Bilanci falsi, si indaga su Moratti
Plusvalenze fittizie per i «buchi». La società: possiamo contrapporre buoni argomenti tecnici.
MILANO — Divisi nella fortuna calcistica (uno arranca ametà classifica, l’altro inanella record in testa) ma uniti nella disavventura giudiziaria: non soltanto il vicepresidente del Milan, Adriano Galliani,ma anche il presidente dell’Inter, Massimo Moratti, sono indagati dalla Procura di Milano per l’ipotesi di falso nei bilanci delle loro squadre, negli anni in cui nel mondo del calcio era diffusa pratica contabile ripianare i debiti e abbellire i conti attraverso scambi di giocatori a prezzi «gonfiati». Plusvalenze fittizie per coprire «buchi» veri.
Con un neo in più, però, per i nerazzurri di Moratti (firmatario del bilancio 2003), dell’attuale vicepresidente e amministratore delegato 1999-2003, Rinaldo Ghelfi, e dell’ex amministratore delegato Mauro Gambaro: e cioè il fatto che, secondo i calcoli della GdF e della Procura, senza il «doping amministrativo» dei bilanci nerazzurri, l’Inter non sarebbe riuscita a rientrare nei parametri previsti e perciò non avrebbe potuto iscriversi al campionato di calcio della stagione 2004-05, conclusa al terzo posto.
Se la difesa del Milan ha già più volte argomentato la regolarità dei bilanci rossoneri, ora lo staff dell’Inter, pur ribadendo rispetto e assoluta fiducia nell’operato della magistratura, conta nel prosieguo dell’inchiesta di poter ugualmente far valere buoni argomenti da contrapporre a quelli dell’accusa, in un procedimento che si giocherà molto su valutazioni tecniche. Ma intanto anche le due società, intese come persone giuridiche, vengono indagate dal pm Carlo Nocerino in base alla legge 231 del 2001 sulla responsabilità amministrativa delle società per reati commessi da propri dirigenti nell’interesse aziendale: una prospettiva foriera di maxisanzioni pecuniarie nel caso di modelli organizzativi carenti o assenti, e comunque forse più insidiosa (perché quasi senza prescrizione) persino del versante personale penale, dove invece l’ipotesi contestata a Moratti e Galliani è assai probabile si infranga nei brevi termini di prescrizione contemplati dalle norme sul falso in bilancio.
Lo sviluppo milanese, che giunge dopo una richiesta di proroga delle indagini, è uno dei tanti filoni originati in tutta Italia dall’inchiesta-madre della Procura di Roma (nutritasi anche della denuncia pubblica dell’ex presidente del Bologna, Gazzoni Frascara) sul fenomeno delle operazioni «incrociate» per fare il maquillage ai bilanci delle squadre, tramite l’inserimento in contabilità delle plusvalenze apparentemente generate dalla cessione di giocatori ipervalutati: scambi di «campioni di carta», in teoria contesi a suon di milioni dai maggiori club di serie A e B, ma nella realtà spesso poi mandati a giocare nelle serie minori, quasi sempre come «prestito gratuito» a dispetto delle loro teoriche valutazioni da novelli Maradona. Del resto, il meccanismo conveniva a tutti: mentre le plusvalenze (cioè la differenza tra il prezzo di vendita e il prezzo di acquisto) venivano iscritte per intero nel conto economico, producendo così un beneficio immediato per il bilancio in chiusura, il costo dei calciatori comprati veniva ammortato in più esercizi secondo la durata del contratto.
La Procura di Roma ha già chiesto il rinvio a giudizio del presidente della Roma, Franco Sensi, e dell’ex patron della Lazio, SergioCragnotti, dopo aver invece spedito nel resto d’Italia gli atti relativi ad altre squadre. Nel dicembre scorso la magistratura di Genova ha proceduto a carico di 10 dirigenti tra i quali Galliani, il presidente della Sampdoria, Garrone, e il patron del Genoa, Preziosi. E Torino indaga su 41 contratti di calciatori venduti o acquistati dalla Juventus nell’era dell’ex amministratore delegato Antonio Giraudo e di Luciano Moggi.
Ora sono gli inquirenti, coordinati dal pm Francesco Greco, che, dopo aver acquisito il primo aprile 2005 documenti nelle sedi dei due club, contestano cosmesi di bilancio aMilan e Inter. Doppiamente «derby», perché le due società, oltre a ritrovarsi entrambe nei pasticci, per un verso lo sono anche per condotte comuni: l’indagine scandaglia, infatti, anche i rapporti privilegiati (dal punto di vista contabile) tra squadre proverbialmente rivali. Così privilegiati che, a fine campionato 2002-2003, Milan e Inter si sarebbero scambiati otto giocatori senza che essi indossassero mai né la maglia nerazzurra né la casacca rossonera.
Luigi Ferrarella
Giuseppe Guastella fonte: corriere della sera 17-01-2007
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Milan e Inter, plusvalenze nel mirino
MIlano, 17 gennaio 2007 - Una nuova bufera giudiziaria rischia di travolgere nelle prossime settimane Milan e Inter: anche la procura milanese è giunta alle conclusioni delle indagini sulle contabilità truccate dei club calcistici.
In particolar modo, nel mirino del p.m. Carlo Nocerino sono finite le famigerate plusvalenze. Da circa due anni, analizzando con attenzione alcune mosse di mercato, anche il magistrato milanese ha scoperto trucchetti finanziari al limite dei regolamenti.Il materiale raccolto ricostruisce dunque affari onerosissimi siglati attraverso la compravendita di giocatori spesso sconosciuti per ripianare i bilanci e il livello di indebitamento dei club nei confronti del fisco.
Cifre da brividi alla fine del2005, stando a quanto emerge dalle procure di Milano e Roma: 160 milioni di euro per quel che riguarda il Milan, 117 per l' Inter, 220 per la Roma, solo per citare i casi più eclatanti. Il passaggio contemporaneo di Simone Brunelli, Matteo Deinite, Matteo Giordano e Ronny Toma in maglia interista generò una plusvalenza fittizia totale di 11,961 milioni di euro.
In cambio arrivarono a prezzi a dir poco esorbitanti (13,95 milioni) i ragazzi Salvatore Ferraro, Alessandro Livi, Giuseppe Ticli e Marco Varaldi. Ma per il Milan certe operazioni erano (e forse sono) quasi un' abitudine: basti ricordare cosa è successo con il Parma. Marco Donadel, Davide Favar e Mirco Stefani, scambiati con Luca Ferretti, Roberto Massaro e Filippo Porcari hanno garantito 7,892 milioni di plusvalenza.
di Giulio Mola
http://qn.quotidiano.net/art/2007/01/17/5456936
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(MILANO) - Allarme in casa Inter. Lo lancia il senatore di Forza Italia, Maria Burani Procaccini secondo la quale la società neroazzurra richierebbe la B per l'accusa si falso in bilancio: "Se si provera' che l'Inter ha falsificato i bilanci, non si potra' che spedirla in serie B. Non si potranno usare due pesi e due misure, atteso che se venissero provate le accuse circostanziate dalla Procura della Repubblica la stessa Inter non si sarebbe potuta iscrivere al campionato di calcio di serie A del 2004-2005. Adesso -conclude Burani Procaccini- ci aspettiamo inflessibilita' totale".
da calciomercato.it
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IN QUESTO ISTANTE ORE 19.30 CIRCA
Il TG3 Lombardia ha parlato di perquisizioni della Guardia di Finanza alla Saras (la società petrolifera dei Moratti) : la denuncia al momento è contro ignoti... il reato ipotizzato : agiottaggio.
SPECIALE SUL BILANCIO SFONDATO DELL'INTER
Come già detto, in questo particolare aspetto della vita della società di Via Durini, era intervenuta la COVISOC, ma all'epoca c'era un certo ROSSI GUIDO che da buon angioletto...
DA IL SOLE24ORE
Fonte: Informazione online 10/01/2007
All'Inter il primato del deficit: 181,5 milioni
Con un passivo di 181,5 milioni di euro nell'ultima stagione, l'Fc Internazionale stabilisce il primato delle perdite tra le società di calcio italiane. Il risultato emerge dal bilancio consolidato al 30 giugno 2006, predisposto per la prima volta dalla squadra presieduta da Massimo Moratti, ma non divulgato.
Finora era noto il bilancio civilistico dell'Inter, approvato dai soci il 6 novembre. Questo documento dichiara una perdita netta di 31,14 milioni, un deficit contenuto rispetto alle consuetudini del club nerazzurro, reduce da una perdita di 118,7 milioni nel 2004/2005. Il precedente record negativo era del Parma Ac di Calisto Tanzi nel 2002/2003, finito in amministrazione straordinaria con 167,3 milioni di passivo.
Con l'analisi dei conti dell'Inter si apre un'inchiesta del «Sole 24 Ore» sui bilanci delle società di calcio. Conti sempre traballanti, nonostante vengano partoriti nuovi artifici contabili. Dopo la legge salvacalcio, varata nel 2003 e bocciata dall'Ue, le squadre più "intraprendenti" hanno escogitato la rivalutazione e cessione del marchio. Ma si tratta di operazioni in famiglia: la cessione a se stessi.
Questo ha consentito di mettere una toppa (di carta) ai buchi della gestione nei bilanci civilistici, nei quali formalmente vengono ammesse plusvalenze anche se realizzate in famiglia e quindi, in realtà, fasulle.
Anche la Covisoc, la commissione della Figc che vigila sui conti delle squadre, dopo aver tentato l'affondo del rigore l'estate scorsa è stata tollerante sui conti taroccati.
L'Inter ha dichiarato una plusvalenza di 158 milioni a fine 2005 "vendendo" il marchio alla controllata Inter Brand Srl. Nel bilancio civilistico questo guadagno è stato utilizzato per ridurre le perdite. I revisori della Kpmg però hanno storto il naso, con richiami o eccezioni su questa e altre voci del bilancio di Moratti. Tra l'altro — rileva Kpmg — su questa plusvalenza non è stata accantonata l'Irap, che sarebbe di 6,7 milioni e aumenterebbe la perdita finale. Nell'ultimo bilancio l'Inter ha stanziato 111,8 milioni di ammortamenti per assorbire il 35% della svalutazione calciatori fatta con la legge salvacalcio ( per 319,4 milioni totali). Dovrà assorbire i residui 111,8 milioni con il bilancio corrente, al 30 giugno 2007.
Il 9 giugno 2006 l'Inter ha ottenuto da Banca Antonveneta un finanziamento di 120 milioni, dando in pegno il marchio. L'Inter si è impegnata a rispettare parametri economici e finanziari, Moratti si è impegnato «a supportare economicamente e finanziariamente in caso di necessità la società e su tale presupposto è stato redatto il bilancio consolidato», si legge nel documento.
Nel consolidato, che dà una rappresentazione dei conti più realistica, è stata eliminata la plusvalenza di 158 milioni perché infragruppo ed è stato stornato l'ammortamento di 7,9 milioni sui marchi. Questo ha fatto emergere la perdita di 181,5 milioni,anziché di 31 milioni come nel civilistico.
Il costo del personale è di 141,95 milioni, su un valore della produzione di 210,45 milioni, escluse le plusvalenze da calciomercato, pari a 7,5 milioni. Altro indice di fragilità è il patrimonio netto consolidato: a fine giugno era negativo per 122,8 milioni, contro debiti verso banche per 209 milioni (e 35 milioni di liquidità).
Moratti ha appena varato un rafforzamento patrimoniale e un riassetto, attraverso la fusione tra Fc Inter e Inter Capital Srl, la nuova società azionista di controllo del club, costituita il 4 luglio 2006 e posseduta da Internazionale Holding. Con la fusione, approvata ieri dai soci, il club riceverà liquidità per 70milioni, assicurata da un aumento di capitale di Inter Capital per metà già versato da Moratti, il quale aumenta dall'89 al 92% la sua quota nella squadra di calcio.
ULTIME NEWS
Inter: Grassani, c'e' prescrizione
Legale su falso in bilancio, dirigenti invece rischiano
(ANSA) - ROMA, 17 GEN - "Per come la vedo io ci sarebbe la prescrizione".
Cosi' l'avvocato Grassani sull'inchiesta per falso in bilancio da parte dell'Inter.
Il legale, esperto di diritto sportivo, sottolinea che "la cosa puo' essere controversa, pero' la documentazione per quell'anno va presentata nella stagione 2003-04, pertanto l'ipotetico reato sarebbe prescritto". Diverso il discorso per le persone fisiche: la prescrizione scatta dopo 4 anni, e i tempi per eventuali sanzioni sportive ci sarebbero tutti.
DICHIARAZIONE DI VICTOR UCKMAR
(ANSA) - ROMA, 17 gen - ''Sta avvenendo quello che paventavo
sarebbe avvenuto. Dico solo che c'e' un codice penale e
fallimentare, perche' i signori del calcio devono essere
trattati diversamente da un imprenditore delle scarpe? Vanno
puniti''. Victor Uckmar, professore di scienza delle finanze e
presidente della Covisoc fino al 2001, non si sorprende
dell'indagine sui bilanci falsi che ha coinvolto l'Inter e
Massino Moratti. ''Trucchi, sarebbe meglio dire trucconi - dice
il fiscalista - erano all'ordine del giorno. Comportamenti
illeciti a piu' livelli: degli amministratori, del governo del
calcio che ha sempre mostrato un certo lassismo e anche del
governo nazionale''. (ANSA).
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