Terminiamo il nostro excursus nel dossier Inter, con la seconda parte di questo lunghissimo documento.
RAID AD ANTENNA 3 I tifosi Interisti, come sempre molto sportivi e educati, nel giro di pochi anni si presentano più volte nella sede di Antenna 3 (TV Lombarda). Le ragioni sono le più varie, proteste per la presenza frequente nelle trasmissioni sportive di Luciano Moggi (inizio Ottobre 2006), in altre occasioni sempre perché secondo questi facinorosi la rete tv avrebbe sferrato attacchi gratuiti all'Inter. Il computo danni morali ed economici è difficile. Vengono minacciati: la rete tv, i giornalisti presenti, il direttore Ravezzani, gli ex giocatori presenti, ecc. Vengono danneggiati: seriamente autovetture, muri (scritte di vario tipo sempre con minacce), vetri, bidoni immondizia ecc ecc. Ad Ottobre 2006, solo la mediazione di Beccalossi (ex giocatore Inter), e del direttore Ravezzani, hanno evitato il peggio.
-VIERI fa causa all'Inter perché violata la sua privacy. E' dimostrato il pedinamento e le indagini nelle vita privata del giocatore, nel periodo in cui giocava nell'Inter. Dopo 100 gol e rotti con quella maglia è comprensibilmente offeso. Il presidente Moratti sul fatto non dice una parola. Per anni ha sbandierato ai 4 venti la stima per il giocatore. Ecco quale era la stima! VIERI spiato.
• I GRANDI CONSIGLIERI E LA LORO FEDINA PENALE: la squadra moralizzatrice si circonda di consiglieri che hanno patteggiato il carcere o sono stati agli arresti domiciliari (puliti dentro, belli fuori).
• 800 MILIONI DI EURO SPESI DA MORATTI (IN 15 ANNI) PER NON VINCERE UN BEL NIENTE (fatta eccezione per quanto vinto dal suo tesserato Guido Rossi – Commissario sub-morattiano super partes). Con tutti quei soldi avremmo salvato milioni di bambini dell’Africa centro occidentale
• IL NUMERO DI GIOCATORI E ALLENATORI MESSI SOTTO CONTRATTO FINO ALL’ESTATE 2006 (non dimentichiamo che Moratti i soldi che tira fuori poi vengono scalati da quelli che l’azienda di famiglia dovrà pagare al fisco italiano, e cioè siamo noi poveri sfigati che abbiamo pagato i sotto elencati 161 giocatori e i 9 allenatori) PORTIERI (14) Ballotta Bindi Carini Cordaz Ferron Fontana Frey Frezzolini Julio Cesar Mazzantini Orlandoni Pagliuca Peruzzi Toldo DIFENSORI (57) Adani Andreolli Angloma Bergomi Bia Blanc Brechet Burdisso Camara F.Cannavaro Centofanti Cirillo Coco Colonnese Conte M. Cordoba Domoraud Favalli Ferrari Festa
Fresi Galante Gamarra Georgatos Gilberto Gresko Grosso Helveg Macellari Maicon Materazzi Maxwell Mezzano Mihajlovic Milanese Padalino Paganin A. Paganin M. Panucci Pasquale Pedroni Pistone Rivas Roberto Carlos Samuel Sartor Serena M. Silvestre Simic Sorondo Tarantino Tramezzani Vivas West Wome J.Zanetti Ze Maria CENTROCAMPISTI (56) Almeyda Beati Berti Bianchi Brocchi Cambiasso Carbone Cauet Cinetti Dacourt Dalmat
D’Autilia Davids Dell’Anno Di Biagio Djorkaeff Emre Fadiga Farinos Figo Gonzalez Guglielminpietro Ince Jonk Jugovic Karagounis Kily Gonzales Lamouchi Luciano Manicone Morfeo Moriero Nichetti Okan Orlandini Orlando Paolo Sousa Peralta Pirlo Pizarro Seedorf Seno Sergio Conceiçao Sforza Shalimov Simeone Solari Stankovic Vampeta Van Der Meyde Veron Vieira Winter Zanchetta Zanetti C. Ze Elias ATTACCANTI (34) Adriano Baggio Batistuta
Bergkamp Branca Caio Choutos Colombo Corradi Crespo Cruz Delvecchio Di Napoli Ferrante Fontolan Ganz Ibrahimovic Kallon Kanu Keane Roy Martins Mutu Pacheco Panchev Rambert Recoba Ronaldo Russo Sinigaglia Sukur Ventola Veronese Vieri Zamorano ALLENATORI (9) Castellini Cuper Hodgson Lippi Lucescu Mancini Simoni Verdelli Zaccheroni Manca Orrico? O mi sbaglio?
La gabbia di Orrico chi se la dimentica? Sembravano delle scimmie!
-RAPPORTI MOGGI - MORATTI Negli anni trascorsi alla guida dell'Inter, Massimo Moratti ha esternato più volte lamentele sugli arbitraggi, a suo dire favorevoli solo alla Juventus. In diverse occasioni ha fatto "velatamente" capire, che il responsabile avrebbe potuto chiamarsi Luciano Moggi. Ne era così convinto che ha cercato di averlo all'Inter. Sembravano solo voci (più o meno fondate) di interessamenti, ossia "corteggiamenti" vari da parte di altri club, confermate anche dalla visita di Moggi a Palazzo Grazioli ospite di Silvio Berlusconi. La visita è certa perché c'erano testimoni. (è cosa nota!) Per la serie: vediamo chi riuscirà a strapparlo alla Juve! Esplosa "calciopoli", Massimo Moratti ha dichiarato di non aver mai cercato di assumere il signor Moggi. Moggi ha dichiarato che non solo ha avuto contatti con il signor Moratti, ma che esisteva anche un contratto. Difesa patetica di un colpevole? Il 07/11/2006 l'ex giocatore Brambati, in una trasmissione sportiva di 7GOLD ha dichiarato di aver visto nel 2003 il contratto firmato da Massimo Moratti, con il quale veniva ingaggiato Moggi per l'Inter. Sul fatto che nella trasmissione era presente il noto giornalista Zazzaroni, il quale, con un fare tra il serio e l'ironico, diceva che forse la firma era falsa... è meglio sorvolare! Si deduce quindi, che più o meno dal 1999 al 2006 il signor Moratti ha cercato di assumere Moggi come dirigente per l'Inter. La testimonianza di Brambati dimostra che esisteva un pre-contratto firmato. Di recente Luciano Moggi è stato visto a Milano, davanti alla sede della Saras di Moratti. Non si sa se è vero oppure no. Di certo c'é solo la dichiarazione di Moratti (resa dopo l'esplosione di calciopoli), in cui afferma di non aver mai voluto Luciano Moggi all'Inter. Anche in questo caso Massimo Moratti mente. Se così fosse l'Inter ha decisamente dimostrato ancora poca SPORTIVITA' e molta SCORRETTEZZA, perché se DAVVERO esisteva un sistema sporco, l'obbiettivo era entrarci e non smantellarlo! ALTRO CHE ONESTA'! Sempre tanti complimenti! -RAPPORTI MEANI - MORATTI Nella trasmissione Lunedì di rigore, in collegamento telefonico, Daniele Lo Monaco giornalista del ROMANISTA, ha affermato che l'Inter nella persona di Giacinto Facchetti, voleva assumere Meani. Il fatto ha molte analogie con la proposta e il contratto con Moggi. La fonte è decisamente anti-Juventina, e si è distinta per aver lanciato una campagna anti-Moggi in modo da avere la ROMA in champions league. Ma la notizia, visto il punto precedente, potrebbe essere plausibile. Se così fosse l'Inter ha decisamente dimostrato ancora poca SPORTIVITA' e molta SCORRETTEZZA, perché se DAVVERO esisteva un sistema sporco, l'obbiettivo era entrarci e non smantellarlo! ALTRO CHE ONESTA'! Sempre tanti complimenti!
APPROFONDIMENTO SPECIALE SUGLI SCANDALI SESSUALI INTER, MEDIA, SESSO, E LA SPORTIVITA' Dalla nascita del calcio ad oggi gli scandali sessuali vicini al professionismo e alle squadre di calcio, sono innumerevoli. Toccano decine di squadre ogni anno in tutto il mondo. Si tratta di un fenomeno molto diffuso. Per non sembrare di parte, basta dire che il mitico attaccante della Juventus Cesarini (quello della zona Cesarini, ossia gol negli ultimi minuti), ha persino rilasciato interviste e dichiarazioni circondato da prostitute.... Sempre per non sembrare di parte, basta dire che alcuni anni fa il mitico attaccante della Roma Totti, è persino stato vittima del programma di Mediaset "Scherzi a parte", nel quale una giovane donzella si offriva a lui come un pasticcino da assaporare... Li hanno fermati in tempo... (la gag era che.... se non ricordo male all'epoca il giocatore era fidanzato... ma forse sbaglio) Credo che non sia giusto dare giudizi morali su questo tipo di comportamenti, che hanno a che fare con la vita privata delle persone. Però i giudizi morali si possono e si DEVONO dare, sulle persone che strumentalizzano queste cose magari per buttare fango sulla Juventus. Alcuni anni fa gli Interisti, i media romani e milanesi, e gli anti-Juventini in generale hanno alzato un polverone enorme su una vicenda riguardante una casa d'appuntamenti a Torino. Il nome era VIVA LAIN (una specie di centro massaggi dove le massaggiatrici avevano la bizzarra abitudine di massaggiare gli uomini, più nelle parti basse che nelle parti alte). Il posto era frequentato da giocatori di Juventus e Torino, vennero trovate agende, appuntamenti, numeri telefonici, ecc Si fecero anche i nomi di altre squadre che durante le trasferte.... eventualmente approfittavano dell'ospitalità di Torino. Gli inquirenti fecero in modo di non fare trapelare i nomi, ma alla fine qualche nome venne fuori ugualmente. Una delle protagoniste dello scandalo venne invitata più volte al Maurizio Costanzo Show, raccontò di essere stata solo una segretaria...ecc ecc Nel giro di 2 giorni del Torino non si parlò più, e si continuò solo a parlare di Juventus. (Complimenti ai media anti-Juventus!) Uno dei nomi che venne fuori da quell'episodio fu quello di Paolo Montero, ma non ci sono state conferme ufficiali. Da questo momento in poi l'ironia sul giocatore si diffuse ovunque, ci si appoggiava anche ai falli duri del giocatore sul campo di gioco. Il ritratto che in quegli anni viene fatto di Paolo Montero come uomo è allucinante. (tipo: neanche nei peggiori bar di Caracas!) Ricordo le trasmissioni sulle tv lombarde.... E' bene ricordare che l'assassino che va a prostitute, si è invece distinto per essere stato di una umanità e sensibilità STRAORDINARIE, quando saputo della vicenda Pessotto, rinuncia alle vacanze e parte dal sudamerica per correre al capezzale del ex-compagno di squadra. E' rimasto insieme a Pessotto per alcuni giorni. I media e i giornalisti interisti e anti-Juve hanno come sempre sorvolato.Ringraziamo i giornalisti e tanti tanti complimenti! Il colmo però si raggiunge in una trasmissione di Lunedì di rigore (ottobre 2006). Il direttore Ravezzani ormai interista fino al midollo, (anche solo per conservare integra la sua autovettura, vedere raid ad Antenna 3), rinfaccia a Moggi il fatto del VIVA LAIN. Sempre tanti tanti complimenti! Allora è bene ricordare almeno agli interisti e al direttore Ravezzani, alcuni fatti. Chiamiamoli sottocapitoli.
-Le discoteche di Milano sono state diverse volte teatro di siparietti vari. (mi limito solo a dire che i giocatori Interisti ne sono stati sempre ottimi protagonisti) -Come già detto in precedenza... Il giorno dopo l´irruzione della polizia in un bordello milanese, dove vengono scoperti e messi a verbale i nomi di 6 giocatori nerazzurri, l'Inter emette un menzognero comunicato in cui nega il fatto; inchiodata da pubblici verbali l'allenatore due giorni dopo non può che ammettere che i sei..... sono giocatori dell'Inter. -I media per anni hanno fatto di Ronaldo un quadretto da sogno. Il povero ragazzo semplice e sorridente, che dalla povertà del Brasile viene a regalare alla vista del mondo occidentale tutto il suo talento. Il programma di Gianni Minà con intervista a Ronaldo e la sua mamma, è diventato un oggetto di culto. La mogliettina che gioca a calcio, il bimbo che nasce con affianco il papà, ecc Ormai però con diversi scandali, scandaletti, separazioni, ecc l'immagine dell'uomo (comunque grandissimo talento) è offuscata. Carnevale di Rio, la vita notturna Madrilena, (che non deve essere molto diversa da quella di Milano), ecc... L'incidente al ginocchio e la fuga a Madrid appena guarito... Nel periodo in nerazzurro il giocatore Ronaldo, una sera viene a contatto con una pornostar di nome AXEN. Il tutto avviene in un locale Milanese, tralasciando i dettagli, i fatti sono noti perché il luogo era pubblico... Qualche giornalista (non sportivo ma di gossip), cercherà in seguito di sapere se c'è un fidanzamento "caldo" in arrivo. No, si scoprì.La risposta della procace pornostar a qualche domanda fu: "quella sera mi andava così". -Su Adriano.... si è già detto molto (analogie con la vita di Ronaldo). e fermiamoci qua, meglio non parlare del figlio..... Ora il fatto che i giornalisti filo-Interisti o comunque anti-juve, facciano la morale o dell'ironia sui eventuali fatti a luci rosse avvenuti in casa Juve, credo che sia vergognoso! Perché quando avvengono in casa Juve, sono delle cose sporche e losche, quando avvengono in casa Inter sono delle semplici ragazzate! Il signor Moratti più volte su questi temi ha presentato i fatti, come stupidate da ragazzi in discoteca. I giornalisti filo inter, di cui tutti conosciamo i nomi, hanno fatto la stessa cosa. Sempre tanti tanti complimenti per l'onestà intellettuale! per l'etica! per la morale! Come sempre l'intero mondo Inter può permettersi di fare la morale agli altri. Loro sono sempre così puliti...
1983 LA PARTITA TRUCCATA Nel 1983 Bagni dichiarò che la partita Genoa-Inter 2-3 era stata truccata (denuncia insabbiata) Campionato 1982/83. Sestultima giornata. A Marassi è in cartellone Genoa-Inter. I rossoblu hanno bisogno di punti salvezza; i nerazzurri, al termine di una stagione sostanzialmente incolore, non devono perdere il treno per l´Europa. Facile prevedere un pareggio. Affari sicuri per il sottobosco del calcio-scommesse. 2-2 all´85´. Salvatore Bagni, allora emergente centrocampista della Beneamata, oggi commentatore Sky, segna il gol del 3 a 2. Nessun interista esulta. Rabbia e cazzotti negli spogliatoi. Il caso poi si scioglie come neve al sole. Il Palazzo si industria per annacquare il tutto. (Recensione di Andrea Parodi) 2000 GLI ELETTROSTIMOLATORI NERAZZURRI E´ l´anno dei "famosi" Rolex giallorossi regalati da Sensi agli arbitri. Platealmente scoperti questi sono costretti a restituire il gentile cadeau. Ma un arbitro più solerte degli altri restituisce anche un elettrostimolatore regalato dalla dirigenza interista, dichiarando di averlo ricevuto dall´Inter e come lui molti altri arbitri professionisti
SPECIALE DOPING
Tutti lo sappiamo è normale nello sport, e da sempre se ne parla. Non è bello ma succede molto spesso. Esempi.
1 Coppi lo ammesso in interviste televisive... -"la prendi la bomba?" -"si, quando serve." Coppi e Bartali ci hanno persino scherzato sù in un programma della Rai tanti anni fa. I due ciclisti hanno cantato assieme una canzone dove si prendevano in giro l'uno con l'altro.
2 Più esperti di doping dei tedeschi però al mondo ce ne sono pochi... Quelli più vecchi di noi si ricorderanno la finale mondiale del 1954 contro gli ungheresi. I tedeschi correvano come pazzi (poi diventarono tutti gialli) e furono ricoverati in clinica e..... ...ricordo che continuarono a giocare ma ... non ebbero mai più performance come quella della finale.
3 Atletica Americana in questi anni? M.Jones, ecc
4 Mondiali di calcio USA 1994: Diego Armando Maradona
Mi fermo qui con gli esempi. Parliamo di Inter. Qualcosa si è già detto, a volte dati certi (almeno dal punto di vista statistico), a volte solo sospetti. (vedere sopra Inter'60, Wome, Martins, Georgatos,ecc). Per onestà intellettuale facciamo una disamina breve ma chiara. Ecco alcuni dati, dopo li analizziamo.
-28/02/2005 MILANO - Si è spento ieri Bruno Padulazzi, ex terzino nerazzurro campione d'Italia negli anni '52-'53 e '53-'54. Padulazzi, classe '27, arrivò all'Inter nel 1950; ha vestito la maglia nerazzurra per cinque stagioni collezionando 95 presenze e una rete. Domani, nella chiesa di Solcio di Lesa, in provincia di Novara, si terranno i funerali. Padulazzi faceva parte di quella era stata definita l'Inter delle "Zeta", in cui militavano anche il portiere Ghezzi e l'altro terzino Giacomazzi. Purtroppo anche lui morto di un male incurabile, casualità o cosa?
-TESTIMONIANZA DI FERRUCCIO MAZZOLA (vedere sopra)
-LA DENUNCIA DI GEORGATOS: "DOPING ANCHE ALL'INTER". (qui la metto più completa) "In squadra c'era chi prendeva pillole". Grigoris Georgatos in contropiede è andato poche volte almeno nei due anni passati ad Appiano Gentile. Centrocampista offensivo o attaccante aggiunto, della sua breve tappa milanese si ricordano in pochi, una parentesi a riflettori spenti. Oggi, il quasi trentaquattrenne greco alle dipendenze del tecnico norvegese Trond Sollied all'Olympiacos scuote però l'ambiente nerazzurro dalle colonne del quotidiano Ethno Sport. E' una lunga confessione quella di Georgatos, un' intervista che suona come un atto di accusa all'indirizzo di qualche compagno di avventura di allora. "... non ho mai fatto uso di anabolizzanti nella mia carriera, ma ho visto alcune cose ed ho capito cosa stava accadendo...", e ancora: "... il club non aveva niente a che fare, ho visto giocatori prendere pillole e fare iniezioni... l'Inter non c'entrava nulla... c'erano gruppi di persone che rifornivano i giocatori....". Affondi pesanti, passaggi che vogliono, nelle intenzioni del centrocampista greco, svelare certe pratiche di spogliatoio senza che la società ne fosse a conoscenza. L'Inter non avrebbe alcuna responsabilità, ci tiene a precisare più volte Georgatos. Nessun dirigente nerazzurro poteva essere al corrente di "... pillole o punture... sospette". L'atto di accusa continua e, senza svelare i nomi dei giocatori, il centrocampista greco disegna comunque un identikit, seppur sbiadito, dei suoi accusati. "... chi gioca per tanti anni ad alti livelli non ha bisogno di ricorrere agli anabolizzanti... chi gioca pochi anni ad altissimi livelli e poi sparisce invece..."
ORA ANALIZZIAMO: Certo, un male incurabile fa pensare, ma Padulazzi è morto a 79 anni, quindi un'età ragionevolmente avanzata. La vita eterna non esiste. Il doping può anche essere escluso (almeno dal punto di vista statistico), persino se Padaluzzi avesse testimoniato di aver assunto pasticche "particolari", la sua età molto avanzata non permette di poter fare nessun tipo di riflessione. Quello che non torna sono i 7 morti della Grande Inter tutti con 60 anni o poco più. D'accordo che erano altri tempi e che i controlli antidoping erano ancora tutti da definire, ma non può essere un caso che la Fiorentina anni '70 e la Grande Inter abbiano avuto "troppe" morti sospette. La Grande Inter è, con la Fiorentina anni '70 (quella dei Saltutti, Beatrice, Antognoni, Mattolini, ecc...), quella che ha avuto più casi di morti (o malattie) sospette legate al doping. Questa la lista dei deceduti della Grande Inter:
-Marcello Giusti, morto a 54 anni per un tumore al cervello -Carlo Tagnin, morto a 68 anni per un tumore alle ossa -Armando Picchi, morto a 35 anni per un tumore al midollo -Mauro Bicicli, morto a 66 anni per un tumore al fegato -Giacinto Facchetti, morto a 64 anni per un tumore al pancreas -Fernando Miniussi, morto a 62 anni per cirrosi evoluta da epatite C -Giuseppe Longoni, morto a 63 anni per ictus da vasculopatia cronica
Una lista molto fornita e forse neanche molto aggiornata. Bisognerebbe andare alla ricerca di tutti i giocatori delle rose di quegli anni, e vedere se sono tutti ancora vivi. E se sono morti, di quali malattie? Chissà quanti semisconosciuti hanno fatto questa fine. E non sono solo morti e basta, ma ci sono un'infinità di dichiarazioni di ex calciatori, medici o dirigenti sulla situazione di alcune squadre dell'epoca. E dico "alcune" perché, per esempio tra quelle la Juventus non c'è. Facciamo un esempio. Provate a leggere i seguenti libri:
-F.Mazzola "Il terzo incomodo" Bradipo Libri -C.Petrini "Nel fango del dio pallone" Kaos -F.Calzia, M.Caremani "Palla avvelenata" Bradipo Libri -M.Barletta "Il calcio in farmacia" Lindau
o a fare delle ricerche su internet riguardo al doping degli anni '60-'70 Troverete di tutto su Inter, Roma, Fiorentina e qualche altra squadra ma NIENTE, dicesi NIENTE sulla Juventus (di Juve si parla solo del recente processo di Guariniello). Non può essere un caso. Se il doping lo facevano tutti all'epoca perché nessun calciatore della Juventus è morto a 50 anni per malattie incurabili? Questa è la grande differenza. Della Juve si parla (anche in quei libri) di doping solo in relazione al processo di Guariniello e alle frasi di Zeman, che sappiamo benissimo quale valore probatorio hanno. Non potendo parlare di doping si sono inventati la storia dell' "abuso di farmaci". C'è una bella differenza! Non è giusto dire che Facchetti è morto per colpa del doping. Può essere una vaccata colossale, ma potrebbe anche essere vero. Allo stesso modo non è giusto dire: "non parliamo di Facchetti".
No, delle persone, morte o vive che siano, se ne può parlare. Una cosa è dire "Facchetti dopato", una ben diversa è parlare dei morti della Grande Inter tra i quali, purtroppo, figura anche Giacinto. Basta farlo con civiltà e senza giungere a conclusioni affrettate: un conto è accusare, un altro discutere. Non mi piace chi si nasconde dietro al rispetto per i defunti per non dare risposte. I giornali a volte accennano ma non approfondiscono. La TV continua a fare finta di niente, se parla di doping parla o di ciclismo o di atletica leggera della Germania est, Americana, Cinese, ecc Le dichiarazioni di Georgatos, in TV continuano ad essere ignorate come gli altri avvenimenti recenti dello spogliatoio nerazzurro (gestione Moratti Massimo). Per il periodo Moratti Angelo idem. Facchetti e Inter vengono considerate come epoche pulite gloriose e indimenticabili. GLI UNICI COMPLIMENTI VANNO A FERRUCCIO MAZZOLA, CHE HA AVUTO IL CORAGGIO DI RENDERE PUBBLICI QUESTI FATTI! BISOGNA INVECE RICORDARE AL MONDO E AGLI INTERISTI, CHE ANCHE SOLO DAL PUNTO DI VISTA SPORTIVO, LE VITTORIE DI QUEGLI ANNI SONO CONDIZIONATE. VI SONO IN BACHECA SCUDETTI ILLEGITTIMI E DA ANNULLARE VI SONO IN BACHECA COPPE CAMPIONI ILLEGITTIME E DA ANNULLARE. TANTI, TANTI COMPLIMENTI: PER LA MANCANZA DI RISPETTO NEI CONFRONTI DEI GIOCATORI DECEDUTI.... PER IL CONTINUO INSABBIAMENTO.... PER I TROFEI VINTI IN MODO ILLEGITTIMO... PER IL FANGO CHE OGNI VOLTA BUTTANO SULLA JUVENTUS PARLANDO DEL PROCESSO DI GUARINIELLO.... E PER LA DISONESTA' INTELLETTUALE CHE CONTINUANO A DIMOSTRARE! METTENDO ANCHE IN PERICOLO LA VITA DEI GIOVANI CHE SI AVVICINANO AL MONDO DEL CALCIO. ECCO TUTTA L'ONESTA' DI CASA INTER, E DEI GIORNALISTI FILO-INTER CHE CONTINUANO A FAR FINTA DI NIENTE.
APPROFONDIMENTO SPECIALE GUIDO ROSSI Biografia&Ricordi
Nato a Sovere in provincia di Bergamo Alunno del Collegio Ghislieri, si è laureato in giurisprudenza a Pavia nel 1953, conseguendo il Master of Laws all'Università di Harvard, dopo pochi anni iniziò la sua carriera di docente universitario occupandosi inizialmente a Pavia di diritto commerciale e di diritto privato comparato e trascorse dei periodi d'insegnamento anche a Trieste e a Venezia, prima di finire a Milano. Nel 1981 venne nominato presidente della CONSOB da Beniamino Andreatta, ministro del Tesoro. Alla guida della Ferfin-Montedison durante la crisi Ferruzzi, Rossi sovrintende ad operazioni finanziarie importanti, come l'acquisizione del Credito Bergamasco dal Credit Lyonnais. Arriva poi dapprima alla presidenza di Ferfin-Montedison ed in seguito alla guida della Telecom Italia, orientata alla privatizzazione. Dal 1987 al 1992 Rossi visse un'esperienza politica, che fu solo una breve parantesi nella sua carriera, venendo eletto, come indipendente, senatore nelle liste del Partito Comunista Italiano. In tempi più recenti ha tutelato per un anno gli interessi della banca olandese Abn Amro, che dopo l'inchiesta sui vertici della Banca Popolare Italiana ha avuto il via libera per aggregare l'istituto padovano. Nel 2003 è stato avvocato di Cesare Geronzi, presidente di Capitalia, a seguito degli scandali Cirio e Parmalat. La sua passione per lo sport e l'amicizia personale con Massimo Moratti, lo portano a ricoprire per quattro anni la carica di consigliere nel Consiglio d'Amministrazione dell'Inter. Docente a contratto di Filosofia del Diritto presso l'Università "Vita-Salute" S. Raffaele di Milano. Il 16 maggio 2006 Guido Rossi viene nominato commissario straordinario della Federazione Italiana Gioco Calcio, dopo lo scandolo di Calciopoli. Il 22 maggio 2006, a diciotto giorni dall'inizio dei mondiali di calcio 2006, che risulteranno poi vittoriosi per l'Italia, sceglie di confermare alla guida della Nazionale di calcio Marcello Lippi, marginalmente coinvolto nello scandalo denominato calciopoli, nonostante pressioni popolari e da parte della stampa perché fosse rimosso dall'incarico. Il 26 luglio 2006, dopo aver delegato lo studio dell'argomento a un comitato di tre saggi (Gerhard Aigner, Massimo Coccia e Roberto Pardolesiassegna), decide di assegnare il titolo di Campione d'Italia per la stagione 2005/2006 all'Inter, che era rimasto non assegnato in seguito al verdetto della giustizia sportiva verso la Juventus, retrocessa in serie B, che era giunta prima e anche riguardo al Milan giunto secondo ma penalizzato di 30 punti. Il 15 settembre 2006, dopo le dimissioni di Marco Tronchetti Provera, viene nominato nuovamente presidente di Telecom Italia. Il 19 settembre 2006 si dimette da commissario straordinario della FIGC. FINE BIOGRAFIA? EH.. NO! Adesso viene il bello!
Diciamo un'altro paio di cosette. (più di un paio) Un bel riepiloghino: -Nell'estate 2005 (come già detto) vendita fasulla dei diritti di sfruttamento del marchio Inter in modo da consentirle di truccare i bilanci per 158 milioni di Euro; si ricorda che non avrebbe potuto partecipare al campionato 2005-06 (quello dello scudetto fittizio); ma Guido Rossi (toh, guarda chi c'è, sempre questo ex dirigente nerazzurro che assegna gli scudetti!) della COVISOC riammette l'Inter ed addirittura concede uno sconto (ricapitalizzazione di soli 40 milioni e non di 158, con decurtazione del 75% del malloppo). Proprio di recente, in correzione a quanto scritto su questa vicenda dal SOLE24ORE, la COVISOC è intervenuta affermando l'autonomia perfetta in cui si è mossa, e affermando anche che praticamente Guido Rossi non ha avuto molto a che fare con la vicenda. E secondo la COVISOC noi dovremmo essere così ingenui da credere a queste cose qui. -Dopo la condanna penale di Oriali il 25 Maggio 2006, (ricordate i passaporti falsi no?) si riaprivano nuovi scenari anche per la giustizia sportiva. Ma lo sceriffo Guido Rossi, provvedeva ad insabbiare il tutto, consegnando il nuovo fascicolo a Borrelli solamente dopo che l'associazione "orgoglioinbianconero" aveva provveduto a denunciarlo per omissione di atti di ufficio alla procura della repubblica di Roma. -Nel corso dello scandalo cosiddetto “Moggiopoli”, giungono a Guido Rossi da tutt’italia segnalazioni su comportamenti illeciti tenuti da altre squadre (Inter, Milan, Roma, Lazio, Parma ecc.). L’argonauta (definizione data da Della Valle) decide di perseguire penalmente chi segnala tali comportamenti perchè “INTRALCIA IL LAVORO DELLA GIUSTIZIA!!!” -Il 26 luglio 2006, dopo aver delegato lo studio dell'argomento a un comitato di tre saggi (Gerhard Aigner, Massimo Coccia e Roberto Pardolesiassegna), decide di assegnare il titolo di Campione d'Italia per la stagione 2005/2006 all'Inter. Se i tre saggi avessero detto che, comunque lo scudetto si può anche assegnare ad una squadra che retrocede, lui gli avrebbe dato ascolto? No di certo! (anche se i regolamenti prevedono questa possibilità) Lo scudetto e la classifica infatti possono anche non coincidere. Per esempio una squadra può vincere lo scudetto e fallire la settimana dopo. L'iscrizione al nuovo campionato non sarebbe più possibile, ma lo scudetto dovrebbe rimanere sulla maglia di chi lo ha vinto. La squadra sarebbe retrocessa per esempio in C, ma con lo scudetto sulla maglia. Persino l'UEFA vuole solo la classifica, e non vuole sapere chi è il vincitore. All'UEFA bastano i nomi da iscrivere ai tornei Europei. I tre saggi avrebbero potuto prospettare 20 ipotesi diverse, ma indovinate quale avrebbe scelto il mitico Guido? Lo scudetto di legno sulla maglia dei nerazzurri! è chiaro no!?!? -Prima ancora delle sentenze sportive DEFINITIVE di calciopoli, il signor Guido Rossi aveva già assegnato lo scudetto all'Inter, sua squadra del cuore. -Il signore in questione è anche stato avvocato per Inter Milan e Juventus sulla faccenda dei diritti televisivi. -Dobbiamo parlare della telecom? e dei rapporti tra l'Inter e la telecom? e della telecom sponsor del
campionato Italiano? Guido Rossi è attualmente in telecom. (ALLA GUIDA non fa mica l'usciere!) -Abbiamo anche detto che nel 2003 è stato avvocato di Cesare Geronzi, presidente di Capitalia, a seguito degli scandali Cirio e Parmalat. Va anche detto che Capitalia è il maggiore creditore di Telecom, e Telecom è almeno finora, un oggetto della lobby Tronchetti-Moratti (Capitalia possiede metà della Roma (49%)). Insomma ci siamo capiti no? -Durante il ritiro della nazionale Italiana in Germania (mondiali 2006), durante un'intervista il difensore Fabio Cannavaro ha preso le difese della sua squadra di club (JUVENTUS) e dell'ex-dirigente Moggi, ed ha sottolineato anche la faziosità delle intercettazioni. Il signor Guido Rossi si è recato in fretta e furia in Germania a fare quello che si fa in un qualunque paese dove c'è una dittatura: zittire chi non è d'accordo oppure sottometterlo. Il giorno dopo infatti Cannavaro corregge le dichiarazioni del giorno prima, e viene costretto a dire le solite panzane: chi sbaglia deve pagare, ecc ecc (frase se vogliamo anche giusta, ma perché l'Inter non paga mai?) CONCLUDIAMO DICENDO CHE QUESTO SIGNORE E' SICURAMENTE UN GRANDE PROFESSIONISTA. MA CHE QUESTO SIGNORE CI VOGLIA FAR CREDERE NELLA SUA IMPARZIALITA' E' PURA FOLLIA. LA MALA FEDE NON CONTA, QUI A RILEGGERE TUTTO IL CURRICUM CI SONO CONFLITTI D'INTERESSE A PIOGGIA. DOV'E' L'IMPARZIALITA' NEI COMPORTAMENTI TENUTI NELLA VICENDA CALCIOPOLI? COS'E' UNO SCHERZO? NON SOLO, MA IN UNA TRASMISSIONE DI TELENOVA DI NOVEMBRE 2006 (TV LOCALE), VIENE INTERVISTATO. QUESTO SIGNORE IN QUELLA OCCASIONE SI E' PERMESSO, SENZA PROVE, DI TIRARE FUORI LA PARTITA DELL'UDINESE CON LA JUVENTUS NELLA STAGIONE 05/06. A SUO DIRE IL GIOCATORE DELL'UDINESE IAQUINTA, NON AVREBBE GIOCATO QUEL MATCH PERCHE' PILOTATO DA MOGGI (ALL'EPOCA DIRIGENTE DELLA JUVENTUS). ORA CHE LUI VENGA SENZA PROVE, A PARLARE DI PILOTAGGI VARI, FRANCAMENTE E' UNA VERGOGNA! CITANDO LUCIANO MOGGI: "GUIDO ROSSI HA FATTO QUELLO CHE DOVEVA FARE ED E' TORNATO ALLA CASA MADRE". IL RESTO SONO CHIACCHIERE! L'ITALIA LO SA E HA CAPITO... SEMPRE TANTI, TANTI, TANTI, COMPLIMENTI AL MONDO NERAZZURRO! QUANTO SONO PULITI
SPECIALE SU MANCINI Da giocatore era grande. Sia ben chiaro! Il gol con colpo di tacco (quando era a fine carriera alla Lazio). Il gol contro il Napoli (era ancora alla Sampdoria). La coppia con Vialli, sempre nella Sampdoria, che fece faville (scudetti, ecc). Ma da allenatore oltre ad aver avuto il tesserino senza fare il corso, chi è MANCINI? Mancini allenatore dell'Inter. Bene, senza scrivere altro allego 2 articoli. leggiamo e cerchiamo di capire. L'AVVOCATO CANOVI IN UNA LUNGA INTERVISTA AD "AFFARI ITALIANI" SVELA RETROSCENA INQUIETANTI SULLA GEA: IL PATRON DI CAPITALIA AVREBBE AGEVOLATO LA CARRIERA DEL TECNICO DELL'INTER. "GERONZI E' IL GRANDE PROTETTORE DI MANCINI" Il banchiere romano a "Repubblica": "Nessun rapporto con Moggi e Giraudo. Li ho incontrati poche volte, ma si parlava sempre di altre cose. Giraudo ad esempio mi parlava della necessità di riformare i modi di gestire le società di calcio, lui non vedeva nell´attività sportiva pura la possibilità di ricavi futuri. Riteneva necessario, per esempio, costituire società immobiliari per la gestione di impianti sportivi e d´intrattenimento. Aveva destato il mio interesse» L'AFFAIRE MANCINI. L'avvocato e procuratore Canovi risponde sulle colonne di "Affari Italiani" alle dichiarazioni rilasciate stamani a Repubblica da Cesare Geronzi. 'Chiara mi riferì che Nesta aveva un problema per il pagamento di una penale e voleva incontrarmi - aveva spiegato il patron di Capitalia - Mi sono limitato a dargli il consiglio di rivolgersi a un avvocato. Molte persone che vogliono incontrarmi chiedono a mia figlia di fare da intermediario'. Canovi però smentisce: "Sono parole in contrasto con quanto mi ha dichiarato Fernando Nesta, fratello del giocatore. Una testimonianza che mi è stata fatta personalmente dal fratello di Nesta, in cui mi racconta cose diverse. Attraverso De Mita e l'allora direttore del marketing della Lazio fu invitato ad andare alla sede della Banca di Roma e lì il presidente Geronzi gli disse che lui avrebbe potuto fare tanto per Sandro e ovviamente doveva dare la procura alla figlia. Così mi disse Fernando Nesta. Io non ero presente, tutte queste cose me le ha raccontate il fratello del giocatore, ma ho la prova di quello che le sto dicendo. Non credo che Fernando Nesta avesse il motivo di dirmi una bugia. Visto che mi parlò di un aiuto - Fernando Nesta era mio socio - che la banca gli poteva dare". A proposito di questo aiuto Canovi spiega: "Non so in che modalità, finanziamenti. Non mi specificò quali fossero questi aiuti che Capitalia poteva dargli ma questo era il concetto: Capitalia avrebbe potuto fare molto anche per Fernando. Parlarono inoltre di sponsorizzazioni". Il procuratore rivela di essersi rivolto persino all'Antitrust per denunciare gli strani movimenti della Gea World. A tal proposito Canovi toglie il velo sull'affaire Mancini: "Tutti sanno chi fu a far cambiare il regolamento della Federazione per consentire a Mancini di allenare la Fiorentina. Il grande protettore di Mancini era Geronzi. Credo che non si sia voluto arrivare, allora, a fondo della questione. Se si fosse domandato all'avvocato Valitutti, che era presidente del centro tecnico federale di Coverciano, per quale motivo fu cambiato il regolamento si sarebbe accertato tutto subito".
CAPITOLO GERONZI. Il quotidiano "Repubblica" parla del "Dossier Gea". Migliaia di pagine, diversi interrogatori eccellenti. Tra questi, il verbale di "assunzione di informazioni" del banchiere Cesare Geronzi, padre di Chiara, maggior azionista della Gea World fino a quando la società d´intermediazione calcistica non è stata sciolta. E poi le dichiarazioni dell´ex patron di Parmalat, Callisto Tanzi. Nelle cinque pagine di deposizione Geronzi, presidente di Capitalia, dice: mia figlia Chiara decise di aderire all´iniziativa di fondare la Gea-General Athletic «dal momento che erano anni che faceva la giornalista precaria e non vedeva grandi sbocchi in questa professione. Poco dopo la creazione della società iniziarono i primi problemi per i cognomi illustri che i vari soci avevano... Chiara rimase solo 18 giorni, diede subito le dimissioni dal consiglio di amministrazione: si era accorta che era tutt´altro mondo rispetto a quello che immaginava e che il suo ruolo era del tutto ininfluente e privo di utilità. Nonostante le dimissioni mia figlia ha mantenuto una partecipazione azionaria del 32% che non è riuscita a dismettere perché non è stato trovato alcun acquirente. Più volte Chiara chiese ai soci di prendersi la sua parte, ma non ricavò mai nulla.... Fu disponibile a riscuotere il pagamento anche successivamente, ma ha sempre trovato un muro perché Alessandro Moggi, Franco Zavaglia e Riccardo Calleri non volevano acquistare le sue quote». Sul caso Nesta, che passò alla Gea abbandonando il procuratore Canovi, «Chiara mi riferì che Nesta aveva un problema per il pagamento di una penale e voleva incontrarmi. Mi sono limitato a dargli il consiglio di rivolgersi a un avvocato. Molte persone che vogliono incontrarmi chiedono a mia figlia di fare da intermediario». A proposito delle operazioni di ristrutturazione del credito delle aziende controllate da Capitalia (Roma e Lazio rientrano tra queste) Geronzi spiega: «Quelle operazioni non vengono da me seguite poiché di competenza dell´ufficio crediti». Quindi viene aperto il capitolo Gaucci. Geronzi padre, contraddicendo il suo accusatore, dice ai pm: «Non c´è mai stato alcun rapporto tra il gruppo Capitalia e il Perugia calcio. Gaucci l´ho incontrato una sola volta, su richiesta di Andreotti, credo nella seconda metà degli anni ‘80. I nostri figli non si conoscevano. Non è vero che mi abbia fatto tutti i regali di cui ha parlato: in occasione delle festività mi faceva pervenire dei doni, cesti in segno di omaggio». Gaucci, da Santo Domingo dove è latitante, aveva parlato di consegne molto costose avvenute per anni su indicazione dello stesso banchiere. Con Moggi il presidente di Capitalia ammette di essersi incontrato «una decina di volte in 5-6 anni». Incontri «di mera cortesia, mi veniva a trovare senza richiedere o parlare di nulla di specifico. Non era facile comprendere il significato di quelle visite, un paio di volte è venuto con il figlio, che non ha mai aperto bocca». Qualche volta «è venuto con Giraudo. Quest´ultimo mi parlava della necessità di riformare i modi di gestire le società di calcio, lui non vedeva nell´attività sportiva pura la possibilità di ricavi futuri. Riteneva necessario, per esempio, costituire società immobiliari per la gestione di impianti sportivi e d´intrattenimento. Aveva destato il mio interesse». Ci fu un incontro con Aldo Spinelli, chiesto con insistenza - attraverso più persone, anche l´ex presidente federale Franco Carraro - dal presidente del Livorno. «Spinelli mi chiese se aveva la possibilità di acquistare la Roma. Gli risposi garbatamente che aveva sbagliato interlocutore e che doveva rivolgersi alla famiglia Sensi». Sull´impegno di Cesare Geronzi nella Gea l´allora presidente del Parma, Callisto Tanzi, ha offerto una versione diversa. «Sono stato chiamato dal dottor Geronzi» quando pensò «di dare inizio all´attività. Lui mi disse che stava avviando questa cosa, che sarebbe stato positivo partecipare e che avrebbe intestato le quote azionarie a sua figlia... Poi mi fece telefonate di lamentela perché il Parma non portava contratti alla Gea».
CLAMOROSO: IL TECNICO DELL'INTER - CHE A PIU RIPRESE AVEVA ATTACCATO LUCIANO E ALESSANDRO MOGGI - AVREBBE AVUTO DELLE PARTECIPAZIONI NELLA DISCUSSA SOCIETA' DI PROCURATORI LA GERONZI: "MANCINI TRA GLI AZIONISTI DELLA GEA" E' quanto emerge dall'interrogatorio di Chiara, figlia del banchiere. Robertino il "santarellino" nega tutto. L'inchiesta romana sull'associazione a delinquere della Gea lascerà in lascito nuovi deferimenti sportivi. In otto stanno rischiando il rinvio a giudizio — come da chiusura indagini dei sostituti procuratori Luca Palamara e Maria Cristina Palaia — per illecita concorrenza con minacce e violenza. Tre di questi, Luciano Moggi, Luciano Gaucci e Francesco Ceravolo, nella prima metà del Duemila erano tesserati del calcio: su di loro il capo dell'Ufficio indagini Francesco Saverio Borrelli domani aprirà un'inchiesta. Per i procuratori accusati invece, e sono Alessandro Moggi, Francesco Zavaglia, Riccardo Calleri, Davide Lippi e Pasquale Gallo, si profila una sospensione dall'albo degli agenti Fifa. Dagli interrogatori dei "figli eccellenti" emergono particolari inediti. Chiara Gcronzi, figlia del banchiere Cesare, maggior azionista della Gea World, nelle sue dichiarazioni spontanee ha rivelato ai pm che la Gea nella sua prima forma - GeneralAthletic, appunto — è stata finanziata, tra gli altri, anche da Roberto Mancini, allora attaccante e poi allenatore della Lazio, oggi allenatore dell'Inter tra i più duri avversari di Luciano Moggi e del suo mondo di riferimento. Chiara Geronzi, la cui posizione processuale va verso l'archiviazione, ha raccontato in procura: «La Gea - General Athletic - nasce dall'iniziativa di un gruppo di ragazzi che si conoscevano. Io, pur lavorando al Tg5, mi trovavo in un momento difficile e non mi sentivo adeguatamente gratificata. I giornali misero presto in cattiva luce la nuova società. Soci fondatori siamo stati io, Francesca Tanzi, Andrea Cragnotti e Giuseppe De Mita. Non so se di questa iniziativa parlarono anche i nostri genitori. Le quote societarie erano queste: il 20% lo detenevo io, il 20% la Tanzi, il 20% Cragnotti e poi c'era un 40% in mano alla società Roma Fides, fiduciaria composta da Giuseppe De Mita e Roberto Mancini». Sopra il nome della "RomaFides"c'è stato a lungo un alone di mistero. L'interrogatorio della Geronzi offre un nuovo scenario e - chiama in causa Mancini, che in passato ha smentito più volte una sua presenza nella contestata società. Continua la Geronzi: «Nell'ottobre 2001 nacque per fusione la Gea Worid e io venni nominata presidente solo per pochi giorni...la sede la scelsi io su dicazione di mio padre, l'immobile era di una società riconducibile alla Banca di Roma. In realtà cominciavo a perdere interesse per questa società che si concentrava sempre più sull'acquisizione di procure sportive. Come giornalista mi stavo realizzando, poi mi sono sposata e ho avuto due figlie. Dalla Gea non ho mai percepito utili, Zavaglia mi diceva che i ricavi servivano a coprire i costi. Intendevo distaccarmi, ma questa decisione è stata rinviata perché avrebbe potuto influire negativamente sulla nostra immagine. Sulle scelte Alessandro Moggi e Zavaglia non mi interpellavano mai. Sapevo dell'inchiesta Figc sul conflitto di interessi, ma non le diedi molto peso. Luciano Gaucci l'ho conosciuto perché era un cliente della Banca di Roma. Perché lo invitai al mio matrimonio? Un gesto di cortesia dopo aver ricevuto da lui un quadro». Nel suo interrogatorio Giuseppe De Mita, figlio di Ciriaco e anche lui vicino all'archiviazione, si definisce l'ideatore della Gea e racconta: «Parlai del mio progetto agli amici Francesca Tanzi e Andrea Cragnotti. Ne parlai anche con Chiara Geronzi, che all'epoca frequentavo perché fidanzata con uno dei miei migliori amici, Marco Mezzaroma. Venne coinvolta da questa idea e sin dall'inizio la appassionò. Quando mi sono allontanato le quote le ho versate a Chiara Geronzi, che mi ha versato solo una parte del corrispettivo. Nel 2003 ho guadagnato 34.000 euro, unico utile incassato, poi sono tornato alla Lazio. Tentai di rientrare alla Gea, ma Alessandro Moggi mi disse che non voleva più lavorare con me. Se fossi entrato io, lui se ne sarebbe andato. Chiara Geronzi? Per me non spese neppure una parola». (da Repubblica)
Sul fatto che Mancini (perlomeno all'inizio), fosse nella GEA non ci sono più dubbi. ecco un altro dato. Caso Gea: Cragnotti "C'era anche Mancini" Mar 05 Dic 2006 intervista Sergio Cragnotti, ex presidente della Lazio, conferma la presenza di Mancini nella Gea: "Lo potrei anche riaffermare". "Quando è nata, la General Athletic aveva un suo ruolo, e non bisogna nascondersi" - ha detto Sergio Cragnotti a RadioRadioTv - "Siccome il mondo della ricerca dei calciatori stava diventando importantissimo, abbiamo deciso di creare un'organizzazione che scovasse i migliori talenti del mondo. Si voleva far crescere i nostri figli. Tanzi, mio figlio Andrea, De Mita, Mancini attraverso una società fiduciaria, erano tutti dentro. Mancini ha minacciato di querelare? Lo faccia pure, ma poi deve querelare anche Chiara Geronzi, che ha affermato la stessa cosa che sto dicendo io. Ma il fatto che Mancini fosse nella Gea non è affatto un'accusa. In quel momento Mancini era un altro uomo. Poi ci fu la ribellione nazionale dei procuratori e noi tutti decidemmo di uscire, perché sia io che Tanzi non volevamo creare un conflitto di interessi. In quel momento si concluse l`unione con Moggi e si creò la Gea. Poi, come sia finita, non lo so proprio". Ultima battuta su Geronzi: "Amicizia? Oggi non ci sono piu` rapporti. Si parlava di affari, poi quando è successo tutto quello che è successo i rapporti si sono interrotti".
03-12-2006 LA NAZIONE (QN) pg10-11 Una esclusiva intervista all'ex-designatore arbitri Paolo Bergamo.
Ha mai risentito quelle telefonate scandalose? “Non serve, le ricordo tutte molto bene. Ma non solo quelle, ce ne sono moltissime altre” Pentito? “E di cosa? Parliamo di uno scandalo che non esiste, io ho fatto soltanto il mio dovere di designatore. Al telefono tenevo rapporti con i miei dirigenti federali e le sosocietà, con alcuni allenatori e gli arbitri perché non era vietato dai regolamenti. E poi perché parlando venivo a conoscenza di situazioni, si svelavano retroscena, capivo meglio l’andamento delle partite e gli umori degli addetti ai lavori fin dentro lo spogliatoio. Lo scopo? Svelenire polemiche, ottenere maggiore serenità e arbitraggi migliori”. L’impressione è che lei parlasse soprattutto con Moggi e gli amici di Moggi. Con il vice presidente federale Mazzini e con le squadre amiche di Mazzini. Tutto per favorire una bella combriccola…. “Già, la famosa cupola. Ora non esiste più neanche per Borrelli, ma averla ipotizzata è stato l’errore più grossolano e devastante”. Ci sono le intercettazioni che parlano… “Appunto. Il giallo, se vuole, il mistero è proprio questo. Io parlavo con tutti i dirigenti e con tutte le società. Ripeto e sottolineo: tutte. Perciò mi chiedo: come mai agli atti ci sono soltanto le telefonate con qualcuno? Perché mancano le altre?”. Quali?
“Con le figure istituzionali tutte. Con il vice presidente Abete, durante le Olimpiadi di Atene, abbiamo parlato per ore. Era assolutamente normale”. Chi era il telefonatore più insistente? “Giacinto facchetti. Parlarne mi addolora per l’amicizia che ci legava dagli anni sessanta e per la prematura scomparsa, ma la sua società, l’Inter, si lamentava più di tutte”. E di cosa? “Facchetti era sempre scontento ed io lo capivo perché l’Inter faticava a vincere. Sospettava di tutto, molti arbitri non gli erano graditi, le griglie non gli piacevano, Juve e Milan gli facevano paura”. In concreto, cosa ha fatto lei per andargli incontro? “Ho sempre messo i nerazzurri nella fascia di sorteggio con Juve e Milan. Poi ho cercato di spiegargli certi errori per convincerlo che non c’era prevenzione. Ho tenuto con l’Inter rapporti molto stretti, ho anche invitato Facchetti a cena. Ci tenevo a fargli vedere la mia casa, il mio tenore di vita, volevo dimostrare la mia ssoluta indipendenza economica. Non avevo bisogno di nessuno”. E con Moratti che rapporti c’erano? “Corretti. Dopo il drammatico 5 maggio 2002, quando l’Inter perse lo scudetto a Roma con la Lazio all’ultima giornata, mi sentii molto coinvolto emotivamente. Volli fargli sentire la mia vicinanza da uomo di sport e ci incontrammo a cena con mia moglie nella sua residenza estiva”. Chissà come si sfogava Sensi… “Con lui ho avuto vari contatti assolutamente seri. Certo, si lamentava dello strapotere economico e conseguentemente tecnico del nord, temeva la Juve e il Milan, non voleva certi arbitri, altri li caldeggiava, il tutto per mera scaramanzia. Il sorteggio e le griglie obbligate mettevano tutti d’accordo”. Le griglie di Moggi… “Conosco Luciano da più di 30 anni. Conservo ancora una foto con lui scattata nel 1976 negli spogliatoi dell’Olimpico. Ha una famiglia splendida. Sono stato più volte con mia moglie a casa sua a Monticano, conosco anche il babbo e la mamma che hanno più di 90 anni. C’è stima reciproca, mi onoro ancora della sua amicizia, se ha commesso errori ne risponderà. Vedremo. Lui è uno che lavora venti ore al giorno, del calcio sa tutto come nessuno. Quei nomi di arbitri che fa in una telefonata scherzosa erano obbligati. Non avevano diretto la domenica precedente, non c’erano altre soluzioni tecnicamente idonee. E poi tutto finiva dentro un’urna, quegli arbitri potevano toccare a Milan e Inter, non solo alla Juve. Non decideva Moggi, ma il sorteggio”. Taroccato… “Hanno cercato di dire anche questo, sono state addirittura scritte le modalità per truccare il sorteggio. E’ un accusa caduta in fretta quando si è capito meglio che al sorteggio partecipavano i giornalisti ed un notaio controllava le operazioni”. Però Moggi incideva… “Ma quando mai. In un anno di intercettazioni, c’è solo una telefonata. In altre, Moggi mi critica per certe decisioni e per certi arbitraggi”.
E Galliani chiamava? “Pochissimo, anche se ci conoscevamoda quando era un dirigente del Monza. Lo incontravo a Milano quando andavo a vedere gare importanti. Il rapporto istituzionale quale presidente di Lega è stato assai corretto. Del Milan parlavo con Meani”. Come mai andò a cena con i Della Valle? “Mazzini mi riferì del loro disagio che era anche il nostro. In effetti la Fiorentina quell’anno subì parecchi errori, i Della Valle pensavano ad una ritorsione per la loro presa di posizione contro il Palazzo. Accettai di incontrarli per spiegarmi, fui io a decidere di andare in un ristorante e non a Coverciano: non avevamo niente da nascondere”. Cosa successe dopo? “Nelle ultime tre giornate di campionato promisi che la Fiorentina e le altre squadre in lotta per la retrocessione sarebbero state inserite nella medesima griglia con gli stessi arbitri, i più esperti. Gli errori non finirono, alla terz’ultima e alla penultima giornata di campionato in Fiorentina-Atalanta e Lazio-Fiorentina ne furono commessi ancora ed erano decisivi al fine del risultato”. Però Lecce-Parma finì in un pari benedetto… “Qualcuno dovrà spiegare come si possa pensare ad un illecito perché io ho parlato con De Santis prima della gara come facevo con tutti gli arbitri. Lui mi dice che è una gara difficile e precisa:’Io mi metto in mezzo’. Lo incoraggio ad essere il migliore in campo con un augurio:’Vincila tu questa partita’. La Fiorentina si è salvata in quest’ultima giornata perché ha battuto il Brescia che conseguentemente è retrocesso e per una serie di altri risultati. Il pari in Lecce-Parma da solo non bastava, bisognava truccare quasi tutte le gare di quella giornata”. Chi le telefonava delle società più piccole? “Spesso Cellino del Cagliari. Sosteneva che i nostri giovani arbitri non erano all’altezza e dovevamo cambiare le metodologie di selezione delle categorie inferiori. Parlavo anche con Cipollini del Bologna, Foti della Reggina, Sacchi del Parma e Zamparini nonostante lui oggi lo neghi. Vorrei ricordargli le proteste dopo un rigore in samp-Palermo”. In buona o cattiva fede, gli errori erano comunque moltissimi… “Nei primi quattro anni del nostro mandato le cose sono andate bene. Purtroppo, Collina a parte perché la sua figura è irripetibile, finita l’epoca di fuoriclasse come Braschi e Cesari e di buoni arbitri come Trentalange, Borriello e Treossi, non abbiamo avuto più rimpiazzi se non Paparesta”. Chiuso in uno spogliatoio… “Ha sbagliato a fare certe telefonate e per questo è stato giudicato”. E Rosetti? “Lo abbiamo sostenuto, ma non è un grande arbitro. E’ discreto solo quando è in piena forma, ha fatto un buon mondiale, ma non ha la facilità di arbitraggio e la classe di Paparesta”. Ma non le sembra che il sistema risentisse dello strapotere di Juve e Milan? "Erano le squadre più forti d’Europa, come dimostra la finale italiana di Manchester in Champions. Logico che vincessero. Ma nei nostri sei anni i primi due scudetti sono stati conquistati da Lazio e Roma e l’Inter lo ha perso nel terzo anno quando lo aveva già vinto.
Tra le retrocesse non c’è mai stata una lamentela. Ricordo solo una polemica forte della Roma, ma io chiesi scusa pubblicamente a Sensi, i giallorossi furono davvero tartassati. Ma dai tabulati mancano anche queste telefonate…” Fatte a chi? “Fabio Capello. Dopo quella stagione ci siamo sentiti spessissimo. Lo convinsi che era il suo nervosismo in panchina e quello della squadra a indurre più facilmente gli arbitri all’errore con la Roma. Non c’era malafede e lui lo capì”. Certe telefonate di Carraio sono da brividi… “In effetti queste sono le intercettazioni più inquietanti. Lui chiedeva delle cose imbarazzanti, ma io gli ho tenuto testa fino alle male parole. E anche queste telefonate dimostrano la mia indipendenza. Carraio in una recente intervista ha detto che ha assistito ad una vicenda aberrante. Ha perfettamente ragione, basti ricordare gli avvenimenti più salienti della sua presidenza, da come è stato eletto, all’allargamento dei campionati di A a 20 squadre e di B a 24, al diverso trattamento ai club da parte del sistema finanziario nel quale ricopre un ruolo determinante. Non poteva essere un presidente federale super partes”. Perché non ha denunciato prima certe situazioni… “Non stava a me contestare cose che si vedevano alla luce del sole. Il mio compito era quello di allenare la tecnica e la mente degli arbitri e convincere la federazione che fossero indipendenti economicamente”. Una bella guerra… “Tra nord e sud, tutti volevano vincere ad ogni costo. Il calcio negli ultimi anni è stato questo. C’era la corsa alle risorse dei diritti tv, la loro ripartizione faceva la differenza tecnica”. E voi eravate condizionati… “Mai. Le uniche pressioni arrivavano da certe trasmissioni televisive. Sapevamo che i nostri errori contro il Milan avevano una tremenda cassa di risonanza sulle reti Mediaste, mentre il Processo del Lunedì difendeva l’Inter sulla tv di Tronchetti Provera. Anche la carta stampata faceva la sua geopolitica, mai però tutto questo ha determinato condizionamenti, semmai ci aiutava a capire”. Però le telefonate intercettate sono squallide… “Per come sono state estrapolate, fuori da ogni contesto. Per quello che si dice di volgare, per certe frasi. Ma sfido a registrare chiunque, sarebbe lo stesso. Il problema è un altro”. Quale? “Si è montato un processo mediatico. In questa vicenda non c’è nulla di illegale. Non gira denaro, non ci sono regali importanti, carriere montate ad arte. Vorrei sapere che fine hanno fatto le 26 partite truccate delle quali tutti hanno scritto a nove colonne. Le accuse di illecito sportivo sono cadute, resta solo Lecce-Parma. L’avremmo truccata io, Mazzini e De Santis? Siamo seri!”. L’inchiesta è pilotata? “Le intercettazioni di sicuro. Come ho detto, qualcuno ha scelto alcune registrazioni e ne ha buttate altre che non servivano a un disegno preciso”. Allora c’è un grande vecchio? “Ne sono sicuro. Spero che le indagini extra-calcio in corso facciano chiarezza. Forse non è un
caso isolato se De Santis ed io eravamo pedinati e intercettati. E poi mi chiedo: perché l’inchiesta archiviata a Torino è stata riaperta un mese dopo a Napoli?”. La Juve però ha dichiarato subito la colpevolezza… “Un errore, apparentemente incomprensibile. Nessuna società butta a mare i suoi dirigenti più importanti prima di un processo o di prove provate!”. Ma perché si è dimesso dal calcio? “Perché ho capito durante il processo che non avrei avuto la benché minima possibilità di difendermi: le sentenze erano già scritte”. Guido Rossi aveva promesso pulizia seria… “E invece lui, Ruperto e Borrelli hanno commesso importanti errori. Sono entrati in un mondo che non conoscevano, con rapporti, amicizie, vezzi, consuetudini e parole che girano senza che mai si oltrepassi il senso di un leale rapporto fra addetti ai lavori. Non si poteva fare un processo serio in tre settimane, non si può condannare senza prove: l’hanno fatto. A Borrelli propongo un confronto pubblico per dimostrare se Calciopoli esiste o è una montatura”. Lei chiede una revisione seria di quello che è successo, è possibile? “Il presidente del Coni Petrucci ci ha provato, ma non interessa a nessuno. La macchina è ripartita, i campionati si giocano. Cosa vuole che importi di Bergamo, di Mazzini o di qualche altro che è ancora sotto psicofarmaci!”. Non si sentirà mica un nuovo Enzo Tortora? “Ho il massimo rispetto per la vicenda umana di Enzo Tortora, non voglio fare simili confronti. Certo è che sono stato accusato ingiustamente nonostante sia un uomo pulito da sempre, come arbitro prima come dirigente poi. Mi resta un’unica convinzione: dal processo di Napoli verrà fuori la verità” di Enzo Bucchioni
Sulla vicinanza tra l'Inter e la Gazzetta dello Sport, è utile leggere questo articolo. MANCIO, CANDIDO E LA GEA: IL PASSATO NON SI CANCELLA 23 Novembre 2006 di Giancarlo Padovan ————————— Dall’interrogatorio di Chiara Geronzi nell’ambito dell’inchiesta romana sulla Gea. “Soci fondatori siamo stati io, Francesca Tanzi, Andrea Cragnotti e Giuseppe De Mita (…) Le quote societarie erano queste: il 20 per cento lo detenevo io, il 20 per cento la Tanzi, il 20 per cento Cragnotti e poi c’era un 40 per cento in mano alla società Roma Fides, fiduciaria composta da Giuseppe De Mita e Roberto Mancini”. La notizia è stata pubblicata da la Repubblica (autori Marino Boisso e Corrado Zunino) che a
pagina 60 di ieri commenta: “Sopra il nome della Roma Fides” c’è stato a lungo un alone di mistero. L’interrogatorio della Geronzi offre un nuovo scenario e chiama in causa Mancini, che in passato ha smentito più volte una sua presenza nella contestata società”.<...> Dall’intervista a Sergio Cragnotti, ex patron della Lazio, concessa a Claudio Sabelli Fioretti (il collega che fece ammettere a Massimo Moratti di avere spiato l’ex arbitro De Santis) per il Corriere della Sera-Magazine, in edicola oggi. Domanda: Lei un giorno ha parlato dei “moralisti alla Mancini…”. Risposta: “Anche lui spingeva la cacciata di Cragnotti dalla Lazio. Quando me ne sono andato, la gestione della Banca di Roma gli ha aumentato lo stipendio da 2 a 7 miliardi netti. E lui alla fine se n’è andato all’Inter portandosi via i migliori”. Restiamo in (sfiduciata) attesa di leggere su qualche quotidiano amico della squadra e della società nerazzurra (ce ne sono tanti e di importantissimi) le ragioni per cui Mancini ha sempre smentito la sua appartenenza alla Gea. Smentirà anche Chiara geronzi, sua amica o ex amica? E se lo farà, quali argomenti potrà usare? Dubito fortemente che Mancini torni sulla spinosissima questione, visto il rapporto che ha con la stampa, con la lingua italiana e - non in ultima analisi - con la verità. Come dubito che vorrà rispondere a Cragnotti perchè i moralisti di facciata sono sempre opportunisti della prima ora. Infatti Mancini era il centro della Lazio di Cragnotti. E si è servito dell’uno e dell’altro finchè gli ha fatto comodo per la sua inspiegabile carriera di allenatore protetto da Federazione, Settore tecnico e ambienti ad essi contigui. Ricordate la deroga, letteralmente inventata, per farlo tesserare dalla Fiorentina nonostante avesse iniziato la stagione con la Lazio come allenatore in seconda? Io sì. Peccato che tutti gli altri - Mancini incluso- fingano di dimenticarlo. La Gazzetta dello Sport di mercoledì 22 novembre, pezzo a firma di Candido Cannavò. La rubrica dell’ex direttore ha un titolo esortativo: “Fatemi capire”. E’ un invito che raccolgo volentieri. Perchè nel prendere per l’ennesima volta le distanze dalla Gea, Cannavò - al pari di Mancini - incorre in qualche fondamentale amnesia. “La Gea World - scrive Cannavò - era una sintesi indiscutibile e intoccabile di un potere calcistico che attraversava la grande economia, le istituzioni, un popolo di complici e finiva nel grande laboratorio di Moggi, padre e figlio, che avevano le spalle ben coperte”. Poi, però, Cannavò sprofonda nell’oblio: “Spocchia, spregiudicatezza, molta abilità e persino una grande “fiera del calcio”, organizzata in grande pompa ogni anno a Milano, con una copertura televisiva che era più che altro uno spot pubblicitario, fondato sul culto della personalità della dinastia Moggi”. Purtroppo, Candido omette di dire che quella “fiera” si chiamava Expogoal ed aveva tra i partner principali proprio Rcs e la Gazzetta dello Sport, quotidiano che a quella “fiera” ha dedicato spazio e lustro grazie alle sue migliori firme, ai suoi migliori cornisti, ai suoi migliori editorialisti, ai direttori ed ex direttori. Cannavò era tra essi. Dati e date, non illazioni. Dalla Gazzetta dello Sport del 12 ottobre 2003. “Expogoal è caratterizzata anche dai convegni (…) Domani alle 14.30, “Campionato Aic della Solidarietà”, progetto sociale dell’Assocalciatori a favore degli anziani. Moderatore Candido Cannavò”. Tutto scritto (e da ricordare).
SQUALIFICHE MIRATE!
SOLO PER AVERE UN'IDEA, PERCHE' SO BENISSIMO CHE QUESTO CAPITOLO ANDRA' AVANTI. LA PANTOMIMA DELLA SERIE A, SI ARRICCHIRA' ANCORA DI ALTRE NUOVE ED ECCITANTI AVVENTURE!
Siamo solo alla Quattordicesima giornata e l'INTER A.P.D. usufruirà per l'ennesima volta di qualche squalificato. Siamo a 11 giocatori , che sono stati squalificati PREVENTIVAMENTE quando stanno per giocare contro gli indossatori di scudetti di legno. Eccoci quà!! Seconda Giornata Inter-Sampdoria Falcone (Sampdoria) Delvecchio(Sampdoria) Sesta Giornata Inter-Catania Stovini (Catania) Biso (Catania) Settima Giornata Udinese-Inter Muntari (Udinese) Decima Giornata Inter-Ascoli Pesce (Ascoli) Undicesima Giornata Parma-Inter Dessena (Parma) Dodicesima Giornata Inter-Reggina Lucarelli (Reggina) Tedesco (Reggina) Tredicesima Giornata Palermo-Inter Simplicio (Palermo) Quattordicesima Giornata
Inter-Siena
Vergassola (Siena)
COSA VUOL DIRE TUTTO CIO'?
NIENTE! IL PROBLEMA E' CHE QUESTE SONO LE TIPOLOGIE DI ACCUSE CHE SONO STATE MOSSE ALLA JUVENTUS E A LUCIANO MOGGI.
IL RISULTATO PERO' E' CHE LA JUVENTUS E' STATA MANDATA IN SERIE B.
L'INTER INVECE E' UNA SQUADRA PULITA.
LE STESSE COSE COME AL SOLITO VENGONO LETTE E GIUDICATE UTILIZZANDO DUE PESI E DUE MISURE.
ALLORA PUO' UNO JUVENTINO AVERE IL DIRITTO DI PENSARE MALE O NO?
ALLORA PUO' UNO SPORTIVO AVERE IL DIRITTO DI PENSARE MALE O NO?
ALLORA PUO' UN TIFOSO INTERISTA AVERE IL DIRITTO DI PENSARE MALE O NO?
Dossier aggiornato al 14-12-2006 ma continuerà…
è ovvio no!?!?
(fine.... per ora....)
1 commento:
Certo che ne avete partorite di cazzate, complimenti!!!
Cerchiamo di andare con ordine:
1- vieri spiato: e allora? Ci saranno stati dei motivi. Non è di certo un tentativo di modificare i risultati sportivi od una frode sportiva...
2- consiglieri che hanno patteggiato il carcere e con fedina penale sporca : ???? nomi cognomi e fonti in cui si riportano le condanne grazie....
3- 800 milioni spesi in 15 anni: cosa significa scusa? Queste sono le uscite, nel bilancio però devi considerare anche le entrate...dove sono? E le voci che compongono questi 800 milioni dove sono? Non abbiamo vinto niente in 15 anni? Ehm...2 scudetti, 2 supercoppe italiane, 2 coppe italia e 2 coppe uefa...proprio niente eh!
E come mai non riporti i bilanci delle altre squadre per vedere le eventuali differenze?
Orrico faceva parte della gestione Pellegrini....informati meglio
4- "Moggi ha dichiarato che non solo ha avuto contatti con il signor Moratti, ma che esisteva anche un contratto." dov'è questo contratto? Perchè il sig. Moggi non lo mostra?
5-"l'ex giocatore Brambati, in una trasmissione sportiva di 7GOLD ha dichiarato di aver visto nel 2003 il contratto firmato da Massimo Moratti" è possibile vedere il video di quella trasmissione? Siamo sicuri che la testimonianza è attendibile? Ripeto: che salti fuori l'originale del contratto, altrimenti si tratta di chiacchere a vuoto....
6- "Si deduce quindi, che più o meno dal 1999 al 2006 il signor Moratti ha cercato di assumere Moggi come dirigente per l'Inter" ripeto: un po' pochino, dove sono le prove inequivocabili??
7-" Di recente Luciano Moggi è stato visto a Milano, davanti alla sede della Saras di Moratti" chi l'ha visto? Data e ora?
8-"Daniele Lo Monaco giornalista del ROMANISTA, ha affermato che l'Inter nella persona di Giacinto Facchetti, voleva assumere Meani." veramente patetico coinvolgere una persona che non c'è più e non può smentire....
9- SCANDALI SESSUALI questa poi!!! Cosa c'entrano col tentativo di modificare i risultati sportivi? La vita privata è una cosa, lo sport è un'altra, non mettiamoci a fare i moralisti per piacere...!
10- 1983 LA PARTITA TRUCCATA "Nel 1983 Bagni dichiarò che la partita Genoa-Inter 2-3 era stata truccata"
quando e dove lo disse? Quali sono le fonti? Perchè non lo interpelliamo di nuovo per sapere se è vero? E soprattutto perchè non c'è stata un'indagine se veramente c'è stata la denuncia??
11-LA DENUNCIA DI GEORGATOS: "DOPING ANCHE ALL'INTER" a parte che lo stesso Georgatos ha smentito di aver mai dichiarato ciò, ma....quando e dove lo avrebbe dichiarato?? Perchè non è stato sentito dalla magistratura se veramente ha detto ciò?
12- doping negli anni 60'? se è vero che si faccia un'indagine seria e vengano puniti i colpevoli.
Per ora mi fermo qui....intanto mi bastano queste risposte...poi continuerò.
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