giovedì, settembre 21, 2006

COSI' IL CERCHIO SI CHIUDE DI ANTONIO LA ROSA

Ecco un interminabile commento del solito Antonio La Rosa. Anche in questo caso ne consiglio a tutti una lettura attenta....

Quando poco tempo addietro, ebbi a scrivere che dietro alla cosiddetta vicenda "calciopoli" non c’era affatto una volontà di fare pulizia nel calcio, di reprimere condotte illecite, bensì una non meglio precisata operazione politico - finanziaria, tendente a mettere sotto controllo il calcio per ragioni sia economiche (diritti televisivi, sponsorizzazioni, insomma tutto il business che traina), e politiche (pagare prezzi elettorali, tenersi amiche certe tifoserie "elettorali), parecchi mi diedero del visionario e del vittimista, mi accusarono di volere a tutti i costi coprire il marcio della Triade juventina, insomma venni accusato un pò di tutto. Adesso che le nebbie polverose del bombardamento mediatico cominciano a diradarsi e che il vero panorama sta emergendo con inquietante chiarezza, sarei io curioso di sapere da coloro che mi accusavano, cosa ne pensano delle ultime evoluzioni, in particolare della vicenda Telecom e della nomina di caligola Rossi a presidente della società che sponsorizza il campionato, che gestisce direttamente e indirettamente la trasmissione di gare di campionato, mediante internet (Rosso Alice) o digitale terrestre (Carta+ La7), che in sostanza è una grande finanziatrice del calcio italiano e che è, come sapete, molto ma molto vicina alla squadra che di calciopoli ha tratto i maggiori benefici, tra cui uno scudetto a tavolino (peraltro già dall’inizio mal onorato) e la possibilità di acquistare calciatori della odiata rivale a prezzi di svendita fallimentare. Una situazione insomma non diversa, anzi più grave di quella a suo tempo rivestita da Galliani quale presidente di Lega, cosa che tanto faceva indignare gli interisti, nonostante il signor Moratti Massimo fosse di fatto un grande elettore del pelatone.

Vedete, a sostenere certe cose non ci vuole certo la sfera di cristallo magica, o presunti poteri extrasensoriali, ma semplicemente mantenere una discreta memoria, e non dimenticare che certi comportamenti a volte ritornano. Il film che stiamo vivendo adesso, per quanto mi riguarda, è già visto, perchè non è altro che la rielaborazione di un altro film già proiettato nel periodo 1998 - 1999, anche se stavolta il delitto è stato commesso con migliore abilità, i sicari non hanno fallito, memori anche delle figuracce di Guariniello, o del fatto che certi nemici se possono riorganizzarsi, ritornano nuovamente forti come e più di prima, per cui occorre "tagliare le teste" per evitare problemi.

Anche all’epoca c’era una squadra fortissima e vincente che si chiamava Juventus, che vinceva contro i desideri di certi presidenti idioti quanto capricciosi come Moratti, o di certi potentati economici bancari romani, o di certi pezzi grossi della politica nazionale. Tutto venne preparato dapprima con la trasformazione delle società calcistiche in Società per Azioni, ritenuto modo per poter competere meglio contro Juventus e Milan da parte delle romane (che infatti intrapresero subito la via della quotazione in borsa, con i risultati che sappiamo tutti), quindi con la normative che consentì la vendita soggettiva dei diritti televisivi. Questa fu la mossa diciamo più grave di tutte, e tutt’oggi rimasta, come dire, quasi ignorata dai media, ma è quella che a suo tempo produsse certi fatti importanti.

Per potersi vendere i diritti televisivi in modo soggettivo, occorre naturalmente un acquirente, che abbia anche intenzione di pagarli a certi prezzi, e siccome il mercato non può essere ignorato, è evidente che chi ha maggiore bacino d’utenza (diciamo potenziali abbonati televisivi) ha pure maggiori possibilità di guadagno, mentre chi ha un bacino d’utenza ridotto solo al proprio territorio, non ha molte possibilità di vendere a prezzi elevati il proprio prodotto: occorreva quindi un acquirente apposito, che pagasse certi diritti televisivi a peso d’oro, pur sapendo che l’acquisto sarebbe stato in perdita.

Fu così che venne "pilotata" la privatizzazione di Telecom Italia, privatizzazione che, guarda caso, venne preparata da un fedele esecutore di ordini, dal nome Guido Rossi (vi ricorda qualcuno questo nome?) quale presidente Telecom, venne completata sotto gli auspici di Massimo D’Alema presidente romanista del Consiglio, la privatizzazione (definita una rapina con destrezza da parte del Financial Times), produsse la nascita del secondo polo televisivo satellitare, Stream, gruppo Telecom Italia, polo che pagò a peso d’oro i diritti televisivi di alcune società consorziate in una società creata "ad hoc", la SDS presieduta da Franco Sensi, nella quale aderivano anche i grandi futuri bancarottieri Cragnotti, Tanzi e Cecchi Gori. Tutto denaro fresco che consentì a quelle squadre di spendere e spandere nella serenità di poter recuperare con il tempo sfruttando la gallina dalle uova d’oro (Sensi in una sola campagna acquisti dilapidò i soldi avuti per tre anni di diritti televisivi ceduti, idem fecero Cragnotti, Tanzi e Cecchi Gori: e poi qualcuno si chiede perchè tre dei quattro fallirono e il quarto è stato spudoratamente salvato dal potere politico - giudiziario!), e che consentì a queste squadre di essere altamente competitive.

Ma ciò non era sufficiente, perchè bisognava fare i conti con chi sul campo era forte di suo. Ed ecco quindi che si scatenò quel famoso linciaggio mediatico prima, a seguito di Juventus - Inter del 26 aprile 1998, e quell’insulsa messa in scena dell’episodio Iuliano - Ronaldo, che avrebbe falsato il campionato (tancendosi che era la Juve in testa, che era la Juve in vantaggio in quella gara, e che l’Inter un tiro in porta degno di nota fino al 27’ della ripresa non l’aveva compiuto!), e giudiziario poi, quella volta partito dal settimanale L’Espresso, da una intervista a Zeman, che parlava di tutto tranne che di doping in casa Juve (solo una insinuazione sull’aumento della massa muscolare di Del Piero e Vialli), e successivamente dai blitz a vuoto di Guariniello, che comunque si ebbe a ritagliare un rilevante spazio di notorietà.

Le conseguenze le ricorderete tutti: l’Inter scosse l’albero ma non raccolse i frutti, che invece vennero raccolti a Roma, nel biennio giubilare, grazie pure a giocatori schierati in violazione di norme (la cosiddetta vicenda passaporti falsi, Veron e Cafù schierati come comunitari ed entrambi protagonisti dei campionati di Lazio e Roma), il diluvio perugino, le regole cambiate in corsa tre giorni prima della gara decisiva per le sorti dello scudetto 2001, etc. etc. etc..

Quindi non ci voleva molto ad intuire che, tornati gli stessi soggetti, unidentico panorama si sarebbe ricreato.

Stavolta però hanno alzato l’ingegno e hanno puntato decisamente al cuore del nemico, per essere sicuri di non avere problemi per l’assetto futuro, quindi le operazioni si sono temporalmente invertite: prima l’eliminazione dei nemici, la Juventus e la Triade, poi il riassetto del potere in certi campi, compreso quello calcistico, da potersi operare stavolta con la tranquillità che i "rompiballe" non creassero problemi per almeno 4 - 5 anni, ossia il tempo necessario per consolidare certi assetti e ripresentarsi elettoralmente sicuri della riconferma.
Perchè di questo si tratta, e penso ormai si sia ben compreso.

Intanto sono partiti con la via giudiziaria, uno scandalo costruito solo sui giornali e su intercettazioni fuoriuscite in violazione di legge (piuttosto, solo adesso si accorgono di quello che scrivevo io a suo tempo, ossia che quelle intercettazioni non potevano essere usate nel processo sportivo, in quanto ancora coperte dal segreto istruttorio: dunque che Borrelli ne sia venuto in possesso è da ritenersi un fatto illecito!), quindi hanno proseguito con il commissariamento della Federcalcio, mettendola in mano ad un fedele esecutore di ordini, dal nome Guido Rossi (vi ricorda qualcuno questo nome?), ex presidente Telecom, ex senatore della Sinistra Indipendente (indipendente da chi?), ex presidente Consob, ex consigliere d’amministrazione dell’Inter di Moratti, ex difensore di Cesare Geronzi nella vicenda dei bond Cirio e Parmalat, e questa circostanza dovrebbe spiegare molte cose, visto che stiamo parlando di un personaggio legato a doppio filo con quel potere finanziario milanese e quello bancario romano!

Come sapete, Caligola Rossi, in spregio a norme e regolamenti, oltre che a diritti costituzionali, ha modificato senza averne potere, competenze giudiziarie, togliendo potere alla Commissione Disciplinare, rinnovando la CAF, mettendo a presiederla una foglia di fico dal nome Cesare Ruperto, malasciando a comporre la Corte Federale tutti gli amici di Carraro, che per chi non lo sapesse è anche presidente di Mediocredito Centrale, banca finanziaria del gruppo Capitalia, dunque banca controllata da Geronzi ,amico, anzi cliente, di Guido Rossi.

La missione è stata eseguita in modo perfetto, eliminati solo i personaggi scomodi, leggermente bacchettati quelli che casualmente si erano trovati invischiati, salvato per ragioni di quieto vivere il Milan (meglio non pestare troppo i calli all’opposizione ...), per cui abbiamo scoperto che calciopoli non era altro che una grande macchinazione compiuta da Moggi e Giraudo fra di loro, con la partecipazione di De Santis, povero cristo condannato per una gara dove la Juventus non aveva alcun interesse, ma siccome era l’arbitro ritenuto juventino, bisognava punirlo in qualche modo.

Corollario di tutto ciò, lo scudetto a tavolino all’Inter, cosa che mi fa presumere che quest’anno lo scudetto deve scendere ben al di sotto del Po: del resto ad una lo scudetto passato, ad un’altra la possibilità di giocare in Europa, alla terza bisognerà dare qualcosa di importante in camponazionale, o no?

Sistemato questo aspetto, e messe da parte le famose nuove regole che Caligola Rossi avrebbe dovuto riscrivere, ragione unica per cui fu nominato, adesso nelle segrete stanze possono riparlare con tranquillità di diritti televisivi e soprattutto DI CHI, dovrà gestire in avvenire la nuova torta.

In sostanza bisognerà ridimensionare il peso della Juve nella torta, ma la cosa in parte è stata già realizzata, spedendola in B, anche se poi tutte le trasmissioni televisive sportive, per ragioni di audience, finiscono con il parlare più di Juventus che di serie A; bisognerà quindi studiare un meccanismo che premi per qualche anno i risultati sul campo, e dunque guadagnerà di più chi vincerà di più, ma per vincere di più, bisognerà avere minore concorrenza, e dunque fare in modo che per qualche anno le concorrenti siano soltanto due con una terza incomoda tanto per la facciata.

State tranquilli che la futura revisione della contrattazione collettiva dei diritti televisivi sul satellitare, sul digitale terrestre, e su tutte le varie tecnologie, mirerà a ridurre certi guadagni già conseguiti con contratti stipulati in precedenza, a premiare le posizioni di classifica di questa stagione e magari di quella scorsa riscritta a tavolino, per cui si prenderanno a riferimento non i risultati di una sola stagione, ma magari la media di risultati di più stagioni (unico modo per mettere fuori causa la Juventus a seguito dell’ultimo posto assegnato le lo scorso campionato e questo campionato di B), per far sì che Inter e Roma possano avere il grosso della torta, anche perchè il Milan la sua grossa fetta ce l’ha già, a prescindere da normative vecchie e nuove.

Ma il quadro non è ancora completo, perchè c’è la questione delicata, come detto sopra, DI CHI dovrà gestire questa grossa torta.

Sul satellitare c’è già Sky, e non penso che verrà alle menti fini del passato di ripetere una nuova operazione Stream; sul digitale terrestre c’è Mediaset Premium e Carta+ La7, quest’ultima derivazione di La7, gruppo Telecom, dunque gruppo Tronchetti Provera, persona che misteriosamente, proprio quando l’Inter stava per beneficiare dei misfatti di Giuda Rossi, ha ceduto le sue quote nerazzurre, uscendo dalla società (altro fatto oggi spiegabilissimo, bisognava evitare di essere presenti dentro casa Inter in vista dei riassetti futuri).

A questo punto entra in scena appunto la vicenda Telecom, indebitata enormemente da una gestione non solo attuale ma anche passata, e dunque necessitante di nuovi soci, o meglio di nuovi proprietari, di tutta o di parte dell’azienda: quindi il problema centrale è il controllo del polo telecomunicazioni più grande d’Italia, per aversi pure il controllo di tanti altri settori, ossia la televisione privata in analogico e in digitale terrestre, e dunque poter essere certi che chi potrà gestire questa parte di diritti televisivi potrà appartenere ad un gruppo quantomeno amico.

Quindi è necessario che Telecom, nel piano di riassetto previsto, non finisca in mani ostili, non passi magari in parte e gruppi o persone non gradite, per tutto ciò che comporterà in avvenire: insomma un grande risiko, nel quale c’entra il calcio, ma non è l’aspetto più importante.

O meglio lo è per alcuni, sempre a fini elettorali, ma il vero obiettivo è il controllo dell’informazione, delle comunicazioni, la possibilità di utilizzare questi canali, dunque la possibilità che certe grosse partite finanziarie non agevolino avversari o gente non affidabile.

Per essere sicuri che Telecom Italia non finisca nelle mani sbagliate, occorre metterla sotto controllo, e per metterla sotto controllo occorre trovare un soggetto che sia un fedele esecutore di ordini, magari che faccia di nome Guido Rossi (vi ricorda qualcuno questo nome?).

Ecco quindi che il cerchio si chiude: per essere sicuri che i piani vadano a puntino occorre che in entrambi i settori, calcio e telecomunicazioni, ci sia la stessa persona a garantire la preparazione dei nuovi assetti.

Non è un caso che ministra melandra, dovendo anche ella dire la sua banalità quotidiana, dopo aver detto che aspettava chiarimenti da Caligola Rossi, si è premurata a ribadire che l’obiettivo di riscrivere le regole nel calcio deve essere mantenuto, un modo per dire che Rossi deve rimanere alla guida della federcalcio; non è un caso che Moratti Massimo abbia detto che Rossi non si deve dimettere da Commissario Federcalcio (beh ... l’ha detto pure Badoglio Gigli, ma ormai ci sto facendo il callo alle sortite del nostro amico presidente ...); e non è un caso che Berlusconi abbia gridato come al solito alla luna, solo per avvisare che comunque il suo spazio non deve essere toccato.

Adesso sappiamo quindi su quale altare è stata sacrificata una società con 109 anni di storia e di leggende, per quali ragioni sono stati presi a calci nel sedere 14 milioni di tifosi che in quella maglia bianconera credevano; ci manca solo di sapere PERCHE’ la proprietà abbia accettato l’assassinio della Juventus.

O meglio, qualcosa emerge: penso tutti avremo notato Luca Cordero di Montezumolo, presidente Confindustria oltre che di Fiat (e, per la precisione, grande amico di Tronchetti Provera, attuale vice presidente Confindustria), a fianco del presidente del Consiglio nella missione in Cina della settimana appena trascorsa, cosa che non significa nulla, o quasi nulla ...

Certo, Montezumolo è tornato a parlare di Juventus (cosa che mi inquieta), dicendo che la nuova Juve deve prendere a modello la Ferrari.

Non so se il modello dovranno essere i 21 anni senza vittorie, o il grosso budget avuto per vincere tutto prendendo solo il meglio ovunque (Schumacher,Todt, Brown) e ai massimi costi: spero sia il secondo, anche se tempo che Montezumolo pensasse al primo.

Chiudo questo mio logorroico editoriale con il contenuto di una email pervenutami, a proposito di caligola Rossi:

*****

Da Wilkipedia:"In tempi più recenti ha tutelato per un anno gli interessi della banca olandese Abn Amro, che dopo l’inchiesta sui vertici della Banca Popolare Italiana ha avuto il via libera per aggregare l’istituto padovano."

Sbaglio o il fattore decisivo che consentì alla Abn Amro di aggregare l’Antonveneta fu uno scandalo scoppiato in seguito alla pubblicazione di intercettazioni telefoniche riguardanti i concorrenti della banca olandese?

Non è strano che in questo Paese nessun giornalista provi a fare 1+1?

Sempre da Wilkipedia:"Nel 2003 è stato avvocato di Cesare Geronzi, presidente di Capitalia, a seguito degli scandali Cirio Parmalat."

Che questa procura abbia a che fare con "i salvati" di Calciopoli?

*****

Ecco, sono domande a cui io saprei rispondere, ma purtroppo nessuno di chi dovrebbe rispondere realmente, risponderà seriamente.

Postilla: comincia a circolare voce che Caligola possa rassegnare le dimissioni, cosa direi necessaria, tenuto conto che fra poco siederà nel C.d.A. di Tim assieme a Moratti Massimo.

Si parla o di Gamberale (uomo "Autostrade", ossia gruppo Benetton, ossia lobby Inter) o di Gianni Letta (uomo di Berlusconi).

Insomma l’assetto è ormai definito, il tutto in nome del calcio pulito e della distruzione della Juventus ...

E-mail: antonio.larosa@libero.it


Devo ammettere che condivido in pieno l parte puramente calcistica, su quella politica non mi esprimo....

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juve

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