mercoledì, giugno 28, 2006

UNA VERGOGNA SENZA LIMITI


Ieri, martedì 27 giugno 2006, l'ex calciatore e neo team manager della Juventus Gianluca Pessotto, si lancia dal tetto della sede della società bianconera stringendo tra le mani un rosario. Fortunatamente l'impatto non è con il terreno ma con 2 macchine parcheggiate che attutiscono la caduta (15 metri d'altrezza).

Il Professore viene trasportato d'urgenza all'ospedale e subito operato: le sue condizioni sono gravi ma non sembra in pericolo di vita.

Fin qui la cronaca, ora viene la vergogna, gli articolo più schifosi, vigliacchi e denigratori che io abbia mai letto in 23 anni di vita.

Premetto che gli articoli che inserirò qui sotto lasciano ovviamente il tempo che trovano, ma non possono essere giustificati come personali opinioni del giornalista che l'ha scritto.
Non trovo un aggettivo giusto per definire gli autori di questi vergognosi articoli, vorrei solo far notare come la mia campagna contro la stampa abbia toccato ieri l'apice!

Le parole che qui seguiranno, ovviamente comprensive di fonte, sono incentrate soprattutto sull'uomo Pessotto (che sta patendo atroci sofferenze), mancano di rispetto allo stesso, alla sua famiglia, ai tifosi juventini e a tutte le persone che hanno un minimo di buon senso.

PER VOI SOLO 2 PAROLE: FATE SCHIFO!!!!

CASO PESSOTTO - NESTI - TORINO, 27 GIU - Uno degli obiettivi dell' inchiesta della procura di Torino, che e' condotta da due pm, sulla caduta di Gianluca Pessotto e' verificare se l' ex calciatore avesse qualche malattia.
Pessotto non e' mai stato coinvolto in indagini sul doping. Il suo nome, pero', e' stato ripetuto piu' volte nel processo per la somministrazione di farmaci ai giocatori della Juventus: in particolare era stato l' andamento dei suoi valori sanguigni ad incuriosire gli inquirenti, alla ricerca di possibili casi di somministrazione "blanda" di eritropoietina.
Era anche stato interrogato durante il processo. (ANSA)

Fonte: www.carlonesti.it


Il nome di Pessotto non è mai comparso nelle inchieste di "calciopoli" e nemmeno fra i deferiti alla Commissione d' appello federale che dovrà giudicare dei reati sportivi. Era però finito come testimone nell' inchiesta sul doping condotta dal pubblico ministero Raffaele Guariniello ed era stato interrogato durante il processo.

Fonte: www.tgcom.mediaset.it


Le ipotesi. Ma se fosse stato davvero un tentativo di suicidio, che cosa lo avrebbe spinto a farlo? Tra le voci, ma che non hanno trovato ancora conferma, vi è quella che Pessotto nelle ultime settimane fosse preoccupato e depresso per motivi legati alla sua salute. Uno degli obiettivi dell'inchiesta della procura di Torino, che è condotta da due pm, sulla caduta di Gianluca Pessotto è verificare se l'ex calciatore avesse qualche malattia.
Pessotto non è mai stato coinvolto in indagini sul doping. Il suo nome, però, è stato ripetuto più volte nel processo per la somministrazione di farmaci ai giocatori della Juventus: in particolare era stato l'andamento dei suoi valori sanguigni ad incuriosire gli inquirenti, alla ricerca di possibili casi di somministrazione "blanda" di eritropoietina. Era anche stato interrogato durante il processo.

Fonte: www.repubblica.it


27.06.2006 - ore 15:15:18CASO PESSOTTO - NESTI - Si fa largo l'ipotesi che Pessotto avesse un tumore. Avendo scelto la sede della Juventus come luogo simbolico del tentato suicidio, c'è un legame con l'abuso di farmaci e il processo doping? E' una delle domande che si fanno.

Fonte: www.carlonesti.it


Riccardo Agricola, medico sociale della Juventus, respinge così l'ipotesi secondo la quale Gianluca Pessotto, caduto da una finestra mentre si trovava nella sede della Juventus in corso Galileo Ferraris, possa aver scoperto di essere malato e di aver quindi deciso di farla finita. "È un'idea ridicola, come coloro che la sostengono. Una cosa che mi fa ridere, roba da pazzi. Posso dire soltanto questo".



Piccola postilla: il sig. Carlo Nesti era sponsorizzato dal forum bianconero j1897. Ieri, dopo li articoli uscito su Gianluca, nel forum c'è stata una vera insurrezione, con offese pesantissime rivolte allo speudogiornalista RAI, che hanno portato alla chiusura temporanea del forum.

Infine, ecco un bell'articolo su chi era Gianluca Pessotto, un articolo scritto senza la falsità dei bastardi antijuventini (che cazzo può centrare il tifo in questi momenti?). Dopodichè c'è una poesia scritta da Gianluca e reperita (non so come...) in internet...



Il difensore jolly, i suoi 20 anni tra le partite e i versi che amava scrivere
Pochi giorni fa aveva detto: puliamo questo sport, adesso o mai più
La poesia del terzino gentile"Il calcio? Vivere giocando"
di MAURIZIO CROSETTINO

I DEL PALLONE del pallone lo chiamiamo Pessottino, non perché sia piccolo (d'accordo, non è neanche un gigante) ma perché gli vogliamo bene. Tanto bene. E lo stimiamo, cosa non meno importante. Vent'anni di campi e stadi, se ne fa di strada insieme, ci sono quei momenti meno ufficiali, quando si aspetta un bagaglio all'aeroporto in piena notte e si sta mezzo seduti per terra, e magari si avrebbe voglia di essere altrove.

In quei momenti, Gianluca Pessotto inforca gli occhialetti e apre un libro. Ma poi lo chiude, ti saluta e si comincia a chiacchierare. Di tutto, non solo del rigore che forse non c'era. Di figli, di città. Una volta, persino di Dostoevskij. Cosa leggi, Pessottino? "Umiliati e offesi, c'è questo amore tra un nobile e una ragazza povera, lo sai, io sono romantico". Un giorno, in una bella intervista, Gianluca l'ha pure citato, il grande russo indagatore dell'anima: "Senza Dio, tutto è lecito. E io sono d'accordo. Senza cadere nel fanatismo religioso, credo che la fede ti dia sempre un freno morale".

Gianluca Pessotto ha trentasei anni, ed è magnifico poter coniugare questo verbo al presente, e per tanto tempo ancora. Gioca a calcio da venti, cominciò che ne aveva quattordici e se ne andò a vivere in collegio a Milano, stava nelle giovanili del Milan, il pallone non è mica solo soldi e tatuaggi, mondiali e veline, è anche la solitudine, il freddo, la nostalgia di tanti bambini che crescono così, con il loro sogno sotto il cuscino. Il sogno di una carriera normale che poi diventa grande, e piena di cose: Varese, Massese, Bologna, Hellas Verona, il Toro in serie A, stagione '94-'95, due derby vinti contro Lippi che infatti lo vuole alla Juve.

In bianconero, 243 presenze, sei scudetti e tutte le coppe, compresa la Champions League vinta nel '96 contro l'Ajax ai rigori. Uno lo segna proprio lui, non Del Piero, non Vialli ma Gianluca Pessotto da Latisana, provincia di Udine. Oppure quell'altra volta, agli Europei 2000, semifinale contro l'Olanda e di nuovo ai rigori. E' la partita del cucchiaio di Totti, ma un altro pallone lo fa rotolare in porta Pessotto che è un mediano, un maniscalco, un jolly difensivo, un "fluidificante", il ruolo che sembra uno sciroppo contro il catarro. E quante lotte, quanti palloni recuperati e passati ai più bravi, forse.

E' facile voler bene a Gianluca Pessotto, il giocatore famoso che si incontra a passeggio in centro, a Torino, con la moglie e le due bambine per mano, si chiamano Federica e Benedetta e sono bellissime. Oppure al parcheggio dell'Aci. L'ultima volta proprio lì sotto, prima di partire per la Germania. Lui, appena nominato "team manager" della Juve dopo avere smesso di giocare. Allora, Gianluca, lo ripuliamo 'sto pallone? "O adesso o mai più, ce la dobbiamo fare". Era contento, affilato come un'acciuga. E sempre quel sorriso, quella mano tesa.

Gli piace scrivere poesie. Una dice: "Affrontare un avversario/è come affrontare le difficoltà quotidiane/a volte ti supera/a volte riesci a bloccarlo/sapendo che non devi mai smettere di correre/Grazie calcio/per avermi insegnato a vivere giocando".

Giorni fa, all'oratorio San Luigi di Gavirate, Varese, invitato al convegno "Lo sport educa?" Gianluca aveva detto: "Non giriamoci intorno, oggi il calcio non è educativo, e neppure i media o la tv, dove vengono proposti troppi modelli di non valori. Insegnanti e genitori hanno il compito più difficile. E dopo il marcio, anche il nostro sport potrà ripartire". Un ragazzo perbene, un amico, uno che andava in discoteca a veder ballare gli altri ("Mai amato il fumo e il rumore, diciamo che facevo la guardia ai cappotti").

Un giocatore preso ad esempio da tutti. E' anche il cassiere ufficiale dello spogliatoio juventino: quello che raccoglie i soldi delle multe tra i compagni che arrivano in ritardo agli allenamenti: "Una faticaccia, qui hanno tutti il braccino corto".

Ha sofferto, Pessottino. Si sfasciò il ginocchio nell'amichevole prima dei mondiali 2002: li avrebbe vissuti da titolare. Invece, sette mesi di stop. E ha giocato persino quest'anno, l'ultimo, dieci presenze, sempre impeccabile anche nella malinconia dell'arrivederci, un giocatore intelligente, un uomo d'equilibrio tra i reparti e tra le persone, educato, rispettoso, e proprio di rispetto ha bisogno adesso il suo buio, di vicinanza e amore, non di pettegolezzi. E poi, mai visto uno così corretto, anzi sì: il suo nome era Scirea. Gli somigliava, Gaetano.

La cosa più bella accadde a Perugia, sei anni fa. La Juve sta perdendo lo scudetto, ultimi minuti, l'arbitro dà una rimessa a Pessotto ma lui dice che è un errore, e restituisce la palla all'avversario.
Come si fa a non volerti bene?


UN CALCIO ALLA VITA

Inseguire un pallone
è come inseguire gli obiettivi della vita,
ogni tanto lo puoi raggiungere,
ogni tanto ti può sfuggire.

Affrontare un avversario
è come affrontare le difficoltà quotidiane,
a volte ti supera,
a volte riesci a bloccarlo,
sapendo che non devi mai smettere di correre.
Vedere il pallone gonfiare la rete,
è come sentire il proprio cuore
riempirsi di gioia.

Grazie calcio,
per avermi insegnato
a vivere giocando.

Gianluca Pessotto


LA VERGOGNA IN ITALIA NON HA DAVVERO LIMITI. FORZA GIANLUCA, TORNA TRA NOI, RITROVERAI LA VOGLIA DI VIVERE, LA TUA FAMIGLIA E LA TUA JUVENTUS IN SERIE A. MA RICORDATI: IL PAESE E' E SARA' SEMPRE LO STESSO: UNA GRAN MERDA!!!!

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