mercoledì, febbraio 27, 2008

UN PO' DI NEWS DA TELECOM (TRONCHETTOPOLI)

RIASSUNTO SUPER SINTETITO DEL CASO
"TELECOM SPY - FURBONI DEI SALOTTI BUONI CONNECTION"


Circa tre anni fa a Milano si avviò una piccola inchiesta sul contrabbando
di tabulati telefonici....l'inchiesta si avviò sulla base di piccole denuncie....
presentate da alcuni dipendenti di società, (mi ricordo uno della Coca-Cola)
Sembrava una piccola storia:
Un dirigente fece spiare, tramite Cipriani, un dipendente, e questi lo denunciò per spionaggio funzionale al mobbing.
Il dipendente è Oliviero Dal Toso, il manager Gianluca Carpiceci, AD di Coca Cola Italia.
Quello che fece scoprire invece (all’opinione pubblica), per via di un tradimento, RADAR, fu un cittadino comune.
I magistrati non potevano immaginare che stavano mettendo i piedi
nel più grosso scandalo della cosiddetta II Repubblica.
Storia di spie, intercettazioni, dossier che riguardavano tutta la
classe dirigente della nazione.....o quasi.

Andiamo con ordine.

I Magistrati sulla base della denuncia iniziarono un’indagine su chi
poteva aver sottratto i tabulati abusivamente alla Telecom.
Probabilmente pensavano a qualche impiegato corrotto e infedele:
si sbagliavano.

Innanzitutto scoprirono che esistevano in Telecom
dei programmi che consentivano a chi aveva autorizzazione di usarli
di accedere ai tabulati senza che venisse lasciata traccia del loro passaggio
nell'archivio informatico, il nome di questo programma è diventato
tristemente famoso: RADAR, consegnato da Ghioni alla Magistratura
Per il resto i sistemi sono centinaia e tutti consentono l'accesso senza lasciar traccia semplicemente perché nessuna software house va' a scrivere qualcosa che tracci gli amministratori. SuperAmanda non è emerso né negli audit di Ghioni, né in quelli dell'Authority né in quelli della KPMG.

I vertici sono sospettati semplicemente perché i dossier più delicati non potevano essere di nessun interesse né per Cipriani né per i tigrotti. L'assurdo sta proprio in questo punto... se determinate cose potevano giovare solo ai vertici, perché non sono stati PER LO MENO messi ai domiciliari?
L'esistenza dei sistemi è del tutto normale dato che tutte le compagnie telefoniche ce l'hanno. Altrimenti non potresti né fare controlli antifrode, né SOC, né prestazioni obbligatorie.


A questo punto sopravvenne un fatto drammatico:
il capo della security della Tim, Adamo Bove, si suicidò
lanciandosi da un cavalcavia nella sua città: Napoli.

Qualcuno da qualche mese aveva fatto circolare
sulla stampa (a tale proposito è illuminante un articolo sul sole 24 ore)
l'ipotesi che era coinvolto nell'affare Adamo Bove.

A suicidio avvenuto i magistrati smentirono l'ipotesi
del coinvolgimento di Bove nell'inchiesta come imputato,
hanno detto che, anzi, collaborava con giustizia.

Da aggiungere che i familiari mai hanno creduto
all'ipotesi del suicidio.
Anzi hanno detto che il Dott. Bove si sentiva minacciato
(qualcuno dentro l'azienda aveva fatto circolare delle notizie
che lo vedevano inquisito: ipotesi infamante per lui)
Inoltre Adamo Bove da qualche tempo si sentiva seguito, così
aveva detto ad alcuni familiari.

Una tragedia.

A questo punto entra in gioco una impiegata Telecom,
la segretaria di Bove....che accusò Bove di aver spiato
tante persone....in particolare legate al mondo del calcio.
Qui venne fatto il nome della Juventus.

Naturalmente, inutile dirlo, Bove era morto....
non poteva più smentire.

Dopo questa immane tragedia
l'inchiesta assume rilevanza nazionale:
difficile minimizzare, impossibile insabbiare.
L'inchiesta entra sotto i riflettori della stampa,
in particolare i giornali del gruppo l'espresso-La Repubblica.

Ormai la Magistratura va avanti......
dopo pochi mesi scattano i primi arresti,
Tavaroli capo security Telecom, Cipriani imprenditore del settore
dell'investigazione privata e sopratutto Mancini, numero 3 del Sismi e altri
arresti minori.

Una bomba.

La magistratura trovò durante delle perquisizioni un archivio
con una massa imponente di Dossier su uomini politici, imprenditori,
manager dello sport ecc. ecc.

L'inchiesta ormai è entrata in una fase critica.

E gli arrestati iniziarono a dare spiegazioni.

In pratica il quadro che ne esce è il seguente:
I vertici Telecom chiedevano
dei dossier su avversari, uomini politici, imprenditori, banchieri, giornalisti...
e uomini di sport....apparve la notizia, infatti, che tra gli spiati vi era la società
Juventus e il suo direttore generale Luciano Moggi, ma anche l'allora presidente
della fgci: Franco Carraro.
Tavaroli procedeva e si faceva aiutare da questi investigatori privati esterni come Cipriani.

A questo punto la posizione del presidente Telecom, Marco Tronchetti Provera diventa
insostenibile, infatti si dimette e nomina presidente dell'azienda l'avvocato Guido Rossi
proveniente dalla FGCI nella quale aveva svolto il ruolo di commissario straordinario...
passatemi il termine.....capo del plotone d'esecuzione che ha ucciso la Juventus.
A dire il vero, Tronchetti ha sempre dichiarato di essersi dimesso per disaccordi con
il presidente del consiglio Romano Prodi per divergenze sul futuro della società Telecom.

E sempre corretto aggiungere: i giornalisti indipendenti non ci hanno mai creduto a questa
versione.

Passano i mesi e le indiscrezioni diventano sempre peggiori, la storia diventa sempre più grave.
Per esempio è indicativa la storia dello spionaggio al giornalista Massimo Mucchetti, o ancora il
fatto che i vertici telecom non potevano essere intercettati dalla magistratura....i telefoni erano "segnati"....così dissero gli arrestati.
Ma tantissime furono le storie.....non ultima per importanza l'incredibile battaglia di spie
tra Telecom e Kroll (la maggiore società di spionaggio del mondo) che si svolse ib brasile:
il nemico del Tronchetti, Dantas, ingaggio la Kroll....Tronchetti schierò tutto l'armamentario
della Telecom Italia.

A distanza di qualche mese dall'arresto del Tavaroli venne arrestato Ghioni e tutti i suoi collaboratori,
che componevano un team (Tiger Team), col contratto erano in regola e quando si presentavano dichiaravano il loro ruolo in Telecom, sia se assunti che se in outsourcing. Non è reato far parte della security di una compagnia e spesso e volentieri questi team si chiamano "Tiger Team". Pure Vodafone c'ha il Tiger Team.
L'ennesimo salto di qualità dell'inchiesta.
Intanto vennero rese pubbliche le ordinanze di arresto fatte da Giuseppe Gennari
GIP del tribunale di Milano.
In parole povere dice chiaro e tondo che i dossier furono fatti nell'interesse di Telecom come società,
di Tronchetti come persona e di Pirelli.
Un Terremoto.

ORA UN BREVE FLASH BACK

Il netwoek spionistico, a detta di Tavaroli
operò in maniera massiccia negli anni
compresi dal 2003 e il 2005.
L'italia in quegli anni è stata sconvcolta
da alcuni scandali che ridisegnarono la mappa del potere finanziario......e calcistico.

Lo scandalo cosddetto "BANCOPOLI"
lo scandalo della scalata "RCS"
e lo scandalo di "CALCIOPOLI"

In tutti e tre i casi gli scandali scoppiarono grazie
a delle intercettazioni telefoniche legali, ovvero che furono ordinate dalla magistratura.
Ma una cosa saltò subito all'occhio....le intercettazioni finirono sempre in anticipo sui giornali, illegalmente. Chi le aveva passate ai giornalisti?

Altra cosa, in tutti gli scandali elencati uscirono distrutti uomini che erano nemici di un certo gruppo
di persone, note come gli "imprenditori dei salotti buoni" che annoveravano tra i loro componenti
proprio quel Tronchetti Provera considerato dal GIP Gennari il maggiore beneficiario dei servizi
del network spionistico di Telecom, anche nel caso Fiorani, nemico di Ernesto Preatoni... dato che il figlio è al fresco e molto addentro alle varie questioni dossieristiche....solo un caso?

Altre incredibili coincidenze....
L'avvocato che ha vinto le cause legate allo scandalo di Bancopoli
è quel Guido Rossi, amico di Tronchetti, e che divenne successivamente presidente di Telecom.
Sempre uno strano caso....una incredibile coincidenza.....
Ma non è finita, nel lasso di tempo intercorrente tra la sua incoronazione
a presidente di Telecom e la vittoria nello scandalo Bancopoli, l'avv. Rossi
trovò il tempo di occuparsi dello scandalo Calciopoli....come commissario FGCI....

Infine una curiosità...
Il sito dagospia ha raccontato che
Tronchetti, Rossi e Mieli (il direttore del corriere della sera....sempre in prima fila nelle pubbllicazioni delle intercettazioni, contro ogni legge dello Stato) si incontravano tutti i martedì a Milano....erano amici.
Dimenticavo.....gli spioni si occuparono in maniera molto forte di Massimo Mucchetti vice direttore del Corriere e non esattamente amico di Mieli.....sempre un caso.

Ora per farla breve un altro caso......
Il presidente FIAT Luca Cordero di Montezemolo era protetto dagli spioni di Tavaroli....
al contrario della società dell'universo fiat guidata dal suo grande nemico, Antonio Giraudo...la società è la Juventus.

Come può fare il presidente della fiat un uomo protetto da degli spioni di un azienda esterna al gruppo fiat....che nel frattempo spiavano un altra società (quotata in borsa) del gruppo fiat....con evidenti danni patrimoniali per i suoi azionisti?

Ora il macigno non grava solo sulle spalle di Tronchetti Provera......
ma anche sulle spalle del suo amico Luca Cardero di Montezemolo......

I tifosi della Juventus ora vogliono risposte........
e le dimissioni immediate di Montezemolo.

In questo periodo che va dalla rivelazione di Panorama ai giorni nostri sono accadute altre novità.

In primis, ed è novità delle ultime ore, le nuove nomine di Telecom.
Gabriele Galateri di Genola alla presidenza e Franco Bernabè come amministratore delegato.
Questa al momento la volontà di Mediobanca e Generali, con un’appoggio incondizionato di Telefonica.
Alierta voleva Galateri alla presidenza e Galateri sarà alla presidenza.
Come abbiamo accennato nel vecchio topic, gli spagnoli non avevano mai nascosto di prediligere l uomo “umbertiano” alla presidenza, come non hanno mai nascosto la volontà di rendere il più possibile l’azienda italiana simile se non uguale all’azienda di Madrid.
Dalle ultimissime sappiamo che sarà prioritario il compito di Bernabè nell’individuare uno o più direttori generali, questo almeno, da indiscrezioni, sono le volontà di Telefonica…
Sembra ormai che il vento sia decisamente cambiato, quando una volta in Piazza Cuccia si diceva che il peso delle azioni avevano valenza a seconda di chi le aveva in portafoglio, oggi sembra proprio che le azioni si debbano contare, una ad una, e chi ne ha di più comanda.
Durante questo mese novembrino non sono mancate le notizie montezemoliane.
La sua volontà ad entrare in politica sembra avere preso sempre più corpo, anche se in molti si domandano ancora con chi.
Berlusconi è sceso in Piazza, con i gazebo.
Ha raccolto, si dice, otto milioni di firme per fare cadere il Governo Prodi, ma l’Unione sembra diventata più forte di prima.
Non a caso, una voce in favore di Bernabè è stata proprio espressa dal premier di maggioranza.
Il resto del CDL è in un momento di stallo, qualcuno ha criticato, altri addirittura sono scesi a velate minacce sulla legge Gentiloni…..staremo a vedere…
L’amico Tronchetti Provera, si trova a dover assorbire la candidatura di Bernabè, uomo indubbiamente pericoloso per uno come lui.
Non a caso l’espressione usata per Franchino è stata la seguente: il collezionista di sete preziose non ha scheletri negli armadi, ma ha l'abitudine di aprire gli armadi dove sono appesi gli scheletri.
Nel frattempo ci sono state altre intercettazioni telefoniche sbattute sui giornali.
Una vecchissima che ha coinvolto Bazoli, ma è durata lo spazio di poche ore, senza incidere più di tanto sulle nomine Telecom, l’altra ha riguardato Rai-Mediaset.
Quest’ultima è durata un po di più e continua ad avere qualche strascico, per i diretti interessati si è trattato di sciacallaggio, di iene sempre pronte a lanciarsi su prede facili, per altri il solito modo italiano di condurre le inchieste, dove paradossalmente sono sempre prima i media a dichiarare colpe e colpevoli.
Un nostro carissimo Dottore ha aperto un topic inerente una conversazione telefonica molto interessante, che continua ad avere molto seguito…

Quindi grosse novità sono attese nei prossimi giorni.

Ecco dunque le prime novità:
Pistorio, Ruggero e Buora si sono dimessi da Telecom.
Improvvisamente quando tutto sembrava trovare stabilità ecco le dimissioni quasi annunciate sia di Ruggero che di Pistorio, come rispettivamente amministratore delegato e presidente dell’azienda.
Mentre Buora ha lasciato molti a bocca aperta, infatti Bernabè aveva fatto intendere di volerlo confermare alla vicepresidenza, ma senza cariche esecutive. Evidentemente questo ha fatto capire all’ormai ex vice che non era aria.


Telecom sotto scacco in Borsa

Ancora debole Telecom Italia, scesa ieri ai minimi in Borsa da 8 anni. Una discesa dai 9,2 euro del 14 marzo 2000 agli 1,73 della chiusura di ieri sera. Certo sul prezzo del marzo 2000 pesavano tanti fattori tra cui la tristemente nota bolla di Internet. Anche se non c’è dubbio che dai passaggi di proprietà che hanno interessato la società in questi anni Telecom sia uscita impoverita e molto indebitata. Insomma la situazione ereditata da Franco Bernabè nel novembre scorso è pesante e i primi mesi dell’amministratore delegato da un punto di vista borsistico sono stati tutt’altro che entusiasmanti.
Il titolo dall’inizio dell’anno ha perso il 18% e la turbolenza, in attesa dell’incontro con la comunità finanziaria del 7 marzo prossimo, non è ancora finita. La Borsa tiene sotto scacco Telecom e i rumors del mercato insistono a martellare su due operazioni finanziarie: la conversione delle azioni risparmio e il taglio del dividendo. Misure in grado di ridurre il debito in tempi medio lunghi e dunque poco appetibili per il mercato finanziario che sperava in una mossa rapida come la cessione della rete fissa. «Contavamo che mettessero in ordine le finanze vendendo una quota della rete» ha spiegato un operatore. Ma Bernabè è deciso a portare la società in un’ottica industriale e non finanziaria.
E dunque per mettere insieme 3-4 miliardi di euro le strade scelte sono più onerose per il mercato. Gli analisti infatti si attendono un consistente taglio al dividendo (da 14 a 9 centesimi) e la conversione delle azioni di risparmio da effettuare a pagamento. Un analista, che cita uno sconto del 10%, dice che Telecom Italia potrebbe raccogliere 1,5 miliardi circa dalla conversione. Accanto a queste misure ci sarebbe poi anche la cessione di Alice France, che potrebbe fruttare circa 600 milioni di euro e quello di Telecom Italia Media che ne frutterebbe altri 350. Ma sul pesante ribasso di Telecom, ieri meno 2,5%, ha pesato anche la congiuntura negativa del settore delle tlc innescato dagli annunci di Verizon e At&t negli Usa che vogliono offrire chiamate illimitate dal telefono cellulare a tariffa fissa. Questa nuova guerra dei prezzi ha scatenato un’ondata di vendite in Europa. Vodafone ha perso il 4,7%, Deutsche Telekom il 3% mentre l’indice Dj Stoxx delle tlc circa il 2%.

http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=242782

Dal punto di vista finanziario la situazione è esplosiva....
spero la lenta agonia stia per finire.....

così nel miglior stile italico partirà la caccia ai colpevoli....



L'Erario dovrà versare 385 milioni di euro a Telecom
News

di Dario Bonacina


Roma - Solo due settimane fa, Telecom Italia ha deciso un'oblazione di 6,5 milioni di euro per sanare la propria posizione per alcune contestazioni mosse dell'Authority TLC. E da ieri si ritrova in credito verso lo Stato per 385 milioni. Merito della Corte di Giustizia Europea del Lussemburgo, che ha stabilito che l'incumbent - dieci anni fa - ha pagato un canone non dovuto.

I giudici si sono pronunciati su richiesta del TAR del Lazio per una causa intrapresa dalla compagnia telefonica. Nel 1998, infatti, Telecom Italia aveva versato allo Stato un canone di 385 milioni di euro a titolo di diritto esclusivo di concessione sui servizi di telecomunicazione pubblica. Un canone che secondo l'incumbent, il primo gennaio dello stesso anno era stato abolito con l'apertura alla concorrenza del mercato. Il Governo Italiano ha invece sempre sostenuto la tesi che l'obbligo di pagamento sarebbe dovuto rimanere in vigore fino a fine 2008.

La Corte di Giustizia si è dunque espressa a favore di Telecom, specificando che dalla data del primo gennaio, "i soli oneri pecuniari applicabili alle imprese di telecomunicazione per le loro licenze individuali sarebbero dovuti essere quelli previsti dalla normativa comunitaria" e quindi che "tale obbligo di pagamento del canone per il periodo di un anno successivo alla trasposizione della direttiva nel diritto nazionale è contrario al diritto comunitario".
Il TAR del Lazio, incassata questa decisione, dovrà ora formulare a sua volta un pronunciamento ufficiale che - verosimilmente - sarà aderente a quanto stabilito dalla Corte. Da cui è attesa un'altra presa di posizione: sempre nel 1998, anche TIM aveva versato un analogo canone di concessione, per la somma di 142,8 milioni di euro e per il quale aveva presentato un analogo ricorso. Se anche in questo caso venisse stabilità l'illiceità comunitaria del pagamento, il credito del gruppo Telecom nei confronti dello stato salirebbe a circa 528 milioni di euro. Denaro indebitamente incassato e che ora potrebbe dover essere restituito. Magari con gli interessi.


ALLA RICERCA DELL’”ANTICO SMALTO” DI BERNABE’

È troppo presto per sparare su Bebè Bernabè, il manager che da appena 84 giorni è seduto alla guida di Telecom.
Che questa azienda non gli porti fortuna si era capito benissimo nel ’98 quando, dopo pochi mesi dall’insediamento, dovette subire l’Opa di Colaninno e dei bresciani, ma insinuare – come ha fatto ieri Massimo Mucchetti sul “Corriere della Sera” – che “abbia perso l’antico smalto”, non è un giudizio obiettivo, ma soltanto un segnale che arriva dagli azionisti (primo fra tutti BancaIntesa) delusi dall’andamento del titolo telefonico.

Bisogna aspettare il 7 marzo per valutare in modo meno approssimativo le intenzioni di Bebè Bernabè. In quel giorno si terrà l’Investor Day dove sarà presentato il piano industriale e si dirà una parola chiara sul livello di indebitamento del Gruppo che nel bilancio 2006 era di oltre 38 miliardi.

Certamente sono ore difficili per l’uomo di Vipiteno che si trova di fronte a due alternative: la prima riguarda la possibilità di tagliare il dividendo per il popolo degli azionisti che ha applaudito alla sua nomina e che adesso rischia l’ennesima doccia fredda con il taglio della cedola. La seconda potrebbe essere un aumento di capitale di almeno 1,5 miliardi, ma Franchino ha smentito seccamente questa ipotesi anche più di un analista ritiene che il valore stracciato del titolo Telecom in Borsa potrebbe favorire la sottoscrizione dei quattrini da parte di Telefonica, Benetton, Generali e degli altri soci bancari.

In queste ore Bebè Bernabè sta lavorando ventre a terra con i suoi collaboratori, primo fra tutti quello Stefano Pileri al quale ha affidato il compito di riorganizzare l’assetto tecnologico di Telecom. Ma c’è un uomo a Milano che lo aspetta al varco per un confronto che si terrà in settimana. Si chiama Francesco Pensato, è nato a Casalpusterlengo nel ’47 e ha uffici lussuosi in via Brera. È un avvocato esperto di diritto societario e da parecchi anni rappresenta gli azionisti di Telecom che hanno sottoscritto i prestiti obbligazionari degli ultimi anni.

Nei giorni scorsi Pensato ha chiesto un appuntamento urgente con il boss di Telecom per avere chiarezza sul tema delicato del debito e sulla possibilità che l’azienda faccia fronte ai prestiti obbligazionari emessi per fare cassa. Nelle 75 pagine del bilancio 2006 si legge ad esempio che entro marzo scadono prestiti per un valore nominale di 4,2 miliardi, e quest’uomo nominato dal Tribunale di Milano a difesa dei risparmiatori, vuole avere la certezza che le condizioni economico-patrimoniali della società siano al riparo da qualsiasi sorpresa. Bebè Bernabè gliela darà questa certezza perché su questo punto non ci sono problemi, ma la richiesta di incontro dell’avvocato milanese è un altro segnale dell’inquietudine che serpeggia intorno a Telecom.

Dopo 84 giorni si aspetta il colpo d’ala di Bernabè e deve essere soprattutto di natura industriale. L’ipotesi di fusione tra TelecomItalia e Mediaset appare la più affascinante (non a caso Giuseppe Turani la riprende alla grande su “Affari&Finanza” di oggi senza citare, naturalmente, Dagospia che l’ha annusata), ma i tempi non sono affatto maturi e da Mediobanca, dove alcuni ritengono che il dossier sia allo studio, arrivano secche smentite. E non potrebbe essere altrimenti perché un matrimonio di questo genere si farà soltanto dopo il matrimonio politico di VeltruSconi.

Commentino
Vedo che i dubbi sulla reale entità
del disastro causato dalla scellerata
gestione tronchettiana di Telecom
iniziano a serpeggiare anche tra i
rappresentanti dei sottoscrittori di bond telecom.
Auguri.
Da notare che l'articolo sottolinea che a marzo
si saprà la reale entità del debito telecom...
implicità ammissione che la cifra è superiore
agli ormai famosi 39 miliardi di euro (che sono comunque già una cifra mostruosa).
Ormai, mi sento di aggiungere che la telecom
è ancora in piedi solo in ossequio alla teoria del "too big to fail"....
teoria che ormai si sa porta a danni ancora maggiori nel futuro....
Sono convinto, alla fine qualcuno pagherà
(ma per favore non chiedetimi quando....la magistratura dorme...)

NEWS DI CONTORNO.

PERCHE’ GERONZI HA VENDUTO LA PARTECIPAZIONE DI MEDIOBANCA IN FINMECCANICA?Avviso ai navigati/1 - Perché Mediobanca ha venduto dieci giorni fa la sua partecipazione (con due esponenti nel CdA) in Finmeccanica? Perché Geronzi ha rifilato tale dolore al presidente Guarguaglini, ad appena un mese dal rinnovo della carica?

Commentino
Perchè Cesarone?
Ci sono guai?
Hai bisogno di soldini?
Bho...speriamo di no...
(lo dico dal profondo del cuore...)

VELTRONI, NO ALLA MOGLIE DI PROFUMO
Avviso ai navigati/2 – Disperazione in casa Profumo: a quanto pare, malgrado l’endorsement in gloria del centrosinistra, il magico Veltroni non ha nessuna intenzione di candidare Sabina Ratti, la “marita” del presidente magno di Unicredit. Ed ora i telefoni brontolano come una pila di fagioli.

Commentino
Intanto Veltroni non candida una delle mogli "famose"....
La moglie del "profumo derivato"....
ma perchè tutte vogliono entrare in politica?
Per difendere i loro maritini
(tra l'altro tutti interisti )
Vedremo come si comporterà uolter
con le altre mogli famose che vogliono assurgere
alla dignità di rappresentanti della nazione...
Mi riferisco ad
Afef, Milly Moratti e Rossella Sensi.

Certo che se le candidasse (sopratutto le prime due)
sarebbe uno scandalo senza fine?
Quali sono i meriti della Afef?
Deve difendere il tronco dai guai in arrivo....???
Per non parlare della signora Fognatti (cit. Dominio)
deve per caso far provare al suo consorte petrolifero
il dentista parlamentare (pagato da noi)????

FONTE:http://dagospia.excite.it/esclusivo.html
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Il pessimismo sul futuro dell'economia Usa ha raggiunto i piani alti dei media specializzati. Sul Financial Times di ieri Martin Wof - uno degli editorialisti di punta - sintetizzava l'analisi di Nouriel Roubini, economista tra i più ascoltati della nuova generazione. In sintesi, la strada verso «la madre di tutte le catastrofi» viene spiegata in dodici tappe. Una vera via crucis di inizio millennio.

Il primo passo dovrebbe essere un ulteriore calo del valore delle case Usa, tra il 20 e il 30%. Una svalutazione del patrimonio immobiliare tra i 4mila e i 6mila miliardi di dollari, che lascerebbe molti consumatori senza nulla in tasca. Ne discende una svalutazione nell'ordine del 60% di tutti i mutui concessi negli ultimi due anni, lasciando le banche a loro volta senza fiato. Il terzo passo falso coinvolgerebbe il credito al consumo «non assicurato» (carte di credito, prestiti a breve, ecc), provocando un innalzamento insostenibile dei tassi praticati alla clientela ordinaria. La serie delle svalutazioni si scaricherebbe a quel punto sulle «assicurazioni monoline» (società specializzate nella ri-assicurazione delle obbligazioni municipali e corporate), già in difficoltà in questo momento.



Nemmeno il tempo di tirare il fiato, ed ecco che il quinto step annuncia il tracollo dei valori degli immobili commerciali, che si trascina quello di numerose banche di livello regionale e anche nazionale. A un profano può sembrare che la lista delle catastrofi potrebbe anche fermarsi qui, ma siamo solo a metà del guado, per Wolf e Roubini. I prestiti concessi dalle banche ed altre istituzioni finanziarie per i leverage buyouts (fusioni societarie fatte a credito, stile l'acquisto della Telecom italiana ai tempi di Colaninno e poi di Tronchetti Provera) diventerebbero fonte di perdite molto consistenti, compromettendone i bilanci. A catena, andrebbe registrata un'ondata di fallimenti societari (di preferenza tra chi ha bassa profittabilità e alto indebitamento), provocando un credit default swap da almeno 250 miliardi di dollari.

Il castello di scartoffie che viene anche chiamato «sistema finanziario ombra» (cdo, hedge funds, «veicoli speciali», ecc) ne uscirebbe minato dall'interno; e non potrebbe neppure ricevere un aiuto dall'intervento delle banche centrali. Passo 10: collassano più velocemente i mercati azionari, prosciugando (11) la liquidità nei mercati finanziari (compreso il prestito interbancario). Tappa finale, il «circolo vizioso» di perdite, riduzioni di capitale, contrazione del credito, liquidazioni forzate, vendita isterica di asset a qualsiasi prezzo ribassato.
Non si tratta, spiega Wolf, di una forzatura polemica; ma dello «scenario da incubo» che ha spinto Bernanke a tagliare i tassi di interesse di 200 punti base in pochi mesi. E ancora non basta. L'implacabile Roubini risponde anche alla domanda: «questa azione della Fed, alla fine fine, ci tirerà fuori dai guai?». La spiegazione è altrettanto articolata, ma la risposta è semplice: «no».

Francesco Piccioni
Fonte: www.ilmanifesto.it


COMMENTO

Allora sia chiaro....
questo articolo è notevolmente pessimista
anche più pessimista del vostro Drago....
E' da trent'anni che il Manifesto aspetta
la fine del capitalismo.....bhe....si sono sbagliati finora....
spero continuino a sbagliarsi.....
Dico questo perchè non avendo visto l'intervista di Rubini
non so se il sunto del manifesto è corretto o un pò forzato.....

Fatta questa doverosa premessa.....
questo articolo ha citato la telecom....
come indiziata principale per un eventuale crack....
diciamo che se i banchieri centrali non ci mettono una pezza...
e se la situazione continua ad essere questa, il rischio che telecom ci lasci le penne è
estremamente alto.
Mi par di capire, visti anche altri articoli,
che questo dubbio serpeggi in tanti osservatori....
Sintomatica la news che il rappresentante degli acquirenti dei bond telecom
abbia chiesto un incontro urgente con Bernabè....
evidentemente anche lui ha dubbi
sul fatto che telecom riesca a onorare gli impegni.....
Pare inoltre che entro aprile (se non sbaglio)
telecom dovrà restituire circa 4 miliardi di euro
di bond in scadenza....
vedo poco praticabile l'opizione di una nuova emissione di bond sostitutiva di questa in scadenza....
viste le condizioni di mercato.
Vedremo...

Intanto, vista la drammatica situazione telecom
si vocifera di possibili aggregazioni della telecom
con Mediaset.....
Sarebbe la salvezza per telecom (e per tronky)
ma io mi domando....
Perchè il nano di arcore vorrebbe fondere
il suo gioiello mediaset con una ciofeca come telecom?
Sopratutto ora che stà per riconquistare palazzo Chigi
e che dunque per mediaset non mancheranno ottime possibilità di affari?

Infine....perchè ho detto che l'eventuale fusione mediaset telecom
sarebbe la salvezza per tronky?
Semplice....anche se tronky ha venduto rimane sempre il
responsabile di una gestione scellerata....
E se le cose precipitano
in Italia partirà la caccia al colpevole....

Insomma....la ruota continua a girare impazzita...
(e nessun protagonista italico ha la forza per indirizzarla....i problemi sono globali...)

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juve

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NON UN EURO ALLA GAZZETTA!!!

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