giovedì, gennaio 18, 2007

CHI PREDICA BENE E RAZZOLA MALE...


Milano, inchiesta sulle tasse ridotte a grandi imprese. Ipotesi di corruzione per l’ex direttore dell’Agenzia delle Entrate Favori dal fisco, Zamparini indagato Un funzionario arrestato accusa. Il presidente del Palermo: falsità, sono vittima

MILANO — Tasse in saldo. Maxicontenziosi svenduti proprio da chi (per lo Stato) dovrebbe farle pagare (a grandi imprese private). Rilievi fiscali ridotti (dal vertice dell’Agenzia delle Entrate della Lombardia) finanche del 60% rispetto alle contestazioni mosse dalla Gdf o dagli Uffici territoriali. A volte con il sostegno di parlamentari. E forse anche in cambio di tangenti, almeno secondo l’ipotesi di una nuova inchiesta per corruzione avviata dalla Procura di Milano in uno stralcio di quella che il 17 ottobre 2005 portò i carabinieri della prima sezione del Nucleo operativo ad arrestare tre funzionari dell’Agenzia lombarda, filmati mentre incassavano 50mila euro da un commercialista.
Dal deposito degli atti si scopre ora che uno degli arrestati, Nicola Buccheri, ha aperto un nuovo filone coltivato dalla Gdf in perquisizioni a commercialisti o legali rappresentanti di una ditta del presidente del Palermo Calcio, Maurizio Zamparini, o della filiale italiana della multinazionale farmaceutica tedesca Schering, indagati per l’ipotesi di corruzione di Massimo Orsi, dal 2001 Direttore dell’Agenzia delle Entrate in Lombardia fino a diventarlo, pochi mesi fa, in Puglia.
Tra i «casi di pesanti interventi da parte del dottor Orsi e del mondo della "politica"», Buccheri inserisce un contenzioso fiscale della ditta individuale di Zamparini (a Vergiate), che nel 2003 vantò per il 2002 un credito d’imposta di 28,8 milioni di euro per investimenti in aree svantaggiate (Montalto Uffugo, Afragola e Benevento), utilizzato per compensare 28,3 milioni di imposte su plusvalenze. L’Ufficio delle Entrate di Gallarate ebbe a eccepire, e emise due avvisi di recupero per quasi 20 milioni. Il 18 agosto 2005, però, fu pubblicato il decreto n. 163, che all’articolo 5 forniva l’interpretazione autentica della legge sulle agevolazioni, favorevole a casi come una metà dei rilievi mossi a Zamparini.
«C’erano—dice Buccheri— due rilievi, 9 milioni e 10 milioni circa. Per i 9, un giorno mi ha chiamato il Direttore, e ha detto: "Senti, mi ha telefonato l’on. Miccichè, mi ha mandato questo fax, è la proposta di... è un decreto che è ancora in fase di approvazione, interpretazione autentica della norma sul credito d’imposta: va bene per mettere a posto Zamparini? ». Per «annullare l’atto limitatamente all’altra parte, il Direttore mi chiese di confezionare una richiesta di parere alla Direzione centrale normativa. Romanon ha ancora risposto», ma intanto «dovrebbe essere stata data la sospensione integrale del pagamento».
«Mi ritengo vittima di uno Stato canaglia, che continua a emettere cartelle esattoriali false per depredare i contribuenti— ribatte ora Zamparini —. Ben vengano le inchieste, non aspetto altro che mi interroghino, io che al Sud ho investito 100 milioni e creato 1.000 posti. Hanno fatto bene ad arrestare questo signore che dice falsità per scaricare su altri le sue responsabilità. Miccichè? Certo, io avrei voluto arrivare a Tremonti, ma conosco Miccichè perché è di Palermo, gli ho chiesto da chi dovevo andare non per avere favori ma per esporre le mie ragioni, e lui mi ha mandato dal direttore delle Entrate, Ferraro».
Altra pratica sospetta, per Buccheri «definita con un ottimo risultato per l’azienda, riguarda la multinazionale Shering »: 18,7 milioni imputati dalla Gdf,masolo 6,9 pagati all’esito di un’intesa tra pubblico e privato. Propiziata, per Buccheri, da «un intervento diretto di Orsi» che «mandò un verificatore all’Ufficio Milano 3 a rifare il lavoro in azienda per disattendere i rilievi della GdF e riformularne altri che di fatto fossero, diciamo, inferiori »; e dalla «mediazione di un autorevole uomo politico, l’on.Maurizio Leo, già direttore dell’Agenzia delle Entrate di Roma e vicepresidente della Commissione Finanze della Camera». L’azienda, che liquidò a un giovane commercialista 800 mila euro di parcella (più 200 mila a un altro più esperto) comprendente anche la parte di regolare compenso per la consulenza di Leo, rivendica la correttezza dell’iter della pratica. Nella quale, però, ora l’Audit dell’Agenzia delle Entrate segnala ai pm Maurizio Romanelli e Stefano Civardi «l’esistenza di alcune situazioni di non conformità dei profili procedurali », e di «criteri (sostanzialmente allineati a quelli proposti dalla parte) non del tutto coerenti con la prassi amministrativa di riferimento».
Chissà se questa sia la volta buona che certi soggetti spariscano dal mondo del calcio e che si diano PUNIZIONI esemplari, magari anche sommarie, per le società coinvolte. Non voglio assolutamente pensare che si voglia tornare sugli errori del passato: Farspoli ha portato tanta gioia a metà Italia, ma inevitabilmente crea un precedente molto pericoloso per tutto. Verso i bianconeri si è usata la tolleranza zero: severità ed inflessibilità. Adesso non si può chiudere neanche mezzo occhio sulle magagne finanziarie, di doping e di corruzione. Si è aperta l'era della tolleranza zero.... E così sia!

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juve

juve/


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