E' pronto il libro-verità di Moggi
"Voglio giustizia, la gente capirà"
"Sarà un'autentica bomba", garantisce chi l'ha letto in anteprima: verso fine mese sarà in libreria il libro-verità, il primo, di Luciano Moggi. Il capo della cupola, secondo i pm di Napoli, ha deciso di confessarsi. Il libro è stato scritto con un bravo giornalista toscano. Ci sarebbero passaggi importanti della vicenda di Calciopoli. Il libro è di parte, ovviamente. Contiene le verità di Moggi. Quello che lui non ha mai detto ai giudici sportivi, ai quali si è sottratto. Per la verità, una volta si presentò davanti alla Camera di Conciliazione e Arbitrato dello sport e ne disse di tutti i colori. Contro tutti. Peccato che lo staff del prof. on. Pierluigi Ronzani non registrò, né verbalizzò, lo sfogo di Moggi. Peccato, o per fortuna, perché sarebbero partite un sacco di querele. Le mura dello stadio Olimpico quel giorno tremarono. "Io voglio giustizia, la verità piano piano sta venendo a galla in questa storia: si scoprirà in futuro tante cose di altre persone che sono state sinora nell'ombra...". Moggi è scatenato: è stato a Lourdes, è stato intervistato anche da Radio Vaticano. Mai così è stato attivo. Ha pronte anche relazioni su relazioni in merito alle intercettazioni (Telecom). "La gente comincia a capire, si rende conto: questa storia, credetemi, non è per niente finita qui...". Il 15 agosto a Napoli udienza davanti al Gup: si andrà avanti per mesi e mesi. Sarà un maxiprocesso. Per ora accontentiamoci del libro di Lucianone, il capo della Cupola.
Palazzi, la Superprocura e le indagini nel cassetto...
Il superprocuratore della Figc, Stefano Palazzi, ha lavorato anche d'estate: gli organici sono ridotti, forse verranno completati venerdì, ma le pratiche tante. Dopo l'unificazione fra procura e Ufficio indagini c'era da riassegnare i fascicoli: forse un po' di tempo si è perso, era inevitabile. C'è da sperare adesso che si faccia luce sui tanti, troppi casi rimasti irrisolti: dalle iscrizioni ai campionati alle plusvalenze. Giancarlo Abete, n.1 della Figc, ha dato un segnale a Palazzzi: "La giustizia sportiva deve essere più veloce...". Con qualcuno, per la verità, è stata velocissima. Con altri, lentissima. Perché? Sarebbe interessante saperlo.
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