disgrazie altrui: «E’ 
grande, Galliani e Moratti indagati per doping 
amministrativo ». Poi si adopera con il Messina per fermare 
il passaggio al Milan del portiere Storari. I carabinieri 
del nucleo operativo di Roma spiegano così la nuova rete 
d’affari: «Luciano Moggi ha continuato a esercitare 
influenza su certi settori del mondo del calcio mantenendo 
attivi i propri interessi attraverso dirigenti di società e 
operatori del mercato». Con loro lui millanta come sempre: 
«Ho conosciuto il presidente del Senegal... Volevo dire 
presidente della federazione». E ancora: «L’arbitro ha 
cancellato la mia squalifica». No, sono sempre cinque
anni.
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La “campagna mediatica” di Luciano
“Quando sei a Matrix devi dire così”
ANGELO CAROTENUTO
NAPOLI — La difesa di Moggi doveva passare 
in tv. Doveva fare rumore. Nell’informativa spedita alla 
Procura di Napoli dal nucleo dei carabinieri di Roma 
comandati dal maggiore Lorenzo Sabatino si parla di 
“campagna mediatica” da sviluppare per «divulgare 
nell’opinione pubblica una propria versione giustificativa». 
Ecco così il Moggi opinionista nella trasmissione “Lunedì di 
rigore” in onda ogni lunedì sull’emittente lombarda Antenna 
Tre; ecco il curatore della rubrica per il quotidiano 
Libero; ed eccolo nelle vesti di commentatore per la 
trasmissione radiofonica della radio napoletana “Kiss Kiss”. 
Gli investigatori ritengono che Moggi si sia talvolta 
servito di alcuni di questi spazi per scredita-re personaggi 
coinvolti nella vicenda. In una delle intercettazioni 
telefonica, Gennaro Mazzei, ex vicecommissario della Can, 
confessa l’idea di prendere parte a Matrix, il programma di 
Canale 5. «A fare un po’ di casino… Non vorrei che poi 
vuole… come si chiama… l’esclusiva». Moggi: «No, no, te 
l’organizzo io, non ti preoccupare». Mazzei: «Mi sembra ‘na 
trasmissione dove ridicolizzano parecchio però». Moggi: 
«Vale quattro volte il Processo di Biscardi… Fidati di me». 
In una telefonata successiva i due parlano di una linea da 
tenere. Moggi: «Molto cauto, ma tu puoi dire la verità, 
mica, mica… Molto cauto significa che telefonavano tutti (…) 
giornalisticamente devi dire: sì mi telefonavano». Mazzei: 
«Dirò che non chiamavano solo me, ma io ho assistito anche 
alle telefonate di Bergamo e Pairetto, e chiamavano tutti 
(…) Hanno fatto un processo mediatico finora e bisogna 
mediaticamente impugnarlo». Vengono tirati in ballo 
carabinieri, giornalisti, il Sisde.
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I Verbali - 1
Quell’arbitro nella stanza 404
“Prendila, è la sim card segreta”
MARCO MENSURATI
ROMA — Eccola qui, finalmente, la versione 
di Danilo Nucini, l’arbitro che dopo essere stato avvicinato 
da Moggi e dalla sua cupola decise di non accettare la sim 
svizzera e di denunciare tutto all’Inter. Un racconto 
suggestivo e avvincente, il suo, dal quale, oltre alle 
modalità della commedia moggiana, si evince un dato: e cioè 
che se solo l’Inter lo avesse voluto, il coperchio sul 
marcio di Calciopoli si sarebbe potuto sollevare già nel 
2003: con tre anni di anticipo. Ma l’Inter, misteriosamente, 
non volle. Sono le undici del mattino di martedì 12 ottobre 
2006. Calciopoli volge al termine, l’Italia è campione del 
mondo, la Juventus gioca in serie B e la furia estiva 
dell’opinione pubblica è un ricordo sbiadito. Ma in un 
piccolo ufficio di Bergamo, davanti a una scrivania c’è 
qualcuno che ancora lavora sodo per capire cosa è successo 
davvero nel calcio italiano: si tratta del procuratore 
federale Francesco Saverio Borrelli e del suo collaboratore, 
Federico D’Andrea. Hanno convocato Nucini. E vogliono che 
gli racconti tutta la sua storia. Lui è nervoso, agitato — 
come sempre, del resto, quando racconta di quel giorno — 
però stavolta non può schivare, come fa di solito con i 
giornalisti, allora prende fiato, si fa coraggio e comincia. 
«Era il 25 marzo del 2003. Fabiani (Mariano, braccio destro 
di Moggi, ndr) mi telefona e mi fissa un appuntamento, a 
Bergamo, di fianco all’hotel Cristallo Palace (...)». 
L’incontro si risolve con poche parole («mi dice che se mi 
dimostro loro amico arbitrerò in serie A») e con la promessa 
di rivedersi. Cosa che accade di lì a poco. Il 25 settembre 
alle 17.30, Fabiani lo chiama e fissa un secondo 
appuntamento. In un luogo più misterioso, stavolta: 
«All’uscita Greggio dell’autostrada Milano- Torino. Vuole 
condurmi a incontrare il suo uomo. Salgo sulla sua nuova 
Ypsilon e lui si dirige al primo centro abitato». Qui 
Fabiani fa una cosa strana, apparentemente incomprensibile. 
Ferma l’automobile davanti a una tabaccheria, compra una 
ricarica per un telefonino, poi risale e torna al punto di 
partenza: all’uscita Greggio. «Di lì, ciascuno sulla propria 
macchina andiamo verso Torino. A Torino andiamo direttamente 
all’Hotel Concorde, in via Luigi La Grange. Lì, entriamo 
direttamente nella stanza 404. Dove pochi minuti dopo arriva 
Luciano Moggi. Dopo i soliti convenevoli Moggi mi dice: 
“Adesso ti faccio vedere io”. Prende il telefonino e chiama 
a turno i due designatori (Bergamo e Pairetto, ndr) con i 
quali sponsorizza il mio utilizzo come arbitro. Poi mi 
saluta invitandomi ad ascoltare il suo amico Fabiani. Quando 
Moggi lascia la stanza, Fabiani mi consegna una scheda 
telefonica e mi invita a comunicare con lui solamente 
tramite quella. Scendiamo e ricordo che le chiavi della 
Ypsilon erano state depositate nella casella del direttore, 
la 303». A questo punto, Nucini fa una lunga pausa. Perché 
di qui in avanti si parla dell’Inter e della parte meno 
comprensibile di tutta questa storia. «Sono ripartito da 
solo per tornare a casa. Ho preavvertito Facchetti che 
dovevo assolutamente vederlo perché ero arrivato al cuore 
del problema. Subito dopo aver parlato con Facchetti buttai 
la scheda anche se della stessa ho annotato il numero ».
(E certo, la "prova" l'ha buttata, e bravo nucini  )
Tra 
lui e l’ex presidente dell’Inter, aveva spiegato Nucini a 
Borrelli e D’Andrea, c’era un rapporto ormai consolidato. 
«Con Facchetti mi vidi nei primi giorni di ottobre, a casa 
sua, a Cassano D’Adda. E a Facchetti raccontai tutto. (...) 
Mi disse che tutto andava denunciato. Su questo concordammo 
anche se le nostre opinioni divergevano sulle modalità della 
denuncia». Nucini pensava che uscendo allo scoperto da solo 
il suo racconto non sarebbe stato credibile. «Facchetti non 
intendeva scoprirsi, e questo non per mancanza di coraggio 
personale ma solo perché un suo coinvolgimento avrebbe 
coinvolto l’Inter in un ginepraio di polemiche che avrebbero 
finito per danneggiare la società (...)». Così non se ne 
fece niente. «Discutemmo a lungo... poi le nostre 
frequentazioni si diradarono fino ad interrompersi».
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Verbali - 2
Moratti: “E io chiamai Tavaroli”
ROMA — L’altra faccia delle dichiarazioni di Nucini sono le 
parole di Massimo Moratti davanti a Borrelli. «Temevo che 
fosse una trappola. Ricordo che Facchetti mi disse che 
Nucini gli aveva raccontato di essere stato una volta 
accompagnato al cospetto di Moggi a Torino dove quest’ultimo 
gli aveva offerto la disponibilità di un’utenza telefonica 
cellulare riservata». Considerata l’«ipotesi trappola», 
Moratti decise di muoversi con cautela: «Ritenni opportuno 
fare delle verifiche in merito e a tal fine mi rivolsi al 
Tavaroli (Giuliano ex carabiniere, dirigente della Telecom 
già indagato nelle inchieste Telecom dalla procura di 
Milano, ndr) che conoscevo quale persona capace che curava 
la sicurezza per la Pirelli. Intendo precisare che il 
coinvolgimento di Tavaroli fu da me ritenuto utile per 
tutelare Facchetti affinché questi non compisse passi falsi 
nel rapporto con Nucini (...). Non ho mai dato alcun mandato 
a Tavaroli per redigere un dossier sull’arbitro De Santis né 
ho mai visto alcun documento in merito. Ho appreso solo 
dalla lettura dei giornali dell’esistenza del dossier 
Ladroni e mi sento di escludere che un simile mandato possa 
essere stato dato da Facchetti». Insomma: a Tavaroli Moratti 
chiese una consulenza generica sulla vicenda Nucini. In 
ordine alla quale Tavaroli disse «che non c’era nulla di 
rilevante». Per questo Moratti disse a Facchetti di non 
andare nemmeno in procura: «I fatti erano talmente generici 
che doveva denunciarli Nucini». Diverso, invece il capitolo 
Vieri: «Nel 2001, l’ad dell’Inter, Ghelfi fece svolgere 
accertamenti sul giocatore per verificare se mantenesse un 
comportamento consono a quello di un atleta. Fu interessato 
Tavaroli, che indicò un’agenzia specializzata in 
investigazioni ». Ne venne fuori un dossier: «Ricordo 
soltanto che c’era scritto che Vieri non era solito bere 
alcolici ma correva molto in auto».
(ma.me.)
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Verbali - 3
“Luciano, io voglio te come socio”
Spinelli: no a Briatore e offre il Livorno a Moggi. Foschi chiedeva il manager F1 a Palermo
ANGELO CAROTENUTO
Il MILAN Moggi si tiene aggiornato sulle 
mosse del Milan. Al telefono con Luca Cattani (un 
giornalista, ndr) dice che sul contratto per Dida si informa 
lui. Poi parlano dell’ingaggio di Storari. Moggi: «Stanno 
facendo una grandine di cazzate (…) Ma poi è un mezzo 
giocatore». C.: «L’imbecillità dei dirigenti...». M.: «No, 
ma io stasera parlo co… se no mando a fanculo tutti. Ora non 
ci volevo parlà, ma se mi dici di questa cosa qui stasera ci 
parlo (…) È una cosa che non mi va bene». Poi, il discorso 
scivola su Ronaldo. Cattani: «Gratuito. Gratuito». Moggi: 
«Sai che ho pensato io. Non vorrei che mi rimproverassero 
che magari non vanno in Coppa dei Campioni, e la colpa è 
mia. Lasciamoli operare. Ci vuol poco, ci vuol poco a prende 
le colpe che non hai. Poi dopo se no li mando a fanc… e 
chiuso… ». Ancora parlando del Milan, Moggi fa riferimento a 
un misterioso Capo: «Il problema vero è che potrei 
rischiare, pensandoci bene… in pratica poi si ritorce contro 
di me, ma se falliscono la coppa dei Campioni. Allora morale 
della favola, io stasera parlo col capo… (…) Ma non gli dico 
niente… faccio parlà lui e sento quello che mi dice ». C’è 
poi il discorso del doping amministrativo. Cattani: «È 
uscito fuori che Moratti e Galliani so’ indagati dalla 
Procura di Milano». Moggi: «Per doping amministrativo? È 
grande. Gua… mo voglio vedè come la mette…».
CARRARO E LETTA 
Wiliam Punghellini, presidente della D, dice: «Le pressioni 
le ha fatte una persona sola. Carraro (…) Anche Tavecchio ci 
ha messo del suo. Addirittura gli ha telefonato Gianni 
Letta, hai capito. Per salvare Carraro naturalmente». Poi, 
convocato dai pm di Napoli spiega: «È stato Carlo Tavecchio 
a confidarmi che lui aveva ricevuto una telefonata da Gianni 
Letta il quale ultimo aveva chiesto a Tavecchio se la 
decisione di primo grado per Carraro (4 anni e 6 mesi di 
squalifica, ndr) era da ritenersi definitiva ovvero se vi 
erano speranze di una possibile assoluzione. Tavecchio mi 
disse che lui, per parte sua, aveva risposto che riteneva 
Carraro estraneo ai fatti». La sentenza di secondo grado 
(presidente Piero Sandulli) ridusse la squalifica a una 
multa di 80mila euro più diffida. «Nell’ambiente della 
Federazione - spiega ancora Tavecchio - era circostanza 
notoria quella secondo cui esisteva un rapporto di amicizia 
tra Sandulli e Carraro». 
LA JUVE E SECCO
Il 5 gennaio Moggi 
chiama Secco, ds della Juve. «M’hai cercato?». Secco: «Ieri 
avevo bisogno di parlarle
per chiedere una cosa». Moggi
«Occhio mi raccomando perché stanno facendo… ti do un flash… 
troppa pubblicità… non vorrei che fosse un tranello… per 
tirarti dentro ». E Secco gli chiede un incontro prima di 
doversi recare a un appuntamento.
CAIRO E IL TORINO
13 dicembre 2006. Moggi: «Dopo le feste ci vediamo io e te. Tu 
non devi spendere tanti soldi, devi scambiare qualche 
giocatore… (…) Tanto io lo so quello che vi serve (…) I 
soldi falli spendere agli altri ». Cairo: «Infatti. Hai 
ragione. Guarda mi sono messo prudente. Senti forse domani 
vedo tuo figlio, che viene a trovarmi».
IL GENOA
Moggi chiama l’ex dg Capozucca: «Ma la Lucchese t’ha chiesto 
Aurelio? ». Capozzucca: «Sì». Moggi: «A me mi interessa che 
gli venda dato».
BRIATORE E IL PALERMO
Il ds Foschi a Moggi: 
«Da uno a dieci quante possibilità c’è per te un Briatore 
possa prendere il Palermo? ». Moggi: «Ci sono (…) Ma tanto 
se venisse lui te ci resti… non ci so problemi (…) Campa 
tranquillo. Tu sei il pupillo mio… io le persone non le 
tradisco mai». A Foschi Moggi dice che l’arbitrato gli ha 
cancellato la squalifica. Foschi: «Stasera faccio champagne… 
ti giuro faccio champagne ». Poi Moggi si corregge.
IL SIENA 
Per gli inquirenti Moggi si è attivato per la cessione del 
club. Claudio Mangiavacchi, ex presidente Siena al ds 
Perinetti: «C’è il nostro amico che mi chiama tutti i 
giorni». Perinetti: «Penso che ti voglia dire qualcosa per 
la società, secondo me lui ha qualcuno… (…) Vogliono fare 
un’operazione, che l’unico modo per rientrare nel calcio per 
lui è quello lì (…) Avrà qualcuno… con la storia di Giraudo, 
Briatore». Mangiavacchi: «Ma è sempre squalificato?». 
Perinetti: «Cosa significa? Uno il proprietario lo può fare… 
chi ti squalifica come proprietario (…) certo non puoi 
figurare direttamente ». Moggi stesso ne parla: «Ho trovato 
una cosa importante penso, una finanziaria americana». 
Mangiavacchi: «Fai te tanto conosci ogni cosa». E un’altra 
volta: «Ti disturbo grande capo? (…) Io aspetto sempre ed 
esclusivamente l’ordine tuo. Perché il capo supremo di tutte 
le operazioni di tutto il mondo del calcio sei e rimarrai 
sempre te». Auriemma dice a Perinetti: «Prima che decidano 
hanno da parlà prima col direttore, co Moggi… perché senza 
Luciano non fanno niente». Poi Auriemma a Moggi: «C’è un 
amico mio che sta comprando il Siena… Diciamo lo stesso 
proprietario della Salernitana… Giovanni Lombardo
».
LA SMANIA
Perinetti: «Moggi che non si rassegna e si butta 
da tutte le parti, fa un casino… E vabbè… smania… però».
IL LIVORNO -
Il presidente Spinelli chiede consigli 
sull’allenatore. «Cosmi lo escluderei», gli dice Moggi. 
Rispunta Briatore azionista. E Spinelli: «Devo vendere e 
basta. Ho perso 18 milioni. Me lo paghi in due anni, in tre 
anni (…) Tu non puoi dirigerla come faresti? Mettiamo 
Scapini». Moggi gli consiglia Ventrone preparatore. «Intanto 
io rientro sul discorso co’ Briatore». Spinelli: «Ma tu devi 
entrare, e non Briatore, a me non me ne frega niente di 
Briatore».
GRAVINA E TAVECCHIO
Il 26 dicembre 2006 alle 13 e 06 Moggi chiama Carlo Tavecchio, presidente della Lega 
nazionale dilettanti e attuale vicepresidente federale. «In 
tutte queste disgrazie non ti sei fatto sentire». Tavecchio: 
«Sono stato a vedere senza fare riflessioni, è un mondo 
brutto questo». Moggi: «Senti io avrei bisogno di vederti in 
questo mondo brutto». Tavecchio: «Quando vuoi».
IL MARESCIALLO
Numerose le conversazioni con Innocenzo Mazzini, 
già vicepresidente della Federcalcio. I due sono anche certi 
di essere intercettati. Mazzini: «Non sapevo se questo 
numero è ancora in funzione…». Moggi: «Cero che funziona». 
Mazzini: «Salutiamo il maresciallo e stiamo apposto».
LA NAZIONALE
L’8 gennaio 2007 Mazzini e Moggi parlano della 
Nazionale. Mazzini: «Ma secondo te ma che si può fa finta 
che tutto vada bene? Quando stasera alle ore 16 e 30 il capo 
dello Stato riceve tutta la Nazionale e Gianfranco Carraro». 
Moggi: «Addirittura ». Mazzini: «Gianfranco Carraro. Alla 
premiazione della Nazionale. Noi trattati come bestie da 
tutti e questo che va in televisione a fare il bello, il 
puro, il buono, quello che non c’entra nulla (…) Mi sembra 
si sia raggiunto il limite della sopportazione ». 
IL MESSINA E IL LODO
Giovanni Carabellò, ex dg del Messina, funge 
secondo gli inquirenti da collegamento tra Moggi e il 
Messina, oltre che essere il riferimento per avere 
aggiornamenti sul lodo arbitrale. Dei loro incontri c’è 
anche traccia fotografica. Moggi: «Bene… ti sei studiato 
bene tutto?». Carabellò: «Maaa. Ci sto provando, perché sa… 
è molto lungo, non è una cosa normale, comunque ho visto che 
le prime cose non è che sono… assolutamente negative, anzi… 
». Moggi: «No, ma che negative (…)
Ci dovremmo vedere a Roma».
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Verbali - 4
“Sul lodo di Carraro
pressioni da Petrucci”
ROMA — Delle oltre quattrocento pagine depositate dalla 
procura di Napoli ce ne sono alcune che riguardano 
direttamente le presunte «pressioni» esercitate dal numero 
uno del Coni Gianni Petrucci sul presidente della Camera di 
Conciliazione e Arbitrato (la cassazione dello sport), Pier 
Luigi Ronzani. A parlarne ai pm è lo stesso giudice. «La 
camera di conciliazione — si legge nel verbale — ha trattato 
le vicende relative alle società Lazio, Juventus, Fiorentina 
e Milan. E per queste vicende non vi sono state pressioni o 
comunque indicazioni o suggerimenti (...) Invece ciò si è 
verificato più o meno subito dopo l’istanza da parte di 
Franco Carraro ». La sentenza di secondo grado aveva già 
ridotto la condanna iniziale di Carraro (4 anni e 6 mesi di 
inibizione) a una multa di 80mila euro con diffida. Ma 
Carraro chiedeva la completa assoluzione. «Io mi trovavo a 
Roma, in albergo, e si presentò a me il presidente Petrucci 
il quale ultimo nell’ambito di un contesto più generale 
volle affrontare il discorso riguardante Carraro. Disse che 
riteneva che un organo del Coni, ovvero la Camera di 
Conciliazione, non potesse giudicare circa la posizione di 
un membro di Giunta Coni. Suggeriva pertanto di adottare una 
decisione di incompetenza poiché secondo il suo parere la 
posizione di Carraro doveva essere trattata innanzi al Tar 
del Lazio. Replicai dicendo che non accettavo suggerimenti o 
indicazioni esterne, tanto più da una persona che ritenevo 
non avesse sufficiente preparazione giuridica (...) È vero 
che a un certo punto volarono anche parole grosse ma questo 
avvenne poiché Petrucci continuamente denigrava la mia 
persona (...) Deliberammo di annullare la diffida e ci 
dichiarammo incompetenti quanto alla pena pecuniaria». Il 
verbale si chiude con una dichiarazione tutta da 
interpretare: «Voglio aggiungere che avevo delle perplessità 
su talune decisioni del Tar del Lazio», in particolare 
quelle relative alle retrocessioni di Messina e Torres, 
prima decise dalla Camera e poi annullate dal tribunale 
amministrativo: «Il nostro lavoro era giuridicamente 
ineccepibile».
(ma.me.)
Qui c'è qualcunoche mente: o Moratti, o Nucini o Tavaroli. Se me ne sono accorto io, dubito passerà inosservato in sede di processo. Ma perchè Nucini non va aconfessare? Ha paura che Moggi gli faccia una macumba? Mah....




10 commenti:
Qui mi astengono da qualsiasi commento altrimenti il blog rischia la chiusura...
Oggi,purtroppo,la verità è di chi può comprarsela non di chi la possiede.
Strana, la gente. Soprattutto quando parla di calcio: su Moggi e la Juve ci sono vagonate di indizi (pesantissimi) e testinonianze (pesantissime). Eppure, gli juventini sono iper-garantisti: "Aspettiamo la sentenza". Tutto questo garantismo si dissolve nel nulla, non appena si parla di Inter e di Moratti: non ci sono prove, solo qualche "sussurro", eppure in questo caso i commenti degli juventini ostentano una certezza assoluta del fatto che Moratti avrebbe fatto chissà quali nefandezze. Addirittura, c'è chi scrive che "siccome non se ne parla da tempo", allora vuol dire che quelle voci sono state insabbiate. Insomma, decidetevi: se se ne parla, allora è vero, e se non se ne parla, allora è vero. Mi pare che non si dia scampo, che non si voglia neanche immaginare la possibilità che Moratti non sia colpevole di chissà quali orribili misfatti. Invece, la posizione di Moggi, con tonnellate di prove e indizi sotto gli occhi di tutti, è "ancora da vedere". Mah.
Forse perchè a Moggi (ma soprattutto alla Juve, l'unica cosa di cui mi interessa) è stato fatto un processo mediatico basato sul nulla, calpestata la presunzione d'innocenza e condannata a favore di quel Moratti che tu difendi e del quale probabilemnte sei tifoso?
Ma secondo te a noi juventini interessa di Moggi o della squadra? SE, e sottolineo se, le accuse saranno accertate, la retrocessione sarebbe giusta e lo ammetterò pubblicamente; in caso contrario rideremo assieme. MA NOI SIAMO STATI PROCESSATI, OCNDANNATI E PUNITI. Voi invece?
Io non chiedo giustizialismo sull'Inter, chiedo GIUSTIZIA. Ovvero che vengano vagliate tutte le posizioni, fatti controlli su bilanci, trasferimenti, doping ecc da giudici imparziali e non dal nerazzurro Palazzi. Quando questo sarà fatto e verrà dimostrato che Moratti è innocente, allora mi sentirai dire che la Juve ruba e l'Inter è immacolata. Ma solo allora....
non sono interista, sono di vicenza, ero tifoso del vicenza fino al 1986 quando dopo la conquista della serie A siamo stati condannati per partite vendute/comprate.
da allora, sentendomi tradito (sai, la passione, le trasferte, etc, per me che andavo allo stadio avevano hanno un forte significato), cerco di seguire gli sport dove c'è un pò di senso sportivo.
quel che succede nel calcio però mi incuriosisce comunque. la speranza è quella che il seme della cultura sportiva germogli anche lì.
stare dalla parte di moggi, francamente mi sembra che sia una cosa che non aiuti.
nemmeno sparare verso l'inter mi sembra che aiuti. l'inter poi mi sembra la nuova juve: un rigorino qui, un aiutino là, etc.
insomma, prima dello scandalo mi sembrava che la juve fosse favorita. fossi stato bianconero la cosa mi avrebbe imbarazzato; figuriamoci dopo aver letto le intercettazioni e dopo aver subito la condanna.
piuttosto i tifosi dovrebbero unirsi nel sentirsi traditi e pretendere che le regole vengano rispettate, non difendere ad occhi chiusi chiunque amministri i propri colori. adesso il nemico dello sport e dei tifosi non è il tifoso avversario, è il sistema non corretto che vi prende in giro.
leggendo il tuo blog questa cosa è abbastanza evidente. usi lo stesso metodo dei giornalai come li chiami: prendi la notizia e la esalti o la mortifichi secondo convenienza.
con la speranza di aver seminato qualcosa ti saluto
Intanto grazie per i tuoi commenti. Ti sembrerà forse strano, ma amo la conversazione civile ed il confronto.
E' vero, la sensazione è che io faccia esattamente come i giornalai da me tanto odiati, ma il motivo è semplice: E' VOLUTAMENTE COSI'. A parte certe riflessioni, sono volutamente fazioso e polemico. La differenza tra me e loro è che io sono parziale e non ci guadagno mezzo centesimo, loro sono strapagati e si ergono a paladini del calcio pulito, della moralità facile ed a tutti i costi.
Se ti va puoi andare nell'archivio e vedere l'evoluzione del mio pensiero (è tutto ben documentato). Inizialemnte lo scopo era difendere per quanto possibile la Juve, ma di pari passo con l'aumentare della calunnie alla mia squadra e data l'univocità di intenti nel colpire solo la Juve (smentiscimi che puoi), anche io ho cominciato a difendere a spada tratta Moggi. E guarda che so benissimo quanto questo soggetto sia e sia stato un danno per il sistema calcio, ma sono latresì convinto che 1) non fosse l'unico e 2) fosse talemnte conosciuto\rispettato\temuto che si sia voluto farlo fuori a tutti i costi. E le utlime intercettazioni che non provano un bel nulla, ma sono solo gossip, lo confermano.
Ripeto una volta per tutti: io tifo Juve, non Moggi. So che è un furbacchione, ma non più ne meno di altri, dipinti a santi martiri dai media. Gli stessi che hanno attaccato solo la Juve sia per Farsopoli che per il doping, cercando pure di infilarci dentro i bilanci.
Visto che con te si può parlare, spiegami perchè Palazzi dorme letteralmente sui bilanci di Inter e Milan, Roma e Lazio, aumentando notevolmente il rischio prescrizione, mentre per queste ultime vicende moggiane ha voluto gli atti il giorno seguente la loro pubblicazione e subito si è messo al lavoro con la celerità che ha dimostrato a maggio 2006?
Altra domanda: pubblicare quelle intercettazioni sui giornali e darle in pasto alla feccia, oggi come allora, non è VIOLARE IL SEGRETO ISTRUTTORIO, cosa configurabile a reato (e molto grave) in un paese democratico. Non ricordi quando alcune intercettazioni, poco dopo Farsopoli, erano state trovare a Politici e personaggi pubblichi cosa successe? Si disse che era reato pubblicarle prima di un processo, che si richiava la galera e che se illegali (Tavaroli, Cipriani, Telecom?) andavano distrutte anche qualora dimostrassero ipotesi di reato?
Solo io ho letto queste cose?
Vedi caro Antonio, io ti posso assicurare di volere il calcio pulito: è la mia passione ed in un certo qual senso la mia vita. Ho accettato a denti stretti la B, accetto sputi e insulti da ogni parte, ma non mi piace prenderlo in c**o solo a me. O le indagini si fanno a 360° e non con l'ausilio di aziende collegate a società calcistiche, oppure tutte le tue affermazione, pur condivisibili che siano, sono solo aria fritta.
Mirko
Strana la gente?O che tu sarai come quei comunistelli del cavolo che ritengono che il bene sia solo da una parte ed il male solo dall'altra?!
Quoto mirko,in tutto e per tutto:o indaghi a 360 gradi,in ogni direzione e sotto ogni aspetto oppure è solo aria fritta...
Moratti & co quali nefandezze?!
Mah,beati monocoli in terra caecorum...Ma anche chi ha anche solo un orecchio per sentire...
E tanti non mi pare che abbiano nè l'uno nè l'altro...
vabbè, addio.
E' una tua scelta Antonio. Pensavo si potesse intrattenere una conversazione tra di noi... Le basi c'erano
Strana,la gente.
quando la juve vinceva "a suo modo", non ho mai sentito parlare gli juventini di giustizia a 360° che strano.....
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