Processo Gea: oltre la reticenza dei media
12-11-08 - Tanto in sordina erano passate l’altro ieri le deposizioni spontanee di Luciano Moggi e suo figlio Alessandro, quanto fragorose sono state ieri le richieste del pm Palamara rese al termine della sua lunga requisitoria: 6 anni per Luciano Moggi (a cui è stata contestata anche l’aggravante del comportamento processuale), 5 al figlio Alessandro, 3 anni e 6 mesi per Franco Zavaglia, accusati di aver messo in piedi un’associazione a delinquere finalizzata all’illecita concorrenza. Se consideriamo che l'art 416 del Codice Penale prevede, per associazioni a delinquere dalle 3 alle 9 persone, da un minimo di 3 anni a un massimo di 7, ci rendiamo conto di quanto siano state pesanti, e destinate di conseguenza a far rumore, le richieste dell'accusa. Inoltre, 2 anni e 4 mesi per Francesco Ceravolo in veste di semplice “partecipe” dell’associazione (vedi caso Viviano), e 1 anno e 4 mesi a Davide Lippi e 8 mesi a Pasquale Gallo, loro non "associati", ma a cui sono stati contestati singoli episodi (Lippi per il caso Blasi-Antonelli, Gallo per la vicenda Fresi).
Dunque, gli associati a delinquere sarebbero Luciano Moggi, il figlio Alessandro e il suo socio alla GEA Zavaglia. Di cosa sarebbero colpevoli? Dice Palamara: "la Gea World spa nasce nell'ottobre del 2001 come meccanismo politico-imprenditoriale che rafforza l'attività che Alessandro Moggi e Franco Zavaglia avevano svolto nel mondo del calcio come Football Management." Ottimo, ma il delitto?
Per il pm, pochi mesi dopo la nascita della società “Amoruso, Blasi, Baiocco, Gatti, Tedesco, Trezeguet furono avvicinati e invitati a cambiare procuratore in cambio di vantaggi economici e di carriera". Ma non era una società di procuratori? Colpevoli dunque di aver fatto il loro lavoro? Anzi, visto che Trezeguet rifiutò, e considerati i pochi vantaggi in termini di carriera da parte del resto dell'elenco, semmai avrebbero avuto tutti convenienza a imitare il campione franco-argentino, no? Inoltre, tutto questo monopolio del mercato quale sarebbe, dal momento che di campioni veri la GEA ne procurava pochi, quasi tutti personaggi di secondo piano? E le percentuali? Il 12% dei tesserati sarebbe un monopolio? Sarebbe il controllo del mercato? Stiamo scherzando, vero?
Ma ovviamente c'è dell'altro. Cosa? Ad esempio, un’intervista di Capello del marzo del 2002, all’epoca collega di Baldini alla Roma, che “lanciò il sasso” contro la GEA, considerandola “prova che un tipo di meccanismo di acquisizione delle procure sportive non viene più tollerato dagli addetti ai lavori che si vogliono spartire la torta". Arieccolo: un altro caso Zeman-Espresso (in pratica, ma un po' più "associato").
Peccato, intanto, che molti dei singoli episodi di pressioni o minacce che i media hanno in questi ultimi mesi propagandato come verità assoluta siano stati sconfessati dalla stessa accusa, che ad esempio ha chiesto l’assoluzione dei Moggi padre e figlio e per i casi Chiellini, Tedesco e Nigmatullin. Cade nel nulla anche il presunto tentativo di violenza privata che Moggi avrebbe attuato nei confronti dell'ex ds della Roma, Franco Baldini, nel dicembre del 2000, considerato “prescritto”.
Ma non è finita: il pm cita anche una lettera ritrovata alla Gea, in cui Zavaglia invita i procuratori "a non andare a sbandierare il nome di Luciano Moggi e a far presa sui giocatori illustrando loro l'organizzazione della società senza minacciare nessuno come è avvenuto in passato". Francamente, insinuare che una lettera in cui un professionista invita i colleghi a lavorare secondo una deontologia che miri a valorizzare il prodotto sia la prova di chissà quale nefandezza appare l'ennesimo castello in aria di questo processo. E quanto a Luciano Moggi, che vantaggio avrebbe avuto da una tale associazione?
Colpisce molto anche il seguente passaggio: "l'inchiesta GEA è stata uno dei tanti esempi dell'implosione del sistema calcio giunto al collasso perché le società fanno fatica a trovare un punto di equilibrio tra ricavi e spese". Insomma, per il pm i 450 milioni di debiti della Roma e i 320 dell'Inter dimostrerebbero non tanto la cattiva gestione delle società in questione, ma che la GEA faceva illecita concorrenza; non che Moggi capiva di calcio più degli altri, ma che era un capo-cupola. Vedremo che ne penserà il giudice.
Il processo proseguirà giovedì prossimo con l'intervento della parte civile e dei primi difensori. La sentenza è prevista per l'inizio del prossimo anno.
Intanto, rinfreschiamoci la memoria con l'impressionante elenco delle deposizioni più significative finora, divise per tipologia e corredate dalla data dell'udienza.
1) Concorrenti rancorosi
Marco Trabucchi (27-02-08): Di origini russe, accusa la Gea di essere ricorsa alle maniere forti (albergo in Via Veneto e Mercedes Classe A a disposizione) pur di togliergli la procura di tal Ruslan Nigmatullin, già portiere di Verona e Salernitana. Un dettaglio sconosciuto ai più, che nessuno scrive (tranne il sito contrastamu.org): questo Trabucchi risulterebbe legato alla "brigata Izmailovskaya", organizzazione criminale che faceva capo al faccendiere ubzeko Alimzhan Tokhtakhounov considerato dall’FBI uno dei cinque padrini più pericolosi di Mosca.
Antonio Caliendo (03-03-08): Altro concorrente Gea, cade ripetutamente in contraddizione, sbagliando date e numeri, tanto che il presidente Fiasconaro arriva a minacciare l'incriminazione per falsa testimonianza.
Stefano Antonelli: Nell'udienza del 28-04-08 si scopre che l'intercettazione acquisita dall'accusa in cui il padre di Blasi, nell'ottobre 2004, gli comunicava l'intenzione del figlio di rimettere la sua procura, era frutto di una registrazione effettuata da Antonelli stesso e da lui in seguito consegnata al Maggiore Auricchio della caserma di via in Selci (vedi paragafo 5). Assume così una luce particolarmente inquietante un'intercettazione pubblicata durante Farsopoli, nella quale Antonelli, il 17 ottobre 2004, dice ad Alessandro Moggi "Devo incontrarti con la bandiera bianca, cioè con i presupposti più giusti possibili, ma devo incontrarti, perché sennò diventa un massacro che non serve nè a me nè a te" e anche "è un momento particolare che se poi si sbotta, in questo momento rischiamo di farci un male della Madonna e non serve, non serve." Nel giugno 2008 Moggi l'ha denunciato alla procura della Repubblica, e alla procura federale, per l'ipotesi di reato di istigazione a delinquere. La querela riguarderebbe una presunta pressione ed invito fatto da Antonelli a Mario Auriemma, dirigente sportivo, a denunciare lo stesso Moggi a Roma e a Napoli in cambio di favori e facilitazioni nei rapporti di lavoro.
Claudio e Andrea Orlandini (27-03-2007): Le loro accuse riguardano le procure di Fabio Gatti e Emiliano Viviano.
Nel caso di Gatti, il problema riguarderebbe in realtà Gaucci, che avrebbe preteso che il giocatore revocasse la procura a Claudio Orlandini per darla alla GEA, il tutto nell’ambito della complessa trattativa che portò Liverani alla Lazio. Ha detto Claudio Orlandini: “Nel 2001, quando Fabio (Gatti, ndr) era al Perugia, mi chiamò il padre del giocatore e mi spiegò che mi dovevano revocare la procura perché il presidente del Perugia, Gaucci, disse che, se non lo avessero fatto e se la procura non fosse passata alla Gea, avrebbero stroncato la carriera di Fabio e lo avrebbero messo fuori rosa. Un mese dopo mi arrivò la raccomandata della revoca della procura. A quel punto chiesi di parlare con Gaucci o Sabatini per chiedere spiegazioni. Sabatini, all'epoca ds del Perugia, mi disse di mettermi l'anima in pace perché questo passaggio di procura alla Gea, insieme a quello di Miccoli, serviva per portare a termine il trasferimento di Liverani dal Perugia alla Lazio. Questo avrebbe dato liquidità in cassa al club umbro, all'epoca fortemente indebitato. A quel punto accettai la revoca e mi venne saldata direttamente dal Perugia la penale, perché Sabatini mi disse di passare in sede, che avrei trovato una busta con dentro 20 milioni di lire e cosi è stato".
Riguardo all’attuale portiere del Brescia Emanuele Viviano, Andrea Orlandini (il padre del procuratore di Viviano) accusa Moggi di avergli detto al telefono “gli stronco la carriera” in seguito al fallimento di una trattativa per il passaggio del portiere alla Juve, nonché Innocenzo Mazzini di aver consigliato a Viviano di incontrare i dirigenti della Juve senza procuratore.
I fatti: nel 2002, in seguito al fallimento della Fiorentina di Cecchi Gori, nella quale militava come giovane primavera, Viviano venne contattato dall’attuale DG dell’Udinese Pietro Leonardi, allora osservatore bianconero nel team dell’imputato Francesco Ceravolo, per un suo eventuale passaggio alla Juve. Il contatto avvenne tramite il procuratore Claudio Orlandini e la trattativa poi non andò in porto.
Siccome lo stesso Viviano ha negato di aver mai subito minacce, il giudice ha disposto un confronto tra Leonardi e Claudio Orlandini il 16-10-08.
Ha detto Leonardi: "Contattai Claudio Orlandini e gli diedi appuntamento ad un albergo vicino all'autostrada, a Firenze. L'incontro, però, durò pochi minuti perché c'era intenzione di mandare il giocatore in una squadra minore, dove potesse mettersi in luce. Incontrai Orlandini e un'altra persona, che non ricordo chi sia, in albergo, ma le cose finirono presto. Di sicuro, comunque, conclusa la riunione non chiamai Luciano Moggi".
Ha detto Orlandini: "I genitori di Viviano furono chiamati da Mazzini e gli fu detto che dovevano andare all'appuntamento senza portarsi il procuratore. Fu lo stesso collaboratore di Mazzini, che attese fuori, ad avvisare Moggi. Me lo disse lui stesso, rammaricandosi".
Ci sono un paio di grosse stranezze in questa storia: la prima è che della GEA non v’è manco l’ombra, dato che a tentare di impadronirsi della procura di Viviano, a detta degli Orlandini, sarebbe stato niente meno che l’ex vice-segretario FIGC Innocenzo Mazzini. Ma Moggi non minacciava per favorire la società del figlio?
La seconda la suggerisce l'intervento di Moggi: “In questa storia si tratta di un ragazzino, io mi occupavo di quelli che facevano vincere. E poi il ragazzo all'epoca, secondo le norme federali, non poteva neanche avere l'agente".
Insomma, e se invece Mazzini, tra l'altro vicino di casa di Viviano, ai tempi avesse semplicemente consigliato di far rispettare una norma federale? Chi agiva senza rispettare le regole? La GEA o altri soggetti?
2) Campioni mancati
Salvatore Fresi (27-02-08). Uno degli acquisti più inutili della gestione Triade (per fortuna ce ne furono pochi). Per l'accusa, la sua cessione dalla Juve al Perugia sarebbe avvenuta tramite delle minacce. Peccato che, a detta di chi ha assistito all'udienza, dopo essere stato incalzato dal giudice, alla fine abbia dovuto ammettere di aver festeggiato quella cessione a champagne, dato che gli fruttò un bel contrattino di due miliardi di lire l'anno; addirittura, alla serata sarebbe stato presente anche il suo procuratore GEA, l'imputato Pasquale Gallo, che avrebbe ospitato per una notte in mansarda. Di vere minacce a suo carico, dunque, nessuna traccia.
Nick Amoruso: RAI24 per definire la sua parentesi juventina sceglie un'immagine sobria: una "discesa agli inferi". Ma chi si ricorda le sue imprese in maglia bianconera sa che, molto più semplicemente, non si dimostrò all'altezza di Del Piero, Inzaghi, Trezeguet e Kovacevic. Per questo venne ceduto a una squadra minore, in grado comunque di garantirgli un contratto miliardario. Così Moggi, il 17-06-08: «Un buon giocatore per squadre come la Reggina e dovrebbe solo ringraziarci per aver guadagnato con noi 14 miliardi di lire»
Ciccio Grabbi (04-03-08): Cerca di contrabbandare per minacce i rilievi che il Direttore gli faceva su certe sue movimentate seratine. Come Amoruso e Fresi, usa il fatto di non aver dato procura alla Gea come scusa per non essere riuscito a sfondare nella Juve. Così Moggi, il 17-06-08: "Non ha mai giocato bene da nessuna parte, stava in mezzo al campo a guardare gli altri giocare". Qui altri interessanti dettagli del suo intervento.
Marco Rigoni (04-03-08): Secondo l'accusa fu venduto a una squadra minore per punizione, avendo revocato la procura alla Gea. Gli organi della cosiddetta informazione hanno però omesso di parlare dell'incidente stradale che gli stroncò la carriera ad alti livelli, nonché della vicinanza che la Juve di Moggi gli manifestò in seguito al sinistro. Per fortuna in aula se ne è parlato.
Fabrizio Miccoli (03-04-08): Per chiudere la questione, basterebbe citare il suo procuratore non-Gea Francesco Calandro che ai microfoni di Primaradio, la sera della sua deposizione, ha negato "un'ipotesi di mobbing per i problemi causati a Miccoli da Luciano e Alessandro Moggi durante la sua permanenza alla Juventus".
Invece, le pravde cartacee e catodiche hanno pompato alcuni brandelli della sua deposizione per far credere che Moggi lo vessasse. Le argomentazioni sarebbero:
1. Proibizione di usare orecchini
2. Esclusione punitiva da festeggiamento scudetto con sindaco di Pinzolo (organizzato però da Grande Stevens e il sindaco di Torino Chiamparino, e per uno scudetto che non aveva vinto, perché era al Perugia).
3. Pressioni per un trasferimento in prestito al Portsmouth, per altro poi nemmeno concretizzato.
Che ciò fosse accaduto per forzarlo a dare la sua procura alla Gea è solo una vaga supposizione sua, al cui supporto sa portare unicamente una telefonata del concittadino Antonio Conte che l'avrebbe consigliato in tal senso. Un po' pochino, no?
Il fatto è che nell'estate 2004, su input di Capello che non credeva in lui, Moggi non volle lasciarsi sfuggire l'occasione di sostituirlo con un certo Ibrahimovic. Di per sé Lucianone non lo vedeva nemmeno così male, tanto che rifiutò anche un'offerta di Lotito per scambiarlo con Cesar. E se la Fiorentina decise di non riscattarlo la colpa non fu né di Moggi né della Gea, ma del fatto che i viola reputarono che non ne valesse la pena.
Grazie al palcoscenico offertogli dalla Juve moggiana ebbe pure l'occasione di venire convocato 8 volte in Nazionale, e guarda caso senza essere assistito dalla Gea. Se poi il mai sbocciato "Maradona del Salento" a 28 anni si è ridotto a fare il panchinaro del Palermo, è difficile pensare che la colpa sia di un dirigente ormai da quasi 2 anni escluso dal mondo del calcio.
Così Moggi, il 17-06-08: «Miccoli è venuto a dire che è rimasto in pullman quando la Juve festeggiò lo scudetto in Comune a Torino: era stato Franzo Grande Stevens a organizzare la festa e Miccoli non faceva parte della Juve che aveva vinto il campionato. E poi era pieno di orecchini, sulle orecchie, sul naso magari li metteva anche sulle gambe e questo alla Juve non va bene».
3) Boomerang dell'accusa
David Trezeguet (27-02-08): Contrariamente ai titoli che l'hanno preceduta, la sua è stata una testimonianza platealmente scagionante: «Con la società Gea non c’è stato alcun contratto. Ho incontrato Alessandro Moggi nella sede della Juventus a Torino e ho parlato con lui della mia situazione contrattuale presso la Juve, ma non ci sono state mai minacce. Non mi sono mai stati posti ostacoli per il fatto che non avevo accettato di affidarmi alla Gea. In uno degli incontri con Alessandro Moggi e un’altra persona mi fu detto che la Gea, così come era organizzata aveva maggiori possibilità per risolvere i miei problemi contrattuali con la Juventus». Il calciatore si è poi soffermato sui contatti avuti con Alessandro Moggi ribadendo che non fu mai invogliato, dietro minacce, ad affidare i suoi interessi alla Gea.
Christian Molinaro(04-03-08): Il Corriere dello Sport dedica alla sua deposizione solo due righe, e ciò di per sé è sufficiente a farci intuire che anche la sua testimonianza scagiona Moggi e la Gea.
Marcello Lippi (01-04-08): Nemmeno convocato in aula, viene comunque citata la sua audizione in fase istruttoria, in cui confermò che Moggi non effettuò pressioni per farlo diventare CT della Nazionale, né tanto meno ne fece per fargli convocare determinati giocatori juventini. Per tentare di spingerlo a parlar male di Moggi e Giraudo, il pm Palamara arrivò a sottoporgli un'intercettazione (vedi qui, al 3.4) in cui i dirigenti bianconeri, nell'estate 2004, si compiacciono della sua sostituzione con Capello. Ma il Marcello nazionale non se ne fece condizionare, anzi: "Sono convinto che loro abbiano una stima sicuramente diversa e tuttora positiva rispetto a quella che appare quando si parla di barche, donne e motori, tra di noi c’è un ottimo rapporto". Infine, ricostruì la carriera del figlio Davide nella Gea, rivendicando il fatto di non aver mai interferito nella sua attività.
Davide Baiocco (01-04-08): Ora al Catania, ha dichiarato: "Non ho mai subito pressioni né dalla Gea né da Moggi". Ha spiegato di aver cambiato procuratore da Allegrini ad Alessandro Moggi perché non era soddisfatto del primo (durante Farsopoli, un'intercettazione nella quale Moggi parlava di una trattativa in corso su di lui, venne manipolata dai media per far credere che l'ex DG facesse plusvalenze fasulle. Vedi qui, al 1.5). Il 19-06-08, in un confronto con Baldini che parlava di un incontro nell'ufficio del procuratore Antonelli nel quale avrebbe detto di aver ricevuto pressioni da Gaucci per passare alla GEA, ha dichiarato: "Non mi ricordo di aver detto questo ad una persona che conoscevo per la prima volta. Rifiutai la Roma perche' il mio contratto sarebbe scaduto dopo un anno e mezzo e volevo valutare altre opportunita'".
Riccardo Allegretti (01-04-08): Ora alla Triestina. Sulle ipotetiche pressioni Gea o moggiane, vedi Baiocco.
Giorgio Chiellini (28-4-06): Ha dichiarato di aver scelto la Gea spontaneamente nel 2001 e di non aver mai ricevuto pressioni o minacce da parte di Moggi. "Dal mio agente Davide Lippi - ha aggiunto smentendo la testimonianza di Baldini - non ho mai avuto promesse o assicurazioni su una mia convocazione in Nazionale".
Così Moggi, il 17-06-08: «Sul caso Chiellini, Baldini ha detto solo menzogne, dalla prima all'ultima parola. Non è vero che il calciatore gli disse che preferiva andare alla Juventus perché Marcello Lippi, padre del suo procuratore, allenava la nazionale. La realtà è che il terzino era in comproprietà tra la Roma e il Livorno e che in Lega Calcio al presidente livornese Aldo Spinelli fu detto che il club giallorosso non poteva fare acquisti. Così il calciatore fu proposto alla Juve, il ragazzo ci interessava, lo avevamo anche seguito ma avevamo preferito lasciare in pace la Roma. Quando ci dicemmo interessati, Chiellini ancora non sapeva che sarebbe venuto da noi e solo dopo apprendemmo che il suo procuratore era Davide Lippi».
Fabio Gatti (28-4-06): Suo padre ha smentito Orlandini, ex procuratore del figlio, che aveva riferito di pressioni da parte di Luciano Gaucci, ai tempi in cui il giocatore militava nel Perugia, perché Gatti desse la sua procura alla Gea.
Emanuele Blasi (28-4-06): Ha dichiarato: "Le pressioni da parte della Gea sono tutte mie invenzioni. Ho pensato che fosse l’unico modo per liberarmi di Antonelli, con cui non avrei mai rinnovato il contratto con la Juve. In realtà, io non ero contento del suo lavoro e avevo preso contatti con Davide Lippi dicendogli che avrei dato a lui la procura se mi avesse consentito di rinnovare con la Juve a cifre maggiori". E' successo che Antonelli (vedi al paragrafo 1 "Concorrenti rancorosi"), aveva registrato la telefonata in cui il padre del giocatore lo scaricava, consegnandola al maggiore Auricchio (vedi al paragrafo 5). Già nel maggio 2006, in piena Farsopoli, Blasi aveva fornito le stesse spiegazioni rese in aula, e cioè che il padre si era semplicemente inventato una scusa senza alcun fondamento nella realtà, ma il pm Palamara l'aveva accusato di reticenza.
Emiliano Viviano (7-10-08): Portiere del Brescia, smentisce il padre del suo ex procuratore Claudio Orlandini, negando di essere mai stato contattato da persone che non fossero il suo procuratore con offerte di trasferimenti alla Juve, nonché di essere stato invitato dall’ex presidente della Figc Innocenzo Mazzini a recarsi presso un albergo senza il suo procuratore per discutere di un passaggio alla Juve. Il pm Palamara ha chiesto un confronto con Orlandini.
Fabio Liverani (7-10-08): Ha negato di aver mai subito pressioni su convocazioni in Nazionale o un eventuale passaggio alla Juventus.
Emanuele Calaiò (7-10-08): Attaccante del Siena, ha detto di essere passato 4 anni fa da Beppe Bonetto ad Alessandro Moggi per “libera scelta, poiché Bonetto non mi prospettava offerte adeguate al mio rendimento, per cui ero insoddisfatto del suo lavoro e ho scelto di passare la mia procura a Moggi senza ricevere alcuna minaccia o promessi di ingaggi”.
Oberto Petricca (7-10-08): Ex presidente dell'Assoprocuratori, ha delineato un quadro ambientale in cui sono molti i casi di rapporti tra procuratori e dirigenti legati da parentela.
4) Icone antijuventine
Zdenek Zeman (25-03-08): Con tutta evidenza chiamato a testimoniare solo per la sua fama di acerrimo nemico della Triade bianconera, ripaga il pm Palamara con una testimonianza fatta unicamente di banalità e sentito dire: i calciatori che affidavano la procura a chi garantiva loro "più vantaggi" e i procuratori non-Gea che lo usavano per sfogarsi per presunte trasgressioni deontologiche dei concorrenti, senza per altro specificare a quali regole si riferissero. Non ha lavorato dal dicembre 2006 al giugno 2008, ma stavolta è difficile riuscire a dare la colpa a Moggi.
Franco Baldini (31-03-08): La sola presenza in aula di un Lucianone da battaglia lo turba al punto da spingere il presidente a comminare all'ex DG juventino un'ammonizione mirata. La scena si ripete il 19-06-08, quando dichiara di essere stato minacciato fuori dall'aula, prima del suo confronto con Baiocco (che contraddice la sua versione). Le cronache ufficiali cercano di spacciare il suo racconto di un confuso battibecco con Moggi risalente alla stagione 2001-2002 per chissà quale episodio chiave. La realtà è che, quando alla Roma non riusciva a tesserare i giocatori che Capello gli chiedeva, accampava scuse parlando male della Gea. L'esempio più indicativo della pochezza delle sue argomentazioni lo si ha quando si lamenta del fatto che un procuratore possa consigliare a una giovane promessa come Chiellini una squadretta come la Juventus, invece di indirizzarlo all'armata giallorossa. Addirittura, rischia l'incriminazione per falsa testimonianza per aver riportato una confidenza di Baiocco (sulle solite fantomatiche "pressioni" Gea) che il giocatore negherà di aver mai fatto. Di lui, Lucianone non si esimerà dal sottolineare una certa scaltrezza con i documenti, ricordando che fu deferito dalla procura della Figc per aver procurato a Recoba il famoso passaporto che costò ad alcuni dirigenti interisti dei problemucci a livello penale. Poi c'è la questione Auricchio (vedi paragrafo 5).
5) Inquirenti collegati a Farsopoli
Attilio Auricchio (01-04-08): Maggiore dei Carabinieri ed estensore delle informative per la procura di Napoli che nell'estate 2006 vennero usate per imbastire Farsopoli. Riporta alcune cifre che smentiscono la leggenda del monopolio: nel 2004 la Gea "procurava" 154 calciatori, di cui 99 di serie A e B, e 5 allenatori. Dunque, considerato che tra A e B le squadre sono 42, con una rosa media di 20 calciatori, quelli disponibili "sulla piazza" sarebbero 840. Tradotto in percentuale, la GEA ne gestiva l'11,8%, una quota ben lontana dall'indicare un monopolio. E non è finita: tira in ballo il quadro normativo in vigore all'epoca, sostanzialmente ammettendo che la GEA operava in assoluta legittimità. Ma il bello viene durante il controesame degli avvocati difensori: si scopre che tra lui e Franco Baldini intercorrono da anni rapporti di amicizia. "Rapporti che datavano da una denuncia fatta dalla As Roma e da Baldini per un presunto ricatto dopo la vicenda delle false fidejussioni." Il 28 aprile successivo, si scopre anche che il procuratore Antonelli gli aveva consegnato la registrazione di una telefonata col padre di Blasi (vedi paragrafo 1 "Concorrenti Rancorosi").
6) Testimoni della difesa
Marco Cassetti (15-07-08): Ha detto: "Da nove anni sono assistito da Alessandro Moggi e da Franco Zavaglia. Non ho subito minacce e non ho mai saputo da qualcuno che abbia subito minacce da parte loro. Tre anni fa, nella stagione 2004/05, mi chiamò Beccalossi e mi convocò nella sede dell'Inter dicendomi di non dire nulla ad Alessandro Moggi. C'erano Mancini, Oriali e Branca. Io ero sotto contratto con il Lecce e loro volevano farmi firmare una sorta di pre-accordo con l'Inter, ma non volevano trattare con Alessandro Moggi. Io non firmai nulla, anche perché avevo un contratto in essere e avrei rischiato la squalifica. Subito dopo chiamai Alessandro per raccontargli la vicenda. Poi richiamai l'Inter e dissi loro che se volevano trattare con me dovevano parlare con il mio agente".
Nicola Lai (15-07-08): Ha dichiarato che nella stagione 2003-2004, quando militava nella primavera del Cagliari (ora è alla Torres), il direttore sportivo Gianfranco Matteoli gli disse che "chi andava alla Gea si sarebbe giocato il posto in squadra". Alla richiesta di spiegazioni il calciatore ha risposto che forse ciò era dovuto “a problemi tra il presidente Massimo Cellino e Zavaglia”. “Anche l'allenatore Giorgio Melis - ha aggiunto - suggerì di lasciar perdere gli agenti Gea”. Il giovane mediano, che ha militato anche nel Rieti, ha ribadito poi di non aver mai ricevuto alcuna minaccia per farsi seguire da Franco Zavaglia, che è ancora oggi il suo procuratore.
Dino Fava (15-07-08): Ex Bologna, ora Treviso, ha parlato di ottimi rapporti con Zavaglia dopo una esperienza insoddisfacente con un altro procuratore, Enrico Fedele, con il quale ha in corso una vertenza in sede civile per contrasti riguardanti alcune sponsorizzazioni e il suo presunto obbligo di versare a Fedele percentuali su qualsiasi guadagno futuro.
"Con un mio vecchio procuratore sono in causa. Zavaglia invece si è sempre comportato al meglio", ha detto.
Gianluca Grassadonia (15-07-08): Già calciatore e ora allenatore, ha parlato di ottimi rapporti, che durano ormai da 10 anni, con gli imputati Pasquale Gallo, Franco Zavaglia e Alessandro Moggi, ricordando che in occasione di ogni contratto da lui sottoscritto erano sempre loro tre ad assisterlo.
"Pasquale Gallo è sempre stato il mio agente, Alessandro Moggi e Franco Zavaglia mi sono stati vicini, da amici, quando sono andato al Cagliari ed al Chievo", ha detto.
Al presidente Fiasconaro che lo invitava a rispondere serenamente alle domande, ha risposto: “Io sono tranquillo, casomai è lei a non essere sereno”.
Aldo Spinelli (17-07-08): Il presidente del Livorno ha parlato della vicenda della comproprietà di Chiellini tra Roma e Livorno: "Sono stato convocato da Baldini e da Sensi e sono andato a Villa Pacelli. Sensi mi fece una proposta per riscattare la mia metà, ma io rifiutai. Così andammo alle buste, ma venni a sapere che la Roma non poteva acquistare il giocatore per problemi economici e così diedi alla Roma tre milioni di euro per la sua metà e misi il giocatore immediatamente sul mercato. La Juve mi offrì 6,5 milioni di euro da pagare in tre anni: io accettai subito, prendendo subito i primi tre milioni che mi servivano per pagare la Roma, che era all'epoca era una società 'piccola e radiata'. Con la Juve ho fatto anche altri affari, come la comproprietà di Palladino, e inoltre feci un favore alla Juve tesserando Mutu al posto loro, visto che avevo il posto libero per un extracomunitario, e poi lo girai a loro".
Walter Sabatini (17-08-08): E’ stato chiamato per parlare di Fabio Gatti e alla decisione del calciatore di cambiare procuratore passando a un uomo Gea. Ha spiegato che Gaucci gli chiese di convocare il calciatore, con il padre, in sede: il ds venne poi a sapere che a Gatti era stato chiesto da Gaucci di lasciare Orlandini per passare alla Gea. “Orlandini mi chiamò – ha continuato - per dire che era stata una scelta del presidente, avallata dal padre di Gatti: il ds inoltre promise a Orlandini un risarcimento.”
Il giudice Fiasconaro gli ha chiesto se era stato lui, come aveva detto Orlandini, a chiedere questo cambio di procuratore per facilitare il passaggio di Liverani dal Perugia alla Lazio: Sabatini ha negato decisamente.
Alessio Secco (17-07-08): E' stato chiamato a rispondere sul rinnovo del contratto di Trezeguet nel 2004 e sul ruolo di Capello nella vicenda: il ds della Juventus ha risposto di essere stato lui a redigere il contratto, di quattro anni a 4,5-5 milioni di euro all'anno di ingaggio. "Tenemmo segreta la trattativa per il rinnovo - ha detto Secco -. lo sapevamo solo Moggi, Giraudo e io". Capello chiamò Trezeguet solo per dirgli che gli avrebbe fatto piacere averlo in squadra.
Nicola Legrottaglie (17-07-08): Ha detto: "Per prendere Alessandro Moggi non ho subito pressioni o minacce. E’ il mio procuratore da cinque anni e non ne ho ricavato alcun beneficio, anzi: da quando sono arrivato alla Juve per le mie cattive prestazioni ho perso tutto, compreso il posto in Nazionale". Ha aggiunto: "E le cose non sono certo andate bene perché ero alla Gea, perché se non dai tutto in campo, se non ti impegni, si può perdere tutto in un attimo. Io ero arrivato in nazionale quand'ero al Chievo e poi però ho giocato male e sono stato mandato in prestito".
Pavel Nedved (17-07-08): Alla domanda se avesse ricevuto minacce ha risposto con un secco 'no' ribadendo che il suo procuratore da sempre è Carmine 'Mino' Raiola. "In otto anni di Juventus ho fatto due rinnovi contrattuali e sono sempre stati trattati da lui".
Alessandro del Piero (17-07-08): Ha ricordato che è alla Juve dal 1993, e come procuratore ha avuto prima Rizzato, poi Pasqualin, con il quale ha avuto due rinnovi contrattuali, e ora lo assiste il fratello. Le provvigioni le ha sempre pagate lui. Tutti gli altri juventini, invece, hanno spiegato che è la società a fornire la quota percentuale per gli agenti. Ha aggiunto: "Il mio contratto era da 70-120 milioni di lire con Rizzato; con Pasqualin ho avuto un rinnovo di contratto da 1-2 miliardi, il terzo rinnovo e' stato da 10 miliardi di lire. Il quarto e quinto rinnovo li ho firmati a 4 milioni di euro a stagione. Non ho mai subito pressioni da parte di Luciano Moggi per cambiare procuratore".
Gianluigi Buffon (17-07-08): Ha detto: "Il mio procuratore e' sempre stato Martina e non ho mai subito pressioni da Luciano Moggi per cambiarlo. Ho già rinnovato quattro-cinque volte il contratto con la Juve".
Alessandro Birindelli (17 luglio 2008): Mai procurato dalla GEA. Mai ricevuto minacce dagli agenti della Gea.
Daniele Gastaldello (17 luglio 2008): Mai procurato dalla GEA. Mai ricevuto minacce dagli agenti della Gea.
Antonio Mirante (17 luglio 2008): Mai procurato dalla GEA. Mai ricevuto minacce dagli agenti della Gea.
Ciro Ferrara (17 luglio 2008): Mai procurato dalla GEA. Mai ricevuto minacce dagli agenti della Gea.
Gianluca Pessotto (17 luglio 2008): Mai procurato dalla GEA. Mai ricevuto minacce dagli agenti della Gea.
Carlo Ancelotti (9 ottobre 2008): Smentisce la versione di Amoruso riguardo al suo trasferimento al Perugia nell'estate del 1999, ha detto: "Era un giocatore di buon livello che nel primo anno ha sicuramente giocato qualche partita perchè avevamo infortunati alcuni giocatori. Poi venne ceduto al Perugia per una scelta tecnica visto che avevamo come attaccanti Del Piero, Inzaghi e avevamo preso Kovacevic. Avrebbe avuto poco spazio. Così decidemmo di mandarlo via in prestito. Ma non conosco le modalità".
Antonio Conte (9 ottobre 2008): Smentisce clamorosamente la versione di Miccoli riguardo alle presunte pressioni per farlo procurare dalla GEA. L'ex capitano bianconero ha spiegato che era stato semmai Miccoli a chiedergli di metterlo in contatto con Alessandro Moggi (che già era procuratore di Conte), ma di non essersi mai interessato alle scelte del giocatore su chi affidarsi per la procura: «Io con Miccoli sono stato a cena una sera a casa. C'erano lui, la moglie e il suo procuratore Caleandro, mi chiesero un'opinione sul problema del rinnovo e sulla possibilità di poter gestire il giocatore insieme ad Alessandro Moggi. Io dissi la mia ma non mi interessai più di tanto. Mi chiesero di intercedere con la Juve. Era successo anche con Trezeguet, in quel periodo aveva litigato con il suo procuratore e voleva rinnovare il contratto. Ma fu una semplice conversazione in palestra».
Oltre a negare decisamente la versione dei fatti di Miccoli, gli ha lanciato più di una frecciatina: «So che Miccoli ha fornito un'altra ricostruzione, e gli ho risposto attraverso i giornali, dicendo anche che se lui avesse avuto la testa sarebbe stato un campione... È uno da prendere con le molle, è un po' estroso, non è quel che si dice un uomo di spogliatoio, era una persona appariscente. Alla Juve c'era un certo tipo di stile e ci tenevano. Sicuramente non era un Conte o un Pessotto, una persona quadrata. Nessuno mi ha mai chiesto di avvicinare giocatori della Juve per passare alla Gea. Quel che è certo è che non mi interessavano i suoi rapporti con la società».
Sebastian Giovinco (16 ottobre 2008): Ha detto: "Alla Juventus non ha mai subìto né pressioni né consigli per scegliere un procuratore od un altro".
Giuseppe Ursino e Giovanni Vrenna (16 ottobre 2008): Rispettivamente DS e Presidente del Crotone, hanno spiegato il rapporto con Ceravolo e il legame con la Juventus. Che, cioè, c'era una intesa di massima per ricevere il prestito di giovani giocatori. L'accordo c'era anche con il Napoli e la Reggina. "C'era una reciproca convenienza. I ragazzi erano bravi e il Crotone andava bene", è stato detto. Ursino era amico del calabrese Ceravolo, che a detta di Vrenna non si è mai occupato dei rinnovi contrattuali dei giocatori. Tutto nella norma, tanto più che il Crotone ha lo stesso tipo di rapporti con Torino, Empoli e Reggina.
7) Imputati
Davide Lippi (7-10-08): Dopo aver spiegato i suoi esordi come procuratore, ha parlato dei suoi rapporti con la Gea World: “Io ero un collaboratore e seguivo in particolare i giovani calciatori del settore allievi e primavera. Non ero ancora procuratore e prendevo una percentuale del 33% su quanto corrispondevano i calciatori a Moggi che era il punto di riferimento in Gea”.
Sul rapporto col padre: “Quando ho cominciato questo lavoro mio padre mi ha detto che non solo non mi avrebbe aiutato, ma mai dato consigli o preso miei calciatori. Non ho mai fatto riferimento a mio padre, né alla Juventus né alla Nazionale con i miei calciatori. Anzi mio padre mi ha detto: ‘ sbagli ti prendo a calci nel culo e vai a casa a fare altro’"-
Riferendosi alle presunte pressioni della Gea sui calciatori, ha affermato di non aver mai cercato di acquisire delle procure. Sulla vicenda della procura di Blasi passata da Antonelli a Zavaglia e poi a lui, ha detto: "Sapevo che Blasi, di cui ero e sono amico, era scontento di Antonelli perché non riusciva ad avere il rinnovo e un aumento del contratto. L'ho saputo da amici comuni e da altri calciatori. Ma io non ho mai fatto pressioni su Blasi per fargli cambiare procura".
Massimo Ciardullo, l’avvocato di Antonelli, ha letto il testo di una telefonata di Farsopoli, tra lui e Alessandro Moggi nella quale Lippi riferisce il colloquio con Blasi e gli dice che "o si paga Antonelli e i soldi li devi tirare fuori tu, o aspettiamo che scada la procura e poi facciamo il contratto". Ciardullo ha contestato a Lippi che poco prima aveva affermato di non aver mai parlato direttamente con Blasi del contratto. Lippi ha risposto che intendeva riferirsi al contratto con la Gea e non a quello da rinnovare con la Juventus.
Luciano Moggi (10-11-08): Nella sua deposizione spontanea, ha detto: "Sento dire che il calcio attuale è peggio di prima. Evidentemente non ero la mente di ogni complotto e chi comandava prima lo fa anche adesso. Personalmente non voglio più tornare a far parte di questo mondo. Non mi interessa più".
Ha rivolto poi un appello: "Il calcio lo seguo come critico e come giornalista. La realtà è che per queste vicende approdate in tribunale, ho perso il lavoro e mio figlio ha passato i suoi guai con la famiglia. Tutto per colpe di testimonianze dell'accusa che abbiamo smascherato. Sono uomo di fede e accetto questo momento ma se ora la situazione nel calcio è peggiorata, invito tutti a non esagerare". Quindi ha spiegato di essersi "sfogato contro chi lo ha infangato".
Poi ha aggiunto: "Il calcio è da tempo diventato un business e le società sportive lavorano per valorizzare il proprio settore giovanile ed evitare di pagare 50 milioni per un giocatore. Io dirigente ombra del Messina? Ma quando mai, la Juve prestava gratis dei ragazzi con tanto di premio di valorizzazione al club se loro avessero giocato almeno venti partite in serie A. Io mi vanto di aver ceduto Zidane a un prezzo, 150 miliardi di lire, che nessuna altra società ha mai guadagnato. Ho vinto scudetti, trofei in Italia e all'estero. Nella finale dei campionati del mondo c'erano in campo nove giocatori della Juve più l'allenatore e il fisioterapista. Nove campioni che giocavano nella Juve. E poi qualcuno dice che io ero autore dei complotti e combinavo le partite".
Prendendo spunto dalle deposizioni di Nicola Amoruso, Moggi ha colto l'occasione per definire i calciatori "persone viziate che pensano solo ai rinnovi contrattuali anche quando sono reduci da pessime stagioni. La Juve era ed è una società seria, che non poteva contare sui soldi dell'azionista, eppure abbiamo creato una squadra fortissima e garantito un buon dividendo agli azionisti anche se abbiamo alla fine ricevuto ringraziamenti non tanto simpatici. I giocatori vorrebbero dirigenti che spendono e spandono. Chi fa bene un anno pretende subito un adeguamento e il prolungamento del contratto".
Su Corrado Grabbi, ha detto: "Si dovrebbe vergognare di essere venuto qui a testimoniare, visto che in due anni non ne ha azzeccata una". Ha poi parlato del rapporto col figlio Alessandro: "Quando mi disse di prendere Oddo e Liverani risposi che non mi interessavano, ma quando mi disse di prendere Mutu lo presi subito. Questo perchè ogni tanto gli davo ascolto e ogni tanto no. A un certo punto io e mio figlio avevamo paura di telefonarci per le intercettazioni, e questo in un paese democratico non può accadere. Vengo accusato di essere un socio occulto della Gea: il tutto perchè ho comprato delle cravatte da Marinella, ma io lo feci per fare un favore a Zavaglia, perchè conoscevo di persona Maurizio Marinella e per fargli fare un prezzo di favore".
Moggi ha poi escluso di aver mai favorito il figlio Alessandro: "Non gli ho mai rivelato in anticipo certe operazioni di mercato, come si evince dalle intercettazioni. Né ho preso dei soldi da lui. Eppure mi hanno definito socio occulto di Gea per la storia delle cravatte di Marinella che Franco Zavaglia mi chiese di prendere a un prezzo di favore. I Moggi sono passati come capri espiatori e mi sta pure bene. Ma perché, se si vuole moralizzare il calcio, non si vivisezionano gli altri parenti che fanno dirigenti e procuratori come hanno vivisezionato noi?".
Poi ha attaccato il suo grande accusatore: "Franco Baldini è quella persona che prima di un Roma-Juventus ha discusso con me dei problemi del calcio e di come potevano essere risolti. Baldini è quella persona che disse a Baiocco di starsene buono per un anno al Perugia per poi passare alla Roma a parametro zero, cosa che non poteva fare visto che Baiocco era in trattative per rinnovare il contratto con il Perugia. È lui la persona che dice che il Messina era una società controllata da me perché avrei venduto calciatori al Messina a prezzi gonfiati per ottenere altri favori: invece i calciatori della Juve andavano al Messina in prestito gratuito. Baldini ha detto molte cose che non stanno né in cielo né in terra, per esempio la storia della trattativa con il Livorno per Chiellini. Non ci fu nessun complotto della Juventus: la Roma in quel momento non poteva acquistare, ma solo vendere. Noi non volevamo disturbare la Roma, e fu Spinelli a venire a trattare". Ma anche l'attuale dirigenza giallorossa è nel mirino di Moggi: "Ora tutti dicono che accettano gli errori degli arbitri, ma poi la prima a lamentarsi è la vicepresidente della Lega, Rosella Sensi, che il pubblico ministero conosce bene". A questo punto, però, il pm Luca Palamara ha invitato Luigi Fiasconaro, presidente del collegio, a interrompere Moggi.
Alessandro Moggi (10-11-08): Nella sua deposizione spontanea, ha detto: "Ho fatto il raccattapalle, ho provato con la carriera di calciatore, ma a venti anni ho pensato che il mestiere più congeniale a me e alla mia passione per il pallone fosse quello di procuratore che ho portato avanti dopo essermi laureato in legge. Sono partito dal basso, assistendo il portiere Cecere del Nola in C2 e cercando di imporre una mia autonomia personale e professionale perché ancora oggi soffro quando qualcuno mi definisce 'il figlio di Moggi'. Sono riuscito ad affermarmi in un ambiente difficile come quello degli agenti sportivi, nonostante il mio cognome, grazie all'aiuto di Franco Zavaglia che posso considerare un secondo padre".
"Se io oggi assisto l'85-90 per cento dei giocatori che avevo con me prima che esplodesse lo scandalo Gea, significa che il mio metodo di lavoro è buono. Sono stato io a rinunciare nella primavera del 2006 a quegli atleti che necessitavano di un'assistenza immediata perché io non ci stavo con la testa e non ero in grado di seguirli. Impiego più del 50 per cento del mio tempo a guadagnarmi la fiducia delle società di calcio senza cui non potrei mai aiutare un giocatore professionalmente ed economicamente. E sono contento di dire che, passati quei mesi di difficoltà, molti giocatori hanno manifestato nuovamente la fiducia nei miei confronti. Il passaparola per chi fa questo lavoro è importante. Quanto alla Gea, questa era nata dalla volontà di costruire un qualcosa di imprenditoriale e di aziendale. La mentalità porta a porta non mi appartiene".
Per Alessandro Moggi, le accuse che gli ha lanciato il procuratore Caliendo in questo processo hanno una chiara spiegazione: "Lui mi ha corteggiato insistentemente affinché diventassi presidente e il personaggio più rappresentativo della sua Società. Non scattò quel feeling e, forse, gli bruciò molto il fatto che io fondai con altri la Gea World. Mi dolgo, piuttosto, a fronte di alcuni articoli di stampa dell'epoca, di non aver mai chiarito in modo netto che questa mia società non aveva alcun rapporto con Sergio Cragnotti e Calisto Tanzi, pur conoscendo i loro figli che stavano nella Generale Athletic, tanto è vero che nessun calciatore da noi assistito è mai andato alla Lazio o al Parma. E non esisteva alcun legame con la Banca di Roma anche se tra i soci c'era Chiara Geronzi". Moggi si è poi soffermato su alcuni casi oggetto di imputazione (i presunti illeciti nelle procure firmate da Nicola Amoruso, Emanuele Blasi, Fabio Gatti, Giorgio Chiellini, Giovanni Tedesco) per spiegare di non aver mai fatto nulla perché il calciatore revocasse il precedente mandato e andasse con lui: "Sono sempre stati loro a scegliere me perché insoddisfatti del lavoro svolto dal loro precedente agente. In alcuni casi, sono stati i padri dei giocatori a inseguirmi pretendendo che curassi le attività del loro figlio. Io non ho mai tolto niente a nessuno". Quanto al contratto di David Trezeguet, ha confermato che "l'incontro avvenne presso la sede della Juve soltanto perché era comodo ad entrambi trovarci lì. Usammo un salottino di attesa per fare due chiacchiere. Poi non mi ha neppure dato il mandato...".
Per quanto ancora si vorrà far finta di non capire?
Fonte: www.ju29ro.com (leggilo qui)
martedì, novembre 11, 2008
ECCO IL TEOREMA DI STA CIPPA
Ripreso a Roma il processo Gea
Atteso in giornata uno degli imputati Davide Lippi. Ascoltato l'ex portiere del Brescia Emiliano Viviano
È ripreso stamani presso la 10 sezione del tribunale di Roma il processo che vede imputati tra gli altri Luciano ed Alessandro Moggi, Franco Zavaglia, Pasquale Gallo, Davide Lippi. Ha deposto Emiliano Viviano, portiere del Brescia, ex assistito del procuratore Claudio Orlandini, uno dei grandi accusatori del processo. Viviano ha negato di essere mai stato contattato da persone che non fossero il suo procuratore con offerte di trasferimenti alla Juventus e ha anche negato di aver ricevuto un invito da Innocenzo Mazzini, ex vice-presidente della Figc, di recarsi presso un albergo senza il suo procuratore per discutere di un passaggio alla Juve. Dell'invito aveva invece parlato lo stesso procuratore Orlandini.
IL CONFRONTO - È per questo che il pm Palamara ha chiesto un confronto tra Viviano e Orlandini viste le deposizioni discordanti. Oggi è atteso l'esame di uno degli imputati, Davide Lippi.
IL TESTE E L'IMPUTATO - Successivamente è stata la volta di Fabio Liverani che ha negato di aver mai subito pressioni su convocazioni in Nazionale o un eventuale passaggio alla Juventus. È toccato poi all'imputato Davide Lippi sottoporsi all'esame. Il procuratore ha chiarito i suoi rapporti con Emanuele Blasi («Siamo sempre stati amici») e di aver lavorato per fargli ottenere il rinnovo del contratto con la Juve, ma senza fare pressioni sul giocatore per lasciare la sua procura con Stefano Antonelli tanto che Blasi diede la procura alla Gea solo dopo aver ottenuto il rinnovo.
PETRICCA E CALAIO' - In aula ha deposto anche il procuratore Oberto Petricca, ex presidente dell'Assoprocuratori, che ha sostanzialmente delinerato un quadro in cui sono molti i casi di rapporti tra procuratori e dirigienti legati da parentela. Infine l'udienza si è chiusa con la deposzione di Emanuele Calaiò, attaccante del Siena, passato 4 anni fa da Beppe Bonetto a alessandro Moggi per «libera scelta, poiché Bonetto non mi prospettava offerte adeguate al mio rendimento, per cui ero insoddisfato del suo lavoro e ho scelto di passare la mia procura a Moggi senza ricevere alcuna minaccia o promessi di ingaggi».
Processo Gea: Sentiti Conte e Ancelotti
E' ripreso stamane davanti alla decima sezione penale del tribunale di Roma il processo Gea per associazione a delinquere finalizzata all'illecita concorrenza con violenza e minacce con imputati Luciano e Alessandro Moggi, Davide Lippi Franco Zavaglia, Pasquale Gallo e Francesco Ceravolo. Sono stati ascoltati come testimoni Carlo Ancelotti e Antonio Conte. L'attuale allenatore del Bari, Antonio Conte, è stato interrogato sul "caso Miccoli" per il suo ruolo di capitano della Juventus di allora: "Io con Miccoli sono stato a cena una sera a casa - ha detto Conte - c'erano lui, la moglie e il suo procuratore Caleandro, mi chiesero un'opinione sul problema del rinnovo e sulla possibilità di poter gestire il giocatore insieme ad Alessandro Moggi. Io dissi la mia ma non mi interessai più di tanto. Mi chiesero di intercedere con la Juve.
Era successo anche con Trezeguet, in quel periodo aveva litigato con il suo procuratore e voleva rinnovare il contratto. Ma fu una semplice conversazione in palestra". Il pm Luca Palamara ha contestato a Conte che Miccoli ha fornito una diversa ricostruzione. "So che ne ha fornita un'altra, e gli ho risposto attraverso i giornali, dicendo anche che se Miccoli avesse avuto la testa sarebbe stato un campione... E' uno da prendere con le molle, è un pò estroso, non è quel che si dice un uomo di spogliatoio, era una persona appariscente. Alla Juve c'era un certo tipo di stile e ci tenevano. Sicuramente non era un Conte o un Pessotto, una persona quadrata. Nessuno mi ha mai chiesto di avvicinare giocatori della Juve per passare alla Gea".
Durante la deposizione Conte è stato ripreso dal presidente della corte Fiasconaro, perché ad una domanda il tecnico ha risposto in maniera piccata, infastidendo il giudice.
Carlo Ancelotti è stato invece ascoltato in merito alla vicenda Amoruso: "Era un giocatore di buon livello - ha detto il tecnico del Milan - che nel primo anno ha sicuramente giocato qualche partita perché avevamo infortunati alcuni giocatori. Poi venne ceduto al Perugia per una scelta tecnica visto che avevamo come attaccanti Del Piero, Inzaghi e avevamo preso Kovacevic. Avrebbe avuto poco spazio. Così decidemmo di mandarlo via in prestito. Ma non conosco le modalità".
E' stata infine annullata l'udienza del 13 ottobre, quindi il processo riprenderà il 14 ottobre in attesa delle rogatorie internazionali richieste dal pm per Nigmatullin e Kovalenko, il presidente della corte ha fissato per il 16 ottobre la fine dell'esame dei testi. Dopo si passerà alle conclusioni finali di accusa e difesa" .
Allenatore Bari: "Miccoli mi chiese di presentargli Moggi jr"
Sul banco dei testimoni un ex allenatore della Juventus, e uno dei più seri candidati alla panchina bianconera, per parlare degli anni passati e di alcune trattative di calciomercato gestite da Luciano Moggi. Oggi, nel processo Gea, si è registrata una udienza dedicata alle deposizioni di Carlo Ancelotti e Antonio Conte, rispettivamente mister del Milan e del Bari. I due, sentiti come testimoni, hanno riferito in merito ai casi di Nicola Amoruso e Fabrizio Miccoli.
Ancelotti, rispetto all'attaccante ora in forza al Torino e per tanti anni alla Reggina, ha spiegato: "Arrivai alla Juve nel febbraio del '99. Come attaccanti c'erano, oltre a lui, Esnayder, Del Piero, Pippo Inzaghi ed Henry. In giugno decisi, insieme con la società, di prendere Kovacevic e di mandare via Amoruso". Il prestito al Perugia del centravanti, però secondo lo stesso numero 9, non fu indolore. A marzo Amoruso riferì alla corte di essere stato minacciato da Luciano Moggi, e che se non avesse accettato la squadra umbra l'avrebbe fatto smettere di giocare.
Secondo i difensori dell'ex direttore generale della Juventus, la testimonianza di Ancelotti, riporta la vicenda Amoruso nell'alveo tecnico. "Per motivi di abbondanza nel reparto è stato mandato via Amoruso e la decisione fu presa dal tecnico". La questione Miccoli è invece stata completamente ribaltata da Antonio Conte, che per 13 anni ha indossato la maglia a strisce bianconere ed è stato capitano della 'Vecchia Signora' per 5 anni. Il fantasista ora in forza al Palermo disse di essere stato pressato da Conte affinchè cambiasse il procuratore in favore di Moggi jr. "Fu lui ad invitarmi a cena, con il suo agente - ha detto l'allenatore del Bari - Erano presenti, anche sua moglie e la mia ex fidanzata. In quell'occasione mi chiese se gli presentavo Alessandro Moggi, al fine di fargli gestire la sua procura insieme con il suo agente. Gli diedi il numero e non me ne interessai ulteriormente".
Processo Gea, Giovinco: mai ricevute pressioni per cambiare il procuratore
ROMA (14 ottobre) - Si è svolta nella mattinata una nuova udienza del processo Gea con imputati Luciano e Alessandro Moggi, Davide Lippi Franco Zavaglia, Pasquale Gallo e Francesco Ceravolo. È stato ascoltato, fra gli altri, Sebastian Giovinco, attualmente giocatore bianconero, che ha negato di aver ricevuto pressioni per cambiare procuratore.
Moggi: "Non torno più nel calcio. E mi vanto di aver ceduto Zidane per 150 mld"
"Sento dire che il calcio attuale è peggio di prima. Evidentemente non ero la mente di ogni complotto e chi comandava prima lo fa anche adesso. Personalmente non voglio più tornare a far parte di questo mondo. Non mi interessa più". Lo spiega Luciamo Mggi ai giudici della decima sezione penale del tribunale di Roma durante il processo Gea. L'ex dirigente bianconero rivolge poi un appello: "Il calcio lo seguo come critico e come giornalista. La realtà è che per queste vicende approdate in tribunale, ho perso il lavoro e mio figlio ha passato i suoi guai con la famiglia. Tutto per colpe di testimonianze dell'accusa che abbiamo smascherato. Sono uomo di fede e accetto questo momento ma se ora la situazione nel calcio è peggiorata, invito tutti a non esagerare". Quindi ha spiegato di essersi "sfogato contro chi lo ha infangato". Nel mirino c'è, come sempre, l'ex diesse della Roma, Franco Baldini che sui casi Baiocco e Chiellini "non ha fatto altro che raccontare menzogne. Baldini è colui che chiese a un procuratore di testimoniare contro di me parlando con il maggiore Auricchio".
Poi aggiunge: "Il calcio è da tempo diventato un business e le società sportive lavorano per valorizzare il proprio settore giovanile ed evitare di pagare 50 milioni per un giocatore. Io dirigente ombra del Messina? Ma quando mai, la Juve prestava gratis dei ragazzi con tanto di premio di valorizzazione al club se loro avessero giocato almeno venti partite in serie A. Io mi vanto di aver ceduto Zidane a un prezzo, 150 miliardi di lire, che nessuna altra società ha mai guadagnato. Ho vinto scudetti, trofei in Italia e all'estero. Nella finale dei campionati del mondo c'erano in campo nove giocatori della Juve piu' l'allenatore e il fisioterapista. Nove campioni che giocavano nella Juve. E poi qualcuno dice che io ero autore dei complotti e combinavo le partite".
Prendendo spunto dalle deposizioni di un attaccante ex bianconero, Nicola Amoruso, Moggi ha colto l'occasione per definire i calciatori "persone viziate che pensano solo ai rinnovi contrattuali anche quando sono reduci da pessime stagioni. La Juve era ed è una società seria, che non poteva contare sui soldi dell'azionista, eppure abbiamo creato una squadra fortissima e garantito un buon dividendo agli azionisti anche se abbiamo alla fine ricevuto ringraziamenti non tanto simpatici. I giocatori vorrebbero dirigenti che spendono e spandono. Chi fa bene un anno pretende subito un adeguamento e il prolungamento del contratto".
Moggi ha poi escluso di aver mai favorito il figlio Alessandro, che faceva il procuratore: "Non gli ho mai rivelato in anticipo certe operazioni di mercato, come si evince dalle intercettazioni. Né ho preso dei soldi da lui. Eppure mi hanno definito socio occulto di Gea per la storia delle cravatte di Marinella che Franco Zavaglia mi chiese di prendere a un prezzo di favore. I Moggi sono passati come capri espiatori e mi sta pure bene. Ma perché, se si vuole moralizzare il calcio, non si vivisezionano gli altri parenti che fanno dirigenti e procuratori come hanno vivisezionato noi?".
MOGGI JR: MI FA MALE ESSERE DEFINITO IL FIGLIO DI LUCIANO
"Ho fatto il raccattapalle, ho provato con la carriera di calciatore, ma a venti anni ho pensato che il mestiere piu' congeniale a me e alla mia passione per il pallone fosse quello di procuratore che ho portato avanti dopo essermi laureato in legge. Sono partito dal basso, assistendo il portiere Cecere del Nola in C2 e cercando di imporre una mia autonomia personale e professionale perche' ancora oggi soffro quando qualcuno mi definisce 'il figlio di Moggi'. Sono riuscito ad affermarmi in un ambiente difficile come quello degli agenti sportivi, nonostante il mio cognome, grazie all'aiuto di Franco Zavaglia che posso considerare un secondo padre". Alessandro Moggi, imputato per associazione per delinquere finalizzata all'illecita concorrenza con minaccia e violenza assieme al padre e ad altre quattro persone, e' intervenuto al processo alla Gea World con alcune dichiarazioni spontanee per ribadire la propria innocenza e respingere le accuse del pm Luca Palamara. "Se io oggi assisto l'85-90 per cento dei giocatori che avevo con me prima che esplodesse lo scandalo Gea - ha detto Moggi jr - significa che il mio metodo di lavoro e' buono. Sono stato io a rinunciare nella primavera del 2006 a quegli atleti che necessitavano di un'assistenza immediata perche' io non ci stavo con la testa e non ero in grado di seguirli. Impiego piu' del 50 per cento del mio tempo a guadagnarmi la fiducia delle societa' di calcio senza cui non potrei mai aiutare un giocatore professionalmente ed economicamente. E sono contento di dire che, passati quei mesi di difficolta', molti giocatori hanno manifestato nuovamente la fiducia nei miei confronti. Il passaparola per chi fa questo lavoro e' importante. Quanto alla Gea, questa era nata dalla volonta' di costruire un qualcosa di imprenditoriale e di aziendale. La mentalita' porta a porta non mi appartiene".
Per Alessandro Moggi, le accuse che gli ha lanciato il procuratore Caliendo in questo processo hanno una chiara spiegazione: "Lui mi ha corteggiato insistentemente affinche' diventassi presidente e il personaggio piu' rappresentativo della sua societa'. Non scatto' quel feeling e, forse, gli brucio' molto il fatto che io fondai con altri la Gea World. Mi dolgo, piuttosto, a fronte di alcuni articoli di stampa dell'epoca, di non aver mai chiarito in modo netto che questa mia societa' non aveva alcun rapporto con Sergio Cragnotti e Calisto Tanzi, pur conoscendo i loro figli che stavano nella Generale Athletic, tanto e' vero che nessun calciatore da noi assistito e' mai andato alla Lazio o al Parma. E non esisteva alcun legame con la Banca di Roma anche se tra i soci c'era Chiara Geronzi". Moggi si e' poi soffermato su alcuni casi oggetto di imputazione (i presunti illeciti nelle procure firmate da Nicola Amoruso, Emanuele Blasi, Fabio Gatti, Giorgio Chiellini, Giovanni Tedesco) per spiegare di non aver mai fatto nulla perche' il calciatore revocasse il predecente mandato e andasse con lui: "Sono sempre stati loro a scegliere me perche' insoddisfatti del lavoro svolto dal loro precedente agente. In alcuni casi, sono stati i padri dei giocatori a inseguirmi pretendendo che curassi le attivita' del loro figlio. Io non ho mai tolto niente a nessuno". Quanto al contratto di David Trezeguet, Moggi ha confermato che "l'incontro avvenne presso la sede della Juve soltanto perche' era comodo ad entrambi trovarci li'. Usammo un salottino di attesa per fare due chiacchiere. Poi non mi ha neppure dato il mandato...".
Atteso in giornata uno degli imputati Davide Lippi. Ascoltato l'ex portiere del Brescia Emiliano Viviano
È ripreso stamani presso la 10 sezione del tribunale di Roma il processo che vede imputati tra gli altri Luciano ed Alessandro Moggi, Franco Zavaglia, Pasquale Gallo, Davide Lippi. Ha deposto Emiliano Viviano, portiere del Brescia, ex assistito del procuratore Claudio Orlandini, uno dei grandi accusatori del processo. Viviano ha negato di essere mai stato contattato da persone che non fossero il suo procuratore con offerte di trasferimenti alla Juventus e ha anche negato di aver ricevuto un invito da Innocenzo Mazzini, ex vice-presidente della Figc, di recarsi presso un albergo senza il suo procuratore per discutere di un passaggio alla Juve. Dell'invito aveva invece parlato lo stesso procuratore Orlandini.
IL CONFRONTO - È per questo che il pm Palamara ha chiesto un confronto tra Viviano e Orlandini viste le deposizioni discordanti. Oggi è atteso l'esame di uno degli imputati, Davide Lippi.
IL TESTE E L'IMPUTATO - Successivamente è stata la volta di Fabio Liverani che ha negato di aver mai subito pressioni su convocazioni in Nazionale o un eventuale passaggio alla Juventus. È toccato poi all'imputato Davide Lippi sottoporsi all'esame. Il procuratore ha chiarito i suoi rapporti con Emanuele Blasi («Siamo sempre stati amici») e di aver lavorato per fargli ottenere il rinnovo del contratto con la Juve, ma senza fare pressioni sul giocatore per lasciare la sua procura con Stefano Antonelli tanto che Blasi diede la procura alla Gea solo dopo aver ottenuto il rinnovo.
PETRICCA E CALAIO' - In aula ha deposto anche il procuratore Oberto Petricca, ex presidente dell'Assoprocuratori, che ha sostanzialmente delinerato un quadro in cui sono molti i casi di rapporti tra procuratori e dirigienti legati da parentela. Infine l'udienza si è chiusa con la deposzione di Emanuele Calaiò, attaccante del Siena, passato 4 anni fa da Beppe Bonetto a alessandro Moggi per «libera scelta, poiché Bonetto non mi prospettava offerte adeguate al mio rendimento, per cui ero insoddisfato del suo lavoro e ho scelto di passare la mia procura a Moggi senza ricevere alcuna minaccia o promessi di ingaggi».
Processo Gea: Sentiti Conte e Ancelotti
E' ripreso stamane davanti alla decima sezione penale del tribunale di Roma il processo Gea per associazione a delinquere finalizzata all'illecita concorrenza con violenza e minacce con imputati Luciano e Alessandro Moggi, Davide Lippi Franco Zavaglia, Pasquale Gallo e Francesco Ceravolo. Sono stati ascoltati come testimoni Carlo Ancelotti e Antonio Conte. L'attuale allenatore del Bari, Antonio Conte, è stato interrogato sul "caso Miccoli" per il suo ruolo di capitano della Juventus di allora: "Io con Miccoli sono stato a cena una sera a casa - ha detto Conte - c'erano lui, la moglie e il suo procuratore Caleandro, mi chiesero un'opinione sul problema del rinnovo e sulla possibilità di poter gestire il giocatore insieme ad Alessandro Moggi. Io dissi la mia ma non mi interessai più di tanto. Mi chiesero di intercedere con la Juve.
Era successo anche con Trezeguet, in quel periodo aveva litigato con il suo procuratore e voleva rinnovare il contratto. Ma fu una semplice conversazione in palestra". Il pm Luca Palamara ha contestato a Conte che Miccoli ha fornito una diversa ricostruzione. "So che ne ha fornita un'altra, e gli ho risposto attraverso i giornali, dicendo anche che se Miccoli avesse avuto la testa sarebbe stato un campione... E' uno da prendere con le molle, è un pò estroso, non è quel che si dice un uomo di spogliatoio, era una persona appariscente. Alla Juve c'era un certo tipo di stile e ci tenevano. Sicuramente non era un Conte o un Pessotto, una persona quadrata. Nessuno mi ha mai chiesto di avvicinare giocatori della Juve per passare alla Gea".
Durante la deposizione Conte è stato ripreso dal presidente della corte Fiasconaro, perché ad una domanda il tecnico ha risposto in maniera piccata, infastidendo il giudice.
Carlo Ancelotti è stato invece ascoltato in merito alla vicenda Amoruso: "Era un giocatore di buon livello - ha detto il tecnico del Milan - che nel primo anno ha sicuramente giocato qualche partita perché avevamo infortunati alcuni giocatori. Poi venne ceduto al Perugia per una scelta tecnica visto che avevamo come attaccanti Del Piero, Inzaghi e avevamo preso Kovacevic. Avrebbe avuto poco spazio. Così decidemmo di mandarlo via in prestito. Ma non conosco le modalità".
E' stata infine annullata l'udienza del 13 ottobre, quindi il processo riprenderà il 14 ottobre in attesa delle rogatorie internazionali richieste dal pm per Nigmatullin e Kovalenko, il presidente della corte ha fissato per il 16 ottobre la fine dell'esame dei testi. Dopo si passerà alle conclusioni finali di accusa e difesa" .
Allenatore Bari: "Miccoli mi chiese di presentargli Moggi jr"
Sul banco dei testimoni un ex allenatore della Juventus, e uno dei più seri candidati alla panchina bianconera, per parlare degli anni passati e di alcune trattative di calciomercato gestite da Luciano Moggi. Oggi, nel processo Gea, si è registrata una udienza dedicata alle deposizioni di Carlo Ancelotti e Antonio Conte, rispettivamente mister del Milan e del Bari. I due, sentiti come testimoni, hanno riferito in merito ai casi di Nicola Amoruso e Fabrizio Miccoli.
Ancelotti, rispetto all'attaccante ora in forza al Torino e per tanti anni alla Reggina, ha spiegato: "Arrivai alla Juve nel febbraio del '99. Come attaccanti c'erano, oltre a lui, Esnayder, Del Piero, Pippo Inzaghi ed Henry. In giugno decisi, insieme con la società, di prendere Kovacevic e di mandare via Amoruso". Il prestito al Perugia del centravanti, però secondo lo stesso numero 9, non fu indolore. A marzo Amoruso riferì alla corte di essere stato minacciato da Luciano Moggi, e che se non avesse accettato la squadra umbra l'avrebbe fatto smettere di giocare.
Secondo i difensori dell'ex direttore generale della Juventus, la testimonianza di Ancelotti, riporta la vicenda Amoruso nell'alveo tecnico. "Per motivi di abbondanza nel reparto è stato mandato via Amoruso e la decisione fu presa dal tecnico". La questione Miccoli è invece stata completamente ribaltata da Antonio Conte, che per 13 anni ha indossato la maglia a strisce bianconere ed è stato capitano della 'Vecchia Signora' per 5 anni. Il fantasista ora in forza al Palermo disse di essere stato pressato da Conte affinchè cambiasse il procuratore in favore di Moggi jr. "Fu lui ad invitarmi a cena, con il suo agente - ha detto l'allenatore del Bari - Erano presenti, anche sua moglie e la mia ex fidanzata. In quell'occasione mi chiese se gli presentavo Alessandro Moggi, al fine di fargli gestire la sua procura insieme con il suo agente. Gli diedi il numero e non me ne interessai ulteriormente".
Processo Gea, Giovinco: mai ricevute pressioni per cambiare il procuratore
ROMA (14 ottobre) - Si è svolta nella mattinata una nuova udienza del processo Gea con imputati Luciano e Alessandro Moggi, Davide Lippi Franco Zavaglia, Pasquale Gallo e Francesco Ceravolo. È stato ascoltato, fra gli altri, Sebastian Giovinco, attualmente giocatore bianconero, che ha negato di aver ricevuto pressioni per cambiare procuratore.
Moggi: "Non torno più nel calcio. E mi vanto di aver ceduto Zidane per 150 mld"
"Sento dire che il calcio attuale è peggio di prima. Evidentemente non ero la mente di ogni complotto e chi comandava prima lo fa anche adesso. Personalmente non voglio più tornare a far parte di questo mondo. Non mi interessa più". Lo spiega Luciamo Mggi ai giudici della decima sezione penale del tribunale di Roma durante il processo Gea. L'ex dirigente bianconero rivolge poi un appello: "Il calcio lo seguo come critico e come giornalista. La realtà è che per queste vicende approdate in tribunale, ho perso il lavoro e mio figlio ha passato i suoi guai con la famiglia. Tutto per colpe di testimonianze dell'accusa che abbiamo smascherato. Sono uomo di fede e accetto questo momento ma se ora la situazione nel calcio è peggiorata, invito tutti a non esagerare". Quindi ha spiegato di essersi "sfogato contro chi lo ha infangato". Nel mirino c'è, come sempre, l'ex diesse della Roma, Franco Baldini che sui casi Baiocco e Chiellini "non ha fatto altro che raccontare menzogne. Baldini è colui che chiese a un procuratore di testimoniare contro di me parlando con il maggiore Auricchio".
Poi aggiunge: "Il calcio è da tempo diventato un business e le società sportive lavorano per valorizzare il proprio settore giovanile ed evitare di pagare 50 milioni per un giocatore. Io dirigente ombra del Messina? Ma quando mai, la Juve prestava gratis dei ragazzi con tanto di premio di valorizzazione al club se loro avessero giocato almeno venti partite in serie A. Io mi vanto di aver ceduto Zidane a un prezzo, 150 miliardi di lire, che nessuna altra società ha mai guadagnato. Ho vinto scudetti, trofei in Italia e all'estero. Nella finale dei campionati del mondo c'erano in campo nove giocatori della Juve piu' l'allenatore e il fisioterapista. Nove campioni che giocavano nella Juve. E poi qualcuno dice che io ero autore dei complotti e combinavo le partite".
Prendendo spunto dalle deposizioni di un attaccante ex bianconero, Nicola Amoruso, Moggi ha colto l'occasione per definire i calciatori "persone viziate che pensano solo ai rinnovi contrattuali anche quando sono reduci da pessime stagioni. La Juve era ed è una società seria, che non poteva contare sui soldi dell'azionista, eppure abbiamo creato una squadra fortissima e garantito un buon dividendo agli azionisti anche se abbiamo alla fine ricevuto ringraziamenti non tanto simpatici. I giocatori vorrebbero dirigenti che spendono e spandono. Chi fa bene un anno pretende subito un adeguamento e il prolungamento del contratto".
Moggi ha poi escluso di aver mai favorito il figlio Alessandro, che faceva il procuratore: "Non gli ho mai rivelato in anticipo certe operazioni di mercato, come si evince dalle intercettazioni. Né ho preso dei soldi da lui. Eppure mi hanno definito socio occulto di Gea per la storia delle cravatte di Marinella che Franco Zavaglia mi chiese di prendere a un prezzo di favore. I Moggi sono passati come capri espiatori e mi sta pure bene. Ma perché, se si vuole moralizzare il calcio, non si vivisezionano gli altri parenti che fanno dirigenti e procuratori come hanno vivisezionato noi?".
MOGGI JR: MI FA MALE ESSERE DEFINITO IL FIGLIO DI LUCIANO
"Ho fatto il raccattapalle, ho provato con la carriera di calciatore, ma a venti anni ho pensato che il mestiere piu' congeniale a me e alla mia passione per il pallone fosse quello di procuratore che ho portato avanti dopo essermi laureato in legge. Sono partito dal basso, assistendo il portiere Cecere del Nola in C2 e cercando di imporre una mia autonomia personale e professionale perche' ancora oggi soffro quando qualcuno mi definisce 'il figlio di Moggi'. Sono riuscito ad affermarmi in un ambiente difficile come quello degli agenti sportivi, nonostante il mio cognome, grazie all'aiuto di Franco Zavaglia che posso considerare un secondo padre". Alessandro Moggi, imputato per associazione per delinquere finalizzata all'illecita concorrenza con minaccia e violenza assieme al padre e ad altre quattro persone, e' intervenuto al processo alla Gea World con alcune dichiarazioni spontanee per ribadire la propria innocenza e respingere le accuse del pm Luca Palamara. "Se io oggi assisto l'85-90 per cento dei giocatori che avevo con me prima che esplodesse lo scandalo Gea - ha detto Moggi jr - significa che il mio metodo di lavoro e' buono. Sono stato io a rinunciare nella primavera del 2006 a quegli atleti che necessitavano di un'assistenza immediata perche' io non ci stavo con la testa e non ero in grado di seguirli. Impiego piu' del 50 per cento del mio tempo a guadagnarmi la fiducia delle societa' di calcio senza cui non potrei mai aiutare un giocatore professionalmente ed economicamente. E sono contento di dire che, passati quei mesi di difficolta', molti giocatori hanno manifestato nuovamente la fiducia nei miei confronti. Il passaparola per chi fa questo lavoro e' importante. Quanto alla Gea, questa era nata dalla volonta' di costruire un qualcosa di imprenditoriale e di aziendale. La mentalita' porta a porta non mi appartiene".
Per Alessandro Moggi, le accuse che gli ha lanciato il procuratore Caliendo in questo processo hanno una chiara spiegazione: "Lui mi ha corteggiato insistentemente affinche' diventassi presidente e il personaggio piu' rappresentativo della sua societa'. Non scatto' quel feeling e, forse, gli brucio' molto il fatto che io fondai con altri la Gea World. Mi dolgo, piuttosto, a fronte di alcuni articoli di stampa dell'epoca, di non aver mai chiarito in modo netto che questa mia societa' non aveva alcun rapporto con Sergio Cragnotti e Calisto Tanzi, pur conoscendo i loro figli che stavano nella Generale Athletic, tanto e' vero che nessun calciatore da noi assistito e' mai andato alla Lazio o al Parma. E non esisteva alcun legame con la Banca di Roma anche se tra i soci c'era Chiara Geronzi". Moggi si e' poi soffermato su alcuni casi oggetto di imputazione (i presunti illeciti nelle procure firmate da Nicola Amoruso, Emanuele Blasi, Fabio Gatti, Giorgio Chiellini, Giovanni Tedesco) per spiegare di non aver mai fatto nulla perche' il calciatore revocasse il predecente mandato e andasse con lui: "Sono sempre stati loro a scegliere me perche' insoddisfatti del lavoro svolto dal loro precedente agente. In alcuni casi, sono stati i padri dei giocatori a inseguirmi pretendendo che curassi le attivita' del loro figlio. Io non ho mai tolto niente a nessuno". Quanto al contratto di David Trezeguet, Moggi ha confermato che "l'incontro avvenne presso la sede della Juve soltanto perche' era comodo ad entrambi trovarci li'. Usammo un salottino di attesa per fare due chiacchiere. Poi non mi ha neppure dato il mandato...".
lunedì, novembre 10, 2008
CHIEVO VERONA-JUVENTUS 0-2
Per mancanza di tempo posto solo le mie pagelle, appena possibile inserirò il commento.
Manninger 6
Mellberg 6
Legrottaglie 6.5
Chiellini 6.5
Molinaro 6
Marchionni 7
Sissoko 5
Tiago 7
De Ceglie 6.5
Del Piero 8
Iaquinta 6.5
Grygera s.v
Ekdal 6.5
Amauri s.v.
All. Ranieri 6,5
Voto generale alla prestazione della Juve: 6,5
Arbitro Sig. Banti 5,5
Il protagonista: MARCHIONNI. Oggi voglio premiare lui. Grande partita, come del resto tutte quelle intraprese in questo periodo nel quale non ha fatto rimpiangere Camoranesi. Se gli infortuni lo lasciassero in pace, sarebbe un'arma importantissima per questa Juve
Manninger 6
Mellberg 6
Legrottaglie 6.5
Chiellini 6.5
Molinaro 6
Marchionni 7
Sissoko 5
Tiago 7
De Ceglie 6.5
Del Piero 8
Iaquinta 6.5
Grygera s.v
Ekdal 6.5
Amauri s.v.
All. Ranieri 6,5
Voto generale alla prestazione della Juve: 6,5
Arbitro Sig. Banti 5,5
Il protagonista: MARCHIONNI. Oggi voglio premiare lui. Grande partita, come del resto tutte quelle intraprese in questo periodo nel quale non ha fatto rimpiangere Camoranesi. Se gli infortuni lo lasciassero in pace, sarebbe un'arma importantissima per questa Juve
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domenica, novembre 09, 2008
PRESENTAZIONE DI CHIEVO-JUVENTUS
I bianconeri, che vengono da 5 vittorie consecitive in notturna, devono confermarci anche in campionato (alle ore 15 di oggi) contro il CHievo, squadra in grande difficoltà ma da non sottovalutare.
Prevedo una vittoria molto faticosa: 2 a 1 con rete di Del Piero, pareggio di Marcolini su rigore e gol vittoria di Giovinco.
FORZA RAGAZZI; VINCETE PER NOI!!!
Prevedo una vittoria molto faticosa: 2 a 1 con rete di Del Piero, pareggio di Marcolini su rigore e gol vittoria di Giovinco.
FORZA RAGAZZI; VINCETE PER NOI!!!
giovedì, novembre 06, 2008
REAL MADRID-JUVENTUS 0-2
Ora possiamo davvero cantar vittoria, e possiamo farlo a squarciagola. La Juventus è ufficialmente rinata, più bella e vincente che mai. Dopo 4 vittorie consecutive, ieri era la prova del fuoco in casa di un Real desideroso di rivincita contro la propria bestia nera (sempre sconfitti nel doppio confronto nelle 3 occasioni capitate tra il 1996 ed il 2006) e bisognoso di punti per vincere il girone. Come è andata lo sappiamo tutti, con i bianconeri che giocano una partita magistrale, la migliore da Farsopoli in poi, e schianta i padroni di casa che ancora una volta peccano di superbia, mettendo in mostra un Del Piero senza più aggettivi atti a definirlo. Aveva detto Casillas che le punizioni del capitano bianconero erano il suo incubo e tale si è manifestato puntualmente. Tre reti in due partite al Real quest'anno (ormai il portierone spagnolo sembra avere il terrore di Alex), 4 in 4 gare di Champions (5 in 6 se contiamo in preeliminari), i primi due al Bernabeu che gli valgono la standing ovation nel mitico impianto che vide Zoff sollevare la 3° coppa del mondo della storia azzurra.
La Juventus ha giocato, mai come questa volta, la partita perfetta: squadra cortissima e distanze perfette tra i reparti, grande compattezza ed aggressività, cinicità sotto rete. Real schiantato, e umiliato. E' straripante la condizione atletica dei ragazzi, che solo 15 giorni fa sembravano quasi degli zombie. E' incredibile questo sport, che in due settimane può trasformare una squadra inguardabile in una corazzata che rasenta la perfezione, un giocatore penoso (Tiago) in un meraviglioso smistatore di pallone e perno di un'ottima manovra corale. E pensare che a questa squadra mancano ancora Camoranesi, Grygera, Salihamizic, Poulsen, Marchisio e Zanetti che sono sulla via del recupero e anche, se non soprattutto, Buffon e Teezeguet, per i quali c'è da attendere ancora un pò; ma i rincalzi, almeno per ora, almeno ora, non li stanno facendo rimpiangere.
Ora, a qualificazione centrata, bisogna evitare di rilassarsi e tenere alta la tensione sia in campionato, dove il filotto di vittorie consecutive ci ha rilanciato, e anche in Champions dove è fondamentale passare al 1° posto (bastano due punti nelle ultime due partite) per evitare un avversario terribile negli ottavi e non perdere questa splendida forma.
Ieri si è degnamente concluso, e nel modo migliore, il periodo più nero della storia juventina inziato con Farsopoli, proseguito con l'umiliazione della B e concluso con un anno di stallo nel quale abbiamo visto dominare gli onesti in campionato e giocare le altre in Champions quelle partite che dovevano essere nostre. Tutto questo è stato possibile grazie a degli eroi che, da campioni acclarati in ogni dove, hanno scelto il declassamento che li consegnerà alla leggenda calcistica, a bravissimi calciatori che non hanno abbandonato la nave che affonda e ad altri che si sono imbarcati strada facendo, e soprattutto ai tifosi che hanno subito di tutto e continueranno ad essere maltrattati per urlare sempre più forte l'orgoglio di appartenere ad una squadra unica.
Postilla finale per la standing ovation riservata a Del Piero. Confesso che avevo la pelle d'oca e posso solo immaginare i pensieri di Alex in quel momento: i sogni da bambino, il trasferimento alla squadra del cuore a soli 16 anni, i primi gil in campionato e champions, le vittorie, le infamanti critiche di stampa e altri soggetti discutibili(non faccio nomi, ma cognomi: ZEMAN!), la malattia prima e la morte poi del padre, il rapporto difficile con la nazionale, il terribile infortunio di Udine, il mondiale vinto, la serie B. Tutto per giungere il 5 novembre 2008 a raccogliere l'ovazione riservata solo ai miti.
Domanda per tutti: se invece che essere a Madrid (ma sarebbe andata così in ogni altra città europea, ne sono certo) fossimo stati in una qualsiasi città italiana, sarebeb successo quello che abbiamo visto ieri sera o ALex sarebbe uscito tra i fischi? Vedete, questa è l avera differenza tra noi e gli altri paesi: la nostra mentalità è arretrata, la nostra intelligenza è arretrata e tutto ciò non può che essere lo speccio dell'intero Paese. Siamo tutti abituati a gaurdare solo al nostro orticello e mai agli altri, e ciò ci stà rovinando! Quindi W Del Piero, W il calcio e, soprattutto, W il Real Madrid ed i suoi meravigliosi tifosi!
Ora, le lodevoli pagelle di ieri sera
Manninger 6,5 - QUalche piccola incertezza che non pregiudica una prova complessivamente ottima. Nel finale si esibisce in un volo plastico per farsi immortalare dai fotografi presenti al Bernabeu. Di certo non è Buffon e non lo sarà mai, ma è un'onorevolissimo comprimario.
Mellberg 7 - Qualche volta si addormenta e ha contro quel demonio di Drenthe, ma la sua partita è quasi perfetta. Controlla l'out di destra e si fa notare per due recuperi miracolosi. Magari non è velocissimo, ma la classe e la solidità non gli fanno certo difetto.
Legrottaglie 8,5 - PERFETTO. Partita letteralmente perfetta di questo difensore che si sta dimostrando tra i più affidabili difensori italiani. Schuster è costretto a togliere Van Nistelrooy che non l'ha mai vista. Classe, solidità, personalità, sicurezza ed eleganza sono le doti del Legrottaglie odierno, lontanissimo parente di quel giocatore che si presentò in bermuda ed infradito nel 2003 alla Juve e che intraprere una parabola discendente, segnalandosi come scarso. Grande Nick!
Chiellini 8 - Ormai la coppia centrale bianconera è tra le più forti in circolazione, soprattutto quando come ieri giocano molto alti. Se Legro è colui che comanda la difesa, il Chiello è il mastino indomabile (e insuperabile) contro il quale si infrangono tutte le azioni avversarie. Cancella Raul e limita Van Nistelrooy, come ci ha abituato da 2 anni a questa parte. Peccato per il fallo stupido che ferma l'azione di Marchionni lanciato a rete, cosa che gli costa mezzo voto.
Molinaro 7,5 - Pazzesca la trasformazione di questo ragazzone, tanto criticato da tutti. Nelle ultime 5 partite ha fatto una crescita clamorosa, segnalandosi sia per la propulsione offensiva, sia per un buon numero di cross ben fatti, sia per un'insperata capacità difensiva. Ieri sera ottimo in alcuno chiusure difensive, sta diventando impeccabile nelle diagonali. Non so se è il momento positivo della squadra che di riflesso lo illumina, ma ultimamente si sta dimostrando proprio un gran bel giocatore. I fischi sono solo un lontano ricordo. Continua così, Cristian!
Marchionni 7,5 - Ora mi prenderò degli insulti per come lo coccolo, ma credo che parte della straordinaria forma bianconera sia dovuta all'estro ed alla duttilità dell'ex esterno del Parma. Ieri molto positivo in proposizione (ottime triangolazioni con Alex), ma preziosissimo soprattutto in copertura: limita il più possibile Marcelo e offre spesso il raddoppio di marcatura a Mellberg su Drenthe. Verso fine partita ha l'ossasione per il 3 a 0, ma viene fermato da uno stupido fallo di Chiellini a campo aperto. Prezioso, e ritrovato!
Sissoko 8 - Quando c'è da lottare, Momo è sempre tra i migliori. Surclassa Guti e Diarrà, offre sempre aiuto alla difesa ed esercita un filtro clamoroso, ha pure la forza per proporsi in avanti e accompagnare l'attacco bianconero.
Tiago 8,5 - Eccolo il giocatore che aspettavamo, quello pagato oltre 13 mln e che li vale tutti. La lavatrice è tornata in funzione ed il centrocampo bianconero è più bello che mai. Unisce come non mai eleganza e sostanza, cerca sempre la giocata semplice e favorisce l'azione bianconera. Con un anno di ritardo, ecco l'acquisto più importante dello scorso mercato estivo. E ora le cose si fanno interessanti!
Nedved 7 - Si nota meno degli altri, ma lotta come un matto e mette la sua classe al servizio della squadra. E' lui quello che più ci tiene ad essere presente a Roma a fine maggio, è lui quello che più se lo meriterebbe.
De Piero 9,5 - Staremmo parlando di un 10 e lode se quel tiro nel finale fosse entrato, mentre invece ha baciato il palo uscendo sul fondo. Nello stadio che l'ha sempre visto sconfitto e dove non ha mai segnato, arriva con una squadra che solo 18 mesi fa centrava la promizione in A in quel di Arezzo e piazza una doppietta da fantascienza, frutto di un perfetto sinistro sul quale nulla può Casillas e della solita punizione, vero e proprio incubo di ogni portiere avversario. Anche sua maestà Casillas deve inchinarsi a tali prodezze e il suo sguardo impietrito dopo il 2° gol è l'immagine che meglio riassume ciò che rappresenta Del Piero in questo momento. Esce a fine partita e l'intero Santiago Bernabeu gli offre un'indimenticabile standing ovantion, cosa riservata solo ai più grandi come al miglior Ronaldinho mai visto, degno coronamento di una carriera fantastica, che avrebbe dovuto e potuto esselo ancora di più se la sfortuna e i soliti maligni l'avessero lasciato in pace. A quasi 34 anni un mitico stadio, una mitica città, una mitica tifoseria si alzano in piedi per omaggiare all'unisono uno dei più grandi Campioni che il calcio italiano abbia mai conosciuto, il tutto sotto gli occhi del più grande in assoluto. Sicuri che sia un caso?
Amauri 7 - Partita di grande sacrificio e sostanza, ma lui la interpresta benissimo. Arriverà anche per lui il tempo della standig ovation europea.
Iaquinta s.v.
De Ceglie s.v.
All. Ranieri 8 - Forse è la priam volta che lo dico: grande Claudio! In questa Juve rivedo lo spirito di quella del 1996. E come allora la finale sarà a Roma....
Voto generale alla prestazione della Juve: 8,5
Arbitro Sig. Vink 8 - Un fuoriclasse. Non si fa condizionare dall'ambiente e dalle proteste dei madridisti e conduce una partita di grande sostanza, nella quale i padroni di casa chiedono invano 3 rigori per altrettanti episodi sospetti. Lui, giustamente, non li concede e ci vuole un gran coraggio per prendere decisioni del genere. Fossero tutti così gli arbitri italiani....
Il protagonista: DEL PIERO. Credo di aver già detto tutto su di lui, ma una parola sola lo può descrivere: LEGGENDA!
La Juventus ha giocato, mai come questa volta, la partita perfetta: squadra cortissima e distanze perfette tra i reparti, grande compattezza ed aggressività, cinicità sotto rete. Real schiantato, e umiliato. E' straripante la condizione atletica dei ragazzi, che solo 15 giorni fa sembravano quasi degli zombie. E' incredibile questo sport, che in due settimane può trasformare una squadra inguardabile in una corazzata che rasenta la perfezione, un giocatore penoso (Tiago) in un meraviglioso smistatore di pallone e perno di un'ottima manovra corale. E pensare che a questa squadra mancano ancora Camoranesi, Grygera, Salihamizic, Poulsen, Marchisio e Zanetti che sono sulla via del recupero e anche, se non soprattutto, Buffon e Teezeguet, per i quali c'è da attendere ancora un pò; ma i rincalzi, almeno per ora, almeno ora, non li stanno facendo rimpiangere.
Ora, a qualificazione centrata, bisogna evitare di rilassarsi e tenere alta la tensione sia in campionato, dove il filotto di vittorie consecutive ci ha rilanciato, e anche in Champions dove è fondamentale passare al 1° posto (bastano due punti nelle ultime due partite) per evitare un avversario terribile negli ottavi e non perdere questa splendida forma.
Ieri si è degnamente concluso, e nel modo migliore, il periodo più nero della storia juventina inziato con Farsopoli, proseguito con l'umiliazione della B e concluso con un anno di stallo nel quale abbiamo visto dominare gli onesti in campionato e giocare le altre in Champions quelle partite che dovevano essere nostre. Tutto questo è stato possibile grazie a degli eroi che, da campioni acclarati in ogni dove, hanno scelto il declassamento che li consegnerà alla leggenda calcistica, a bravissimi calciatori che non hanno abbandonato la nave che affonda e ad altri che si sono imbarcati strada facendo, e soprattutto ai tifosi che hanno subito di tutto e continueranno ad essere maltrattati per urlare sempre più forte l'orgoglio di appartenere ad una squadra unica.
Postilla finale per la standing ovation riservata a Del Piero. Confesso che avevo la pelle d'oca e posso solo immaginare i pensieri di Alex in quel momento: i sogni da bambino, il trasferimento alla squadra del cuore a soli 16 anni, i primi gil in campionato e champions, le vittorie, le infamanti critiche di stampa e altri soggetti discutibili(non faccio nomi, ma cognomi: ZEMAN!), la malattia prima e la morte poi del padre, il rapporto difficile con la nazionale, il terribile infortunio di Udine, il mondiale vinto, la serie B. Tutto per giungere il 5 novembre 2008 a raccogliere l'ovazione riservata solo ai miti.
Domanda per tutti: se invece che essere a Madrid (ma sarebbe andata così in ogni altra città europea, ne sono certo) fossimo stati in una qualsiasi città italiana, sarebeb successo quello che abbiamo visto ieri sera o ALex sarebbe uscito tra i fischi? Vedete, questa è l avera differenza tra noi e gli altri paesi: la nostra mentalità è arretrata, la nostra intelligenza è arretrata e tutto ciò non può che essere lo speccio dell'intero Paese. Siamo tutti abituati a gaurdare solo al nostro orticello e mai agli altri, e ciò ci stà rovinando! Quindi W Del Piero, W il calcio e, soprattutto, W il Real Madrid ed i suoi meravigliosi tifosi!
Ora, le lodevoli pagelle di ieri sera
Manninger 6,5 - QUalche piccola incertezza che non pregiudica una prova complessivamente ottima. Nel finale si esibisce in un volo plastico per farsi immortalare dai fotografi presenti al Bernabeu. Di certo non è Buffon e non lo sarà mai, ma è un'onorevolissimo comprimario.
Mellberg 7 - Qualche volta si addormenta e ha contro quel demonio di Drenthe, ma la sua partita è quasi perfetta. Controlla l'out di destra e si fa notare per due recuperi miracolosi. Magari non è velocissimo, ma la classe e la solidità non gli fanno certo difetto.
Legrottaglie 8,5 - PERFETTO. Partita letteralmente perfetta di questo difensore che si sta dimostrando tra i più affidabili difensori italiani. Schuster è costretto a togliere Van Nistelrooy che non l'ha mai vista. Classe, solidità, personalità, sicurezza ed eleganza sono le doti del Legrottaglie odierno, lontanissimo parente di quel giocatore che si presentò in bermuda ed infradito nel 2003 alla Juve e che intraprere una parabola discendente, segnalandosi come scarso. Grande Nick!
Chiellini 8 - Ormai la coppia centrale bianconera è tra le più forti in circolazione, soprattutto quando come ieri giocano molto alti. Se Legro è colui che comanda la difesa, il Chiello è il mastino indomabile (e insuperabile) contro il quale si infrangono tutte le azioni avversarie. Cancella Raul e limita Van Nistelrooy, come ci ha abituato da 2 anni a questa parte. Peccato per il fallo stupido che ferma l'azione di Marchionni lanciato a rete, cosa che gli costa mezzo voto.
Molinaro 7,5 - Pazzesca la trasformazione di questo ragazzone, tanto criticato da tutti. Nelle ultime 5 partite ha fatto una crescita clamorosa, segnalandosi sia per la propulsione offensiva, sia per un buon numero di cross ben fatti, sia per un'insperata capacità difensiva. Ieri sera ottimo in alcuno chiusure difensive, sta diventando impeccabile nelle diagonali. Non so se è il momento positivo della squadra che di riflesso lo illumina, ma ultimamente si sta dimostrando proprio un gran bel giocatore. I fischi sono solo un lontano ricordo. Continua così, Cristian!
Marchionni 7,5 - Ora mi prenderò degli insulti per come lo coccolo, ma credo che parte della straordinaria forma bianconera sia dovuta all'estro ed alla duttilità dell'ex esterno del Parma. Ieri molto positivo in proposizione (ottime triangolazioni con Alex), ma preziosissimo soprattutto in copertura: limita il più possibile Marcelo e offre spesso il raddoppio di marcatura a Mellberg su Drenthe. Verso fine partita ha l'ossasione per il 3 a 0, ma viene fermato da uno stupido fallo di Chiellini a campo aperto. Prezioso, e ritrovato!
Sissoko 8 - Quando c'è da lottare, Momo è sempre tra i migliori. Surclassa Guti e Diarrà, offre sempre aiuto alla difesa ed esercita un filtro clamoroso, ha pure la forza per proporsi in avanti e accompagnare l'attacco bianconero.
Tiago 8,5 - Eccolo il giocatore che aspettavamo, quello pagato oltre 13 mln e che li vale tutti. La lavatrice è tornata in funzione ed il centrocampo bianconero è più bello che mai. Unisce come non mai eleganza e sostanza, cerca sempre la giocata semplice e favorisce l'azione bianconera. Con un anno di ritardo, ecco l'acquisto più importante dello scorso mercato estivo. E ora le cose si fanno interessanti!
Nedved 7 - Si nota meno degli altri, ma lotta come un matto e mette la sua classe al servizio della squadra. E' lui quello che più ci tiene ad essere presente a Roma a fine maggio, è lui quello che più se lo meriterebbe.
De Piero 9,5 - Staremmo parlando di un 10 e lode se quel tiro nel finale fosse entrato, mentre invece ha baciato il palo uscendo sul fondo. Nello stadio che l'ha sempre visto sconfitto e dove non ha mai segnato, arriva con una squadra che solo 18 mesi fa centrava la promizione in A in quel di Arezzo e piazza una doppietta da fantascienza, frutto di un perfetto sinistro sul quale nulla può Casillas e della solita punizione, vero e proprio incubo di ogni portiere avversario. Anche sua maestà Casillas deve inchinarsi a tali prodezze e il suo sguardo impietrito dopo il 2° gol è l'immagine che meglio riassume ciò che rappresenta Del Piero in questo momento. Esce a fine partita e l'intero Santiago Bernabeu gli offre un'indimenticabile standing ovantion, cosa riservata solo ai più grandi come al miglior Ronaldinho mai visto, degno coronamento di una carriera fantastica, che avrebbe dovuto e potuto esselo ancora di più se la sfortuna e i soliti maligni l'avessero lasciato in pace. A quasi 34 anni un mitico stadio, una mitica città, una mitica tifoseria si alzano in piedi per omaggiare all'unisono uno dei più grandi Campioni che il calcio italiano abbia mai conosciuto, il tutto sotto gli occhi del più grande in assoluto. Sicuri che sia un caso?
Amauri 7 - Partita di grande sacrificio e sostanza, ma lui la interpresta benissimo. Arriverà anche per lui il tempo della standig ovation europea.
Iaquinta s.v.
De Ceglie s.v.
All. Ranieri 8 - Forse è la priam volta che lo dico: grande Claudio! In questa Juve rivedo lo spirito di quella del 1996. E come allora la finale sarà a Roma....
Voto generale alla prestazione della Juve: 8,5
Arbitro Sig. Vink 8 - Un fuoriclasse. Non si fa condizionare dall'ambiente e dalle proteste dei madridisti e conduce una partita di grande sostanza, nella quale i padroni di casa chiedono invano 3 rigori per altrettanti episodi sospetti. Lui, giustamente, non li concede e ci vuole un gran coraggio per prendere decisioni del genere. Fossero tutti così gli arbitri italiani....
Il protagonista: DEL PIERO. Credo di aver già detto tutto su di lui, ma una parola sola lo può descrivere: LEGGENDA!
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mercoledì, novembre 05, 2008
CAPITA A TUTTI DI SBAGLIARE
Questa volta le sensazioni mi hanno ingannato. Partita PERFETTA della Juve e vittoria 2 a 0 con un Del Piero uscito tra gli applausi di tutto il Santiago Bernabeu. A domani per i commenti e pagelle, aspetto le vostre
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PRESENTAZIONE DI REAL MADRID-JUVENTUS
TRa circa 15 minuti saranno in campo Real e Juve nella 4° giornata del girone H della Champions. Dopo la vittoria dei bianconeri all'andata, che li ha proiettati in testa al girone, gli spagnoli vorranno riprendersi partita e testa della classifica. La Juve si presenta con i soli assenti e Ranieri sembra intenzionato a mandare in campo la stessa squadra di sabato con la Roma, eccezion fatta per l'infortunato Grygera, rilevato da Mellberg. L'unico balottaggio è tra Marchionni e Camoranesi, anche se io insisterei con l'ala romana.
Molto importante è anche il risultato di Bate Borisov-Zenit San Pietroburgo: se i russi non vincono, saremmo in ogni caso quasi qualificati.
Se all'andata avevo ottime sensazioni, come sabato sera del resto, stasera ne ho di pessime. La buffo li: Real Madrid 3, Juventus 1 con rete di Nedved. Naturalmente spero di sbagliarmi, ma stasera la vedo dura. In ogni caso....
FORZA RAGAZZI, FATE CONTINUARE IL NOSTRO E VOSTRO SOGNO!!!
Molto importante è anche il risultato di Bate Borisov-Zenit San Pietroburgo: se i russi non vincono, saremmo in ogni caso quasi qualificati.
Se all'andata avevo ottime sensazioni, come sabato sera del resto, stasera ne ho di pessime. La buffo li: Real Madrid 3, Juventus 1 con rete di Nedved. Naturalmente spero di sbagliarmi, ma stasera la vedo dura. In ogni caso....
FORZA RAGAZZI, FATE CONTINUARE IL NOSTRO E VOSTRO SOGNO!!!
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VA A FINIRE CHE AVEVAMO RAGIONE NOI
CALCIO, TAR LAZIO: CARRARO NON DEVE PAGARE AMMENDA
Franco Carraro, ex presidente della Figc, non dovrà pagare nessuna ammenda per quanto concerne il campionato 2005/2006. o ha reso noto il Tar del Lazio che ha annullato la decisione della Corte federale, come si legge sul sito della Figc, "anche nella residua parte (l'ammenda) in cui tale pronuncia (limitatamente alla posizione del dott. Carraro) non era stata riformata dal Collegio all'uopo costituito presso la Camera di Conciliazione Arbitrale dello Sport".
Secondo la sentenza numero 9547/2008 pubblicata oggi, nella circostanza Carraro ha utilizzato "ragionevoli e responsabili mezzi per effettuare l'intervento nei confronti della classe arbitrale al fine di richiamarne l'attenzione sulla particolare delicatezza dell'incontro".
Fonte: www.repubblica.it
Va a finire che avevamo ragione noi che abbiamo sempre sostenuto che gli unici a pagare sarebbero stati Moggi, la Juve e i tifosi bianconeri. Qualcuno ha ancora dei dubbi in merito? Che bel paese l'italia!
Franco Carraro, ex presidente della Figc, non dovrà pagare nessuna ammenda per quanto concerne il campionato 2005/2006. o ha reso noto il Tar del Lazio che ha annullato la decisione della Corte federale, come si legge sul sito della Figc, "anche nella residua parte (l'ammenda) in cui tale pronuncia (limitatamente alla posizione del dott. Carraro) non era stata riformata dal Collegio all'uopo costituito presso la Camera di Conciliazione Arbitrale dello Sport".
Secondo la sentenza numero 9547/2008 pubblicata oggi, nella circostanza Carraro ha utilizzato "ragionevoli e responsabili mezzi per effettuare l'intervento nei confronti della classe arbitrale al fine di richiamarne l'attenzione sulla particolare delicatezza dell'incontro".
Fonte: www.repubblica.it
Va a finire che avevamo ragione noi che abbiamo sempre sostenuto che gli unici a pagare sarebbero stati Moggi, la Juve e i tifosi bianconeri. Qualcuno ha ancora dei dubbi in merito? Che bel paese l'italia!
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MA COME?
Il Toro scrive a Collina: "Ci ridia il calcio" (Tuttosport)
La rabbia granata non si placa: "Ayroldi va punito".
Il Torino usa toni moderati e linguaggio civile, ma il Torino non è solo, come sempre, in questa sua civile protesta. Il Centro Coordinamento dei Toro Club, organismo sotto il quale si riconoscono gran parte dei tifosi granata organizzati di tutta Italia, ha vergato e inviato per e-mail una lettera aperta al designatore Pierluigi Collina. Questa: "Rifiutiamo con forza di piangerci addosso, abbiamo passato ben di peggio, nella nostra storia, che Ayroldi, Banti e Bergonzi, però dopo anni dove da semplici spettatori abbiamo visto susseguirsi furti, ingiustizie e una calciopoli a guisa di teatrino d’intrattenimento temporaneo, vero soltanto per gli ingenui, chiediamo da ora in poi, equità di giudizio".
"Vorremmo un giorno scoprire che l’arbitro non è più un avversario - continua - Le chiediamo, signor Collina, una sanzione esemplare nei confronti del signor Ayroldi, non perché ha danneggiato noi, ma perché con quello che, pur a fatica, definiamo errore, ha causato un’ulteriore, profonda ferita ad un mondo, quello del calcio italiano, che già malato cronico di sudditanze, ha di molto passato l’orlo del baratro che aveva di fronte. Crediamo sia una grande occasione, per lei signor Collina, per tutti i veri tifosi e per l’intero mondo del calcio, di segnare un piccolo passo verso una minima, e oggi purtroppo utopica, regolarità dei campionati». Non c’è parola da aggiungere...
Ma come? Non era pulito il calcio adesso che non c'è più Moggi il cattivone? Non sono tutti onesti e il pallone è un mondo incantato? Mah...
La rabbia granata non si placa: "Ayroldi va punito".
Il Torino usa toni moderati e linguaggio civile, ma il Torino non è solo, come sempre, in questa sua civile protesta. Il Centro Coordinamento dei Toro Club, organismo sotto il quale si riconoscono gran parte dei tifosi granata organizzati di tutta Italia, ha vergato e inviato per e-mail una lettera aperta al designatore Pierluigi Collina. Questa: "Rifiutiamo con forza di piangerci addosso, abbiamo passato ben di peggio, nella nostra storia, che Ayroldi, Banti e Bergonzi, però dopo anni dove da semplici spettatori abbiamo visto susseguirsi furti, ingiustizie e una calciopoli a guisa di teatrino d’intrattenimento temporaneo, vero soltanto per gli ingenui, chiediamo da ora in poi, equità di giudizio".
"Vorremmo un giorno scoprire che l’arbitro non è più un avversario - continua - Le chiediamo, signor Collina, una sanzione esemplare nei confronti del signor Ayroldi, non perché ha danneggiato noi, ma perché con quello che, pur a fatica, definiamo errore, ha causato un’ulteriore, profonda ferita ad un mondo, quello del calcio italiano, che già malato cronico di sudditanze, ha di molto passato l’orlo del baratro che aveva di fronte. Crediamo sia una grande occasione, per lei signor Collina, per tutti i veri tifosi e per l’intero mondo del calcio, di segnare un piccolo passo verso una minima, e oggi purtroppo utopica, regolarità dei campionati». Non c’è parola da aggiungere...
Ma come? Non era pulito il calcio adesso che non c'è più Moggi il cattivone? Non sono tutti onesti e il pallone è un mondo incantato? Mah...
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FATEMI CAPIRE
Ma cos'ha di tanto speciale questo Mourinho?
Premetto che io guardo più partite possibili e mi sono soffermato parecchie volte a visionare l'Ieter in questa stagione e devo ammettere che mi è piaciuta in una sola occasione, ovevro nel 4 a 0 in casa della derelitta Roma. Il tecnico portoghese non ha migliorato in nulla quella che era la squadra di Mancini, anzi mi sembra abbia nettamente influito negativamente nelle prestazioni di molti giocatori. Inoltre non ha presentato alcuna innovazione tattica, tanto è vero che il suo 4-3-3 è attualmente utilizzato almeno da mezza serie A e con risultati molto più confortanti, il giocatore che ha fortemente voluto (Quaresma), strapagandolo, non vale mezzo Pepe e la sua famosa "trivela", termine coniato solo per lui quando questo modo di crossare è presente, e probabilmente meglio attuato, già dalla grande Ungheria di Puskas (avete notato che se lo fa lui si chiama in quel modo orribile mentre se lo fa qualunque altro giocatore, come Riise sabato contro la Juve, lo chiamano, giustamente, cross d'esterno? W la stampa!!!!) è stato un flop clamoroso.
In compenso devo ammettere che ho molto in simpatia il buon Mourinho in quanto trovo sia l'unico a non pronunciare le solite banalità, ma credo sia proprio la stampa a rendere il portoghese più "bravo" di quello che realmente è. Ormai a Milano funziona così: i nerazzurri sono osannati in ogni dove per nulla, e il caso Mourinho ne è la dimostrazione lampante, il Milan ormai fa incetta di pensionati utili sono a far vendere qualche maglietta o gadget in più. Grazie Milano, grazie per aver migliorato questo nostro calcio troppo tradizionalista.
Premetto che io guardo più partite possibili e mi sono soffermato parecchie volte a visionare l'Ieter in questa stagione e devo ammettere che mi è piaciuta in una sola occasione, ovevro nel 4 a 0 in casa della derelitta Roma. Il tecnico portoghese non ha migliorato in nulla quella che era la squadra di Mancini, anzi mi sembra abbia nettamente influito negativamente nelle prestazioni di molti giocatori. Inoltre non ha presentato alcuna innovazione tattica, tanto è vero che il suo 4-3-3 è attualmente utilizzato almeno da mezza serie A e con risultati molto più confortanti, il giocatore che ha fortemente voluto (Quaresma), strapagandolo, non vale mezzo Pepe e la sua famosa "trivela", termine coniato solo per lui quando questo modo di crossare è presente, e probabilmente meglio attuato, già dalla grande Ungheria di Puskas (avete notato che se lo fa lui si chiama in quel modo orribile mentre se lo fa qualunque altro giocatore, come Riise sabato contro la Juve, lo chiamano, giustamente, cross d'esterno? W la stampa!!!!) è stato un flop clamoroso.
In compenso devo ammettere che ho molto in simpatia il buon Mourinho in quanto trovo sia l'unico a non pronunciare le solite banalità, ma credo sia proprio la stampa a rendere il portoghese più "bravo" di quello che realmente è. Ormai a Milano funziona così: i nerazzurri sono osannati in ogni dove per nulla, e il caso Mourinho ne è la dimostrazione lampante, il Milan ormai fa incetta di pensionati utili sono a far vendere qualche maglietta o gadget in più. Grazie Milano, grazie per aver migliorato questo nostro calcio troppo tradizionalista.
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lunedì, novembre 03, 2008
JUVENTUS-ROMA 2-0
L'avevamo invocata, quasi implorata, e la grande prestazione è arrivata. Forte e corale. Roma schiantata sotto i colpi di una Juve bella e suggestiva, come probabilmente mai nell'epoca post-Triade. Eppure sono i giallorossi ad avere le prime nitide occasioni da gol con l'auto-palo di Chiellini su cross di Panucci e con qualche buona palla nei primi 20 minuti. Poi, all'improvviso, il guizzo del campione, quello che è ancora presente tra i bianconeri e che da solo può cambiare partita e stagione alla propria squadra. Naturalmente sto parlando di Alessandro Del Piero, che segna con una punizione sublime all'incorcio. Un tiro perfetto, tra i più belli nella sua personalissima galleria d'arte.
La ripresa vede la squadra di casa dominare in lungo ed in largo i rimaneggiati ospiti e trovare il raddoppio con il redivivo Marchionni, ben inboccato dal capitano. Per Marco una rete che lo ripaga di tante sofferenze. Lui, che assieme a Zanetti è stato l'ultimo regalo di Moggi alla sua Juve, lui che non è mai riuscito (causa continui infortuni) a farsi vale con la maglia bianconera, lui che davvero meritava questa serata. Prima e dopo tante altre belle giocate e grandi occasioni da gol, su tutte i due miracoli di Doni su conclusioni del disumano Amauri (una spettacolare in rovesciata) e Chiellini. Ottime anche, finalmente, le prove di Tiago e Molinaro, sempre solida la difesa che ha in Legrottaglie e Chiellini due baluardi quasi insormontabili.
Finalmente si vede qualche spiragio di luce dopo la tempesta delle settimane scorse. Ora, avanati così!
Questi i miei voti:
Manninger s.v.
Grygera 6
Legrottaglie 7,5
Chiellini 7
Molinaro 7
Marchionni 7,5
Sissoko 7
Tiago 7
Nedved 6,5
Del Piero 8
Amauri 7
Mellberg 7
Iaquinta 6
De Ceglie s.v.
All. Ranieri 7
Voto generale alla prestazione della Juve: 7,5
Arbitro Sig. Rizzoli 7
Il protagonista: TIAGO. Ce ne sarebbero tanti, ma voglio premiare la definitiva rinascita del centrocampista portoghese. Non vorrei cantare vittoria troppo in fretta, ma se davvero questo giocatore trona quello di Lione, mai visto a Torino, può essere avvero l'uomo in grado di far fare il salto di qualità alla Juve. Speriamo bene....
Intanto inizia a svuotarsi l'infermeria: Zanetti è tornato a disposizione e mercoledì a Madrid potrebbe giocare, Camoranesi si è ripreso ed è stato risparmiato per la Champions, Poulsen e Marchisio migliorano, Buffon è atteso per fine novembre, mentre per Trezeguet c'è da aspettare ancora molto.
Ora si va a Madrid, dove sarebbe ottimo un pareggio e poi andremo a far visita ad un Chievo in stra-crisi, dove non sarebbe male continuare la serie di vittorie.
La ripresa vede la squadra di casa dominare in lungo ed in largo i rimaneggiati ospiti e trovare il raddoppio con il redivivo Marchionni, ben inboccato dal capitano. Per Marco una rete che lo ripaga di tante sofferenze. Lui, che assieme a Zanetti è stato l'ultimo regalo di Moggi alla sua Juve, lui che non è mai riuscito (causa continui infortuni) a farsi vale con la maglia bianconera, lui che davvero meritava questa serata. Prima e dopo tante altre belle giocate e grandi occasioni da gol, su tutte i due miracoli di Doni su conclusioni del disumano Amauri (una spettacolare in rovesciata) e Chiellini. Ottime anche, finalmente, le prove di Tiago e Molinaro, sempre solida la difesa che ha in Legrottaglie e Chiellini due baluardi quasi insormontabili.
Finalmente si vede qualche spiragio di luce dopo la tempesta delle settimane scorse. Ora, avanati così!
Questi i miei voti:
Manninger s.v.
Grygera 6
Legrottaglie 7,5
Chiellini 7
Molinaro 7
Marchionni 7,5
Sissoko 7
Tiago 7
Nedved 6,5
Del Piero 8
Amauri 7
Mellberg 7
Iaquinta 6
De Ceglie s.v.
All. Ranieri 7
Voto generale alla prestazione della Juve: 7,5
Arbitro Sig. Rizzoli 7
Il protagonista: TIAGO. Ce ne sarebbero tanti, ma voglio premiare la definitiva rinascita del centrocampista portoghese. Non vorrei cantare vittoria troppo in fretta, ma se davvero questo giocatore trona quello di Lione, mai visto a Torino, può essere avvero l'uomo in grado di far fare il salto di qualità alla Juve. Speriamo bene....
Intanto inizia a svuotarsi l'infermeria: Zanetti è tornato a disposizione e mercoledì a Madrid potrebbe giocare, Camoranesi si è ripreso ed è stato risparmiato per la Champions, Poulsen e Marchisio migliorano, Buffon è atteso per fine novembre, mentre per Trezeguet c'è da aspettare ancora molto.
Ora si va a Madrid, dove sarebbe ottimo un pareggio e poi andremo a far visita ad un Chievo in stra-crisi, dove non sarebbe male continuare la serie di vittorie.
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sabato, novembre 01, 2008
PRESENTAZIONE DI JUVENTUS-ROMA
Questa può essere la serata della definitiva rinascita bianconera e non poteva esserlo in occasione migliore. Tra circa un'ora all'Olimpico di Torino farà visita la Roma di Spalletti, molto rimaneggiata (come la Juve). Le ultime vedono in campo la stessa squadra che ha vinto mercoledì a Bologna con le uniche variazioni di Legrottaglie al posto di Knezevic e di Del Piero che rileva Iaquinta. Nella Roma, assenti Totti e Aquilani, giocheranno probabilmente con un 4-1-4-1 con Baptista unica punta.
E' inutile dire che servirà una grande partita per aver meglio della Roma e continuare a non perdere con le 3 grandi, come nella scorsa stagione. Per questo Ranieri vuole affidarsi nuovamente a Tiago, molto positivo a Bologna, sperando che possa ripercorrere le orme di Legrottaglie, passato da una sicura cessione ad essere un titolare inammovibile.
Stasera ho buone sensazioni e "vedo" un'ottima partita della Juve contro una Roma che non si darà per vinta. Risultato 3 a 1 per i bianconeri con reti di Del Piero (doppietta) e Chiellini, rete della bandiera giallorossa con Baptista.
FORZA RAGAZZI, CONTINUATE A FARCI SOGNARE!!!
E' inutile dire che servirà una grande partita per aver meglio della Roma e continuare a non perdere con le 3 grandi, come nella scorsa stagione. Per questo Ranieri vuole affidarsi nuovamente a Tiago, molto positivo a Bologna, sperando che possa ripercorrere le orme di Legrottaglie, passato da una sicura cessione ad essere un titolare inammovibile.
Stasera ho buone sensazioni e "vedo" un'ottima partita della Juve contro una Roma che non si darà per vinta. Risultato 3 a 1 per i bianconeri con reti di Del Piero (doppietta) e Chiellini, rete della bandiera giallorossa con Baptista.
FORZA RAGAZZI, CONTINUATE A FARCI SOGNARE!!!
venerdì, ottobre 31, 2008
UN ESEMPIO DI GIONALISMO INCITANTE ALLA VIOLENZA
CALCIO/JUVENTUS: CON IL BOLOGNA UNA STORIA ''DISONESTA''
di Marco Bernardini.
(ASCA) - Torino, 28 ott - Le previsioni del meteo annunciano una notte molto bagnata. Previste, addirittura, bufere di vento e di pioggia. Peccato. Almeno aiutasse il clima. Il Dall'Ara strapieno off limits, come sempre ogni volta che arriva la Juventus, ma anche gravato da una nuvola d'ira che nulla c'entra con il clima. Una turbolenza squisitamente interiore figlia di una storia ''disonesta''. Anzi, due.
Sara' questa la suggestione principale che caratterizzera', nella serata di domani destinata al turno infrasettimanale, l'incontro tra Bologna e Juventus.
L'ultima volta accadde nel cuore di una situazione decisamente atipica. Per la squadra bianconera, perlomeno, la quale si trovava a giocare in quell'inferno della Serie B nel quale mai nessuno avrebbe potuto pensare potesse un giorno precipitare. Il Bologna, da parte sua, nel baratro era gia' scivolato l'anno precedente per responsabilita' che l'allora presidente Cazzola aveva giudicato ''inaccettabili e addirittura false'' montando un ''casino'' a livello federale. Ma tant'e', a nulla era servito protestare pure se con argomentazioni legittime. Una fra le societa' piu' antiche e blasonate era stata duramente punita. Un clima scenografico e morale da autentico psicodramma, dunque, quello che si presentava a contorno della sfida, il 9 dicembre 2006. La curva dei tifosi bolognesi, infatti, sarebbe stata disertata per quindici minuti. In quel modo gli ultras rossoblu', i piu' pacifici e autoironici d'Italia, avevano deciso di protestare contro un Sistema Calcio non certo salomonico nelle sue decisioni. Ma come, una tra le principali protagoniste di Calciopoli giudicata e punita con il medesimo metro di un Bologna colpevole solamente di fumosi reati finanziari? ''E' uno scandalo'', si diceva in Piazza Maggiore.
Non meno tenebroso l'umore in casa Juventus, seppure per ben altre ragioni. Sull'uscio del Natale, infatti, si era presentata nel Centro Sportivo di Vinovo quella schifosa signora in nero e aveva strappato le radici di due fuori di ragazzini, Alessio Ferramosca e Riccardo Neri. Si sentiva appena respirare, nello spogliatoio bianconero, a pochi minuti di una partita assurda che sarebbe stata giocata con il lutto dentro oltreche' al braccio. ''Se sentirete le gambe cedere, pensate a loro due. E' l'unico modo per far calcio, oggi''. Cosi' disse il buon Didier Deschamps ai suoi ragazzi, come ultima raccomandazione. Intanto anche la curva dei tifosi juventini, seppure colma di anime, era come non esistesse: black out vocale e bandiere arrotolate. Per quindici minuti. Quasi un patto di ferro con la piazza avversaria. In ogni caso, filo' tutto secondo programma. Fin troppo, secondo un programma antico. Il risultato finale di pareggio, come si dice, era nell'aria tanto da poter essere respirato. Zalayeta che entrava straccamente su un pallone volante sembrava poter far male a nessuno. Ma quella era una palla matta. Comincio' a rimbalzare sulla linea di porta, una due e tre volte. L'arbitro Messina, dopo aver fischiato, indicava il centro del campo. Per lui era gol. Non pioveva, quel giorno, pero' venne egualmente giu' l'inferno dalle gradinate del Dall'Ara.
Bologna e' dotta, grassa ma anche fornita di una memoria lunga. Nessuno aveva dimenticato la storiaccia di due anni prima quando alla Juventus di Capello era stata praticamente regalata la vittoria da un altro arbitro, Pieri, il quale aveva concesso ai bianconeri una punizione inesistente che Nedved aveva provveduto a trasformare in gol. Questa e' storia, corredata da tutti i vichiani corsi e ricorsi storici del caso.
E domani sera, eccole di nuovo. Entrambe in Serie A a restyling avvenuto. La Juventus consolidata nella sua rivisitazione societaria radicale. Il Bologna reso ancor piu' simpatico di sempre dalla presenza della gentile presidentessa Francesca Menarini. Ripulite e vestite di nuovo con obiettivi sportivi ragionevolmente differenti per naturali motivi di casta e di potere econonico. Un passato ormai azzerato. Ma la gente non dimentica. Arbitrera' il signor Trefoloni. Il popolo bolognese e non soltanto lui si augura vivamente che la regola cabalistica del non c'e' il due senza il tre domani sera venga spazzata via dalla pioggia. Almeno quella.
E poi uccedono cose come quella di mercoledì sera. Complimenti. Sono anni che incitate la violenza nel calcio e poi a fatti accaduti siete i primi a piagnucolare. Lo ripeto: la stampa è il più grande male italiano, l'origine di tutte le nefandezze. Mi fate schifo!
di Marco Bernardini.
(ASCA) - Torino, 28 ott - Le previsioni del meteo annunciano una notte molto bagnata. Previste, addirittura, bufere di vento e di pioggia. Peccato. Almeno aiutasse il clima. Il Dall'Ara strapieno off limits, come sempre ogni volta che arriva la Juventus, ma anche gravato da una nuvola d'ira che nulla c'entra con il clima. Una turbolenza squisitamente interiore figlia di una storia ''disonesta''. Anzi, due.
Sara' questa la suggestione principale che caratterizzera', nella serata di domani destinata al turno infrasettimanale, l'incontro tra Bologna e Juventus.
L'ultima volta accadde nel cuore di una situazione decisamente atipica. Per la squadra bianconera, perlomeno, la quale si trovava a giocare in quell'inferno della Serie B nel quale mai nessuno avrebbe potuto pensare potesse un giorno precipitare. Il Bologna, da parte sua, nel baratro era gia' scivolato l'anno precedente per responsabilita' che l'allora presidente Cazzola aveva giudicato ''inaccettabili e addirittura false'' montando un ''casino'' a livello federale. Ma tant'e', a nulla era servito protestare pure se con argomentazioni legittime. Una fra le societa' piu' antiche e blasonate era stata duramente punita. Un clima scenografico e morale da autentico psicodramma, dunque, quello che si presentava a contorno della sfida, il 9 dicembre 2006. La curva dei tifosi bolognesi, infatti, sarebbe stata disertata per quindici minuti. In quel modo gli ultras rossoblu', i piu' pacifici e autoironici d'Italia, avevano deciso di protestare contro un Sistema Calcio non certo salomonico nelle sue decisioni. Ma come, una tra le principali protagoniste di Calciopoli giudicata e punita con il medesimo metro di un Bologna colpevole solamente di fumosi reati finanziari? ''E' uno scandalo'', si diceva in Piazza Maggiore.
Non meno tenebroso l'umore in casa Juventus, seppure per ben altre ragioni. Sull'uscio del Natale, infatti, si era presentata nel Centro Sportivo di Vinovo quella schifosa signora in nero e aveva strappato le radici di due fuori di ragazzini, Alessio Ferramosca e Riccardo Neri. Si sentiva appena respirare, nello spogliatoio bianconero, a pochi minuti di una partita assurda che sarebbe stata giocata con il lutto dentro oltreche' al braccio. ''Se sentirete le gambe cedere, pensate a loro due. E' l'unico modo per far calcio, oggi''. Cosi' disse il buon Didier Deschamps ai suoi ragazzi, come ultima raccomandazione. Intanto anche la curva dei tifosi juventini, seppure colma di anime, era come non esistesse: black out vocale e bandiere arrotolate. Per quindici minuti. Quasi un patto di ferro con la piazza avversaria. In ogni caso, filo' tutto secondo programma. Fin troppo, secondo un programma antico. Il risultato finale di pareggio, come si dice, era nell'aria tanto da poter essere respirato. Zalayeta che entrava straccamente su un pallone volante sembrava poter far male a nessuno. Ma quella era una palla matta. Comincio' a rimbalzare sulla linea di porta, una due e tre volte. L'arbitro Messina, dopo aver fischiato, indicava il centro del campo. Per lui era gol. Non pioveva, quel giorno, pero' venne egualmente giu' l'inferno dalle gradinate del Dall'Ara.
Bologna e' dotta, grassa ma anche fornita di una memoria lunga. Nessuno aveva dimenticato la storiaccia di due anni prima quando alla Juventus di Capello era stata praticamente regalata la vittoria da un altro arbitro, Pieri, il quale aveva concesso ai bianconeri una punizione inesistente che Nedved aveva provveduto a trasformare in gol. Questa e' storia, corredata da tutti i vichiani corsi e ricorsi storici del caso.
E domani sera, eccole di nuovo. Entrambe in Serie A a restyling avvenuto. La Juventus consolidata nella sua rivisitazione societaria radicale. Il Bologna reso ancor piu' simpatico di sempre dalla presenza della gentile presidentessa Francesca Menarini. Ripulite e vestite di nuovo con obiettivi sportivi ragionevolmente differenti per naturali motivi di casta e di potere econonico. Un passato ormai azzerato. Ma la gente non dimentica. Arbitrera' il signor Trefoloni. Il popolo bolognese e non soltanto lui si augura vivamente che la regola cabalistica del non c'e' il due senza il tre domani sera venga spazzata via dalla pioggia. Almeno quella.
E poi uccedono cose come quella di mercoledì sera. Complimenti. Sono anni che incitate la violenza nel calcio e poi a fatti accaduti siete i primi a piagnucolare. Lo ripeto: la stampa è il più grande male italiano, l'origine di tutte le nefandezze. Mi fate schifo!
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CHE SCHIFO!!!
31/10/2008 (8:2) - INTERVISTA AL FIGLIO DELL'UOMO COLPITO A BOLOGNA
"Mio padre a terra nel sangue
mentre mi prendevano a calci"
L'aggressione è avvenuta a pochi metri dall'auto
«Chiedevo aiuto ma ci insultavano perchè avevo la sciarpa della Juve»
EMANUELE RIGHI
BOLOGNA
G.M. ha 15 anni. E’ seduto su un seggiolino di formica nella sala d’attesa del reparto di rianimazione dell’ospedale Maggiore di Bologna. Una porta a vetri che si apre solo dall’interno, e dopo aver suonato un campanello, è il fossato che lo divide dal padre tenuto in coma farmacologico e in prognosi riservata: è stato colpito da un pugno con una pietra in pieno volto. La colpa: tifare Juventus a Bologna.
Che cosa è successo?
«Mancavano pochi minuti alla fine della partita e con mio padre e un nostro amico abbiamo deciso di uscire dal settore distinti del Dall’Ara. Dovevamo tornare a Modena, dove viviamo, e volevamo evitare il traffico. Mentre uscivamo, un uomo, sulla trentina, mi ha detto di levarmi la sciarpa della Juve: “Ti conviene farlo”».
E tu?
«Gli ho mostrato due dita per ricordargli il risultato. Lui ha preso il telefonino dicendomi che me l’avrebbe fatta pagare. E’ come se avesse voluto avvisare qualcuno».
Poi che cosa avete fatto?
«Abbiamo percorso la strada che fiancheggia lo stadio Dall’Ara per tornare all’auto. Ci siamo immessi in una strada poco illuminata assieme a tante altre persone».
Tutto normale quindi?
«No, perché continuavano tutti a offendermi. Vedevano la sciarpa e me ne dicevano di tutti i colori. Io rispondevo a tono, ma non pensavo potesse succedere quello che è successo appena siamo entrati in quella strada. Mi hanno strappato la sciarpa da dietro mentre altri mi davano dei buffetti sulla faccia minacciandomi».
Come hanno reagito tuo padre e il vostro amico?
«Il mio amico era bloccato dalla paura, mentre mio padre si è messo in mezzo per difendermi. Quando mi hanno strappato la sciarpa tutto è precipitato in un attimo: una persona si è avvicinata a mio padre e lo ha colpito al volto con una pietra. Lui è stramazzato a terra, immobile».
Che cosa hai fatto?
«Non ho capito più nulla. Mio padre era per terra, sanguinava. Mi sono chinato su di lui, cercavo di parlargli e attorno a me la gente continuava a offenderci. Mentre ero chino su di lui ho preso anche dei calci da quelli che passavano».
Nessuno si è fermato per aiutarvi?
«Sembravano degli animali. Mio padre era privo di sensi, io urlavo e attorno a me la gente ci insultava».
Poi che cosa è successo?
«Sono passati circa venti minuti, poi ho deciso di lasciare mio padre lì per terra, con il mio amico sconvolto a vegliarlo, e di correre a chiedere l’intervento di una pattuglia. Solo una persona in quei momenti mi abbracciava e mi ripeteva di stare calmo. Uno sconosciuto che poi è sparito».
Dove hai passato la notte?
«Due poliziotti sono venuti a prelevare in ospedale me e il mio amico. Ci hanno fatto vedere fotografie e filmati fino alle 5 del mattino. Speravano che riuscissimo a riconoscere i responsabili del pestaggio. Credo che abbiano dei sospetti su qualcuno. Il mio amico ricorda bene la faccia di chi ha colpito mio padre».
Come sta tuo padre?
«Oggi sciolgono la prognosi. Non è in pericolo di vita».
Cos’è per te il calcio?
«Era un sogno. L’attesa per poter vedere la Juventus a Bologna è stata emozionante. Ho sempre pensato a uno stadio pieno di famiglie. Quello che è accaduto, per colpa di quei vigliacchi, mi fa chiedere di chiudere gli stadi. Le partite si giochino senza pubblico: chi vuole, se la guardi in tv. Le mie passioni sono la Juve e le ragazze. Avevo la sciarpa bianconera appesa al muro di camera mia. Me l’hanno hanno rubata, ora se la possono tenere. Mi interessa soltanto che mio padre guarisca. Ha rischiato di morire e ancora non riesco a capire perché».
La vera colpa è di voi gionalisti bastardi che avete alimentato l'odio e avete reso legale la caccia allo juventino!
"Mio padre a terra nel sangue
mentre mi prendevano a calci"
L'aggressione è avvenuta a pochi metri dall'auto
«Chiedevo aiuto ma ci insultavano perchè avevo la sciarpa della Juve»
EMANUELE RIGHI
BOLOGNA
G.M. ha 15 anni. E’ seduto su un seggiolino di formica nella sala d’attesa del reparto di rianimazione dell’ospedale Maggiore di Bologna. Una porta a vetri che si apre solo dall’interno, e dopo aver suonato un campanello, è il fossato che lo divide dal padre tenuto in coma farmacologico e in prognosi riservata: è stato colpito da un pugno con una pietra in pieno volto. La colpa: tifare Juventus a Bologna.
Che cosa è successo?
«Mancavano pochi minuti alla fine della partita e con mio padre e un nostro amico abbiamo deciso di uscire dal settore distinti del Dall’Ara. Dovevamo tornare a Modena, dove viviamo, e volevamo evitare il traffico. Mentre uscivamo, un uomo, sulla trentina, mi ha detto di levarmi la sciarpa della Juve: “Ti conviene farlo”».
E tu?
«Gli ho mostrato due dita per ricordargli il risultato. Lui ha preso il telefonino dicendomi che me l’avrebbe fatta pagare. E’ come se avesse voluto avvisare qualcuno».
Poi che cosa avete fatto?
«Abbiamo percorso la strada che fiancheggia lo stadio Dall’Ara per tornare all’auto. Ci siamo immessi in una strada poco illuminata assieme a tante altre persone».
Tutto normale quindi?
«No, perché continuavano tutti a offendermi. Vedevano la sciarpa e me ne dicevano di tutti i colori. Io rispondevo a tono, ma non pensavo potesse succedere quello che è successo appena siamo entrati in quella strada. Mi hanno strappato la sciarpa da dietro mentre altri mi davano dei buffetti sulla faccia minacciandomi».
Come hanno reagito tuo padre e il vostro amico?
«Il mio amico era bloccato dalla paura, mentre mio padre si è messo in mezzo per difendermi. Quando mi hanno strappato la sciarpa tutto è precipitato in un attimo: una persona si è avvicinata a mio padre e lo ha colpito al volto con una pietra. Lui è stramazzato a terra, immobile».
Che cosa hai fatto?
«Non ho capito più nulla. Mio padre era per terra, sanguinava. Mi sono chinato su di lui, cercavo di parlargli e attorno a me la gente continuava a offenderci. Mentre ero chino su di lui ho preso anche dei calci da quelli che passavano».
Nessuno si è fermato per aiutarvi?
«Sembravano degli animali. Mio padre era privo di sensi, io urlavo e attorno a me la gente ci insultava».
Poi che cosa è successo?
«Sono passati circa venti minuti, poi ho deciso di lasciare mio padre lì per terra, con il mio amico sconvolto a vegliarlo, e di correre a chiedere l’intervento di una pattuglia. Solo una persona in quei momenti mi abbracciava e mi ripeteva di stare calmo. Uno sconosciuto che poi è sparito».
Dove hai passato la notte?
«Due poliziotti sono venuti a prelevare in ospedale me e il mio amico. Ci hanno fatto vedere fotografie e filmati fino alle 5 del mattino. Speravano che riuscissimo a riconoscere i responsabili del pestaggio. Credo che abbiano dei sospetti su qualcuno. Il mio amico ricorda bene la faccia di chi ha colpito mio padre».
Come sta tuo padre?
«Oggi sciolgono la prognosi. Non è in pericolo di vita».
Cos’è per te il calcio?
«Era un sogno. L’attesa per poter vedere la Juventus a Bologna è stata emozionante. Ho sempre pensato a uno stadio pieno di famiglie. Quello che è accaduto, per colpa di quei vigliacchi, mi fa chiedere di chiudere gli stadi. Le partite si giochino senza pubblico: chi vuole, se la guardi in tv. Le mie passioni sono la Juve e le ragazze. Avevo la sciarpa bianconera appesa al muro di camera mia. Me l’hanno hanno rubata, ora se la possono tenere. Mi interessa soltanto che mio padre guarisca. Ha rischiato di morire e ancora non riesco a capire perché».
La vera colpa è di voi gionalisti bastardi che avete alimentato l'odio e avete reso legale la caccia allo juventino!
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giovedì, ottobre 30, 2008
BOLOGNA-JUVENTUS 1-2
Parto subito da una constatazione: gli animali devono stare a casa. Non è possibile essere ancora al punto di assalire un ragazzo con il padre solo perchè indossano la sciarpa della squadra avversaria, prenderli a pietrate e mandare il genitore all'ospedale in gravi condizioni. Per certe persone dovrebbe esserci il carcere a vita e una lunga squalifica al campo, in maniera tale che la prossima stagione, quando i bolognesi potranno tornare allo stadio, avrebbero interesse ad epurare il marciume che rovina una così bella e civile città. Civile in tutto, tranne che durante Bologna-Juventus. E si badi bene, il mio discoso esula da ogni colore e bandiera. Chi sbaglia deve pagare e pesantemente, quindi pretendo una lunga squalifica al campo del Bologna, almeno una decina di giornate. La prossima stagione, in B, probabilemnte starebbero più calmi.
La partita. Che non c'è stata, almeno per 75 minuti, con la più debole Juventus mai vista in campo che domina in lungo e in largo i rossoblu, apparsi ampiamente la peggior squadra che ho visto opporsi alla Juve in questa stagione. Ranieri sorprende tutti e rispolvera Tiago, autore di una prova finalmente convincente, e deve fare di necessità virtù. Tutti si aspettano furore dal Bologna, ma questo non avviene se non negli ultimi 10 minuti dopo il gol di Di Vaio; anzi sono proprio i bianconeri a tenere in mano il pallino del gioco e andare in gol due volte con Nedved, autore di una prova, all'alba dei 36 anni, talmente perfetta da essere registrata e mostrata ai tanti giovani svogliati e "fighette" che si affacciano al mondo del calcio. Pochissimi i rischi corsi, anche in virtù dell'ottima prova di Chiellini, mal supportato però da Molinaro e così così da Knezevic. Bene così, e sabato arrriva la Roma che ieri sera ha riposato grazie alla tempesta abbattutasi sulla capitale.
Ultime considerazioni: come immaginavo si respirava un'aria meno pesante allo stadio rispetto gli anni scorsi, ma come detto i cretini sono ovunque ed è capitata la tragedia (speriamo non venga insabbiata questa volta), mentre sull'arbitro ho qualche perplessità: in primis per un rigore dubbio per fallo di Mellberg su Marazzina, poi per qualche ammonizione risparmiata ai rossoblù. Nel complesso, bene così.
Questi i miei voti:
Manninger 6
Mellberg 6
Knezevic 5,5
Chiellini 7
Molinaro 5,5
Marchionni 6,5
Sissoko 6
Tiago 6,5
Nedved 8,5
Iaquinta 6
Amauri 6
Ekdal 6
Giovinco s.v.
Camoranesi s.v.
All. Ranieri 6,5
Voto generale alla prestazione della Juve: 6,5
Arbitro Sig. Trefoloni 5,5
Il protagonista: NEDVED. Una sola parola: PERFETTO.
Aspetto le vostre pagelle
La partita. Che non c'è stata, almeno per 75 minuti, con la più debole Juventus mai vista in campo che domina in lungo e in largo i rossoblu, apparsi ampiamente la peggior squadra che ho visto opporsi alla Juve in questa stagione. Ranieri sorprende tutti e rispolvera Tiago, autore di una prova finalmente convincente, e deve fare di necessità virtù. Tutti si aspettano furore dal Bologna, ma questo non avviene se non negli ultimi 10 minuti dopo il gol di Di Vaio; anzi sono proprio i bianconeri a tenere in mano il pallino del gioco e andare in gol due volte con Nedved, autore di una prova, all'alba dei 36 anni, talmente perfetta da essere registrata e mostrata ai tanti giovani svogliati e "fighette" che si affacciano al mondo del calcio. Pochissimi i rischi corsi, anche in virtù dell'ottima prova di Chiellini, mal supportato però da Molinaro e così così da Knezevic. Bene così, e sabato arrriva la Roma che ieri sera ha riposato grazie alla tempesta abbattutasi sulla capitale.
Ultime considerazioni: come immaginavo si respirava un'aria meno pesante allo stadio rispetto gli anni scorsi, ma come detto i cretini sono ovunque ed è capitata la tragedia (speriamo non venga insabbiata questa volta), mentre sull'arbitro ho qualche perplessità: in primis per un rigore dubbio per fallo di Mellberg su Marazzina, poi per qualche ammonizione risparmiata ai rossoblù. Nel complesso, bene così.
Questi i miei voti:
Manninger 6
Mellberg 6
Knezevic 5,5
Chiellini 7
Molinaro 5,5
Marchionni 6,5
Sissoko 6
Tiago 6,5
Nedved 8,5
Iaquinta 6
Amauri 6
Ekdal 6
Giovinco s.v.
Camoranesi s.v.
All. Ranieri 6,5
Voto generale alla prestazione della Juve: 6,5
Arbitro Sig. Trefoloni 5,5
Il protagonista: NEDVED. Una sola parola: PERFETTO.
Aspetto le vostre pagelle
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mercoledì, ottobre 29, 2008
GRANDE MITICO BECK!!!
Ibrahimovic, due gomitie due misure
Venti aprile 2005, mercoledì sera, turno infrasettimanale di campionato: a Torino, Juventus-Inter 0-1; arbitro De Santis. Il gol è di Julio Cruz, tanto per cambiare. Ma la notizia è un’altra. Arriva il venerdì successivo e riguarda Zlatan Ibrahimovic, allora in forza alla Juventus della Triade. La prova tv pesca una gomitatina a Cordoba - agli sgoccioli della partita e a palla lontana - il giudice sportivo Maurizio Laudi squalifica l’attaccante svedese per tre giornate: una prevista (diffidato, era stato ammonito); le altre no, assolutamente. Ventisei ottobre 2008, domenica pomeriggio, turno classico di campionato: a San Siro, Inter-Genoa 0-0; arbitro Orsato. Anche in questo caso, la notizia arriva dopo; per la precisione, il giorno dopo. Il procuratore federale segnala al giudice sportivo Gianpaolo Tosel una gomitatina di Zlatan Ibrahimovic (e dai!) al genoano Thiago Motta; Tosel acquisisce le relative immagini televisive (Sky, Rai, Mediaset) e decide che no, Ibrahimovic non è punibile perché il gesto, «sicuramente non regolamentare e riprovevole per la sua gratuità (il calciatore interista non aveva alcuna concreta possibilità di raggiungere il pallone)» non integra, al netto di ogni ragionevole incertezza, quella «condotta violenta» prevista e sanzionata dal regolamento.
Nessun dubbio che i gesti di Ibrahimovic proprio uguali non fossero, ma molto simili sì. Al delle Alpi, non se n’era accorto anima viva (la palla era lontana). Al Meazza, a palla vicina, se n’era accorto perfino Beppe Bergomi di servizio a Sky. Non resta che prendere atto come, dall’era pre Calciopoli all’era post Calciopoli, il «concetto di violenza» abbia subito uno strattone così garantista. Laudi lo interpretò, allora, in senso molto lato (in parole povere: anche se Ibrahimovic non fece nemmeno un graffio a Cordoba, avrebbe potuto fargli male); Tosel, viceversa, l’ha tradotto in modo molto liberalo (rischi per Motta, zero; danni effettivi, zero). Sarebbe opportuno che qualcuno magari abbastanza in alto - lo stesso presidente Giancarlo Abete, perché no - suggerisse a chi di dovere di spiegare la differenza fra i due casi, invero singolare. Ribadisco: il concetto di violenza era molto, molto vago pure nel contatto torinese. Lungi da me l’idea di voler sviare l’attenzione dai riti processuali di Napoli, abbreviati e non, o di sconvolgere l’ordine delle responsabilità emerse dal più grave scandalo dello sport italiano. Lo consiglio, semplicemente, per fare chiarezza e venire incontro a tutti coloro che, non necessariamente juventini, credono che il sistema calcio non sia cambiato affatto, ma, più terra terra, si sia passati da un regime all’altro. Pane al pane: dov’è la differenza fra il gomito juventino e l’avrambraccio interista del grande Ibra?
roberto.beccantini@lastampa.it
MOGGI PREPARA IL GRANDE RITORNO
Schede sim, tolta l'inibizione a Moggi: l'ex dg prepara il ritorno
Il capitolo è quello sulle schede sim, la svolta rumorosa e destinata ad arricchirsi di nuovi passaggi. Calciopoli-2 è scossa dalla decisione della Corte di Giustizia federale che ha accolto il ricorso di Luciano Moggi e cancellato l’inibizione di 14 mesi scritta nella sentenza sportiva di primo grado. Perché tanto rumore? Moggi, ha deciso la Corte federale, non può essere giudicato. In appello, i giudici hanno rilevato che «la rinuncia da parte di un tesserato federale a tale sua qualità, intervenuta anteriormente all’inizio di un procedimento disciplinare instaurato a suo carico, rende il dimissionario non più soggetto al vincolo di giustizia sportiva...».
Tradotto: mandato a processo nell’agosto scorso dai pm del pallone, Moggi non può essere giudicato dalle toghe del calcio perché non più tesserato. L’ex dg bianconero esulta, i suoi legali stappano lo spumante. Perché tanti sorrisi? In fondo la Corte di Giustizia nelle motivazioni di ieri ha anche «congelato» il meccanismo di prescrizione: qualora Moggi tornasse da tesserato scatterebbe il processo sulle sim svizzere. Ma non è questo l’obiettivo. «Questa - spiega l’avvocato D’Onofrio - è una sentenza che apre un nuovo fronte. La useremo per Calciopoli-1...». Sullo sfondo ecco apparire quale potrebbe essere il possibile traguardo di Moggi: non tornare a esibire la tessera della Figc, ma poter operare da «libero professionista».
Come? Vincere il ricorso sulla sentenza di Calciopoli-1 (5 gli anni di squalifica) in quanto dimissionario e non giudicabile e, così, poter svolgere attività di consulenza con presidenti e dirigenti senza che quest’ultimi incorrano nelle sanzioni previste per chi intrattiene rapporti con persone inibite. In attesa di decifrare le mosse di Moggi, a Napoli si è svolta la prima udienza relativa al rito abbreviato che si sta celebrando nei confronti di Giraudo e di altri dieci imputati. I pm Beatrice e Narducci hanno consegnato i documenti di due polizze assicurative stipulate nel 2001 e 2003 per conto della Juve dall’allora ad Giraudo con Paolo Bergamo, all’epoca designatore arbitrale e agente generale dell’Ina Assitalia. «Non sono operazioni illecite, ma hanno rilevanza perché dimostrano un intreccio di rapporti», così il pm Narducci.
Vai Luciano!!!
Il capitolo è quello sulle schede sim, la svolta rumorosa e destinata ad arricchirsi di nuovi passaggi. Calciopoli-2 è scossa dalla decisione della Corte di Giustizia federale che ha accolto il ricorso di Luciano Moggi e cancellato l’inibizione di 14 mesi scritta nella sentenza sportiva di primo grado. Perché tanto rumore? Moggi, ha deciso la Corte federale, non può essere giudicato. In appello, i giudici hanno rilevato che «la rinuncia da parte di un tesserato federale a tale sua qualità, intervenuta anteriormente all’inizio di un procedimento disciplinare instaurato a suo carico, rende il dimissionario non più soggetto al vincolo di giustizia sportiva...».
Tradotto: mandato a processo nell’agosto scorso dai pm del pallone, Moggi non può essere giudicato dalle toghe del calcio perché non più tesserato. L’ex dg bianconero esulta, i suoi legali stappano lo spumante. Perché tanti sorrisi? In fondo la Corte di Giustizia nelle motivazioni di ieri ha anche «congelato» il meccanismo di prescrizione: qualora Moggi tornasse da tesserato scatterebbe il processo sulle sim svizzere. Ma non è questo l’obiettivo. «Questa - spiega l’avvocato D’Onofrio - è una sentenza che apre un nuovo fronte. La useremo per Calciopoli-1...». Sullo sfondo ecco apparire quale potrebbe essere il possibile traguardo di Moggi: non tornare a esibire la tessera della Figc, ma poter operare da «libero professionista».
Come? Vincere il ricorso sulla sentenza di Calciopoli-1 (5 gli anni di squalifica) in quanto dimissionario e non giudicabile e, così, poter svolgere attività di consulenza con presidenti e dirigenti senza che quest’ultimi incorrano nelle sanzioni previste per chi intrattiene rapporti con persone inibite. In attesa di decifrare le mosse di Moggi, a Napoli si è svolta la prima udienza relativa al rito abbreviato che si sta celebrando nei confronti di Giraudo e di altri dieci imputati. I pm Beatrice e Narducci hanno consegnato i documenti di due polizze assicurative stipulate nel 2001 e 2003 per conto della Juve dall’allora ad Giraudo con Paolo Bergamo, all’epoca designatore arbitrale e agente generale dell’Ina Assitalia. «Non sono operazioni illecite, ma hanno rilevanza perché dimostrano un intreccio di rapporti», così il pm Narducci.
Vai Luciano!!!
PRESENTAZIONE DI BOLOGNA-JUVENTUS
Ed eccoci alla mia partita, mia e dei moltissimi juventini di Bologna.
Inizio subito dicendo che questa sarà una patita difficilissima, per l'incredibile numero di infortunati (Andrade, Zanetti, Zebina, Trezeguet, Buffon, Poulsen, Marchisio, De Ceglie, Grygera, Salihamidzic, Del Piero, Legrottaglie) molti dei quali eccellenti, per la determinazione che ci metteranno i rossoblu che vendono nella Juventus la loro avversasia storica (perchè mai poi...), per il clima che troveremo allo Stadio, sia in senso metereologico (qui si sta aprendo ora il cielo ma ha piovuto tutto oggi e minaccia di riprendere), sia in senso di tifoseria, dato che come al solito i supporter bolognesi si scaglieranno contro gli avversari, anche se oggi sembra aleggiare un'aria molto meno teso rispetto gli anni scorsi.
Date le numerosissime assenze, la squadra titolare è praticamente fatta: Ranieri, infatti, sembra intenzionato a schierare Mellberg, Knezevic, Chiellini e Molinaro davanti a Buffon, Marchionni, Sissoko, Ekdal e Nedved a centrocampo con Iaquinta ed Amauri davanti. Io, personalmente, piazzrei Nedved al fianco di Sissoko e Giovinco all'out sinistro, per dare maggior vigoria all'attacco e per non rischiare dal primo minuto il giovanissimo Ekdal, che pure ha dimostrato ottime capacità nel precampionato.
Il pronostico è particolarmente difficile, ma voglio sbilanciarmi. Bologna-Juventus 2-2 con una "ladrata" dei rossoblù nel finale (così saranno contenti), quindi Juve in vantaggio con Amauri e pareggio di Di Vaio, nuovo vantaggio Juve con Giovinco su punizione e pareggio nel finale di Di Vaio su rigore (che non c'è).
P.S.: Stasera sono allo stadio, speriamo bene....
FORZA RAGAZZI, REGALATECI UN'ALTRA VITTORIA (E A ME UNA SERATA EMOZIONANTE)
Inizio subito dicendo che questa sarà una patita difficilissima, per l'incredibile numero di infortunati (Andrade, Zanetti, Zebina, Trezeguet, Buffon, Poulsen, Marchisio, De Ceglie, Grygera, Salihamidzic, Del Piero, Legrottaglie) molti dei quali eccellenti, per la determinazione che ci metteranno i rossoblu che vendono nella Juventus la loro avversasia storica (perchè mai poi...), per il clima che troveremo allo Stadio, sia in senso metereologico (qui si sta aprendo ora il cielo ma ha piovuto tutto oggi e minaccia di riprendere), sia in senso di tifoseria, dato che come al solito i supporter bolognesi si scaglieranno contro gli avversari, anche se oggi sembra aleggiare un'aria molto meno teso rispetto gli anni scorsi.
Date le numerosissime assenze, la squadra titolare è praticamente fatta: Ranieri, infatti, sembra intenzionato a schierare Mellberg, Knezevic, Chiellini e Molinaro davanti a Buffon, Marchionni, Sissoko, Ekdal e Nedved a centrocampo con Iaquinta ed Amauri davanti. Io, personalmente, piazzrei Nedved al fianco di Sissoko e Giovinco all'out sinistro, per dare maggior vigoria all'attacco e per non rischiare dal primo minuto il giovanissimo Ekdal, che pure ha dimostrato ottime capacità nel precampionato.
Il pronostico è particolarmente difficile, ma voglio sbilanciarmi. Bologna-Juventus 2-2 con una "ladrata" dei rossoblù nel finale (così saranno contenti), quindi Juve in vantaggio con Amauri e pareggio di Di Vaio, nuovo vantaggio Juve con Giovinco su punizione e pareggio nel finale di Di Vaio su rigore (che non c'è).
P.S.: Stasera sono allo stadio, speriamo bene....
FORZA RAGAZZI, REGALATECI UN'ALTRA VITTORIA (E A ME UNA SERATA EMOZIONANTE)
martedì, ottobre 28, 2008
Calciopoli-bis: Moggi e Bertini assolti
La Corte di giustizia federale improvvisamente si è svegliata e oggi ha emesso la sentenza del processo d'appello per Calciopoli-bis (le famose schede-Sim). Ci ha messo tanto, dall'11 settembre ma finalmente ne è venuta a capo. Accolti i ricorsi di Luciano Moggi, Marco Gabriele, Massimo De Santis e Paolo Bertini; respinti invece quelli di Antonio Dattilo, Stefano Cassarà, Marcello Ambrosino, Salvatore Racalbuto, Mariano Fabiani e Tiziano Pieri. Per quanto riguarda Moggi e Gabriele, la Corte federale ha accolto "l'eccezione di carenza di giurisdizione sollevata dalla difesa", secondo la quale "la rinuncia da parte di un tesserato federale a tale sua qualità, intervenuta anteriormente all'inizio di un procedimento disciplinare instaurato a suo carico rende il dimissionario non più soggetto al vincolo di giustizia".
Quindi Moggi e Gabriele, proprio perché non risultavano più tesserati al momento dell'avvio del procedimento disciplinare e quindi non erano sottoponibili al giudizio della corte federale. Il ricorso di De Sanctis e di Bertini è stato invece accolto perché già coinvolti e giudicati nel primo filone di Calciopoli "per la medesima condotta". Per loro, infatti, vale il principio del "ne bis in idem", e dunque "si dichiara l'improcedibilità del deferimento" ed il "conseguente annullamento della decisione di primo grado". Esulta l'aretino Bertini: già assolto in primo grado ha scontato 12 mesi di sospensione ed è stato fatto fuori dai ranghi arbitrali. La sua carriera si è così interrotta bruscamente: ma adesso ha intenzione di chiedere i danni. E anche Moggi adesso potrebbe chiedere la revisione del processo (sportivo) di primo grado: ecco perché la sentenza di oggi è molto importante anche per i riflessi futuri. L'ex dg della Juve, in merito a quanto da noi scritto su Spy Calcio del 26 ottobre, intanto precisa: "Non è vero che Giraudo ha preso le distanze nei miei confronti nel processo penale. Nessun contrasto fra noi due. Anche perché né lui né io abbiamo fatto niente di niente". Giraudo, come noto, ha chiesto il rito abbreviato (iniziato oggi), Moggi no.
Fonte: Repubblica.it
Io credo che piuttosto che assolvere, giustamente, Moggi e la Juventus certi soggetti potrebbero arrivare a compiere qualsiasi nefandezza, esattamente come è successo fino ad adesso. Vedremo se ho ragione...
La Corte di giustizia federale improvvisamente si è svegliata e oggi ha emesso la sentenza del processo d'appello per Calciopoli-bis (le famose schede-Sim). Ci ha messo tanto, dall'11 settembre ma finalmente ne è venuta a capo. Accolti i ricorsi di Luciano Moggi, Marco Gabriele, Massimo De Santis e Paolo Bertini; respinti invece quelli di Antonio Dattilo, Stefano Cassarà, Marcello Ambrosino, Salvatore Racalbuto, Mariano Fabiani e Tiziano Pieri. Per quanto riguarda Moggi e Gabriele, la Corte federale ha accolto "l'eccezione di carenza di giurisdizione sollevata dalla difesa", secondo la quale "la rinuncia da parte di un tesserato federale a tale sua qualità, intervenuta anteriormente all'inizio di un procedimento disciplinare instaurato a suo carico rende il dimissionario non più soggetto al vincolo di giustizia".
Quindi Moggi e Gabriele, proprio perché non risultavano più tesserati al momento dell'avvio del procedimento disciplinare e quindi non erano sottoponibili al giudizio della corte federale. Il ricorso di De Sanctis e di Bertini è stato invece accolto perché già coinvolti e giudicati nel primo filone di Calciopoli "per la medesima condotta". Per loro, infatti, vale il principio del "ne bis in idem", e dunque "si dichiara l'improcedibilità del deferimento" ed il "conseguente annullamento della decisione di primo grado". Esulta l'aretino Bertini: già assolto in primo grado ha scontato 12 mesi di sospensione ed è stato fatto fuori dai ranghi arbitrali. La sua carriera si è così interrotta bruscamente: ma adesso ha intenzione di chiedere i danni. E anche Moggi adesso potrebbe chiedere la revisione del processo (sportivo) di primo grado: ecco perché la sentenza di oggi è molto importante anche per i riflessi futuri. L'ex dg della Juve, in merito a quanto da noi scritto su Spy Calcio del 26 ottobre, intanto precisa: "Non è vero che Giraudo ha preso le distanze nei miei confronti nel processo penale. Nessun contrasto fra noi due. Anche perché né lui né io abbiamo fatto niente di niente". Giraudo, come noto, ha chiesto il rito abbreviato (iniziato oggi), Moggi no.
Fonte: Repubblica.it
Io credo che piuttosto che assolvere, giustamente, Moggi e la Juventus certi soggetti potrebbero arrivare a compiere qualsiasi nefandezza, esattamente come è successo fino ad adesso. Vedremo se ho ragione...
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Controinformazione
IL RAGIONEVOLE DUBBIO
Gilardino punito, due giornate di squalifica!
Con questa decisione il giudice sportivo Gianpaolo Tosel ha squalificato con la prova tv Alberto Gilardino per due giornate, per il gol realizzato colpendo il pallone "volontariamente" con la mano nel corso della partita contro il Palermo.
Giustizia è stata fatta.
La Procura Federale della FIGC ha fatto pervenire entro le ore 12:00 di lunedì 28 ottobre, termine ultimo necessario determinato dall'articolo 31 comma a3 (Per le gare della Lega Nazionale Professionisti, limitatamente ai fatti di condotta violenta o gravemente antisportiva non visti dall’Arbitro, che diconseguenza non ha potuto prendere decisioni al riguardo, il Procuratore Federale fa pervenire al Giudice sportivo riservata segnalazione entro le ore 12.00 del giorno successivo a quello della gara) del codice di giustizia sportiva, una segnalazione riservata per prova tv sul gol messo a segno dal bomber azzurro nel posticipo di domenica 26 ottobre contro il Palermo.
Prendendo in esame l'articolo sopraccitato ed entrando nello specifico per la condotta antisportiva segnaliamo quanto segue:
Costituiscono condotte gravemente antisportive ai fini della presente disposizione:
1) la evidente simulazione da cui scaturisce l’assegnazione del calcio di rigore a favore della squadra del calciatore che ha simulato;
2) la evidente simulazione che determina la espulsione diretta del calciatore avversario;
3) la realizzazione di una rete colpendo volontariamente il pallone con la mano;
4) l’impedire la realizzazione di una rete, colpendo volontariamente il pallone con la mano;
Dunque secondo la Procura Federale della FIGC e il giudice sportivo Gianpaolo Tosel, Alberto Gilardino ha colpito "VOLONTARIAMENTE" il pallone con la mano, attuando di per se una condotta gravemente antisportiva.
Le immagini sono impietose, Gilardino ha colpito il pallone con l'avanbraccio destro, ma quanto volontariamente?
Dalle immagini in possesso molteplici possono essere le valutazioni, la convulsa azione che ha portato al vantaggio viola è sotto gli occhi di tutti: due corpi sdraiati a terra che cercano la sfera, Gilardino in anticipo su Dellafiore che da tergo strattona l'attacante azzurro impedendogli di colpire il pallone, quest'ultimo come impazzito rimbalza fino ad andare a colpire l'avanbraccio del capocannoniere del torneo, finendo alle spalle di Amelia.
Ma tant'è che il giudice sportivo si è espresso con queste parole: «nell’esclusione di ogni ragionevole dubbio, il gesto compiuto da Gilardino, per la sua peculiare dinamica, sia stato volontario, intenzionale e non determinato né condizionato dalla condotta tenuta dal Dellafiore negli attimi antecedenti. Il gesto dell’attaccante viola rientra quindi nella "condotta gravemente antisportiva" ed è quindi ammesso l’uso della prova televisiva e la conseguente squalifica di due giornate».
A fine gara, nelle interviste di rito, Gilardino ha tranquillamente ammesso che il gol era da annullare, presentandosi senza nulla da nascondere a tutti gli appuntamenti delle reti televisive, ma dichiarando la sua non volontarietà del gesto, causa la dinamica dell'azione che lo ha visto in un primo tempo strattonato e successivamente caduto a terra.
Ma la giustizia di questo Paese è così, prendere o lasciare: o ci si mette 15 anni per assolvere un innocente, oppure nemmeno ventiquattro ore per condannare, tramite una prova televisiva caratterizzata da un giudizio soggettivo, una presunta volontarietà di un gesto.
Mercoledì la Fiorentina affronterà al Franchi l'Inter prima in classifica, con un solo punto di svantaggio e con la possibilità di scavalcare la compagine di "the special one", ma non avrà a disposizione il capocannoniere del torneo.
L'Inter invece si presenterà a Firenze con Zlatan Ibrahimovic, reo nella domenica appena trascorsa di un gesto non propriamente sportivo.
Ma dopo aver visionato le immagini televisive, il giudice sportivo non ha preso alcun provvedimento disciplinare nei confronti dell'attaccante neroazzurro perché il comportamento dello svedese non rientra «inequivocabilmente e nell’esclusione di ogni ragionevole dubbio» nella condotta violenta sanzionabile con la prova televisiva.
Al 26’ del primo tempo, Ibrahimovic aveva colpito alle spalle il giocatore del Genoa Thiago Motta: «Tale comportamento - scrive il giudice - deve ritenersi sicuramente non regolamentare e riprovevole per la sua gratuità e per la veemenza esercitata con l’avambraccio destro nei confronti di un avversario che gli volgeva le spalle», ma non rientra in quegli atti «potenzialmente idonei a ledere l’avversario».
Insomma non l'ha ammazzato.
Ma in questo calcio del dopo Calciopoli oramai non si fa più caso a nulla, cosa importa se tra due giorni ci sarà una partita di fondamentale importanza per le sorti dell'alta classifica con l'assenza di un "gesto involontario" e la presenza di un "gesto volontario", l'importante e che si scenda in campo sapendo che gli arbitri sbagliano in buona fede, tanto poi ci pensa la giustizia sportiva a metterci dei ragionevoli dubbi.
Fonte: Via Libera
Con questa decisione il giudice sportivo Gianpaolo Tosel ha squalificato con la prova tv Alberto Gilardino per due giornate, per il gol realizzato colpendo il pallone "volontariamente" con la mano nel corso della partita contro il Palermo.
Giustizia è stata fatta.
La Procura Federale della FIGC ha fatto pervenire entro le ore 12:00 di lunedì 28 ottobre, termine ultimo necessario determinato dall'articolo 31 comma a3 (Per le gare della Lega Nazionale Professionisti, limitatamente ai fatti di condotta violenta o gravemente antisportiva non visti dall’Arbitro, che diconseguenza non ha potuto prendere decisioni al riguardo, il Procuratore Federale fa pervenire al Giudice sportivo riservata segnalazione entro le ore 12.00 del giorno successivo a quello della gara) del codice di giustizia sportiva, una segnalazione riservata per prova tv sul gol messo a segno dal bomber azzurro nel posticipo di domenica 26 ottobre contro il Palermo.
Prendendo in esame l'articolo sopraccitato ed entrando nello specifico per la condotta antisportiva segnaliamo quanto segue:
Costituiscono condotte gravemente antisportive ai fini della presente disposizione:
1) la evidente simulazione da cui scaturisce l’assegnazione del calcio di rigore a favore della squadra del calciatore che ha simulato;
2) la evidente simulazione che determina la espulsione diretta del calciatore avversario;
3) la realizzazione di una rete colpendo volontariamente il pallone con la mano;
4) l’impedire la realizzazione di una rete, colpendo volontariamente il pallone con la mano;
Dunque secondo la Procura Federale della FIGC e il giudice sportivo Gianpaolo Tosel, Alberto Gilardino ha colpito "VOLONTARIAMENTE" il pallone con la mano, attuando di per se una condotta gravemente antisportiva.
Le immagini sono impietose, Gilardino ha colpito il pallone con l'avanbraccio destro, ma quanto volontariamente?
Dalle immagini in possesso molteplici possono essere le valutazioni, la convulsa azione che ha portato al vantaggio viola è sotto gli occhi di tutti: due corpi sdraiati a terra che cercano la sfera, Gilardino in anticipo su Dellafiore che da tergo strattona l'attacante azzurro impedendogli di colpire il pallone, quest'ultimo come impazzito rimbalza fino ad andare a colpire l'avanbraccio del capocannoniere del torneo, finendo alle spalle di Amelia.
Ma tant'è che il giudice sportivo si è espresso con queste parole: «nell’esclusione di ogni ragionevole dubbio, il gesto compiuto da Gilardino, per la sua peculiare dinamica, sia stato volontario, intenzionale e non determinato né condizionato dalla condotta tenuta dal Dellafiore negli attimi antecedenti. Il gesto dell’attaccante viola rientra quindi nella "condotta gravemente antisportiva" ed è quindi ammesso l’uso della prova televisiva e la conseguente squalifica di due giornate».
A fine gara, nelle interviste di rito, Gilardino ha tranquillamente ammesso che il gol era da annullare, presentandosi senza nulla da nascondere a tutti gli appuntamenti delle reti televisive, ma dichiarando la sua non volontarietà del gesto, causa la dinamica dell'azione che lo ha visto in un primo tempo strattonato e successivamente caduto a terra.
Ma la giustizia di questo Paese è così, prendere o lasciare: o ci si mette 15 anni per assolvere un innocente, oppure nemmeno ventiquattro ore per condannare, tramite una prova televisiva caratterizzata da un giudizio soggettivo, una presunta volontarietà di un gesto.
Mercoledì la Fiorentina affronterà al Franchi l'Inter prima in classifica, con un solo punto di svantaggio e con la possibilità di scavalcare la compagine di "the special one", ma non avrà a disposizione il capocannoniere del torneo.
L'Inter invece si presenterà a Firenze con Zlatan Ibrahimovic, reo nella domenica appena trascorsa di un gesto non propriamente sportivo.
Ma dopo aver visionato le immagini televisive, il giudice sportivo non ha preso alcun provvedimento disciplinare nei confronti dell'attaccante neroazzurro perché il comportamento dello svedese non rientra «inequivocabilmente e nell’esclusione di ogni ragionevole dubbio» nella condotta violenta sanzionabile con la prova televisiva.
Al 26’ del primo tempo, Ibrahimovic aveva colpito alle spalle il giocatore del Genoa Thiago Motta: «Tale comportamento - scrive il giudice - deve ritenersi sicuramente non regolamentare e riprovevole per la sua gratuità e per la veemenza esercitata con l’avambraccio destro nei confronti di un avversario che gli volgeva le spalle», ma non rientra in quegli atti «potenzialmente idonei a ledere l’avversario».
Insomma non l'ha ammazzato.
Ma in questo calcio del dopo Calciopoli oramai non si fa più caso a nulla, cosa importa se tra due giorni ci sarà una partita di fondamentale importanza per le sorti dell'alta classifica con l'assenza di un "gesto involontario" e la presenza di un "gesto volontario", l'importante e che si scenda in campo sapendo che gli arbitri sbagliano in buona fede, tanto poi ci pensa la giustizia sportiva a metterci dei ragionevoli dubbi.
Fonte: Via Libera
lunedì, ottobre 27, 2008
CHE BELLO...
GRANDE FIAT, SERVA ITALIA: COME È FACILE FARE IL SIGNORE CON I SOLDI DEGLI ALTRI - SWAP/IFIL: PER I LEGALI DI AGNELLI SCODELLARE BALLE AL MERCATO È COSTITUZIONALE
I quotidiani ieri hanno dato notizia, chi piu' chi meno, di una cosa che notizia non è: la difesa di Grande Stevens e Gabetti nel processo torinese per i fatti del mitico equity-swap di Ifil/Exor su azioni Fiat ritiene innocenti gli indagati. Grande notizia: pensate che ridere se gli esimi penalisti Zaccone e Coppi avessero chiesto la condanna dei vertici di casa Agnelli!
L'Avvocato Zaccone, poi, che gode fama di galantuomo, quando difendeva la Juve per altre e note vicende, aveva provato ad ammettere le colpe chiedendo la serie B per evitare di peggio, e molti juventini lo avevano giustamente furiosamente criticato. Forse memore della cosa, l'Avvocato questa volta ha giocato d'anticipo: altro che ammettere colpe e chiedere grazia, ha chiesto addirittura in subordine al Tribunale, se proprio non volesse vedere l'innocenza palese dei suoi assistiti, di valutare la costituzionalità della norma sull'aggiotaggio informativo.
Per chi non lo sapesse, non è una sanzione per ritardato versamento dell'IVA. E' il reato di chi conta balle al mercato ed in tal modo ne turba i corsi regolari. E' il comportamento, moralmente spregevole prima che illegale, di chi gioca con i soldi altrui. Perché contar balle sulla propria azienda quando dipendenti e fornitori son pagati ed il capitale è tutto tuo, sarebbe assai meno grave.
Ma quando controlli, e ripetutamente cerchi di farlo, una mega corporation quotata con meno della metà del capitale, facendo manovre poco chiare per evitare la legge sull'OPA, stai facendo il signore con i soldi degli altri. E se per farlo cerchi pure di non dire la verità alla CONSOB quando te lo chiede, peggio ti comporti.
Per un capitalista questa deve essere sentita come cosa molto grave e assai disdicevole, come lo dovrebbe essere il falso al bilancio, per il buon funzionamento di una moderna economia di mercato.
Ma come dobbiamo invece leggere la linea difensiva di Coppi e Zaccone: davvero si vuole che la Corte Costituzionale definisca incostituzionale l'aggiotaggio informativo?
In altri termini, in tempi di porcherie finanziarie globali, di verità taciute, di rating ottimi fino alla sera prima del crac, uno dei reati finanziari più gravi e spiacevoli sarebbe incostituzionale? Secondo i Legali di casa Agnelli la libertà di dire balle al mercato e farla franca è la grande svolta normativa che i cittadini chiedono dopo tutto quello che è successo? Questo serve all'Italia ed al libero mercato?
I quotidiani ieri hanno dato notizia, chi piu' chi meno, di una cosa che notizia non è: la difesa di Grande Stevens e Gabetti nel processo torinese per i fatti del mitico equity-swap di Ifil/Exor su azioni Fiat ritiene innocenti gli indagati. Grande notizia: pensate che ridere se gli esimi penalisti Zaccone e Coppi avessero chiesto la condanna dei vertici di casa Agnelli!
L'Avvocato Zaccone, poi, che gode fama di galantuomo, quando difendeva la Juve per altre e note vicende, aveva provato ad ammettere le colpe chiedendo la serie B per evitare di peggio, e molti juventini lo avevano giustamente furiosamente criticato. Forse memore della cosa, l'Avvocato questa volta ha giocato d'anticipo: altro che ammettere colpe e chiedere grazia, ha chiesto addirittura in subordine al Tribunale, se proprio non volesse vedere l'innocenza palese dei suoi assistiti, di valutare la costituzionalità della norma sull'aggiotaggio informativo.
Per chi non lo sapesse, non è una sanzione per ritardato versamento dell'IVA. E' il reato di chi conta balle al mercato ed in tal modo ne turba i corsi regolari. E' il comportamento, moralmente spregevole prima che illegale, di chi gioca con i soldi altrui. Perché contar balle sulla propria azienda quando dipendenti e fornitori son pagati ed il capitale è tutto tuo, sarebbe assai meno grave.
Ma quando controlli, e ripetutamente cerchi di farlo, una mega corporation quotata con meno della metà del capitale, facendo manovre poco chiare per evitare la legge sull'OPA, stai facendo il signore con i soldi degli altri. E se per farlo cerchi pure di non dire la verità alla CONSOB quando te lo chiede, peggio ti comporti.
Per un capitalista questa deve essere sentita come cosa molto grave e assai disdicevole, come lo dovrebbe essere il falso al bilancio, per il buon funzionamento di una moderna economia di mercato.
Ma come dobbiamo invece leggere la linea difensiva di Coppi e Zaccone: davvero si vuole che la Corte Costituzionale definisca incostituzionale l'aggiotaggio informativo?
In altri termini, in tempi di porcherie finanziarie globali, di verità taciute, di rating ottimi fino alla sera prima del crac, uno dei reati finanziari più gravi e spiacevoli sarebbe incostituzionale? Secondo i Legali di casa Agnelli la libertà di dire balle al mercato e farla franca è la grande svolta normativa che i cittadini chiedono dopo tutto quello che è successo? Questo serve all'Italia ed al libero mercato?
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JUVENTUS-TORINO 1-0
Arriva la seconda importantissima vittoria consecutiva ottenuta, a differenza che col Real Madrid, col minimo sforzo. Infatti, per aver ragione dell'attuale Torino bastano e avanzano le riserve delle riserve bianconere.
Il Derby visto ieri sera ha ribadito, manco ce ne fosse bisogno, di che colori si compone la città di Torino e restistuisce un pò di fiducia ai ragazzi in vista dei prossimi impegni, tutti fondamentali: l'infrasettimanale di mercoledì a Bologna, la visita della Roma in ultracrisi e il super-match di mercoledì prossimo al Bernabeu contro un Real assetato di vendetta. La speranza è quella di recuperare qualche giocatore, dato l'incredibile numero di attualmente infortunati, ovvero Andrade, Zanetti, Zebina, Trezeguet, Camoranesi, Buffon, Tiago, Poulsen, Marchisio, De Ceglie, Grygera, Salihamidzic. Di questi l'unico recuperabile per la trasferta in Emilia è l'italo-argentino, che con ogni probabilità partirà dalla panchina.
Sulla partita c'è poco da dire, se non riscontrare le oggettive difficoltà juventine e la sfortuna che continua a perseguitarci: anche sabato sera vanno out Grygera (problema muscolare), Salihamidzic (idem, ma nel riscaldamento!!!!) e De Ceglie.
Questi i miei voti:
Manninger 6
Grygera 6,5
Legrotatglie 7
Chiellini 6,5
Molinaro 6,5
Marchionni 6,5
Sissoko 6,5
Nedved 7
De Ceglie 6
Del Piero 6
Amauri 7
Mellberg 6
Giovinco 6
Iaquinta s.v.
All. Ranieri 6
Voto generale alla prestazione della Juve: 6+
Arbitro Sig. Rocchi 4,5 - Permette ai granata di menare per tutta la partita, non espelle Diana e Barone autori di falli orribili (soprattutto il primo) su Nedved e Del Piero, cosa avrebbe fatto a maglie invertite? Io una qualche idea ce l'ho... Inadeguato per una partita così!
Il protagonista: LEGROTTAGLIE. E' una volata tra lui e Nedved, ma alla fine la spunta il difensore barese, praticamente perfetto per l'intera partita. E' increbili la resurrezione di questo giocatore, dalle stalle alle stelle. Con lui e Chiellini (e, se non è chiedere troppo, Buffon) la retroguardia è al sicuro!
E ora sotto col Bologna, la MIA partita.
Il Derby visto ieri sera ha ribadito, manco ce ne fosse bisogno, di che colori si compone la città di Torino e restistuisce un pò di fiducia ai ragazzi in vista dei prossimi impegni, tutti fondamentali: l'infrasettimanale di mercoledì a Bologna, la visita della Roma in ultracrisi e il super-match di mercoledì prossimo al Bernabeu contro un Real assetato di vendetta. La speranza è quella di recuperare qualche giocatore, dato l'incredibile numero di attualmente infortunati, ovvero Andrade, Zanetti, Zebina, Trezeguet, Camoranesi, Buffon, Tiago, Poulsen, Marchisio, De Ceglie, Grygera, Salihamidzic. Di questi l'unico recuperabile per la trasferta in Emilia è l'italo-argentino, che con ogni probabilità partirà dalla panchina.
Sulla partita c'è poco da dire, se non riscontrare le oggettive difficoltà juventine e la sfortuna che continua a perseguitarci: anche sabato sera vanno out Grygera (problema muscolare), Salihamidzic (idem, ma nel riscaldamento!!!!) e De Ceglie.
Questi i miei voti:
Manninger 6
Grygera 6,5
Legrotatglie 7
Chiellini 6,5
Molinaro 6,5
Marchionni 6,5
Sissoko 6,5
Nedved 7
De Ceglie 6
Del Piero 6
Amauri 7
Mellberg 6
Giovinco 6
Iaquinta s.v.
All. Ranieri 6
Voto generale alla prestazione della Juve: 6+
Arbitro Sig. Rocchi 4,5 - Permette ai granata di menare per tutta la partita, non espelle Diana e Barone autori di falli orribili (soprattutto il primo) su Nedved e Del Piero, cosa avrebbe fatto a maglie invertite? Io una qualche idea ce l'ho... Inadeguato per una partita così!
Il protagonista: LEGROTTAGLIE. E' una volata tra lui e Nedved, ma alla fine la spunta il difensore barese, praticamente perfetto per l'intera partita. E' increbili la resurrezione di questo giocatore, dalle stalle alle stelle. Con lui e Chiellini (e, se non è chiedere troppo, Buffon) la retroguardia è al sicuro!
E ora sotto col Bologna, la MIA partita.
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sabato, ottobre 25, 2008
PRESENTAZIONE DI JUVENTUS-TORINO
Dopo la fortuna postata in occasione del Real Madrid, torna il post di presentazione alla partita, ovvero LA PARTITA. Siamo, infatti, a 30 minuti dall'inizio del Derby tra le grandi deluse di questo inizio di stagione ed è l'occasione per rialzarsi e bissare l'ottima vittoria contro le merengues in Champions.
Le ultime indicazioni danno out Legrottaglie, in panchina Giovinco e titolari De Ceglie e Marchionni, quindi Ranieri schiererebbe una linea a 4 difensiva con Grygera, Mellberg, Chiellini e Molinaro, a centrocampo Marchionni, Sissoko, Nedved e De Ceglie con in attacco Amauri e Del Piero. Nei cugini assenti Sereni (gioca Calderoni) e Pratali, torna Rosina che agirà dietro a Bianchi con l'ex Amarouso in panchina.
Un Derby non ha bisogno di particolari prestazioni, bisogna giocare con cuore e furore perchè gli avversari saranno agguerritissimi. Anche starera ho buone sensazioni e "vedo" una vittoria JUve per 2 a 0 con reti di Marchionni e De Piero.
FOrza ragazzi, regalateci un'altra notte da sogno!!!
Le ultime indicazioni danno out Legrottaglie, in panchina Giovinco e titolari De Ceglie e Marchionni, quindi Ranieri schiererebbe una linea a 4 difensiva con Grygera, Mellberg, Chiellini e Molinaro, a centrocampo Marchionni, Sissoko, Nedved e De Ceglie con in attacco Amauri e Del Piero. Nei cugini assenti Sereni (gioca Calderoni) e Pratali, torna Rosina che agirà dietro a Bianchi con l'ex Amarouso in panchina.
Un Derby non ha bisogno di particolari prestazioni, bisogna giocare con cuore e furore perchè gli avversari saranno agguerritissimi. Anche starera ho buone sensazioni e "vedo" una vittoria JUve per 2 a 0 con reti di Marchionni e De Piero.
FOrza ragazzi, regalateci un'altra notte da sogno!!!
mercoledì, ottobre 22, 2008
JUVENTUS- REAL MADRID
Finalmente una serata commevemnte, di quelle che non ci ricordavamo da anni. Il solito spavaldo Real si presneta a Torino contro la Juventus più in diffocoltà (e oggettivamente peggiore) che si ricordi, convinto di interrompere il digiuno torinese che dura da ben 46 anni. Ma è in queste serate che lo spirito, l'orgoglio, il senso di appartenenza che da il vestire la più gloriosa maglia italiana viene fuori in tutto il suo splendore e per gli avversari c'è poco da fare, sia che giochi Zidane, sia che giochi Molinaro.
E così i primo 10 minuti sono un terribile forcing bianconero, con le merengues che non oltrepassano la metà campo e nel quale arriva la perla del capitano su ottima palla filtrante di Amauri. Questa è la falsa riga di tutto il primo tempo, che vede una Juve arrembante in cerca del raddio e finalemente convincente tenere a bada un Real decisamente sopreso e frastornato. Da sottolineare il primo tempo di Sissoko, letteralmente imperiale! Buona anche la fase difensiva che con Legrottaglie trona ai fasti della passata stagione, con un Manninger molto positivo e un Molinaro finalmente importante, anche se commette un bell'errore in chiusura sul gol del 2 a 1. Peccato per l'infotunio dell'ottimo Marchisio, per nulla in soggezione davanti allo squadrone madridista.
La ripresa comincia con Mellberg al posto dell'infortunato Legrottalie (la sfiga ci perseguita in questa stagione, ormai è ufficiale!) e vede i bianconeri nuovamente arrembanti e presto arriva il raddoppio: Nedved, schierato in posizione centrale, recupera un gran pallone e lo scodella in mezzo dove Amauri predne l'asciensore e schiaccia a rete trovando Hainze sulla traiettoria per una sfortunata deviazione alle spalle di Casillas, parso non impeccabile nell'occasione.
Inizia qui un altra partita perchè la Juve paga il grande sforzo profuso per arrivare al doppio vantaggio e il tecnico tedesco inserisce Robben al posto dell'inguardabile Higuaìn. E' proprio l'ala olandese a creare i mggiori pericoli sulle fascie con percussioni ficcanti e cross sempre pericolisi, al pari di Snejder il cui secondo tempo è assolutamente perfetto: recuperi, assist, cross e conclusioni perfette. A metà rirpesa è il palo a negargli un meritato gol. Dicevo che il Real prende fiducia e la Juve abbassa il baricentro, inziano così a piovere occasioni su occasioni per gli spagnoli e su una di queste è Van Nistelrooy a battere Manninger. Due piccoli errori in questa occasione: il primo di Grygera che lascia crossare Heinze dalla destra, il secondo, più grave, dell'intera difesa per il posizionamento e in particolare di Molinaro, che sbaglia la diagonale e si fa anticipare dall'attaccante olandese. Mancano 25 minuti ma la muraglia bianconera regge fino al 93', quando l'Olimpico può esplodere in un urlo liberatorio atteso oltre 2 anni. Due anni di soprusi e ingiustizie che nessuna vittoria ripagherà mai, ma serate come queste aiutano a ricordarci per quale motivo amiamo tanto questo sport e questa maglia.
Emblematica, infile, l'immagine di Chiellini a pochi secondi dal fischio finale che incita la folla: è lo sfogo di due anni di sofferenze e di due mesi nei quali è stato detto tanto, a volte troppo, e forse a sproposito. E' quella l'immagine della Juve che rinasce. E non è uan bella notiza per nessuna avversaria!
Manninger 7
Grygera 6,5
Legrottaglie 7
Chiellini 7+
Molinaro 7
Marchionni 6
Sissoko 8
Marchisio 7
Nedved 8
Del Piero 8
Amauri 7,5
Salihamidzic 6,5
Mellberg 6,5
Iaquinta s.v.
All. Ranieri 7
Voto generale alla prestazione della Juve: 7,5
Arbitro Sig. Stark 7
Il protagonista: NEDVED
Postate tutti le vostre pagelle e i commenti alla serata di ieri.
E così i primo 10 minuti sono un terribile forcing bianconero, con le merengues che non oltrepassano la metà campo e nel quale arriva la perla del capitano su ottima palla filtrante di Amauri. Questa è la falsa riga di tutto il primo tempo, che vede una Juve arrembante in cerca del raddio e finalemente convincente tenere a bada un Real decisamente sopreso e frastornato. Da sottolineare il primo tempo di Sissoko, letteralmente imperiale! Buona anche la fase difensiva che con Legrottaglie trona ai fasti della passata stagione, con un Manninger molto positivo e un Molinaro finalmente importante, anche se commette un bell'errore in chiusura sul gol del 2 a 1. Peccato per l'infotunio dell'ottimo Marchisio, per nulla in soggezione davanti allo squadrone madridista.
La ripresa comincia con Mellberg al posto dell'infortunato Legrottalie (la sfiga ci perseguita in questa stagione, ormai è ufficiale!) e vede i bianconeri nuovamente arrembanti e presto arriva il raddoppio: Nedved, schierato in posizione centrale, recupera un gran pallone e lo scodella in mezzo dove Amauri predne l'asciensore e schiaccia a rete trovando Hainze sulla traiettoria per una sfortunata deviazione alle spalle di Casillas, parso non impeccabile nell'occasione.
Inizia qui un altra partita perchè la Juve paga il grande sforzo profuso per arrivare al doppio vantaggio e il tecnico tedesco inserisce Robben al posto dell'inguardabile Higuaìn. E' proprio l'ala olandese a creare i mggiori pericoli sulle fascie con percussioni ficcanti e cross sempre pericolisi, al pari di Snejder il cui secondo tempo è assolutamente perfetto: recuperi, assist, cross e conclusioni perfette. A metà rirpesa è il palo a negargli un meritato gol. Dicevo che il Real prende fiducia e la Juve abbassa il baricentro, inziano così a piovere occasioni su occasioni per gli spagnoli e su una di queste è Van Nistelrooy a battere Manninger. Due piccoli errori in questa occasione: il primo di Grygera che lascia crossare Heinze dalla destra, il secondo, più grave, dell'intera difesa per il posizionamento e in particolare di Molinaro, che sbaglia la diagonale e si fa anticipare dall'attaccante olandese. Mancano 25 minuti ma la muraglia bianconera regge fino al 93', quando l'Olimpico può esplodere in un urlo liberatorio atteso oltre 2 anni. Due anni di soprusi e ingiustizie che nessuna vittoria ripagherà mai, ma serate come queste aiutano a ricordarci per quale motivo amiamo tanto questo sport e questa maglia.
Emblematica, infile, l'immagine di Chiellini a pochi secondi dal fischio finale che incita la folla: è lo sfogo di due anni di sofferenze e di due mesi nei quali è stato detto tanto, a volte troppo, e forse a sproposito. E' quella l'immagine della Juve che rinasce. E non è uan bella notiza per nessuna avversaria!
Manninger 7
Grygera 6,5
Legrottaglie 7
Chiellini 7+
Molinaro 7
Marchionni 6
Sissoko 8
Marchisio 7
Nedved 8
Del Piero 8
Amauri 7,5
Salihamidzic 6,5
Mellberg 6,5
Iaquinta s.v.
All. Ranieri 7
Voto generale alla prestazione della Juve: 7,5
Arbitro Sig. Stark 7
Il protagonista: NEDVED
Postate tutti le vostre pagelle e i commenti alla serata di ieri.
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martedì, ottobre 21, 2008
STUPENDO
Una sola parola: GRAZIE
A domani per il commento e voglio sapere le pagelle e le sensazioni di tutti voi in questa meravigliosa notte della (spero) resurrezione juventina.
A domani per il commento e voglio sapere le pagelle e le sensazioni di tutti voi in questa meravigliosa notte della (spero) resurrezione juventina.
PRESENTAZIONE DI JUVENTUS-REAL MADRID
In extremis riesco a fare un mini post di presentazione della partita di stasera, come chiesto da Dennis.
A quanto pare gioca Marchionni (a priori la ritengo una mossa positiva, e sapete tutti come MArco sia un mio pallino) sulla detsra al posto di Salihamidzic e in difesa recupera Legrottaglie. In mediana Sissoko affianca Marchisio.
LO dico subito: ho sensazioni molto positive, credo e spero che i ragazzi tirino fuori l'orgoglio e sorprendano tutti.
P.S.: Ottimo il pareggio tra Zenit e Bate, vincendo starera saremmo praticamente passati.
Forza ragazzi, regalateci una serata da sogno!
A quanto pare gioca Marchionni (a priori la ritengo una mossa positiva, e sapete tutti come MArco sia un mio pallino) sulla detsra al posto di Salihamidzic e in difesa recupera Legrottaglie. In mediana Sissoko affianca Marchisio.
LO dico subito: ho sensazioni molto positive, credo e spero che i ragazzi tirino fuori l'orgoglio e sorprendano tutti.
P.S.: Ottimo il pareggio tra Zenit e Bate, vincendo starera saremmo praticamente passati.
Forza ragazzi, regalateci una serata da sogno!
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lunedì, ottobre 20, 2008
IL TRISTE NECROLOGIO
1 novembre 1897 - 31 agosto 2006, il lasso di tesmpo che va dalla nascita alla morte della più grande squadra italiana.
Per favore, la cosa che vediamo tristemente dal 1° settembre 2006 non chaimatela JUVENTUS, quella è morta e seppellita il giorno precedente.
Per favore, cambiamo il nome per non umiliarla...
Per favore, la cosa che vediamo tristemente dal 1° settembre 2006 non chaimatela JUVENTUS, quella è morta e seppellita il giorno precedente.
Per favore, cambiamo il nome per non umiliarla...
NAPOLI-JUVENTUS 2-1
Abbiamo veramente toccato il fondo con la partita di sabato sera. Intendiamoci: perdere di misura a Napoli con un numero impressionante di assenze (tra le quali Buffon, Legrottaglie, Mellberg, Camoranesi, Zanetti, Sissoko, Trezeguet, Iaquinta) può essere considrata una sconfitta onorevele, ma quello che preoccupa è la vista in prospettiva. I valori in campo, tranne i soliti noti, non sono certo eccelsi e la guida tecnica è la più scadente che la mia giovane memoria ricordi.
Nel match del San Paolo almeno 3, e clamorosi, sono stati gli errori tecnici: il primo e il secondo ad appannaggio di Ranieri che sull' 1 a 1 ( e col Napoli in difficoltà) toglie Del Piero per inserire De Ceglie, dando la sensazione di volersi difendere. Se si voleva preservare il capitano in vista del Real si doveva inserire gioco forza Giovinco. Secondo errore l'entrata inc ampo del giovane campioncino, a soli 7 minuti dalla fine e dopo aver preso il gol dello svantaggio. Il terzo errore (che vale per 2) è della difesa e della coppia Knezevic-Molinaro in particolare. Infatti sul primo gol il traversone arriva dalla sinistra bianconera dove non c'era Molinaro che era scalato inspiegabilmente al centro, costringendo Chiellini ad uscire su Lavezzi che crossa per Hamsik che indisturbato (perchè Molinaro NON SA MARCARE e Knezevic stava tenendo Zalayeta) segna da 2 metri (non impeccabile nemmeno Manninger). Nel secondo gol, beh, l'errore del difensore croato è lampante. Mi dispiace dirlo, ma non è un giocatore da Juve, come non lo sono tantissimi nella nostra attuale rosa.
Ora serve una sola cosa: un filotto di vittorie. La prima sarà molto difficile perchè domani arriva il Real, ma contosull'orgoglio juventino. Sabato sera c'è il derby e poi andiamo a Bologna nell'infrasettimanale prima di ricevere una Roma messa peggio di noi. Sarà questo il ciclo-verità: con almeno 7 punti si può ancora salvare la stagione, con meno possiamo concentrarci solo sulla Champions (Real e Zenit permettendo).
Questi i miei voti:
Manninger 5
Grygera 5,5
Knezevic 4
Chiellini 6,5
Molinaro 5
Salihamidzic 5
Poulsen 5,5
Marchisio 6,5
Nedved 6
Del Piero 5,5
Amauri 7
De Ceglie 5,5
Giovinco s.v.
All. Ranieri 3 - Difficilemnte si vede a questi livelli un allenatore sbagliare tanto. Credo sia ora di cambiare.
Voto generale alla prestazione della Juve: 5,5
Arbitro sig. Saccani 6 - Non commette paricolari errori.
Il protagonista: MARCHISIO. Il ragazzo gioca una grande partita ed è tra i pochi a salvarsi, fa il suo al meglio e con una personalità rara in un ragazzo della sua età, al momento è il centrocampista che da più garanzie in attesa che torni il messia Zanetti.
Che tristezza....
P.S.: Nota a margine. Complimenti all'Inter. E non sono ironico. Ieri sera ha dato una parova di forza spaventosa e si candida, giustamente, a vincere nuovamente lo scudetto. Ho rivisto nei nerazzurri la squadra schiacciasassi che 2 anni fa dominava su ogni campo, lo stesso spirito, la stessa disarmante forza fisica. Una squadra che è stata spazzata via e che è stata sostituita da una società di burattini. Fa male dirlo, ma è così.
Nel match del San Paolo almeno 3, e clamorosi, sono stati gli errori tecnici: il primo e il secondo ad appannaggio di Ranieri che sull' 1 a 1 ( e col Napoli in difficoltà) toglie Del Piero per inserire De Ceglie, dando la sensazione di volersi difendere. Se si voleva preservare il capitano in vista del Real si doveva inserire gioco forza Giovinco. Secondo errore l'entrata inc ampo del giovane campioncino, a soli 7 minuti dalla fine e dopo aver preso il gol dello svantaggio. Il terzo errore (che vale per 2) è della difesa e della coppia Knezevic-Molinaro in particolare. Infatti sul primo gol il traversone arriva dalla sinistra bianconera dove non c'era Molinaro che era scalato inspiegabilmente al centro, costringendo Chiellini ad uscire su Lavezzi che crossa per Hamsik che indisturbato (perchè Molinaro NON SA MARCARE e Knezevic stava tenendo Zalayeta) segna da 2 metri (non impeccabile nemmeno Manninger). Nel secondo gol, beh, l'errore del difensore croato è lampante. Mi dispiace dirlo, ma non è un giocatore da Juve, come non lo sono tantissimi nella nostra attuale rosa.
Ora serve una sola cosa: un filotto di vittorie. La prima sarà molto difficile perchè domani arriva il Real, ma contosull'orgoglio juventino. Sabato sera c'è il derby e poi andiamo a Bologna nell'infrasettimanale prima di ricevere una Roma messa peggio di noi. Sarà questo il ciclo-verità: con almeno 7 punti si può ancora salvare la stagione, con meno possiamo concentrarci solo sulla Champions (Real e Zenit permettendo).
Questi i miei voti:
Manninger 5
Grygera 5,5
Knezevic 4
Chiellini 6,5
Molinaro 5
Salihamidzic 5
Poulsen 5,5
Marchisio 6,5
Nedved 6
Del Piero 5,5
Amauri 7
De Ceglie 5,5
Giovinco s.v.
All. Ranieri 3 - Difficilemnte si vede a questi livelli un allenatore sbagliare tanto. Credo sia ora di cambiare.
Voto generale alla prestazione della Juve: 5,5
Arbitro sig. Saccani 6 - Non commette paricolari errori.
Il protagonista: MARCHISIO. Il ragazzo gioca una grande partita ed è tra i pochi a salvarsi, fa il suo al meglio e con una personalità rara in un ragazzo della sua età, al momento è il centrocampista che da più garanzie in attesa che torni il messia Zanetti.
Che tristezza....
P.S.: Nota a margine. Complimenti all'Inter. E non sono ironico. Ieri sera ha dato una parova di forza spaventosa e si candida, giustamente, a vincere nuovamente lo scudetto. Ho rivisto nei nerazzurri la squadra schiacciasassi che 2 anni fa dominava su ogni campo, lo stesso spirito, la stessa disarmante forza fisica. Una squadra che è stata spazzata via e che è stata sostituita da una società di burattini. Fa male dirlo, ma è così.
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lunedì, ottobre 06, 2008
JUVENTUS-PALERMO 1-2
Come volevasi dimostrare la Juve ha fornito l'ennesima prova inguardabile della stagione e ha meritatamente perso tra le mura amiche contro un buon Palermo. Pessima la prestazione di quasi tutti i bianconeri, peggio di loro solo il Sig. Tagliavento, assolutamente inadeguato non solo alla serie A, ma anche a calcare un campo di calcio col fischietto in bocca. E, si badi, questo non giustifica affatto l'opaca prestazione juventina che ha portato ad una MERITATISSIMA SCONFITTA, ma dobbiamo dire le cose chiare: partita condizionata dall'arbitro sia per la frettolosa esplusione di Sissoko, sia per come è maturato il gol vittoria rosanero. Infatti il tutto nasce da un rigore non fischiato per la Juve per un contatto abbastanza solare in area palermitana su Del Piero; l'arbitro sorvola e sul contropiede arriva il gol vittoria degli avversari.
I miei voti:
Buffon 5,5
Grygera 6
Mellberg 6
Knezevic 5
De Ceglie 5
Marchisio 5,5
Sissoko 5
Poulsen 5
Giovinco 5,5
Del Piero 6,5
Amauri 5,5
Camoranesi 4,5 - Irritante
Salihamidzic s.v.
Nedved s.v.
Ranieri 4
Voto generale alla prestazione della Juve: 4,5
Arbitro Sig. Tagliavento 3. Aderisce al partito "se ci dev'essere un errore, che non sia mai a fovore della Juve", nato 2 anni fa dopo la storiella di Farsopoli. I bianconeri fanno di tutto per perdere, ma con fischietti come il sig. Tagliavento in giro è praticamente impossibile giocare a calcio. Fermatelo!
Il protagonista: DEL PIERO. E' l'unico che si salva dal naufragio di ieri. In negativo potrei citare Ranieri, il sig. Tagliavento e Knezevic, assolutamente i peggiori in campo.
Dopo la sosta si andrà a Napoli, altro campo difficile sia per il valore dell'avversario (assoluto) che per le difficili condizioni ambientali e abiritrali (la scorsa stagione insegna). Per proseguire l'opera designerei per tale partita il Sig. Bergonzi....
Commento a margine: Che tristezza, questa è una squadra davvero scarsa e se mancano quei 2\3 che hanno qualità si rischia davvero il tracollo. Due sono i rimedi urgenti: via Ranieri per Ferrara, che fungerà da traghettatore in attesa di Prandelli e mercato di riparazione da fare con testa e mano legegra sul portafoglio. C'è da prendere assolutamente un terzino sinistro e un centrocampista centrale di qualità!
I miei voti:
Buffon 5,5
Grygera 6
Mellberg 6
Knezevic 5
De Ceglie 5
Marchisio 5,5
Sissoko 5
Poulsen 5
Giovinco 5,5
Del Piero 6,5
Amauri 5,5
Camoranesi 4,5 - Irritante
Salihamidzic s.v.
Nedved s.v.
Ranieri 4
Voto generale alla prestazione della Juve: 4,5
Arbitro Sig. Tagliavento 3. Aderisce al partito "se ci dev'essere un errore, che non sia mai a fovore della Juve", nato 2 anni fa dopo la storiella di Farsopoli. I bianconeri fanno di tutto per perdere, ma con fischietti come il sig. Tagliavento in giro è praticamente impossibile giocare a calcio. Fermatelo!
Il protagonista: DEL PIERO. E' l'unico che si salva dal naufragio di ieri. In negativo potrei citare Ranieri, il sig. Tagliavento e Knezevic, assolutamente i peggiori in campo.
Dopo la sosta si andrà a Napoli, altro campo difficile sia per il valore dell'avversario (assoluto) che per le difficili condizioni ambientali e abiritrali (la scorsa stagione insegna). Per proseguire l'opera designerei per tale partita il Sig. Bergonzi....
Commento a margine: Che tristezza, questa è una squadra davvero scarsa e se mancano quei 2\3 che hanno qualità si rischia davvero il tracollo. Due sono i rimedi urgenti: via Ranieri per Ferrara, che fungerà da traghettatore in attesa di Prandelli e mercato di riparazione da fare con testa e mano legegra sul portafoglio. C'è da prendere assolutamente un terzino sinistro e un centrocampista centrale di qualità!
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mercoledì, ottobre 01, 2008
BATE BORISOV-JUVENTUS 2-2
Alla fine è un pareggio sostanzialmente giusto, dato da un incontrastato dominio bielorusso nei primi 25 minuti ed una buona reazione Juve nel finire della prima frazione e un discreto secondo tempo.
Prima dell'inizio della gara il pari sarebbe stato un risultato negativo, ma alla luce di come si era messa la gara e, soprattutto, della sconfitta dello Zenit, direi che possa passare anche il pareggio.
La cosa che più mi preoccupa è la pessima condizione di molti bianconeri, a cominciare dalla difesa (Chiellini molto disattento) per passare a Camoranesi e, meno degli altri, Del Piero.
Questi i miei personalissimi voti:
Manninger 5,5
Grygera 5,5
Legrottaglie 5,5
Chiellini 5
De Ceglie 5,5
Sissoko 6
Camoranesi 4
Giovinco 7,5
Nedved 6
Del Piero 5,5
Iaquinta 7
Knezevic 6 (di stima)
Marchisio 6,5
Amauri s.v.
All. Ranieri 4
Voto generale alla prestazione della Juve: 5
Arbitro sig. Atkinson 5,5
Il protagonista: GIOVINCO. Seconda volta in stagione che Seba si distingue come bianocnero della partita. E ha giocato solo 2 partite.... Da solo cambia la partita ed evita alla Juve una storica figuraccia.
Attendo i vostri consueti giudizi
Prima dell'inizio della gara il pari sarebbe stato un risultato negativo, ma alla luce di come si era messa la gara e, soprattutto, della sconfitta dello Zenit, direi che possa passare anche il pareggio.
La cosa che più mi preoccupa è la pessima condizione di molti bianconeri, a cominciare dalla difesa (Chiellini molto disattento) per passare a Camoranesi e, meno degli altri, Del Piero.
Questi i miei personalissimi voti:
Manninger 5,5
Grygera 5,5
Legrottaglie 5,5
Chiellini 5
De Ceglie 5,5
Sissoko 6
Camoranesi 4
Giovinco 7,5
Nedved 6
Del Piero 5,5
Iaquinta 7
Knezevic 6 (di stima)
Marchisio 6,5
Amauri s.v.
All. Ranieri 4
Voto generale alla prestazione della Juve: 5
Arbitro sig. Atkinson 5,5
Il protagonista: GIOVINCO. Seconda volta in stagione che Seba si distingue come bianocnero della partita. E ha giocato solo 2 partite.... Da solo cambia la partita ed evita alla Juve una storica figuraccia.
Attendo i vostri consueti giudizi
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