martedì, luglio 15, 2008

RICORDI DI DUE ANNI FA

Questo bellissimo scritto è preso dal forum J1897.com, a firma di bob66. Voglio postarlo sia come testimonianza, che come imperituro ricordo della più grande vigliaccata mai fatta ad una società sportiva.

Due anni fa, questa mattina: ho gli occhi pesti ed il deserto del Sahara è una valle fertile rispetto alle mie ghiandole lacrimali.
La notte passata in bianco ed ora di nuovo al lavoro, coi colleghi che mi danno del ladro.

Ed io in giacca e cravatta che sto per esplodere e mi trattengo con la forza della disperazione.

Ruperto, la sera prima, ha sentenziato: revoca dello scudetto nel campionato 2004-05, non assegnazione dello scudetto 2005-06. Retrocessione in serie B con penalità di 30 punti. Luciano Moggi 5 anni di inibizione così come ad Antonio Giraudo.

Io sono là la sera prima, in corso Galfer, davanti alla sede: pochi tifosi, tanti giornalisti e telecamere, ed i nuovi dirigenti chiusi dentro i loro uffici.

L'atmosfera non è affatto pesante, tira vento di rassegnazione, perchè la campagna anti Goeba a base di intercettazioni telefoniche, nei giorni precedenti, è riuscita ad azzerare la nostra voglia di combattere convincendo i più che il nostro ex d.g., dimissionario, è la personificazione di Satana sul pianeta calcio.

Due settimane prima, sotto il sole cocente, migliaia di gobbi come me avevano marciato per chilometri per far sentire la voce del popolo bianconero, nell'unico gesto di amore spontaneo che ricordi la mia mente in favore della nostra amata Juve.

Ora siamo poche decine: forse chi è presente, è conscio di essere lì per un motivo solo.

Per condividere un dolore, nella speranza di farlo a fette e renderlo più piccolo.

Ma appena arriva la notizia, dopo i prevedibili cori di sfogo, ognuno di noi prende una strada diversa, col groppo in gola: chi va verso la fermata del tram, chi sale nella propria auto, per tornare a casa capendo che quel dolore lo deve vivere tutto, e che probabilmente, non passerà più.

La sensazione è comune: soli e abbandonati, contro un nemico che non ha faccia e che si nasconde chissà dove, dobbiamo cercare di farcene una ragione per non impazzire, nella speranza, a dire il vero da me non condivisa, che la sentenza di appello ci sconti qualcosa.

Mi accendo l'ennesima sigaretta e vado alla fermata del quattro, mentre le ciglia iniziano ad inumidirsi: a casa mi attendono moglie e figlio, che mi vedranno distrutto, senza comprendere il perchè e quanto dentro di me, il cuore stia patendo.

Meglio, forse, per questa sera, rimanere soli. Avviso che tornerò a piedi, me la prenderò comoda, ripercorrendo, al contrario, il percorso della marcia del 1° luglio.

Quel dì alla luce del giorno, ora nel buio della notte. Con la sciarpa al collo, cammino lentamente ed incrocio macchine che strombazzano ed i conducenti che mi insultano: c'è gente che gioisce del mio dolore, la nemica di sempre ha avuto il giusto, è notte di festa per chi non ha mai vinto niente.

Ma a dire il vero, in quel momento, gli sfottò non mi infastidiscono perchè la mia mente torna improvvisamente a pensieri fantastici, alla notte di Champions a Roma con i miei amici di sempre, ebbro di gioia, con una latta di birra in mano. Ora quella latta è schiacciata, in terra, la sto prendendo nervosamente a calci e gli amici non ci sono più, sono a casa loro, ognuno col proprio dramma.

Ora mi trovo alla mia sinistra il Comunale, casa mia si avvicina e proprio lì, proprio in quel momento, capisco che ora, più di sempre, la Juve è il mio amore. E un vero amore non si scorda mai, nè lo si abbandona. Andrò di nuovo allo stadio, a vedere la B, compagno nel dolore, con la speranza di risorgere più forte di prima.

A vedere Buffon, Zebina, Balzaretti, Zanetti, Boumsong, Chiellini, Camoranesi, Marchisio, Trezeguet, Nedved e Del Piero, più i vari Mirante, Paro, De Ceglie, Giovinco, Venitucci, Palladino, Bianco, Giannichedda, Legrottaglie, Marchionni, Bojinov, Birindelli e Zalayeta guidati da Didier.

La Juve che resterà per sempre come la più cara, la più bisognosa di affetto, la mia Juve.

Prima di mettere le chiavi nella toppa, passo davanti alla sede dei Drughi: la luce è spenta, non c'è nessuno. Questo dolore è proprio intimo, non condivisibile, andiamo a casa.

Sul pianerottolo, allungo l'orecchio: i miei dormono, non disturberò, non mi vedranno affranto, una doccia mi aiuterà a ripulirmi da tutti gli insulti ricevuti nel lungo percorso a piedi.

Niente, anche sotto l'acqua, il pensiero è sempre in quella direzione.

La Vecchia signora è in serie B. Ed io con lei, con l'onore infangato e la voglia di spaccare tutto.


Oggi , questa mattina: ho gli occhi vispi e le mie ghiandole lacrimali lubrificano sufficientemente i miei occhi.
La notte è passata serena ed al lavoro, i colleghi, di meno rispetto a prima, continuano a darmi del ladro.

Ma tutti, juventini e non, una cosa l'hanno capita.

E' stata tutta una sceneggiata per colpire i più forti.

Ma che forse, più di tutto, ha colpito il cuore di chi, come me, ama la Juve oltre ogni cosa.

Il cuore di chi, come me, mai, dico mai, questo dolore in omaggio potrà cancellare.


bob66


Chapeau

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