Su un forum (ISCJ) ho trovato questa ricostruzione che mi sembra molto veritiera di farsopoli
1) Alla Juve, da oltre dieci anni, Giraudo e Moggi fanno le nozze coi
fichi secchi riuscendo a far vincere la squadra bianconera senza che
la proprietà cacci una lira che sia una e, anzi, giovandosi talvolta
del denaro prodotto dalla Juventus.
2) In contemporanea con quelli della Juve, e non senza una notevole
dose di spregiudicatezza, l'abile Moggi cura anche (se non
soprattutto) i propri interessi personali e familiari: il caso più
eclatante è, ovviamente, la nascita della Gea World.
3) A breve distanza di tempo l'uno dall'altro, muoiono prima Gianni e
poi Umberto Agnelli.
4) Giraudo e Moggi si stufano di far le nozze coi fichi secchi e
cominciano a battere cassa con sempre maggiore insistenza nei
confronti della proprietà, che da quest'orecchio mostra di non
sentirci affatto. Emergono alcune forti tensioni, culminanti nelle
dichiarazioni esplicitamente anti Moggi e anti Giraudo di Lapo Elkann.
I destinatari delle critiche rispondono per le rime.
5) Giraudo e Moggi, con l'appoggio economico dei libici della Lafico,
impostano un tentativo di scalata alla Juventus: il progetto prevede
la conferma di Giraudo e Moggi rispettivamente come ad e dg, mentre
Andrea Agnelli, figlio di Umberto, dovrebbe assumere la presidenza
della squadra e Capello mantenerne la guida tecnica. La Juventus F.C.
dovrebbe divenire una public company sul modello di alcune prestigiose
squadre inglesi.
6) L'iniziativa di Giraudo, Moggi e Andrea Agnelli viene accolta nel
peggior modo possibile dalla Ifil e in particolar modo dai fratelli
Elkann, eredi designati dell'impero agnelliano che, evidentemente,
sono disposti a tutto pur di non vedersi sfilare da sotto il naso il
gioiello di famiglia rappresentato dalla Juve, un gioiello che alla
bisogna ha dimostrato di saper produrre anche qualche utile. Urge
quindi bloccare il progetto moggian-giraudiano e trovare il modo di
disfarsi dell'amministratore delegato e del direttore generale
bianconeri: questa diviene la priorità assoluta, alla quale è
possibile sacrificare tutto. Anche l'onore.
7) Occorre, tuttavia, trovare il modo di disfarsi degli ultra vincenti
(e dunque ultra invisi a tutti gli italiani non juventini) Giraudo e
Moggi senza che ciò provochi sollevazioni nella tifoseria bianconera.
Non solo: bisogna porre le basi per un ridimensionamento economico - e
quindi anche sportivo - della società di calcio Juventus, spacciandolo
come inevitabile e come indipendente dalla volontà della proprietà
juventina.
8) Gli Elkann sanno che la procura di Napoli sta conducendo da molti
mesi un'inchiesta - riguardante essenzialmente Moggi e Giraudo - che
si basa su intercettazioni telefoniche rese possibili grazie a una
struttura (poi rivelatasi illegale) facente capo a Telecom Italia.
Sulla scorta di queste intercettazioni, alcuni carabinieri di Roma
producono delle informative piene di errori e di interpretazioni
tendenziose con le quali pretendono di dimostrare la fondatezza di un
teorema non suffragato da alcun fatto concreto, e cioè che gli ultimi
campionati di calcio italiani siano stati falsati grazie a una sorta
di cupola mafiosa capeggiata da Luciano Moggi e avente al proprio
centro la società Juventus. Nonostante una richiesta di archiviazione
da parte della procura di Torino, l'inchiesta va avanti fino a quando
non viene fatta esplodere la cosiddetta Calciopoli (o Moggiopoli), uno
scandalo che si rivelerà presto eminentemente mediatico, nel senso che
a crearlo sarà soprattutto il fuoco di fila dei media italiani,
pressoché tutti compatti nell'alimentare la leggenda di Moggi e
Giraudo quali uniche mele marcia del calcio patrio. Ciò che gli Elkann
desideravano con tanto ardore può così realizzarsi: Giraudo e Moggi
vengono immediatamente scaricati dalla proprietà juventina senza
attendere eventuali processi sportivi e/o penali.
9) Gli Elkann e Montezemolo sono in ottimi rapporti con Tronchetti
Provera. Il cda dell'Inter è quasi sovrapponibile al cda di Telecom
Italia. Nel cda della RCS, casa editrice della "Gazzetta dello Sport"
e del "Corriere della Sera" (in assoluto due tra i giornali più
pregiudizialmente feroci nell'attaccare Luciano Moggi e, in generale,
la Juve), siedono sia uomini di Telecom Italia che uomini Fiat. Anche
"La Stampa", ossia il quotidiano che della Fiat è un'emanazione
diretta, sarà implacabile verso Moggi e sempre pieno di belle parole
nei confronti di Moratti e degli Elkann. Tutto ciò che può gettare
fango sulla Juve e in particolare su Moggi e Giraudo, vero o falso che
sia, viene enfatizzato in ogni maniera dal 99% dei media italiani, i
quali ignorano invece con accuratezza tutto ciò che potrebbe
scagionare i due ex dirigenti bianconeri o alleggerirne la posizione.
Quanto di negativo emerge a carico di squadre diverse dalla Juventus
otterrà dal 99% dei media italiani uno spazio infinitesimo rispetto a
quello riservato alle accuse riguardanti i bianconeri.
10) La Figc viene commissariata; viene nominato commissario
straordinario l'ex membro del cda dell'Inter Guido Rossi, che di lì a
poco andrà a presiedere Telecom Italia; la Juve istruisce il proprio
avvocato Cesare Zaccone affinché la squadra (unica tra quelle
indagate) venga mandata in B; Moggi e Giraudo sono i soli dirigenti a
vedersi inflitto il massimo della pena, cioè cinque anni di squalifica
con proposta di radiazione essendosi macchiati, a detta dei giudici,
di un reato non contemplato dal Codice di Giustizia Sportiva, vale a
dire l'illecito strutturato, fondato sull'aberrante principio secondo
cui se non si è riusciti a dimostrare l'alterazione di nessuna singola
partita del campionato 2004/2005 è perché la Juve le ha falsate tutte
quante (pur senza l'aiuto di nessun arbitro, essendo stati questi
ultimi tutti assolti tranne Massimo De Santis condannato per un Lecce-
Parma); alla Juve vengono tolti due scudetti, uno dei quali viene
donato all'Inter; la Juve rinuncia a fare ricorso al Tar; la Juve
vende buona parte dei suoi campioni (due dei quali, Ibrahimovic e
Vieira, all'Inter) incassando un sacco di soldi e risparmiandone un
altro mucchio non dovendo più pagare ingaggi sontuosi; ciò nonostante
i nuovi dirigenti della Juve, nel cui cda siedono anche personaggi
assolutamente improbabili quali Tardelli e Montali, piangono miseria e
accusano la precedente gestione di sperperi e bilanci dubbi; il
progetto del nuovo Delle Alpi viene ridimensionato, ecc. ecc.
E siamo così giunti all'oggi. Questa, in estrema sintesi, è secondo me
la vera storia di Calciopoli. Una lotta intestina alla Fiat - una Fiat
ormai orfana di Gianni e di Umberto - cui a Telcom Italia, che è come
dire all'Inter, ha fatto molto comodo collaborare, agevolando in ogni
modo l'affermarsi di una fazione (quella elkanniana) su di un'altra
(quella di Giraudo, Moggi e Andrea Agnelli, quest'ultimo ora
brutalmente estromesso da tutto ciò che riguardi la Juve). Sono sicuro
che se non ci fosse stata, da parte della Fiat (che resta uno dei
principali poteri forti del nostro Paese), la precisa volontà di far
andare le cose come sono andate, la Juve non sarebbe mai andata
incontro a ciò cui è andata incontro nell'ultimo anno. Finora nessuno,
sulla scorta di quanto accaduto, ha saputo fornirmi una ricostruzione
dei fatti più convincente di quella che ho appena esposto.
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