Moratti, Tavaroli e i «Ladroni»
Quel dossier prima di Calciopoli
L’ex capo della security di Telecom e Pirelli conferma di aver spiato Moggi e De Santis
per conto dell’Inter. Punto per punto il verbale che fa nuova luce sullo scandalo del 2006
di GIGI MONCALVO (Libero 16-06-2012)
E adesso, Massimo Moratti, nel suo consueto briefing  stradale  coi  giornalisti
a Milano sotto gli uffici della  Saras,   in  via  San  Pietro  all’Orto,   come
risponderà? La solita scrollatina di capo, una battuta  senza  nessuno  che  osi
replicare, il consueto «ora basta, mi aspettano in ufficio» ?  Certo  non  oserà
replicare a Giuliano Tavaroli, figuriamoci  se  si  abbassa  “al  suo  livello”.
Forse aspetterà di ricevere la linea da Ruggiero Palombo e Maurizio  Galdi  che,
sulla Ġazzetta dello Sport, da qualche giorno stranamente  non  hanno  nulla  
da dire? L’uno-due di Tavaroli, assestato non in una TV  privata  o  al  bar-sport,
ma nell’aula  della  Corte  d’Assise  di  Milano  nel  processo  per  i  dossier illegali,
nel corso delle sue ultime deposizioni (6  e  13  giugno)  ha  portato nuovi, importanti
elementi di verità, ma soprattutto di  conferma  in  una  sede ufficiale e probante.
Egli ha dimostrato, sotto  giuramento,   che  l’Inter  non poteva non sapere: era la
mandante, i presunti onesti non erano tali,   santi  e beati non ce n’erano: anzi,
facevano pedinare, spiare, intercettare.  I  verbali parlano chiaro, finalmente non
sono stampati su carta rosa ma sugli atti  di  un Tribunale.
C’è di più. I  carabinieri  di  Milano  sequestrarono  a  Tavaroli  il  personal
computer. Pochi giorni dopo quel prezioso pc  è  andato  poi  a  finire  a  Roma
nella seconda sezione del Nucleo Operativo  dei  carabinieri  di  Roma,   guarda
caso, proprio quella di via In Selci dove il maggiore  Auricchio  coordinava  le
indagini su Farsopoli. Un avvocato ha  scoperto  nel  fascicolo  un  decreto  di
ispezione relativo a questo pc, che fu sequestrato a Milano il 3 maggio  2005  e
che si decise di inviare a Roma per farlo ispezionare. Il decreto  in  questione
fu firmato il 9 maggio 2005, il pc  venne  portato  a  Roma  urgentemente  quello
stesso giorno e alle  14  iniziò  l’ispezione.   La  successione  delle  date  è
intrigante e suggestiva, visto che quello  fu  il  periodo  in  cui  si  stavano
concludendo le indagini  su  Farsopoli.   In  sostanza,   per  tenere  in  piedi
l’inchiesta che era stata gonfiata dal punto  di  vista  mediatico  per  colpire
Moggi e la Juventus, ci si dovette basare  in  extremis  sul  “Dossier  Ladroni”
preparato  da  Tavaroli  tre  anni  prima  e  concentrato  su   pedinamenti e
intercettazioni contro Moggi. Dunque due nuove fonti  di  prova  per  la  difesa
dell’ex dirigente juventino.
Incontro a tre
Cerchiamo  di  riepilogare  i  fatti,   ricordando  che  a parlare è un
testimone-imputato per un reato connesso a ciò su  cui  si  sta  dibattendo  
nel processo.
Sulla base di queste inconfutabili dichiarazioni  messe  a  verbale  davanti  ai
giudici, proviamo a elencare fatti e circostanze.
1) L’incarico di spiare fu affidato a Tavaroli a fine 2002  «in  un  incontro  a
tre con Massimo Moratti e  Giacinto  Facchetti»  nella  sede  della  Saras,  
la società del presidente dell’Inter. Tavaroli fu convocato  dalla  segreteria  
del Presidente Tronchetti Provera.
2) «Fui  contattato  da  Moratti»,   «L’input arrivava da Moratti».
3) «Presi contatto con Facchetti per i termini  organizzativi  dell’operazione».
4) «Il dossier era per l’Inter».
5) «Il report (il famoso “Dossier Ladroni”,   ndr)  era  teso  a  confermare  le
rivelazioni di un arbitro (Nucini, ndr) in merito  a  possibili  frodi  sportive
del 2002».   Venne  realizzato  ad  inizio  2003  (da  notare  che  i  fatti  di
“farsopoli”  fanno  riferimento  a  fatti  al  periodo  successivo  al 2003).
Tiger Team
6)  «Le  attività  vennero  poi  condotte  dall'agenzia  Polis  d'Istinto»  di
Firenze che faceva capo a  Cipriani.   Si  trattava  del  famoso  “Tiger  Team”.
7) Su Moggi «non svolsi le indagini  io  personalmente,   ma  credo  che  fu  il
dottor Bove (l’ex manager Telecom trovato morto a  Napoli  nel  2006,   ndr)»  
a fare «l’analisi del traffico telefonico»
8) Il controllo  è  stato  compiuto  «sicuramente  sul  traffico  telefonico  di
Luciano Moggi, oltre che su quello di Massimo De Santis. Non  ricordo  se  
anche su quello di Antonio Giraudo».
9) «Consegnai integralmente il  rapporto  a  Facchetti,   allora  vicepresidente
dell’Inter. Poi ne discutemmo assieme, ma non so se poi riferì a  Moratti  e  lo
mise al corrente dell’esito delle indagini».
10) «Quello non fu il primo incarico per cui l’Inter  si  rivolse  a  Tronchetti
Provera e quindi a me per un  supporto  professionale»:  in  precedenza  
infatti Tavaroli era stato incaricato di  controllare  i  calciatori  Vieri  e  Jugovic.
Ricordiamo che  quando  il  club  nerazzurro  si  rivolge  alla  security  della
società di Tronchetti Provera, quest’ultimo faceva, così  come  fa,   parte  
del CdA nerazzurro.
11) A pagare per quel primo dossier «fu l’Inter».
12) «Per il dossier  Ladroni  pagò  Pirelli  per  un  errore  amministrativo».
Infatti non ha senso pensare che a Pirelli interessassero i  fatti  di  Moggi  o
dell’arbitro De Santis, non  hanno  nulla  a  che  vedere  con  gli  pneumatici,
mentre  all'Inter  ovviamente  queste  “investigazioni”  interessavano assai.
13) L'Inter  scarica  l'eventuale  responsabilità  su  Pirelli,   ma occorre
rilevare che la società di Tronchetti Provera,  azionista  all'epoca  dell'Inter
(ne deteneva  il  19,485%  delle  azioni,   in  seguito  vendute),   è  sponsor
nerazzurro ormai da anni.
14) Sulla fatturazione a Pirelli, anziché a  Telecom,   Cipriani  ha  detto  che
Tavaroli gli riferì che era opportuno che l'Inter  non  apparisse  direttamente.
Strane nomine
15) 3 maggio 2005: a  Milano  viene  sequestrato  dai  Carabinieri  il  personal
computer di Tavaroli.
16) 9 maggio: i Carabinieri di Roma si presentano a Milano  con  un  decreto  
di ispezione del  Nucleo  Operativo  e  portano  nella  Capitale  il  prezioso  pc,
contenente il “Dossier  Ladroni”  preparato  su  incarico  dell’Inter  tre  anni
prima. Ricordiamo che Telecom aveva ai suoi vertici Tronchetti Provera  e  
Buora (dirigenti anche dell’Inter), il commissario  della  Federcalcio  era  il  
prof. Guido Rossi (dirigente dell’Inter)  e  l’investigatore  principale  dell’ufficio
diretto da  Francesco  Saverio  Borrelli  era  il  tenente  colonnello  Federico
Maurizio D'Andrea, comandante della Guardia di Finanza di Bergamo.   Pochi  
mesi dopo quel suo  incarico  all’Ufficio  Inchieste  viene  assunto  come  altissimo
dirigente proprio da Telecom,  come  capo  della  security  e  dell’intelligence
interna ed esterna. Il governo Berlusconi nell’agosto 2011, senza  obbligarlo  
a lasciare Telecom,  lo  ha  nominato  presidente  della  Sogei,   la  società  di
informatica (già di proprietà Telecom e ora interamente controllata dal  Tesoro)
che gestisce l'anagrafe tributaria dello   Stato  italiano.
17) I periti dei pm Robledo e Piacente, in un’altra inchiesta  sullo  spionaggio
e il dossieraggio illecito di Telecom,  hanno  scritto  che  fino  al  2005  «il
sistema  complessivo  della  rete  Telecom  era  potenzialmente  in  grado 
di raccogliere  e  analizzare  i  dati  sensibili  relativi   alle comunicazioni
intercettate»,   mentre  il  sistema  Radar  poteva  «segnalare  l'esistenza  
di traffico tra utenti che si volesse monitorare».
18) Il 31 agosto 2006 a Sabelli Fioretti (in  un’intervista  su  Corriere  della
Sera Magazine) Moratti, alla domanda sull’ex arbitro Nucini «Tempo fa  venne  
da voi e vi raccontò  tutto  il  marcio  che  c’era  nel  calcio»,   risponde:  «Lo
mandammo dai giudici  ma  non  confermò  il  suo  racconto.   Ebbe  paura  delle
conseguenze». Domanda: poteva denunciare la  cosa  lei.   Risposta  di  Moratti:
«Temevo che fosse una trappola per farci fare brutta  figura.   Però  nacque  la
voglia  di  capire  che  cosa  ci  fosse  di  vero».   Domanda:  metteste  sotto
sorveglianza l’arbitro De Santis. Risposta di Moratti:  «Una  persona  si  offrì
di farlo. Conosceva  alcune  persone  in  grado  di  darci  informazioni  perché
lavoravano al ministero dove aveva lavorato De Santis. Ma non  ne  uscì  nulla».
Interviste e amnesie
19) Il 22 settembre 2006 Roberto Beccantini intervista Moratti  per  La  Stampa:
gli chiede se è preoccupato che possa essere tirata in ballo l’Inter  a  seguito
degli sviluppi delle  indagini.   Moratti  risponde:  «No,   nella  maniera  più
categorica». Eppure faceste pedinare l'arbitro De Santis. Moratti  risponde:  «È
ormai un episodio di dominio pubblico.   Le  rispondo  come  risposi  a  Claudio
Sabelli Fioretti: un tizio si offrì di farlo. Era in contatto  con  persone  del
ministero presso il quale aveva lavorato De  Santis.   Potevano  offrirci  delle
informazioni. Risultato: zero su tutta la linea. E comunque,   c'è  un'inchiesta
in corso. Meglio attendere gli esiti».
20) Dopo queste  dichiarazioni  qualcuno  ancora  dubita  che  Moratti  fosse  a
conoscenza del pedinamento illegale  ai  danni  di  De  Santis?  E  Moratti  era
all'epoca amministratore dotato di tutte le deleghe necessarie  a  rappresentare
l'Inter ed a sottoscrivere contratti  vincolanti,   non  come  Facchetti.   Però
stranamente nel documento dei difensori  dell’Inter  di  questi  mesi  a  Milano
viene evidenziata solo la mancanza di deleghe di  Facchetti  ma  nulla  si  dice
delle dichiarazioni di Moratti.
21) Massimo Moratti, nel 2007 – cioè un anno dopo lo scoppio  di  “Farsopoli”  -
dichiarò  davanti  a  Palazzi  di  non  sapere  nulla  del  “Dossier   Ladroni”.
Contraddizioni
22) Palazzi, sulla  base  di  questa  dichiarazione,   pronunciò  -  secondo  la
Ġazzetta  dello  Sport  -  un’“assoluzione  sportiva”  (?)  di  Moratti  per  
il “Dossier Ladroni”, Mentre solo Tuttosport aveva  osato  far  notare  lo  strano,
inquietante e vero «non doversi  procedere»  sentenziato  da  Palazzi.   Quindi,
mentre la Ġazzetta celebrava l'assoluzione, Tuttosport non poteva  esimersi
dal chiamare in causa Facchetti.
23) Per la  Ġazzetta,   l'Inter  non  rischia  nulla  perché  per  la  giustizia
sportiva i fatti  sono  prescritti;  su  Tuttosport,   invece,   Alvaro  Moretti
richiama l'archiviazione a suo tempo disposta da Palazzi,   facendo  notare  
che la stessa era stata motivata, per il “Dossier Ladroni”,   non  per  prescrizione
ma per improcedibilità. Adesso  tale  improcedibilità  non  avrebbe  più  ragion
d'essere, e dunque il relativo processo dovrebbe essere oggetto di  una  qualche
revisione.
24) «L'Inter ha appreso del  “Dossier  Ladroni”  solo  da  notizie  di  stampa»:
questo si dice nel documento difensivo (a  pag.   8)  degli  avvocati  del  club
nerazzurro  depositato  presso  il  tribunale  di  Milano  nella  causa   civile
intentata da De Santis per risarcimento danni (21  milioni)  per  lo  spionaggio
cui era stato illecitamente sottoposto.
25) C’è un altro fatto  giudiziario  rilevante.   Nell'udienza  preliminare  del
processo  sul  dossieraggio  Telecom,   il  Giudice  dell’Udienza Preliminare
dott.ssa Panasiti era chiamata a decidere sul rinvio a giudizio del  Tiger  Team
per appropriazione indebita, come sostenuto da Pirelli,   da  Telecom  ed  anche
dagli stessi pm  (bacchettati  poi  dalla  stessa  Panasiti).   La  Panasiti  ha
stabilito (con pronuncia del 28 maggio 2010, depositata il  14  giugno)  che  
il Tiger Team operava nell'interesse e su input dei vertici Telecom e  Pirelli,   e
che  anche  il  “Dossier  Ladroni” venne  realizzato  nell'interesse  del  gruppo
Pirelli. E che l'Inter era considerata una “società  del  gruppo  Pirelli”  come
ebbe a testimoniare Ghioni.
26) Sulla base delle  ultime  deposizioni  di  Tavaroli  in  Tribunale  e  sotto
giuramento, Massimo Moratti avrebbe dichiarato  il  falso  a  Palazzi  circa  
il “Dossier  Ladroni”  affermando  che  non  ne  sapeva  nulla.   Su  questo  
fatto possibile  che  non  ci  siano  risvolti  in  tema  di giustizia sportiva?
27) E che cosa dire, alla luce di quanto sta emergendo su tre punti:  la  revoca
dello scudetto all'Inter, la ri-assegnazione alla Juventus,  una  dura  sanzione
(Moggi ha chiesto la  serie  B)  per  il  comportamento  dell’Inter  contro  dei
tesserati, per condotta sleale e antisportiva.
martedì, giugno 19, 2012
lunedì, giugno 18, 2012
NIENTE MULINO BIANCO
Dunque nessun biscotto tra Spagna e Croazia, con i biancorossi che tornano a casa. Chi dubitava della buona fede degli spagnoli è perchè non li conosce; per loro dar ragione agli italiani sarebbe stato peggio che uscire dall'Europeo.
Veniamo alla partita. Bene, bravo Prandelli. Il mio pragmatismo mi impone di non criticare chi vince, come il prof. Capello insegna. Ma...
Ma tutti sappiamo che per far rendere Pirlo servono due interditori che corrono per lui. Perchè non provare Nocerino al fianco di Marchisio? Uno a turno tra Marchisio, De Rossi e lo stesso Nocerino possono sganciarsi a seguire l'azione d'attacco. E poi, perchè Diamanti? Che serve uno che, pur disputando una prestazione onorevole, non è ne un velocista, ne un giocatore di contenimento. E metti sto Giovinco, o al limite un Borini col compito di dare costante pressione ai difensori irlandesi.
Ora, che sia Fracia o che sia Inghilterra, sarà molto dura
Veniamo alla partita. Bene, bravo Prandelli. Il mio pragmatismo mi impone di non criticare chi vince, come il prof. Capello insegna. Ma...
Ma tutti sappiamo che per far rendere Pirlo servono due interditori che corrono per lui. Perchè non provare Nocerino al fianco di Marchisio? Uno a turno tra Marchisio, De Rossi e lo stesso Nocerino possono sganciarsi a seguire l'azione d'attacco. E poi, perchè Diamanti? Che serve uno che, pur disputando una prestazione onorevole, non è ne un velocista, ne un giocatore di contenimento. E metti sto Giovinco, o al limite un Borini col compito di dare costante pressione ai difensori irlandesi.
Ora, che sia Fracia o che sia Inghilterra, sarà molto dura
SVEGLIAR IL BLOG CHE DORME
Farsopoli  non è finita, anche se i bianconeri sono tornati. Abbiamo fatto tanto per restituire la verità agli sportivi italiani, abbiamo combattuto contro i media, abbiamo atteso il ritorno della Juventus.
Ora, torna il nostro turno.
Risvegliamo il blog che dorme, nella speranza che torni ad avere il seguito che merita.
La formula cambierà sensibilmente: si narrerà sempre del marcio nel calcio e della disinformazione dei media, ma il menù prevederà anche tanto calcio in generale. Are we ready?
Ora, torna il nostro turno.
Risvegliamo il blog che dorme, nella speranza che torni ad avere il seguito che merita.
La formula cambierà sensibilmente: si narrerà sempre del marcio nel calcio e della disinformazione dei media, ma il menù prevederà anche tanto calcio in generale. Are we ready?
martedì, aprile 06, 2010
UN PO' DI LETTURE VARIE
ergamo-Moratti, dicembre 2004.
Moratti: E' andata abbastanza bene fino adesso, non c'è stata polemica o casini...
Bergamo: Per fortuna sì, ma si può e si deve fare meglio...
Moratti: Senta, io ci tenevo ad incontrarLa...
Bergamo: Anch'io, perché ci tenevo per farLe una confidenza...
Moratti: Quando Lei aveva un minuto quando passa da Milano...
Bergamo: Lei verrà a Livorno a vedere la gara o la vedrà come?
Moratti: Non lo so, io evito sempre di venire fuori casa...
Bergamo: La settimana successiva...
Moratti: Io sono qua, io sono da quelle parti a Forte eh... sentiamoci un giorno prima del Livorno, se lei ci ha tempo, o due giorni prima...
Bergamo: Ci mancherebbe... io sono a Coverciano che riuniamo gli arbitri...
Moratti: Se vengo su, Lei mi dice ci troviamo qui o...
MORATTI-BERGAMO: Prima di BOLOGNA-INTER di Coppa Italia, gennaio 2005
Bergamo: Mi sono sentito con Facchetti, Presidente, per confermare questo clima di cordialità che naturalmente è una cosa che sappiamo io e Lei, però il gruppo ha molto apprezzato il lavoro che noi abbiamo fatto nei confronti di Gabriele e Palanca e quindi ho pensato di farli rientrare in Coppa Italia, uno viene a fare l’Inter e uno fa il Milan.
Moratti: Va bene...
Bergamo: Volevamo dargli un'immagine buona...
Moratti: Sì, sì...
Bergamo: Mi ha detto Facchetti sì sì sono d’accordo...
Moratti: Va bene, mercoledì lo andrò a trovare prima della partita...
Bergamo: Questo gli farà piacere...
Moratti: Vado a salutarlo...
Bergamo: Visto che lì non c’è sorteggio, ma c’è designazione, a voi ho mandato Gabriele, l’ho fatto accompagnare bene da due assistenti molto bravi.
Moratti: No, no, Gabriele è sempre stato un buon arbitro, molto regolare, non ho mai avuto contestazioni...
Bergamo: Un saluto, vedrà, lo riempirà di gioia.
Moratti: La ringrazio, mercoledì sono giù se ce n'è bisogno, lo vado a trovare prima della partita...
9 gennaio 2005 ore 12:53 poco prima di Inter-Sampdoria 3-2
Facchetti: Pronto Paolo, sono Facchetti.
Bergamo: Buongiorno Giacinto.
Facchetti: Sto andando allo stadio l'ho detto con i miei di avere con Bertini un certo tatto, una certa disponibilità. L'ho detto con i giocatori, con Mancini e gli altri.
Bergamo: Vedrai che sarà una bella partita.
Facchetti: Va bene.
Bergamo: Viene predisposto (Bertini ndr) a fare una bella partita.
Facchetti: Si si, va bene.
Bergamo: È una sfida che vedrai la vinciamo insieme.
Facchetti: Volevo solo dirti che l'ho fatto (riferendosi al fatto che ha parlato alla squadra per non tenere un atteggiamento sbagliato nei confronti di Bertini ndr).
Bergamo: Vedrai che le cose andranno per il verso giusto poi la squadra sta ricominciando ad avere fiducia, a fare i risultati, fa morale….
12 maggio del 2005: Bergamo riceve una telefonata dal presidente del Cagliari.
Bergamo: Pronto?
Cellino: La disturbo? Sono Cellino...
Bergamo: Presidente, buongiorno, come va?
Cellino: Mah, così, niente mi sono permesso di chiamarla se è lecito sempre...
Bergamo: Ci mancherebbe altro...
Cellino: No, perché quelli del Messina domenica, stanno facendo dei proclami premio triplo quadruplo, a me mi hanno trattato male a Cagliari, perciò niente, di aver un arbitro... Sarà una partita calda lì, io non ci vado perché mi hanno minacciato...
Bergamo: Addirittura. No, no, vi metto in prima fascia allora, così gli internazionali... Ha fatto benissimo a chiamarmi.
7 novembre 2004: Bergamo chiama Foti e parlano della griglia
Bergamo: Ti ho chiamato perché ho visto la chiamata, sono influenzato...
Foti: Sei raffreddato?
Bergamo: Mal di stomaco, nausea e mal di testa, ma nulla di importante... domani c'è il sorteggio a Roma, lo fa Gigi... abbiamo pensato a Parma-Reggina da seconda fascia perché in prima fascia non ci va, e in seconda fascia c'è un po' di esperti, anche un giovane che sta facendo bene, quindi vediamo un po' che cosa vi tocca...
Foti: Ti raccomando che è troppo importante...
Bergamo: Ti dico: c'è un esperto, De Santis, c'è Morganti, che è un altro esperto, Saccani ha fatto una quarantina di gare in serie A e poi il giovane è Tagliavento che vogliamo lanciarlo... a meno che domani mattina si cambi qualche idea, ti do quello che avevamo concordato sabato poi...
Foti: Va bene dai...
28 aprile 2005: Meani chiama Bergamo
Meani: Però non mandarci né Ivaldi né Pisacreta, eh? Inventane un altro...
Bergamo: Eh no, dovrò inventarne due, Mitro ce l'ho, Mitro sta facendo bene, uno dovremo inventarlo e non sarà facile...
Meani: Non sarà facile, ma a te che c**** te ne frega, Griselli lo mandi no? E' il numero due, hai tutte le giustificazioni del mondo... A te cosa c**** te ne frega...
Bergamo: Eh bravo, ma ora... ecco fammi fare un passo alla volta...
Meani: A Firenze chi hai pensato di mandarmi?
Bergamo: A Firenze ancora non ho guardato, mi ci metto dopo cena... Voi con Stagnoli come vi siete trovati?
Meani: Bene, con Stagnoli bene, ma se vuoi mettere uno che con noi è andato bene anche Ambrosino, è venuto da noi due o tre domeniche fa, può anche andar bene, non so se ce l'hai in griglia, come la pensi...
Bergamo: No, no, è uno che sta andando bene, fa l'avvocato...
Meani: A me Stagnoli e Ambrosino vanno bene...
Bergamo: Ayroldi no, eh?
Meani: Ayroldi sì, è un po' che non viene.
Bergamo: Sei sicuro che è per lo meno un mese che non viene?
Meano: Sì.
Bergamo: Allora fanno più affidamento Stagnoli e Ayroldi.
Fine febbraio 2005, Leonardo Meani chiama il suo ex collega, rimasto amico, Pierluigi Collina, all'epoca ancora in attività.
Collina: Vedo che hai una certa potenza eh, volevo farti i complimenti
Meani: Hai visto
Collina: Ma vai a ca**re te e tutti quanti , gua' che roba, ma va a ca**re va' va'
Meani: E' bastato tirargli le orecchie come quelle dell'asino
Meani: Ti prometto, te lo auguro per il bene che ti voglio, che quando diventerai designatore...
Collina: Non penserai mica di poter fare una cosa del genere
Meani: No, ci sentiamo magari per parlare "ciao come stai", così, non parlerò mai né di arbitri... al limite mi permetterò di dirti se qualcuno si comporta in modo maleducato...
Collina: Ho aperto il computer, ho visto la coppia ed ho detto "Non ci posso credere"... da morire dal ridere (sempre ridendo, come dall'inizio della telefonata)
Meani: Telefonagli a Brontolo, gli dici "Dio bono, non hai schifo", digli..
Collina: Provo a chiamare ah ah ah
Meani: Perché io mi ricorderò sempre che quando avevamo posto il veto a Pisacreta l'unico che mi ha chiamato per dirmi che sbagliavamo è stato lui, Brontolo...
Collina: Va buono dai, ho provato a chiamarlo, ma da una parte è staccato, il cellulare è staccato, all'altra probabilmente la segretaria non c'è...
Meani: Il massimo sai cos'è? Che lui va a San Siro assieme all'altro, il peggiore con cui trattare è lui, no perché a lui non va bene niente, fuori qui, su, giù, chi sono questi, chi è quest'altro... sono tutti i casini che fa, poi è cattivo come l'aglio... gli allenatori fan casino e lui li manda via... è micidiale capito?
Collina: No, ti dicevo, ho chiamato il capo...
Meani: Sì, il grande capo
Collina: Ma il cellulare era staccato, segreteria, invece quello dell'ufficio diretto ti passava il centralino, io tramite il centralino preferivo evitare per cui...
28 Aprile 2005, un altro frammento della telefonata con Bergamo, in vista di Fiorentina-Milan ma, soprattutto, della sfida scudetto Milan-Juve dell'8 maggio poi vinta 1-0 con gol di Trezeguet. La gara fu diretta da Pierluigi Collina.
Per le griglie di quella partita, Bergamo ne parla col rossonero Meani.
Meani: Paolo, due cose, io so che sei molto arrabbiato, non ammazzarlo (riferito a Copelli, ndr) per cortesia, noi ci teniamo... fallo per noi....
Meani: Te chi mi mandi a Firenze?
Bergamo: Come griglia? Te dici come griglia di arbitri? L'abbiamo fatta a tre, ma mi fai dire una cosa che con Gigi (Pairetto l'altro designatore) non abbiamo ancora concordato... Ho in mente di metterne tre perché non voglio preclusioni e gli arbitri sono Messina, Farina e Rodomonti per me, poi sentiamo Gigi perché poi immaginerai quelli che sono i tre che voglio mettere la domenica successiva... (la griglia per Milan-Juventus, ndr)
Meani: Ho capito, tu vuoi mettere Paparesta....
Bergamo: Sì.
Meani: Collina....
Bergamo: Sì.
Meani: Trefoloni.
Bergamo: Sissignore, e mi ci gioco la testa....
Meani: Però a Trefoloni gli fai un bel discorsetto....
Bergamo: Stai tranquillo, stai tranquillo....
Meani: Perché se no gli tagliamo la testa noi....
Bergamo: Stai tranquillo....
Meani: Se no chiamalo e parlagli....
Pier Luigi Collina, Gianluca Paparesta, Matteo Trefoloni furono effettivamente i tre arbitri inseriti dai designatori Pierluigi Pairetto e Paolo Bergamo nella "griglia A" del sorteggio che si svolse a Coverciano
Bergamo: Dottore buonasera.
Galliani: Eccomi buonasera.
Bergamo: Volevo farla partecipe di una guerra di cui il solo responsabile sono io, Paolo Bergamo, perché Griselli (un assistente) è di Livorno, se avesse visto salvava capra e cavoli, ma siccome non è andata così... è uno sfogo tra me e Lei....
Galliani: Questi signori han perso la testa, mi creda, perché ci sono comportamenti nei confronti dell'universo, in Lega, in Federazione....
Bergamo: Io glielo voglio dire perché si sappia, tra me e Lei naturalmente....
Galliani: Non si preoccupi, tale rimane....
Bergamo: Io posso sbagliare magari una griglia, penso che un arbitro sia in forma e magari non è in forma, oppure l'arbitro è in forma e sbaglia, però a priori voler sbagliare è tutta un'altra cosa, mi taglierei le mani mi creda... Ecco, questo filo che ho con Lei vorrei tenerlo fino a giugno, Dottore....
Gallliani: No no no, ma poi si vedrà.... adesso vediamo la fine del campionato... con i giusti equilibri....
Bergamo: Mi faccia sentire un po' il suo calore il suo calore in questo momento perché....
Galliani: Assolutamente....
Bergamo: Sono solo, non solo, meno che solo....
Galliani: Ma no no, ci sono io.
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Mazzei: «Sono in macchina che vado a Coverciano».
Facchetti: «Sceglili bene per domenica sera eh...».
Mazzei: «Il numero 1 e il numero 2, da quello che penso, Ivaldi e Pisacreta».
Facchetti: «Ivaldi e Pisacreta?».
Mazzei: «Eh sono il numero 1 e il numero 2».
Facchetti poi aggiunge: «Sì certo, e il numero 1 degli arbitri...».
Mazzei: «Eh sì, speriamo che ci caschi con questo sorteggio del cavolo, che ci caschi il numero 1».
Facchetti: «No lì non devono fare i sorteggi, ci devono».
Mazzei: «Come si fa Giacinto, purtroppo ci vuole fortuna».
Facchetti: «Ma dai...».
Mazzei: «Ti dico la verità, qui un sorteggio lo fa un giornalista, devono studiare una griglia e le possibilità sono più alte».
I guardalinee scelti per l’incontro tra Inter e Juventus, il 28 novembre del 2004, furono Ivaldi e Pisacreta. L’arbitro sorteggiato fu Rodomonti
Moratti: E' andata abbastanza bene fino adesso, non c'è stata polemica o casini...
Bergamo: Per fortuna sì, ma si può e si deve fare meglio...
Moratti: Senta, io ci tenevo ad incontrarLa...
Bergamo: Anch'io, perché ci tenevo per farLe una confidenza...
Moratti: Quando Lei aveva un minuto quando passa da Milano...
Bergamo: Lei verrà a Livorno a vedere la gara o la vedrà come?
Moratti: Non lo so, io evito sempre di venire fuori casa...
Bergamo: La settimana successiva...
Moratti: Io sono qua, io sono da quelle parti a Forte eh... sentiamoci un giorno prima del Livorno, se lei ci ha tempo, o due giorni prima...
Bergamo: Ci mancherebbe... io sono a Coverciano che riuniamo gli arbitri...
Moratti: Se vengo su, Lei mi dice ci troviamo qui o...
MORATTI-BERGAMO: Prima di BOLOGNA-INTER di Coppa Italia, gennaio 2005
Bergamo: Mi sono sentito con Facchetti, Presidente, per confermare questo clima di cordialità che naturalmente è una cosa che sappiamo io e Lei, però il gruppo ha molto apprezzato il lavoro che noi abbiamo fatto nei confronti di Gabriele e Palanca e quindi ho pensato di farli rientrare in Coppa Italia, uno viene a fare l’Inter e uno fa il Milan.
Moratti: Va bene...
Bergamo: Volevamo dargli un'immagine buona...
Moratti: Sì, sì...
Bergamo: Mi ha detto Facchetti sì sì sono d’accordo...
Moratti: Va bene, mercoledì lo andrò a trovare prima della partita...
Bergamo: Questo gli farà piacere...
Moratti: Vado a salutarlo...
Bergamo: Visto che lì non c’è sorteggio, ma c’è designazione, a voi ho mandato Gabriele, l’ho fatto accompagnare bene da due assistenti molto bravi.
Moratti: No, no, Gabriele è sempre stato un buon arbitro, molto regolare, non ho mai avuto contestazioni...
Bergamo: Un saluto, vedrà, lo riempirà di gioia.
Moratti: La ringrazio, mercoledì sono giù se ce n'è bisogno, lo vado a trovare prima della partita...
9 gennaio 2005 ore 12:53 poco prima di Inter-Sampdoria 3-2
Facchetti: Pronto Paolo, sono Facchetti.
Bergamo: Buongiorno Giacinto.
Facchetti: Sto andando allo stadio l'ho detto con i miei di avere con Bertini un certo tatto, una certa disponibilità. L'ho detto con i giocatori, con Mancini e gli altri.
Bergamo: Vedrai che sarà una bella partita.
Facchetti: Va bene.
Bergamo: Viene predisposto (Bertini ndr) a fare una bella partita.
Facchetti: Si si, va bene.
Bergamo: È una sfida che vedrai la vinciamo insieme.
Facchetti: Volevo solo dirti che l'ho fatto (riferendosi al fatto che ha parlato alla squadra per non tenere un atteggiamento sbagliato nei confronti di Bertini ndr).
Bergamo: Vedrai che le cose andranno per il verso giusto poi la squadra sta ricominciando ad avere fiducia, a fare i risultati, fa morale….
12 maggio del 2005: Bergamo riceve una telefonata dal presidente del Cagliari.
Bergamo: Pronto?
Cellino: La disturbo? Sono Cellino...
Bergamo: Presidente, buongiorno, come va?
Cellino: Mah, così, niente mi sono permesso di chiamarla se è lecito sempre...
Bergamo: Ci mancherebbe altro...
Cellino: No, perché quelli del Messina domenica, stanno facendo dei proclami premio triplo quadruplo, a me mi hanno trattato male a Cagliari, perciò niente, di aver un arbitro... Sarà una partita calda lì, io non ci vado perché mi hanno minacciato...
Bergamo: Addirittura. No, no, vi metto in prima fascia allora, così gli internazionali... Ha fatto benissimo a chiamarmi.
7 novembre 2004: Bergamo chiama Foti e parlano della griglia
Bergamo: Ti ho chiamato perché ho visto la chiamata, sono influenzato...
Foti: Sei raffreddato?
Bergamo: Mal di stomaco, nausea e mal di testa, ma nulla di importante... domani c'è il sorteggio a Roma, lo fa Gigi... abbiamo pensato a Parma-Reggina da seconda fascia perché in prima fascia non ci va, e in seconda fascia c'è un po' di esperti, anche un giovane che sta facendo bene, quindi vediamo un po' che cosa vi tocca...
Foti: Ti raccomando che è troppo importante...
Bergamo: Ti dico: c'è un esperto, De Santis, c'è Morganti, che è un altro esperto, Saccani ha fatto una quarantina di gare in serie A e poi il giovane è Tagliavento che vogliamo lanciarlo... a meno che domani mattina si cambi qualche idea, ti do quello che avevamo concordato sabato poi...
Foti: Va bene dai...
28 aprile 2005: Meani chiama Bergamo
Meani: Però non mandarci né Ivaldi né Pisacreta, eh? Inventane un altro...
Bergamo: Eh no, dovrò inventarne due, Mitro ce l'ho, Mitro sta facendo bene, uno dovremo inventarlo e non sarà facile...
Meani: Non sarà facile, ma a te che c**** te ne frega, Griselli lo mandi no? E' il numero due, hai tutte le giustificazioni del mondo... A te cosa c**** te ne frega...
Bergamo: Eh bravo, ma ora... ecco fammi fare un passo alla volta...
Meani: A Firenze chi hai pensato di mandarmi?
Bergamo: A Firenze ancora non ho guardato, mi ci metto dopo cena... Voi con Stagnoli come vi siete trovati?
Meani: Bene, con Stagnoli bene, ma se vuoi mettere uno che con noi è andato bene anche Ambrosino, è venuto da noi due o tre domeniche fa, può anche andar bene, non so se ce l'hai in griglia, come la pensi...
Bergamo: No, no, è uno che sta andando bene, fa l'avvocato...
Meani: A me Stagnoli e Ambrosino vanno bene...
Bergamo: Ayroldi no, eh?
Meani: Ayroldi sì, è un po' che non viene.
Bergamo: Sei sicuro che è per lo meno un mese che non viene?
Meano: Sì.
Bergamo: Allora fanno più affidamento Stagnoli e Ayroldi.
Fine febbraio 2005, Leonardo Meani chiama il suo ex collega, rimasto amico, Pierluigi Collina, all'epoca ancora in attività.
Collina: Vedo che hai una certa potenza eh, volevo farti i complimenti
Meani: Hai visto
Collina: Ma vai a ca**re te e tutti quanti , gua' che roba, ma va a ca**re va' va'
Meani: E' bastato tirargli le orecchie come quelle dell'asino
Meani: Ti prometto, te lo auguro per il bene che ti voglio, che quando diventerai designatore...
Collina: Non penserai mica di poter fare una cosa del genere
Meani: No, ci sentiamo magari per parlare "ciao come stai", così, non parlerò mai né di arbitri... al limite mi permetterò di dirti se qualcuno si comporta in modo maleducato...
Collina: Ho aperto il computer, ho visto la coppia ed ho detto "Non ci posso credere"... da morire dal ridere (sempre ridendo, come dall'inizio della telefonata)
Meani: Telefonagli a Brontolo, gli dici "Dio bono, non hai schifo", digli..
Collina: Provo a chiamare ah ah ah
Meani: Perché io mi ricorderò sempre che quando avevamo posto il veto a Pisacreta l'unico che mi ha chiamato per dirmi che sbagliavamo è stato lui, Brontolo...
Collina: Va buono dai, ho provato a chiamarlo, ma da una parte è staccato, il cellulare è staccato, all'altra probabilmente la segretaria non c'è...
Meani: Il massimo sai cos'è? Che lui va a San Siro assieme all'altro, il peggiore con cui trattare è lui, no perché a lui non va bene niente, fuori qui, su, giù, chi sono questi, chi è quest'altro... sono tutti i casini che fa, poi è cattivo come l'aglio... gli allenatori fan casino e lui li manda via... è micidiale capito?
Collina: No, ti dicevo, ho chiamato il capo...
Meani: Sì, il grande capo
Collina: Ma il cellulare era staccato, segreteria, invece quello dell'ufficio diretto ti passava il centralino, io tramite il centralino preferivo evitare per cui...
28 Aprile 2005, un altro frammento della telefonata con Bergamo, in vista di Fiorentina-Milan ma, soprattutto, della sfida scudetto Milan-Juve dell'8 maggio poi vinta 1-0 con gol di Trezeguet. La gara fu diretta da Pierluigi Collina.
Per le griglie di quella partita, Bergamo ne parla col rossonero Meani.
Meani: Paolo, due cose, io so che sei molto arrabbiato, non ammazzarlo (riferito a Copelli, ndr) per cortesia, noi ci teniamo... fallo per noi....
Meani: Te chi mi mandi a Firenze?
Bergamo: Come griglia? Te dici come griglia di arbitri? L'abbiamo fatta a tre, ma mi fai dire una cosa che con Gigi (Pairetto l'altro designatore) non abbiamo ancora concordato... Ho in mente di metterne tre perché non voglio preclusioni e gli arbitri sono Messina, Farina e Rodomonti per me, poi sentiamo Gigi perché poi immaginerai quelli che sono i tre che voglio mettere la domenica successiva... (la griglia per Milan-Juventus, ndr)
Meani: Ho capito, tu vuoi mettere Paparesta....
Bergamo: Sì.
Meani: Collina....
Bergamo: Sì.
Meani: Trefoloni.
Bergamo: Sissignore, e mi ci gioco la testa....
Meani: Però a Trefoloni gli fai un bel discorsetto....
Bergamo: Stai tranquillo, stai tranquillo....
Meani: Perché se no gli tagliamo la testa noi....
Bergamo: Stai tranquillo....
Meani: Se no chiamalo e parlagli....
Pier Luigi Collina, Gianluca Paparesta, Matteo Trefoloni furono effettivamente i tre arbitri inseriti dai designatori Pierluigi Pairetto e Paolo Bergamo nella "griglia A" del sorteggio che si svolse a Coverciano
Bergamo: Dottore buonasera.
Galliani: Eccomi buonasera.
Bergamo: Volevo farla partecipe di una guerra di cui il solo responsabile sono io, Paolo Bergamo, perché Griselli (un assistente) è di Livorno, se avesse visto salvava capra e cavoli, ma siccome non è andata così... è uno sfogo tra me e Lei....
Galliani: Questi signori han perso la testa, mi creda, perché ci sono comportamenti nei confronti dell'universo, in Lega, in Federazione....
Bergamo: Io glielo voglio dire perché si sappia, tra me e Lei naturalmente....
Galliani: Non si preoccupi, tale rimane....
Bergamo: Io posso sbagliare magari una griglia, penso che un arbitro sia in forma e magari non è in forma, oppure l'arbitro è in forma e sbaglia, però a priori voler sbagliare è tutta un'altra cosa, mi taglierei le mani mi creda... Ecco, questo filo che ho con Lei vorrei tenerlo fino a giugno, Dottore....
Gallliani: No no no, ma poi si vedrà.... adesso vediamo la fine del campionato... con i giusti equilibri....
Bergamo: Mi faccia sentire un po' il suo calore il suo calore in questo momento perché....
Galliani: Assolutamente....
Bergamo: Sono solo, non solo, meno che solo....
Galliani: Ma no no, ci sono io.
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Mazzei: «Sono in macchina che vado a Coverciano».
Facchetti: «Sceglili bene per domenica sera eh...».
Mazzei: «Il numero 1 e il numero 2, da quello che penso, Ivaldi e Pisacreta».
Facchetti: «Ivaldi e Pisacreta?».
Mazzei: «Eh sono il numero 1 e il numero 2».
Facchetti poi aggiunge: «Sì certo, e il numero 1 degli arbitri...».
Mazzei: «Eh sì, speriamo che ci caschi con questo sorteggio del cavolo, che ci caschi il numero 1».
Facchetti: «No lì non devono fare i sorteggi, ci devono».
Mazzei: «Come si fa Giacinto, purtroppo ci vuole fortuna».
Facchetti: «Ma dai...».
Mazzei: «Ti dico la verità, qui un sorteggio lo fa un giornalista, devono studiare una griglia e le possibilità sono più alte».
I guardalinee scelti per l’incontro tra Inter e Juventus, il 28 novembre del 2004, furono Ivaldi e Pisacreta. L’arbitro sorteggiato fu Rodomonti
PER CHI HA PROBLEMI DI CAPELLI....
10 APRILE 2005 ORE 15.46, DURATA CONVERSAZIONE 7.28 TRA L'EX ARBITRO  PASQUALE RODOMONTI E L'ADDETTO AGLI ARBITRI DEL MILAN LEONARDO MEANI:
Rodomonti: Grande!!
Meani: Ohee!! Allora?
Rodomonti: Tutto a posto, no?
Meani: "Tutto a posto! Non sei contento? T'ho fatto anche prendere 7 da Cecere che t'ha scritto anche che sei preparato atleticamente, c...o
Rodomonti: risata...
Meani: P*****A vacca, grande prestazione atletica... che roba!
Rodomonti: Quindi...
Rodomonti: Io ho letto solo la Gazzetta dello Sport ed il Corriere dello Sport, gli altri non l'ho letti ma credo che siano tutti sullo stesso andazzo, no?
Meani: Perchè anche quella roba là che la menavano sul calcio di rigore...ma è ad un metro ed è pure girato...ma sono quelle polemiche stupide solite perchè c'è di mezzo il Milan...e allora...
Rodomonti: tutto a posto
Meani: Tutto a posto... tutto a posto.. ohee comunque guarda che mi ha telefonato il mio Presidente che ti dà l'indirizzo e ti manda a fare anche a te il trapianto in Svizzera dei capelli.
Rodomonti: Grande!!
Meani: Ohee!! Allora?
Rodomonti: Tutto a posto, no?
Meani: "Tutto a posto! Non sei contento? T'ho fatto anche prendere 7 da Cecere che t'ha scritto anche che sei preparato atleticamente, c...o
Rodomonti: risata...
Meani: P*****A vacca, grande prestazione atletica... che roba!
Rodomonti: Quindi...
Rodomonti: Io ho letto solo la Gazzetta dello Sport ed il Corriere dello Sport, gli altri non l'ho letti ma credo che siano tutti sullo stesso andazzo, no?
Meani: Perchè anche quella roba là che la menavano sul calcio di rigore...ma è ad un metro ed è pure girato...ma sono quelle polemiche stupide solite perchè c'è di mezzo il Milan...e allora...
Rodomonti: tutto a posto
Meani: Tutto a posto... tutto a posto.. ohee comunque guarda che mi ha telefonato il mio Presidente che ti dà l'indirizzo e ti manda a fare anche a te il trapianto in Svizzera dei capelli.
CIBE, COSI' NO!
Mazzei: «Sono in macchina che vado a Coverciano».
Facchetti: «Sceglili bene per domenica sera eh...».
Mazzei: «Il numero 1 e il numero 2, da quello che penso, Ivaldi e Pisacreta».
Facchetti: «Ivaldi e Pisacreta?».
Mazzei: «Eh sono il numero 1 e il numero 2».
Facchetti poi aggiunge: «Sì certo, e il numero 1 degli arbitri...».
Mazzei: «Eh sì, speriamo che ci caschi con questo sorteggio del cavolo, che ci caschi il numero 1».
Facchetti: «No lì non devono fare i sorteggi, ci devono».
Mazzei: «Come si fa Giacinto, purtroppo ci vuole fortuna».
Facchetti: «Ma dai...».
Mazzei: «Ti dico la verità, qui un sorteggio lo fa un giornalista, devono studiare una griglia e le possibilità sono più alte».
Facchetti: «Sceglili bene per domenica sera eh...».
Mazzei: «Il numero 1 e il numero 2, da quello che penso, Ivaldi e Pisacreta».
Facchetti: «Ivaldi e Pisacreta?».
Mazzei: «Eh sono il numero 1 e il numero 2».
Facchetti poi aggiunge: «Sì certo, e il numero 1 degli arbitri...».
Mazzei: «Eh sì, speriamo che ci caschi con questo sorteggio del cavolo, che ci caschi il numero 1».
Facchetti: «No lì non devono fare i sorteggi, ci devono».
Mazzei: «Come si fa Giacinto, purtroppo ci vuole fortuna».
Facchetti: «Ma dai...».
Mazzei: «Ti dico la verità, qui un sorteggio lo fa un giornalista, devono studiare una griglia e le possibilità sono più alte».
BERGAMO A PEZZI
Bergamo: "Sono a pezzi per il Milan"
Quando si dice un uomo per tutte le stagioni. Paolo Bergamo era il designatore che parlava, rassicurava, alludeva, anticipava, pietiva. Il designatore solidale: preferibilmente con Juve, Inter e Milan. Il bello è che in tutti i verbali, negli interrogatori di Calciopoli, Bergamo lo ha sempre candidamente ammesso. Bergamo non ha mai nascosto di aver parlato costantemente con tanti. Gli telefonavano Moggi, Moratti, Facchetti, Meani, Galliani, pure Cellino, Foti, Pradè. Chissà quanti altri verranno fuori, con la nuova ondata di intercettazioni. Fa specie sentire quello che risponde Bergamo a Moggi, quello che si racconta con Facchetti («La partita la vinciamo insieme»), oppure quando discute di griglie arbitrali con Meani o quando implora una parola d’affetto a Galliani («Mi faccia sentire un po’ il suo calore»). I legali di Moggi non hanno dubbi: tutte questioni inerenti all’articolo 1 (slealtà sportiva), per quel che concerne la giustizia sportiva. Fa sorridere pure come, quasi folgorato, Paolo Bergamo si scopra tifosissimo del Milan. Di più. È addirittura una questione di famiglia.
La passione per il Milan, di tutta la famiglia Bergamo, è confermata nella telefonata che riceve da Adriano Galliani, il 17 maggio del 2005. Sono le 10 51'20''.
Bergamo: «Pronto?».
Galliani: «Sono Galliani, buongiorno».
Bergamo: «Buongiorno dottore come va?».
Galliani: «L'ho cercata molte volte ieri sera ma era sempre occupato».
Bergamo: «Non mi sono ancora ripreso dall'altra domenica (8 maggio 2005 Milan-Juventus 0-1, gol di Trezeguet). E questo purtroppo è stato un trauma che in famiglia ha lasciato il segno. Pensavamo tutto...».
Galliani: «Anche noi, anche noi».
Bergamo: «Pensavamo tutto fuori che quello, se andava male, male, male potevamo pareggiare ma insomma».
Galliani: «E pareggiando avremmo vinto anche a Lecce (finì 2 a 2) perché non avremmo mollato, perché se avessimo pareggiato con la Juve rimanevamo in testa alla classifica e a Lecce vincevamo di sicuro perché la partita era abbordabile».
Bergamo: «Ma può darsi che Ancelotti si sia fidato troppo dei suoi uomini non ha considerato che Seedorf e Pirlo non stavano troppo bene».
Galliani: «Da oggi parte l'operazione Istanbul... domenica brutto».
Bergamo: «Ecco, Lecce. Quando un presidente di una società (Semeraro ndr) si permette di dare una responsabilità ad un arbitro per le intemperanze dei tifosi e le reazioni dei giocatori».
Galliani: «Ma poi urla e grida negli spogliatoio, nell'intervallo una vergogna (nell'intervallo padre e figlio vengono aggrediti con insulti ndr)».
Bergamo: «Sì, Trefoloni me ne ha parlato ma poi la Domenica Sportiva dove si è detto di tutto e di più».
In merito a Lecce-Milan 2-2 è presente agli atti un sms inviato il 13 maggio, alle 11,20, da parte di Martino Manfredi, allora segretario della Can, a Meani, dirigente rossonero. Si legge testuale, in relazione a chi arbitrerà Lecce-Milan: «Trefo… non mollate vi prego, siamo tutti con voi». Manfredi compare in diverse intercettazioni, soprattutto via sms, come l'informatore di molti club.
Altre curiosità del processo. Secondo la difesa di Moggi, nelle informative sviluppate dal tenente colonnello Auricchio ci sarebbero alcune incongruenze che, negli atti accusatori, risultano determinanti. La prima riguarda un'ammonizione, definita «dolosa», a Simone Inzaghi in Sampdoria-Siena del 30-01-2005, 1 a 1. Il giocatore viene squalificato per Juventus-Sampdoria. Per i carabinieri questa partita finì 1 a 0 per la Juventus ed è un capo d’imputazione. In realtà la Juve perse 0 a 1, gol di Diana al 33', quel 2 febbraio del 2005. Il secondo errore, altro capo d’imputazione, è che in Udinese-Brescia, terminata 1 a 2 per il Brescia, l'arbitro Dattilo avrebbe ammonito Muntari, Pinzi, Di Michele, teoricamente in diffida, ed espulso Jankulovski per favorire la Juventus. La domenica successiva la Juve vince 1 a 0 contro l'Udinese. Jankulovski non giocò, per l'espulsione, mentre gli altri tre giocarono regolarmente.
Fonte: La Stampa 6 aprile 2010
Quando si dice un uomo per tutte le stagioni. Paolo Bergamo era il designatore che parlava, rassicurava, alludeva, anticipava, pietiva. Il designatore solidale: preferibilmente con Juve, Inter e Milan. Il bello è che in tutti i verbali, negli interrogatori di Calciopoli, Bergamo lo ha sempre candidamente ammesso. Bergamo non ha mai nascosto di aver parlato costantemente con tanti. Gli telefonavano Moggi, Moratti, Facchetti, Meani, Galliani, pure Cellino, Foti, Pradè. Chissà quanti altri verranno fuori, con la nuova ondata di intercettazioni. Fa specie sentire quello che risponde Bergamo a Moggi, quello che si racconta con Facchetti («La partita la vinciamo insieme»), oppure quando discute di griglie arbitrali con Meani o quando implora una parola d’affetto a Galliani («Mi faccia sentire un po’ il suo calore»). I legali di Moggi non hanno dubbi: tutte questioni inerenti all’articolo 1 (slealtà sportiva), per quel che concerne la giustizia sportiva. Fa sorridere pure come, quasi folgorato, Paolo Bergamo si scopra tifosissimo del Milan. Di più. È addirittura una questione di famiglia.
La passione per il Milan, di tutta la famiglia Bergamo, è confermata nella telefonata che riceve da Adriano Galliani, il 17 maggio del 2005. Sono le 10 51'20''.
Bergamo: «Pronto?».
Galliani: «Sono Galliani, buongiorno».
Bergamo: «Buongiorno dottore come va?».
Galliani: «L'ho cercata molte volte ieri sera ma era sempre occupato».
Bergamo: «Non mi sono ancora ripreso dall'altra domenica (8 maggio 2005 Milan-Juventus 0-1, gol di Trezeguet). E questo purtroppo è stato un trauma che in famiglia ha lasciato il segno. Pensavamo tutto...».
Galliani: «Anche noi, anche noi».
Bergamo: «Pensavamo tutto fuori che quello, se andava male, male, male potevamo pareggiare ma insomma».
Galliani: «E pareggiando avremmo vinto anche a Lecce (finì 2 a 2) perché non avremmo mollato, perché se avessimo pareggiato con la Juve rimanevamo in testa alla classifica e a Lecce vincevamo di sicuro perché la partita era abbordabile».
Bergamo: «Ma può darsi che Ancelotti si sia fidato troppo dei suoi uomini non ha considerato che Seedorf e Pirlo non stavano troppo bene».
Galliani: «Da oggi parte l'operazione Istanbul... domenica brutto».
Bergamo: «Ecco, Lecce. Quando un presidente di una società (Semeraro ndr) si permette di dare una responsabilità ad un arbitro per le intemperanze dei tifosi e le reazioni dei giocatori».
Galliani: «Ma poi urla e grida negli spogliatoio, nell'intervallo una vergogna (nell'intervallo padre e figlio vengono aggrediti con insulti ndr)».
Bergamo: «Sì, Trefoloni me ne ha parlato ma poi la Domenica Sportiva dove si è detto di tutto e di più».
In merito a Lecce-Milan 2-2 è presente agli atti un sms inviato il 13 maggio, alle 11,20, da parte di Martino Manfredi, allora segretario della Can, a Meani, dirigente rossonero. Si legge testuale, in relazione a chi arbitrerà Lecce-Milan: «Trefo… non mollate vi prego, siamo tutti con voi». Manfredi compare in diverse intercettazioni, soprattutto via sms, come l'informatore di molti club.
Altre curiosità del processo. Secondo la difesa di Moggi, nelle informative sviluppate dal tenente colonnello Auricchio ci sarebbero alcune incongruenze che, negli atti accusatori, risultano determinanti. La prima riguarda un'ammonizione, definita «dolosa», a Simone Inzaghi in Sampdoria-Siena del 30-01-2005, 1 a 1. Il giocatore viene squalificato per Juventus-Sampdoria. Per i carabinieri questa partita finì 1 a 0 per la Juventus ed è un capo d’imputazione. In realtà la Juve perse 0 a 1, gol di Diana al 33', quel 2 febbraio del 2005. Il secondo errore, altro capo d’imputazione, è che in Udinese-Brescia, terminata 1 a 2 per il Brescia, l'arbitro Dattilo avrebbe ammonito Muntari, Pinzi, Di Michele, teoricamente in diffida, ed espulso Jankulovski per favorire la Juventus. La domenica successiva la Juve vince 1 a 0 contro l'Udinese. Jankulovski non giocò, per l'espulsione, mentre gli altri tre giocarono regolarmente.
Fonte: La Stampa 6 aprile 2010
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domenica, aprile 04, 2010
IL RITORNO
Sembrava ormai inutile tenere aperto un blog che tratta un argomento che i media avevano ormai coperto dalle solite colate di sabbia, invece sembra che qualcosa si sia pian piano mosso. Non che questo abbia provocato lo sdegnamento di giornalisti e istituzioni, non che questo abbia anche solo fatto insorgere il dubbio che "così fan tutte", ma tant'è. La nostra battaglia continua, ora più che mai!
giovedì, settembre 03, 2009
lunedì, agosto 31, 2009
ROMA-JUVENTUS 1-3
Eccola la Juve che volevamo, quella che abbiamo sognato e per la quale abbiamo sofferto in estate. A dirla tutta servirebbero due esterni di difesa nuovi per la perferzione, ma il resto è da applausi. Su tutti Diego, ormai consacrato da tutti come nuovo fenomeno. A Roma il brasiliano gioca una partita imperiale, segnando due gol e creando sempre pericoli alla porta giallorossa.
Quasi tutti i grandi campioni hanno faticato, s enon fallito, al primo anno in serie A, ma Diego sembra davvero essersi calato perfettamente nella nuova realtà, asusmendo immediatamente il controllo della squadra; il che può essere un pericolo se si delega tutto a lui. Ergo, non bisogn diventare Diego-dipendenti...
Per il resto non mi convince ancora Buffon, troppo insicuro, e i terzini, mentre la coppia centrale, i 3 mediani e le due punte hanno risposto ancora una volta presente all'appuntamento.
Ora c'è la pausa, ma poi si torna a Roma contro una Lazio che come noi è a punteggio pieno: 3 punti suonerebbero ocme la vera rinascita juventina dopo Farsopoli!
Queste le mie perosnalissime pagelle:
Buffon 6
Grygera 5,5
Cannavaro F. 7
Chiellini 7
De Ceglie 6
Felipe Melo 7,5
Tiago 7
Marchisio 6,5
Diego 9
Amauri 7
Iaquinta 6,5
Legrottaglie 6
Camoranesi 6,5
Poulsen s.v.
All. Ferrara 7
Voto generale alla prestaizone della Juve: 7,5.
Arbitro Sig. Rocchi 5,5. Non mi è piaciuta la gestione dei cartellini e la disparità di trattamento. I giallorossi hanno menato per tutta la partita e si sono visti solo 3 cartellini, contro i 4 mostrati ai bianconeri e come al solito Diego è stato massacrato. Inoltre manca un rosso a protettissimo Totti.
Il protagonista: DIEGO. Avevo predetto che il brasiliano sarebbe finito speso in questo spazio, ed è già la seconda volta in due partite ufficiali. La sua partita è l'essenza del caclio moderno: classe, aggressività, senso della posizione. Mamma mia che giocatore!
Quasi tutti i grandi campioni hanno faticato, s enon fallito, al primo anno in serie A, ma Diego sembra davvero essersi calato perfettamente nella nuova realtà, asusmendo immediatamente il controllo della squadra; il che può essere un pericolo se si delega tutto a lui. Ergo, non bisogn diventare Diego-dipendenti...
Per il resto non mi convince ancora Buffon, troppo insicuro, e i terzini, mentre la coppia centrale, i 3 mediani e le due punte hanno risposto ancora una volta presente all'appuntamento.
Ora c'è la pausa, ma poi si torna a Roma contro una Lazio che come noi è a punteggio pieno: 3 punti suonerebbero ocme la vera rinascita juventina dopo Farsopoli!
Queste le mie perosnalissime pagelle:
Buffon 6
Grygera 5,5
Cannavaro F. 7
Chiellini 7
De Ceglie 6
Felipe Melo 7,5
Tiago 7
Marchisio 6,5
Diego 9
Amauri 7
Iaquinta 6,5
Legrottaglie 6
Camoranesi 6,5
Poulsen s.v.
All. Ferrara 7
Voto generale alla prestaizone della Juve: 7,5.
Arbitro Sig. Rocchi 5,5. Non mi è piaciuta la gestione dei cartellini e la disparità di trattamento. I giallorossi hanno menato per tutta la partita e si sono visti solo 3 cartellini, contro i 4 mostrati ai bianconeri e come al solito Diego è stato massacrato. Inoltre manca un rosso a protettissimo Totti.
Il protagonista: DIEGO. Avevo predetto che il brasiliano sarebbe finito speso in questo spazio, ed è già la seconda volta in due partite ufficiali. La sua partita è l'essenza del caclio moderno: classe, aggressività, senso della posizione. Mamma mia che giocatore!
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Calcio giocato,
JUVE FOREVER,
Miei pensieri,
serie A
lunedì, agosto 24, 2009
BUONALA PRIMA, MA CHE FATICA!
Parte bene la stagione bianconera, masi è faticato piùdel previsto a battere un Chievo molto in palla. Primo tempo molto positivo, con un Diego sontuoso e un Amauri sugli scudi, ripresa in apnea totale ma alla fine arrivano tre punti tutto sommato meritati.
La cosa chiara è che la luce di questa squara è il brasiliano Diego, vera delizia per gli occhi. Infatti, calato fisicamente lui, la squadra si è spenta e ha subito il ritorno dei clivensi.
In ogni caso è una buona vittoria, dato che l'Inter non è andato oltre l'1-1 casalingo con il neopromosso Bari, i viola hanno pareggiato a Bologna e la Roma ha perso a Genova. Domenica sarà una giornata che dirà molto su qusto inizio di campionato, dato che ci sarà il derby milanese e Roma-Juventus: noi recupereremo Felipe Melo e se dovessero arrivare 3 punti prima della pausa sarebbe l'inizio perfetto.
Queste le mie personalissime pagelle:
Buffon 6
Grygera 5
Cannavaro 7
Chiellini 6
Salihamidzic 6
Poulsen 5,5
Tiago 6
Marchisio 6,5
Diego 7,5
Amauri 7
Iaquinta 7
De Ceglie 6
Marrone 6
Camoranesi s.v.
All. Ferrara 6,5
Voto generale alla prestazione della Juve: 6+
Arbitro Sig. Gava 5,5 - Ferma Pellissier in posizione regolarissima, non concede un rigore ai bianconeri per mano in aria di Yepes su assist di Marrone.
Il protagonista: DIEGO. A mio avviso sarà molte volte il protagonista: come ho detto è la luce della Juve, le migliori giocate passano dai suoi piedi. Non è ancora in perfetta condizione, ma palla al piede crea sempre un pericolo. Benvenuto, nuovo messia!
La cosa chiara è che la luce di questa squara è il brasiliano Diego, vera delizia per gli occhi. Infatti, calato fisicamente lui, la squadra si è spenta e ha subito il ritorno dei clivensi.
In ogni caso è una buona vittoria, dato che l'Inter non è andato oltre l'1-1 casalingo con il neopromosso Bari, i viola hanno pareggiato a Bologna e la Roma ha perso a Genova. Domenica sarà una giornata che dirà molto su qusto inizio di campionato, dato che ci sarà il derby milanese e Roma-Juventus: noi recupereremo Felipe Melo e se dovessero arrivare 3 punti prima della pausa sarebbe l'inizio perfetto.
Queste le mie personalissime pagelle:
Buffon 6
Grygera 5
Cannavaro 7
Chiellini 6
Salihamidzic 6
Poulsen 5,5
Tiago 6
Marchisio 6,5
Diego 7,5
Amauri 7
Iaquinta 7
De Ceglie 6
Marrone 6
Camoranesi s.v.
All. Ferrara 6,5
Voto generale alla prestazione della Juve: 6+
Arbitro Sig. Gava 5,5 - Ferma Pellissier in posizione regolarissima, non concede un rigore ai bianconeri per mano in aria di Yepes su assist di Marrone.
Il protagonista: DIEGO. A mio avviso sarà molte volte il protagonista: come ho detto è la luce della Juve, le migliori giocate passano dai suoi piedi. Non è ancora in perfetta condizione, ma palla al piede crea sempre un pericolo. Benvenuto, nuovo messia!
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NON UN EURO ALLA GAZZETTA!!!



