lunedì, maggio 14, 2007

L'ERRORE (VOLUTO?) DI CAPOBIANCO

Tratto dal forum j1897.com

Dalla lettura dell'articolo di Mensurati mi sembrava che l'autore fosse molto contento per aver scoperto l'arma del delitto ossia la società Semana srl.Perché riconducibile direttamente a Giraudo.
Immaginavo che i buoni cronisti prima di scrivere, si documentassero almeno superficialmente ma in questo caso forse è stata tanta la voglia di far male ancora una volta ai tifosi della Juventus, che il buon cronista non ha voluto nemmeno fare una piccola ricerca su internet.
Personalmente ho trovato oltre al sito della società "incriminata" che espone chiaramente la sua attività con un core business che non può essere lasciato in mano ad un'azionista di minoranza come Giraudo, ma gestito direttamente dalla proprietà. La Proprietà Juventus non avrebbe mai permesso di "svuotare" il suo business a vantaggio della minoranza azionaria. Forse in Telecom qualcuno ha venduto gli immobili a Pirelli e ha affittato gli stessi a caro prezzo a Telecom, ma in quel caso la maggioranza degli azionisti sono i piccoli risparmiatori e non una storica Famiglia del capitalismo italiano. Chiusa parentesi ecco cosa ho trovato:
Tuttosport di oggi sabato 7 maggio 2007 articolo di Alvaro Moretti
"Nella sua intervista Capobianco parla anche della Semana, una srl partecipata dalla Juve (30 per cento e al 70 per cento di proprietà di una fiduciaria promossa alla famiglia Grande Stevens ..."
dati dal Registro delle Imprese
Denominazione SEMANA S.R.L.
Sede legale STRADA COMUNALE DI ALTESSANO 131 - TORINO (TO) - 10100
Attività GESTIONE DI STADI.

Dal sito Semana.it
Costituita su iniziativa delle società E.S.E. European Service Engineering S.r.l. e Juventus Football Club S.p.A., Semana inizia ad operare a Torino nel luglio 2003 come società di engineering e facility management.
Attività
Con gli anni la Società ha sviluppato e diversificato le proprie aree d'intervento, qualificando sempre più i propri servizi. La competenza e la comprovata esperienza del proprio Management consente alla Semana di proporsi quale riferimento unico, serio ed efficiente, per la realizzazione dell'attività di progettazione, realizzazione e gestione di uffici, stabilimenti industriali, impianti sportivi, ricreativi, di entertainment, commerciali e relativi servizi integrati.
Attraverso la società partecipata "Semana Green", Semana è in grado di garantire i seguenti ulteriori servizi/manutenzioni:
Progettazione/realizzazione/manutenzione tappeti erbosi, campi di calcio sia naturali che sintetici.
Manutenzione aree verdi.
Piantumazione/semina.
Estirpazione.
Potatura.
Trattamenti antiparassitari.
Installazione e manutenzione impianti di irrigazione.
Diagnosi e cura delle malattie delle piante.
La società opera con macchinari ed attrezzature di proprietà.
Contatti
Semana S.r.l. - Service Management
Strada Comunale di Altessano, 131 - 10151 Torino - Italia
Tel. +39 011.4537048 - Fax +39 011.4535407
e-mail: infosemana@semana.it
Il seguente articolo è tuttora presente sul sito federossoblu.com
Gli autori non sono mai stati teneri con la Juve, non Menzionano Giraudo

Domenica 11 aprile 2004 - 11^ puntata

Intrecci bianconeri. (articolo del 10/04/2004)

Ottenuto dal Comune di Torino il diritto di superficie sul Delle Alpi, la Juventus ha affidato la gestione dello stadio a una neonata società legata attraverso due fiduciarie ai figli di Franzo Grande Stevens. Da quasi un anno presidente della vecchia signora.

MARCO LIGUORI
SALVATORE NAPOLITANO

Via del Carmine è una lunga strada del centro di Torino, che ha più di un legame con il calcio cittadino. Verso la fine, e precisamente al numero civico 29, vi si trova infatti
la sede della società granata, mentre poco dopo averla imboccata da piazza Savoia,
al numero 2, c'è lo studio del presidente della Juventus, l'avvocato Franzo Grande Stevens.
Proseguendo per circa duecento metri, al numero civico 10, sorge invece un palazzo signorile che fa angolo con via dei Quartieri. Al secondo piano, nello stesso ufficio, ci sono le sedi di due società fiduciarie: la Nomenfid e la Simonfid. In realtà, secondo le visure della Camera di Commercio, in quello stesso palazzo c'è anche la sede di una terza fiduciaria, la Sofegi, che controlla con il 76,72% la Simonfid. Ma al citofono la Sofegi non appare.
Tutte e tre hanno un legame particolare con il mondo del calcio, che scopriremo tra poche righe. E' utile fare ora un passo all'indietro nel tempo e ricordare cosa è accaduto lo scorso luglio 2003: il giorno 15, il Comune di Torino e la Juventus hanno stipulato l'atto con il quale è stato costituito il diritto di superficie per 99 anni sullo stadio Delle Alpi e sulle aree adiacenti: in cambio della ormai famosa mancia di 25 milioni di euro (la miseria di 4,68 euro annui al metro quadro, quando solo per installare un banco per la vendita di libri usati o di fiori ne occorrono 76,65) la società bianconera ha avuto il diritto di edificare su un'area di 54mila metri quadrati un centro commerciale, una multisala cinematografica, la sede e il proprio museo.
L'area complessiva è peraltro di circa 350mila metri quadrati. Dunque, tra le altre cose, la gestione del Delle Alpi è passata dal Comune alle mani bianconere. Occorreva perciò trovare chi se ne occupasse: con la rapidità che contraddistingue i vertici dirigenziali, il 28 luglio la Juventus ha costituito una nuova società, la Semana, della quale detiene il 30% del capitale. Il restante 70% è in mano alla E.S.E., un'azienda, come si legge nel bilancio bianconero, «operante nel settore della gestione degli impianti sportivi». Infine, il 12 agosto la Juventus ha sottoscritto con la Semana un contratto di appalto per la fornitura dei servizi relativi alla gestione del Delle Alpi. Tutto normale? Non proprio. La rofessionalità dei dirigenti di corso Galileo Ferraris è continuamente riconosciuta: e allora perché affidare la gestione dello stadio alla E.S.E., che, come risulta dal Registro delle imprese tenuto dalla Camera di Commercio di Torino, è stata costituita l'8 maggio 2002?
Quali esperienze nella gestione degli impianti sportivi poteva vantare per essere scelta per un'operazione così importante?

Forse, la società era di nascita recente, ma i suoi soci avevano maturato esperienze significative. E qui si amplia il mistero.
Degli azionisti della E.S.E. si sa soltanto che sono due, ma non se ne conosce l'identità: il 90% del capitale è infatti custodito dalla Simonfid, il restante 10% dalla Nomenfid.
La Juventus se ne sarà domandata il perché? Certo, è una curiosa casualità che due soci distinti affidino
le proprie quote a due diverse fiduciarie, la cui sede si trova però nello stesso,
identico ufficio.
Non è l'unica gustosa coincidenza: della Simonfid si è già detto che il controllo appartiene ad un'altra fiduciaria, la Sofegi. A sua volta, essa ha tre soci: Franzo, Riccardo e Cristina Grande Stevens, ovvero padre presidente bianconero e relativi rampolli.
E la Nomenfid? E' controllata dai soli figliuoli: il 52% è di Riccardo, il 18% di Cristina.
Ricapitolando, la Juventus ha affidato la gestione dello stadio Delle Alpi a una neonata società, la Semana, il cui controllo è nelle mani della E.S.E., a sua volta nata da poco, i cui azionisti hanno scelto due fiduciarie controllate dalla famiglia Grande Stevens per farsi custodire le quote.
Anche qui, come nel caso della Gea World, ci sono intrecci tra figli e genitori famosi.
Saltando da un nodo all'altro, come presidente e amministratore delegato della Semana è stato nominato
Alessandro Gilardi. E' un cognome che ricorre nelle vicende di casa Juve dal 30 giugno 2003: egli è proprio l'amministratore delegato di quella Costruzioni Generali Gilardi Spa che ha permesso alla società di corso Galileo Ferraris di chiudere con un modesto utile di 2 milioni e 150mila euro il bilancio dello scorso anno. Tutto grazie all'originale scambio imperniato sulla cessione del 27,2% della Campi di Vinovo Spa, controllata
dalla Juventus e proprietaria dei terreni di Vinovo e Nichelino sui quali sorgerà il progetto cosiddetto Mondo Juve (con i futuri campi di allenamento delle squadre bianconere oltre a una nuova colata di cemento per mettere su un centro commerciale) al prezzo di 37 milioni e 300mila euro, con una plusvalenza di ben 32 milioni e mezzo di euro. Perché originale?

Perché, contestualmente, la Juventus ha concesso alla Gilardi il diritto di rivenderle
la stessa quota appena acquistata allo stesso prezzo.
Si potrebbe obiettare che se il 27,2% della Campi di Vinovo è stato valutato 37 milioni e
300 mila euro quella cifra sia congrua.
Macché: facendo una semplice proporzione, quel prezzo equivale a una valutazione totale
della Campi di Vinovo pari a 137 milioni e 132 mila euro.
Nell'ultimo bilancio annuale, chiuso al 30 giugno 2003, essa ha ottenuto un utile
complessivo pari a 4mila euro.
C'è un indicatore rozzo ma efficace per capire se la valutazione è in linea con i fondamentali economici: è il rapporto tra prezzo e utili.
Il valore medio storico per le società quotate in Borsa, dunque estremamente significativo, si aggira intorno a 13. Vuol dire che, a parità di utili conseguiti, l'investimento iniziale viene ripagato in 13 anni. Come si verifica facilmente, nel caso della Campi di Vinovo, il rapporto è pari a 34.283: un imbattibile record mondiale.

Peraltro, non c'è nulla di nuovo sotto il sole: pane (nella veste moderna di tanti soldi),
amore (sotto forma di intrecci familiari) e fantasia (nelle valutazioni di bilancio).
Ma purtroppo non è bello come il film di Luigi Comencini, interpretato da Vittorio De Sica e Gina Lollobrigida.

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