martedì, giugno 27, 2006

EVASO UNO SCHELETRO DA UN ILLUSTRE ARMADIO!!!

Calciopoli, De Santis "sfida" Rossi"
Ricordi la vicenda Telekom Serbia...

"Finito nell'occhio del ciclone, De Santis attacca e alza il tiro sul commissario Figc Guido Rossi. Quando l'arbitro venne a sapere dell'esclusione dal Mondiale, inviò una lettera a Rossi per chiedere di non essere identificato come la pecora nera, sottolineando: "se ben ricordo, anch'Ella fu a suo tempo colpita da ombre in relazione alla vicenda Telekom Serbia, ombre che poi vennero a rivelarsi completamente ingiuste".

"Attaccare, attaccare ed ancora attaccare". Questo è il motto di Massimo De Santis, il fischietto di Tivoli che a seguito della vicenda "calciopoli" è stato dai più indicato come il demiurgo della famigerata "combriccola romana". L'arbitro, dopo aver ritirato le carte riguardanti il suo deferimento, prima ha attaccato Carlo Ancelotti ("Gli inquirenti facciano chiarezza sulla posizione di Ancelotti, è impossibile non sapesse cosa succedeva alla Juve"), ma ora alza il tiro e punta diretto al cuore della Figc, ossia a Guido Rossi, il commissario nominato per gestire la patata bollente dello scandalo intercettazioni.

L'episodio risale all'immediata presa di conoscenza da parte di De Santis della sua esclusione dai Mondiali. L'arbitro, che avrebbe dovuto rappresentare l'Italia a Germania 2006, finì nell'occhio del ciclone e perse l'occasione della vita. In quella circostanza, datata 23 maggio 2006, De Santis inviò una lettera a Guido Rossi nella quale, dopo aver chiesto che venisse fatta luce sull'intera vicenda sottolineando però che non aveva intenzione di essere identificato come la "pecora nera" del calcio italiano, lancia un velenosissimo strale al commissario. "Mi sia consentito sperare - scrive nella lettera De Santis - nella Sua massima comprensione, giacchè, se ben ricordo, anch'Ella fu a suo tempo colpita da ombre in relazione alla vicenda Telekom Serbia, ombre che poi vennero a rivelarsi completamente ingiuste".

De Santis si riferisce all'anno 1997, quando Rossi venne chiamato a guidare Telecom Italia alla vigilia della fusione con Stet, sei mesi prima che l'azienda acquistasse per 450 milioni di euro il 29% di Telekom Serbia, rivenduta tre anni più tardi per 195 milioni. La vicenda, che gettò nell'occhio del ciclone parecchi esponenti del centro-sinistra, sollevò dubbi su falsificazioni di bilanci e tangenti e ci fu chi avanzò la tesi secondo la quale Rossi, in quanto presidente, non poteva non sapere cosa stava succedendo. E ora De Santis rispolvera la vicenda come a dire: "attenzione a voler a tutti i costi far piazza pulita, perchè il passato insegna...".


Che dire? Nulla, credo nn ci sia nullada aggiungere.
Ah, si, potrei puntualizzare che l'esimio sig. Rossi è stato nel Consiglio di Amministrazione dell'inter dal 1996 al 1999 (mi sembra...), quindi anche nel campionato 1997/1998, il torneo del famosissimo presunto fallo di Iuliano su Ronaldo che ha fatto e fa tuttora (squallida dietrologia in classico stile italico) discutere.

Se fossi un malpensante potrei ritenere che il sig. Rossi non sia colpletamente super partes, ma questa è la specialità degli interisti. Io mi limito a SPERARE che il processo si svolga seriamente, senza vendette e punizioni sommarie. La sentenza, sia di assoluzione che di condanna, dev'essere frutto di decisioni ponderate dei giudici e non data da condizionamenti esterni.

Io ci spero, poi vedremo....

W L'ITALIA DEI CONSIGLIERI D'AMMINISTRAZIONE DELL'INTER CHE DIVENTANO COMMISSARI DELLA F.I.G.C.

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juve

juve/


NON UN EURO ALLA GAZZETTA!!!

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