martedì, dicembre 05, 2006

SPALMEDEBITI... OVVIAMENTE NESSUNO NE PARLA...

Ovvaimente bisogna fare i salti mortali per trovare certe notizie, ma eccole qui...

Era nell'aria già da molto tempo. Ma adesso è ufficiale: le società che si sono avvalse del decreto "spalma-ammortamenti" o "spalma-debiti" o "salvacalcio", devono rivedere tutti i loro conti: le società quotate in borsa subiscono i danni più ingenti. Roma e Lazio si rtrovano con un buco da circa 90 milioni di euro la prima e 128 circa la seconda.
Il mondo del calcio è funestato da un'ennesima tempesta, questa volta di carattere europeo: questa volta il tutto è nato da un vecchio provvedimento preso dal Governo Italiano, il famigerato Decreto "Spalma-debiti" (Decreto Legge n.282 del 24/12/2002, convertito con modifiche dalla Legge n. 27 del 21/02/2003 recante disposizioni urgenti in materia di adempimenti comunitari e fiscali, di riscossione e di procedure di contabilità che ha introdotto, soprattutto, agevolazioni contabili e finanziarie alle società sportive professionistiche).

L’art. 3 (comma 1 bis), della norma ora in vigore, prevede che “Le societa' sportive previste dalla presente legge possono iscrivere in apposito conto nel primo bilancio successivamente alla data di entrata in vigore dalla presente disposizione tra le componenti attive quali oneri pluriennali da ammortizzare, con il consenso del collegio sindacale, l'ammontare delle svalutazioni dei diritti pluriennali delle prestazioni sportive degli sportivi professionisti, determinato sulla base di un'apposita perizia giurata”.

Per lo stesso art. 3 (comma 2), “Le societa' che si avvalgono della facolta' di cui al comma 1 (per il quale, “Le previsioni dell'articolo 4 della legge 28 dicembre 2001, n. 448, si applicano anche alle riserve e agli altri fondi in sospensione di imposta, anche se imputati al capitale sociale o al fondo di dotazione, esistenti nel bilancio o rendiconto dell'esercizio in corso alla data del 31 dicembre 2002. L'imposta sostitutiva e' versata in unica soluzione ovvero in tre rate annuali entro il termine di versamento a saldo delle imposte sui redditi dell'esercizio indicato al periodo precedente e dei due successivi”) devono procedere, ai fini civilistici e fiscali, all'ammortamento della svalutazione iscritta in dieci rate annuali di pari importo" .
Lo so, per molti tutto ciò è più simile all'ostrogoto.
Cosa vuol dire tutto ciò?
In “soldoni”, viene riconosciuto alle società sportive professionistiche, in particolare a quelle calcistiche, di spalmare in dieci anni la perdita di valore del proprio parco atleti.E’ evidente come questa misura legislativa sia stata adottata per dare una mano (o forse anche di più) ai club che hanno creato buchi in bilancio consistenti (Roma, Lazio e Parma per citare i casi più eclatanti...) a causa di acquisti e ingaggi di giocatori (“brocchi”compresi), spesso sopravvalutati e strapagati.
Tale provvedimento non è però passato inosservato alla Commissione Antitrust Europea (presieduta dal nostro connazionale Mario Monti), la quale teme che esso possa, da una parte violare la normativa europea in materia di contabilità e, dall'altro, costituire un aiuto di Stato.
Scendendo più nel particolare:-) in ordine alla prima (presunta) violazione in materia di contabilità, la Commissione Europea osserva che “La Quarta (78/660/CEE) e Settima (83/349/CEE) direttiva del Consiglio (direttive contabili) relative ai conti annuali e ai conti consolidati dispongono che i contratti con i giocatori, quando siano considerati immobilizzazioni immateriali, debbano essere ammortizzati durante il periodo della loro utilizzazione, che corrisponderebbe in linea generale alla durata dei contratti stessi. Il contratto non può essere ammortizzato su un periodo più lungo della sua durata. Le direttive contabili dispongono inoltre che il valore assegnato alle immobilizzazioni debba essere diminuito al loro valore effettivo alla data del bilancio qualora si ritenga che la diminuzione del loro valore avrà carattere permanente. Le direttive contabili stabiliscono altresì il principio fondamentale in base al quale i rendiconti finanziari devono fornire un quadro fedele della situazione patrimoniale, delle responsabilità, della situazione finanziaria nonché del risultato economico delle società."

-) In ordine alla seconda (presunta violazione) in materia di aiuti di Stato, la stessa Commissione Europea osserva che “Per quanto concerne l'eventuale violazione dell'articolo 87 del trattato CE, relativo agli aiuti di Stato, il vantaggio concesso potrebbe essere definito un ammortamento accelerato, secondo la definizione utilizzata nella comunicazione della Commissione sulle misure di tassazione diretta delle imprese. Tale misura può comportare la rinuncia da parte dello Stato italiano, nei confronti di determinate società sportive, ad un gettito fiscale ricavato invece da altre società in analoga posizione finanziaria. Si assiste dunque ad una distorsione della concorrenza nonché ad un'incidenza sugli scambi intracomunitari. Alcune attività esercitate dalle società sportive si svolgono evidentemente sui mercati internazionali, si consideri ad esempio l'acquisto di giocatori e la vendita dei diritti di trasmissione per competizioni europee quali la Champions League. Se la misura dovesse effettivamente costituire un aiuto di Stato ai sensi dell'articolo 87, paragrafo 1, del trattato CE, c'è il dubbio che l'aiuto così concesso non sia compatibile con il trattato”.

Il decreto, in realtà è stato contestato a più riprese dall'U.E.. per violazione delle direttive sulla contabilità societaria. Per non incorrere in una condanna davanti alla Corte di Giustizia europea (che porterebbe alla cancellazione del decreto e dei relativi benefici ai bilanci di questi ultimi due anni) l'unica via, molto difficile, è un accordo tra l'Italia e la Ue, nella persona del commissario del Mercato interno, l'irlandese Charlie McCreevy. L'accordo prevede che gli effetti dello spalmadebiti si riducano a soli cinque anni, fino al 30 giugno 2007.

Per il calcio italiano sarebbe un compromesso favorevole soltanto a metà. Se è vero che la Commissione rinuncerebbe a portare il governo italiano di fronte alla Corte, è altrettanto certo che le società di calcio che hanno fatto ricorso al decreto dovranno ricapitalizzare per far fronte alle perdite che ne deriverebbero.

Secondo un primo calcolo, le società professionistiche dovrebbero ripianare perdite per 550 milioni di euro, visto che le svalutazioni calcolate nel 2003, ma spalmate su dieci anni, si aggirano sui 1100 milioni.

La particolare classifica tra i club che maggiormente hanno fatto ricorso allo spalma-debiti vede al primo posto l'Inter (290 milioni), seguita da Milan (242), Lazio (212), Roma (134) e Torino (57). Con cifre minori abbiamo poi Piacenza (36), Palermo (30), Salernitana (24), Lecce (17), Messina (10), Vicenza (10), Genoa (9), Venezia (9), Treviso (5) e Ascoli (2,4).
Tra tutte queste, le due società quotate in borsa (Roma e Lazio) corrono i rischi maggiori, anche per il dovere di "trasparenza" e i controlli cui sono sottoposte le società quotate in borsa.
Semsi e Lotito, che hanno fatto i salti mortali negli ultimi anni per ripianare i debiti delle loro società, si ritroverebbero nuovamente con un pesante passivo. La Consob (il controllore delle società quotate in borsa) ha chiesto immediatamente alle due società romane come intendvano muovesi per fronteggiare tale crisi: tra le due, la Roma ha già comunicato che la prossima settimana saranno rese note le mosse che la società giallorossa ha già studiato e cioè la famiglia Sensi procederà ad alcune dismissioni che non intaccheranno il capitale tecnico della società (non saranno venduti giocatori ma beni della famiglia), mentre la Lazio ha dichiarato che vi erano "plusvalenze inespresse" senza, però, comunicare nulla di più, facendo storcere il naso al Comitato di controllo della commissione.

Di tempo non ce ne è molto, le società devono sbrigarsi: arischiare però, come al solito, sono le società più piccole che hanno meno possibilità economiche. Chi risucirà a mettersi in regola con le nuove disposizoni andrà inevitabilmente incontro al fallimento, con l'unica via di scampo del Lodo Petrucci (fallimento della società e retrocessione nella prima serie inferiore).

Ci sarà da aspettare fino alla fine di marzo, poi si saprà molto di più.

Speriamo saltino in aria tutti....

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juve

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