FIGLI DI UN DOPING MINORE
Il dramma di Salvatore Garritano sta passando nella quasi totale indifferenza mediatica a conferma ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, che il doping in Italia interessa solamente se abbinato al nome della Juventus.
L’ex giocatore del Torino sta giocando la partita più dura della sua vita contro la leucemia.
Malattia, dice, che potrebbe esser stata causata dalle tantissime iniezioni ricevute quando giocava.
Garritano accusa il mondo del calcio colpevole anche ( in particolare Bronzetti e Cairo) di averlo abbandonato nel momento del bisogno. Ma in questo mondo di “squali” è bello comunque rimarcare l’aiuto offerto a Salvatore dalla famiglia Gattuso ma soprattutto da parte di Ciccio Graziani, che attraverso alcuni giocatori dell’A.S. Roma e il quotidiano “Il Romanista”, si è fatto portatore di un’iniziativa benefica in favore dello sfortunato ex compagno, malato e in gravi difficoltà economiche.
Questa tristissima vicenda riporta ancora una volta a galla un tema che il calcio non ha mai voluto veramente affrontare: la diffusione del doping e le conseguenze drammatiche che porta con se.
Cosa è stato fatto per capire se le tantissime morti precoci o i tantissimi contagiati dal morbo di Gehring sono vittime del sistema calcio? Si è voluto andare fino in fondo? Mai.
Il doping in Italia ha appassionato media e lettori solo quando ha coinvolto la squadra più amata ma soprattutto odiata dagli italiani: la Juventus.
Ma anche in quel caso, nessuno si è preoccupato degli eventuali danni procurati alla salute dei calciatori bianconeri dall’abuso di farmaci.
No, quello che è contato per la carta stampata e tutti i media è stato poter dire o scrivere: “ La Juve Lippiana vinceva grazie al doping”.
Del resto non è mai importato nulla a nessuno, o quasi.
Quando Ferruccio Mazzola ha accusato di Doping la grande Inter del Mago Herrera, cosa è stato fatto dai media? E’ stato dato risalto ad una confessione così sconvolgente dell’ex interista?
No, assolutamente.
Lo stesso compianto Facchetti, capitano storico sul campo di quell’Inter e all’epoca della denuncia di Mazzola presidente della stessa, si è preoccupato in primis di querelare l’ex compagno di squadra.
E purtroppo adesso Giacinto non c’è più. E come lui Picchi, Giusti, Tagnin, Bicicli, Miniussi.
Sapremo mai se sono state veramente quelle pasticche nel caffè ad uccidere o contribuire di far ammalare così tanti giocatori di quella squadra?
E se un giorno mai venisse provato ciò, il primo pensiero sarà scrivere:
”L’Inter di Helenio Herrera vinceva grazie al doping”?
Si è mai voluto poi capire veramente cosa succedeva negli spogliatoi della ahimè purtroppo famosa Fiorentina anni 70?
No, eppure Saltutti, Ferrante e Beatrice non ci sono più.
E tanti giocatori di quella squadra sono stati colpiti da malattie gravissime: Longoni, Mattolini, Caso, De Sisti, Antognoni.
E cosa dire dei tantissimi giocatori colpiti dal morbo di Gehring?
Gritti, Tafuni, Corno, Vasino, Pulino, Minghelli, Lombardi, Vincenti, Gorin.
No, non è l’annuncio o il ricordo di una formazione. Purtroppo.
La malattia che ha ucciso Gianluca Signorini ha colpito tantissimi giocatori ma, anche qua, mai nessuno è voluto andare fino in fondo per capire se il calcio è colpevole anche di questo reato. Come dimenticare inoltre la battaglia della vedova Taccola, che da quasi 40 anni lotta per avere giustizia per la morte del marito avvenuta a seguito di sospette iniezioni?
E le pillole di Georgatos, le flebo di Javi Moreno, le pasticche che giravano nello spogliatoio della Roma ai tempi di Peruzzi e Carnevale.
Si potrebbero ricordare tantissimi altri tristi episodi, ma tutti con un unico comun denominatore:
MAI SI E’ PENSATO VERAMENTE ALLA SALUTE DEI GIOCATORI.
Tanto quando poi sei fuori dal sistema e non servi più, vieni scartato come Garritano, e l’omertà regna padrona.
Si pensa a difendere l’onore di una squadra. Di una società. Gli eventuali successi ottenuti sul campo. Si pensa al titolo ad effetto. Si pensa a vendere più copie. Si pensa ad aumentare il numero di telespettatori. Si pensa a mantenere il lavoro o i rapporti privilegiati.
Non si pensa invece alla cosa più importante di questo mondo:
la salute.
Ai tempi del processo doping sulla Juve a chi è importato di indagare se anche altre squadre praticassero l’abuso di farmaci?
A chi importa se questo abuso porterà malattie future ad atleti o uomini giovanissimi?
A nessuno, anzi forse non aspettano altro.
Qualche anno fa alcune trasmissioni radiofoniche romane diffusero la voce di un Antonio Conte in fin di vita per certificare le accuse di Guariniello.
E come dimenticare il sito di Carlo Nesti che l’anno scorso diede a caldo come possibile causa del tentato suicidio di Pessotto la scoperta da parte di Gianluca di una malattia legata al doping?
Tante persone nel mondo dei media, probabilmente, non vedono l’ora che si ammali qualche giocatore di quella Juve per poter pronunciare:
“L’avevo detto! Era certo che sarebbe andata a finire così! Questa è la prova che aspettavamo….”
Non lo ammetteranno mai, statene certi.
Tanto cosa importa adesso di coloro che sono morti giovanissimi?
Cosa importa di tutti coloro che si sono ammalati per l’uso scriteriato di farmaci su soggetti sani?
Cosa importa della salute futura di un uomo quando poi non serve più al sistema calcio?
Cosa importa del Garritano di turno?
Sono tutti figli di un doping minore.
Stefano Discreti
Vorrei riportare un aneddoto personale che descrive il clima di onestà intellettuale e di giustizia che aleggia tra gli "sportivi" italioti. Ieri scoltavo come al solito una strasmissione in una radio locale bolognese, nella quale un giornalista felsineo risponde ai messaggi degli ascoltatori e da le sue opinioni. Dopo 45 minuti di messaggi tristi ed imbarazzanti, ecco che i conduttori parlando di Gattitano (ha giocato anche nel Bologna), fanno lui i giusti auguri e poi parlano del doping nel caclio. Ma lo fanno in modo distaccato ed abbastanza disinteressato.
Ma poco ne arriva l'unico messaggio serio della trasmissione, il quale recita pressapoco così:
"Ho notato che siete stati molto vaghi sull'argomento doping e le morti dei calciatori. Ma se fosse accaduto a degli ex calciatori della Juve, avreste avuto lo stesso atteggiamento remissimo?".
Indovinate la risposta..
"Assolutamente no".
Avete capito come ragiona la massa? Non faccio nomi non per paura ma perchè certi soggett (e certe frasi) non meritano conderazione, ma dobbiamo tener conto che questo è il pensiero popolare. Ieri ha avuto l'ennesima prova diq uello che da sempre sostengo, e per fortuna che NESSUN ex calciatore della Juve è morto in circostanze simili, altrimenti sai Guariniello che casino postumo ci avrebbe piantato? Probabilmente, seguendo questi astrusi ragionamenti e constatando l'ondata antijuventina e le sollevazioni nazionalpopolari che qualsiasi cosa legata ai bianconeri provoca, se un giocatore che ha vestito in passato la maglia della Juve dovesse un giorno lasciarci in circostanze sospette, credo che verrà incriminata la Juve e spedita in C2, i dirigenti in galera ed ogni signolo tifoso condannato alla castrazione chimica, in modo che non possano produrre futuri tifosi di quella squadra.
Povera Italia...
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