La fonte è abbastanza inquitante (e me ne vergogno...), ma leggete bene le parole evidenziate in neretto...
MILANO, 3 aprile 2007 - Due ragazzini si scambiano le figurine: "Se mi dai Podolski, ti offro tutti gli italiani", dice uno. "Non ci sto, vale molto di più" è la risposta. Lukas Podolski in persona è seduto dietro, si congratula con chi gli dà così valore e gli offre dei biscotti. È uno spot che passa sulle tv tedesche. Il linguaggio pubblicitario cattura e la battuta gira: Podolski vale più di tutti gli italiani. E’ vero? "Mah, è stata un’idea divertente, non mia. Potevano essere anche polacchi o francesi, non cambiava niente", dice il protagonista.
Il Principe Poldi, come lo chiamano in Germania, ha 21 anni e un futuro da fenomeno rallentato in questo primo anno di Bayern. Vola in nazionale (38 partite, 22 gol), resta sottotraccia a Monaco, o almeno così era con Felix Magath (un solo centro in campionato); ora con Ottmar Hitzfeld ha più spazio e colpisce di più (4 volte). A San Siro, in settembre contro l’Inter, segnò in Champions per la prima volta in carriera.
- Bentornato in Italia, signor Podolski. Cosa pensa quando arriva qui: alle figurine, al Milan o a Buffon?
"Mi viene in mente ancora la semifinale di Dortmund, quel tiro al minuto 112, sullo 0-0. Poteva cambiare la storia del Mondiale. L’ho visto dentro, ma Buffon l’ha preso. Una super parata".
- Dida è meglio di Buffon?
"Adesso ancora non lo so. Buffon è uno dei migliori del mondo, quello che ha fatto contro di me mi è bastato. Il Mondiale però è passato, ora c’è il Milan e vogliamo superarlo".
- In che maniera?
"Se batti il Real Madrid puoi battere tutte le grandi. Il Milan appartiene a questa categoria, noi però sappiamo lottare e costruire bel calcio. Loro non ci devono sottovalutare e a San Siro ho già segnato all’Inter, magari la storia si ripete. Lo stadio non ci farà certo paura".
- Lei un anno fa non c'era, ma nello spogliatoio i suoi compagni parlano di quel 4-1?
"Ho sentito qualcosa. Ho sentito anche che adesso abbiamo una buona occasione per vendicarci".
- In una sua formazione mondiale, nel 2004, inserì tre milanisti: Cafu, Nesta e Shevchenko. Se dovesse rifarla oggi, chi metterebbe?
"Kakà è fantastico. Poi Nesta. E’ ancora infortunato? Ci sarà?"
- Sì. Per lei sarà più dura?
"Il Milan partecipa allo spettacolo, non si mette dietro. Cercherò di usare velocità e tiro per mandarli in difficoltà".
- Ha chiesto consiglio alla nonna polacca che l’aiuta nei momenti delicati?
"Non so se è preparata sull’avversario, perché dalle sue parti non trasmettono tutta la Champions in tv: ma se la guarda, mi darà di sicuro qualche dritta per il ritorno".
- Che cosa è cambiato al Bayern con Ottmar Hitzfeld?
"C'è di nuovo che io gioco. All’andata stavo in panchina, o venivo impiegato per mezz’ora o meno. Adesso Hitzfeld mi ha dato fiducia e penso di averlo ripagato".
- Perché in nazionale lei va sempre meglio che con il Bayern?
"Perché conosco il gruppo, mi sento bene, ho fiducia. Quando cambi squadra, come è successo a me quest'estate arrivando da Colonia, devi sempre abituarti al nuovo ambiente".
- Quali sono i punti deboli del Bayern?
"Non sfruttiamo a sufficienza tutte le palle gol create".
- Chi è favorito?
"Noi abbiamo il vantaggio di giocare in casa la seconda. E un paio di gol li facciamo sempre".
- L'11 aprile la vostra stagione può essere finita. Disturba?
"Finirà il 19 maggio. No, aggiungiamo un’altra settimana fino ad Atene. I tempi supplementari".
- Le piace qualche squadra italiana?
"Juve. Da ragazzino mi entusiasmavano Zidane e Del Piero".
- Adesso è in serie B.
"Ecco perché l’Inter vince il campionato".
- Parla come un vero tifoso italiano.
"Lo sono. La Juve mi piace davvero. Però l’Inter lo merita, dai".
- Mai avuto offerte dall’Italia?
Nessuna risposta. Risate.
- Se dovesse scommettere due euro su questo quarto di finale, su chi lo metterebbe?
"Due? Mille! Ne punto mille sul Bayern".
Fonte: gazzetta.it
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