Schede sim, tolta l'inibizione a Moggi: l'ex dg prepara il ritorno
Il capitolo è quello sulle schede sim, la svolta rumorosa e destinata ad arricchirsi di nuovi passaggi. Calciopoli-2 è scossa dalla decisione della Corte di Giustizia federale che ha accolto il ricorso di Luciano Moggi e cancellato l’inibizione di 14 mesi scritta nella sentenza sportiva di primo grado. Perché tanto rumore? Moggi, ha deciso la Corte federale, non può essere giudicato. In appello, i giudici hanno rilevato che «la rinuncia da parte di un tesserato federale a tale sua qualità, intervenuta anteriormente all’inizio di un procedimento disciplinare instaurato a suo carico, rende il dimissionario non più soggetto al vincolo di giustizia sportiva...».
Tradotto: mandato a processo nell’agosto scorso dai pm del pallone, Moggi non può essere giudicato dalle toghe del calcio perché non più tesserato. L’ex dg bianconero esulta, i suoi legali stappano lo spumante. Perché tanti sorrisi? In fondo la Corte di Giustizia nelle motivazioni di ieri ha anche «congelato» il meccanismo di prescrizione: qualora Moggi tornasse da tesserato scatterebbe il processo sulle sim svizzere. Ma non è questo l’obiettivo. «Questa - spiega l’avvocato D’Onofrio - è una sentenza che apre un nuovo fronte. La useremo per Calciopoli-1...». Sullo sfondo ecco apparire quale potrebbe essere il possibile traguardo di Moggi: non tornare a esibire la tessera della Figc, ma poter operare da «libero professionista».
Come? Vincere il ricorso sulla sentenza di Calciopoli-1 (5 gli anni di squalifica) in quanto dimissionario e non giudicabile e, così, poter svolgere attività di consulenza con presidenti e dirigenti senza che quest’ultimi incorrano nelle sanzioni previste per chi intrattiene rapporti con persone inibite. In attesa di decifrare le mosse di Moggi, a Napoli si è svolta la prima udienza relativa al rito abbreviato che si sta celebrando nei confronti di Giraudo e di altri dieci imputati. I pm Beatrice e Narducci hanno consegnato i documenti di due polizze assicurative stipulate nel 2001 e 2003 per conto della Juve dall’allora ad Giraudo con Paolo Bergamo, all’epoca designatore arbitrale e agente generale dell’Ina Assitalia. «Non sono operazioni illecite, ma hanno rilevanza perché dimostrano un intreccio di rapporti», così il pm Narducci.
Vai Luciano!!!
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