mercoledì, maggio 09, 2007

LA ROSA-JACOBELLI 10-0

Ho avuto modo di leggere un articolo a firma Xavier Jacobelli, dal titolo “perché fra Juve ed Inter deve finalmente scoppiare la pace” (per chi ha pazienza di leggerlo e di dilettarsi sui commenti, ecco il link).

Mi chiedo come mai, in anni passati, quando da tutte le parti si operava un bombardamento mediatico antijuventino, sulla nota vicenda Iuliano – Ronaldo, nessuno, Jacobelli compreso, abbia mai scritto, ad esempio “perché fra Inter e Juve deve finalmente scoppiare la pace”, dato che, negli anni ruggenti di fine secolo scorso e inizio questo secolo, le polemiche, i veleni e le accuse provenivano sempre dalla casa madre nerazzurra verso i bianconeri (a tutti i livelli, squadra, società e tifosi, colpevoli questi solo di avere una passione sportiva).
Insomma, se il livore proviene da altri settori contro di noi, tutto è normale, se viceversa c’è livore da parte nostra verso altri, allora bisogna “pacificare”.
Prima di andare oltre nel mio ragionamento, credo vada chiarito che “livore sportivo” da parte della tifoseria bianconera verso l’Inter, non può che essere un livore per condotte complessive che vengono ritenute inopportune, quale quelle provenienti da dirigenti e tesserati, ma che non può, né deve sfociare in atteggiamenti e condotte incivili verso tifoseria nerazzurra (compresa quella parte peggiore che istiga) o dirigenti: il calcio è sport, divertimento, passione, che deve iniziare e finire nei 90’ di gioco, che non deve mai farci perdere di vista altri valori fondamentali della vita, non a caso io sottolineo sempre (ed è la verità) che i miei amici più fraterni sono interisti, con i quali lo sfottò ed il cazzeggio sono pane quotidiano, ma mai al mondo penserei di scontrarmi con loro per ragioni di calcio, invito che formulo sempre a tutti i tifosi juventini.
Detto ciò, e tornando all’articolo di Jacobelli, a parte una sostanziale ipocrisia di fondo dell’articolo stesso, sono le argomentazioni il punto debole di un ragionamento che, se fatto in altro modo, sarebbe condiviso e condivisibile.
Il succo in sostanza è questo:
- calciopoli è quella che hanno descritto i giornali e le televisioni, dunque la verità assoluta è quella di una Juve colpevole e giustamente condannata, per cui è inutile illudersi nel pensare che altre verità possano emergere, diverse da quella ufficiale voluta dai nostri media;
- non è vero che l’Inter sia stata aiutata e favorita dalla giustizia sportiva, dato che per la vicenda Recoba ha già pagato (sic!);
- De Santis è da biasimare perché ha chiamato in causa un defunto, il “galantuomo” Facchetti.
In altri termini, la riconciliazione dovrebbe avvenire mediante una forma di resa incondizionata da parte della tifoseria Juventina, che dovrebbe dunque ammettere di avere vinto rubando, che l’Inter è vittima delle macchinazioni della Triade, e comunque è società onesta perché ha pagato come meritava, e soprattutto che De Santis è davvero l’uomo nero del calcio moggiano, perché ha osato mettere in dubbio il ricordo di Facchetti, che è per principio è un galantuomo in quanto interista.
Vedete, la cosa peggiore che possa accadere, è che chi ha aizzato rancori, odi, gettando benzina sul fuoco, adesso magari vorrebbe erigersi a pompiere e pacificatore: ma questo non fa partendo da analisi a 360°, bensì cercando di imporre comunque la propria verità, anche a costo di dire cose false.
Perché è falso che l’Inter abbia pagato come meritava per la vicenda passaporti; perché è falso che De Santis sia da biasimare per avere tirato in ballo Facchetti, cosa già fatta a dire il vero quando quest’ultimo, ancora in vita, era presidente in carica dell’Inter.
Questo a mio giudizio è il modo peggiore per tentare delle improbabili “riconciliazioni”.
La vera riconciliazione deve, ripeto DEVE, partire intanto da una profonda autocritica dei nostri giornalisti sportivi, Jacobelli compreso, che della disinformazione e del calpestio della verità hanno fatto il loro sistema deontologico: calciopoli è stata letta ed interpretata a senso unico, in passato scandali ben peggiori (su tutti le fideiussioni false del 2003) sono stati trattati con servilismo ed omertà, il cosiddetto nuovo calcio vede come protagonisti gli stessi personaggi deteriori del passato, compreso chi oggi parla da vincente quando ieri taroccava bilanci per poter disputare la serie A.
Se si volesse davvero arrivare ad un calcio riconciliato e che riparta da zero, facendo piazza pulita del passato, di tutto il passato deteriore, la stessa solerzia che i nostri media hanno dedicato a Moggi e alla bufala delle schede svizzere, dovrebbero dedicarla ai protagonisti del fiasco della mancata assegnazione degli Europei 2012, alla critica di chi ha spacciato calciopoli per una ventata di pulizia, mentre invece è stata una faida per colpire solo qualcuno per fare in modo che altri si spartissero quella fetta di potere in mano agli epurati, alla critica per una giustizia sportiva a doppio binario, nella quale il capo dell’Ufficio Indagini ha avuto tanta solerzia la scorsa estate, quanto pigrizia per i falsi in bilancio delle milanesi: come dire, dovrebbe essere gettato sul tavolo TUTTO ciò che ha prodotto un calcio marcio ed avvelenato, comprese le faziosità in malafede del nostro giornalismo sportivo.
I nostri “nemici” non sono gli interisti e non lo saranno mai, ma quelli che hanno gettato veleno, inasprendo gli animi, aggredendo scientificamente una società, una squadra ed una tifoseria colpevole di essere vincente, e dunque questi signori, prima di parlare di riconciliazione tra tifoserie, dovrebbero riconciliarsi loro con le tifoserie che per anni hanno aizzato ed istigato le une contro le altre.
E questo non lo faranno mai.
Solo per completezza, ho fatto presente questo ragionamento al dottor Jacobelli, il quale, avendolo io accusato di avere affermato cose false, mi ha minacciato di querela.
Strani i nostri giornalisti sportivi, davvero suscettibili a quanto pare: scrivono la qualunque cosa, spesso non la verificano, accontentandosi di esporre gli argomenti “graditi” alla maggioranza di lettori e spettatori.
Però quando qualcuno fa notare loro che hanno sostenuto cose non vere, minacciano subito querele: come dire è lesa maestà far loro notare che non sono stati “veritieri” nelle loro affermazioni.
Ad ogni modo, dopo la minacciata querela (mai pervenuta) del "web – giornalista" Franco Rossi, adesso è il turno di Xavier Jacobelli, a suo tempo scopritore, del famigerato Luna Riccardo (suo vice direttore al Corriere dello Sport): vedremo se arriverà.

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