Per una volta non parlo di polemiche, ma del tanto atteso progetto che porterà alla nascita del novo stadio bianconero.
Gli ideatori del nuovo impianto bianconero svelano i segreti del progetto.
Gli architetti: « Stadio ideale per il calcio: 9 metri dalla prima fila a bordo campo»
Il più lontano dei tifosi sarà a 30 metri dal terreno, come il più vicino al Delle Alpi. E ci sarà l’effetto “muro di folla” Fassone, direttore marketing: «Studiata sull’affluenza degli ultimi anni la capienza di poco più di 40 mila posti».
TORINO. « Uno stadio per il calcio, pensato da appassionati di calcio per appassionati di calcio » . Sono le parole di un architetto, non di un cantante, ma suonano lo stesso come musica alle orecchie dei tifosi della Juventus, che sognano da tempo un nuovo impianto dove poter vedere la loro squadra, non intuirla da lontano. E le misure sono ancora più eloquenti: « Gli occhi dello spettatore della prima fila disteranno circa nove metri dalla linea laterale o da quella di fondo. E’ il minimo per ragioni di sicurezza. Mentre il più lontano sarà a circa 30/ 31 metri dal terreno di gioco » . Per intendersi, l’attuale stadio Delle Alpi, dove la Juventus e il Torino hanno giocato fino a qualche mese fa, lasciano lo spettatore più vicino a circa 30 metri dal campo e circa 60 quello più lontano.
« Fondamentale è stata l’eliminazione della pista d’atletica, ma anche l’orientamento delle tribune e il fatto che ci sia un solo anello avvicinano il pubblico al campo. Il progetto nasce con questa filosofia: uno stadio funzionale per il tifoso e per un suo sfruttamento oltre all’evento partita. La prima esigenza è puramente tecnica e per andarle incontro abbiamo sfruttato anche la nostra esperienza di tifosi e appassionati di sport. Andiamo anche noi allo stadio e sappiamo come per un tifoso sia importante sentirsi vicino e coinvolto nella partita » , lo garantisce Eloy Suarez ( nomen est omen...) dello Studio Shesa, che insieme con l’architetto Gino Zavanella, ha firmato il progetto per il “ nuovo Delle Alpi”. Impianto ancora senza nome, in attesa che un munifico sponsor voglia metterci il suo dietro congruo pagamento, una pratica ormai diffusissima e nota con la parolaccia di naming rights ( diritti di nome).
Non ha ancora un nome, ma ha già un fitto elenco di servizi previsti per allietare il tifoso e non solo lui. « Sarà una struttura che vivrà sette giorni su sette. E’ per questo che l’abbiamo pensata in modo flessibile: ci saranno i centri commerciali, le palestre, i ristoranti... Si potrà passare l’intera giornata della partita nello stadio, oppure andarci anche quando non si gioca » . L’idea è mutuata dai più moderni stadi europei: « Ci siamo ispirati all’Inghilterra e alla Germania, abbiamo viaggiato molto con lo staff della Juventus, abbiamo visto insieme gli stadi più moderni e abbiamo cercato di rubare il meglio ad ognuno di essi » . Così è nata la nuova casa bianconera, che verrà edificata nel corso dei prossimi tre anni. « Non è una struttura complicata da costruire e il fatto di non dover ristrutturare il vecchio impianto, ma farne nascere uno nuovo, semplifica notevolmente i lavori » .
La Juventus pensa di poterci giocare la prima partita nella stagione 2011- 2012: ovvero fra quattro stagioni, almeno così spiega Marco Fassone, direttore marketing della Juventus, che è molto prudente: « I lavori inizieranno non appena ci sarà il via libera per gli Europei del 2012 e, ovviamente, dovranno finire in tempo per la manifestazione » .
E proprio per ospitare almeno i quarti di finale di Euro2012, la capienza è stata prevista nel numero di 42.000 spettatori ( esigenza minima dettata dall’Uefa): « Ma la dimensione dello stadio l’abbiamo calcolata sulla base dell’affluenza negli ultimi anni. Al Delle Alpi, in media, ci sono stati 28.000 spettatori, che arrivano a 30mila considerando anche i biglietti riservati a sponsor e media. Si sono toccate le 50mila presenze solo in occasione delle sfide contro il Milan o l’Inter, oppure per certi big match di Champions League. Non tutti, però: la Coppa è strana, con le inglesi e le spagnoli si fa il pienone, le tedesche non esaltano i nostri tifosi... Comunque, i 40mila posti sono consoni agli standard attuali del club. Nel futuro vedremo, basta pensare che alcuni stadi inglesi, come quello di Manchester sono stati ampliati anche tre volte » . La nuova scatola magica della Juventus sarà comunque grande due volte l’Olimpico dove gioca in questo momento e sarà in assoluto lo stadio più moderno d’Italia. Anche per quanto riguarda la sicurezza: « Abbiamo ragionato molto su questo aspetto, cercando di creare un impianto che potesse aiutare il lavoro delle Forze dell’ordine » , spiega Suarez, che immagina il nuovo stadio come un edificio « identificante » per la città. « Sarà sicuramente molto riconoscibile e speriamo diventi una struttura che possa connotare Torino » . Bianca e metallica di giorno, multicolore di notte grazie alle pareti microforate e dotate di led luminosi con i quali sarà possibile riprodurre scritte, immagini e colori. Altrimenti che scatola magica sarebbe.
Gli ideatori del nuovo impianto bianconero svelano i segreti del progetto.
Gli architetti: « Stadio ideale per il calcio: 9 metri dalla prima fila a bordo campo»
Il più lontano dei tifosi sarà a 30 metri dal terreno, come il più vicino al Delle Alpi. E ci sarà l’effetto “muro di folla” Fassone, direttore marketing: «Studiata sull’affluenza degli ultimi anni la capienza di poco più di 40 mila posti».
TORINO. « Uno stadio per il calcio, pensato da appassionati di calcio per appassionati di calcio » . Sono le parole di un architetto, non di un cantante, ma suonano lo stesso come musica alle orecchie dei tifosi della Juventus, che sognano da tempo un nuovo impianto dove poter vedere la loro squadra, non intuirla da lontano. E le misure sono ancora più eloquenti: « Gli occhi dello spettatore della prima fila disteranno circa nove metri dalla linea laterale o da quella di fondo. E’ il minimo per ragioni di sicurezza. Mentre il più lontano sarà a circa 30/ 31 metri dal terreno di gioco » . Per intendersi, l’attuale stadio Delle Alpi, dove la Juventus e il Torino hanno giocato fino a qualche mese fa, lasciano lo spettatore più vicino a circa 30 metri dal campo e circa 60 quello più lontano.
« Fondamentale è stata l’eliminazione della pista d’atletica, ma anche l’orientamento delle tribune e il fatto che ci sia un solo anello avvicinano il pubblico al campo. Il progetto nasce con questa filosofia: uno stadio funzionale per il tifoso e per un suo sfruttamento oltre all’evento partita. La prima esigenza è puramente tecnica e per andarle incontro abbiamo sfruttato anche la nostra esperienza di tifosi e appassionati di sport. Andiamo anche noi allo stadio e sappiamo come per un tifoso sia importante sentirsi vicino e coinvolto nella partita » , lo garantisce Eloy Suarez ( nomen est omen...) dello Studio Shesa, che insieme con l’architetto Gino Zavanella, ha firmato il progetto per il “ nuovo Delle Alpi”. Impianto ancora senza nome, in attesa che un munifico sponsor voglia metterci il suo dietro congruo pagamento, una pratica ormai diffusissima e nota con la parolaccia di naming rights ( diritti di nome).
Non ha ancora un nome, ma ha già un fitto elenco di servizi previsti per allietare il tifoso e non solo lui. « Sarà una struttura che vivrà sette giorni su sette. E’ per questo che l’abbiamo pensata in modo flessibile: ci saranno i centri commerciali, le palestre, i ristoranti... Si potrà passare l’intera giornata della partita nello stadio, oppure andarci anche quando non si gioca » . L’idea è mutuata dai più moderni stadi europei: « Ci siamo ispirati all’Inghilterra e alla Germania, abbiamo viaggiato molto con lo staff della Juventus, abbiamo visto insieme gli stadi più moderni e abbiamo cercato di rubare il meglio ad ognuno di essi » . Così è nata la nuova casa bianconera, che verrà edificata nel corso dei prossimi tre anni. « Non è una struttura complicata da costruire e il fatto di non dover ristrutturare il vecchio impianto, ma farne nascere uno nuovo, semplifica notevolmente i lavori » .
La Juventus pensa di poterci giocare la prima partita nella stagione 2011- 2012: ovvero fra quattro stagioni, almeno così spiega Marco Fassone, direttore marketing della Juventus, che è molto prudente: « I lavori inizieranno non appena ci sarà il via libera per gli Europei del 2012 e, ovviamente, dovranno finire in tempo per la manifestazione » .
E proprio per ospitare almeno i quarti di finale di Euro2012, la capienza è stata prevista nel numero di 42.000 spettatori ( esigenza minima dettata dall’Uefa): « Ma la dimensione dello stadio l’abbiamo calcolata sulla base dell’affluenza negli ultimi anni. Al Delle Alpi, in media, ci sono stati 28.000 spettatori, che arrivano a 30mila considerando anche i biglietti riservati a sponsor e media. Si sono toccate le 50mila presenze solo in occasione delle sfide contro il Milan o l’Inter, oppure per certi big match di Champions League. Non tutti, però: la Coppa è strana, con le inglesi e le spagnoli si fa il pienone, le tedesche non esaltano i nostri tifosi... Comunque, i 40mila posti sono consoni agli standard attuali del club. Nel futuro vedremo, basta pensare che alcuni stadi inglesi, come quello di Manchester sono stati ampliati anche tre volte » . La nuova scatola magica della Juventus sarà comunque grande due volte l’Olimpico dove gioca in questo momento e sarà in assoluto lo stadio più moderno d’Italia. Anche per quanto riguarda la sicurezza: « Abbiamo ragionato molto su questo aspetto, cercando di creare un impianto che potesse aiutare il lavoro delle Forze dell’ordine » , spiega Suarez, che immagina il nuovo stadio come un edificio « identificante » per la città. « Sarà sicuramente molto riconoscibile e speriamo diventi una struttura che possa connotare Torino » . Bianca e metallica di giorno, multicolore di notte grazie alle pareti microforate e dotate di led luminosi con i quali sarà possibile riprodurre scritte, immagini e colori. Altrimenti che scatola magica sarebbe.
Non avevo dubbi che la prima società a fare un tale salto di qualità e ad adeguarsi al modello inglese fosse proprio la Juventus. Anche per questo sono sempre più...
FIERO DI ESSERE BIANCONERO
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