giovedì, febbraio 08, 2007

NEWS DAL NUOVO STADIO DELLA JUVE

Per una volta non parlo di polemiche, ma del tanto atteso progetto che porterà alla nascita del novo stadio bianconero.

Gli ideatori del nuovo impianto bianconero svelano i segreti del progetto.
Gli architetti: « Stadio ideale per il calcio: 9 metri dalla prima fila a bordo campo»
Il più lontano dei tifosi sarà a 30 metri dal terreno, come il più vicino al Delle Alpi. E ci sarà l’effetto “muro di folla” Fassone, direttore marketing: «Studiata sull’affluenza degli ultimi anni la capienza di poco più di 40 mila posti».


TORINO. « Uno stadio per il calcio, pen­sato da appassionati di calcio per appas­sionati di calcio » . Sono le parole di un ar­chitetto, non di un cantante, ma suonano lo stesso come musica alle orecchie dei tifosi della Juventus, che sognano da tempo un nuovo impianto dove poter ve­dere la loro squadra, non intuirla da lon­tano. E le misure sono ancora più elo­quenti: « Gli occhi dello spettatore della prima fila disteranno circa nove metri dalla linea laterale o da quella di fondo. E’ il minimo per ragioni di sicurezza. Mentre il più lontano sarà a circa 30/ 31 metri dal terreno di gioco » . Per intender­si, l’attuale stadio Delle Alpi, dove la Ju­ventus e il Torino hanno giocato fino a qualche mese fa, lasciano lo spettatore più vicino a circa 30 metri dal campo e circa 60 quello più lontano.
« Fondamentale è stata l’eliminazione della pista d’atletica, ma anche l’orienta­mento delle tribune e il fatto che ci sia un solo anello avvicinano il pubblico al campo. Il progetto nasce con questa filo­sofia: uno stadio funzionale per il tifoso e per un suo sfruttamento oltre all’evento partita. La prima esigenza è puramente tecnica e per andarle incontro abbiamo sfruttato anche la nostra esperienza di tifosi e appassionati di sport. Andiamo anche noi allo stadio e sappiamo come per un tifoso sia importante sentirsi vici­no e coinvolto nella partita » , lo garantisce Eloy Suarez ( nomen est omen...) dello Studio Shesa, che insieme con l’architet­to Gino Zavanella, ha firmato il proget­to per il “ nuovo Delle Alpi”. Impianto an­cora senza nome, in attesa che un muni­fico sponsor voglia metterci il suo dietro congruo pagamento, una pratica ormai diffusissima e nota con la parolaccia di naming rights ( diritti di nome).
Non ha ancora un nome, ma ha già un fitto elenco di servizi previsti per allieta­re il tifoso e non solo lui. « Sarà una strut­tura che vivrà sette giorni su sette. E’ per questo che l’abbiamo pensata in modo flessibile: ci saranno i centri commercia­li, le palestre, i ristoranti... Si potrà pas­sare l’intera giornata della partita nello stadio, oppure andarci anche quando non si gioca » . L’idea è mutuata dai più mo­derni stadi europei: « Ci siamo ispirati al­l’Inghilterra e alla Germania, abbiamo viaggiato molto con lo staff della Juven­tus, abbiamo visto insieme gli stadi più moderni e abbiamo cercato di rubare il meglio ad ognuno di essi » . Così è nata la nuova casa bianconera, che verrà edifi­cata nel corso dei prossimi tre anni. « Non è una struttura complicata da costruire e il fatto di non dover ristrutturare il vec­chio impianto, ma farne nascere uno nuo­vo, semplifica notevolmente i lavori » .
La Juventus pensa di poterci giocare la prima partita nella stagione 2011- 2012: ovvero fra quattro stagioni, almeno così spiega Marco Fassone, direttore marke­ting della Juventus, che è molto pruden­te: « I lavori inizieranno non appena ci sarà il via libera per gli Europei del 2012 e, ovviamente, dovranno finire in tempo per la manifestazione » .
E proprio per ospitare almeno i quarti di finale di Euro2012, la capienza è stata prevista nel numero di 42.000 spettatori ( esigenza minima dettata dall’Uefa): « Ma la dimensione dello stadio l’abbiamo cal­colata sulla base dell’affluenza negli ul­timi anni. Al Delle Alpi, in media, ci sono stati 28.000 spettatori, che arrivano a 30mila considerando anche i biglietti ri­servati a sponsor e media. Si sono tocca­te le 50mila presenze solo in occasione delle sfide contro il Milan o l’Inter, oppu­re per certi big match di Champions Lea­gue. Non tutti, però: la Coppa è strana, con le inglesi e le spagnoli si fa il pieno­ne, le tedesche non esaltano i nostri tifo­si... Comunque, i 40mila posti sono con­soni agli standard attuali del club. Nel futuro vedremo, basta pensare che alcu­ni stadi inglesi, come quello di Manche­ster sono stati ampliati anche tre volte » . La nuova scatola magica della Juven­tus sarà comunque grande due volte l’O­limpico dove gioca in questo momento e sarà in assoluto lo stadio più moderno d’Italia. Anche per quanto riguarda la si­curezza: « Abbiamo ragionato molto su questo aspetto, cercando di creare un im­pianto che potesse aiutare il lavoro delle Forze dell’ordine » , spiega Suarez, che im­magina il nuovo stadio come un edificio « identificante » per la città. « Sarà sicura­mente molto riconoscibile e speriamo di­venti una struttura che possa connotare Torino » . Bianca e metallica di giorno, multicolore di notte grazie alle pareti mi­croforate e dotate di led luminosi con i quali sarà possibile riprodurre scritte, immagini e colori. Altrimenti che scatola magica sarebbe.


Non avevo dubbi che la prima società a fare un tale salto di qualità e ad adeguarsi al modello inglese fosse proprio la Juventus. Anche per questo sono sempre più...


FIERO DI ESSERE BIANCONERO



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