mercoledì, settembre 27, 2006

FORSE, IN FONDO, AVEVO RAGIONE SUL COMPLOTTO....

Come tutti ormai saprete, e come potete voi stessi appurare negli archivi, è dallo scoppio di Farspoli che sostengo la tese complottistica, ovvero che alla genesi dello scandalo ci sia l'Inter. Se poi in accordi con altri (magari gli Elkann) non lo so, ma di certo Moratti e tutto il mondo nerazzurro.

Ora, pian piano, iniziano ad uscire sempre più notizie che sembrano comfermare queste tesi. La mia impresione è che si voglia comprire questo scandalo immensamente più grave di Farsopoli.

Vi propongo, quindi, un pò di articoli raccattati qua e la....

L'arbitro Mazzoleni accusa: «Mattei mi chiese di aiutare la Lazio»
«Mi disse "te li raccomando, si stanno lamentando. Capiscimi"».

Scoppia un altro caso sulla Lazio. La denuncia arriva dall'ex arbitro Mario Mazzoleni, dismesso da Agnolin all'inizio di questa stagione per limiti tecnici. In un'intervista a "Striscia La Notizia" che andrà in onda interamente domani sera, il fischietto di Bergamo è stato durissimo: «Sono stato avvicinato dal designatore Mattei - ha rivelato - che mi disse: 'ti raccomando la Lazio, perché questi si stanno lamentando. Tu sei un ragazzo intelligente, capiscimi».

Una frase che tira in ballo anche l'ex designatore, rimasto indenne finora allo tsunami di Calciopoli, ma una rivelazione che getta ulteriore ombra anche sul club biancoceleste. Non è difficile ipotizzare che l'Ufficio Indagini decida, appena Borrelli si rimetterà al lavoro, aprire un'inchiesta su queste dichiarazioni.

E' stato approvato intanto il nuovo codice etico dell'Aia. Agnolin ha scelto la linea dura chiedendo ai direttori di gara di dimostrare «in tutti i comportamenti trasparenza, onestà, lealtà, correttezza, equità, nonché integrità personale». Per i fischietti, e per i loro familiari, non sarà più possibile «accettare. sollecitare o chiedere regali», né sarò possibile «partecipare a riunioni conviviali, incontri, convegni e viaggi con dirigenti, rappresentanti e giocatori di società di calcio». Limitatissimo anche lo spazio per i rapporti con i media. Si prova a voltare pagina.

Fonte: Goal.com


Ehi, Cobolli Gigli
All'arbitrato chieda lo scudetto, anzi gli scudetti, non solo i punti. E denunci subito alla magistratura ordinaria e sportiva le indagini sleali degli indossatori di scudetti altrui: l'obiettivo non era De Santis, era la Juve che, non so se ha presente, è la squadra di cui è presidente. Lei ha per statuto il dovere di difendere gli interessi della società che rappresenta. Volevano incastrare la Juve e malgrado da quelle indagini non sia venuto fuori nulla, in seguito qualcuno c'è riuscito a incastrarla. Qui Lei ha l'occasione di rimediare a tutti i danni provocati nei mesi scorsi. Agisca, difenda la società, non stia lì ancora a negare di aver venduto Cannavaro. Ogni minuto ulteriore di silenzio conferma l'inadeguatezza di questa società e di questa proprietà.
26 settembre

Clamoroso, davvero, clamoroso
Repubblica (e i magistrati) scoprono che dalla struttura Telecom oggetto oggi di indagini sono partite intercettazioni illegali sulla Juventus, sulla Federcalcio, su guardalinee e sulla Gea. C'è la segretaria di Adamo Bove ad averlo raccontato ai magistrati. Queste intercettazioni illegali erano per conto degli indossatori? Al momento non si sa nulla di più, però - attenzione - questi dossier non sono dell'agenzia privata Polis d'Istinto, ma nascono e sono stati commissionati dentro Telecom dal gruppo Tavaroli, quello che rispondeva a Carlo Buora, l'allora amministratore delegato di Telecom who happens to be il vicepresidente degli indossatori. E' questo lo scandalo più grande della storia sportiva italiana, mica farsopoli.
Verdelli e Cannavò, dormite ancora?

27 settembre

Christian Rocca


Una banda di spioni nella procura di Milano
Giovanna Trinchella


MILANO. Ancora una banda di spioni. Ma questa volta l’attacco alla privacy di semplici cittadini e personaggi noti arriva direttamente da persone in servizio nella Procura di Milano. Che solo pochi giorni fa ha fatto scattare le manette ai polsi della premiata ditta di Tavaroli & Cipriani.

Quattro gli arrestati: un vigile urbano, un finanziere, un investigatore privato (ex carabiniere) e una cancelliera di Palazzo di Giustizia. E anche su questo fronte gli ispettori del Guardasigilli, Clemente Mastella, che arriveranno a Milano per l’affaire Telecom-Pirelli, svolgeranno verifiche. Domenica P., addetta alla segreteria del procuratore aggiunto Ferdinando Vitiello, lavorava nella stessa stanza dei collaboratori di Corrado Carnevali, aggiunto che coordina il pool dei magistrati «Telecom»; sarà un caso, ma il magistrato ha cambiato ufficio solo qualche settimana fa.

Per il ministro della Giustizia «c’è un elemento da groviera nel modo in cui passano le notizie: ho scoperto tantissimi soggetti coinvolti e, mentre prima di diventare ministro pensavo che la responsabilità fosse dei magistrati, oggi credo che la loro responsabilità sia meno certa di quella di altri».

Accesso abusivo a sistema informatico e telematico, rivelazione di segreto d’ufficio e falso ideologico, concorso in corruzione i reati contestati a vario titolo agli arrestati e agli altri indagati, allo stato una decina, tra cui ci sono altri vigili urbani e carabinieri. Tra i militari perquisiti ieri c’è proprio uno degli investigatori che indagavano sulla banda che spiava l’Italia e un altro recidivo, già finito sotto inchiesta a Bergamo per traffico di tabulati telefonici: anche loro due fornivano informazioni riservate all’investigatore privato.

I primi accertamenti dell’inchiesta hanno permesso di stabilire che sono stati migliaia gli accessi abusivi allo SDI (la banca dati interforze del ministero di Giustizia), del Re.Ge. (il registro degli indagati), dell’anagrafe tributaria. Nei terminali si cercavano informazioni di ogni tipo, dalla situazione penale ai carichi pendenti, dallo stato dei processi alla situazione finanziaria delle vittime: come la visura camerale a nome di Flavio Briatore. Ma quanto costava una spiata? Poche decine di euro in alcuni casi, in altri come quello della cancelliera infedele 100 euro a settimana, denaro chiesto per pagarsi cure estetiche.

Ma se questa ultima banda di spioni si accontentava anche di regali come computer e orologi e piccoli favori (la distruzione di una multa o il recupero di punti sulla patente), il quadro che disegnano gli inquirenti è quello di «un flusso continuo di dati, una sorta di mondo parallelo di informazioni» acquisite illegalmente su chiunque, anche a quanto pare personaggi delle inchieste economiche più importanti degli ultimi anni.

Una pratica forse non inusuale, quella di vendersi informazioni riservate, se è vero che sono diversi i rappresentanti delle forze dell’ordine e anche gli impiegati sotto osservazione. Insomma, c’è anche un elenco di «indagandi», ai quali prima o poi potrebbero essere contestate le stesse accuse. Tra gli episodi scoperti c’è anche l’accesso a un fascicolo della pm Maria Letizia Mannella, fino a pochi mesi fa nel pool di pubblici ministeri incaricati di indagare sul caso Telecom. Non a caso gli 007 di via Arenula hanno avuto l’incarico di far luce su eventuali debolezze, accessi non consentiti, dispersioni di informazioni, utilizzo anomalo delle apparecchiature, e anche sul complesso iter delle procedure che viene seguito in caso di intercettazioni regolarmente autorizzate dalla magistratura.

Il gip Andrea Pellegrino ha concesso subito gli arresti domiciliari alla cancelliera e al finanziere, mentre in carcere sono finiti il vigile urbano Massimo M. e l’investigatore privato J.S.C. che viene considerato il personaggio più importante. Ieri gli investigatori hanno sequestrato due scatoloni di documenti nella sede della sua agenzia investigativa New Global Service a Milano. Da quelle carte, da oggi al vaglio degli inquirenti, potrebbero venire fuori i nomi dei «mandanti».

Fonte: LaStampa.it


Intercettazioni, spiato il calcio
Dipendente Telecom: "Juve, Figc e Gea"


Ci sono anche la Juventus, la Figc e la Gea (la società di procuratori sportivi) tra gli intercettati finiti nel dossier segreto di Telecom sul mondo del calcio. A rivelarlo ai magistrati di Milano è stata una dipendente del gruppo, che ha spiegato come la richiesta le fu fatta l'11 febbraio del 2003 da Adamo Bove, il responsabile della security di Telecom suicidatosi a Napoli il 21 luglio scorso.

Era denominata "pratica Como" quella che conteneva i tabulati telefonici, in entrata e in uscita, degli spiati. "La documentazione che mi mostrate - ha spiegato la donna ai procuratori Nicola Piacente, Fabio Napoleone e Stefano Civardi come riportato da la Repubblica - è relativa agli sviluppi sul traffico telefonico su utenze intestate a Federazione gioco calcio, Enrico Cennicola, Football Management, Juventus Fc, Gea World. E' la pratica Como. Mi fu richiesta da Adamo Bove, ma non so che uso ne abbia fatto".

Tra gli spiati anche le due figlie di Geronzi, Chiara (giornalista del Tg5 e ex-socia della Gea, sciolta un mese fa) e Benedetta (che lavora in Federcalcio).

La dipendente Telecom, però, ad un certo punto si insospettì. "Cominciai a nutrire delle perplessità circa le richieste del dottor Bove su elaborazione dati, per utenze che poi risultavano in contatto con personaggi del mondo dello spettacolo, dello sport o di enti, quali il Banco di Roma. A causa di tali perplessità ho cominciato a conservare copia od originali delle richieste e degli elaborati". Tra questi documenti, quelli con tutte le telefonate della Juventus di Luciano Moggi, la Gea ma anche del guardalinee Enrico Ceniccola, finito nell'inchiesta di Napoli per la partita Lecce-Juve 0-1. Alla domanda di chiarificazioni, Bove rispose "picche".

Nel verbale della donna, inoltre, si accenna a un certo Calipari (il suo nome figura in una e-mail), ma non viene specificato se si tratti dell'agente segreto Nicola Calipari, morto durante la liberazione in Iraq della giornalista Giuliana Sgrena.

Intervista a Stiffoni

Dossier Inter-Figc/ Stiffoni (Lega Nord) ad Affari: "Moratti? Non penso che sia così tanto vergine e immune da qualsiasi tipo di indagine"

Martedí 26.09.2006 11:04

Dossier Figc-Inter, esplode la polemica anche nel mondo politico. Il caso Telecom non ha lasciato indifferente Piergiorgio Stiffoni esponente del Carroccio e membro dello Juventus Club Montecitorio. L'onorevole parla di "ombre interiste", riferimento diretto allo scudetto assegnato da Guido Rossi (ex Commissario straordinario della Figc e ora alla presidenza di Telecom dopo le dimissioni di Tronchetti Provera) e del suo pool.

Onorevole Stiffoni, sul caso intercettazioni Telecom parla di ombre in casa interista...
"Non voglio contestare quello che di riprovevole hanno compiuto i dirigenti della Juventus. Adesso però cominciano a venirmi un po' di dubbi. Non è tutto chiaro e mi riferisco ad esempio a Guido Rossi".

Ci spieghi meglio...
"E' un po' dappertutto, era presente nel Cda dell'Inter all'epoca del caso Recoba quello dei passaporti, poi alla dirigenza dell'affare calcio quest'estate e ora alla presidenza di Telecom. Evidentemente è un mostro..."

All'interno della Telecom c'è anche Massimo Moratti...
"Moratti è da sempre dentro alla Telecom, insieme a Tronchetti Provera azionista dell'Inter... il caso intercettazioni che sono state fatte in maniera subdola e ancora in fase di definizione suggeriscono la necessità di compiere un'indagine approfondita e senza fretta".

Il caso Telecom come ha dichiarato "può venir fuori come lo scandalo degli scandali...". Quali erano gli scopi delle intercettazioni?
"C'è un mio collega parlamentare che si chiama Andreotti che dice 'a pensar male si fa peccato ma ogni tanto ci si azzecca'. Comincio a pensare male come quelli che sentono o approfondiscono un certo tipo di notizie. Comunque credo che ci siano interessi privati e non pubblici".

C'è un nesso che si lega a Massimo Moratti?
"Non penso che sia così tanto vergine e immune da qualsiasi tipo di indagine".

Borrelli può essere l'uomo giusto per l'indagine sul caso intercettazioni-Inter?
"Giriamo sempre nella stessa pentola...".


Fonte: Libero

Intercettazioni, sui forum la voce dei tifosi bianconeri: "Moggi aveva ragione"
"Via lo scudetto ai nerazzurri".
E nel mirino finisce anche Cobolli Gigli
"Ci sono le prove, ci spiavano"Sul web la rabbia dei tifosi della Juve


ROMA - "Finalmente i fatti cominciano a venire alla luce". E' un misto di rabbia e speranza quello che anima i tifosi della Juve. Dopo le rivelazioni di Repubblica che parlano di uno spionaggio ai danni della società bianconera degli uomini Telecom, sui siti internet dei tifosi della Vecchia Signora è un proliferare di reazioni. C'è di tutto. Chi trova conferma dei sospetti di un "complotto" anti Juve "organizzato dall'Inter", chi nutre improbabili speranze di ripescaggio nella massima serie dela Juve e chi sfrutta lo spunto per attaccare la dirigenza bianconera giudicata troppo arrendevole davanti all'offensiva di Calciopoli.

"Era ora, voglio vedere che diranno quelli che hanno sguazzato nel fango per distruggere la Juve. Se c'è una giustizia adesso l'Inter deve andare in C2" si legge sul forum http://www.j1897.com/. Scorrendo i vari siti internet dedicati alla passione bianconera, (come juventus1897.it o pianetabianconero.com) si capisce che sono davvero molti i tifosi juventini che hanno vissuto e vivono la retrocessione in B con la certezza di essere state vittime di un "complotto" targato Inter.

E così c'è chi si spinge a chiedere "lo stop dei campionati", chi ipotizza che tipo di sanzioni sarebbero opportune per l'Inter (retrocessione? penalizzazione?), chi ironizza su Ibrahimovic, stella bianconera andata via da Torino per non giocare in B e che adesso "potrebbe ritrovarsi a giocare con l'Inter in C2". La sindrome del complotto è evidente nei tanti messaggi. Soli contro tutti. Non si salvano i giornali ("che ci hanno sbattuto in prima pagina"), non si salva Guido Rossi, troppo "vicino a Moratti e Tronchetti Provera". Si salva, invece, Luciano Moggi che "parlava di spionaggio industriale e che aveva ragione" scrive un tifoso nostalgico dell'ex direttore generale bianconero.

Chi finisce nel mirino, a più riprese, è l'attuale dirigenza. "E ti pare che a Cobolli Gigli venga in mente di costituirsi parte lesa nell'eventuale rinvia a giudizio di questa cupola! Sia mai, adesso siamo proprio simpaticissimi!" si ironizza sui forum. La protesta, dunque, monta. E si allarga anche al forum di una nemica storia della Juve, la Fiorentina. Il ritornello è lo stesso: "Tutto lo scandalo di Calciopoli è stato montato dall'Inter perchè voleva un campionato da vincere" si legge su Fiorentina.it. Stessa teoria, diversi colori.
Avanti così. Tra speranze e invettive. Tra chi si augura che all'Inter "venga scucito lo scudetto dal petto", a chi gela le illusioni perché "con l'Inter non sarà usato lo stesso metro che hanno usato per noi. Al massimo si beccano una multa, come per i passaporti falsi". Eppoi c'è chi si consola pensando che il fatto che "i nerazzurri abbiano perso la faccia è già mezza vittoria".E tra tanta eccitazione, spicca, solitario, un messaggio che colpisce: "Mi rendo conto, la sete di vendetta è difficile da reprimere, ma ritengo che forse quello che si deve cercare ora è la giustizia, quella vera, quella giusta. Per poter tornare a seguire le partite col sorriso di prima, senza sospetti, senza rabbia, senza la sete di vendetta". Ventidue persone e un pallone. Il calcio, insomma.

Fonte: Repubblica.it


Pensavamo che finalmente con lo scandalo Telecom la magistratura si sarebbe mossa per inchiodare Tronchetti e Moratti?

Mettetevi l'animo in pace e leggete qua...fresca fresca di un ora fa:


ROMA (Reuters) - La Procura si Roma sta valutando se acquisire la documentazione in mano alla procura di Milano su presunte intercettazioni illegali della Gea World, la società che gestisce oltre 200 tra calciatori e allenatori, finita nel mirino degli investigatori di calciopoli. Lo hanno detto oggi fonti giudiziarie nella capitale.

I magistrati romani dovranno soprattutto valutare se la richiesta sia compatibile con il recente decreto legge che impone di distruggere le tracce di intercettazioni illegali, hanno aggiunto le fonti.

Secondo la ricostruzione fornita da alcuni media, una teste, impiegata di Telecom Italia, ha detto ai procuratori di Milano che una parte della documentazione raccolta nell'inchiesta sullo spionaggio illegale e che gli era stata mostrata si riferiva a dati su utenze telefoniche intestate a Gea World.

Alcuni soci della Gea, tra cui Giuseppe De Mita, Chiara Geronzi e Alessandro Moggi, sono indagati a Roma per associazione a delinquere finalizzata ad illecita concorrenza con violenze e minacce -- un filone dell'inchiesta sull' irregolarità del mondo del pallone, condotta dalla procura di Napoli.

Praticamente cercano di mettercela ancora una volta nel culo!

Fonte: pianetabianconero.com


Sono sempre seduto in riva al fiume.... Presto passerà qualche bel cadavere.... Oppure finirà tutto a tarallucci e vino (ma guai a parlarne per la Juve, ci sarebbe stata una rivoluzione!)
Vedremo, ma come al solito:

VIVA L'ITALIA!!!

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juve

juve/


NON UN EURO ALLA GAZZETTA!!!

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