martedì, maggio 23, 2006

ESISTE QUALCHE GIORNALE IMPARZIALE!!!

Il Codice da Perdi
Bananas di Marco Travaglio
L'abbiamo scritto e confermiamo: in questi giorni Bellachioma è me-ra-vi-glio-so. L'altroieri, come ha notato Massimo Gramellini sulla Stampa, mentre tutta Italia si domandava come restituire il calcio aglisportivi, lui badava alla botteguccia sua. «Esigo che restituiscano gliultimi due scudetti al Milan. Siamo stufi di subire ingiustizie». Poi,con un tocco di garantismo davvero sopraffino, aggiungeva che non c'èbisogno di sentenze: «Più chiaro di così.» (ma non era lui che voleva proibireper legge le intercettazioni?). Qualche giorno prima, con insospettatosense of humour, Adriano Galliani invocava «un codice etico per il calcio».

Nel nostro piccolo mondo alla rovescia, nel quale l'on. det. dom.Cesare Previti va a spasso per Roma con la scorta gentilmente offerta dalloStato (non per sorvegliarlo, ma per proteggerlo), dovevamo sentire anchequesta: Bellachioma e Galliani che sventolano la questione morale. Sono glistessi che, due estati fa, ricevevano a Villa La Certosa per una cenettaintima Antonio Giraudo, loro sodale al vertice del calcio. L'8 settembre 2005il premier riceveva a Palazzo Grazioli, in visita di Stato, LucianoneMoggi e gli faceva omaggio del best-seller Mondadori «Berlusconi ti odio». Poi Lucky Luciano veniva sguinzagliato come ambasciatore del capo delgoverno a casa Mastella, per convincerlo a passare con la Cdl in tempo per le elezioni. Mission impossible.Ancora tre mesi fa il presidente onorario del Milan tentava distrappare il duo Moggi-Giraudo alla Juventus, e il 21 marzo, dopo aver fallito, sene rammaricava: «Moggi e Giraudo restano alla Juve: nessuna dirigenza conla testa sulle spalle se li lascerebbe scappare.». Intanto Moggitrafficava col vicepresidente Figc Mazzini intorno a un dossier su presunti «intrallazzi immobiliari» di Della Valle. E qualche tempo dopoBellachioma irrompeva alla convention di Confindustria per ricattare Della Valle suimprecisati «scheletri nell'armadio». Coincidenze, si capisce.Se in questi anni Lucianone era il padrone del calcio, il Milan facevada palo. I designatori telecomandati Pairetto e Bergamo furono scelti daJuve e Milan. Il presidente della Lega Galliani, in evidente conflitto d'interessi, idem. La battaglia per i diritti tv monopolizzati daigrandi club vedeva Juve e Milan a braccetto. E poi lo scandalo delle intercettazioni, in cui è «tutto chiaro», coinvolge un dirigente delMilan, Leonardo Meani, il ristoratore che curava i guardalinee «amici». Dalle telefonate salta fuori un altro episodio da «codice etico». Giraudodice a Moggi che «Previti ha detto a Galliani: "Guarda che lo vuoleBerlusconi". Adriano gli ha detto: "Allora fammelo dire da Berlusconi, perché se Berlusconi vuole che io dia dei soldi a Lotito, siccome mi sentesempre, non ho problemi, ma siccome non me l'ha mai detto".». In un'altra telefonata, Moggi racconta a Giraudo che negli spogliatoi di Milan-Juve(trofeo Berlusconi), il Cavaliere «ha preso il pettine e ha pettinato Pinochet», Pairetto. Senza dimenticare le telefonate dell'ottimoministro Pisanu per chiedere di salvargli la Torres. Missione compiuta.Quanto agli scudetti da restituire, e quali, e a chi, segnaliamo un bellibro di Carlo Petrini: «Le corna del diavolo» (Kaos). Vi si raccontacome il Milan ha vinto i suoi, di scudetti. A cominciare da quello del1987-88, quando il Napoli di Maradona ormai sicuro vincitore si suicidò a fine stagione. Poi si scoprì che alcuni giocatori partenopei avevanorapporti con la camorra, terrorizzata dall'idea di restituire le alte quotepromesse col totonero a chi scommetteva sul Napoli.Ma soprattutto c'è il caso di Gianluigi Lentini, il fantasista passatonel '92 dal Toro al Milan per 64 miliardi, di cui 10 versati in nero da Berlusconi e Galliani al presidente-bancarottiere Gianmauro Borsano. L'acquisto avvenne in periodo proibito: marzo '92. Borsano voleva isoldi subito, ma il Milan non si fidava e pretendeva garanzie: alla fineottenne «in pegno» la maggioranza azionaria della società granata sino altermine della stagione. Così, per mesi, il Cavaliere controllò due società diserie A: un illecito sportivo clamoroso, sul quale ovviamente la giustizia sportiva sorvolò.Non però quella penale: la Procura di Milano fece rinviare a giudizio Berlusconi e Galliani per falso in bilancio. Ma niente paura. Ilprocesso fu poi assassinato nella culla dalla legge Berlusconi sul falso in bilancio. Prescrizione garantita per tutti: per il Cavaliere, quelloche rivuole indietro gli scudetti, e per Galliani, quello del codice etico.

l'Unità - 16.5.2006

Finalmente un giornale che non parla a sproposito. Uno su 30... Non male.....
FORZA JUVE SEMPRE

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