mercoledì, ottobre 29, 2008

GRANDE MITICO BECK!!!

Ibrahimovic, due gomitie due misure

Venti aprile 2005, mercoledì sera, turno infrasettimanale di campionato: a Torino, Juventus-Inter 0-1; arbitro De Santis. Il gol è di Julio Cruz, tanto per cambiare. Ma la notizia è un’altra. Arriva il venerdì successivo e riguarda Zlatan Ibrahimovic, allora in forza alla Juventus della Triade. La prova tv pesca una gomitatina a Cordoba - agli sgoccioli della partita e a palla lontana - il giudice sportivo Maurizio Laudi squalifica l’attaccante svedese per tre giornate: una prevista (diffidato, era stato ammonito); le altre no, assolutamente. Ventisei ottobre 2008, domenica pomeriggio, turno classico di campionato: a San Siro, Inter-Genoa 0-0; arbitro Orsato. Anche in questo caso, la notizia arriva dopo; per la precisione, il giorno dopo. Il procuratore federale segnala al giudice sportivo Gianpaolo Tosel una gomitatina di Zlatan Ibrahimovic (e dai!) al genoano Thiago Motta; Tosel acquisisce le relative immagini televisive (Sky, Rai, Mediaset) e decide che no, Ibrahimovic non è punibile perché il gesto, «sicuramente non regolamentare e riprovevole per la sua gratuità (il calciatore interista non aveva alcuna concreta possibilità di raggiungere il pallone)» non integra, al netto di ogni ragionevole incertezza, quella «condotta violenta» prevista e sanzionata dal regolamento.

Nessun dubbio che i gesti di Ibrahimovic proprio uguali non fossero, ma molto simili sì. Al delle Alpi, non se n’era accorto anima viva (la palla era lontana). Al Meazza, a palla vicina, se n’era accorto perfino Beppe Bergomi di servizio a Sky. Non resta che prendere atto come, dall’era pre Calciopoli all’era post Calciopoli, il «concetto di violenza» abbia subito uno strattone così garantista. Laudi lo interpretò, allora, in senso molto lato (in parole povere: anche se Ibrahimovic non fece nemmeno un graffio a Cordoba, avrebbe potuto fargli male); Tosel, viceversa, l’ha tradotto in modo molto liberalo (rischi per Motta, zero; danni effettivi, zero). Sarebbe opportuno che qualcuno magari abbastanza in alto - lo stesso presidente Giancarlo Abete, perché no - suggerisse a chi di dovere di spiegare la differenza fra i due casi, invero singolare. Ribadisco: il concetto di violenza era molto, molto vago pure nel contatto torinese. Lungi da me l’idea di voler sviare l’attenzione dai riti processuali di Napoli, abbreviati e non, o di sconvolgere l’ordine delle responsabilità emerse dal più grave scandalo dello sport italiano. Lo consiglio, semplicemente, per fare chiarezza e venire incontro a tutti coloro che, non necessariamente juventini, credono che il sistema calcio non sia cambiato affatto, ma, più terra terra, si sia passati da un regime all’altro. Pane al pane: dov’è la differenza fra il gomito juventino e l’avrambraccio interista del grande Ibra?

roberto.beccantini@lastampa.it

Nessun commento:



juve

juve/


NON UN EURO ALLA GAZZETTA!!!

Example