La Juve starebbe pensando di riprendersi Moggi!
di: Graziano Campi
A volte ritornano. Luciano Moggi sarebbe in procinto di tornare in veste di consulente a operare per conto della Juventus, un segnale forte e deciso voluto a sorpresa da Lapo Elkann, che se negli anni non aveva mai risparmiato frecciate alla triade e a Moggi stesso, ha rivelato di avere sempre avuto stima nei confronti del manager di Monticiano, ritenuto a torto o a ragione (a seconda dei punti di vista) uno dei responsabili dello scandalo estivo che avrebbe dovuto sconquassare il mondo del calcio questa estate, e che si è rivelato in tutta sostanza un'attenta opera di comunicazione e mistifi cazione dalla quale hanno benefi ciato i soliti noti. Il rientro clamoroso, si prefi gurerebbe attraverso non una porta secondaria, ma bensì in grande stile, approfittando dei recenti sviluppi giudiziari che pare stiano modificando e non poco la posizione dell’ex direttore generale della Juventus. L'esigenza di cercare per il dopo Moggi un direttore generale capace di garantire la ricorstruzione della squadra ha portato dunque a una risposta chiara e precisa: Luciano Moggi stesso, che a differenza della passata gestione dovrebbe vedere una riduzione di incarichi a fronte di una totale indipendenza circa le questioni di mercato. Niente più rapporti che hanno creato imbarazzo con designatori dunque, ma la possibilità di ritornare nel mondo del calcio grazie alla società cui tanto ha dato e da cui indubbiamente molto ha ricevuto, garantendo quella esperienza e conoscenza che permetterebbero una transizione meno traumatica verso il nuovo ciclo di successi che gli Elkann stanno cercando di costruire. Se i diretti interessati non confermano nè smentiscono, fonti vicine a entrambe le parti raccontano di un rapporto che è in fase di ricostruzione, dopo i recenti scambi a distanza, che come anticipato settimana scorsa celavano una precisa volontà da parte di Lapo Elkann di tirare una linea netta su quanto accaduto in passato e chiarire un rapporto che nato da una stima reciproca si era via via incrinato a causa di fattori esterni, dicerie e contrasti acuiti forse ‘ad arte’ per scindere quello che sembrava destinato ad essere un binomio vincente. Passione e capacità, esperienza e sfrontatezza, elementi che sembrano miscelarsi bene in due personaggi che da lontano appaiono distanti anni luce, ma che mai come in questo periodo si sono visti accomunati da una serie di eventi che ne hanno minato la credibilità e intaccato l’immagine in maniera signifi cativa. Ma veniamo ai fatti: come anticipato settimana scorsa, dalle dichiarazioni apparentemente ostili di Lapo Elkann si evinceva una ferma volontà a scoprire finalmente le carte in tavola e arrivare a un confronto fermo e deciso con chi era ritenuto diretto responsabile della cattiva pubblicità scaturita dal suo ‘disastro’ (passateci il termine), volontà nata, secondo i bene informati, dalla serie di spifferi provenienti dalle procure di Milano e Potenza, che hanno dipinto nella realtà un quadro molto più complesso di quanto desunto dall’ex fi danzato di Martina Stella (beato lui).
In particolare sarebbero balzati all’attenzione la presenza costante e inquietante di atti volti a screditare in maniera scientifi ca e premeditata personaggi in vista degli ambienti di interesse più o meno diretto di un gruppo di persone finanziate da persone la cui posizione è al momento al vaglio dei magistrati e che quindi non può in alcun modo essere palesemente strumentalizzata su questo giornale che, al contrario di altri che vantavano patenti di onestà intellettuale volte a mascherare un palese accanimento, si pone come obiettivo un’informazione attenta e puntuale. Nel dettaglio, si tratterebbe ancora infatti di stabilire con esattezza i responsabili dei finanziamenti delle cosidette operazioni ‘Sting’, operazioni di difesa degli interessi delle società ‘amiche’, ma anche operazioni di "attacco" agli interessi di concorrenti o contro gli avversari economici, finanziari, politici, operazioni certificate e della cui esistenza si è potuto apprendere attraverso un attento studio delle documentazioni rese disponibili dalla magistratura stessa. Un cambio improvviso dunque negli scenari sinora non troppo convincenti che vedevano un Luciano Moggi ed un Antonio Giraudo grandi burattinai in grado di soverchiare in virtù di poteri mistici tutti i... Proprio questo senso di impunità latente, denunciato persino da Guido Rossi, pare abbia colpito un ragazzo che forte di ideali saldi aveva scelto la linea della collaborazione a fronte dello scontro totale con la federazione, scontro che ribadiamolo avrebbe portato al collasso dell’intero sistema calcio, con conseguenze e ripercussioni economiche inimmaginabili. La possibilità di un rientro clamoroso sarebbe scaturita non tanto dalla volontà dell’intera famiglia Elkann, quanto dalla ferma intenzione di Lapo, intenzionato a lanciare un messaggio forte e chiaro: "La Juventus non è morta, la Juventus c’è ed è pronta a tornare grande contro chi ha approfi ttato dei nostri problemi". Proprio per questo il ritorno di Moggi è visto come un segnale forte per diversi motivi. Innanzitutto l’aspetto umano, che ha visto entrambi i personaggi vittime di un attacco creato ad arte approfittando di situazioni che li hanno visti coinvolti in episodi certamente spiacevoli ma che senza una cassa di risonanza, foriera di un giustizialismo e un perbenismo a volte sospetti, probabilmente si sarebbero conclusi in maniera più consona. In secondo luogo proprio attraverso una riabilitazione di Luciano Moggi si nasconde la volontà di ribadire l’aperto contrasto con i vertici dello sport nazionale, in piena balia di poteri mediatici, politici ed economici e non in grado di garantire in alcun modo quel ricambio gestionale tanto sbandierato all’avvento di una calciopoli in grado di distruggere esclusivamente la squadra campione d’Italia a fronte di ben più gravi scandali e complotti. In questo senso il recente, strisciante, tentativo di una revisione dei parametri per l’iscrizione al prossimo campionato volte a tutelare squadre dalla gestione finanziaria dubbia sarebbe la goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso, chiaro segnale di una pressochè nulla volontà di rinnovamento a fronte di una restaurazione sistematica che vede personaggi coinvolti in calciopoli ritornare lentamente agli antichi posti di potere. Fonti sempre vicine alla società parlano di un netto contrasto all’interno della proprietà stessa, con John Elkann e Montezemolo più propensi a un rinnovamento di posizione netta nei confronti di Moggi, lasciavano presagire quelli che si sono rivelati segnali chiari di un riavvicinamento possibile portatore di quello che sarebbe considerato uno schiaffo morale all’intero sistema che ha partorito il mostro calciopoli. Un ragazzo come Lapo, che ha affrontato le sue disavventure con la forza e la caparbietà dei grandi, vuole fortemente lasciare il segno e riportare la Juventus in tempi brevissimi al successo, ma soprattutto vuole che l’immagine della società venga riabilitata, specie a fronte delle grosse e corpose notizie provenienti da Milano che segnalerebbero sempre di più la presenza di inquietanti anomalie riguardo alla gestione delle intercettazioni telefoniche, anomalie che a tempo debito furono segnalate dallo stesso Luciano Moggi, e che a fronte dei recenti sviluppi della giustizia ordinaria e sportiva, potrebbero, anche se solo in parte, ridurre notevolmente il quadro accusatorio nei confronti del mago del calcio.
Da parte sua Luciano tace, forse ancora ferito nell’orgoglio per essere stato usato come parafulmine, forse per discrezione e rispetto a fronte del dramma che aveva colpito la famiglia Elkann. Il divario generazionale che separa lui da Lapo costituisce certamente un ostacolo, anche se non insormontabile, per una conciliazione che sarebbe vista anche come un modo per ricompattare l’intera tifoseria juventina contro il sistema calcio. Eppure l’anima dichiaratamente juventina, l’orgoglio di un ultimo assalto al mondo che tanto gli ha dato e che alla fi ne tutto gli ha tolto, la possibilità di tornare ancora una volta vincente e ottenere una rivalsa clamorosa, potrebbero spingerlo a un riavvicinamento certamente non facile, ma ricco di significati.
Le offerte per Moggi non mancano, ultima in ordine di tempo quella di Urbano Cairo, e addirittura si paventa a fronte di una forte riduzione della squalifi ca la possibilità di entrare in ruolo di uomo ombra all’interno della federcalcio, con l’intento di ristabilire non tanto una supremazia personale, quanto un equilibrio di poteri al momento fortemente sbilanciato verso un duopolio pericoloso, potenzialmente in grado di influenzare, se incotrastato, i destini del calcio per i prossimi dieci anni.
Il dado è tratto, e il processo di riavvicinamento che settimana scorsa sembrava solo un’aleatoria ipotesi, ha subito un'improvvisa accelerata che solo fattori esterni potrebbe rallentare, ma che molto probabilmente porterà al termine dei vari processi, a un binomio Moggi - Elkann rinforzato dalle passate traversie e in grado di riportare la Juventus a un progetto supervisionato dalla esperta mano dell’uomo di Monticiano ma che avrebbe proprio nella passione e nella volontà di Lapo Elkann un punto di forza, a fronte di una rinnovata etica operativa volta a lanciare ancora la Juventus a un primato che l’intero mondo del calcio ad oggi non è in grado di aspirare: quello di un etica dello sport.
Questo è uno dei "pezzi forti" pubblicati sul nuovo numero di Nsb. Un retroscena esclusivo che il ns Graziano Campi è riuscito è riuscito a raccogliere attraverso fonti molto attendibili. Leggete e diteci cosa ne pensate.
1 commento:
Magari avvenisse! Sai che skiaffone a quel mafioso di Guido Rossi ed al suo compare Dentimarci?
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