martedì, aprile 17, 2007

SI SCOPRONO SEMPRE COSE INTERESSANTI

Nel loro rapporto conclusivo di 405 pagine, ad ogni posizione esaminata i carabinieri premettono sempre la stessa formula: «si può presumere che...». Quasi un mettere le mani avanti sulle famose schede telefoniche che Luciano Moggi metteva a disposizione di dirigenti federali e arbitri. Come a dire, la comparazione tra tabulati, ponti radio di appoggio dei cellulari, spostamenti e comportamenti degli arbitri sono per ora solo ipotesi d’accusa, sostenute dalla logica. In ben 134 pagine, l’esame al dettaglio delle chiamate con schede svizzere e dei loro legami con gli arbitri Gianluca Paparesta, Tiziano Pieri, Stefano Cassarà, Antonio Dattilo, Salvatore Racalbuto, Paolo Bertini, Marco Gabriele, Massimo De Santis e l’assistente di gara Marcello Ambrosino. La posizione più difficile nell’elenco appare al momento quella di Paparesta. Nel rapporto dei carabinieri, l’arbitro barese non solo viene indicato tra i beneficiari delle schede telefoniche della compagnia svizzera Sunrise, acquistate a Chiasso da Mariano Fabiani, allora ds del Messina, per conto di Moggi. Ieri, però, proprio Moggi ha confermato a Telelombardia di aver deto una scheda svizzera a Bergamo, ma di non averne mai date agli arbitri. Con l’incrocio tra ponti radio, spostamenti e chiamate a utenze sconosciute, nei tabulati a lui ricondotti, Paparesta è l’unico ad avere telefonate ad utenze intestate a parenti: due telefonate a casa del padre, una al suo numero fisso. Elementi di sospetto in più. Anche se, in un caso, quando i carabinieri indicano nella scheda svizzera collegata a Paparesta un ponte radio a Coverciano, l’arbitro ha dimostrato che, quel giorno, si trovava in Tunisia. Gli inquirenti ipotizzano allora che le schede, almeno tredici quelle di certo acquistate a Chiasso da Fabiani, siano passate per più mani. Schede sicure, non intercettabili perchè straniere, per telefonate delicate sul campionato 2004/05: sono le ipotesi investigative. Gli accertamenti seguiti sono stati complicati: individuata la scheda, si sono studiati, attraverso chiamate registrate per mesi sui tabulati dei gestori, i ponti radio di collegamento e le utenze chiamate. Dai ponti di collegamento ai luoghi geografici messi in relazione con gli spostamenti dei singoli arbitri. Un lavoraccio, sintetizzato in quasi 200 pagine. Aggiunto all’analisi dei comportamenti degli arbitri in alcune partite. Nel loro lungo lavoro, gli inquirenti hanno esaminato anche l’attività di Fiorella Bocchini, segretaria dell’allora segretario della Figc Francesco Ghirelli. Tre pagine di verbale, per capire come era organizzata l’attività della segreteria della Federazione, ma ben 720 pagine di fotocopie per riprodurre tutta l’agenda degli appuntamenti presi in due anni da Ghirelli. Per due volte, è stato sentito come teste anche Roberto Rosetti, l’arbitro italiano ai Mondiali di Germania: dall’Ufficio indagini della Figc il 12 luglio 2006.

Di Gigi DiFiore

Fonte: www.ilmattino.caltanet.it

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