giovedì, luglio 10, 2008

SECONDA PARTE DELL'INTERVISTA A PIERO OSTELLINO

Dopo la prima parte, continua la nostra intervista a Piero Ostellino:

19. Luca Cordero di Montezemolo nei giorni caldi di calciopoli rispondeva infastidito "Non mi occupo della Juventus". Perché poi se ne sarebbe occupato, stando a quanto dichiarato dal Presidente della Fifa Blatter, che ha pubblicamente ringraziato Montezemolo per aver convinto la Juventus a ritirare il ricorso al TAR nell'agosto del 2006?
Montezemolo è un uomo di straordinarie capacità relazionali, un grande uomo di comunicazione, uno straordinario uomo di comunicazione. Però, essendo uno straordinario uomo di comunicazione, tende a privilegiare più l'apparenza che la sostanza ... e quindi ho l'impressione che nella circostanza si sia comportato esattamente allo stesso modo. Poi, se dovessi fare il maligno, e me ne scuso (non voglio certo accreditare questa tesi, ma faccio un'ipotesi dell'assurdo), ho l'impressione che ci fossero anche degli interessi della Fiat, magari interessi a tenersi buono il governo, e di conseguenza la federazione, che in qualche modo è espressione del governo, e quindi che siano stati sacrificati gli interessi della Juventus a favore degli interessi della Fiat.

20. Lei avrebbe affidato la difesa ad un penalista, pur quotato, come Zaccone, e non ad un avvocato specializzato in diritto sportivo? E quella difesa con richiesta di serie B, quel patteggiamento con Ruperto, la considerò un'astuzia processuale?
Innanzitutto dipende dal mandato che si dà all'avvocato. L'avvocato della Juventus è sicuramente un grande avvocato: gli si è dato il mandato di consentire di mandare la Juventus in serie B, perché evidentemente c'erano degli interessi, anche dal punto di vista societario, che questo avvenisse. Per lo meno, questa è l'ipotesi diffusa, e l'avvocato si è comportato di conseguenza: io non darei la colpa all'avvocato, lui fa quello che gli dice il cliente. Se il cliente gli dice "Non ti opporre al fatto che la Juventus vada in serie B, anzi, dì addirittura che è ancora una punizione minore, perché forse meriterebbe ancora di più" ..., beh, l'avvocato lo dice.
D'altra parte questa è una cosa che succedeva solo nella Cina Popolare, dove l'avvocato difensore, se il pubblico ministero chiedeva trent'anni, chiedeva la pena di morte ... ma era la Cina di Mao Tse-Tung: che sia successo in Italia, da parte di un avvocato torinese, è abbastanza paradossale.

21. All'assemblea degli azionisti di aprile 2007, Zaccone disse "Le carte erano da serie C, c'erano almeno quattro illeciti".
Recentemente, il presidente Cobolli Gigli ha dichiarato "C'è il rischio che tutto si risolva in una bolla di sapone, siamo stati puniti per una serie di peccati veniali". Cosa è cambiato secondo lei?
Cobolli è un galantuomo, ed è un funzionario Fiat, come mentalità, e quindi un soldato dell'esercito.
C'è stato qualche generale che ha detto all'avvocato di comportarsi in qualche modo, in “quel certo” modo, e oggi c'è probabilmente qualche generale che, non dico che abbia suggerito a Cobolli di dare la risposta che ha dato, ma che ha creato un clima che consente a Cobolli di dire quello che dice.
Sotto quest'aspetto, bisogna tenere conto di due cose: io sono piemontese, sono torinese, quindi credo di poterlo dire legittimamente: noi piemontesi siamo stati governati da sempre dai militari, ed educati dai gesuiti. È sufficiente questa risposta per capire?

22. Per anni Guido Rossi è stato considerato vicino alla famiglia Agnelli. Ora svolge il ruolo di "garante" nella Giovanni Agnelli & C. Sapa, quindi, è nuovamente vicino alla Famiglia. Nel 2006 il vero conflitto d'interesse di Rossi era quello con l'Inter o quello con il Gruppo Fiat?
Guido Rossi è uomo che ha scritto dei magnifici libri contro il conflitto di interessi; come teorico della giurisprudenza, come professore della filosofia del diritto, è un grande analista del conflitto di interessi.
Come persona, cioè come avvocato societario, e come partecipe dell'establishment costituito in Italia, è inevitabile che anche lui cada sotto la mannaia del conflitto di interessi: non ne farei una questione morale, né tanto meno moralistica. Sono le contraddizioni di questo nostro paese, e lui, probabilmente, rispecchiando queste due figure, di grande studioso e contemporaneamente di grande avvocato, riflette questa contraddizione.

23. Uno degli effetti post-calciopoli è l'allontanamento dal calcio di molti tifosi. Crede che il calcio possa in futuro continuare a rappresentare quell’importante veicolo di aggregazione e crescita sociale che è stato in passato per il nostro paese, oppure si sta trasformando in qualcosa di radicalmente diverso?
Io non dò delle valenze di tipo sociologico così importanti al calcio. Dico semplicemente che il calcio è tifo, la gente va allo stadio a tifare. Forse ci va un pochino meno perché lo vede alla televisione, basta che si abboni a sky e poi le partite le vede, e quindi il calo di interesse e di spettatori negli stadi è dovuto probabilmente soltanto a quello, quindi non credo che sia dovuto a calciopoli e a quello che è successo ... semplicemente, è il mondo che cambia.

24. Moggi ha preannunciato ricorso al Consiglio di Stato sulle decisioni della giustizia sportiva. In più, l'Associazione GiulemanidallaJuve ha fatto ricorso alla Commissione Europea sui diritti della concorrenza. Pensa che ci possa essere, alla fine, un "giudice a Berlino"? E se sì, in Italia o, più facilmente, a Bruxelles?
Io sono favorevole a tutte le iniziative delle associazioni a difesa della Juventus. Perché oltretutto le associazioni spontanee, che nascono dal basso, sono la forza di un grande paese democratico come gli Stati Uniti, e quindi, se non altro, in difesa della Juventus, visto che noi non abbiamo una tradizione in questo senso, sono già un fatto di grande civiltà.
Sono socio onorario di una di queste (l’Associazione Nazionale Amici della Juventus del Prof. Bertinetti, ndr) e sono veramente onorato di esserlo, perché è un modo di far sentire la voce dei tifosi, ma di far sentire anche la voce di una civiltà sociale e morale e del diritto che in Italia manca.

25. Un allenatore boemo disse "Fuori il calcio dalle farmacie e dalle banche". Sulle farmacie si lanciò una procura sola. Delle "banche nel calcio" non si è occupato nessuno. Quanto incidono, oggi, le banche nel calcio, e come possono condizionarlo?
Le banche incidono nel calcio, esattamente come incidono in qualsiasi altra azienda italiana.
Diciamo che tutta l'industria italiana e gran parte del sistema produttivo è in mano alle banche, e quindi le banche sono oggi il potere reale in Italia.

26. Dopo aver scritto tanto di "questione morale" e di etica, non trova strana la poca attenzione dei media per lo scandalo dei bilanci falsi e delle plusvalenze fittizie?
Io sulle cose che scrivono i media non riesco più a trovare nulla di strano, e non mi stupisco nemmeno più, perché sono talmente frutto di incompetenza, o di malafede, o di moralismo d'accatto, che non c'è più nulla da stupirsi: qualsiasi cosa scrivano i giornali, io non mi stupisco più.
Una volta mi indignavo ancora, oggi, dopo 41 anni che faccio questa professione al Corriere, non mi stupisco più di niente … e il Corriere è sicuramente uno dei giornali, sotto questo profilo, più puliti.

27. Le responsabilità di Carraro sono acclarate, così come il suo conflitto di interessi. Ai tempi di Carraro presidente, la stampa non faceva passare inosservata questa cosa: come mai nessuna voce si leva sul presidente della federazione Abete, definito nelle intercettazioni "maggiordomo di Della Valle" e il cui fratello è in stretti rapporti con il presidente della Fiorentina?
Non so, non credo, e non voglio nemmeno credere che l'attuale presidente della federazione sia il maggiordomo di Della Valle ... però, se nessuno solleva il problema, evidentemente è perché crede che sia effettivamente il maggiordomo di Della Valle.

28. Il 17 giugno 2008, il CFO (Chief Marketing Officer) di Fiat, Luca De Meo, al convegno “World Marketing & Sales Forum”, alla domanda se Lapo Elkann sia stato un fattore importante per la ritrovata simpatia del marchio Fiat, ha risposto "Sì, ha aiutato, assieme alle sconfitte della Juventus". Ha spiegato inoltre che: "Fiat ha oggi un posizionamento che non ha mai avuto nella sua storia e perderlo sarebbe un peccato dopo il lavoro degli ultimi anni". Gaffe, o sfacciataggine?
Non credo sia sfacciataggine. Credo sia un giudizio su un ragazzo di cuore e generoso come Lapo Elkann, purtroppo caduto nell'incidente che sappiamo, che forse è l'unico che mette cuore e passione nei confronti della Juventus. Quindi il giudizio nei confronti di Lapo è esattamente questo, il giudizio su un ragazzo di cuore, appassionato, buono, generoso.
Per quello che riguarda le sconfitte della Juventus, no, questa invece è proprio una gaffe.

29. Come mai, secondo lei, la proprietà non ha sentito il dovere, per lo meno nei confronti dei tifosi, di riprendere un suo comunque dipendente, che in qualche modo accreditava le sconfitte della Juventus come il mezzo per rendere più simpatica la Fiat?
Perché rientrava nella logica che ha seguito l'azionista di riferimento da calciopoli in poi. Questa era la logica: bisognava pentirsi, bisognava pagare il prezzo dei peccati che la Juventus aveva commesso. Poi, che la Juventus peccati non ne avesse commessi, non importava.
L'importante è che si desse la sensazione che aveva pagato per dei peccati.

30. Dopo quello che abbiamo subito a livello di immagine, con la retrocessione in B, gli scudetti tolti, la svendita dei vari campioni, nel momento in cui le milanesi vengono sanzionate con una multa per la falsificazione del bilancio da Palazzi (che stranamente trascura l'aspetto dell'iscrizione fasulla al campionato segnalato dalla Covisoc), perché la nuova Juve non si esprime a riguardo? È possibile che i nostri dirigenti non sentano l'esigenza di esternare contro chi si permette di bollare i nostri colori come quelli di una "banda di truffatori"?
Io non ritengo che i dirigenti della Juventus si debbano preoccupare degli affari degli altri.
E quindi, probabilmente fanno bene a non sottolineare questi aspetti: semmai lo faranno i tifosi, le associazioni, i sostenitori della Juventus, e via. Io mi aspetterei soltanto, e me lo sarei aspettato fin dal primo momento, che la nuova dirigenza della Juventus dicesse semplicemente che i campionati vinti dalla Juve sono VENTINOVE.
L'hanno detto tardi, troppo tardi! Dovevano dirlo subito, e adesso che l'hanno detto, finalmente, si ricredono rispetto ad una strategia che avevano seguito in passato ... strategia che, si sono accorti, alienava loro le simpatie della stragrande maggioranza dei tifosi. Una dirigenza di una società sportiva non può permettersi il lusso, anche se questo torna a beneficio dei suoi interessi industriali, di alienarsi i tifosi: se ne sono accorti tardi proprio perché, come dicevo, uno è un generoso, bravo, un onesto funzionario Fiat, e gli altri sono "a fessa in man’ a 'e creature".

31. Dove crede che possa arrivare la Juve in termini sportivi, e cosa crede che manchi per eguagliare quella della Triade? Se la sentirebbe di inviare, da Juventino vero, un messaggio di speranza per il futuro ai milioni di tifosi disorientati, e però ancora innamorati della Juve?
Io continuo ad essere innamorato, continuo ad avere speranza, però se continuano a buttare nella spazzatura 30 milioni di euro per comperare Almiron, Tiago e Andrade, un giocatore già rotto, beh ... le speranze sono poche. Poi, quando sento che vogliono addirittura comprare Stankovic, cioè un giocatore che aveva firmato per la Juve 4 anni fa e poi si è ricreduto e ha firmato per l'Inter, un giocatore che ha ballato dicendo che il loro era lo scudetto degli onesti … quando leggo queste cose, rabbrividisco, e mi chiedo se questi siano irresponsabili oppure non sappiano nemmeno dove sono finiti, perché non si sarebbe dovuta nemmeno lontanamente intavolare una trattativa per Stankovic!
C'è stata fortunatamente una sollevazione sui forum Juventini, e io dico semplicemente che se Stankovic fosse arrivato alla Juve, io mi sarei dimesso ufficialmente da tifoso della Juventus, perché ci sono dei limiti alla decenza.

32. Noi sappiamo che Umberto, negli ultimi anni, era il deus ex machina della Juventus. Ma perché suo figlio Andrea non dice nulla? È in omaggio alla riservatezza di casa Agnelli?
Andrea non dice nulla, perché la casa Agnelli aveva questa grande tradizione: quella di non mettere in piazza gli affari non solo della famiglia, ma del gruppo. E questa è una regola che io, che sono figlio di un funzionario Fiat, che avevo un nonno che lavorava alla Fiat, e che avevo pensato che non avrei mai lavorato per la Fiat (e poi la Fiat ha comprato il Corriere, e alla fine ho dovuto lavorare per la Fiat), ho imparato.
Io non metterei mai in piazza le cose del Corriere della Sera, perché questo mi è stato insegnato: la riservatezza, che poi è la riservatezza di noi piemontesi

Fonte: www.ju29ro.com

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