sabato, gennaio 31, 2009

PRESENTAZIONE DI JUVENTUS-CAGLIARI

Obbiettivo riscossa, subito!

La squadra bianconera che stasera affronterà la squadra più in forma del campionato deve essere per forza di cose un cìoncentrato di rabbia e furore perchè i 3 punti sono fondamentali.

Ranieri recupera Del Piero, Zanetti e soprattutto Chiellini e sembra intenzionato a dare un turno di riposo a Nedved, apparso molto appannato nelle ultime partite. La formazione sarà presumibilmente la seguente: Buffon in porta, Grygera, Legrottaglie, Chiellini e Molinaro in difesa, Marchionni, Sissoko, Marchisio e De Ceglie a centrocampo con Del Piero e Amauri davanti anche se io disporrei un 4-3-3 che prevede Sissoko, Marchisio e Zanetti in mediana e il tridente Iaquinta, Del Piero, Amauri.

Conoscendo la Juve, prevedo una grande partita dei nostri e una bella vittoria: 3 a 0 con doppietta di Amauri e rete di Del Piero.

FORZA RAGAZZI, RIPRENDIAMOCI SUBITO!!!

giovedì, gennaio 29, 2009

UDINESE-JUVENTUS 2-1

Partita davvero orribile quella di ieri sera in quel di Udine che segna un netto quanto eloquente passo indietro rispetto alle ultime prestazioni. L'avrebbe capito chiunque che contro il tridente di un'Udinese in crisi nera non poteva opporre dei lungoni quali Mellberg e Legrottaglie in coppia e prontamente i nostri centrali cono stati demoliti dagli scatenati attaccanti friulani.

C'è pochissimo sa salvare nella Juve di ieri sera, alla quale è mancato disperatamente Del Piero.

Questi sono i miei voti, nella speranza che sia solo un piccolo incidente di percorso.

Buffon 6,5
Grygera 4,5
Legrottaglie 5
Mellberg 5
Molinaro 5,5
Marchionni 5,5
Sissoko 5,5
Marchisio 6
Nedved 5
Giovinco 4,5
Amauri 5,5

Iaquinta 6
Poulsen s.v.
Trezeguet s.v.

All. Ranieri 4

Voto generale alla prestazione della Juve 5 (e sto largo)

Arbitro Sig. Tagliavento 6

Il protagonista: BUFFON. Nel mucchio scelgo il meno peggio. Prende sue gol ma ne salva almeno 3


SVEGLIAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

martedì, gennaio 27, 2009

A "GAMBA TESA" SU LUCIANO MOGGI

Riporto integralmente l'intervista di Stefano Discreti a Luciano Moggi.

Dedico l' Edizione Straordinaria della Rubrica a tutti coloro che adesso parlano di errori in buonafede.
Dedico l'intervista a tutti quelli che pensavano che la Juventus dell'era della Triade vincesse perchè comprava le partite e gli arbitri.
Dedico questa bella chiacchierata con il Direttore a tutti i tifosi Juventini.
Ma la mia dedica va sopratutto a tutti coloro che pensavano che il calcio senza Luciano Moggi sarebbe stato migliore.


Buongiorno Direttore. Nei 12 anni dell'era Triade si è mai pentito di qualcosa che ha fatto? Rapporti sin troppo amichevoli con le istituzioni del calcio (designatori arbitrali, organi federali), amicizie troppo strette con la società di procuratori Gea, provocazioni antipatiche ad altri dirigenti, membri del mondo calcio, giornalisti o altro.
In tutto questo elenco di rapporti che ha enumerato non devo pentirmi di niente. Avere rapporti amichevoli con le istituzioni è il compito di ogni buon dirigente di società. Essere collusi, tutto un altro discorso. I nostri erano solo buoni rapporti improntati sempre alla massima correttezza. Con i designatori arbitrali siamo stati sempre corretti. Idem con gli arbitri. Comportamenti che NON ERANO ASSOLUMANTE VIETATI (lo scriva grande e sottolineato) esattamente uguali a quelli che avevano tutti, anche se poi c’è stata una corsa a dimenticare telefonate ed inviti a cena che riemergeranno nel processo di Napoli in tantissime intercettazioni trascurate, chissà perché… Per quanto riguarda i procuratori abbiamo sempre dato il massimo rispetto a coloro che rispetto lo meritavano, Gea compresa. Il nostro obiettivo non era quello di favorire i procuratori, ma di prendere buoni giocatori per vincere e credo che, per questo, i migliori testimoni siano i risultati ottenuti. Quindi nessuna preferenza a nessuno, GEA compresa, dalla quale sono arrivati giocatori come Mutu a parametro zero e Legrottaglie e non gli Andrade. Il resto sono solo chiacchiere e falsità. Di provocazioni antipatiche a dirigenti ed esponenti in genere del mondo del calcio non ne ricordo, ma anche ve ne fossero state apparterebbero alla normale dialettica dei rapporti

Si è mai pentito di aver sottovalutato i nemici mediatici (Mediaset, radio - tv e stampa romana, Gazzetta dello sport, giornalisti anti-juventini) lasciando passare indisturbate troppe accuse e diffamazioni nel corso degli anni, che sono state poi alla base del massacro mass-mediatico di quello che tutti ricorderanno come “Moggiopoli”?
MOGGIOPOLI è parola usata solo dal quotidiano rosa.. Tutti gli altri, correttamente, l’hanno definita “Calciopoli” proprio perché coinvolgeva più squadre e praticamente quasi tutti i dirigenti. C’era però bisogno di un capro espiatorio per dare un cenno..del cessato pericolo..affinché quelli che non sapevano vincere perché NON SAPEVANO FARE LE SQUADRE (scriva grosso e sottolineato anche questo) potessero fare il comodo loro, come in effetti sta avvenendo. Soltanto quando i miei avvocati leggeranno nelle aule del tribunale le intercettazioni dei miei ex colleghi (completamente trascurate..) facendo un confronto con quelle del sottoscritto, allora ci sarà da ridere. Ho sempre cercato di andare d’accordo con tutti, perché a questa abitudine ho conformato tutta la mia vita e non solo nel mondo del calcio. Mi è capitato negli ultimi tempi di non andare d’accordo con Enrico Varriale della Rai, ma non sono il solo, visto quello che è successo quest’anno con Zenga, allenatore del Catania. Quanto alle accuse, chi ha buona memoria dovrebbe riconoscere che le stesse sono indirizzate ora all’Inter. A giusta ragione, dico io, perché se si va ad osservare il campionato 2007-08, vinto dai nerazzurri, le distrazioni arbitrali che hanno favorito la squadra nerazzurra sono state in quantità industriale (e non richieste aggiungo io) basta citare alcune partite tra le più clamorose come Inter-Parma, Inter-Empoli o Inter-Palermo. Credo che quando la vedova Sensi ha affermato che lo scorso campionato lo doveva vincere la Roma aveva tutte le ragioni di questo mondo. Per non citare poi le sviste pro-Inter più clamorose di quest’anno come il gol convalidato contro il Siena con cinque nerazzurri in fuorigioco o come in coppa Italia contro il Genoa e la Roma. Solo che Moratti finge di non vederle e tace. Adesso stanno cercando di prendersela con la Juve, ma tanto ormai si sbaglia in buona fede no?

“Il calcio deve uscire dalle farmacie”. Forse è la frase migliore pronunciata da Zeman in tutta la sua carriera. Perché però quel giusto grido di allarme non fu utilizzato per cogliere l’occasione di controllare le farmacie di tutte le squadre di calcio e si cercò solo di criminalizzare invece la formazione che vinceva di più in quegli anni? Quanto si sarebbe potuto fare del bene al calcio se si fosse fatta un’indagine a 360°?
La Juve da questa vicenda ne è uscita pulita. Avessero fatto la stessa indagine a tutti invece…….

Vero, la Juventus ne è uscita completamente pulita sia a livello sportivo che penale. Quello che però le chiedo io è: adesso, a distanza di anni, a livello morale si sente di condannare l’operato del dottor Agricola di quegli anni? Tutti quei farmaci (leciti ma pur sempre farmaci) somministrati a ragazzi completamente sani…
Il Dottor Agricola è un professionista esemplare, scrupoloso e capace. Si può elogiare, non condannare.

Ritorniamo a Zeman. Tempo fa, commentando la crisi Juve di inizio stagione ha dichiarato: “alla Juve manca un regista…alla Moggi”. Secondo lei l’allenatore boemo ce l’ha davvero con lei o è sfruttato da quei giornalisti pavidi e codardi che non hanno il coraggio di accusarla in prima persona?
Credo che sia molto sfruttato dai giornalisti, che lo portano a rispondere come loro desiderano. Comunque Zeman è grande e vaccinato. Nessuno gli punta la pistola per dire le solite quattro bischerate quotidiane. Ho sentito tra l’altro, che gli hanno proposto di fare un film. Finalmente potrebbe aver trovato la sua vera collocazione!

Senza Calciopoli: Buffon sarebbe stato venduto al Milan (vuole smentire?) e Del Piero non avrebbe sopportato ancora Capello (dico bene?) e sarebbe emigrato via (magari rimpiazzato da Cassano..). Si può affermare quindi che le bandiere nel calcio moderno, dominato dai soldi, non esistono più salvo combinazione di una serie di fattori positivi? Quale sarebbe stata la squadra della Juventus 2006-2007?
Si sbaglia. Buffon non sarebbe mai stato ceduto e Del Piero, invece, avrebbe sopportato Capello. Diciamo che le bandiere sono diminuite ma ci sono ancora esempi illustri come Maldini, Del Piero e Totti. La squadra del 2006-2007, soltanto con qualche ritocco, avrebbe proseguito il suo ciclo di vittorie. Ecco perché nasce Calciopoli…..!

Molti sostengono che nella seconda parte del suo secondo anno in maglia bianconera Zlatan Ibrahimovic giocò appositamente male perché voleva il suo contratto adeguato al pari degli altri campioni. C’è qualcosa di vero in questa diceria? Senza Calciopoli ci sarebbero stati problemi per trattenerlo?
Queste sono solo fantasie. Problemi a trattenerlo non ci sarebbero mai stati. Mi sembra, poi, che Ibra anche da nerazzurro abbia elogiato la vecchia Juve e i suoi dirigenti. Ci sarà un motivo?

Ha mai creduto alla versione della nuova dirigenza bianconera, secondo la quale Ibrahimovic lo voleva solamente l’Inter? Ma come può uno dei giocatori più forti al mondo avere solo un acquirente e ad un prezzo così basso? Avessero aspettato qualche giorno a venderlo, non si sarebbe scatenata un’asta al rialzo?
Da chi ha sbagliato una cessione del genere per averlo trasferito ad una diretta concorrente e ad un prezzo cosi basso, non ci si può attendere una versione di comodo diversa. Chi sia Ibrahimovic lo ha dimostrato prima alla Juve e poi all’Inter: la storiella che non ci fossero altri pretendenti fa solo ridere. Dispiace dirlo ma, sopratutto con IBRA la nuova dirigenza ha sbagliato tutto, cedendolo ad un’avversaria ed a prezzo di liquidazione..quando tutto il mondo calcistico lo avrebbe acquistato e non certo a quelle quotazioni.

Vieri, Roberto Baggio, Zidane, Peruzzi, Henry. All’epoca era davvero impossibile trattenerli? Ne ha mai rimpianto la cessione?
Vieri voleva andar via. Se ci pensate in tutta la sua carriera ha voluto sempre cambiare. Roberto Baggio era un grandissimo campione ma non ci sembrava più compatibile con il gioco della Juve, anche perché avevamo in casa un certo Del Piero…Al suo posto poi sono arrivati fior di campioni. Stessa cosa per Peruzzi o qualcuno ha dimenticato forse che abbiamo preso Buffon? Zidane, invece, voleva andar via e quando un giocatore è così determinato, puoi solo cercare di far fruttare al massimo la cessione (aveva anche 30 anni), cosi come è stato fatto con un trasferimento di importo record che ancora resiste nel tempo. Come disse l’Avvocato”Fu acquistato per un tozzo di pane e rivenduto a 150 miliardi di vecchie lire”. Se proprio mi sono pentito di una cessione, è stata quella di Henry, ma forse era capitato alla Juve nel suo anno sbagliato. Era giovane e non voleva fare la riserva perchè voleva andare a tutti i costi in Inghilterra a riabbracciare il suo vecchio allenatore. Anche in questo caso però abbiamo preso campioni che non lo hanno fatto certo rimpiangere.

La triade è stata completamente distrutta. Eppure di quel tridente storico solamente lei ha scelto di difendersi in pubblico ed esporre la sua difesa. Perché Antonio Giraudo e Roberto Bettega si sono isolati in un silenzio “assordante”?
Io ho scelto la mia linea perché ho ritenuto giusto continuare a battermi anche in pubblico a difesa del “nostro” (non solo mio) operato e perché non mi ritenevo (ci riteniamo) responsabile (responsabili) di niente. L’ho fatto, perché convinto che difendendo me (noi) e il mio (nostro) lavoro difendevo anche la causa juventina. Sapevo fin d’allora che la difesa sarebbe stata difficile e persino osteggiata in un calcio che ti condanna a priori senza prove e con la forza mediatica e di una carta stampata che ti viene scaraventata addosso ogni giorno ed in ogni momento con la tecnica di mandare in mille pezzi la tua immagine cercando di distruggerti anche fisicamente. Giraudo e Bettega hanno deciso diversamente e non voglio chiedermi il perché. E’ una decisione che appartiene a loro.

Cosa pensa dell’incontro di poco tempo fa tra Berlusconi e Giraudo insieme a Capello? Poco dopo che il premier si incontrò con lei…
Giraudo è in Inghilterra, Capello anche. Penso che l’attuale situazione comune logistica li abbia portati ad un incontro amichevole con Berlusconi

L’avvocato difensore della Juventus Cesare Zaccone il 12 Luglio 2006 rispondendo ad una mia e-mail mi assicurò (e-mail che custodisco ancora gelosamente) che la Juventus non avrebbe accettato pena diversa da quella inflitta a Milan, Lazio e Fiorentina e che per questo si sarebbero battuti in ogni grado di giudizio. Quattro mesi dopo invece durante l’assemblea degli azionisti dichiarò che “con quelle carte si rischiava la serie C”. Ancora non riesco a darmi una risposta (o forse non voglio darmela) per quella netta virata. E lei?
Io la penso come lei. E in quanto al presunto rischio della serie C, i lettori possono riandare alla conclusione della sentenza sportiva che non accertò alcun illecito e sulla quale un giudice, Dr. Serio, accertò che la Corte aveva seguito il “diffuso sentimento popolare”. Non c’è nessuno che non senta riecheggiare i metodi della caccia alle streghe ? Erano le streghe quelle che finivano al rogo, no? Basterebbe infine riascoltare le parole del Commissario Rossi quando fu giubilato (aveva fatto tutto quello che doveva fare e non serviva più) ”mi avevano detto che bastava far fuori i dirigenti della Juve….Ed invece mi sono accorto che chi comandava, comanda ancora e vuol continuare a comandare”. Ergo.

Se le togliessero la squalifica e Moratti le offrisse nuovamente una proposta di lavoro la valuterebbe?
Assolutamente no.

Visto che all’epoca fu un fenomeno molto diffuso, avete mai pensato di falsificare passaporti come fece ad esempio Oriali per l’Inter?
Assolutamente no. Queste sono cose da ”banda degli onesti”. E poi d’altra parte come avrei potuto pensare ad una cosa del genere non essendo in buoni rapporti con l’esperto del settore, Franco Baldini, allora dirigente della Roma e attualmente della nazionale inglese ?

Perché nessuno in questi 3 anni ha mai avuto il coraggio di scrivere sui giornali più importanti o dire in tv che Collina si organizzava per andare di nascosto a cena con Galliani, nel ristorante (chiuso al pubblico) di Meani? E’ stato deluso dai commenti di qualche giornalista, opinionista tv o tifoso in questi 3 anni?
Perché la legge, anche quella sportiva, è si uguale per tutti, ma per qualcuno e più uguale che per altri… Su quella vicenda non è stato posto un velo, ma un macigno. E il perché si capisce: anche solo un sospetto avrebbe impedito l’investitura solenne di Collina designatore. Deluso? Un’infinità di volte nel periodo più crudo di Calciopoli. Adesso in tanti, soprattutto tra giornalisti ed opinionisti, si sono riposizionati o lo stanno facendo ora. Debbo meravigliarmene?

Per descrivere la sua vita nel calcio ha scritto una bellissima autobiografia dal titolo “un calcio nel cuore”. A chi dedicherebbe/darebbe invece “un calcio nel c**o”?
Non ho esperienze in merito. Si potrebbe però chiedere a Cannavò che sul ”calcio in c**o” ha fatto una sorta di elegia e di ricerca storiografica al tempo di quello scagliato da Silvio Baldini a Mimmo Di Carlo (articolo del 29 agosto 2007 ”restituiamo dignità al calcio in c**o”)

Che idea ha della proprietà della Juventus e della nuova dirigenza? Cosa le ha più dato fastidio in questi 3 anni? Le mancate condoglianze alla perdita di suo padre, il mancato ringraziamento alla presentazione del nuovo stadio, la mancata difesa mediatica alle accuse di scorrettezza riguardo vittorie epiche come quella del 5 Maggio 2002 o altro?
Non voglio essere io ad affrontare questi temi, preferisco che siano i lettori ad esprimere il loro giudizio. Ma in questo elenco di domande manca sicuramente qualcosa: l’esplosione dei giovani che adesso fa impettire i nuovi arrivati, senza che nessuno di essi rivolga un grazie a chi quei giovani ha scovato, allevato e vi ha creduto. Quando persi mio padre, le persone che mi volevano bene mi sono state vicine e questa per me è la cosa più importante. La vita e gli affetti sono una cosa, il calcio un’altra.

Si faccia una domanda e si dia una risposta.
Ormai le domande a me stesso le ho da tempo esaurite. Stò mettendo insieme invece tutte le risposte che devo dare e che darò.

Mi faccia fare uno sguub (come direbbe Biscardi). Mi dica una cosa che non ha mai confessato a nessuno.
Non ho sguub particolari per dirla alla Biscardi, ma ancora non ho detto tutto ciò che conosco dell’ambiente calcistico...

C’è almeno una vittoria di quelle ottenute nei 12 anni di Juventus che sente di aver “rubato”, o alla quale comunque è meno legato per il modo in cui è arrivata?

Assolutamente no. Sono state, tutte sudate e limpide.

Qui a Roma l’hanno prima amata e poi maledetta (al punto di arrivare addirittura a slogan come quello per magliette e cori : Moggi magari mori oggi….). Eppure non sono pochi quelli che l’avrebbero voluta per “comandare” il calcio proprio dalla Capitale. (Altro che vento del nord…)
E’ difficile accontentare tutti. E non voglio sapere quanti mi avrebbero voluto alla guida della Roma. Sò soltanto che mi sarebbe piaciuto tornarci e che vi avrei messo lo stesso impegno che ho profuso nella Juve.

Per chiudere, dopo tutto quello che è successo nell’estate 2006 sente di dover chiedere scusa in qualche modo ai tifosi juventini per quello che hanno sofferto?
Debbono chiedere scusa quelli che, potendo, non hanno difeso la Juve, portandola ad una retrocessione che assolutamente non meritava. L’ha ricordato Lei prima: l’Avvocato Zaccone disse che la Juve non avrebbe accettato una pena diversa da quella di Milan, Lazio e Fiorentina. Poi se ne è dimenticato. Quella B non appartiene a Noi, ma a coloro che l’hanno subita senza combattere, forse perché a quel tempo c’era il problema di distruggere in qualunque maniera l’immagine della Triade, senza capire che in tal modo è stato fatto solo autolesionismo, con una macchia della B che purtroppo resterà indelebile nella storia della Juventus.

Qui l'archivio della rubrica.

lunedì, gennaio 26, 2009

JUVENTUS-FIORENTINA 1-0

Prosegue l'ottimo periodo juventino con una vittoria tanto difficile quanto fondamentale sulla Fiorentina che ci lascia a 3 punti dall'Inter. Come al solito si sono inventate leggende su questa partita, esattamente come in ogni match nel quale non c'è qualcosa contro la Juve, esattamente come in Farsopoli.

Analizziamo i due episodi che hanno dato il là alle proteste dell'Itaglia intiera e dei soliti media, partendo dal calcio di rigore non dato ai viola per il contatto Mellberg-Jovetic. E' indubbio che il contatto ci sia e visto a velocità normale (che è bene dirlo è quello che vede l'arbitro) anche io avrei detto che si trattasse di rigore. Due sono le cose che convincono poco: da una visione più attenta sembra che sia il l'attaccante viola a cercare il contatto col difensore svedese e la caduta a terra è piuttosto innaturale, ma volgio dire che il rigore ci poteva stare come non stare. Ma quello che nessuno dice è che l'azione è iniziata con un fallo piuttosto clamoroso dello stesso Jovetic su Zanetti a metà campo, talemente netto e sotto gli occhi dell'arbitro che è inspiegabile come l'abbia potuto non fischiare.

Il secondo episodio che ha fatto stracciare le vesti alle solite vergini è il gol annullato a Gilardino per un fuorigioco inesistente fischiatogli. Anche in questo caso le immagini sono eloquenti: Marchionni lo tiene in gioco di qualche centimetro e il gol era da convalidare. Ma anche in questa occasione ci sono due considerazioni da fare. La prima è un attenuante per arbitro e guardalinee: infatti il fischietto da le spalle a Marchionni essendo giustamente intento a guardale l'azione dentro l'area e il guardalinee è esattamente coperto da Gilardino e non può umanamente vedere Marchionni. Inoltre l'attaccante di Biella si libera in modo sospetto della marcatura di De Ceglie proprio prima di ricevere il pallone e infilarlo in rete.

Il mio giudizio è che l'arbitro è stato poco attento e il voto che gli do (5) lo giustifica, ma il voto peggiore va ai media (2), che come al solito alimentano un falso scandalo. Basta avere il buon senso di vedersi interamente gli episodi e poi valutare.

Questi i miei voti:

Buffon 7
Grygera 6
Mellberg 5,5
Legrottaglie 6,5
De Ceglie 5,5
Marchionni 7
Zanetti 6
Marchisio 7,5
Nedved 5,5
Del Piero 7
Amauri 6

Giovinco 6
Poulsen s.v.

All. Ranieri 6

Voto generale alla prestazione della Juve: 6,5

Arbitro Sig. Saccani 5

IL PROTAGONISTA: MARCHISIO
. Ancora una volta perfetto in impostazione ed interdizione e si permette pure il lusso di segnare il suo primo gol in serie A in una partita così importante. Non c'è più alcun dubbio: il futuro è suo!

mercoledì, gennaio 21, 2009

AH AH AH AH AH RIDICOLI!

Inter, giocatori furibondi con Mourinho
Pubblicato da Laura Alari Mer, 21/01/2009 - 00:59

"Il primo scudetto ve lo hanno dato in segreteria, il secondo lo avete vinto perchè non c'era nessuno. Il terzo all'ultimo minuto. Siete una squadra...".

Sorvolo sulla definizione esatta che Mourinho avrebbe usato nella circostanza, tanto non è difficile immaginarlo, e uso il condizionale perchè non ho sentito queste parole con le mie orecchie. Ma come noto basta poco all'Inter per trasformare gli spifferi di spogliatoio in folate tempestose, e se ve ne parlo è perchè negli ultimi due giorni mi sono arrivati così tanti spifferi da rischiare la polmonite. Oltretutto sono spifferi che soffiano tutti nella stessa direzione, quindi non si può continuare a far finta di nulla.

E' successo durante il lungo faccia a faccia di lunedì alla Pinetina. Un confronto a senso unico, in realtà, durante il quale l'allenatore ha rivolto alla squadra critiche durissime per la prova di Bergamo e fin qui tutto regolare. Ma ci sarebbe dell'altro, l'ironia pesante sugli scudetti vinti durante la precedente gestione appunto, e giudizi molto poco lusinghieri sulle qualità umane e professionali della squadra. Da qui la reazione sdegnata dei giocatori, che si sono sentiti offesi, e l'apertura di vistose crepe nello spogliatoio: reazione che in effetti non può essere dettata solo dalla ramanzina per una partita oggettivamente vergognosa.

Nel frattempo gli stessi giocatori hanno informato dell'accaduto Moratti, ovvio, aggiugendo un carico da mille alle tante perplessità del presidente e peggiorando ancora di più il suo umore già duramente provato dal ritorno del Milan in zona scudetto. Domanda da 9 milioni di euro (a stagione): riuscirà il nostro Specialeroe, con l'appoggio incondizionato di Figo, a restituirgli il sorriso?

lunedì, gennaio 19, 2009

MEDIE DI FINE ANDATA

Terminata l'andata. Queste sono le medie, calcolate sulle mie personalissime valutazioni, dei voti ai giocatori bianconeri per quanto concerne le prime 19 partite di campionato, quelal di coppa italia, e le 8 di Champions (le 2 dei preeliminari e le 6 del girone).


































































































































MEDIE VOTO
NOME
MEDIA VOTO
BUFFON Gianluigi6,17
MANNINGER Alez6,09
CHIMENTI Antonios.v.
GRYGERA ZDENEK6,26
ZEBINA Jonathans.v.
CHIELLINI Giorgio6,77
LEGROTTAGLIE Nicola6,63
MELLBERG Olof6,17
KNEZEVIC Dario5,13
ARIAUDO Lorenzo7,00
MOLINARO Christian5,98
DE CEGLIE Paolo6,25
CAMORANESI Mauro6,04
MARCHIONNI Marco6,60
ESPOSITO Simone6,50
SISSOKO Mohamed6,44
POULSEN Christian6,11
ZANETTI Cristiano6,38
MARCHISIO Claudio6,53
EKDAL Albin6,25
NEDVED Pavel6,48
SALIHAMIDZIC Hasan6,00
TIAGO Mendes6,92
GIOVINCO Sebastian6,67
DEL PIERO Alessandro6,86
TREZEGUET David5,50
AMAURI Carvalho6,67
IAQUINTA Vincenzo6,22
All. RANIERI5,96
Voto prestazione6,50

LAZIO-JUVENTUS 1-1

Buon pareggio di una Juventus che carbura come un diesel: parte in sordina e subisce la Lazio nel primo tempo, andando in svantaggio su una punizione di Ledesma nella quale ha molta colpa Manninger, che sbaglia totalmente l'uscita e si fa infilare da un tiro senza tante pretese. Immediata la reazione bianconera con Mellberg che incorna su angolo di Marchionni la sua prima rete in Italia. Nella ripresa abbiamo assistito ad una Juve molto più positiva, che ha cercato fino alla fine una vittoria che l'avrebbe portata a -1 dai nerazzurri e ci è andata vicinissima nel finale quando Legrottaglie con un bolide di controbbalzo da fuori area ha colto un clamoroso palo.

Tutto sommato un buon punto contro una squadra molto pericolosa che ci fa chiudere l'andata a soli 3 punti dalla squadra di Mourinho, ma a differenza di quest'ultima che è in netta flessione abbiamo iniziato benissimo il nuovo anno e ci poniamo più che mai in lizza per la vittoria del campionato. Peccato per le squalifiche di Sissoko e Molinaro, che rendoneranno più difficile la prossima partita con la Fiorentina.

Questi i miei personalissimi voti:

Manninger 5
Mellberg 7
Legrottaglie 7,5
Ariaudo 7
Molinaro 6,5
Marchionni 6,5
Sissoko 6
Zanetti 5,5
Nedved 5,5
Del Piero 5,5
Amauri 5,5

Marchisio 6,5
Giovinco s.v.

All. Ranieri 5,5 - Dovrebbe osare di più e inserire Giovinco per Nedved e non per Del Piero. Le grandi squadre e i grandi allenatori sono tali quando cercano la vittoria fino alla fine e noi dobbiamo fare ancora un piccolo passo in avanti da questo punto di vista.

Voto generale alla prestazione della Juve: 6,5. Malino il primo tempo, nel quale la Lazio avrebbe meritato di chiudere in vantaggio. Molto meglio la ripresa e questo crescendo è un ottimo segnale in vista del futuro. Senza dimenticare che eravamo privi di molti elemnti fondamentali, che uniti assieme formerebbero una squadra più che competitiva in serie A: Buffon, Zebina, Knezevic, Andrade, Chiellini, Camoranesi, Salihamidzic, Trezeguet, Iaquinta, oltre aigli appena recuperati Poulsen e Tiago.

Arbitro Sig. Morganti 5,5

IL PROTAGONISTA: LEGROTTAGLIE. Partita sontuosa di Nicola, ormai da considerarsi completamente ritrovato dopo anni di black out e tra i migliori difensori italiani. Ieri sera ha giocato una partita imperiale, guidando la difesa e soprattutto Ariaudo, un giovane molto interessante ma gioco forza inesperto, contro il temibile tridente laziale. Il gol preso è colpa solo di Manninger, indì per cui la difesa non ha sbagliato praticamente nulla. Coglie un palo nel finale con un tiro che avrebbe meritato miglior sorte.

domenica, gennaio 18, 2009

PRESENTAZIONE DI LAZIO-JUVENTUS

Con l'anno nuovo torna il blog propiziatorio di presentazione della partita, anche se in formato small.

Stasera di scena, allo stadio Olimpico di Roma, Lazio-Juventus, ultima partita del girone di andata della serie A. Tra i bianconeri sono innumerevoli le defizioni, tra le quali Chiellini, Buffon, Camo, Grygera oltre ai soliti noti. Ranieri ha le idee chiare per 10\11 della formazione (Manninger, Legrottaglie, Mellberg e Molinaro in difesa, Marchionni, Sissoko, Zanetti e Nedved a metà campo con Amauri e Del Piero davanti), il dubbio sull'11 uomo è nell seguenti opzioni:

  • Ariaudo centrale, all'esordio, con Mellberg sulla destra
  • Mellberg centrale con De Ceglie sulla destra
  • Mellberg centrale con Marchisio sulla destra
  • Poulsen centrale con Mellbergh sulla destra


Quest'ultima è la soluzione che io adotterei e quella che alla fine, a mio avviso Ranieri adotterà.

La pericolosità della LAzio, è risaputo, sta nell'attacco con il tridente Rocchi-Pandev-Zarate che ha la capacità di fare disastri contro tutti, figuriamoci contro una difesa a pezzi come quella bianconera.

Prevedo per stasera un 2 a 2 con reti di Del Piero, Rocchi (2 dei quali uno su rigore) e Zanetti.

FORZA RAGAZZI: REGALATECI IL SOGNO DI ARRIVARE AD UN PUNTO DAGLI ONESTI!!!

venerdì, gennaio 16, 2009

OPINIONI INTELLIGENTI

Questa è l'opinione di un iscritto a j1897.com riguardo ad una domanda da me posta. La copio integralmente e la posto in quanto solleva una questione particolarmente interessante, che ci deve far riflettere tutti (evidenziata in neretto). Complimenti all'autore (Cavarabarbana) di questo meraviglioso editoriale.


Se il processo di Napoli condannasse penalmente Moggi per aver truccato o tentato di truccare le partite della Juventus, dovrebbe farlo sulla base di fatti e prove specifiche. In quel caso accetterei la sentenza, e farei ammenda per la fiducia e la stima che ho riservato al Direttore in questi anni dopo la condanna sportiva. 108.gif

Ma se non emergessero altre prove a carico, qualunque risultato del processo non potrebbe che basarsi su fatti già giudicati altrove "privi di rilevanza penale" - e se tanto mi da tanto ciò significa che non dovrebbero nemmeno configurare il reato di illecito sportivo - e quindi giudicherei la sentenza di conseguenza.

Non stiamo parlando di un processo segreto, del quale si conoscono solo le dichiarazioni degli interessati: di fatto il castello accusatorio, le cosiddette "prove" ed i fatti contestati sono noti a tutti da quanti anni? Le intercettazioni non sono forse state pubblicate dai giornali? Le partite incriminate non possono forse essere riviste da tutti? Le dichiarazioni dei personaggi coinvolti non sono state trasmesse in tv?

Oggi la cazzetta risponde Candidamente alla trasmissione di Porta a Porta con trafiletti banali che non cambiano un fatto sostanziale: tutti gli argomenti a carico di Moggi sono basati sulla cultura del sospetto.
Se il criterio della giustizia fosse "io sospetto di te, dimostrami che mi sbaglio", allora penso che gli avvocati della difesa avrebbero da lavorare parecchio, ma non vedrei la situazione disperata, visto che perfino le statistiche ci danno ragione. ( E si badi, molti rispondono che le statistiche si possono manipolare, ma quelli stessi si rifiutano di realizzare una statistica condivisa, con basi e metodi chiari, nè in genere hanno statistiche alternative da proporre a smentita)
Dato però che ho ancora fiducia che il criterio giuridico sia "se sospetto di te, devo dimostrare che ho ragione", credo che o ci sono ancora nascoste nella manica dell'accusa nuove prove che noi non conosciamo, o l'intero procedimento è montato sul nulla.


La cazzetta parla spavaldamente di discorsi mafiosi riguardo il fatto che gli arbitri subissero effettivamente una sudditanza psicologica: in realtà a me pare che il Direttore sia soltanto abbastanza onesto da non poter ipocritamente asserire il contrario. Ma se le squadre "più grosse" erano beneficiate dall'inserimento in una griglia in cui venivano assegnati gli arbitri più in gamba, come si può ora scandalizzarsi se si dice che quelle squadre hanno maggiori probabilità di vincere un campionato? Se la Federazione metteva a disposizione gli arbitri per le amichevoli alle squadre che li chiedevano, come si può dire che i dirigenti non dovevano telefonare? Dovevano mandare un piccione viaggiatore o un quartetto canoro a chiedere gli arbitri per le amichevoli?

Ad un certo punto si è fatto notare che mentre molte squadre lamentano che la situazione dopo calciopoli non sia cambiata, il Napoli invece è soddisfatto. TUTTI abbiamo pensato: "per forza, finchè ti va bene allora è tutto a posto, è solo quando capita un errore a tuo svantaggio che gridi al complotto", e forse tutti lo avremmo detto. Moggi non lo ha fatto. Perchè? Perchè non ci ha pensato? No, perchè è un signore, e non si mette a spalar m..da gratuitamente sugli altri con quella che rimane pur sempre una opinione. Cosa - lo spalar m. sugli altri - che invece di questi tempi sembra essere lo sport nazionale in Italia, altro che il calcio.

giovedì, gennaio 15, 2009

VIDEO DI MOGGI A PORTA A PORTA



Da vedere e rivedere

L'ARTICOLO 39

Non è un nuovo gruppo musicale, ma una norma del Codice di Giustizia Sportiva che in molti ignorano. Vediamo di che si tratta.


Art. 39 - Revocazione e revisione

2. La Corte di giustizia federale può disporre la revisione nei confronti di decisioni irrevocabili se, dopo la decisione di condanna, sopravvengono o si scoprono nuove prove che, sole o unite a quelle già valutate, dimostrano che il sanzionato doveva essere prosciolto oppure in caso di inconciliabilità dei fatti posti a fondamento della decisione con quelli di altra decisione irrevocabile, od in caso di acclarata falsità in atti o in giudizio.


Ma è così difficile per certa gente documentarsi?

L'OMELIA ODIERNA

Quello che io e tanti altri fratelli bianconeri abbiamo sempre sostenuto sta pian piano emergendo, anche se i soliti media stanno cercando per l'ennesima volta di mistificare la realtà a favore della loro visione faziosa (o prezzolata).

Come ormai tutti sappiamo, Luciano Moggi e il figlio sono stati "condannati" a 18 mesi il primo e 14 il secondo nell'ambito del processo GEA, iniziato con l'accusa di associazione a delinquere e terminato con una misera condanna per "violenza privata" che sa tanto di contentino al pubblico ministero. Facendo lo dovute proporzioni è come se io venissi indagato per omicidio, tutta la nazione chiede per me l'ergastolo e, per assenza di prova (o megli oancora perchè il fatto non è mai avvenuto) venissi codannato per disturbo alla quite pubblica. Si caèisce benissimo che questa è una vittoria, ma i media sono riusciti una volta di più a storpiare la realtà facendo passare la vicenda sotto un'altra ottica.

Sto finalmente notando che, pian piano, la plabaglia sta cominciando a nutrire qualche dubbio, gli stessi che abbiamo noi dal lontano 3 maggio 2006, giorno nel quale è scoppiato il caso. Naturalmente nessuno metterà mai in dubbio che Moggi era il mostro e la Juventus da punire, ma la totale mancanza di prove e le risposte ebeti date dai protagonisti a domande dirette (come Sandulli nel confronto con Paco D'Onofrio a "Lunedì di rigore") qualche piccolo attentato alle fondamenta del teorema accusatorio deve averlo provocato. E' caduta l'associazione a delinquere, la Juve è stata condannata perchè tale inesistente associazione a delinquere è stata sconfessata. L'assioma è di facile comprensione, ma non per chi non vuole decifrarlo e si ostina pe rla proria strada.

Caduto il teorema dell'associazione a delinquere, il ritornello che da qualche giorno ha preso copro è il seguente: "la giustizia sportiva e quella ordinaria sono due cose ben distinte, una non influisce sull'altra". La prima è sommaria per permettere ai campionati di proseguire, quindi un the show must go on in piena regola, la seconda ha tempi lunghi ma valuta tutte le prove e soprattutto da voce ad entrambi le parti in causa e se ne sbatte del sentimento popolare. Facendo il solito esempio è come se io fossi accusato di aver rubato sul lavoro e il direttore mi torchiasse per 10 giorni senza sentire le mie ragioni, si va davanti al Consiglio che, sentendo solo la versione del direttore, abilmente confortato dagli altri lavoratori che testimoniano il falso per paura di rimetterci anche loro, mi licenzi in tronco. Mi rivolgo ad un tribunale che ci chiama in causa e verifica, prove alla mano, come in realtà sono andate le cose, dando ragione a me. E' giusto che in questo caso chieda il risarciemnto del danno? Fate un pò voi.

Vorrei sfatare qualche altro mito che ultimamente mi procura una fastidioso orticaria. Sono passati due anni e mezzo da quando il buon Zaccone evitò di difenderci in tribunale e questo lo sappiamo tutti, ma è passata l'idea (tra i malinformati) che egli abbia chiesto la B con penalizzazione per salvarci dalla C o dalla radiazione. Ecco, io stimo le persone che parlano con coscienza dei fatti, e queste persone sono sempre informate perchè si documentano. E documentandosi per bene avrebbero scoperto che, dopo le rischeste dei PM che volevano la Juve in C e le altre accusate in B, Zaccone espresso le seguenti parole: DATE LE RICHIESTE, CHIEDIAMO UNA PENA CONGRUA, OVVERO LA B CON PENALIZZAZIONE.

Spiegazione per i più tonti, i più ignoranti e quelli più in malafede. Il PM aveva chiesto per tutte le squadre la B tranne che per la Juve, la cui richiesta era di scendere in C. A domanda diretta, Zaccone ha risposto che secondo loro la pena giusta sarebbe una B con penalizzazione dato che la posizione bianconera era più pensante che quella delle altre quindi avrebbe accettato una penalizzazione, MA A PATTO CHE LE ALTRE SQUADRE FOSSERO IN B. Questo era il senso di pena congrua.

Ma vediamo cosa hanno capito o voluto capire, sicuramente scritto e dato in pasto alla plebaglia i media. Zaccone, vistosi vicino alla radiazione (se non alla fustigazione) ha cercato di salvare il salvabile chiedendo la B con penalizzazione perchè sapeva che ci avrebbero radiato.

Come potete ben vedere le due versioni sono ben diverse, e i più dubbiosi, che staranno imprecando pensando quanto sono bavoso, possono benissimo dicumentarsi su come sono realmente andati i fatti: Internet da la possibilità di accedere ovunque, se solo lo si vuole. Capisco benissimo che è più facile credere a quello che ci dice il giornalaio di turno piuttosto che fare lo sforzo di documentarsi, ma questo è quello che è successo in questa occasione come in mille altre, come ad esempio la sentenza di condanna, che dice chiaro e tondo che la Juve è stata condannata per comportamenti sleali ma nessun illecito, cosa che dovrebbe portare a multa o qualche punto di penalizzazione, dato che DI ILLECITI NON CE N'ERANO, ma è passata la teoria che avremmo comprato chissà quali partite. Anche in questo caso bastava prendere il dispositivo della sentenza e leggerlo... si sono benissmo che è molto lungo, ma avrebbe fatto chiarezza su molte cose.

Altro esempio può essere l'arrampicata sugli specchi di Sandulli, che ha ribadito ancora una volta che la norma che ha condannato Moggi mancava, era una falla del sistema legislativo, ed è stata introdotta sul momento. Come se io in autostrada facessi i 130 km\h perchè consentito, poi da domani cambia la legge e il limite diventa 110 km\h, ma io venissi condannato perchè facevo i 130, quando era possibile, prima che cambiasse la legge. Si chiama principio di non retroattività della legge, diritto fondamentale di ogni stato democratico, cosa che evidentemente in Farsopoli è venuta meno, per parola di colui che ha emesso la sentenza.

In virtù di tutte queste considerazioni e di molte altre che non sto a ricordare, il processo è stato la più grande farsa mai vista in Italia e probabilmente in un paese che si definisce democratico, che ha quindi norme certe e prevede diritti inviolabili. Era più elegante dire che Moggi doveva essere fatto fuori e che la Juve retrocessa pe manifesta superiorità, almeno ci risparmiavamo notti insonni e numerose ulcere dal 2006 ad oggi.

Il processo di Napoli che prenderà il via a breve spero faccia luce su questa macchia nera della democrazia italica perchè NOI vogliamo davvero sapere come sono andate le cose e quali sono le nsotre colpe, vorremmo sapere perchè siamo stati in B e hanno smantellato la miglior dirigenza mai vista nel calcio e una squadra stellare, che avrebbe certamente monopolizzato il calcio italiano se non europeo per anni e anni, più e meglio di come sta facendo ora la banda degli onestoni. E visto che ci siamo vorremmo sapere anche chi altri telefonava a degignatori e arbitri, visto che yhanno fatto passare l'idea, come ennesimo tentativo di giustificazione, che basta una semplice telefonata per giustificare la retrocessione a tavaroli e sappiamo tutti che Moggi e il suo legale hanno giusrato di essere in possesso di intercettazioni di altri dirigenti che facevano le stesse cose del nostro ex D.G., se non peggio. Delle due l'una: o mentono, il che li porterebbe ad una colossale sputtanata in mondovisione, oppure hanno davvero queste intercettazioni scottanti, e a quel punto quante squadre retrocederenno alla fine di questo campionato? Pensateci bene: basta una sola chiamata (è chello che hanno detto giuduci e gionalai) e Moggi potrebbe avere telefonate di tutti. Io credo ci sarà da divertisri.

Ma la mia paura è un'altra, ovvero che vendendosi alle corde i cari PM protraggano le procedure fino alla prescrizione, che sarebbe il peggiore dei mali per noi juventini. A questa conslusione non si deve arrivare per nessun motivo! Noi vogliamo la verità: colpevoli o innocenti.

Scenari nel caso fssimo davvero colpevoli: serie B con penalizzazione, revoca di due titoli ecc.. ecc... Ovvero tutto uello che comunque abbiamo già patiti. L'unica aggravante è che qualora ci siano prove di colpevolezza dovremmo cospargerci il capo di cenere e tacere per sempre, accettando le accuse degli altri.

Scenari nel caso di assoluzione: sarebbe l'apocalisse, il calcio italiano dovrebbe chiudere i battenti per inettitudine. Non c'è restituzione di scudetti e risarcimento miliardario che tenga, sarebbe la fine del calcio in italia. Un attentato, perchè di quello si parlerebbe nel caso in cui ci sia un'assoluzione, di queste proporzioni dovrebbe portare immediatamente all'esclusione degli artefici e di tutti coloro che hanno parlato (e mangiato....) su Faropoli, inoltre ci sarebbe il risarcimento che porterebbe in rovina la federazione italiana giuoco calcio, nonchè alla perdita di interesse nel calcio di tutti quegli juventini traditi dal calcio stesso, dalle televisioni, dai giornali, dalle radio, dalle altre tifoserie. Da tutti. E a catena le altre tifoserie si allontanerebbero, chi per via dell'immensa umiliazione di vedersi sconfessato quello che gli ha permesso di mettere il becco fuori dalla fogna, chi per via della retrocessioni della propria squadra. Ma vi imamginate se ci sono 15 società a parlare con arbitri o designatori? Chi giocherebbe l'anno prossimo in A oltre a noi che avremmo già pagato?

Per via di questa ultima ipotesi credo che alla fine verrà fatto uil solito manino all'italiana, nel quale verrà riabilitata la Juve, magari con la restituzione degli scudetti e un piccolo risarcimento, ma a me non basterebbe. Io sono seduto sulla riva del fiume da oltre due anni e mezzo e le piaghe del mio corpo bramano vendetta, voglio vedere il sorrisetto idiota sulla faccia di alcuni personaggi trasformarsi in una smusta di sofferenza, di immenso dolore emotivo. Voglio l'umiliazione di tutti coloro che hanno colto l'occasione per smerdarci e filosofeggiare su questa tremenda farsa, voglio soprattutto il mea culpa dei palombi e dei cannavò. Quello lo pretenderei immediatamente!

Amici miei, il rischio che scenda una nuova colata di sabbia è altrissimo, è chiaro come questi casi ci siano smepre stati in Italia e la gente se ne dimentica quando ha il caprio espiatorio da flagellare per bene. Ma non è mai capitato che il bersaglio fosse così numeroso, così amato, così potente. Chi come me ha sempre creduto nella verità, ci ha rimesso soldi, tempo e salute pretende la verità e jon mollerà mai l'osso. Restiamo uniti contro chi ci vuole male, uniti stiamo facendo progressi incredibili, uniti possiamo battere il grande tiranno che ci minaccia, e sapete tutti di chi parlo. Abbiamo formato un gruppo compatto e fedele, anche se non ci siamo mai visti e siamo arrivati laddove non ci saremmo mai sognati di arrivare. Insieme non possiamo essere sconfitti, insieme stiamo insegnando alla plebaglia ad usare la propria testa e a non credere a tutto quello che viene detto e scritto. Restiamo uniti sulla riva del fiume, sono certo che presto vedremo scorrere numerosi i cadaveri.

La messa è finita, andate in pace!

INTERVISTA A CHRISTIAN ROCCA

Christian Rocca, 41 anni, di Alcamo, è inviato speciale de "Il Foglio" e collabora con diverse testate italiane. Negli ultimi anni ha raccontato da New York la cultura americana e la risposta di Washington agli attacchi dell'11settembre. Nel 2003 ha scritto "Esportare l'America. La rivoluzione democratica dei neoconservatori"; nel 2005 ha pubblicato "Contro l'Onu. Il fallimento delle Nazioni Unite e la formidabile idea di un'alleanza tra le democrazie" (vincitore del Premio Capalbio 2005); nel 2006 è stata la volta di "Cambiare Regime", edito da Einaudi.
La sua attività di blogger (http://www.camilloblog.it/) è volta a denunciare quelle che ritiene essere le distorsioni e le falsità della visione degli Stati Uniti proposta sistematicamente da giornali e media vari. Dalle colonne del suo blog non ha lesinato commenti su calciopoli, sulla Juve ed ha coniato, per gli interisti, il titolo di "indossatori di scudetti altrui".

Fin dal primo giorno Christian Rocca è stato uno dei pochi giornalisti che ha cercato di spiegare le incongruenze e gli "strani" comportamenti dei mass media nei confronti di Moggi e della Juventus durante l'estate del 2006.
Abbiamo percorso un cammino parallelo con lui, spesso condividendo ogni virgola di quello che usciva dalla sua penna allo stesso tempo pungente e dissacrante. Leggere il suo Blog ci ha aiutato a superare momenti difficili e a trovare le motivazioni per continuare a combattere.
E' giunto il momento di ospitarlo sul nostro sito per una intervista senza peli sulla lingua. Un'intervista da Juventinovero.
Buongiorno Dr. Rocca, ci descrive in breve cosa rappresenta per Lei la Juventus?
Una squadra di calcio.

In questi giorni molte persone, addette ai lavori ma anche semplici tifosi, stanno sorprendentemente cambiando atteggiamento nei confronti di Farsopoli e degli accadimenti dell’estate 2006. Come giudica questo cambiamento?
Mi spiace, non ci credo. Il bar dello sport non chiuderà mai.

Condivide il pensiero di Enzo Biagi che forse lo scandalo Calciopoli è servito per dare in pasto un mostro al popolo e per distrarre il popolino dal più grande scandalo degli ultimi anni, ovvero lo scandalo Telecom?
No, non lo condivido. Questo è complottismo e io non credo mai ai complotti. Altra cosa è, invece, l’innegabile intreccio societario tra la proprietà di una squadra di calcio di Milano e gli ex azionisti e dirigenti di Telecom. I nomi di Massimo Moratti, Tronchetti Provera, Carlo Buora e Guido Rossi sono o sono stati nella proprietà o nel consiglio di amministrazione di entrambe le società. E Rossi ha gestito la Federcalcio nei pochi mesi in cui la Juventus è stata punita e scippata di due scudetti vinti sul campo con merito. Si sa, inoltre, che la società di calcio ha chiesto a un alto dirigente di Telecom, accusato di essere a capo della struttura che conduceva indagini illegali e per questo in galera, di pedinare e quant’altro Moggi, un arbitro di Serie A, calciatori della stessa squadra e probabilmente anche altri dirigenti e tesserati federali. I fatti sono questi, ma non credo ai complotti.

Lei conosce molto bene gli Stati Uniti e la loro cultura, politica e non. Secondo Lei, un caso simile a Farsopoli sarebbe stato possibile negli USA? Cosa c'è di diverso rispetto all'Italia, soprattutto per quanto riguarda il mondo dei media e quello sportivo?
Nel 2007 la migliore squadra del torneo di football americano NFL, i New England Patriots, ha spiato illecitamente le tattiche d’attacco degli avversari. Un illecito sportivo. La NFL ha condannato l’allenatore a mezzo milione di dollari e i Patriots a 250 mila dollari di multa e alla rinuncia di una prima scelta universitaria l’anno successivo. Nessuno si è sognato però di contestare i risultati ottenuti sul campo. Anzi, ancora oggi, si ricorda il prodigioso record conquistato quell’anno dai Patriots di 18 vittorie su 18. I Patriots hanno perso solo in finale, al Superbowl, contro i Giants di New York, all’ultimo secondo.

Ogni ordine professionale ha un suo codice etico e chi non lo rispetta subisce, giustamente, pesanti sanzioni; come è possibile che la quasi totalità dei giornalisti continui a dare un'informazione distorta senza che nessuno di essi subisca il benchè minimo provvedimento? Come è possibile che a tutt'oggi ci siano giornalisti che vanno in televisione, ad esempio, a riproporre la favola di Paparesta chiuso nello spogliatoio? Nessun giornalista si sente in dovere di difendere la professionalità della propria categoria?
Sono contrario agli ordini professionali e in particolare a quello dei giornalisti. L’Italia è l’unico paese occidentale che ha un ordine dei giornalisti, un lascito del fascismo. Nel resto del mondo sanno che non ha alcun senso, perché a nessuno può essere negato il diritto di scrivere su un giornale. Anni fa ho anche raccolto le firme per un referendum, purtroppo la gente non è andata a votare. Ed è la stessa gente che o si lamenta o continua a comprare quei giornali, invece di altri.

Ritiene come noi "macabramente comica" una sentenza, nel paese dei mille morti sul lavoro all'anno e del lavoro nero, dove un uomo è stato condannato per aver "minacciato di sbattere in tribuna" un calciatore miliardario che non accettava il cambio di società (con relativo aumento di stipendio)?
Comica, sì. Naturalmente è passata l’idea che Moggi sia stato condannato a una pena leggera, malgrado fosse il capo della cupola.

E' credibile che un ex ferroviere avesse più potere, nel calcio, di chi ha grandi gruppi di potere alle spalle, di chi maneggia il petrolio, le centrali Telecom, le televisioni con annessi diritti tv?
Moggi aveva il grande potere del nome Juventus alle spalle e certamente si sapeva muovere sul mercato, la sua arma a disposizione contro i soldi a palate e i bilanci un po’ così degli avversari. Quando la proprietà della Juventus l’ha scaricato, e non si è mai capito bene perché, i giornali amici si sono scatenati. I più duri sono stati la Gazzetta, il Corriere della Sera e la Stampa, nei cui consigli di amministrazione c’è almeno un rappresentante della famiglia Agnelli.

Non ritiene che oltre ad una modifica della legge sulle intercettazioni sia ancora più necessaria una miglior specificazione da parte del legislatore del reato di "associazione a delinquere", visto che in realtà, la grande lezione del processo GEA è che i magistrati utilizzano questa fattispecie di reato in casi in cui non vi è neanche il fumus dell'associazione, con l'unico intento di ottenere da parte del Gip l'autorizzazione ad intercettare?
Le leggi sono buone o comunque perfettibili, ma è tutto inutile se non si cambia radicalmente la struttura della magistratura. In Italia i magistrati non rispondono a nessuno, né al popolo come in America, né al governo o al Parlamento come in Francia o in Inghilterra e per i reati federali anche negli Stati Uniti. Da dieci anni in Italia governano i magistrati, dalla politica alle banche, dalle vallette televisive al calcio. Fanno e disfano governi nazionali e giunte locali, interferiscono sull’esercizio del potere legislativo e sovvertono le decisioni sovrane degli elettori. A Napoli, poi, si occupano dell’associazione a delinquere di Moggi. All’immondizia e alla camorra ci deve pensare il cinema, con Gomorra.

Il presidente Cossiga ha espresso il timore che si facciano comunque delle intercettazioni e solo successivamente viene regolarizzata la loro richiesta; quasi la magistratura dicesse "intercettiamo tutti, vediamo chi resta nella rete". Se questo fosse provato cosa direbbe uno spirito "libertario" come Lei?
Non è provata la falsificazione della richiesta, ma è provato che un’indagine parte da un’ipotesi di reato e poi per effetto delle intercettazioni si continua a procedere su altro. Vi siete mai chiesti come mai ci sono piccole procure di provincia che improvvisamente indagano sull’ex famiglia reale in Svizzera o sul vescovo di una città spagnola o anche solo sui dirigenti RAI? Ripeto, va riformata la magistratura in modo radicale.

Ritiene utile la separazione delle carriere tra magistratura inquirente e giudicante? Se si, anche Lei, come noi, per caso ha avuto l'impressione, che il magistrato giudicante ha avuto paura di assolvere Moggi per timore di screditare il proprio presidente della ANM, che era il PM del processo?
La ritengo utile, ma insufficiente. Non basta. I magistrati inquirenti devono rispondere a qualcuno, non possono essere irresponsabili per le loro azioni.

Abbiamo visto spesso i magistrati ricorrere alla formula "Non poteva non sapere" per incriminare altri potenti. Tronchetti, secondo Lei, poteva ignorare cosa facevano i Tavaroli-boys in Telecom? Perchè in questo caso non sono ricorsi a quella formulazione?
Il principio del "non poteva non sapere", sul piano penale, secondo me è incostituzionale, perché la responsabilità penale è strettamente personale. Nel diritto societario è diverso, ma non conosco gli atti di quel processo, quindi non posso esprimermi. Sennò farei come quelli che parlano della Juventus senza aver letto la sentenza di condanna che dice chiaramente che non c’è stata alcuna partita truccata e che la Juventus non ha commesso alcun illecito sportivo ex articolo 6 del codice FIGC.

Lei è sempre molto critico, come noi del resto, con il presidente Cobolli. Se questi dirigenti trovassero il coraggio di chiedere la revisione dei processi sportivi cambierebbe giudizio?
No. Mi piacerebbe che lo facessero e glielo riconoscerei, ma questo non cancella che cosa hanno fatto in quella primavera-estate. Senza dimenticare la cessione di Ibrahimovic agli indossatori di scudetti altrui, senza la quale a Milano sarebbero rimasti soltanto con lo scudetto a tavolino o a tavaroli.

Secondo Lei uno scudetto non difeso ed indirizzato, insieme ad Ibrahimovic, all'Inter sono il prezzo di qualcosa? Di un patto tra la proprietà della Juve e Moratti-Tronchetti?
Di nuovo, non credo ai complotti. Di certo c’è che in quei mesi gli unici a sostenere Guido Rossi, oltre alla seconda squadra di Milano, è stata la prima squadra di Torino.

Come reputa le dichiarazioni di Cobolli Gigli subito dopo la sentenza Gea?
Quando leggo dichiarazioni di Cobolli passo oltre, anche perché so che da un momento all’altro potrebbe sostenere il contrario.

Come reputa le dichiarazioni di Abete riguardo l'ipotesi di restituzione degli scudetti alla Juve?
Mi spiace, non le conosco.

Come reputa le dichiarazioni di Massimo Moratti in seguito alla sentenza Gea ed alla ventilata ipotesi di restituzione dello scudetto di cartone alla Juve?
Moratti ha parlato? Non so, ho visto sul Corriere che ha scattato fotografie poetiche agli immigrati che spalavano la neve di Milano. Quello che ha fatto lui per gli extracomunitari, non l’ha fatto nessuno. Basta vedere Recoba.

Proprietà Juve, proprietà Inter, ambienti della politica romana vicina a Confindustria e di fede giallorossa. Secondo Lei chi avrebbe avuto più interesse a eliminare Moggi e Giraudo?
La Juve, probabilmente. Moggi e Giraudo ormai agivano da proprietari di fatto, dopo la morte di Umberto Agnelli. Gli indossatori di scudetti altrui non credo, visto che hanno cercato di assumere Moggi.

Secondo Lei quale è stato il motivo per cui illustri avvocati, giuristi e magistrati come Guido Rossi, Ruperto, Borrelli, si sono prestati a gestire processi palesemente irregolari come quelli dell’estate del 2006?
Guido Rossi è come Wolf, il personaggio di Pulp Fiction, uno che risolve problemi. E’ un grande professionista, sa fare il suo mestiere come nessuno. Borrelli era in pensione, gli mancavano le luci della ribalta dei bei tempi di Mani Pulite e del “rito ambrosiano”.

Il mantra degli inquisitori di Calciopoli: "La Giustizia Sportiva è diversa dalla Giustizia Ordinaria". Alla fine, siamo sicuri, rimarrà loro solo questo argomento. O forse neanche quello?
Sono due cose diverse, è vero. Ma, insisto, le sentenze della giustizia sportiva dimostrano che Moggi non ha alterato alcuna partita. Ci sono stati comportamenti sportivamente sleali, ex articolo 1 del codice, che certamente facevano anche gli altri, ma che era giusto punire. Ma per nessuno di questi comportamenti era prevista la retrocessione e la revoca degli scudetti. L’ha detto allora anche Piero Sandulli, l’autore della sentenza di condanna: “Non ci sono illeciti, il campionato non è stato falsato, era tutto regolare, l’unico dubbio riguarda la partita Lecce-Parma”. E qualche giorno fa ha ribadito il concetto, specificando che l’illecito per cui è stata condannata la Juventus “non esisteva, era una falla del sistema giuridico, è stato da noi introdotto”. I giudici non devono introdurre niente, devono valutare i fatti e applicare le leggi. Non è stato così.

Nel caso in cui anche a Napoli cadano le accuse di associazione a delinquere cosa dovrebbe fare la Juventus che è anche una S.p.A quotata in borsa?
Dovrebbe fare quello che non ha fatto quando sono state lanciate le accuse: difendersi.

Quelle dimissioni da tifoso Juventino (date in "C'era una volta la Juventus" del 15 agosto 2006), le hai poi ritirate?
Guardo sempre le partite, ovviamente. Ma con lo spirito di un tifoso della Fiorentina o della Lazio. Mi diverto, ma non mi illudo, perché so che non siamo i più forti. In questo senso dico che “la Juventus non c’è più”.

Ipotesi: La Juventus tra 4 mesi vince la Champions League. Sarebbe sufficiente secondo Lei a questa proprietà e a questa dirigenza per mondarsi definitivamente dal peccato originale dell’agosto 2006?

No. E non credo che accadrà: Ibra è più forte. Però non sarebbe affatto male se i vecchietti e i ragazzini della vecchia squadra distrutta da calciopoli portassero a casa la Champions, dopo il Mondiale del 2006.

Probabilmente, qualche volta Le sarà capitato di leggere il sito ju29ro.com o il blog collegato: cosa ne pensa del nostro lavoro? L'ha trovato utile?
Ci trovo molte notizie e spunti. Bravi, continuate così. E spero che il prossimo anno possiate cambiare nome.

Fonte: www.ju29ro.com

JUVENTUS-CATANIA 3-0

Continua l'ottimo momento bianconero con la vittoria per 3 a 0 sul Catania nell'ultimo ottavo di finale della Coppa Italia. Ranieri schiera a sopresa la squadra migliore possibile rinunciando al turnover, dimostrando un'apprezzabile voglia di attaccare e di non snobbare questa competizione che da troppi anni manca nella nostra bacheca.

Il tecnico romano schiera una Juve molto offensiva con Giovinco a supporto di Amauri e Del Piero, che devono sobbarcarsi gli straordinari stanti le indisposizioni di Trezeguet e Iaquinta e la squadra parte fortissimo andando in vantaggio già al 4' con Marchionni, sbagliando il raddoppio in almeno 6 occasioni nel corso di un primo tempo stradominato. Stesso copione nella ripresa, ma arrivano anche i gol del 2 e del 3 a 0 grazie a Giovinco prima e Del Piero dopo.

Queste le mie pagelle:

Buffon 6
Grygera 6,5
Legrottaglie 6,5
Ariaudo 7
De Ceglie 7
Marchionni 7,5
Zanetti 8
Sissoko 6,5
Giovinco 7,5
Del Piero 8
Amauri 6

Esposito 6,5
Poulsen s.v.
Mellberg s.v.

All. Ranieri 7,5

Voto generale alla prestazione della Juve: 7,5

Arbitro Sig. Banti 5,5

IL PROTAGONISTA: ZANETTI. E' tornato il muro, uno dei centrocampisti più completi italiani, sicuramente il più sottovalutato. Se è in forma lui, non ce n'è per nessuno e assieme a Sissoko formano una formidabile coppia di centrali.

mercoledì, gennaio 14, 2009

martedì, gennaio 13, 2009

MIGLIOR JUVENTINO

Terminato il sondaggio sul miglior juventino di questa prima parte di stagione. Come prevedibile ha stravinto Alex Del Piero. Questa la classifica:

  • Del Piero (58%)
  • Amauri (27%)
  • Chiellini e Legrottaglie (4%)
  • Nedved (3%)
  • Nessuno in particolare (2%)
  • Giovinco e Sissoko (1%)

MOGGI CONDANNATO? PER MANCANZA DI REATI!

MOGGI CONDANNATO. PER MANCANZA DI REATI...

Moggi Padre: diciotto mesi di carcere. Moggi Figlio: quattordici mesi. Se ci fosse stato in giro anche un Moggi Spirito Santo un annetto glielo appioppavano pure a lui. Gli altri: assolti. La clamorosa inchiesta romana che doveva decretare l'esistenza del calcio come sistema mafioso dominato da Moggi è finita nella condannuccia per reati da bar sport: violenza privata e minacce.

Infatti Moggi padre (e un po' anche il figlio) avrebbero costretto un calciatore a giocare per meritarsi un aumento di stipendio, e avrebbero fatto sapere a un altro che l'allenatore non lo voleva e se non accettava il trasferimento sarebbe finito in tribuna. (Non è passata invece l'accusa orribile del calciatore Fabrizio Miccoli, il quale si era lamentato coi giudici perché una volta la squadra lo aveva dimenticato in pullman: per una condanna forse occorreva almeno lo abbandonassero a un autogrill).


Dimenticavo un'avvertenza: spogliarsi per un attimo delle sciarpe colorate della propria squadra di appartenenza calcistica. Ho fatto fatica anch'io: sono iscritto all'Inter club. Resto dell'idea che la Juve abbia rubato due scudetti, come hanno fatto anche il Milan e la Roma, sin dai tempi di Mussolini; invece l'Inter se li è meritati tutti, anche quando Italo Allodi aveva cura degli arbitri nell'evo di Herrera. Però basta così. Qui c'è di mezzo una tragedia.

Ho letto e riletto le intercettazioni, ho seguito il processo. Parlo di Luciano Moggi: non lo sopportavo anch'io, come ogni interista che si rispetti. Ma se il rigore non c'è, non c'è. E a lui è stato confezionato, prima di qualsiasi valutazione seria dei fatti, il pigiama a righe del delinquente. Va così. Di tanto in tanto serve il cinghiale espiatorio, per ricominciare peggio di prima. Ma la civiltà è dire che non si fa. Invece anche stavolta si è fatto.

Si è sdraiata la bestia sul tavolaccio, ma poi proprio non si poteva tagliargli la gola a causa dell'insussistenza assoluta di prove e di indizi. Allora si è deciso per salvare la faccia alla giustizia, che ha speso montagne di denari, di ferire Moggi un tantinello alla guancia. Tanto chi vuoi che protesti? Trattasi di Moggi. È cattivo per definizione mitologica.

Sacrifichiamo lui che ci si deve essere fatto il callo. Ovvio: per il Bene della Causa. Anzi: delle Cause. Quella della casta giudiziaria. E quella dei moralizzatori del calcio, specie i bravi giornalisti sportivi, i quali intravedevano un mondo tenuto alle redini dai loro articoli alla candeggina. I risultati saranno, andando avanti in questa maniera, la rovina proprio della magistratura e l'assassinio del calcio pur di far fuori Moggi.

Sei cross per chi ha buona testa
Tento qui di produrre alcune non dico idee, non esageriamo, ma qualche cross per chi abbia una buona testa.

1) Questo processo è stato basato su un'imponenza di intercettazioni mai vista, pubblicate e sceneggiate in tivù come antecedente fumogeno per preordinare la colpevolezza. Non importa cosa c'entrino: ci sono, creano l'alone del mostro. Più alcuni testimoni. Eccoli, arrivano. Il principale accusatore è stato un dirigente della Roma, poi finito al Real Madrid e infine alla nazionale inglese, Franco Baldini. È lui a denunciare il sistema Moggi-Gea. E a proporre la presunta pistola fumante: il caso di Giorgio Chiellini, oggi in nazionale. Secondo Baldini l'allora terzino sarebbe dovuto finire alla Roma, ma il presidente del Livorno gli disse...


Mi accorgo che sto entrando nei particolari. Mi fermo. Il pettegolezzo e un evidente rancore personale basta a dimostrare che c'era una mafia, una ragnatela di schiavismo? Non era credibile. Ad accusare ci sono stati poi dei procuratori, ma si capiva che prevaleva l'invidia e forse il desiderio di far fuori la concorrenza per mano dei giudici. Ci sono stati poi calciatori, oltre il doloroso caso di Miccoli, che hanno denunciato queste tremende violenze: «Se non firmi, finirai per giocare nel giardino di casa tua». Mamma mia.

2) Persino il pubblico ministero ha implicitamente riconosciuto che la sentenza di assoluzione dall'accusa di associazione a delinquere era uscita a pezzettini. Ha dovuto ammettere: «I calciatori non hanno collaborato, fanno parte del sistema». Ma come? È stato proprio il sistema che per durare ha fatto fuori Moggi.

Semmai il fatto che tanti calciatori, pur sospinti dalla Gazzetta dello Sport e dai dirigenti del nuovo tipo, si siano rifiutati di alimentare le accuse prova come questo processo sia stato una fiera delle vanità accusatorie. A loro conveniva adeguarsi al nuovo corso. Invece sono stati leali. Che senso ha attaccarli come omertosi per di più da uno stimato pm? Se ha le prove persegua. Se no taccia.

3) Come si fa a non capire che era "necessaria" almeno una piccola punizione? Si era mosso il mondo. Un'assoluzione generale avrebbe finito per palesare la ridicolaggine di una dissipazione di denaro e di energie della giustizia per esaminare delle pinzillacchere. Ed ecco la condannuccia. Non abbiamo alcun dubbio sulla buona fede e la competenza tecnica e morale del tribunale di Roma. Ma se si rivedono gli episodi alla moviola, il rigore fischiato contro Moggi non c'era e non meritava l'espulsione.

Forse gli arbitri (del tribunale), di certo onesti e preparati, inevitabilmente soffrono - roba inconscia - di una sudditanza psicologica verso le potenze dominanti. Se avessero accettato come prova gli errori degli arbitri (di calcio), e le complicazioni contrattuali (dei calciatori) per documentare l'esistenza di una cupola, dovrebbero perseguire i nuovi capi mafia. Dato che errori e complicazioni perdurano. E allora? Ecco la minicondanna.


4) Le violenze. Esaminiamo i casi dei calciatori-vittime (presunte). Nicola Amoruso (attuale attaccante del Torino). Alla fine del campionato 2001-2002 Carlo Ancelotti fa sapere di non volerlo più alla Juventus. Moggi convoca Amoruso e gli dice: qui non hai spazio, ti conviene accettare il trasferimento al Perugia, se no finisci in tribuna e non giochi. Amoruso alla fine accetta, e si becca pure un aumentone di stipendio. È violenza, è minaccia? Mobbing contro un miliardario? Ma va'. Altro caso. Manuele Blasi (oggi centrocampista del Napoli).

La Juve lo presta al Parma. Lì risulta positivo al doping: otto mesi di squalifica. Rientra alla Juve nell'estate del 2003, non proprio in pompa magna. E subito Stefano Antonelli, a nome di Blasi, incredibilmente telefona: vuole per il suo assistito aumento e proroga del contratto. Moggi dice: niente da fare, con te non parlo, prima il giovanotto deve dimostrare di meritarsi sul campo soldi e nuovo contratto. Il mediano gioca bene, ottiene l'una e l'altra cosa. Testimonierà a favore di Moggi. Il giudice prende invece sul serio la testimonianza di Antonelli.

Partorito un "moggiolino"
5) La sentenza dice che Moggi non è il Padrino. E finisce per sostenere che l'allora direttore sportivo della Juventus alla fine ha agito - secondo loro esagerando con le parole - solo negli interessi della Juve: obbedendo all'allenatore (Ancelotti lo ha testimoniato al processo) e consentendo risparmi sugli ingaggi. Persino insegnando ai calciatori come si sta al mondo. Sarebbe facile essere generosi con i soldi degli altri. A questo punto la Juventus dovrebbe proporlo per una medaglia, invece di scaricarlo.

Ma anche la Lega Calcio e la Federcalcio dovrebbero difenderlo. Nella sentenza è insito un precedente pericoloso per ogni società di calcio: dire no a un calciatore, spiegargli che è bene - non per noccioline - cambiare squadra, può diventare causa di condanna al carcere. Vuol dire che i calciatori oltre ad essere padroni di conti in banca milionari potranno esercitare un ricatto formidabile verso le squadre. Avanti, ci aspettiamo un pacco di denunce.

6) Riflessione extra-Moggi. Era ovvio si sarebbe arrivati comunque a una condanna. È tale il legame oggettivo che lega i pubblici ministeri e i giudici di merito che lavorano nello stesso palazzo e appartengono al medesimo sindacato e rispondono allo stesso Csm, che inevitabilmente quando c'è molto rumore di stampa e molti denari spesi nell'inchiesta, si finisce per condannare almeno un pochino, oppure assolvere e in parte prescrivere (vedi Andreotti). In questo modo l'immane macchina almeno può dire di aver partorito un moggiolino.

È chiaro a tutti che occorre la separazione delle carriere dei magistrati, oppure bisogna aspettare l'altro processo al calcio, quello di Napoli?

Renato Farina per "Libero"

IL COMEMNTO DEL GRANDE ROCCA

Assolti i Moggi.
Luciano Moggi e suo figlio Alessandro sono stati assolti dalla decima sezione del Tribunale di Roma. Sì, lo so. I giornali e i telegiornali hanno titolato che i due sono stati condannati. Tecnicamente è vero: al processo contro la Gea, la società che gestiva procure e contratti di molti calciatori, i due Moggi sono stati condannati per minacce private. L’accusa, però, era di associazione a delinquere. L’intera mostrificazione di Luciano Moggi, portata in tribunale dal pubblico ministero Luca Palamara, si basava sul fatto che la Gea fosse un’associazione a delinquere di cui Moggi si serviva per controllare il mercato del calcio.
Bene. La sentenza del Tribunale ha demolito quell’accusa e ha assolto tutti gli imputati, a cominciare dall’amministratore delegato della Gea, Franco Zavaglia, fino al figlio di Marcello Lippi. Ricordate, no? I giustizialisti del bar dello sport, per questa cosa, avrebbero voluto cacciare Lippi dalla guida della Nazionale che poi, con una squadra messa su da Luciano Moggi, ha vinto i campionati mondiali di Germania.
La Gea, dunque, non controllava illegalmente il mercato e la tesi dell’accusa non stava in piedi, se non in una puntata del “Processo del lunedì” che, peraltro, anche a causa di questa accusa sbriciolata da un tribunale serio, è stato cancellato da La7. I Moggi però sono stati ugualmente condannati per aver minacciato privatamente due calciatori a testa. Una tesi, nel caso di Luciano, ancora più ridicola dell’accusa di essere il capo della mafia, ma i giudici che hanno fatto a pezzi l’ipotesi accusatoria dovevano pur concedere qualcosa al pm Luca Palamara (che è pur sempre il presidente dell’Associazione nazionale dei magistrati). La cosa, vedrete, sarà cancellata in Appello, perché la condanna a Luciano Moggi per aver minacciato Nick Amoruso e Manuele Blasi è così paradossale che se oggi io chiedessi al mio direttore un aumento dello stipendio e lui mi dicesse “scordatelo, ti mando al Riformista” potrei farlo condannare per violenza privata. Moggi, infatti, è stato condannato per non aver ceduto alle richieste di uno che non giocava e di un altro che era appena uscito da una lunga squalifica. Invece che sborsare soldi per due giocatori inutili, li ha venduti a un’altra squadra. Ci fosse ancora la Juventus di una volta, l’aumento di stipendio l’avrebbero dato a Moggi.
Christian Rocca

Da applausi scroscianti!

DOVE ERAVAMO RIMASTI?

Un pò di attualità farsopolistica.

La condanna a Moggi? Poco più che un'inezia

Luciano ed Alessandro Moggi
La GEA controllava 7 squadre di calcio, otteneva favori arbitrali per esse, condizionava partite e campionati, alterava la normale concorrenza in fase di calciomercato: una piovra che comandava il calcio italiano. Balle.
L'ha detto un Tribunale della Repubblica. Eppure è stato detto, ridetto, urlato da giornalisti e addetti ai lavori. La GEA è la madre di tutti gli scandali del calcio. Così dicevano.
Non soltanto. L'enunciazione di cui sopra è stata alla base della fase inquirente non solo del processo GEA, ma anche del processo che si celebrerà a Napoli. Fase inquirente condotta dagli stessi uomini. Quegli uomini che abbiamo visto in grave imbarazzo durante il processo nello spiegare contatti e vicinanze con antagonisti e concorrenti di Luciano e Alessandro Moggi.
Il processo di Napoli si è originato dalla deposizione rilasciata da Franco Dal Cin il 5 giugno 2004. Deposizione il cui spirito, secondo lo stesso Dal Cin, era il seguente: "Nessun inquisitore, nessuna prova, nessuna dichiarazione contro qualcuno, solo un racconto di cose che si dicevano."
Insomma: voci di corridoio. Come tutte le voci di corridoio, possibili balle.
Ma che cosa diceva in sintesi Dal Cin? Diceva che gli arbitri De Santis, Gabriele e Palanca (la cui posizione è già stata archiviata) facevano parte di una cosiddetta "combriccola romana" che favoriva le squadre legate alla GEA. Esattamente: alla GEA.
E' la Procura di Napoli che arbitrariamente associa la GEA a Luciano Moggi, di conseguenza predisponendo intercettazione delle sue utenze telefoniche.
Ora sappiamo che quell'ipotesi investigativa, già fondata su voci di corridoio, si basava su una premessa che è stata sconfessata dal Tribunale di Roma: Luciano Moggi non era un socio occulto della GEA. La GEA non era un'associazione a delinquere, ma una normale società di procuratori che svolgeva il proprio lavoro legittimamente.
Per questo motivo se la GEA non esiste più come associazione a delinquere l'intera costruzione di Calciopoli, le sue basi, le sue premesse investigative, vacillano.
Questo è. Ma naturalmente c'è chi non se ne cura, per ignoranza o convenienza.
Questi signori preferiscono dire: "sì, ok, però Moggi è stato condannato per violenza privata".
Come se, dopo averlo accusato di tutti i mali del calcio, non si dovessero scusare di niente, perchè in fondo, seppur per tutt'altro, è stato condannato.
Manifesto del pensiero negazionista è la doppia pagina con cui la Gazzetta commentava i fatti venerdì. Un cubitale "Condannati i Moggi". Capofila l'uomo con la tiara rosa, Franco Arturi, pontificatore che morto uno non se ne fa un altro. Incurante di una sentenza che diceva tutto il contrario, continuava a cianciare di GEA che dispiegava la sua forza tra gli addetti ai lavori e panorama di sospetti e intrighi che minava la credibilità del calcio. Rimandando però per il merito della sentenza a Ruggiero Palombo. Peccato che nel merito della sentenza non ci fossero entrati nemmeno i giudici, essendo le motivazioni della sentenza ancora da depositarsi. Il Palombo abbozzava un titolo "Punito e contento" per Moggi, atto ad alimentare la vulgata del Moggi condannato, anzichè del Moggi scagionato. Ma nell'editoriale si arrendeva all'evidenza. Tutte quelle cose non si possono più dire, purtroppo.
Poi c'è La Repubblica, il quotidiano più politicamente corretto (con la grappa?) del mondo. Per bocca di Fabrizio Bocca: "Il sistema Moggi esisteva e avvelenava il calcio italiano, la sentenza ne è una conferma". La Corte ha detto il contrario. Ma per lui la violenza privata, evidentemente, è un crimine odioso.
E ancora Moratti a Sky, ormai abituale grancassa: "E' una condanna. Non conosco bene la situazione della GEA ma è una condanna. E' sempre qualcosa che dà fastidio". Questo è il presidente dell'Inter, l'Inter di Oriali e Recoba che una fastidiosissima condanna hanno patteggiato.
Ce ne sono tanti altri. Gente che non ha il buon gusto di cambiare idea davanti all'evidenza e si ostina a compromettere la propria credibilità di cronista e professionista in questo modo.
Le persone intelligenti sanno cambiare idea. E di questo dobbiamo dare merito all'Avvocato Mattia Grassani, una vita professionale spesa dall'altra parte della barricata rispetto a Moggi. Esperto di diritto sportivo, tra i più celebri avvocati in cause sportive, ieri ha spiegato l'esatta sostanza della condanna a Moggi, in un editoriale su Tuttosport.
"Non un'inezia, ma poco di più", così riassume la vera sostanza della condanna per violenza privata. Chiarisce in modo esemplare che cos'è la violenza privata, al di là del suono bellicoso delle parole. Ossia come da art.610 del codice penale il reato si ascrive a "chiunque, con violenza o minaccia, costringe altri a fare, tollerare od omettere qualcosa". Tra i casi, cita l'avvocato, l'automobilista che assume una condotta di guida intimidatoria o il picchettaggio sul posto di lavoro. Questo è. Insomma, per dirla tutta, c'è anche chi potrebbe andarne orgoglioso. Ed è chiaro che un tale reato va ricondotto a una prospettiva sistemica. L'avvocato Grassani dispiega infatti una serie di esempi in tutto similari, avvenuti nel mondo del calcio, tra cui i più celebri i casi Dellas e Zanin. Insomma, il comportamento per cui è stato condannato Moggi , nonostante oggi Maurizio Galdi sulla Gazzetta si ostini, senza conoscere la sentenza, a ricondurlo all'attività GEA, non ha nulla a che vedere con l'illecita concorrenza, per cui è stato parimenti scagionato, ed è comportamento piuttosto comune nel sistema calcio.
Chiosa Grassani: "Dinamiche abbastanza frequenti nel mondo del calcio che, d'ora in poi, potrebbero interessare non solo i Collegi Arbitrali e gli organi della giustizia sportiva ma anche l'autorità giudiziaria penale". A chiarire come la condanna di Moggi costituisca un precedente giudiziario tutto sommato abbastanza pericoloso per le attività dei dirigenti sportivi, e non trovi corrispondenza in un'uguale severità e ricorso alla giustizia ordinaria, per i casi simili.
Luciano Moggi, insomma, è stato ritenuto colpevole per un reato non certo odioso, ma piuttosto veniale: un reato che con un'interpretazione estensiva (come quella che secondo noi ha portato alla condanna) ricomprende fattispecie delle più disparate e porta a un aumento del lavoro delle Procure sinceramente inappropriato. Un reato che, ancora, è di fatto comune nel mondo del calcio e in quello degli affari più in generale e che, molto raramente, è oggetto di indagini e sanzioni.
Un reato, ad esempio, parecchio differente, sotto il profilo etico-giuridico, dalla diffamazione a mezzo stampa o il concorso in falso e ricettazione per cui ha patteggiato una condanna il dirigente dell'Inter Oriali. Nemmeno il più capzioso dei sofisti paragonerebbe i due reati, mettendoli alla stessa stregua.
In un mondo del calcio che ha permesso che Baronio venisse messo fuori rosa perchè portava sfiga secondo il suo presidente, nessun biasimo, nessuna indignazione può indirizzarsi verso Moggi.
Anche perchè nel corso del processo abbiamo sentito testimoni come Cassetti, Grassadonia, Lai parlare di minacce di segno contrario: se abbandoni la GEA, noi ti facciamo un contratto. Cassetti ha sentito queste parole dai dirigenti dell'Inter, in un periodo, tra l'altro, in cui era vietato firmare contratti.
Nessun moralismo quindi verso Luciano Moggi. Aspettiamo fiduciosi le motivazioni della sentenza e il processo d'appello, sicuri che l'accusa di violenza privata, formulata sulla base di un'interpretazione, a nostro parere, erroneamente estensiva della legge, cadrà come le precedenti.
Nel frattempo, se qualcuno vuole puntare il dito contro i Moggi, lo faccia. Sappia però che, sotto ogni profilo, è come prendersela con uno che ti ha fatto uno sgarbo al volante. Inutile.

Fonte: www.ju29ro.com

BOMBA SANDULLI:" LA JUVE CONDANNATA PER ILLECITO ASSOCIATIVO!!!!!" (CHE NON ESISTE)

ROMA, 10 gennaio - L’uomo della Sentenza del 25 luglio è ancora in Figc. Fa parte della Corte di Giu­stizia Federale che - un giorno, magari - do­vrà esprimersi su una richiesta di revisione del processo di Calciopoli. Piero Sandulli, insigne giurista e tra i padri nobili del dirit­to sportivo, lo sa che un popolo intero chie­derà la restituzione di quello che proprio lui provvide, applicando il codice, a togliere: cancellare il campionato 2004-2005, conse­gnare all’Inter lo scudetto del 2006. Fu lui a scrivere in sentenza e quindi a far passa­re come principio al quale si sono ispirati i legislatori del nuovo codice di giustizia l’il­lecito associativo, quell’illecito strutturale, quel reato associativo sportivo di cui scris­se Borrelli nella sua relazione d’accusa. Non cerca giustificazioni, Sandulli, separa: codi­ce di giustizia sportivo, da codice penale; reato da illecito. Prova a spiegare perché, secondo lui, potrebbe reggere anche alle in­temperie di una derubricazione del reato di associazione a delinquere nel processo di Calciopoli a Napoli. Sentito, professore: mezza cupola è ca­duta al processo Gea. «Attendo le motivazioni, ma è indubbio che è stato derubricato l’intero impianto d’ac­cusa a Roma». E se accadesse anche a Napoli? «Una cosa è il processo penale, una la giu­stizia sportiva. L’esempio resta quello di sempre: andare in giro senza cravatta non è illecito, ma nel circolo della caccia, se ac­cetti la sua clausola compromissoria e il re­golamento lo vieta, sei sanzionato. Punim­mo la violazione di norme interne, nel 2006. In fondo anche noi, nella nostra sentenza evidenziammo soprattutto cattive abitudi­ni, mica illeciti classici. Si doveva far capire che quello che c’era nelle intercettazioni non si fa. E’ stata una condanna etica. Il proces­so penale valuta altre cose. La sentenza del Tar su Moggi ha detto che lui ha diritto di difendere i suoi interessi, ma dava ragione a noi sulla giustizia della sanzione».

L'ARTICOLO 1 - Mica facile da accettare... «Quei comportamenti stravolgevano il con­cetto decoubertiniano. Eppoi io resto con­vinto che quella Juventus avrebbe vinto i due titoli persi lo stesso, anche senza quei disdicevoli comportamenti». La Juve l’avete quasi azzerata, però. «Nel 2006 abbiamo garantito le regole del calcio e molto attenuato la portata della sen­tenza, ulteriormente alleggerita nell’Arbi­trato. Io, a distanza di due anni, rivedo la Ju­ve lottare per il vertice: sono il patrimonio culturale del calcio italiano e anche più sim­patici ora». Se a Napoli non arriva la condanna? «Non so se è penalmente rilevante quel ti­po di frequentazione di Moggi, ma è viola­zione dell’articolo 1. E l’illecito associativo che non esisteva, era una falla nel sistema giuridico, è stato da noi introdotto. Ai tifosi ripeto che per me la giustizia penale e quel­la sportivo sono cose diverse». Ma chiederanno la revisione dei proces­si in caso di assoluzione o pena lieve. «Vale il discorso precedente, quello della cra­vatta? Quanto ai tifosi, credo che oggi pen­sino che non c’è quel qualcosa sotto di cui si chiacchierava, esacerbandosi, nei bar dai tempi dei centimetri di Turone».

DOMANDE SENZA RISPOSTA - Lei si rifà ad un modello di giustizia sportiva autonoma, ma la Procura fede­rale per indagare aspetta gli atti dai tri­bunali: senza intercettazioni, non si fan­no i processi sportivi. «Le do ragione: senza le nuove tecnologie non avremmo potuto perseguire Preziosi per la valigetta, non avremmo avuto Calcio­poli. Anche se nell’80 e nell’86 squadre come Lazio e Milan finirono in B per un calcio scommesse che non produsse nessuna con­danna penale». Peccato che sul suo tavolo di giudice sportivo arrivino casi spinosi solo se corroborati dalle informative della Po­lizia giudiziaria o dai faldoni. «In effetti. Ma mi faccia dire una cosa. Non ho partecipato al giudizio in cui si decideva la non giudicabilità di Moggi sulla questio­ne delle sim, sulle quali noi non potevamo giudicare nel 2006, visto che la Procura non aveva carte in merito, emerse nel 2007. Ep­pure non capisco le polemiche (e la rabbia federale, ndr): ma mi spiegate che economi­cità aveva a livello giuridico risanzionare un soggetto già squalificato per cinque an­ni, dimesso e ormai impossibilitato a rien­trare nell’ordinamento se poi da quasi tre anni pende su di lui una richiesta di radia­zione (ormai impossibile da perseguire, ndr)? Perché chi poteva non ha dato segui­to alla richiesta di radiazione?». Se non lo sa Sandulli...

W l'itaglia

JUVENTUS-SIENA 1-0

Inizia bene il 2009 bianconero, con i 3 punti conquisstati contro un'ottimo Siena e grazie all'ennesima magia del Capitano. Come al solito dopo la sosta non si è visto un gioco spumeggiante, ma la vittoria e il recupero degli infortunati induce ad un cauto ottimismo. Domenica si va a Roma contro la Lazio: una vittoria sarebbe di incredibile importanza,a nche perchè l'Inter sarà di scena a Bergamo in una partita molto insidiosa.

Queste le mie pagelle per la partita di domenica:

Manninger 7
Grygera 5,5
Legrottaglie 7
Mellberg 6
Molinaro 6,5
Marchionni 6
Sissoko 6
Marchisio 6,5
Nedved 6,5
Del Piero 7
Amauri 6,5

Zanetti 6,5
De Ceglie s.v.
Poulsen s.v.

All. Ranieri 6,5

Voto generale alla prestazione della Juve: 6+
- Buoni i 3 punti, meno il gioco espresso. Il richiamo atletico limiterà la freschezza in queste prime partite del 2009, con l'intenzione di essere al top nella fase calda dell'anno. Almeno questa è la speranza...

Arbitro Sig. Russo 6,5

IL PROTAGONISTA: DEL PIERO
. Ancora una volta le fortune della Juve passano dal suo capitano, che con l'ennesima magia su punizone (la 34° della sua fantastica carriera, che lo piazza di diritto tra i maestri di ogni tempo in questa specialità) regala la vittoria sul caparbio Siena di Giampaolo e riduce a 4 punti il distacco dall'Inter. Ne vedremo delle belle....


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NON UN EURO ALLA GAZZETTA!!!

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