Venticinque anni.
Tanti ne sono passati dal millenovecentoottantadue.
Quello è un anno magico per tutti gli appassionati di calcio, e su questo sito si rischia di incontrarne…
E’ l’ anno del “Mundial” di Spagna, delle mani di Dino Zoff che prima pararono quasi tutto e poi alzarono per prime la terza coppa del mondo, di Claudio Gentile che fermò Maradona, Zico, Littbarski, di Antonio Cabrini che sbagliò il rigore nella finale ma che fece un bellissimo gol all’Argentina, dell’immenso Gaetano Scirea, l’emblema della correttezza e dell’efficacia, di Marco Tardelli il cui urlo dopo il gol nella finale era l’urlo di tutti noi che da casa seguivamo speranzosi ed increduli, di Paolo Rossi che da quel momento in poi per tutti diventò Pablito dall’alto dei suoi 6 gol che gli permisero di vincere anche la classifica di capocannoniere…
Questo accadeva a luglio, ma a maggio, l’otto maggio millenovecentoottantadue a Zolder, in Belgio se ne andava per sempre Gilles Villeneuve.
Allora non era come oggi, le prove del sabato raramente venivano trasmesse in diretta e ricordo che quando alla televisione dissero che un pilota della Ferrari aveva avuto un brutto incidente immediatamente provai un brivido lungo la schiena.
Le immagini di quel brutto incidente dovuto ad un’incomprensione con la March di Jochen Mass che lo precedeva, sono scolpite dentro il cuore di molti appassionati, di tutti quelli che in questo piccolo pilota vedevano non solo un funambolo del volante, ma un grande combattente che in nome dello spettacolo aveva sempre guidato vicino al limite e spesso lo aveva superato.
Indimenticabili alcune sue imprese: su tutte il duello con Arnoux a Digione nel Gran Premio di Francia del 1979, ma come non ricordare il sorpasso all’esterno della curva “Tarzan” del circuito di Zandvoort alla Williams di Alan Jones, prima che un “dechappamento” del pneumatico posteriore lo costrinse al famoso giro su tre ruote.
O la vittoria al GP di Montecarlo nel 1981, la prima del turbo su di un circuito cittadino, o quella a Jarama nel gran premio successivo quando guidò una macchina inferiore resistendo all’attacco di 4 piloti che lo pressavano da vicino per quasi tutta la gara…
Era arrivato quasi dal nulla alla Formula Uno ed Enzo Ferrari volle fare su di lui una scommessa. Sostituire un campione vincente e famoso come Lauda (che sarebbe andato alla Brabham nel 1978 abbandonando la Ferrari dopo due titoli vinti ed uno perso solo per l’incidente del Nurburgring) con uno sconosciuto e continuare a vincere sottolineando così la supremazia della macchina sul pilota. La vinse quella scommessa, ma fu lui stesso a riconoscere che non fu soltanto la Ferrari a portare fama a Gilles Villeneuve ma lui stesso ad accrescere quella della Ferrari. Una qualità che Ferrari non aveva riconosciuto a nessun pilota.
Questo vuole essere un ricordo per celebrare questo grande pilota e scoprire che, nonostante sia passato un quarto di secolo, le emozioni che ci ha regalato sono sempre vive nella nostra memoria.
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