lunedì, dicembre 22, 2008

QUELLO CHE I MEDIA NON DICONO

L'Avv. Prioreschi smonta calciopoli. Scomodo per i media


Maurilio Prioreschi
Terzo appuntamento con "Parola alla difesa", il ciclo di interviste di ju29ro.com che si propone di indagare ragioni e argomenti della difesa degli imputati nei processi originatisi dalle inchieste delle procure di Roma e Napoli, che hanno portato alle sentenze sportive dell'estate 2006.
Questa volta a rispondere alle nostre domande è l'Avvocato Maurilio Prioreschi, difensore di Luciano Moggi nel processo di Napoli e di Franco Zavaglia nel processo GEA. Decano della professione e, senza iperboli, uno dei professionisti più apprezzati e stimati nel panorama giudiziario italiano, ha risposto alle nostre domande, affrontando a 360 gradi gli argomenti dei due processi.
L'avvocato Prioreschi direbbe le stesse cose ai media tradizionali, giornali e tv, se sentissero il dovere deontologico di dare spazio anche alle difese anziché fare solo da cassa di risonanza dell'accusa.
Noi sentiamo il dovere di farlo. Ai nostri lettori l'invito a diffondere questa intervista nei modi che riterranno più opportuni.

PROCESSO GEA.

Associazione a delinquere finalizzata all'illecita concorrenza. Tre associati - Moggi padre e figlio, e il suo assistito Franco Zavaglia - cui viene imputato un potere di controllo sul mercato delle procure calcistiche. Non sono troppo pochi per un'impresa del genere?
Anzitutto è bene precisare che la contestazione di associazione a delinquere così come ipotizzata dal P.M. è incomprensibile e irrealizzabile. Per la prima volta, credo, nella storia giudiziaria di questo paese, sono state inserite nella imputazione delle violazioni di norme estranee al diritto penale. Mi riferisco agli artt.li 3 comma 4 e 7 del regolamento degli agenti dei calciatori. Che poi abbiamo scoperto dall’esame di tutti i testi escussi a dibattimento, essere la prassi di tutto il calcio italiano. La finalità dell’associazione sarebbe stata quella di acquisire il maggior numero di procure sportive. Abbiamo accertato che la GEA al momento della sua costituzione aveva avuto in “dote” dalla “Football Management” srl 118 procure di calciatori professionisti (serie A, B e C). Alla data della liquidazione dopo cinque anni era arrivato a circa 170 procure.
I calciatori professionisti in Italia sono circa 4.000. Il controllo del calcio si sarebbe dovuto realizzare con l’acquisizione delle procure di calciatori come Gatti, Tedesco, Baiocco, Amoroso e due giovani russi sconosciuti. Credo che ogni commento sia superfluo. Poi una volta acquisito questo gran numero di procure, l’associazione avrebbe perseguito l’ulteriore scopo di controllare le squadre del campionato di calcio.
E quali sarebbero queste squadre? Siena Messina, Reggina, Crotone e Avellino. Il P.M. non ha messo nemmeno la Juve. Il potente Moggi che, per stessa ammissione del P.M., non riusciva a controllare nemmeno la squadra di cui era direttore generale. Anche qui offenderei l’intelligenza di chi legge se commentassi queste circostanze. La creazione della GEA, secondo l’ipotesi accusatoria, doveva servire per unire il mondo del calcio a quello politico e imprenditoriale. Solo che per gli esponenti di quel mondo politico e imprenditoriale è stato lo stesso P.M. a chiedere l’archiviazione. Sono rimasti quindi gli organizzatori Luciano Moggi, Alessandro Moggi e Francesco Zavaglia, tre generali senza un esercito.

L'archiviazione di alcune posizioni in fase preliminare, nonché i passaggi procedurali che hanno viceversa portato gli attuali imputati a saltare l'udienza preliminare chiedendo il giudizio immediato (l'unico rinviato a giudizio è Davide Lippi, come ci fa notare l'avv. Prioreschi), hanno destato delle perplessità nelle difese. Potrebbe spiegarci, senza troppi tecnicismi, il perché?
L’ipotesi dell’accusa è che con la GEA non sia stata costituita una società, ma sia stata creata una associazione a delinquere. Allora non si capisce perché sono stati esclusi da questa associazione proprio i soci fondatori e di maggioranza.

Il reato contestato è quello previsto dall'art.513 bis: quanti sono i precedenti giudiziari a riguardo? (parli anche di quello che Le ha risposto il presidente del Tribunale)
I precedenti in materia di art. 513 bis c.p. sono meno di venti e tutti, tranne un paio, in contesti di criminalità organizzata. In tutti i casi conosciuti le forme di intimidazione sono state quelle tipiche delle organizzazioni criminali (incendi, esplosioni di ordigni, danneggiamenti, violenza alle persone). Agli imputati viene contestata una minaccia implicita e indiretta che ancora non abbiamo capito in cosa sia consistita. Lo stesso Presidente su mia richiesta ha affermato che questo era il primo processo che faceva per 513 bis c.p.

La prova principe dell'accusa: il famoso "pizzino" trovato nell'ufficio del suo assistito, Franco Zavaglia. La nostra interpretazione è che sia invece un gesto di responsabilità per frenare il troppo zelo di associati particolarmente intraprendenti. Una prova scagionante, insomma. Ci sbagliamo?
Non sbagliate. A parte il fatto che è stato accertato inconfutabilmente che quel manoscritto risale a molto tempo prima della costituzione della GEA. L’appunto è formato da cinque pagine manoscritte. Il P.M. ha estrapolato due righe. Basta leggerlo per capire che il suo significato è l’esatto contrario di quanto sostenuto dall’accusa. Io più che di prova principe parlerei di disperazione accusatoria.

Alla GEA viene associata una grande influenza all'interno delle società di calcio: in particolare il suo assistito viene indicato come l'uomo di Moggi nell'ambiente romano. In realtà la situazione in casa giallorossa non sembrava affatto favorevole. Dai tempi in cui Totti rescisse unilateralmente il contratto - con l'arbitrato che poi darà ragione a Zavaglia - alla telefonata con Brambati in cui apprendiamo delle particolari difficoltà di Aquilani, Corvia e D'Agostino, suoi assistiti. Un allenatore della GEA, Del Neri (legato a Brambati), non li fa giocare. Il potenziale di condizionamento della GEA è una favola?
Che Franco Zavaglia fosse uomo di Moggi nell’ambiente romano è una mera ipotesi investigativa avanzata dal Maggiore Auricchio e alla quale lo stesso, rispondendo alle mie domande, non è stato in grado ancorare un solo riscontro fattuale. Lo stesso Baldini ha riferito che il Presidente Sensi aveva dato disposizioni affinché a Zavaglia non fosse consentito l’accesso a Trigoria. Il condizionamento della GEA non è l’unica favola di questo processo.

Dalle intercettazioni traspare l'inimicizia dichiarata tra il suo assistito e il ds della Roma, Franco Baldini. Nel processo in corso, Baldini è la superstar dell'accusa, insieme ad Antonelli. Abbiamo scoperto, in aula, della sua frequentazione con chi ha diretto le indagini, il maresciallo Auricchio. Al di là della legittimità degli incontri, quale l'attendibilità di un testimone che a domanda ha negato tale conoscenza?
Non solo Baldini ha negato di conoscere Auricchio mentre questi lo ha definito suo amico, ma ha anche negato di averci parlato informalmente tra l’agosto 2004 e l’aprile 2005, in piena indagine di Calciopoli, circostanza ammessa invece dall’Auricchio. Ma ha anche omesso di dire che ha “consigliato” ad Antonelli di andare a parlare con Auricchio. E Auricchio ha negato di conoscere Antonelli, mentre Antonelli ha ammesso di aver preso qualche caffè con il maggiore dei C.C., che gli avrebbe anche rivelato che stava facendo una indagine sul calcio. Andate a rileggere l’intercettazione del 17 ottobre 2004 tra Stefano Antonelli e Alessandro Moggi. E’ agghiacciante. A tale data l’Antonelli conosceva che nel codice penale esisteva l’art. 513 bis e voleva parlare con Alessandro “per non far diventare la cosa solo concorrenziale”. Come faceva?
Pochi addetti ai lavori conoscevano quel reato. E questo la dice lunga non solo sulla attendibilità.

Avete proceduto, come preannunciato, alla denuncia di Franco Baldini per falsa testimonianza? In merito a quali fatti da lui raccontati?
Stiamo aspettando la fine del processo per una valutazione complessiva delle dichiarazioni di alcuni testimoni e sui loro rapporti nel corso delle indagini.

La querela presentata da Moggi all'attenzione del pm Simona Maisto, per una presunta pressione fatta da Antonelli a Mario Auriemma, dirigente sportivo, per denunciare lo stesso Moggi a Roma e a Napoli in cambio di favori e facilitazioni nei rapporti di lavoro, non è stata infine allegata agli atti del processo. Decisione discutibile?
E’ una decisione formalmente corretta.

Abbiamo ascoltato il suo assistito, in una telefonata con Leonardi, asserire che con Luciano Moggi non si sentiva mai e, legittimamente, criticare le sue scelte professionali. La questione delle cravatte Marinella vale più di queste parole?
La questione delle cravatte di Marinella è un altro sintomo della disperazione accusatoria. Non vale la pena perderci tempo.

Ancora, ascoltiamo Franco Zavaglia dire che Alessandro Moggi è stufo della GEA e dei problemi sollevati, e vuole uscirne. Strana associazione a delinquere finalizzata all'illecita concorrenza quella in cui gli azionisti non vedono l'ora di andarsene, non trova?
Guardi, Franco Zavaglia non era nemmeno favorevole alla costituzione della GEA.

Conflitti di interesse. Tra i tanti presenti nel mondo del pallone, l'unico esistente sembra essere quello dei Moggi. In realtà vi è una qualche legge a regolamentare questi casi?
Basta andare a rileggersi la deposizione dell’avv. Bordonaro e dello stesso Baldini per rendersi conto di quanti padri e figli operassero e operino tuttora nel mondo del calcio. Il conflitto di interessi è disciplinato dal regolamento agenti dei calciatori all’art. 15. L’articolo impone all’agente di comunicare la situazione di conflitto d’interessi al calciatore, che ne prende atto e autorizza o non autorizza per iscritto le trattative con la società ove il cui dirigente è parente dell’agente. Gli ufficiali di P.G. che hanno svolto le indagini e sono stati sentiti come testimoni hanno dichiarato che la GEA ha sempre operato nel pieno rispetto dei regolamenti.

Spesso ascoltiamo i presidenti delle squadre dire che il problema del calcio è l'avidità dei procuratori. Un buon pulpito per la predica? E i giocatori: anime belle plagiate dagli impresari o sono più scafati di quello che si pensa?
I calciatori certamente non sono l’anello debole della catena come sostenuto dal P.M. Io ritengo che abbiano un forte potere contrattuale. Il procuratore è l’interprete delle esigenze del calciatore.

Molti testimoni dell'accusa hanno di fatto, con le loro dichiarazioni, scagionato gli imputati. Il pm, dopo averne incriminati per reticenza e calunnia diversi, ha poi detto che "i calciatori hanno edulcorato le proprie dichiarazioni".
Nessun calciatore e nessun testimone ha edulcorato precedenti dichiarazioni. La prova di questo sta nel fatto che il P.M. praticamente non ha mai usato lo strumento della contestazione, che è il rimedio previsto dal codice quando in dibattimento si rendono dichiarazioni difformi rispetto a quelle rese nella fase delle indagini preliminari.

Nella sua arringa finale incalza il PM: "Zavaglia è stato scambiato per un'altra persona e quindi il pubblico ministero doveva richiedere l'assoluzione con formula piena". Ci spiega il senso?
A Franco Zavaglia è stato contestato anche di aver avuto un ruolo nella vicenda del calciatore Giovanni Tedesco. Si è trattato di un errore di persona, riconosciuto dallo stesso P.M. in sede di requisitoria. Solo che nel chiedere l’assoluzione per Zavaglia per questo fatto, il P.M. ha chiesto la formula prevista dall’art. 530 2° comma cpp, la vecchia insufficienza di prove per intenderci. Mi pare che la formula corretta sia quella del 530 comma 1° cpp. Non aggiungo altro.

Nel processo alla GEA, la Pubblica Accusa è presieduta dal Presidente dell'ANM: potrebbe avere questa carica, di per sé, riflessi sul verdetto del Collegio Giudicante?
Certamente no.

IL PROCESSO CALCIOPOLI, DI NAPOLI.

L'arringa davanti al GUP. Ci spieghi perché, in sostanza, Luciano Moggi non doveva nemmeno essere rinviato a giudizio.
A Napoli ho sostenuto, e, conoscendo gli atti, ne sono convinto, che quella di Luciano Moggi era la posizione processuale più leggera di tutte. Non c’è una sola telefonata o un messaggio di Moggi con un arbitro o un assistente. Per altri si. A dimostrazione di questo vi è anche il fatto che la C.A.F. e la C.G.F. non lo hanno ritenuto responsabile di singoli illeciti sportivi.
Il reato di frode sportiva si può realizzare attraverso due condotte:
A) attraverso l’offerta o la promessa di denaro o altra utilità;
B) ovvero con il compimento di atti fraudolenti.
Entrambe le condotte devono essere finalizzate ad alterare il risultato di una gara. Ebbene, a Napoli hanno contestato la seconda ipotesi e cioè gli atti fraudolenti, non avendo alcuna prova di una corruttela degli arbitri. In realtà, nei capi d’imputazione di Napoli, il più delle volte non vengono indicati quali sarebbero gli atti fraudolenti (capi c), d), m), o), p), r), z)). Soltanto in alcuni casi vengono indicati come fraudolenti i sorteggi, le griglie o le ammonizioni mirate. Ma non si dice come. Solo che, se il sorteggio fosse stato taroccato, i primi ad essere imputati dovevano essere coloro che pescavano le palline, e l’ammonizione mirata non ha la caratteristica di atto fraudolento, ma tutt’al più dovrebbe essere il risultato di un accordo a monte con l’arbitro, di cui però non c’è la prova. Quindi, così come contestati, i reati non sussistono.

Sempre durante l'udienza preliminare, Lei ha sostenuto che "le intercettazioni di queste indagini sono inutilizzabili, non sono state registrate dal server centrale dalla Procura di Roma, ma direttamente dal centro operativo dei carabinieri di Roma". Narducci ha negato. Può chiarire la questione?
La Procura di Napoli aveva disposto che le intercettazioni venissero eseguite presso la sala ascolti della Procura di Roma, con il sistema SITO, preso in affitto dalla società TRS di Roma, autorizzando contestualmente i C.C. al riascolto. La tecnica scelta dalla Procura di Napoli sarebbe stata quella della cosiddetta “remotizzazione”. In sostanza, attraverso il sistema SITO, fornito dalla società TRS di Roma, e la relativa installazione di un server presso la sala ascolti della Procura di Roma, sarebbe avvenuta la registrazione delle telefonate intercettate, che poi, attraverso un collegamento remoto, venivano inviate presso i carabinieri del reparto operativo per il riascolto. Tale sistema è stato ritenuto legittimo dalla Suprema Corte, che da ultimo, con la sentenza delle SS.UU. 26 giugno–23 settembre 2008 n. 36359 (risolvendo un contrasto giurisprudenziale), ha stabilito le condizioni per la utilizzabilità delle intercettazioni con il suddetto sistema della remotizzazione “…condizione necessaria per l’utilizzabilità delle intercettazioni è che la registrazione – che consiste nell’immissione nella memoria informatica centralizzata (server), dei dati captati nella centrale dell’operatore telefonico – sia avvenuto per mezzo degli impianti installati in Procura, anche se le operazioni di ascolto, verbalizzazione e riproduzione dei dati registrati siano eseguite negli uffici di polizia giudiziaria”.
A ben vedere, detta condizione stabilita dalle Sezioni Unite non si rinviene nel nostro caso. Vediamo perché.
A) In data 3 novembre 2004, i carabinieri di Roma hanno chiesto al P.M. di essere autorizzati al noleggio del sistema SITO da installarsi sia presso la sala intercettazione della Procura di Roma e presso il reparto operativo. La richiesta appare singolare e superflua in quanto il P.M. aveva già autorizzato il noleggio ed il riascolto in precedenza, in data 2 novembre 2004. In realtà la richiesta dimostra che i carabinieri dovevano in sostanza eseguire direttamente le intercettazioni presso il reparto operativo. E infatti, in calce alla richiesta del 3 novembre 2004, il P.M. scrive di suo pugno: “V° SI AUTORIZZA L’USO DEL SISTEMA SITO (DELLA TRS DI ROMA) PER L’ESECUZIONE DELLE INTERCETTAZIONI DI CUI AL DECRETO 2614/04 R. (16 UTENZE ). Napoli 4/11/04”. Quindi il P.M., con questo provvedimento, non autorizza il riascolto, che era già stato autorizzato in precedenza, ma autorizza i carabinieri a dotarsi del sistema per eseguire le intercettazioni su sedici utenze.
B) Tanto ciò è vero che, nel decreto esecutivo del 5 novembre 2004 ovvero del 15 giugno 2005 (il decreto reca due date), vi è una correzione a penna con asterisco e si autorizzano i carabinieri ad installare 18 linee con sistema SITO e a noleggiare detto sistema. Se i carabinieri avessero dovuto effettuare solo il riascolto non vi era la necessità di installare 18 linee telefoniche e di noleggiare il sistema SITO che è il server. Ed infatti l’installazione del server presso il reparto operativo sta ad indicare che la registrazione delle telefonate non avveniva per mezzo dell’impianto installato in Procura, che fungeva da mero ripetitore ma, direttamente in quello di cui si erano dotati i carabinieri. E’ noto infatti che per la remotizzazione è necessaria una sola linea e un semplice collegamento remoto a dei personal computer e che su una linea possono transitare oltre 150 numeri telefonici sottoposti ad intercettazione. Scrivono sul punto i Giudici delle SS.UU. nella sentenza citata: “Le operazioni di registrazione che in forza del terzo comma, parte prima, dell’art. 268 c.p.p., debbono essere compiute esclusivamente per mezzo degli impianti installati nella procura della Repubblica, consistono dunque… nella immissione dei dati (captati presso la centrale dell’operatore telefonico e trasmessi agli impianti in Procura), nella memoria informatica centralizzata (cosiddetto server) che si trova nei locali della Procura della Repubblica a ciò destinati. I menzionati apparati permettono altresì di remotizzare agevolmente (attraverso il sistema cosiddetto client-server) l’ascolto – nonché, volendo, anche una registrazione (ovviamente derivata da quella effettuata in Procura, e da non potersi a questa sostituire), deviando anche il flusso in entrata anche verso molteplici punti di ricezione, collocabili in qualsiasi luogo (e dunque anche all’esterno degli uffici di Procura) e collegati con il sistema centrale verso cui l’operatore telefonico ha trasmesso il flusso di dati captati. Spinta più oltre, la tecnica in questione può trasformare l’impianto presente in Procura in una sorta di mero ripetitore, utilizzato esclusivamente per l’instradamento del flusso di dati dall’operatore telefonico a quello di polizia, senza l’inserimento e la registrazione di quei dati nel server (memoria informatica centralizzata) esistente nei locali della Procura; infatti, è sufficiente che presso la Procura venga occupata una linea telefonica verso cui avviene la trasmissione dei dati captati dall’operatore telefonico, immediatamente resi disponibili in remoto: un’intercettazione così effettuata sarebbe certamente illegittima, con sanzione di inutilizzabilità”.
Questo è quanto avvenuto nel caso di specie.
C) Ed infatti, il precedente decreto esecutivo del 6 ottobre 2004, autorizzava i carabinieri a noleggiare per il riascolto 1 linea con il sistema SITO. E’ evidente la differenza tra i due decreti: in quello del 5 novembre 2004 (o 15 giugno 2005) non si parla di riascolto e si autorizza l’installazione di 18 linee. Per il riascolto è sufficiente una linea, come dimostra il decreto del 6 ottobre 2004. Quindi, mentre nel decreto del 5 novembre 2004-15 giugno 2005, si dice testualmente: “…letta la nota n. 554/11-4 datata 3 novembre 2004, con la quale la II Sezione del RONO Carabinieri di Roma chiede di essere autorizzato a servirsi per la ricerca delle prove, in nome e per conto di questo ufficio di 18 linee con sistema SITO…”; quello del 6 ottobre 2004 recita : “…letta la nota n. 5545-1 datata 05 ottobre 2004, con la quale la II Sezione del RONO Carabinieri di Roma chiede di essere autorizzato a servirsi per il RIASCOLTO delle prove, in nome e per conto di questo ufficio, di 1 linea con sistema SITO…”. Non v’è dubbio pertanto che con il decreto 5 novembre 2004-15 giugno 2005, il server veniva installato presso i carabinieri, e quindi non si trattava di riascolto ma di registrazione diretta delle intercettazioni che venivano deviate dall’impianto installato in procura che fungeva da mero ripetitore. Non è altrimenti spiegabile la circostanza che in Procura era installata una sola linea e presso il reparto operativo ben 18 linee e che la Procura ha dovuto emettere questo ulteriore decreto esecutivo, che com’è noto, non è necessario per giurisprudenza costante del Giudice di legittimità. Sulla base della giurisprudenza richiamata quindi, dette intercettazioni sono inutilizzabili per violazione dell’art. 268 comma 3 c.p.p..
D) Ma non basta. Tanto è vero che le intercettazioni sono state registrate e quindi eseguite presso il reparto operativo dei carabinieri di Roma che il gestore TIM comunica direttamente all’arma gli IMSI relativi alle utenze poste sotto intercettazione e non al CIT della Procura di Roma. E questo sin dal 12 ottobre 2004.
E) Ed ancora. Risulta dalle comunicazioni riservate che la Procura di Roma ha inviato ai gestori delle reti telefoniche che il centro intercettazioni incaricato era quello del R.O.N.O. e cioè Reparto Operativo, Nucleo Operativo dei Carabinieri di Roma e non il C.I.T. presso la procura di Roma che, quindi, come già detto ha fatto solo da “ripetitore”. Intercettazioni che come risulta da dette comunicazioni sin dal primo decreto e successive proroghe, sono state eseguite direttamente dai carabinieri. A maggiore conferma di tale tesi vi sono le ulteriori circostanze che sia la trascrizione delle intercettazioni, che la riproduzione su CD/DVD, operata quest’ultima, tra l’altro, non dalla P.G. ma dalla società TRS, sono avvenute presso il reparto operativo. La questione è molto tecnica e mi scuso se non può essere semplificata ulteriormente. (spiegazione nell'articolo collegato).

Come si prepara un processo che ha come oggetto una disciplina così aleatoria e che poco si presta a razionalizzazioni scientifiche come il calcio? Vedremo testimoniare moviolisti e esperti di Coverciano, oppure basterà qualcosa di meno?
I processi si preparano tutti allo stesso modo e cioè studiando le carte. Qui se vogliamo usare un termine calcistico si potrebbe giocare dire che noi giocheremo all’attacco senza nemmeno il timore di subire il contropiede avversario. Non vorrei essere il P.M. di questo processo.

Intercettazioni. Sui giornali ne sono finite alcune, quelle in apparenza più funzionali ai teoremi dell'accusa. Noi abbiamo letto e ascoltato tutte quelle utilizzate per il processo sportivo, e la situazione ci è apparsa completamente differente da quella prospettata dai media. Ma ancora sono una piccola parte del tutto. Durante il processo ne potremo ascoltare delle altre, a supporto delle tesi difensive? Qualche gustosa anticipazione?
Le intercettazioni sono decine di migliaia. Chiederemo che vengano trascritte tutte. Non posso fare anticipazioni.

Autorizzazioni ad intercettare. Franco Dal Cin e Armando Carbone sono testimoni dalla discutibile attendibilità. Eppure, come nel parallelo processo GEA, vengono immediatamente ritenuti totalmente credibili e le loro deposizioni danno il via a intercettazioni a tappeto. Nel caso di Carbone, non viene nemmeno trovato alcun elemento di accusa per Moggi. Il metodo degli inquirenti si presta a critiche? (anche in relazione alle proroghe)
Le intercettazioni sono state disposte a seguito dell’informativa del 18 settembre 2004 n. 554/5 firmata dal Maggiore Auricchio. All’informativa sono allegate solo le dichiarazioni di Aldo Spinelli, Canovi, Morabito e Massimo Cellino. Leggetele, non dicono nulla. Nell’informativa si richiamano le dichiarazioni di Dal Cin che non potevano neanche essere verbalizzate in quei termini perché contengono opinioni e voci correnti. C’è una norma del Codice di Procedura Penale che vieta questo: è l’art. 194. L’informativa non contiene accertamenti di P.G. ma valutazioni investigative utilizzate per suffragare le ipotesi investigative del Maggiore Auricchio. Non aggiungo altro e credo di essere stato chiaro.

Il Pm Narducci aveva pubblicamente affermato che la GEA aveva una "filosofia mafiosa". Alla sua querela è seguita richiesta di archiviazione da parte del Pm romano Rocco Fava in quanto “è corrispondente al significato tecnico (cioè giuridico) del termine mafioso e le dichiarazioni devono essere ritenute legittimo esercizio del diritto di manifestazione del pensiero in relazione a fatti, peraltro, di pubblico interesse”. Come commenta?
Mia figlia Claudia è iscritta al secondo anno della facoltà di giurisprudenza. Per sostenere l’esame di diritto pubblico ha dovuto fare una tesi scritta proprio sulla libera manifestazione del pensiero. Le ho consigliato di non riportare le tesi del P.M. Dr. Fava per evitare di essere bocciata. Così ha fatto e ha superato l’esame. Io da anni sono legale di alcuni giornalisti che assisto in processi di diffamazione a mezzo stampa e sono stati condannati per aver detto molto meno. Mi auguro che per il futuro per essi venga utilizzato lo stesso metro di giudizio visto che la legge è uguale per tutti.

Come procede invece la causa da voi intestata a L'Espresso che pubblicò il famoso Libro Nero del Calcio, anticipando intercettazioni e materiale informativo fino ad allora segreto? Furono violati i diritti degli imputati? Ad oggi qualcuno è stato indagato per la fuga di notizie?
La Procura di Roma ha aperto una inchiesta contro ignoti sulla fuga di notizie. Lei ha mai visto qualcuno indagato o condannato per fatti del genere?

A processo c'è Moggi, ma anche Meani. Bergamo è accusato di essersi mosso per avere favorito prima la Juve e tre giorni dopo il Milan. Le opzioni sono due: o le accuse non stanno in piedi o bisogna ricondurre tutto a una visione sistemica, che tenga conto della competitività dell'ambiente. In entrambi i casi la Cupola non esiste. Lei ha molto insistito, in fase preliminare, sulle peculiarità del sistema calcio e sulle sue carenze legislative. Può illustrare ai nostri lettori la sua visione?
Che le accuse non stiano in piedi è cosa certa. Che Moggi non sia la cupola è altrettanto certo. Che di questi fatti non dovrebbe occuparsi il giudice penale è un dato oggettivo.

Schede svizzere. Quale in termini giuridici la rilevanza come prova accusatoria per l'imputazione di associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva?
Il valore in termini probatori delle schede svizzere è pari a zero.

Schede svizzere. Le presunte 42 telefonate tra Moggi e Bertini prima di Juventus-Milan sono ormai considerate dai media come un fatto accertato. La difesa è in grado di smontare, portando dei controesempi, il cosiddetto "metodo delle celle" usato per associare ogni SIM ad ogni persona facente parte della presunta rete di comunicazione segreta?
Quella delle celle è un’altra ipotesi dei Carabinieri non suffragata da basi scientifiche. Le celle servono per individuare dove era la SIM al momento della telefonata. Certamente il sistema delle celle non può dire chi era la persona che in quel momento faceva la telefonata. Quindi non esistono le 42 telefonate di Moggi a Bertini. La difesa di Fabiani ha depositato una consulenza di parte che smonta con dati scientifici le ipotesi dei carabinieri. Le basti pensare che dallo sviluppo delle SIM svizzere è emerso che una SIM faceva nello stesso istante 7 o 8 telefonate. Le pare possibile?

Con i presunti possessori di schede svizzere la Juventus ha totalizzato una media-punti decisamente inferiore a quella ottenuta con gli altri direttori di gara. Stesso dicasi per il Messina di Fabiani, altro imputato. Hanno fatto qualche punto in più invece le concorrenti Milan e Inter. Un'associazione a delinquere finalizzata a perdere il campionato?
L’imputazione di associazione a delinquere di Napoli è ancora più incomprensibile di quella di Roma. Basta leggerla. Vi sono indicate le squadre amiche che invece poi nei singoli capi d’imputazione subiscono torti dagli associati. Vi sono indicati dei partecipi che nel capo d’imputazione ad un certo punto diventano vittime dell’associazione e quindi rivestirebbero la qualità di imputati e persone offese allo stesso tempo. E poi non dimentichiamoci che la competenza a giudicare è di Roma e non certamente di Napoli.

Abbiamo sentito i Pm parlare di reato a consumazione anticipata. Si può prescindere dal normale rapporto causa/effetto, nell'analisi giudiziaria del caso?
Certamente la frode sportiva è un reato di pericolo a consumazione anticipata. Ciò vuol dire che è sufficiente che l’offerta o la promessa sia giunta a conoscenza del partecipante perché sussista il reato. Questo sta a significare che l’accettazione è irrilevante perché non è elemento costitutivo del reato. Non è sufficiente che uno la notte sogni di truccare una gara perché venga integrato il reato. Questa del sogno è l’impostazione del P.M.

Questa fantasiosa ipotesi di reato fa presagire che in relazione ai singoli casi di frode sportiva contestati ci sia ben poco a suffragare le accuse?
Nel corso dell’udienza preliminare io avevo eccepito l’assoluta genericità e indeterminatezza delle singole imputazioni di frode sportiva e ho chiesto al GUP di invitare il P.M. a specificare l’imputazione al fine di consentire l’esercizio del diritto di difesa. Il P.M. ha risposto che i capi erano specifici e determinati.
Contento lui.

Sembra che ultimamente la Pubblica Accusa applichi una prassi consolidata: prima individua il colpevole e poi con teoremi con interpretazioni parziali di intercettazioni e divulgazione tramite stampa costruisce le prove. Si può banalmente riassumere così?
Non dovrebbe mai essere così. Ma questo non sarebbe il primo caso e probabilmente neanche l’ultimo.

Si parla tanto di riforma del sistema giudiziario: qual è la prima cosa che farebbe per equiparare maggiormente i ruoli di Accusa e Difesa (separazione delle carriere, istituzione studi complessi avvocatura etc.)?
Certamente quello della separazione delle carriere sarebbe un passo importante. Bisognerebbe però dare la possibilità concreta agli avvocati di svolgere indagini difensive mettendo loro a disposizione la P.G.

Un'ultima domanda: per l'imminente processo di Napoli, è prevista la diffusione audio/video delle udienze o dobbiamo affidarci al racconto dei media generalisti finora mostratisi particolarmente sensibili agli argomenti della Pubblica Accusa?
Questa è una decisione che dipende dal Tribunale.

Fonte: www.ju29ro.com

ATALANTA-JUVENTUS 1-3

Finisce molto bene il 2008 della rinascita bianconera, con una difficile vittoria a Bergamo che ci lascia a soli 6 punti dall'Inter. ORa seguiranno 3 settimane di stop e alla ripresa troveremo alcuni graditi regali: Buffon, Trezeguet, Camoranesi, Zanetti, ecc....

Questi i miei voti per la partita di ieri:

Manninger 7
Mellberg 6
Legrottaglie 7
Chiellini 6
Molinaro 6
Marchionni 7
Sissoko 6,5
Marchisio 6
De Ceglie 6
Del Piero 7
Amauri 7

Salihamidzic 6
Zanetti s.v.

All. Ranieri 6

Voto generale alla prestazione della Juve: 6+

Arbitro Sig. Farina 5
- Sbaglia quasi tutto: Marchionni era in fuorigioco sul primo gol, c'era un rigore per la l'Atalanta, viene fermato Marchionni solo davanti al portiere ma il fuorigioco non c'è, il gol annullato a Chiellini è da valutare.

Il protagonista: MARCHIONNI. Devo ammettere che, seppur sempre ammirandolo molto, non avrei mai pensato un così prepotente ritorno di Marco ad un ruolo di primo piano. Non ha fatto pesare l'assenza di Camo in questi mesi, anzi... Grande Marco!!!

Del Neri 2 - Ma Del Neri, si possono dire certe cose? Ma ti è mai caputato di vedere cosa succede nei campi di calcio da qualche anno a questa parte? E poi, non ho sentito che si lamentava la scorsa domenica quando la sua squadra ha segnato in fuorigioco. Faccia un favore, taccia!

venerdì, dicembre 19, 2008

ECCO I SORTEGGI

Chelsea-JUVENTUS
Inter-Manchester United
Arsenal-Roma
Villareal-Panathinaikos
Sporting Lisbona-Bayern Monaco
Atletico Madrid-Porto
Lione-Barcellona

Sorteggio orribile per le italiane, Bruno Conti ha portato una sfiga pazzesca!

SORTEGGI DI CHAMPIONS

Tra pochi minuti andrà in onda il sorteggio di Champions League. Queste le fascie:

TESTE DI SERIE: Roma, Panathinaikos, Barcellona, Liverpool, Manchester, Bayern Monaco, Porto, Juventus

SECONDA FASCIA: Chelsea, Inter, Sporting Lisbona, Atletico Madrid, Villareal, Lione, Arsenal, Real Madrid.

Le nostre possibili avversarie sono quelle della fascia 2 ad eccezione di Real e Inter, quindi in ordine di presunta forza:

Chelsea, Arsenal, Atletico Madrid, Lione, Villareal e Sporting. E' troppo facile sperare che ci capitino i portoghesi, meglio evitare le inglesi. Accetterei anche Lione e Villareal, ma sarebbe comunque una battaglia.

Azzardo un pronostico sugli accoppiamenti:

Villareal-Juventus
Lione-Roma
Inter-Manchester United
Real Madrid-Liverpool
Chelsea-Porto
Sporting Lisbona-Barcellona
Atletico Madrid-Bayern Monaco
Arsenal-Panathinaikos

Nel sondaggio proposto nel blog ha vinto l'Atletico Madrid

Vedremo a breve quale sarà il verdetto

lunedì, dicembre 15, 2008

JUVENTUS-MILAN 4-2

Una bella, bellissima, straordinaria Juve strapazza il Milan e si candida come unica alternativa alla tirannia nerazzurra, grazie ad una prestazione monumentale contro i ridimensionati diavoli rossoneri. Avevo chiesto almeno 7 punti nelle ultime 3 partite, ne abbiamo fatti 6 su 6 e ora si va a Bergamo con ampie velleità di vittoria. Arrivare a natale con 36 punti sarebbe ottimo sia per la classifica che per il morale, in attesa di recuperare tutti gli infortunati nell'anno nuovo, in particolare Buffon e Camoranesi.

La partita di ieri sera è stato uno spot per la juventinità, una partita di cuore e classe, nella quale hanno preso parte (non dimentichiamolo mai) ragazzi molto giovani quali Marchisio, Chiellini, Molinaro, Sissoko e De Ceglie, i quali hanno tutti dimostrato un carattere fuori dal comune. Un carattere da Juve.

I dovuti complimenti anche a mister Ranieri, che ha cambiato la partita con l'avvicendamento tra Nedved e De Ceglie: il ceko non ha convinto nella mezz'ora che è stato in campo, mentre l'ex senese ha fatto il diavolo a 4 sulla fascia sinistra, facendo letteralmente impazzire Zambrotta (mai aiutato dal centrocampo), che nel finale si è fatto pure espellere sempre per un fallo sul laterale juventino.

Positiva e convincente la prova di tutti, ma in particolar modo quelle dei già citati giovani e di Amauri, un attaccante davvero mostruoso.

Queste le mie pagelle della straordinaria serata di ieri

Manninger 6
Grygera 7
Mellberg 6,5
Chiellini 7,5
Molinaro 7
Marchionni 7
Sissoko 7,5
Marchisio 8,5
Nedved 6
Del Piero 7
Amauri 8,5

De Ceglie 8
Iaquinta s.v.
Zanetti C. s.v.

All. Ranieri 8 - Stavolta se lo è meritato

Voto generale alla prestazione della Juve: 8

Arbitro Sig. Rizzoli 6 - Due dubbi: la posizone di partenza di Del Piero in occasione del rigore (fallo netto) e un clamoroso mai in area di Seedorf, nel quale non è interventuto essendo a due passi. Per il resto buona conduzione, nella quale spicca buona personalità soprattutto nella distribuzione dei cartellini.

IL PROTAGONISTA: MARCHISIO. Una prestazione monumentale dell'ex centrocampista dell'Empoli. Ormai è chiaro come non sia necessario cercare chissà dove un centrocampista quando si ha in casa uno così: giovane, completo, cresciuto nel nostro vivaio (dettaglio non da poco, soprattutto in ottica lista UEFA) e con grandissima personalità.

giovedì, dicembre 11, 2008

CALCIOPOLI, DUE ANNI DOPO

Ringraziamo ancora una volta ju29ro per questi video momto interessanti sull'incontro svoltosi il 30 ottobre al Centro Concressi di Torino. Per vederli, cliccare qui

Posto altri video:











Un sentito ringraziamento a tutti coloro che stanno svolgendo questo ottimo lavoro in cerca di verità e giustizia.

LE QUALIFICATE

Qualcosina ho sbagliato nella previsione sulel squadre qualificate. Intanto la sopresa principale è il secondo posto dell'Inter, che sovverte tutti i pronostici e col proprio suicidio permette al modestissimo Panathinaikos di piazzarsi al primo posto e divenire così la preda più ambita per ogni squadra arrivata in seconda posizione. Anche il Porto ha la meglio di un'Arsenal zeppo di ragazzini, rispettati i pronostici, invece, negli altri gironi.

Queste sono le possibili avversarie per le 3 italiane (gli asterischi esprimono il coefficiente di difficoltà, da 1 a 5):

JUVENTUS

CHELSEA *****
ARSENAL *****
ATLETICO MADRID ****
LIONE ****
VILLAREAL ***
SPORTING LISBONA **


DA EVITARE: Assolutamente le inglesi
DA PESCARE: E' chiaro come l'unica squadra veramente inferiore del lotto sia lo Sporting Lisbona. Nel calcio non si sa mai, ma trovarla sarebbe ottimo. Accetterei anche Lione o Villareal, meglio i secondi che i primi.


INTER
BARCELLONA *****
MANCHESTER UNITED *****
LIVERPOOL *****
BAYERN MONACO ****
PORTO ***


DA EVITARE: Quattro squadre su 5 sono terribili, ma se dovessi indicare la più pericolosa direi il Manchester in quanto il Barca mi sembra adatta al gioco dell'Inter.
DA PESCARE: E' fin troppo ovvio.


ROMA

REAL MADRID *****
ARSENAL ****
ATLETICO MADRID ****
LIONE ***
VILLAREAL ***
SPORTING LISBONA **

DA EVITARE: Stesso discorso fatto per la Juve. Vade retroArsenal e Real, a mio avviso soffrirebbe molto anche l'Altetico Madrid.
DA PESCARE: Sicuramente Sporting, ma anche col Lione ha ricordi positivi. E sarebbe molto suggestivo un ritorno al Bernabeu....

Questi i miei voti alle squadrerimaste in lizza:

JUVENTUS 9
ROMA 8
BAYERN MONACO 8
BARCELLONA 7,5
PANATHINAIKOS 7,5
SPORTING LISBONA 7+
ATLETICO MADRID 7
PORTO 7
VILLAREAL 7
LIVERPOOL 6\7
MANCHESTER UNITED 6,5
LIONE 6,5
ARSENAL 6,5
CHELSEA 6+
REAL MADRID 5
INTER 3

Questa, infine, la mia griglia di partenza nella corsa alla vittoria di Roma:

CHELSEA
MANCHESTER UNITED
BARCELLONA
REAL MADRID
LIVERPOOL
JUVENTUS
INTER
BAYERN MONACO
ROMA
ARSENAL
ATLETICO MADRID
LIONE
VILLAREAL
PORTO
SPORTING LISBONA
PANATHINAIKOS

Quali sono le vostre previsioni per la fase finale di questa Champions League?

JUVENTUS-BATE BORISOV 0-0

Un punto doveva essere, e solo un punto è stato. Una partita scialba e piuttosto noiosa, nella quale Seba ha fallito un rigore, calciandolo davvero malissimo. SI rifarà.

Questi i miei voti per la non-partita di ieri sera.

Manninger 6
Grygera 5,5
Legrottaglie 6,5
Mellberg 6,5
Molinaro 6
Marchionni 6,5
C. Zanetti 6 (di stima)
Nedved 6
De Ceglie 6
Giovinco 6
Amauri 6,5

Del Piero 6,5
Esposito s.v.
Castiglia s.v.

All. Ranieri 6

Voto generale alla prestazione della Juve: 6

Arbitro Sig. Kapitanis 6

IL PROTAGONISTA: JUVENTUS. Oggi premiamo l'intera squadra, che solo poco più di un anno fa se la svangava a Crotone e Leffe e ora vince il girone più ostico dell'intera Champions. Bravi, ve lo meritate tutti!

martedì, dicembre 09, 2008

UNO SGUARDO SULLA CHAMPIONS

Tra oggi e domani si giocherà l'ìultima giornata di Champion. Diamo uno sguardo ai gironi e vediamo quali avversarie potrebbero capitarci agli ottavi.

GIRONE A


Roma
53021069

Chelsea
5221748

Bordeaux
5212597

CFR Cluj
5113474

GIRONE B

Inter 5221758
Panathinaikos 5212777
Anorthosis F.5131876
Werder B. 5041584

GIRONE C

Barcellona541016513
Sporting Lisbona 5302789
Shakhtar Donetsk5203856
Basilea50142151

GIRONE D

Atl.Madrid 53209411
Liverpool 53208411
Marsiglia5104573
P.S.V. 51044113

GIRONE E

Man. Utd. 5230719
Villarreal 5230959
AaB Aalborg 51227125
Celtic 5023272

GIRONE F

Lione532012711
Bayern Monaco53209211
Fiorentina5032483
Steaua Bucurest 50143111

GIRONE G

Arsenal 532011311
Porto 5302789
Dinamo Kiev5122345
Fenerbahce 50234102

GIRONE H

Juventus 53207311
Real Madrid 5302659
Zenit5122445
Bate Borisov5023382



Vediamo ora quali squadre possono qualificarsi, girone per girone.

GIRONE A

Si giocheranno Roma-Bordeaux e Chelsea-Cluj. Naturalmente vincendo la Roma passerebbe al primo posto, mentre gli inglesi al secondo, sempre facendo bottino pieno. Potrebbe qualificarsi al primo posto il Chelsea se vincesse e la Roma non portasse a casa i 3 punti. Va da se che la cosa migliore per noi sarebbe la vittoria sia chi Chalsea che di Bordeaux, in maniera tale che si qualifichino rispettivamente al pirmo ed al secondo posto. Più probabile che i blues prevalgano e che i giallorossi non perdano tra le mura amiche, anzi credo che avranno la meglio sui modesti francesi. Posso azzardare, quindi, queste qualificate:

1) ROMA
2) CHELSEA

GIRONE B

Anche questo è un gruppo incerto. L'unica ad essere qualificata è l'Inter, che giocherà a Brema, mentre andrà in scena anche Panathinaikos-Anorthosis. In questo caso è impossibile fare ponostici perchè tutte possono qualificarsi o venire eliminate (tranne i nerazzurri), ma verosimilmente vinceranno gli italiani e i tedeschi non perderanno. Quindi:

1) INTER
2) PANATHINAIKOS

GIRONE C

Girone già deciso:

1) BARCELLONA
2) SPORTING LISBONA

GIRONE D

Di sicuro qualificate Liverpool e Atletico Madrid, resta da decidere le posizioni. Gli scontro diretti sono in perfetta parità (doppio 0 a 0), quindi varrà la differenza reti in caso di identico risultato stasera, e in questo caso gli spagnoli hanno un gol di vantaggio (9 gol fatti contro gli 8 del Liverpool, uguali i gol subiti, 4). Le partite saranno ostiche: Marsiglia-Atletico e PSV-Liverpool, con le avversarie impegnate a qualificarsi alla Coppa UEFA (a pari risultati passerebbe il Marsiglia). Indì per cui credo che i francesi potrebbero accontentarsi del pari, mentre gli olandesi vorranno vincere, cosa che può favorire i reds. Faccio la previsione: vince il Liverpool e pareggiano le altre, quindi:

1) LIVERPOOL
2) ATLETICO MADRID

GIRONE E

Anche questo è un gruppo che ha già chiare le qualificate, ma resta da decidere chi sarà la prima. Anche in questo gruppo le prime due sono appaiate e hanno lo scontro diretto in perfetta parità, ma il Manchester ha una miglior differenza reti (+ 6 contro +4) e un'avversaria molto più abbordabile (Aalborg in casa, già qualificata in UEFA, mentre gli spagnoli vanno a Glasgow, contro un Celtic già eliminato. A mio avviso vinceranno entrambe, ma passaranno per primi i campioni d'Europa in carica.

1) MANCHESTER UNITED
2) VILLAREAL

GIRONE F

Girone di semplice comprensione. Domani c'è Lione-Bayern Monaco, che sono appaiate in testa, entrambe con +5 di differenza reti ma i francesi hanno segnato più gol. Varrà la sfida di domani sera: chi vince passa al primo posto, con lo 0 a 0 e l'1 a 1 passa il Lione, con pareggio dal 2-2 in su passano in tedeschi. A mio avviso vinceranno questi ultimi, quindi:

1) BAYERN MONACO
2) LIONE

GIRONE G

Anche qui è facile facile. Domani sera c'è Porto-Arsenal, entrambe già qualificate. Se i gunners non perdono passano al primo posto.

1) ARSENAL
2) PORTO

GIRONE H

E' il nostro girone. Passiamo al primo posto se almeno pareggiamo in casa col BATE BORISOV, al secondo posto se perdiamo e il Real vince con lo Zenit. Molto difficile che accada.

1) JUVENTUS
2) REAL MADRID

Secondo queste mie previsioni, le nostre possibili avversarie potrebbero essere: Chelsea (o nessuna\Bordeaux), Panathinaikos (o Anorthosis), Sporting Lisbona, Atletico Madrid (o Liverpool), Villareal (o Manchester United), Lione (o Bayern Monaco), Porto (o Arsenal). La speranza sarebbe di trovare una tra Panathinaikos, Sporting o Porto, da evitare Chelsea, Atletico e Villareal. Mi è indifferente il Lione.

Voi cosa ne pensate? Chi vi augurate di trovare agli ottavi?

SECONDA PARTE DELL'INTERVISTA ALL'AVV. MELANDRI

Risponde Melandri, avvocato di Moggi al processo GEA

Avv. Matteo Melandri
Noi di ju29ro.com seguiamo il Processo GEA fin dai primi mesi dell'anno, allorquando cominiciarono ad uscire sugli organi d'informazione i primi resoconti delle udienze.
Fin dall'inizio, cercando di collegare i fatti con un minimo di senso logico e di buonsenso, abbiamo evidenziato le numerose discrepanze tra i titoli colpevolisti e appiattiti sulle tesi del pm e i contenuti degli interventi.
Abbiamo notato che chi accusava Luciano Moggi e la Gea apparteneva in generale a due categorie: ex concorrenti della GEA e giocatori che non avevano sfondato nella Juve.
Abbiamo notato le ripetute accuse di reticenza ai testimoni che contraddicevano le tesi degli accusatori.
Abbiamo notato altre strane reticenze, stavolta non stigmatizzate, di inquirenti e accusatori.

In prossimità della sentenza di primo grado, attesa per metà gennaio, e ferma restando la reticenza dei media che agli interventi delle difese hanno dedicato solo poche righe o nessuna come nel caso del Corriere della Sera (versione cartacea), abbiamo ora deciso di interpellare direttamente uno degli avvocati difensori di Moggi in questo processo, Matteo Melandri (qui potete trovare una trascrizione dell'intervento di Marcello Melandri del 2 dicembre), per porre direttamente a lui una serie di domande sul procedimento in corso.
Ovviamente la sua è una voce di parte, è la voce della difesa, e magari qualcuno storcerà il naso cercando di ridurre tutto a questo. In realtà l'avvocato Matteo Melandri, che ringraziamo per la cortesia, ci ha dato risposte molto precise, argomentate e deontologicamente impeccabili.

Quando sui titoli di giornale e nei servizi in TV risuona la voce dell'accusa, unica e fragorosa nella sua faziosità, in pochi storcono il naso. Ebbene, saremo pochi, ma anche noi abbiamo diritto a una piccola voce, no?

LA VERA NATURA DELLA GEA

Un'associazione a delinquere formata da 3 persone. Due di loro sono padre e figlio. Il figlio è in rapporti di affari con il terzo, Zavaglia. Tra Moggi e Zavaglia, la connessione ipotizzata dai Pm risiede unicamente in un rimbrotto per non avere pagato delle cravatte. Non solo: Zavaglia, al telefono con Leonardi, spiega che con Moggi Luciano non si sente mai e ne critica la gestione delle risorse umane alla Juventus, e di Moggi Alessandro dice che vuole lasciare la GEA appena possibile. E' soltanto una nostra impressione o un'eventuale sentenza di condanna sarebbe un precedente giudiziario pericolosissimo per uno stato di diritto?
Diciamo che la costruzione accusatoria, è un po' più complessa di come l’avete rappresentata, è comunque vero che la disposizione del legislatore con riferimento alla fattispecie prevista dall'art. 416 c.p. è tutt’altra cosa rispetto a ciò che nel corso del dibattimento si è dimostrato essere la Gea World. Peraltro, non si comprende come imputati in questa "fantomatica" associazione possano essere soggetti che non fanno parte della Gea ed invece ne siano estromessi soggetti soci.

Una delle principali accuse mosse da sempre alla GEA è stata quella di aver creato un vero e proprio monopolio delle procure dei calciatori. A sentire in giro, sembra quasi che l'intero mercato dei calciatori professionisti fosse in gran parte in mano ai procuratori GEA. In quale percentuale?
Proprio oggi [4 dicembre, ndr] l’avv. Paolo Rodella, difensore di Alessandro Moggi, ha evidenziato al Tribunale questo dato, i giocatori professionisti in Italia sono quasi 3000 e la Gea dal 2001 al 2005 aveva la procura di 154 giocatori.

Qual è la sua valutazione del mercato delle procure calcistiche in Italia ai tempi in cui la GEA operava? Oggi è cambiato o è sostanzialmente uguale? C'è a suo parere bisogno di una maggiore regolamentazione?
Io sono penalista ed una cosa è certa: di tutto ciò che ho sentito non c’è nulla di penalmente rilevante, ci sono i regolamenti e gli organi preposti a regolamentare tale settore; se poi vorranno cambiarli al fine di evitare “evidenti” conflitti di interesse, facciano pure.

Abbiamo sentito le testimonianze dei vari Miccoli e Grabbi, convinti di essere stati falciati dalla GEA nel bel mezzo del cammin trionfale verso il Pallone d'Oro, ma anche giocatori come Lai e Grassadonia, che senza avere toccato grandi palcoscenici, hanno raccontato del buon lavoro della GEA, e delle tribolazioni seguite alla loro libera scelta di affidare la procura. E' corretto affermare che la GEA si trovava persino esposta, in alcuni casi, ad un assetto concorrenziale sfavorevole?
Beh direi che la Gea nel momento in cui è nata ha creato molta preoccupazione nel settore degli Agenti dei Calciatori, preoccupazione che, legata all’invidia ed alla gelosia, ha generato le lamentele e le denunce dei concorrenti, senza però ottenere provvedimenti di censura, né con riferimento alle modalità con le quali venivano acquisite le procure né, tantomeno, con riferimento a presunte posizioni dominanti nel mercato.

Secondo l'accusa, Moggi sfruttava la sua posizione nella Juve per costringere i giocatori a passare alla società del figlio. Quanti giocatori della Juve, durante la gestione Moggi, passarono alla GEA? Erano quelli con i contratti più sostanziosi?
Assolutamente no, i giocatori “targati Gea” erano due o tre tra quelli in prima squadra ed alcuni giovani della Primavera. Uno dei nostri argomenti difensivi è stato proprio questo. Vi pare che se Luciano Moggi avesse avuto tutta questa capacità di intimidire i giocatori, non avrebbe portato in Gea le procure dei vari Ibraimovic, Zambrotta, Del Piero, Nedved?

Il famoso "pizzino" di Zavaglia: la prova principe secondo gli inquirenti. Le riproponiamo il testo così come riportato dalla stampa, secondo cui Zavaglia invita i procuratori "a non andare a sbandierare il nome di Luciano Moggi e a far presa sui giocatori illustrando loro l'organizzazione della società senza minacciare nessuno come è avvenuto in passato". Qual è la versione fornita della difesa?
La versione secondo me non può che essere la sola che se ne evince dalla interpretazione letterale del manoscritto, ossia che già ai tempi della Football Managment l’intento di Zavaglia ed Alessandro Moggi era quello di evitare che i comportamenti dei collaboratori, che difatti poi sono stati estromessi dalla nuova composizione sociale, andassero a ledere i corretti principi che regolano il mercato delle procure dei calciatori.

La deposizione di Cassetti ha avuto poca eco da parte della stampa e si aggiunge a una serie di comportamenti discutibili da parte della dirigenza interista. [1]
Testimonianza di Cassetti, come quella di tanti altri giocatori di Alessandro Moggi che hanno dichiarato di non aver mai subito pressioni o minacce per conferire la procura alla GEA.

Può raccontarci l'aneddoto di Chiara Geronzi che accompagna "prendendolo per un orecchio" Nesta dal padre, il banchiere Cesare Geronzi? Possiamo dedurre da questo episodio che per la giustizia italiana vi siano diversi tipi di cittadini? Intoccabili e Sacrificabili, per esempio?
L’episodio è stato raccontato da Nesta nel corso delle indagini preliminari: il giocatore aveva problemi con il suo procuratore del momento, Dario Canovi, con riferimento ad un contratto con una società olandese che chiedeva al giocatore 9 miliardi di lire. A quel punto Chiara Geronzi, Giuseppe De Mita e Cragnotti hanno portato il giocatore da Cesare Geronzi nella sede di Capitalia ed hanno proposto al giocatore, in cambio del conferimento della propria procura alla GEA, l’accollo del debito.
Motivo della nostra doglianza ovviamente il fatto che il Pubblico Ministero nelle richieste di archiviazione di Chiara Geronzi e di Calleri abbia ritenuto che gli stessi non partecipassero né fossero a conoscenza della modalità con la quale venivano acquisite le procure sportive!

GLI ACCUSATORI

Si fa prima a elencare i testimoni dell'accusa che in sede dibattimentale hanno confermato la tesi del pm o quelli che l'hanno smentita? Le è capitato altre volte di assistere ad una cosa del genere?
Sicuramente sono stati tantissimi i testimoni che nel corso del dibattimento hanno smentito la tesi accusatoria ed altrettanti erano stati sentiti dagli inquirenti nel corso delle indagini. Ribadisco: questo procedimento penale doveva concludersi con una richiesta di archiviazione nei confronti di tutti gli indagati.

Come giudica le accuse di falsa testimonianza formulate dal Pm Palamara nei confronti dei testimoni che non hanno confermato la tesi dell'accusa? Sbagliamo o si è trattato di un provvedimento preso in maniera sistematica?
Più che sistematica, oserei dire strumentale; infatti, la reticenza è stata contestata per i soli Capello e Giraudo, i quali hanno semplicemente confermato ciò che avevano dichiarato in fase di indagini, stessa cosa dicasi per Blasi (accusato di falsa testimonianza) che, in uno dei suoi tre verbali di sommarie informazioni, aveva già affermato di non aver subito minacce per il conferimento della procura alla GEA.
La strumentalità del gesto è rappresentata dal fatto che tutti i testimoni che si sono presentati dopo quel giorno avevano appreso dai giornali che il Pubblico Ministero aveva iscritto nel registro degli indagati dei testimoni, perciò, sicuramente, questa notizia poteva influenzare il loro atteggiamento.

Alla luce della sua esperienza professionale, le è mai capitato un caso nel quale il medesimo organo inquirente conduca due diverse indagini, su mandato di giudici diversi aventi giurisdizioni territoriali diverse, come in questo caso e in quello del processo di Napoli per Calciopoli? Non le pare singolare?
No, questa non è una anomalia, ci sono spesso indagini che vengono seguite di concerto tra procure diverse.

E' vero che Franco Baldini, interrogato in aula dall'accusa, ha negato di aver frequentato il Maggiore Auricchio (autore delle informative sulle intercettazioni telefoniche) e solo in seguito, messo alle strette, ha dovuto ammetterlo? In questo caso non vale l'obbligatorietà dell'azione penale?
Esatto! La stessa cosa è successa anche con Antonelli. Sull'obbligatorietà dell'azione penale la domanda dovrebbe farla al Pubblico Ministero.

Come accusatore, che credibilità ha Baldini, visto che era un diretto concorrente, dal punto di vista professionale, di Luciano Moggi?
Le dirò di più! Non solo si deve considerare la poca attendibilità del teste Baldini, ma non si deve dimenticare che qualunque sia l’esito di questo processo penale, comunque i signori Caliendo, Baldini, Antonelli hanno raggiunto il loro obbiettivo: Moggi nel calcio non c’è più. La Gea non esiste più.

Secondo le informative dei Carabinieri, un altro grandi accusatore, l'ex procuratore Stefano Antonelli, si sarebbe presentato spontaneamente dai Carabinieri consegnando la registrazione, fatta da lui artigianalmente, di 5 sue telefonate col padre di Blasi, per altro poi nemmeno trascritte, ma sommariamente riassunte. Avete chiesto una perizia per quelle telefonate?
Non c’è stato bisogno di una perizia. Come lei sa, il presupposto della genuinità della prova contenuta nelle intercettazioni telefoniche, è che entrambi i partecipanti alla conversazione non siano a conoscenza di essere intercettati. E’ evidente che nel caso di specie, visto che era l’Antonelli a registrare, tale documento non ha lo stesso valore probatorio delle conversazioni intercettate dal Nucleo Operativo dei Carabinieri

Le intercettazioni del processo GEA costituiscono un sostanzioso capitolo delle informative diffuse alla stampa nel maggio 2006. Su Repubblica del 15 giugno 2006, i giornalisti Bonini e D'Avanzo scrissero che i Pm di Napoli accusavano della fuga di notizie il Nucleo Provinciale dei Carabinieri di Roma, trasmettendo i relativi atti alla procura capitolina. Che voi sappiate, l'indagine di cui parlano Bonini e D'Avanzo ha avuto un esito? Avete portato la questione in aula o in altre sedi?
Anche questo problema è stato affrontato da noi difensori. Prove certe non ci sono, anche se di sicuro qualche sospetto rimane.

IL PROCESSO E I MEDIA

Leggendo i resoconti della vostra arringa difensiva dell'altro giorno, abbiamo notato ripetuti riferimenti al mondo dello spettacolo: Fiorello, il Tapiro, Mourinho... al giorno d'oggi non c'è il rischio che la gente confonda Striscia la Notizia con i tribunali della Repubblica?
Credo sia uno dei problemi principali che rischia di condizionare l’esito di molti processi. Il mio pensiero è che i media non dovrebbero occuparsi dei processi penali, per lo meno fino alla sentenza di primo grado.

Lo svolgimento del processo ha avuto scarsissima eco sui giornali come se la sua storia fosse stata già scritta; sul nostro sito ju29ro.com abbiamo invece dedicato spazio (Processo GEA, oltre la reticenza dei media) alle varie deposizioni e fatto capire ai lettori che stava emergendo un quadro molto diverso da quello ipotizzato dall'accusa, cosa che è stata apprezzata. "Dentro" il processo le è parso che ci fosse la stessa sensazione di uno svolgimento sorprendente rispetto alle ipotesi accusatorie? C'è qualche episodio in particolare che ci può segnalare?
Guardi le posso dire che non c’è stata neanche una udienza nella quale le difese sono uscite dall’aula con la sensazione che fosse stata una “battaglia persa”. Certo ora però bisogna vedere chi è che vince la guerra. Noi siamo fiduciosi.

Nell'arringa difensiva avete sostenuto che "L'eco che ha avuto sui media questa vicenda processuale non ha consentito di trovare un pubblico ministero che avesse il coraggio di chiedere l'archiviazione". Può spiegare i meccanismi di condizionamento da parte dei media e perché sarebbe stato necessario avere del coraggio da parte del pm?
Coraggio è un eufemismo ovviamente!!

ESSERE LA DIFESA

Per il rinvio a giudizio e le richieste dell'accusa abbiamo contato complessivamente 8 intere pagine sui tre maggiori quotidiani d'informazione; oggi, per gli interventi della difesa, un totale di 34 righe. Una curiosità: a questa reticenza, che s'è vista in tutto il processo, avete cercato di rimediare?
I giornalisti si trincerano dietro al diritto di informazione ed ogni volta che chiedono informazioni lo fanno invocando il diritto del cittadino ad essere informato. La verità è che i giornali come ogni altra attività imprenditoriale ambiscono a vendere più copie rispetto alle altre testate, così vengono messe in risalto solamente le notizie che fanno vendere di più. La gente vuole leggere che per Moggi & Co. sono stati chiesti 6 anni, vuole leggere che è stato chiesto il rinvio a giudizio per tutti nel processo di Napoli. Vedrete che se il primo grado terminerà con una sentenza di assoluzione ci sarà molta meno eco rispetto a quella che ha avuto la notizia delle richieste di pena avanzate dal pm.

Secondo la Gazzetta dello Sport, nell'udienza dell'altro ieri "Melandri ha anche polemizzato sulla scelta del gup Mariani di archiviare alcune posizioni per poi rinviare ad Azzolini per decidere sui rinvii a giudizio. Il presidente Fiasconaro non ha gradito". Può chiarire il senso della polemica ai non addetti ai lavori? La reazione del presidente del Tribunale è stata descritta correttamente? Se sì, come se la spiega?
Molto tecnica. Dovrei scrivere una pagina per spiegare bene tutta la fase di conclusione delle indagini preliminari e soprattutto spiegare le incompatibilità GIP GUP.
Il Pesidente Fiasconaro non ha gradito tutti quei riferimenti a ciò che non era contenuto negli atti del dibattimento. Visto che questo riguardava un momento precedente, ha fatto capire che non se ne doveva parlare.

Quando, nel dicembre 2007, uscirono le intercettazioni della cosiddetta Calciopoli 2, chiunque avesse scaricato dal sito di alcuni tra i maggiori giornali italiani le relative informative d'indagine, oltre a venire in possesso dei numeri di cellulare di alcuni indagati, avrebbe potuto leggere le ricostruzioni di apparentemente "loschi" incontri in alcuni ristoranti romani tra l'indagato Luciano Moggi e un paio di misteriose persone che, una volta identificati dai Carabinieri, si rivelano essere gli avvocati Melandri. Pur non essendo agli atti di questo procedimento, lei ha letto quella informativa? Cos'ha provato nel sapere di essere stato pedinato solo per aver accettato di fornire assistenza legale a Luciano Moggi?
Oltre alle fotografie che ci ritraevano in compagnia di Moggi, come se fosse un boss mafioso, erano contenute anche le telefonate tra il Prof. Tedeschini, difensore di Moggi davanti al Giudice Sportivo e davanti al Giudice Amministrativo. Per questo motivo il Prof. Tedeschini ha presentato un esposto al CSM. La cosa che più mi dispiace è vedere come vengono spesi i soldi dei contribuenti.

Insomma, cosa vi ha spinti ad accettare l'incarico di difensori di Moggi, ormai divenuto mediaticamente il termine di paragone di ogni italica nefandezza? Per il clima che si è creato, non potrebbe rivelarsi una mossa controproducente per la vostra professione?
Questo è il vero paradosso. Luciano Moggi nel corso di questa vicenda è stato considerato al pari di un vero delinquente, ma nel corso di questi due anni e mezzo, devo dire che è sempre di più la gente che, in mezzo alla strada, è tornata a salutarlo con affetto ed ha capito che non solo il calcio non è cambiato da quando non c’è più lui, ma che è stato vittima della solita italica illusione: i problemi si risolvono prendendo il capro espiatorio, mostrando alla gente la falsità di cambiare le cose senza che niente cambi.


Nota della redazione:
[1] Il 15-07-2008 Cassetti ha dichiarato in aula: "Tre anni fa, nella stagione 2004/05, mi chiamò Beccalossi e mi convocò nella sede dell'Inter dicendomi di non dire nulla ad Alessandro Moggi. C'erano Mancini, Oriali e Branca. Io ero sotto contratto con il Lecce e loro volevano farmi firmare una sorta di pre-accordo con l'Inter, ma non volevano trattare con Alessandro Moggi. Io non firmai nulla, anche perché avevo un contratto in essere e avrei rischiato la squalifica. Subito dopo chiamai Alessandro per raccontargli la vicenda. Poi richiamai l'Inter e dissi loro che se volevano trattare con me dovevano parlare con il mio agente"

Fonte: www.ju29ro.com

LECCE-JUVENTUS 1-2

Si doveva vincere e si è vinto, ma la qualità del gioco ancora non si è vista. Complice l'incredibile numero di defezioni, a Lecce si presenta una Juve ultra-decimata contro una squadra che ha fatto soffrire sia Inter che Milan, ma i nostri con grande caparbietà riescono nel finale ad acciuffare 3 importantissimi punti grazie ad una stacco cestistico di Amauri, dopo la rete su punizione di Giovinco (primo gol in bianconero per il piccolo fenomeno) e il pareggio di Cacia. Domenica ci aspetta il match verità contro il Milan: chi vince è a tutti gli effetti l'anti-Inter, saranno squalificati Legrottaglie da noi e Gattuso tra i rossoneri.

Queste le mie personalissime pagelle:

Manninger s.v.
Grygera 6
Legrottaglie 5,5
Chiellini 6
Molinaro 6
Marchionni 5,5
Sissoko 6
Marchisio 6,5
Nedved 5,5
Giovinco 7,5
Amauri 7

De Ceglie 7

All. Ranieri 5 - Insufficienza meritata unicamente per l'aver fatto giocare tutti i diffidati, in particolar modo quel Legrottaglie poi ammonito, che era l'unico del lotto ad aver un possibile degno sostituto (Mellberg). Ora toccherà allo svedese contro il Milan.

Voto generale alla prestazione della Juve: 6 (stiracchiato)

Arbitro Sig. Pierpaoli 5 - Non vede due rigori per la Juve, dei quali uno clamoroso di Benussi su Nedved a due passi da lui (anche per il Sig. Pierpaoli vale la regola "nel dubbio mai a favore della Juve") e non vede una gomitata di un leccese a Grygera da rosso diretto. Fa bene ad ammonire Legrottaglie, che diffidato salterà il Milan.

IL PROTAGONISTA: GIOVINCO. Finalmente, ecco l'erede di Del Piero. Gioca molto bene come al solito, ma stavolta segna con il pezzo forte del suo maestro. Non c'è dubbio: il futuro è suo!

domenica, dicembre 07, 2008

MOGGI SCRIVE AD ABETE

Lettera al presidente Abete per raccontare la mia verità

Caro presidente Abete, ho deciso di dedicarti la rubrica di questa settimana. Lo faccio dopo aver letto un comunicato stampa della Figc secondo cui il 1 dicembre il Consiglio Federale ha approvato - dopo una specifica relazione del Presidente (cioè tua ) - la modifica dell’art. 36 delle Noif “in conformità con quanto previsto dallo Statuto”.

Quel comunicato conclude affermando che “la norma sarà perfezionata nei prossimi giorni sulla base della bozza del testo allegata”. Purtroppo la bozza del testo di cui si parla non era allegata al detto comunicato, per cui non mi è possibile esprimere alcun giudizio su questo.

Mi ha però colpito la circostanza che il giorno dopo il quotidiano “la Repubblica” poteva affermare che tale modifica è stata introdotta al fine di impedirmi di tornare a far parte dell’ordinamento sportivo.
Tanti processi,nessuna condanna

Permettimi a questo punto di cogliere questa occasione per richiamare alcuni passaggi della mia storia recente che risultano essere in netto contrasto con ogni elementare principio di giustizia non solo sportiva. Dapprima la Corte Federale mi ha comminato il massimo della sanzione - cinque anni - fatto mai accaduto in precedenza. Successivamente si è tentato di aggravare ulteriormente tale situazione, giungendo addirittura a sanzionarmi con l’inibizione di un anno e due mesi basandosi sul sospetto di avere creato una rete privilegiata con gli arbitri attraverso la distribuzione di schede telefoniche: sanzioni che in secondo grado sono state annullate. L’accoglimento dei suddetti ricorsi ha portato al pieno riconoscimento della mia non giudicabilità da parte della giustizia sportiva essendo decaduto dalla mia qualifica di tesserato della Figc con le dimissioni date il 16 maggio 2006.

Nonostante ciò sono stati deferiti gli amici che osavano parlare con me. Non vi siete mai curati, invece, di qualche presidente squalificatissimo o di qualche ds a sua volta inibito che esercitano tuttora la professione senza disturbo alcuno. Non avete mai preso provvedimenti contro Franco Baldini che, come emerso dal processo Gea, ha raccontato ad Auricchio un sacco di bugie. Non vi state preoccupando affatto che adesso padri dirigenti e figli procuratori (o fratelli dirigenti e fratelli procuratori) lavorino in simbiosi e con assoluta tranquillità (dove è finito l’esposto denuncia di Franco Zavaglia, dove è finito il vostro zelo per combattere il famoso conflitto di interessi?).

Tengo a precisare, infine, che le mie dimissioni devono essere giudicate soltanto come atto d’amore nei confronti della Juventus per consentirle la migliore difesa possibile. Tornando indietro, però, non commetterei l’errore di dimettermi, visto il successivo ed imprevisto atteggiamento del club in sede giudiziaria.
Mi preme sottolineare mille volte, quindi, che le mie dimissioni non erano in alcun modo finalizzate a prendermi gioco della Federcalcio. Ho sempre dichiarato di non voler rientrare nel mondo del pallone, quindi la decisione del Consiglio Federale di tenermi lontano non mi tocca assolutamente.
Cattiverie gratuite sulla mia famiglia

Da questo processo è emerso un dato importante: si è cercato di trovare colleghi pronti a testimoniare contro il sottoscritto.

Quello che rattrista è che Franco Baldini piaceva ai nuovi reggitori della Juve. Che bello sarebbe stato vedere questo signore, che ha partecipato alla distruzione della vecchia Juve, a capo della nuova! A rappresentarlo comunque, come capo degli osservatori bianconeri in sostituzione di Ceravolo chi viene? L’amico del cuore dello stesso Baldini.

In conclusione è stata distrutta la tranquillità della mia famiglia e mi è stato tolto il lavoro nonostante, ripeto, le due sentenze di condanna sanciscano la totale inesistenza di illeciti. Combatterò comunque per aiutare i miei familiari e gli amici che mi sono stati sempre vicini e prego Dio di darmene la forza. Non vado a Lourdes a chiedere grazie, come qualcuno ha avuto modo di scrivere. La fede mi dà la speranza che le persone che hanno colpito me, la mia famiglia e tutti i miei collaboratori, possano, un giorno, provare un senso di rimorso per il male che ci hanno arrecato.

Con stima.

Luciano Moggi

(Fonte: Libero del 05/12/2008)

DA JU29RO

E

Processo Gea: oltre la reticenza dei media

Baldini
5-12-08 - I tiggì della sera non ne hanno parlato, i quotidiani RCS non hanno titolato, ma il 2 e il 4 dicembre le difese hanno confutato le accuse dei pm, facendo vedere i fuochi d’artificio.
Sì, nonostante le 4 righe di Repubblica, le 30 della Stampa, le nessuna del Corsera, questa settimana il teorema accusatorio è stato fatto a pezzi.
La gente, ovviamente, si ricorderà solo delle richieste del pm, grazie alle 2 pagine e mezza a suo tempo loro dedicate dai 3 maggiori quotidiani italiani e ai servizi prontamente allestiti nei principali tiggì, tutti perfettamente riassunti dal titolone in prima pagina della Pravda Rosa: “Moggi: 6 anni”.
Quindi, tocca ancora una volta a noi supplire a questo inquietante vuoto. Suggeriamo così una serie di possibili titoli che una stampa non faziosa proporrebbe oggi, se nel nostro Paese esistesse un minimo equilibrio a livello di informazione. Ad ogni titolo, seguirà il brano delle arringhe dei difensori che sono intervenuti per perorare la causa di Luciano Moggi (il 2 dicembre, Marcello e Matteo Melandri, qui la trascrizione) e Franco Zavaglia (il 4 dicembre, Prioreschi e Rodella, quest’ultimo anche legale di A. Moggi), tratti dai resoconti di vari siti web (qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui e qui).
VOLEVANO ROVINARE MOGGI ED ELIMINARE LA SOCIETA' DI PROCURATORI
Melandri: “Il pubblico ministero in aula ha assistito, come abbiamo assistito noi, a queste testimonianze e si è reso conto delle bugie che gli sono state dette da quelle persone che avevano un obbiettivo nel raccontargli tutte quelle cose, e l’obbiettivo, signor presidente, comunque finisca questo processo, quelle persone lo hanno raggiunto, Luciano Moggi nel calcio non c'è più, la Gea non c’è più.
Rodella: “Quella che abbiamo visto in questo processo è stata una sfilata di delusi e rancorosi. L'allontanamento dei calciatori dalla rosa è una prassi, pensate a quello che hanno subito Mutarelli o Adriano, ma anche da questo punto di vista i calciatori sono ben salvaguardati, perché possono chiedere un risarcimento dei danni.”
BALDINI? MANDAVA I NEMICI DELLA GEA DAI CARABINIERI
Melandri: “Non c’è riscontro: solo lui che ha detto un sacco di bugie nel processo: che faceva le riunioni con Antonelli per prendere a parametro zero Baiocco che aveva ancora un anno di contratto, che si incontrava per i lunghi caffè con Auricchio e che, quando sentiva qualcuno che si doveva lamentare per le invidie e le gelosie che nutriva nei confronti della Gea, li spediva a via Inselci. Insomma, sempre lui che ha approfittato dell’ingenuità di Luciano Moggi in aula che era affianco a me e che quando il Baldini ha detto che non aveva mai visto il Maggiore Auricchio se non quella volta o al massimo un paio, Luciano Moggi ha sorriso e gli ha detto ‘Se non l’hai mai visto’, e Baldini furbissimamente ha attirato l’attenzione del Presidente che aveva coperta la visuale dall’Avv. Prioreschi per continuare con la sua manfrina, dicendo che Luciano Moggi gli faceva gesti minacciosi. Io non voglio giustificare anche questi atteggiamenti di Moggi, però ritengo che sia assolutamente comprensibile l’atteggiamento molto adirato di chi per colpa di queste persone si trova senza lavoro, si trova ad aver rinunciato a ciò che aveva costruito con le capacità, di chi si trova imputato per associazione a delinquere. Ma se questi sono i fatti per i quali siamo a processo, se tutto il polverone che si è alzato ha generato questo? Ma veramente possiamo concedere a Luciano Moggi almeno di alterato con Baldini e Co!”.
CLAMOROSI RISVOLTI SU INDAGINI, INQUIRENTI E PRINCIPALI ACCUSATORI
Prioreschi: "Qui c'è un ufficiale dei Carabinieri che ha dichiarato il falso sapendo di dichiararlo. Perché ognuno nega di aver conosciuto l'altro? Invece questi personaggi si vedono, parlano, dicono e stradicono: eppure è su di loro che si basa tutto il processo. Perché negano? Hanno la coda di paglia? Hanno un palmo di rogna alto così?".
Rodella: “Dalle indagini erano risultati 300 calciatori, quando invece quelli della Gea erano solo 150, anche perché giocatori come Erjon Bogdani e Marek Jankulovski risultavano essere quattro persone anziché due".
Prioreschi: “E' un processo d'omicidio senza il morto. Dove l'accusa ha volutamente scambiato, fatto passare, il rapporto d'amicizia, di parentela, con un legame malavitoso. Si sono usate frasi ad effetto, ma la realtà è che da tutte le udienze, da ogni deposizione, è scaturito che nessuno è stato minacciato, o costretto ad affidarsi alla Gea, e che Luciano Moggi non sapeva intimidire proprio nessuno. Mancavano addirittura i presupposti per iscrivere gli imputati nel registro degli indagati. L'accusa prevista dal 513 bis d'illecita concorrenza con minacce e violenza, è stata ‘resuscitata’. A oltre vent'anni dal varo della norma si contano sulle dita delle mani i precedenti penali". A questo proposito, lo stesso presidente Luigi Fiasconaro è intervento rispondendo ad una domanda del legale ammettendo di non aver mai trattato una vicenda in cui si ipotizzava questa fattispecie.
PROCESSO GEA: NON ESISTONO NE’ ASSOCIAZIONE NE’ DELITTO
Prioreschi: "Mi chiedo come la Gea potesse controllare il mondo del calcio. Il pm ha chiesto la condanna per Zavaglia, Luciano e Alessandro Moggi ritenendoli i capi e Ceravolo come unico operativo. Molti generali e nessun esercito. Le trattative dei giocatori finite nell'occhio del ciclone riguardano 7 professionisti, da Amoruso a Zetulayev. Ditemi voi se valeva la pena mettere in piedi una organizzazione simile se si doveva conquistare la procura di tali calciatori. In questo processo mancano tutti i presupposti: è come un processo per omicidio senza il morto".
Melandri: “Rispetto ai salti logici compiuti dal pubblico ministero, Pindaro è un dilettante, in confronto. L'ex dirigente bianconero, di volta in volta, è stato usato come uno specchietto per le allodole. Il reato associativo è una cosa seria, per cui vanno perseguiti soggetti che sono capaci di incutere terrore. Qui abbiamo un commercialista (Zavaglia) che insieme ad un avvocato (Moggi jr) e ad un medico fanno una società per azioni con i tutti i figli di papà d'Italia. Ma quali minacce! Pertanto chiedo l'assoluzione di Luciano Moggi da tutti i capi d'imputazione per non aver commesso il fatto".
GEA WORLD: FASULLA LA CHIACCHIERA SUL MONOPOLIO
Prioreschi: "Mi chiedo come la Gea poteva controllare il mondo del calcio, avendo solo sette procure di giocatori di A e quattro società come Messina, Siena, Crotone e Avellino".
NUOVI SVILUPPI: ERANO I CALCIATORI A MINACCIARE
Rodella: "Altro che anello debole del mondo del calcio e vittime sacrificali, sono i calciatori a decidere e a muovere i fili. Il vero anello debole sono i procuratori, che vengono cambiati in continuazione dagli stessi calciatori, perché questi ultimi decidono in base ai due criteri di carriera e di soldi. Ciò che abbiamo ascoltato riguardo a procuratori che venivano allontanati o scartati, lo hanno subito anche Zavaglia e Alessandro Moggi in diverse occasioni".
Prioreschi: “L'atteggiamento di Blasi è stato di opportunismo, sia con Zavaglia sia con Stefano Antonelli; Blasi è un assetato di soldi non gli bastano mai. E' tanto interessato ai soldi che è lui che cerca attraverso un amico il contatto con la Gea e quando c'è la trattativa sul rilascio della procura alla Gea lui dice: prima mi fate firmare il contratto con la Juve e poi vi firmo la procura. Quindi chi è che ha il coltello dalla parte del manico? Dove sono le minacce?".
LUCIANONE SOCIO OCCULTO? UNA LEGGENDA METROPOLITANA
Melandri: “Luciano Moggi non era affatto un socio occulto della Gea, era solo il dirigente di un importante club di calcio e come tale faceva gli interessi della sua società. Al figlio spesso celava le operazioni di mercato che si accingeva a fare e mai, dagli atti processuali, risultano interferenze sull'attività che Alessandro svolgeva per la Gea. Solo Moggi senior ha pagato per queste accuse, lasciando il calcio. Sciolta la Gea, il figlio Alessandro continua ad avere le procure di centinaia di giocatori. Eppure la procura ha adottato una linea diversa quando ha deciso di non procedere nei confronti dei figli di Tanzi e Cragnotti o di archiviare le posizioni di altri figli eccellenti, tutti soci Gea, da Riccardo Calleri a Giuseppe De Mita, a Chiara Geronzi che aveva preso per un orecchio Nesta e lo aveva portato davanti a suo padre Cesare. Noi non ci lamentiamo della loro archiviazione, ma ne siamo contenti perché è stata valutata così la loro posizione sul caso di Nesta portato di peso nella sede della Banca di Roma davanti a Cesare Geronzi. E se nel primo caso il gip ha valutato che non ci fosse alcun presupposto di reato, non vedo che differenza ci sia tra l'incontro nella sede della Juventus tra Alessandro Moggi e David Trezeguet. Non capisco perché si sono due pesi e tre misure, almeno tre misure". Inoltre, in base alla ricostruzione offerta dal legale, l'archiviazione sarebbe stata fatta nel "giro di mezz'ora".
ITALIA, 2008: TRIBUNALE SCAMBIATO PER "SCHERZI A PARTE"
Melandri: “L'eco che ha avuto sui media questa vicenda processuale non ha consentito di trovare un pubblico ministero che avesse il coraggio di chiedere l’archiviazione del caso. Si deve avere il coraggio di assolvere, quando nel corso del dibattimento non si è arrivati a nulla. Moggi non sarà per simpatia come Fiorello e non è nemmeno San Luigi Gonzaga, ma sicuramente non è quel Belzebù che è stato descritto".
CLAMOROSO A ROMA: L’ANTIPATIA NON SAREBBE REATO
Melandri: "Moggi non è certo una persona simpatica. Anche Mourinho, che non spicca certo per simpatia, quando gli è stato chiesto il motivo dell'esclusione di Balotelli, ha risposto che era dovuta al mancato allenamento e che lo avrebbe tenuto in tribuna fino a quando il calciatore non avesse capito la lezione. In fin dei conti è la stessa cosa che faceva Luciano, ogni volta che diceva di voler far mettere fuori squadra un giocatore che non rispetta le regole, che non si allena o, che so io, che si droga. Però se lo dice Mourinho allora va bene, rientra nel mondo dello sport, se lo dice Moggi però non va bene, si arriva in una aula di giustizia. La stessa procura non è stata coerente quando in aula ha appreso che Antonelli, passato a fare il dirigente al Torino, ha girato a suo cognato le procure di alcuni giocatori o quando non ha chiesto la trasmissione degli atti al suo ufficio nei confronti dei testi che hanno fornito una versione dei fatti edulcorata rispetto a quella dell'accusa".
CALCIOPOLI: USATA LA GEA PER AFFOSSARE LA JUVE
Melandri: "Nella Juve di quegli anni la Gea c'entra ben poco se si pensa che sono stati appena tre gli atleti finiti in bianconero che erano legati a quella societa' di procuratori sportivi. La realtà è che la Juve di Moggi, Giraudo e Bettega, spendendo poco e con oculatezza, riuscì a vincere molto sul campo, consentendo agli azionisti di incassare qualche denaro: sapeva valorizzare i suoi giovani, prestati a club di fascia inferiore per consentire loro di farsi le ossa e poi ripresi, e imponeva un certo comportamento a tutti i tesserati. Ecco perché a Miccoli fu consigliato di togliersi l'orecchino. Alla Juve certi atteggiamenti non erano consentiti".
Nella prossima udienza, l'8 gennaio, parlerà Giulia Bongiorno per la difesa di Alessandro Moggi, insieme all'avvocato Franco Coppi, chiudendo probabilmente il dibattimento. Successivamente, a meno di repliche della procura e di controrepliche della difesa, ci sarà la sentenza, che potrebbe slittare al 13 gennaio.
Intanto, rinfreschiamoci la memoria con l'impressionante elenco delle deposizioni più significative finora, divise per tipologia e corredate dalla data dell'udienza.

1) Concorrenti rancorosi

Marco Trabucchi (27-02-08): Di origini russe, accusa la Gea di essere ricorsa alle maniere forti (albergo in Via Veneto e Mercedes Classe A a disposizione) pur di togliergli la procura di tal Ruslan Nigmatullin, già portiere di Verona e Salernitana. Un dettaglio sconosciuto ai più, che nessuno scrive (tranne il sito contrastamu.org): questo Trabucchi risulterebbe legato alla "brigata Izmailovskaya", organizzazione criminale che faceva capo al faccendiere ubzeko Alimzhan Tokhtakhounov considerato dall’FBI uno dei cinque padrini più pericolosi di Mosca.

Antonio Caliendo (03-03-08): Altro concorrente Gea, cade ripetutamente in contraddizione, sbagliando date e numeri, tanto che il presidente Fiasconaro arriva a minacciare l'incriminazione per falsa testimonianza.

Stefano Antonelli: Nell'udienza del 28-04-08 si scopre che l'intercettazione acquisita dall'accusa in cui il padre di Blasi, nell'ottobre 2004, gli comunicava l'intenzione del figlio di rimettere la sua procura, era frutto di una registrazione effettuata da Antonelli stesso e da lui in seguito consegnata al Maggiore Auricchio della caserma di via in Selci (vedi paragafo 5). Assume così una luce particolarmente inquietante un'intercettazione pubblicata durante Farsopoli, nella quale Antonelli, il 17 ottobre 2004, dice ad Alessandro Moggi "Devo incontrarti con la bandiera bianca, cioè con i presupposti più giusti possibili, ma devo incontrarti, perché sennò diventa un massacro che non serve nè a me nè a te" e anche "è un momento particolare che se poi si sbotta, in questo momento rischiamo di farci un male della Madonna e non serve, non serve." Nel giugno 2008 Moggi l'ha denunciato alla procura della Repubblica, e alla procura federale, per l'ipotesi di reato di istigazione a delinquere. La querela riguarderebbe una presunta pressione ed invito fatto da Antonelli a Mario Auriemma, dirigente sportivo, a denunciare lo stesso Moggi a Roma e a Napoli in cambio di favori e facilitazioni nei rapporti di lavoro.

Claudio e Andrea Orlandini (27-03-2007): Le loro accuse riguardano le procure di Fabio Gatti e Emiliano Viviano.
Nel caso di Gatti, il problema riguarderebbe in realtà Gaucci, che avrebbe preteso che il giocatore revocasse la procura a Claudio Orlandini per darla alla GEA, il tutto nell’ambito della complessa trattativa che portò Liverani alla Lazio. Ha detto Claudio Orlandini: “Nel 2001, quando Fabio (Gatti, ndr) era al Perugia, mi chiamò il padre del giocatore e mi spiegò che mi dovevano revocare la procura perché il presidente del Perugia, Gaucci, disse che, se non lo avessero fatto e se la procura non fosse passata alla Gea, avrebbero stroncato la carriera di Fabio e lo avrebbero messo fuori rosa. Un mese dopo mi arrivò la raccomandata della revoca della procura. A quel punto chiesi di parlare con Gaucci o Sabatini per chiedere spiegazioni. Sabatini, all'epoca ds del Perugia, mi disse di mettermi l'anima in pace perché questo passaggio di procura alla Gea, insieme a quello di Miccoli, serviva per portare a termine il trasferimento di Liverani dal Perugia alla Lazio. Questo avrebbe dato liquidità in cassa al club umbro, all'epoca fortemente indebitato. A quel punto accettai la revoca e mi venne saldata direttamente dal Perugia la penale, perché Sabatini mi disse di passare in sede, che avrei trovato una busta con dentro 20 milioni di lire e cosi è stato".
Riguardo all’attuale portiere del Brescia Emanuele Viviano, Andrea Orlandini (il padre del procuratore di Viviano) accusa Moggi di avergli detto al telefono “gli stronco la carriera” in seguito al fallimento di una trattativa per il passaggio del portiere alla Juve, nonché Innocenzo Mazzini di aver consigliato a Viviano di incontrare i dirigenti della Juve senza procuratore.
I fatti: nel 2002, in seguito al fallimento della Fiorentina di Cecchi Gori, nella quale militava come giovane primavera, Viviano venne contattato dall’attuale DG dell’Udinese Pietro Leonardi, allora osservatore bianconero nel team dell’imputato Francesco Ceravolo, per un suo eventuale passaggio alla Juve. Il contatto avvenne tramite il procuratore Claudio Orlandini e la trattativa poi non andò in porto.
Siccome lo stesso Viviano ha negato di aver mai subito minacce, il giudice ha disposto un confronto tra Leonardi e Claudio Orlandini il 16-10-08.
Ha detto Leonardi: "Contattai Claudio Orlandini e gli diedi appuntamento ad un albergo vicino all'autostrada, a Firenze. L'incontro, però, durò pochi minuti perché c'era intenzione di mandare il giocatore in una squadra minore, dove potesse mettersi in luce. Incontrai Orlandini e un'altra persona, che non ricordo chi sia, in albergo, ma le cose finirono presto. Di sicuro, comunque, conclusa la riunione non chiamai Luciano Moggi".
Ha detto Orlandini: "I genitori di Viviano furono chiamati da Mazzini e gli fu detto che dovevano andare all'appuntamento senza portarsi il procuratore. Fu lo stesso collaboratore di Mazzini, che attese fuori, ad avvisare Moggi. Me lo disse lui stesso, rammaricandosi".
Ci sono un paio di grosse stranezze in questa storia: la prima è che della GEA non v’è manco l’ombra, dato che a tentare di impadronirsi della procura di Viviano, a detta degli Orlandini, sarebbe stato niente meno che l’ex vice-segretario FIGC Innocenzo Mazzini. Ma Moggi non minacciava per favorire la società del figlio?
La seconda la suggerisce l'intervento di Moggi: “In questa storia si tratta di un ragazzino, io mi occupavo di quelli che facevano vincere. E poi il ragazzo all'epoca, secondo le norme federali, non poteva neanche avere l'agente".
Insomma, e se invece Mazzini, tra l'altro vicino di casa di Viviano, ai tempi avesse semplicemente consigliato di far rispettare una norma federale? Chi agiva senza rispettare le regole? La GEA o altri soggetti?

Nell’arringa finale del 13-11-08, Massimo Ciardullo, avvocato di Antonelli e Orlandini, ammette implicitamente il vuoto probatorio scaturito dal dibattimento, quando afferma "I responsabili di questo scandalo "sono ancora in attività e in grado di intimidire. E' stato difficile raccogliere le prove perché questa organizzazione è ancora presente nel mondo del pallone. Ne è una prova la reticenza offerta dai testimoni venuti in aula. I giocatori, i procuratori, i dirigenti, ancora subiscono pressioni, anche implicite, dagli imputati". Ciardullo, rispetto alle richieste del pm, ha chiesto di condannare Davide Lippi (caso Blasi) anche per il reato associativo. Infine le richieste economiche: 500.000 euro a testa per ognuno dei suoi assistiti, Antonelli per Blasi e Orlandini per Gatti.

Paolo Bordonaro (27-03-08): Procuratore di Giorgio Chiellini fino a quando non è passato alla GEA, racconta: "Scrissi una lettera alla Figc per denunciare l'intromissione di Davide Lippi ma non ricevetti alcuna risposta".


2) Campioni mancati

Salvatore Fresi (27-02-08). Uno degli acquisti più inutili della gestione Triade (per fortuna ce ne furono pochi). Per l'accusa, la sua cessione dalla Juve al Perugia sarebbe avvenuta tramite delle minacce. Peccato che, a detta di chi ha assistito all'udienza, dopo essere stato incalzato dal giudice, alla fine abbia dovuto ammettere di aver festeggiato quella cessione a champagne, dato che gli fruttò un bel contrattino di due miliardi di lire l'anno; addirittura, alla serata sarebbe stato presente anche il suo procuratore GEA, l'imputato Pasquale Gallo, che avrebbe ospitato per una notte in mansarda. Di vere minacce a suo carico, dunque, nessuna traccia.

Nick Amoruso: RAI24 per definire la sua parentesi juventina sceglie un'immagine sobria: una "discesa agli inferi". Ma chi si ricorda le sue imprese in maglia bianconera sa che, molto più semplicemente, non si dimostrò all'altezza di Del Piero, Inzaghi, Trezeguet e Kovacevic. Per questo venne ceduto a una squadra minore, in grado comunque di garantirgli un contratto miliardario. Così Moggi, il 17-06-08: «Un buon giocatore per squadre come la Reggina e dovrebbe solo ringraziarci per aver guadagnato con noi 14 miliardi di lire»

Ciccio Grabbi (04-03-08): Cerca di contrabbandare per minacce i rilievi che il Direttore gli faceva su certe sue movimentate seratine. Come Amoruso e Fresi, usa il fatto di non aver dato procura alla Gea come scusa per non essere riuscito a sfondare nella Juve. Così Moggi, il 17-06-08: "Non ha mai giocato bene da nessuna parte, stava in mezzo al campo a guardare gli altri giocare". Qui altri interessanti dettagli del suo intervento.

Marco Rigoni (04-03-08): Secondo l'accusa fu venduto a una squadra minore per punizione, avendo revocato la procura alla Gea. Gli organi della cosiddetta informazione hanno però omesso di parlare dell'incidente stradale che gli stroncò la carriera ad alti livelli, nonché della vicinanza che la Juve di Moggi gli manifestò in seguito al sinistro. Per fortuna in aula se ne è parlato.

Fabrizio Miccoli (03-04-08): Per chiudere la questione, basterebbe citare il suo procuratore non-Gea Francesco Calandro che ai microfoni di Primaradio, la sera della sua deposizione, ha negato "un'ipotesi di mobbing per i problemi causati a Miccoli da Luciano e Alessandro Moggi durante la sua permanenza alla Juventus".
Invece, le pravde cartacee e catodiche hanno pompato alcuni brandelli della sua deposizione per far credere che Moggi lo vessasse. Le argomentazioni sarebbero:

  1. Proibizione di usare orecchini
  2. Esclusione punitiva da festeggiamento scudetto con sindaco di Pinzolo (organizzato però da Grande Stevens e il sindaco di Torino Chiamparino, e per uno scudetto che non aveva vinto, perché era al Perugia).
  3. Pressioni per un trasferimento in prestito al Portsmouth, per altro poi nemmeno concretizzato.
Che ciò fosse accaduto per forzarlo a dare la sua procura alla Gea è solo una vaga supposizione sua, al cui supporto sa portare unicamente una telefonata del concittadino Antonio Conte che l'avrebbe consigliato in tal senso. Un po' pochino, no?

Il fatto è che nell'estate 2004, su input di Capello che non credeva in lui, Moggi non volle lasciarsi sfuggire l'occasione di sostituirlo con un certo Ibrahimovic. Di per sé Lucianone non lo vedeva nemmeno così male, tanto che rifiutò anche un'offerta di Lotito per scambiarlo con Cesar. E se la Fiorentina decise di non riscattarlo la colpa non fu né di Moggi né della Gea, ma del fatto che i viola reputarono che non ne valesse la pena.
Grazie al palcoscenico offertogli dalla Juve moggiana ebbe pure l'occasione di venire convocato 8 volte in Nazionale, e guarda caso senza essere assistito dalla Gea. Se poi il mai sbocciato "Maradona del Salento" a 28 anni si è ridotto a fare il panchinaro del Palermo, è difficile pensare che la colpa sia di un dirigente ormai da quasi 2 anni escluso dal mondo del calcio.

Così Moggi, il 17-06-08: «Miccoli è venuto a dire che è rimasto in pullman quando la Juve festeggiò lo scudetto in Comune a Torino: era stato Franzo Grande Stevens a organizzare la festa e Miccoli non faceva parte della Juve che aveva vinto il campionato. E poi era pieno di orecchini, sulle orecchie, sul naso magari li metteva anche sulle gambe e questo alla Juve non va bene».

Giovanni Tedesco (27-03-08): Ha detto il centrocampista: "Come procuratore ufficiale avevo Imborgia, ma dal 2000 ero rappresentato da Pastorello pur non avendo mai depositato la nuova procura. Poi un giorno Gaucci mi telefonò durante l'estate e mi disse di raggiungerlo a Roma perché mi avrebbe fatto conoscere delle persone. Andai nella sede della Gea dove conobbi Alessandro Moggi ed Emiliano Zavaglia. Mi venne prospettata l'idea di passare a un grande club, si parlava della Lazio. Presi un po’ di tempo, poi decisi di affidare la mia procura alla Gea, dopo avere avvertito Pastorello, e firmai con Emiliano Zavaglia, senza depositare la procura in federazione perché era ancora in vigore quella con Imborgia". Passò l'estate senza che nessuno della Gea né della Lazio si facesse vivo con Tedesco. Rimasto al Perugia, la reazione del giocatore fu la seguente: "Mi sentii con Zavaglia e gli feci presente tutto il mio malcontento per le promesse non mantenute, il mancato passaggio alla Lazio e gli dissi che pensavo di lasciare la Gea. Fabio Grosso mi presentò Stefano Antonelli e con lui preparammo al lettera di revoca della procura a Imborgia. Ma la Gea a quel punto depositò la procura firmata da me con Zavaglia. Ne nacque un'inchiesta federale al termine della quale io venni condannato con un'ammenda di 1500 euro e Alessandro Moggi fu deferito".


3) Boomerang dell'accusa

David Trezeguet (27-02-08): Contrariamente ai titoli che l'hanno preceduta, la sua è stata una testimonianza platealmente scagionante: «Con la società Gea non c’è stato alcun contratto. Ho incontrato Alessandro Moggi nella sede della Juventus a Torino e ho parlato con lui della mia situazione contrattuale presso la Juve, ma non ci sono state mai minacce. Non mi sono mai stati posti ostacoli per il fatto che non avevo accettato di affidarmi alla Gea. In uno degli incontri con Alessandro Moggi e un’altra persona mi fu detto che la Gea, così come era organizzata aveva maggiori possibilità per risolvere i miei problemi contrattuali con la Juventus». Il calciatore si è poi soffermato sui contatti avuti con Alessandro Moggi ribadendo che non fu mai invogliato, dietro minacce, ad affidare i suoi interessi alla Gea.

Christian Molinaro(04-03-08): Il Corriere dello Sport dedica alla sua deposizione solo due righe, e ciò di per sé è sufficiente a farci intuire che anche la sua testimonianza scagiona Moggi e la Gea.

Marcello Lippi (01-04-08): Nemmeno convocato in aula, viene comunque citata la sua audizione in fase istruttoria, in cui confermò che Moggi non effettuò pressioni per farlo diventare CT della Nazionale, né tanto meno ne fece per fargli convocare determinati giocatori juventini. Per tentare di spingerlo a parlar male di Moggi e Giraudo, il pm Palamara arrivò a sottoporgli un'intercettazione (vedi qui, al 3.4) in cui i dirigenti bianconeri, nell'estate 2004, si compiacciono della sua sostituzione con Capello. Ma il Marcello nazionale non se ne fece condizionare, anzi: "Sono convinto che loro abbiano una stima sicuramente diversa e tuttora positiva rispetto a quella che appare quando si parla di barche, donne e motori, tra di noi c’è un ottimo rapporto". Infine, ricostruì la carriera del figlio Davide nella Gea, rivendicando il fatto di non aver mai interferito nella sua attività.

Davide Baiocco (01-04-08): Ora al Catania, ha dichiarato: "Non ho mai subito pressioni né dalla Gea né da Moggi". Ha spiegato di aver cambiato procuratore da Allegrini ad Alessandro Moggi perché non era soddisfatto del primo (durante Farsopoli, un'intercettazione nella quale Moggi parlava di una trattativa in corso su di lui, venne manipolata dai media per far credere che l'ex DG facesse plusvalenze fasulle. Vedi qui, al 1.5). Il 19-06-08, in un confronto con Baldini che parlava di un incontro nell'ufficio del procuratore Antonelli nel quale avrebbe detto di aver ricevuto pressioni da Gaucci per passare alla GEA, ha dichiarato: "Non mi ricordo di aver detto questo ad una persona che conoscevo per la prima volta. Rifiutai la Roma perche' il mio contratto sarebbe scaduto dopo un anno e mezzo e volevo valutare altre opportunita'".

Riccardo Allegretti (01-04-08): Ora alla Triestina. Sulle ipotetiche pressioni Gea o moggiane, vedi Baiocco.

Giorgio Chiellini (28-4-06): Ha dichiarato di aver scelto la Gea spontaneamente nel 2001 e di non aver mai ricevuto pressioni o minacce da parte di Moggi. "Dal mio agente Davide Lippi - ha aggiunto smentendo la testimonianza di Baldini - non ho mai avuto promesse o assicurazioni su una mia convocazione in Nazionale".

Così Moggi, il 17-06-08: «Sul caso Chiellini, Baldini ha detto solo menzogne, dalla prima all'ultima parola. Non è vero che il calciatore gli disse che preferiva andare alla Juventus perché Marcello Lippi, padre del suo procuratore, allenava la nazionale. La realtà è che il terzino era in comproprietà tra la Roma e il Livorno e che in Lega Calcio al presidente livornese Aldo Spinelli fu detto che il club giallorosso non poteva fare acquisti. Così il calciatore fu proposto alla Juve, il ragazzo ci interessava, lo avevamo anche seguito ma avevamo preferito lasciare in pace la Roma. Quando ci dicemmo interessati, Chiellini ancora non sapeva che sarebbe venuto da noi e solo dopo apprendemmo che il suo procuratore era Davide Lippi».

Fabio Gatti (27-03.08): Ridimensiona le accuse del suo ex procuratore Orlandini: "Venni contattato da Gaucci, che mi consigliò per il mio bene e per la mia carriera di passare la mia procura alla Gea. Non ho mai subìto pressioni. Non ero del tutto soddisfatto del lavoro fatto da Orlandini, dopo il mio passaggio alla Gea iniziai a giocare in maniera più costante nel Perugia e un mese dopo firmai l'adeguamento del contratto da 250 milioni di lire annui". Viene contraddetto dall'avvocato di parte civile, Ciardullo, che gli contesta una sua deposizione alla Guardia di Finanza nella quale parlò dell'invito di Gaucci a passare alla Gea come di qualcosa di più di un semplice consiglio. Il 28-4-06, anche il padre di Gatti smentisce Orlandini riguardo alle presune pressioni di Gaucci affinché desse la sua procura alla Gea.

Emanuele Blasi (28-4-06): Ha dichiarato: "Le pressioni da parte della Gea sono tutte mie invenzioni. Ho pensato che fosse l’unico modo per liberarmi di Antonelli, con cui non avrei mai rinnovato il contratto con la Juve. In realtà, io non ero contento del suo lavoro e avevo preso contatti con Davide Lippi dicendogli che avrei dato a lui la procura se mi avesse consentito di rinnovare con la Juve a cifre maggiori". E' successo che Antonelli (vedi al paragrafo 1 "Concorrenti rancorosi"), aveva registrato la telefonata in cui il padre del giocatore lo scaricava, consegnandola al maggiore Auricchio (vedi al paragrafo 5). Già nel maggio 2006, in piena Farsopoli, Blasi aveva fornito le stesse spiegazioni rese in aula, e cioè che il padre si era semplicemente inventato una scusa senza alcun fondamento nella realtà, ma il pm Palamara l'aveva accusato di reticenza.

Emiliano Viviano (7-10-08): Portiere del Brescia, smentisce il padre del suo ex procuratore Claudio Orlandini, negando di essere mai stato contattato da persone che non fossero il suo procuratore con offerte di trasferimenti alla Juve, nonché di essere stato invitato dall’ex presidente della Figc Innocenzo Mazzini a recarsi presso un albergo senza il suo procuratore per discutere di un passaggio alla Juve. Il pm Palamara ha chiesto un confronto con Orlandini.

Fabio Liverani (7-10-08): Ha negato di aver mai subito pressioni su convocazioni in Nazionale o un eventuale passaggio alla Juventus.

Emanuele Calaiò (7-10-08): Attaccante del Siena, ha detto di essere passato 4 anni fa da Beppe Bonetto ad Alessandro Moggi per “libera scelta, poiché Bonetto non mi prospettava offerte adeguate al mio rendimento, per cui ero insoddisfatto del suo lavoro e ho scelto di passare la mia procura a Moggi senza ricevere alcuna minaccia o promessi di ingaggi”.

Oberto Petricca (7-10-08): Ex presidente dell'Assoprocuratori, ha delineato un quadro ambientale in cui sono molti i casi di rapporti tra procuratori e dirigenti legati da parentela.


4) Icone antijuventine

Zdenek Zeman (25-03-08): Con tutta evidenza chiamato a testimoniare solo per la sua fama di acerrimo nemico della Triade bianconera, ripaga il pm Palamara con una testimonianza fatta unicamente di banalità e sentito dire: i calciatori che affidavano la procura a chi garantiva loro "più vantaggi" e i procuratori non-Gea che lo usavano per sfogarsi per presunte trasgressioni deontologiche dei concorrenti, senza per altro specificare a quali regole si riferissero. Non ha lavorato dal dicembre 2006 al giugno 2008, ma stavolta è difficile riuscire a dare la colpa a Moggi.

Franco Baldini (31-03-08): La sola presenza in aula di un Lucianone da battaglia lo turba al punto da spingere il presidente a comminare all'ex DG juventino un'ammonizione mirata. La scena si ripete il 19-06-08, quando dichiara di essere stato minacciato fuori dall'aula, prima del suo confronto con Baiocco (che contraddice la sua versione). Le cronache ufficiali cercano di spacciare il suo racconto di un confuso battibecco con Moggi risalente alla stagione 2001-2002 per chissà quale episodio chiave. La realtà è che, quando alla Roma non riusciva a tesserare i giocatori che Capello gli chiedeva, accampava scuse parlando male della Gea. L'esempio più indicativo della pochezza delle sue argomentazioni lo si ha quando si lamenta del fatto che un procuratore possa consigliare a una giovane promessa come Chiellini una squadretta come la Juventus, invece di indirizzarlo all'armata giallorossa. Addirittura, rischia l'incriminazione per falsa testimonianza per aver riportato una confidenza di Baiocco (sulle solite fantomatiche "pressioni" Gea) che il giocatore negherà di aver mai fatto. Di lui, Lucianone non si esimerà dal sottolineare una certa scaltrezza con i documenti, ricordando che fu deferito dalla procura della Figc per aver procurato a Recoba il famoso passaporto che costò ad alcuni dirigenti interisti dei problemucci a livello penale. Poi c'è la questione Auricchio (vedi paragrafo 5).


5) Inquirenti collegati a Farsopoli

Attilio Auricchio (01-04-08): Maggiore dei Carabinieri ed estensore delle informative per la procura di Napoli che nell'estate 2006 vennero usate per imbastire Farsopoli. Riporta alcune cifre che smentiscono la leggenda del monopolio: nel 2004 la Gea "procurava" 154 calciatori, di cui 99 di serie A e B, e 5 allenatori. Dunque, considerato che tra A e B le squadre sono 42, con una rosa media di 20 calciatori, quelli disponibili "sulla piazza" sarebbero 840. Tradotto in percentuale, la GEA ne gestiva l'11,8%, una quota ben lontana dall'indicare un monopolio. E non è finita: tira in ballo il quadro normativo in vigore all'epoca, sostanzialmente ammettendo che la GEA operava in assoluta legittimità. Ma il bello viene durante il controesame degli avvocati difensori: si scopre che tra lui e Franco Baldini intercorrono da anni rapporti di amicizia. "Rapporti che datavano da una denuncia fatta dalla As Roma e da Baldini per un presunto ricatto dopo la vicenda delle false fidejussioni." Il 28 aprile successivo, si scopre anche che il procuratore Antonelli gli aveva consegnato la registrazione di una telefonata col padre di Blasi (vedi paragrafo 1 "Concorrenti Rancorosi").

6) Testimoni della difesa

Marco Cassetti (15-07-08): Ha detto: "Da nove anni sono assistito da Alessandro Moggi e da Franco Zavaglia. Non ho subito minacce e non ho mai saputo da qualcuno che abbia subito minacce da parte loro. Tre anni fa, nella stagione 2004/05, mi chiamò Beccalossi e mi convocò nella sede dell'Inter dicendomi di non dire nulla ad Alessandro Moggi. C'erano Mancini, Oriali e Branca. Io ero sotto contratto con il Lecce e loro volevano farmi firmare una sorta di pre-accordo con l'Inter, ma non volevano trattare con Alessandro Moggi. Io non firmai nulla, anche perché avevo un contratto in essere e avrei rischiato la squalifica. Subito dopo chiamai Alessandro per raccontargli la vicenda. Poi richiamai l'Inter e dissi loro che se volevano trattare con me dovevano parlare con il mio agente".

Nicola Lai (15-07-08): Ha dichiarato che nella stagione 2003-2004, quando militava nella primavera del Cagliari (ora è alla Torres), il direttore sportivo Gianfranco Matteoli gli disse che "chi andava alla Gea si sarebbe giocato il posto in squadra". Alla richiesta di spiegazioni il calciatore ha risposto che forse ciò era dovuto “a problemi tra il presidente Massimo Cellino e Zavaglia”. “Anche l'allenatore Giorgio Melis - ha aggiunto - suggerì di lasciar perdere gli agenti Gea”. Il giovane mediano, che ha militato anche nel Rieti, ha ribadito poi di non aver mai ricevuto alcuna minaccia per farsi seguire da Franco Zavaglia, che è ancora oggi il suo procuratore.

Dino Fava (15-07-08): Ex Bologna, ora Treviso, ha parlato di ottimi rapporti con Zavaglia dopo una esperienza insoddisfacente con un altro procuratore, Enrico Fedele, con il quale ha in corso una vertenza in sede civile per contrasti riguardanti alcune sponsorizzazioni e il suo presunto obbligo di versare a Fedele percentuali su qualsiasi guadagno futuro.
"Con un mio vecchio procuratore sono in causa. Zavaglia invece si è sempre comportato al meglio", ha detto.

Gianluca Grassadonia (15-07-08): Già calciatore e ora allenatore, ha parlato di ottimi rapporti, che durano ormai da 10 anni, con gli imputati Pasquale Gallo, Franco Zavaglia e Alessandro Moggi, ricordando che in occasione di ogni contratto da lui sottoscritto erano sempre loro tre ad assisterlo.
"Pasquale Gallo è sempre stato il mio agente, Alessandro Moggi e Franco Zavaglia mi sono stati vicini, da amici, quando sono andato al Cagliari ed al Chievo", ha detto.

Al presidente Fiasconaro che lo invitava a rispondere serenamente alle domande, ha risposto: “Io sono tranquillo, casomai è lei a non essere sereno”.

Aldo Spinelli (17-07-08): Il presidente del Livorno ha parlato della vicenda della comproprietà di Chiellini tra Roma e Livorno: "Sono stato convocato da Baldini e da Sensi e sono andato a Villa Pacelli. Sensi mi fece una proposta per riscattare la mia metà, ma io rifiutai. Così andammo alle buste, ma venni a sapere che la Roma non poteva acquistare il giocatore per problemi economici e così diedi alla Roma tre milioni di euro per la sua metà e misi il giocatore immediatamente sul mercato. La Juve mi offrì 6,5 milioni di euro da pagare in tre anni: io accettai subito, prendendo subito i primi tre milioni che mi servivano per pagare la Roma, che era all'epoca era una società 'piccola e radiata'. Con la Juve ho fatto anche altri affari, come la comproprietà di Palladino, e inoltre feci un favore alla Juve tesserando Mutu al posto loro, visto che avevo il posto libero per un extracomunitario, e poi lo girai a loro".

Walter Sabatini (17-08-08): E’ stato chiamato per parlare di Fabio Gatti e alla decisione del calciatore di cambiare procuratore passando a un uomo Gea. Ha spiegato che Gaucci gli chiese di convocare il calciatore, con il padre, in sede: il ds venne poi a sapere che a Gatti era stato chiesto da Gaucci di lasciare Orlandini per passare alla Gea. “Orlandini mi chiamò – ha continuato - per dire che era stata una scelta del presidente, avallata dal padre di Gatti: il ds inoltre promise a Orlandini un risarcimento.
Il giudice Fiasconaro gli ha chiesto se era stato lui, come aveva detto Orlandini, a chiedere questo cambio di procuratore per facilitare il passaggio di Liverani dal Perugia alla Lazio: Sabatini ha negato decisamente.

Alessio Secco (17-07-08): E' stato chiamato a rispondere sul rinnovo del contratto di Trezeguet nel 2004 e sul ruolo di Capello nella vicenda: il ds della Juventus ha risposto di essere stato lui a redigere il contratto, di quattro anni a 4,5-5 milioni di euro all'anno di ingaggio. "Tenemmo segreta la trattativa per il rinnovo - ha detto Secco -. lo sapevamo solo Moggi, Giraudo e io". Capello chiamò Trezeguet solo per dirgli che gli avrebbe fatto piacere averlo in squadra.

Nicola Legrottaglie (17-07-08): Ha detto: "Per prendere Alessandro Moggi non ho subito pressioni o minacce. E’ il mio procuratore da cinque anni e non ne ho ricavato alcun beneficio, anzi: da quando sono arrivato alla Juve per le mie cattive prestazioni ho perso tutto, compreso il posto in Nazionale". Ha aggiunto: "E le cose non sono certo andate bene perché ero alla Gea, perché se non dai tutto in campo, se non ti impegni, si può perdere tutto in un attimo. Io ero arrivato in nazionale quand'ero al Chievo e poi però ho giocato male e sono stato mandato in prestito".

Pavel Nedved (17-07-08): Alla domanda se avesse ricevuto minacce ha risposto con un secco 'no' ribadendo che il suo procuratore da sempre è Carmine 'Mino' Raiola. "In otto anni di Juventus ho fatto due rinnovi contrattuali e sono sempre stati trattati da lui".

Alessandro del Piero (17-07-08): Ha ricordato che è alla Juve dal 1993, e come procuratore ha avuto prima Rizzato, poi Pasqualin, con il quale ha avuto due rinnovi contrattuali, e ora lo assiste il fratello. Le provvigioni le ha sempre pagate lui. Tutti gli altri juventini, invece, hanno spiegato che è la società a fornire la quota percentuale per gli agenti. Ha aggiunto: "Il mio contratto era da 70-120 milioni di lire con Rizzato; con Pasqualin ho avuto un rinnovo di contratto da 1-2 miliardi, il terzo rinnovo e' stato da 10 miliardi di lire. Il quarto e quinto rinnovo li ho firmati a 4 milioni di euro a stagione. Non ho mai subito pressioni da parte di Luciano Moggi per cambiare procuratore".

Gianluigi Buffon (17-07-08): Ha detto: "Il mio procuratore e' sempre stato Martina e non ho mai subito pressioni da Luciano Moggi per cambiarlo. Ho già rinnovato quattro-cinque volte il contratto con la Juve".

Alessandro Birindelli (17 luglio 2008): Mai procurato dalla GEA. Mai ricevuto minacce dagli agenti della Gea.

Daniele Gastaldello (17 luglio 2008): Mai procurato dalla GEA. Mai ricevuto minacce dagli agenti della Gea.

Antonio Mirante (17 luglio 2008): Mai procurato dalla GEA. Mai ricevuto minacce dagli agenti della Gea.

Ciro Ferrara (17 luglio 2008): Mai procurato dalla GEA. Mai ricevuto minacce dagli agenti della Gea.

Gianluca Pessotto (17 luglio 2008): Mai procurato dalla GEA. Mai ricevuto minacce dagli agenti della Gea.

Carlo Ancelotti (9 ottobre 2008): Smentisce la versione di Amoruso riguardo al suo trasferimento al Perugia nell'estate del 1999, ha detto: "Era un giocatore di buon livello che nel primo anno ha sicuramente giocato qualche partita perchè avevamo infortunati alcuni giocatori. Poi venne ceduto al Perugia per una scelta tecnica visto che avevamo come attaccanti Del Piero, Inzaghi e avevamo preso Kovacevic. Avrebbe avuto poco spazio. Così decidemmo di mandarlo via in prestito. Ma non conosco le modalità".

Antonio Conte (9 ottobre 2008): Smentisce clamorosamente la versione di Miccoli riguardo alle presunte pressioni per farlo procurare dalla GEA. L'ex capitano bianconero ha spiegato che era stato semmai Miccoli a chiedergli di metterlo in contatto con Alessandro Moggi (che già era procuratore di Conte), ma di non essersi mai interessato alle scelte del giocatore su chi affidarsi per la procura: «Io con Miccoli sono stato a cena una sera a casa. C'erano lui, la moglie e il suo procuratore Caleandro, mi chiesero un'opinione sul problema del rinnovo e sulla possibilità di poter gestire il giocatore insieme ad Alessandro Moggi. Io dissi la mia ma non mi interessai più di tanto. Mi chiesero di intercedere con la Juve. Era successo anche con Trezeguet, in quel periodo aveva litigato con il suo procuratore e voleva rinnovare il contratto. Ma fu una semplice conversazione in palestra».
Oltre a negare decisamente la versione dei fatti di Miccoli, gli ha lanciato più di una frecciatina: «So che Miccoli ha fornito un'altra ricostruzione, e gli ho risposto attraverso i giornali, dicendo anche che se lui avesse avuto la testa sarebbe stato un campione... È uno da prendere con le molle, è un po' estroso, non è quel che si dice un uomo di spogliatoio, era una persona appariscente. Alla Juve c'era un certo tipo di stile e ci tenevano. Sicuramente non era un Conte o un Pessotto, una persona quadrata. Nessuno mi ha mai chiesto di avvicinare giocatori della Juve per passare alla Gea. Quel che è certo è che non mi interessavano i suoi rapporti con la società».

Sebastian Giovinco (16 ottobre 2008): Ha detto: "Alla Juventus non ha mai subìto né pressioni né consigli per scegliere un procuratore od un altro".

Giuseppe Ursino e Giovanni Vrenna (16 ottobre 2008): Rispettivamente DS e Presidente del Crotone, hanno spiegato il rapporto con Ceravolo e il legame con la Juventus. Che, cioè, c'era una intesa di massima per ricevere il prestito di giovani giocatori. L'accordo c'era anche con il Napoli e la Reggina. "C'era una reciproca convenienza. I ragazzi erano bravi e il Crotone andava bene", è stato detto. Ursino era amico del calabrese Ceravolo, che a detta di Vrenna non si è mai occupato dei rinnovi contrattuali dei giocatori. Tutto nella norma, tanto più che il Crotone ha lo stesso tipo di rapporti con Torino, Empoli e Reggina.

7) Imputati

Davide Lippi (7-10-08): Dopo aver spiegato i suoi esordi come procuratore, ha parlato dei suoi rapporti con la Gea World: “Io ero un collaboratore e seguivo in particolare i giovani calciatori del settore allievi e primavera. Non ero ancora procuratore e prendevo una percentuale del 33% su quanto corrispondevano i calciatori a Moggi che era il punto di riferimento in Gea”.
Sul rapporto col padre: “Quando ho cominciato questo lavoro mio padre mi ha detto che non solo non mi avrebbe aiutato, ma mai dato consigli o preso miei calciatori. Non ho mai fatto riferimento a mio padre, né alla Juventus né alla Nazionale con i miei calciatori. Anzi mio padre mi ha detto: ‘ sbagli ti prendo a calci nel culo e vai a casa a fare altro’"-
Riferendosi alle presunte pressioni della Gea sui calciatori, ha affermato di non aver mai cercato di acquisire delle procure. Sulla vicenda della procura di Blasi passata da Antonelli a Zavaglia e poi a lui, ha detto: "Sapevo che Blasi, di cui ero e sono amico, era scontento di Antonelli perché non riusciva ad avere il rinnovo e un aumento del contratto. L'ho saputo da amici comuni e da altri calciatori. Ma io non ho mai fatto pressioni su Blasi per fargli cambiare procura".
Massimo Ciardullo, l’avvocato di Antonelli, ha letto il testo di una telefonata di Farsopoli, tra lui e Alessandro Moggi nella quale Lippi riferisce il colloquio con Blasi e gli dice che "o si paga Antonelli e i soldi li devi tirare fuori tu, o aspettiamo che scada la procura e poi facciamo il contratto". Ciardullo ha contestato a Lippi che poco prima aveva affermato di non aver mai parlato direttamente con Blasi del contratto. Lippi ha risposto che intendeva riferirsi al contratto con la Gea e non a quello da rinnovare con la Juventus.

Luciano Moggi (10-11-08): Nella sua deposizione spontanea, ha detto: "Sento dire che il calcio attuale è peggio di prima. Evidentemente non ero la mente di ogni complotto e chi comandava prima lo fa anche adesso. Personalmente non voglio più tornare a far parte di questo mondo. Non mi interessa più".
Ha rivolto poi un appello: "Il calcio lo seguo come critico e come giornalista. La realtà è che per queste vicende approdate in tribunale, ho perso il lavoro e mio figlio ha passato i suoi guai con la famiglia. Tutto per colpe di testimonianze dell'accusa che abbiamo smascherato. Sono uomo di fede e accetto questo momento ma se ora la situazione nel calcio è peggiorata, invito tutti a non esagerare". Quindi ha spiegato di essersi "sfogato contro chi lo ha infangato".
Poi ha aggiunto: "Il calcio è da tempo diventato un business e le società sportive lavorano per valorizzare il proprio settore giovanile ed evitare di pagare 50 milioni per un giocatore. Io dirigente ombra del Messina? Ma quando mai, la Juve prestava gratis dei ragazzi con tanto di premio di valorizzazione al club se loro avessero giocato almeno venti partite in serie A. Io mi vanto di aver ceduto Zidane a un prezzo, 150 miliardi di lire, che nessuna altra società ha mai guadagnato. Ho vinto scudetti, trofei in Italia e all'estero. Nella finale dei campionati del mondo c'erano in campo nove giocatori della Juve più l'allenatore e il fisioterapista. Nove campioni che giocavano nella Juve. E poi qualcuno dice che io ero autore dei complotti e combinavo le partite".
Prendendo spunto dalle deposizioni di Nicola Amoruso, Moggi ha colto l'occasione per definire i calciatori "persone viziate che pensano solo ai rinnovi contrattuali anche quando sono reduci da pessime stagioni. La Juve era ed è una società seria, che non poteva contare sui soldi dell'azionista, eppure abbiamo creato una squadra fortissima e garantito un buon dividendo agli azionisti anche se abbiamo alla fine ricevuto ringraziamenti non tanto simpatici. I giocatori vorrebbero dirigenti che spendono e spandono. Chi fa bene un anno pretende subito un adeguamento e il prolungamento del contratto".
Su Corrado Grabbi, ha detto: "Si dovrebbe vergognare di essere venuto qui a testimoniare, visto che in due anni non ne ha azzeccata una". Ha poi parlato del rapporto col figlio Alessandro: "Quando mi disse di prendere Oddo e Liverani risposi che non mi interessavano, ma quando mi disse di prendere Mutu lo presi subito. Questo perchè ogni tanto gli davo ascolto e ogni tanto no. A un certo punto io e mio figlio avevamo paura di telefonarci per le intercettazioni, e questo in un paese democratico non può accadere. Vengo accusato di essere un socio occulto della Gea: il tutto perchè ho comprato delle cravatte da Marinella, ma io lo feci per fare un favore a Zavaglia, perchè conoscevo di persona Maurizio Marinella e per fargli fare un prezzo di favore".
Moggi ha poi escluso di aver mai favorito il figlio Alessandro: "Non gli ho mai rivelato in anticipo certe operazioni di mercato, come si evince dalle intercettazioni. Né ho preso dei soldi da lui. Eppure mi hanno definito socio occulto di Gea per la storia delle cravatte di Marinella che Franco Zavaglia mi chiese di prendere a un prezzo di favore. I Moggi sono passati come capri espiatori e mi sta pure bene. Ma perché, se si vuole moralizzare il calcio, non si vivisezionano gli altri parenti che fanno dirigenti e procuratori come hanno vivisezionato noi?".
Poi ha attaccato il suo grande accusatore: "Franco Baldini è quella persona che prima di un Roma-Juventus ha discusso con me dei problemi del calcio e di come potevano essere risolti. Baldini è quella persona che disse a Baiocco di starsene buono per un anno al Perugia per poi passare alla Roma a parametro zero, cosa che non poteva fare visto che Baiocco era in trattative per rinnovare il contratto con il Perugia. È lui la persona che dice che il Messina era una società controllata da me perché avrei venduto calciatori al Messina a prezzi gonfiati per ottenere altri favori: invece i calciatori della Juve andavano al Messina in prestito gratuito. Baldini ha detto molte cose che non stanno né in cielo né in terra, per esempio la storia della trattativa con il Livorno per Chiellini. Non ci fu nessun complotto della Juventus: la Roma in quel momento non poteva acquistare, ma solo vendere. Noi non volevamo disturbare la Roma, e fu Spinelli a venire a trattare". Ma anche l'attuale dirigenza giallorossa è nel mirino di Moggi: "Ora tutti dicono che accettano gli errori degli arbitri, ma poi la prima a lamentarsi è la vicepresidente della Lega, Rosella Sensi, che il pubblico ministero conosce bene". A questo punto, però, il pm Luca Palamara ha invitato Luigi Fiasconaro, presidente del collegio, a interrompere Moggi.

Alessandro Moggi (10-11-08): Nella sua deposizione spontanea, ha detto: "Ho fatto il raccattapalle, ho provato con la carriera di calciatore, ma a venti anni ho pensato che il mestiere più congeniale a me e alla mia passione per il pallone fosse quello di procuratore che ho portato avanti dopo essermi laureato in legge. Sono partito dal basso, assistendo il portiere Cecere del Nola in C2 e cercando di imporre una mia autonomia personale e professionale perché ancora oggi soffro quando qualcuno mi definisce 'il figlio di Moggi'. Sono riuscito ad affermarmi in un ambiente difficile come quello degli agenti sportivi, nonostante il mio cognome, grazie all'aiuto di Franco Zavaglia che posso considerare un secondo padre".
"Se io oggi assisto l'85-90 per cento dei giocatori che avevo con me prima che esplodesse lo scandalo Gea, significa che il mio metodo di lavoro è buono. Sono stato io a rinunciare nella primavera del 2006 a quegli atleti che necessitavano di un'assistenza immediata perché io non ci stavo con la testa e non ero in grado di seguirli. Impiego più del 50 per cento del mio tempo a guadagnarmi la fiducia delle società di calcio senza cui non potrei mai aiutare un giocatore professionalmente ed economicamente. E sono contento di dire che, passati quei mesi di difficoltà, molti giocatori hanno manifestato nuovamente la fiducia nei miei confronti. Il passaparola per chi fa questo lavoro è importante. Quanto alla Gea, questa era nata dalla volontà di costruire un qualcosa di imprenditoriale e di aziendale. La mentalità porta a porta non mi appartiene".
Per Alessandro Moggi, le accuse che gli ha lanciato il procuratore Caliendo in questo processo hanno una chiara spiegazione: "Lui mi ha corteggiato insistentemente affinché diventassi presidente e il personaggio più rappresentativo della sua Società. Non scattò quel feeling e, forse, gli bruciò molto il fatto che io fondai con altri la Gea World. Mi dolgo, piuttosto, a fronte di alcuni articoli di stampa dell'epoca, di non aver mai chiarito in modo netto che questa mia società non aveva alcun rapporto con Sergio Cragnotti e Calisto Tanzi, pur conoscendo i loro figli che stavano nella Generale Athletic, tanto è vero che nessun calciatore da noi assistito è mai andato alla Lazio o al Parma. E non esisteva alcun legame con la Banca di Roma anche se tra i soci c'era Chiara Geronzi". Moggi si è poi soffermato su alcuni casi oggetto di imputazione (i presunti illeciti nelle procure firmate da Nicola Amoruso, Emanuele Blasi, Fabio Gatti, Giorgio Chiellini, Giovanni Tedesco) per spiegare di non aver mai fatto nulla perché il calciatore revocasse il precedente mandato e andasse con lui: "Sono sempre stati loro a scegliere me perché insoddisfatti del lavoro svolto dal loro precedente agente. In alcuni casi, sono stati i padri dei giocatori a inseguirmi pretendendo che curassi le attività del loro figlio. Io non ho mai tolto niente a nessuno". Quanto al contratto di David Trezeguet, ha confermato che "l'incontro avvenne presso la sede della Juve soltanto perché era comodo ad entrambi trovarci lì. Usammo un salottino di attesa per fare due chiacchiere. Poi non mi ha neppure dato il mandato...".

Pasquale Gallo (13-11-08): Ex osservatore della Juve e agente di calcio, stimato medico pneumologo che vive e lavora a Salerno, secondo il suo avvocato Arnaldo Franco è finito a processo: "per il desiderio di rivalsa, di vendetta, di un calciatore viziato e 'spaccaspogliatoio' come Salvatore Fresi.” Nella sua arringa, Franco chiede: “Ma quali minacce, ma quale clima mafioso si sarebbe verificato intorno a Fresi? Lui per andare al Perugia prese un milione di euro dalla Juve, che gli accreditò la somma nel giro di 48 ore. E poi incassò anche 2 milioni dal Perugia. Se la squadra umbra fosse rimasta in A, nella massima serie, avrebbe preso altri 2 milioni. Era tanto contento che invitò Gallo, alla fine della trattativa a dormire a casa sua e non in albergo".
Per l’avvocato, le accuse a Gallo hanno una spiegazione precisa: "Perché Fresi doveva dare dei soldi alla Gea per i servigi professionali resi, ma si rifiutò. Gallo, che l'ha scoperto e l'ha sempre aiutato, aveva cercato di comporre la cosa, dicendo a Fresi che poteva dare 50mila euro e risolvere il tutto. Questa è una minaccia? Dico che è assurdo. Perché poi il giocatore è stato condannato ad un risarcimento di 175mila euro". La decisione in sfavore del libero è di aprile del 2006. "A luglio viene sentito dalla Guardia di finanza e in quella occasione ha modo di rivalersi nei confronti di chi l'ha fatto pagare. Ecco il perché delle sua accuse".
La difesa di Gallo ha sottolineato poi il danno patito dal professionista per il coinvolgimento nel processo: "Appena saputo delle accuse è andato dal magistrato a spiegare tutto. Ci sono 103 pagine di verbale che lo testimoniano", chiedendo che il tribunale trasmetta gli atti all'ufficio del pubblico ministero per valutare proprio la posizione di Fresi. "Ha calunniato, dicendo cose non vere sapendone la falsità". In definitiva, secondo Franco, Gallo avrebbe fatto gli interessi di Fresi, in un mondo - quello del calcio - in cui pare “vana utopia applicare le logiche giuridiche del vivere civile”. Un mondo senza regole, in sostanza, in cui la Figc sarebbe “responsabile come tutti quelli che partecipano al sistema calcio”.

Per quanto ancora si vorrà far finta di non capire?

Fonte: www.ju29ro.com



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NON UN EURO ALLA GAZZETTA!!!

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