lunedì, marzo 12, 2007

LA FAMOSA PRATICA CO.MO.

Pratica Garden=Pratica CoMo (Compagine Moggiana)


A10) Le potenzialità dei settore Securitv della Telecom - l'applicativo Radar e gli altri sistemi similari disponibili in Telecom

E’ necessario a questo punto fare cenno a quanto emerge dalle indagini in ordine all'esistenza, presso il gruppo Telecom, di alcuni sistemi in grado di fornire datì sensibili, quali ad esempio i dati personali relativi agli utenti di telefonia, le utenze in loro uso, o i relativi tabulati telefonici, senza che nel contempo rimanesse traccia alcuna di chi aveva effettuato l'accesso alla relativa Banca dati e, neanche a dirlo, senza che ciò fosse avvenuto in forza di un provvedimento emesso dall'Autorità giudiziaria.

L'argomento appare di particolare rilevanza e delicatezza.

Di particolare rilevanza, perché sistemi quali quelli sopra delineati hanno enormi capacità di invadere la privacy delle persone, ed eversive del principio di segretezza sancito dalla Costituzione e dalle leggi vigenti a tutela delle comunicazioni, privacy limitabile solo in presenza di rigidi presupposti di legge e di un contestuale provvedimento motivato dell’ A.G. procedente.

… telefonica disposte dall'A.G., di avere un numero indeterminato di informazioni coperte da segreto d'ufficio, senza che di ciò rimanga, traccia alcuna, e senza possibilità di individuare l'artefice di tali intrusioni.

Dei sistemi che si presterebbero ad usi distorti dalle potenzialità infinite (non a caso la presente indagine ha sfiorato, ed in alcuni casi toccato altre recenti e delicatissime indagini che hanno visto coinvolti i Servizi segreti italiani e stranieri, ed hanno svelato la possibilità di indagini parallele svolte da parte dei diversi organi dello Stato); sistemi che avrebbero il pregio di essere difficilmente svelabili, se non altro perché i possibili utilizzatori avrebbero a loro disposizione anche la possibilità di conoscere preventivamente, e proprio attraverso quei sistemi, l’esistenza di eventuali intercettazioni telefoniche a loro carico.

Di particolare delicatezza, perché si tratta di indagini tutt'ora in corso, in continua evoluzione, e che stanno gradualmente svelando situazioni, fatti, soggetti in vario modo coinvolti.

Ove non si tenesse conto di tale stato di cose, e del fatto che il naturale processo di acquisizione del materiale probatorio non si è ancora concluso, e non è stato quindi possibile adeguatamente verificare e ponderare i dati che vanno via via emergendo, si potrebbe arrivare a conclusioni affrettate se non addirittura errate. Conclusioni che potrebbero coinvolgere soggetti che sono o del tutto incolpevoli, o comunque semplicemente partecipi di un meccanismo illegale ideato e creato da altri, utilizzato indistintamente da molti, e che è comunque noto e partecipato da più persone, a vario titolo inserite in organismi dello Stato o delle aziende coinvolte.

E' il caso del sistema Radar, al quale il Pm dedica un intero paragrafo della sua richiesta cautelare, richiesta materialmente redatta quando ancora non erano stati raccolti alcuni elementi di conoscenza (parte dei quali sono stati portati alla conoscenza di questo giudice nei giorni scorsi) in ordine all'esistenza di altri sistemi che consentirebbero di ottenere risultati analoghi a quello sopra indicato con il termine Radar.

Un sistema, quello Radar, al quale non si potrà comunque non fare riferimento, non solo perché la condotta, di "utilizzazione dei dati relativi al traffico storico di utenze Tim attinti attraverso l'applicativo Radar", viene espressamente contestata, nel capo a) dell'imputazione agli organizzatori ed ai promotori dell'associazione a delinquere ivi delineata. Ma anche perché all'esistenza di dati acquisiti attraverso quello specifico applicativo si farà riferimento nel capitolo C4), allorché si analizzeranno alcune delle pratiche rinvenute nel DVD sequestrato a Cipriani, e si evidenzierà come, rispetto a tali
pratiche, e ad alcuni dei soggetti destinatari delle investigazioni, risultino effettuati anche degli accertamenti "illegali" sulla intestazione e disponibilità di utenze, e sul relativo traffico telefonico.

E’ ormai dato acquisito, peraltro, che quello Radar è solo uno dei sistemi esistenti in Telecom per effettuare attività che, per legge, sarebbero state, se del caso, di competenza esclusiva dell’A.G..

Ciò significa che, mentre all'epoca del deposito della richiesta di misura cautelare, emergeva dagli atti quasi esclusivamente l'esistenza del sistema Radar il cui utilizzo, secondo le dichiarazioni rese e dalla Plateo e da Ghioni, rispettivamente collaboratrice alle dirette dipendenze la prima, e successore il secondo, di Adamo Bove, era sostanzialmente da ricondurre a richieste espresse dello stesso Bove, o se del caso di Tavaroli, oggi molte di più sono le informazioni raccolte, e al vaglio degli inquirenti, sull'esistenza di "sistemi analoghi", e sul fatto che anche altri soggetti posti al vertice del settore Security di Telecom avevano la disponibilità di quei sistemi.

Si è appreso in particolare che molti potrebbero essere i soggetti partecipi, o comunque a conoscenza dei sistemi "illegali" di acquisizione di dati e di informazioni, o di intercettazioni di comunicazioni, all'interno di Telecom, e che tra questi vi era certamente anche Fabio Ghioni. E quest'ultimo, allorché è stato accusato da Bernardini di avere svolto per conto di Tavaroli azioni piratesche medianti accessi abusivi contro i sistemi informatici altrui, nonché intercettazioni telematìche e azioni di controllo dei dipendenti tramite video sorveglianza, pur negando tutto ciò nel corso del suo interrogatorio del 31.8.06, ha confermato l'esistenza di sistemi di tal genere. Sistemi che sarebbero stati creati ed ideati dal Tavaroli. Ghioni, inoltre, ha rivelato l'esistenza di un meccanismo che consentiva, in relazione a certi numeri telefonici ritenuti di "interesse", di sapere preventivamente se essi fossero oggetto di intercettazioni telefoniche da parte dell'A.G., così da poter avvisare i relativi usuari.

Ecco allora che sulle dichiarazioni rese da Ghioni, in particolare ad suo esame testimoniale del 10.7.06 (cfr atti in faldone 7), dichiarazioni integralmente confermate dal prevenuto in sede di interrogatorio, sui riferimenti che lo stesso Ghioni ha fatto ad Adamo Bove, è doveroso allo stato non prospettare ipotesi, ed attendere la conclusione delle indagini.

In questa sede, ai fini del presente provvedimento, è piuttosto necessario limitarsi a prendere atto di quanto da Ghioni è stato riferito, e poi confermato dalla Plateo, in particolare in merito alle seguenti circostanze :

- che egli nulla sapeva in ordine alle richieste di acquisizione di tabulati provenienti dai Servizi, e che a tale proposito era necessario chiedere alla Plateo, sua collaboratrice, che gli aveva riferito di richieste di Bove in tal senso, richieste che sarebbero state soddisfatte attraverso il sistema RADAR;
- per quel che riguarda il "sistema Magistratura” di avere appreso dalla Plateo trattarsi di un sistema attraverso il quale vengono forniti tabulati telefonici in base ai decreti emessi dalla AG., ma che è però possibile acquisire i tabulati anche senza decreto dell’A.G.;
- di aver riferito, in ordine al sistema Magistratura, al Dr. Bracco, nuovo direttore Security dal marzo 2006, e che dieci giorni dopo la sua segnalazione a Bracco egli era stato trasferito a Roma a un centro servizio Sicurezza Fisica che, per come capì lui, era l'anticamera del licenziamento;
- che il Dr. Bracco gli avrebbe riferito che era stato Bove a chiedere il suo trasferimento, perché non lo voleva nella Security;
- che poco dopo quei fatti venne fatta un'ispezione dal Garante per la privacy in Telecom, e che lui venne a sapere dal dr. Cantone, capo sistemi informativi Telecom, e dal Dr. Cappuccio, responsabile del settore legale, che al Garante non erano stati indicati, nell'elenco contenente la lista dei sistemi di acquisizione dei tabulati, tanto il sistema Radar che quello Magistratura, e cioè i sistemi che non consentono di individuare (come è invece per gli altri) chi effettua la richiesta dei tabulati), sistemi che erano comunque conosciuti, prima della visita del Garante, da alcuni dirigenti all'interno di Telecom;
- di aver saputo da Cappuccio che Bracco, quando seppe cosa era stato detto al Garante, si allarmò, visto che si aspettava che gli venisse detto tutto, e che a seguito di ciò egli venne incaricato di analizzare il sistema RADAR e di presentare un'autodenuncia alla A.G. per rivelare l'esistenza di tali sistemi;
- di avere riconosciuto gli allegati alla memoria presentata dal difensore, per conto di Telecom, come quelli da lui redatti sui sistemi sopra indicati, a seguito dell'incarico conferitogli;
- che la Plateo gli avrebbe raccontato di avere dato tabulati estrapolati attraverso Radar a persone preannunciate da Bove, e che accedevano al suo ufficio in tarda serata, e che si trattava di accertamenti su arabi legati alla vicenda di ABU OMAR.

Non è necessario, e non è allo stato possibile, effettuare valutazioni sulla attendibilità o meno delle richiamate indicazioni. Si tratta di affermazioni che vanno verificate, anche perché non smentibili da uno dei protagonisti di queste vicende, Adamo Bove, recentemente tragicamente scomparso in circostanze che sono ancora oggetto di indagine.

Come detto ciò che interessa in questa sede, ai fini di valutare la gravita delle condotte tenute dai singoli indagati, e la conseguente rilevanza penale delle stesse, è il quadro complessivo. E non vi è dubbio che le indicazioni del Ghioni sopra richiamate sono utili per completare detto quadro.

Un quadro allarmante, che non solo consentiva di effettuare delle investigazioni parallele a quelle legali, ma che permetteva di svelare, rivelare o addirittura by-passare le investigazioni legali attraverso meccanismi nella disponibilità di taluni soggetti inseriti nel settore Security di Telecom e/o di Pirelli.
Tra tali soggetti vi era certamente, al vertice. Giuliano Tavaroli. Egli ne era anzi l'artefice, l'ideatore, il manovratore.
Ma non è certamente stato l'unico a giovarsene, o ad utilizzarlo per fini apparentemente propri dell’azienda, ma in realtà del tutto estranei alla stessa, se non addirittura eversivi.

Solo le successive indagini ed i necessari approfondimenti consentiranno di capire chi, e per quali motivi, partecipasse a tale sistema illegale.

E' con queste doverose precisazioni che si riporta di seguito quanto argomentato nello specifico, in ordine al sistema Radar, dal Pm nella richiesta depositata in data 25.7.06 :

".......Ulteriore elemento sulla strumentalizzazione della Security del Gruppo Pirelli Telecom diretta e coordinata dal Tavaroli per il perseguimento dei fini dell'associazione per delinquere oggetto della presente indagine si desume dalla recente comunicazione all'A.G. da parte del General Consul del gruppo Telecom riguardante la "scoperta" di un sistema (denominato RADAR) utilizzato dalla Security per il rilevamento di dati telefonici senza lasciare alcuna traccia.
Il sistema, messo in esercizio almeno sin dal 1999 è stato sviluppato per fornire supporto all'analisi antifrode e progressivamente adattato e calibrato secondo le varie offerte commerciali TIM: Il sistema era ritenuto particolarmente incisivo nell'individuazione e prevenzione di frodi condotte a danno della società, per l'attualità di dati che vengono trattati e per la elevata celerità dell'elaborazione. La frode viene in sintesi rilevata nel momento in cui la stessa è perpetrata e non a posteriori. Dalle attività di verifica e controllo dell'AUDITING TELECOM emergeva però che l'architettura del sistema non permetteva il tracciamento delle operazioni compiute dall'utente abilitato al sistema e tale tracciamento risulta essere stato introdotto solamente nel 2005. Il meccanismo di tracciamento non è centralizzato a sistema, con la conseguenza che il tracciamento dell'operazione è rimesso alla discrezionalità dell'utente.. Qualsiasi limitazione nell'accesso al trattamento dei dati con l'applicativo RADAR sfugge pertanto a precise regole (ved. nota depositata il 6.6.2006 da Francesco CHIAPPETTA – General Counsel del Gruppo TELECOM)
La particolarità, giustificata per l'efficacia nella repressione delle frodi, è già stata censurata dall'Autority competente. Desta ulteriore allarme quanto riferito alla AG da Fabio GHIONI, in ordine all'esistenza presso TELECOM di altri quattro sistemi (tra cui quello denominato MAGISTRATURA o CIRCE) che permettono l'acquisizione, anche illecita di tabulati, senza lasciare alcuna traccia e, per quanto riguarda il programma CIRCE, anche senza inserire il numero di decreto del P.M. (ved. dichiarazioni di Fabio GHIONI del 10.7.2006)

. . La scoperta, tuttavia, appare di notevole rilievo nella presente indagine perché spiega l'assenza dai dossier rinvenuti in possesso del Cipriani dei dati estrapolati a seguito della consultazione dei tabulati telefonici, in realtà coloro che dall'Interno della struttura di Telecom delegavano le investigazioni illecite al Cipriani procedevano attraverso tale sistema ad acquisire quanto di loro interesse direttamente senza lasciar alcuna traccia. L'utilizzo illecito è risultato confermato dall'audizione (Comunicazione CC.N°92/12-2-244-2004 di profilo del 22/06/2006) della Dr.ssa PLATEO Caterina, appartenente all'ufficio security milanese di TELECOM ITALIA s.p.a.. La stessa, in merito alle attribuzioni svolte nell'ambito dell'azienda telefonica indicata nonché della società T.I.M. in Roma ha dichiarato in data 14.6.06:
“Non potendo stampare, come detto, i dati estrapolati da RADAR (numeri chiamanti e chiamati con relativi intestatari) ero costretta a riportarli prima manualmente e poi a ricopiarli sul PC consegnavo tali dati al mio responsabile, ovvero il Dr. BOVE. Ad un certo punto cominciai a nutrire delle perplessità circa le richieste del Dr. BOVE su elaborazioni dati, in particolare per quelle che mi venivano fatte telefonicamente o su biglietti manoscritti dì carta per utenze che risultavo poi in contatto con personaggi del mondo dello spettacolo, dello sport o di enti, quali il Banco di Roma. A causa di tali perplessità ho iniziato a conservare copia od origìnalì delle richieste e degli elaborati, anche se non di tutte. Ho conservato per mia eventuale tutela tali documenti (…)Aggiungo che le mie perplessità erano sorte anche per il fatto che mentre per le richieste fatte con regolare pratica ben potevo capire chi era il richiedente e quindi il destinatario dei mìei elaborati, ciò non accadeva per le richieste fatte da Bove telefonicamente o su pezzettinì di carta."
Insospettita per la richiesta continua di accertamenti con quel particolare sistema, anche in relazione a nominativi di personaggi noti del mondo della finanza, dello spettacolo e del calcio, la Plateo si era quindi cautelata, annotando parte di quanto richiesto dal TAVAROLI e di quanto a questi consegnato anche in più occasioni. A verbalizzazione ultimata la dr.ssa PLATEO ha fornito alla Polizia Giudiziaria la documentazione di cui aveva conservato copia, che veniva formalmente acquisita agli atti del presente procedimento.
Dai primi riscontri si è potuto verificare che in occasione di una delle operazioni delegate al Cipriani (cd. operazione Garden, sopra menzionata), il cui dossier è stato rinvenuto all'interno del DVD di cui si è antecedentemente trattato, risultano essere stati acquisiti dati relativi ai traffici telefonici delle persone da investigare con il ricorso al sistema RADAR attraverso l'opera della Plateo, secondo quanto dalla stessa annotato per cautelarsi, essendo evidentemente consapevole della natura illecita degli accertamenti che le venivano richiesti. Nel dossier "Operazione Garden", come, prima indicato, compaiono infatti numerosi accertamenti illeciti presso banche dati a carico delle persone fisiche e giuridiche coinvolte nella vicenda. Tra questi figurano MAGGIA Carlo Maria nato a Torino il 16.06.1964, RONCHI Riccardo nato a Santa Margherita Ligure (GE) il 19.05.1963, ROMAGNOLO Alberto nato a Torino il 20.08.1967, ROMAGNOLO Enrico nato a Torino il 24.09.1934, CRAVANZOLA Vittorio nato ad Asti il 01.06.1067, BRONZO Ettore nato a Maglie (LE) il 01.10.1939 e le società ROMAGNOLO SRL sede Torino via Papacino nr.2, STUDIO BRONZO & COMMERCIALISTI ASSOCIATI sede Torino via Calmieri Pietro nr.29, L'OFFICINA DEI GIARDINI SRL sede Torino Strada del Cascinotto nr.28 e la GOLDEN ICE S.S. sede Torino C.so Re Umberto I nr.10.
È quindi emerso che proprio Giuliano TAVAROLI si era procurato presso la TIM (grazie all'interessamento del Dr. Adamo BOVE, addetto alla Security) le utenze cellulari in uso ad alcuni dei soggetti coinvolti, come confermato dalla PLATEO in data 21.06.2006:
" (…) la documentazione che mi mostrate contrassegnata dai progressivi dal 212 al 245 e relativi a visure camerali ed intestatari di utenze TIM di ROMAGNOLO Alberto e ROMAGNOLO s.r.l., da come rammento, sono accertamenti a me assegnati e da me sviluppati tra il 30 ed II 31 Luglio 2003 dal mio responsabile Adamo BOVE. A tal proposito specifico che le visure camerali della società GOLDEN ICE s.s. - O.P.G. s.r.l. e ROMAGNOLO s.r.l. sono state da me spedite a Giuliano TAVAROLI al suo n. di fax 02/85954179, come disposto da Adamo; per ciò che attiene l'accertamento a terminale CERVED non rammento se in quella data disponevo già dell'abilitazioni In ufficio a tale banca dati. Il giorno dopo ho sviluppato gli intestatari delle utenze telefoniche di interesse, attraverso il codice fiscale e la partita IVA, interessando io (non ricordo ora per quale motivo tecnico non lo abbia fatto personalmente) credo un ragazzo che conosco al POOL A.G. di TIM in Roma, tale Marco MEROLLA. Ho probabilmente fornito i numeri da sviluppare via telefono al ragazzo e lui mi ha inviato i fax con gli intestatari sviluppati, ovvero il n. 06/50637898. Ho consegnato l'elaborato ricevuto direttamente ad Adamo BOVE."

Quanto emerso documenta ancora di più lo stabile accordo tra i soggetti coinvolti nel ricorrere a mezzi e modalità illecite per raggiungere i risultati. Dietro l'apparente incarico a società estere di investigazione si mascherava quindi il comune agire in violazione della legge da parte degli appartenenti alla Security del gruppo Pirelli-Telecom da parte della rete di persone facente capo a Cipriani. L'intreccio e l'accordo sottostante finiva per sfumare l'effettiva qualità professionale di ciascuno perché essenziale si presentava l'esigenza di raggiungere con ogni mezzo anche illecito il risultato prefissato, retribuito con cifre esorbitanti proprio perché l'investigatore altri non era che il riferimento formale di una platea di accoliti dedita alla violazione costante delle leggi penali di tutela della segretezza e della privacy. Particolarmente allarmante è l'aver ideato ed usato illecitamente un sistema di rilevazione dei dati idoneo a commettere abusi di ogni genere, attentando frontalmente ai diritti fondamentali delle persone. Gli ostacoli legali venivano cosi abbattuti non solo attraverso il ricorso permanente alla corruzione di pubblici ufficiali, ma anche dall'interno, creando ed abusando di insidiosi mezzi di rilevamento al riparo da possibili controlli e da futuri accertamenti dell'A.G.. Se la Plateo non avesse avuto la cura di conservare a campione una piccola parte degli illeciti rilevamenti richiestile, nulla sarebbe risultato, a riprova della pericolosità delta rete associativa insediatasi stabilmente negli uffici della Security del gruppo. Si consideri che fino ad epoca recentissima, nonostante le perquisizioni disposte e l'eco che sulla stampa simili vicende hanno avuto, l'uso del sistema Radar è stato accuratamente celato sia all'A.G. che all’Authority….”

Tratto da j1897.com

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