LE TRE SCIMMIETTE
di Antonio La Rosa
Eduardo De Filippo, in una sua famosa commedia, faceva dire al protagonista la celebre frase "addà passà ’a nuttata", ovvero deve finire la notte, intendendola come il momento peggiore della vita.
Ed in effetti la tifoseria bianconera credo cominci a intravedere dei bagliori lontani che rendono un pò meno buia la notte e sembrano segnali di una ormai imminente alba di un nuovo giorno, molto diverso da quello trascorso.
Intanto stiamo scoprendo tutti che la serie B non è poi quell’inferno che si temeva, non solo come gioco e rendimento della squadra, ma soprattutto come contesto direi "sociale", non c’è quell’ostilità prefabbricata (effetto dei bombardamenti mediatici antijuventini), il campionato anzi è diventato più interessante e soprattutto trascina maggiore pubblico negli stadi ed anche come audience televisiva, mentre la serie A perde in pubblico e interesse.
Ma questo è forse l’aspetto marginale.
Più importante è a mio giudizio, che la Juventus sia in questo momento defilata rispetto al contesto del cosiddetto calcio maggiore, del cosiddetto Palazzo, e delle vicende che si stanno evolvendo in maniera grottesca quanto riabilitativa dei bianconeri.
In Lega regna ormai sovrano il caos, tutti contro tutti, Matarrese sconfessato quotidianamente ed accusato di avere metodi troppo personalistici e disinvolti; in Federcalcio si scopre adesso, con la nomina di Pancalli, che Caligola Rossi tutto aveva curato, tranne le vere esigenze per cui era stato nominato commissario, ovvero la "riscrittura delle regole", il porre le basi per un mondo del calcio diverso e ripulito da certe zavorre e da certi maneggi, avendo invece il Rossi pensato solo a far condannare la Juventus e premiare la sua Inter; il campionato sta sfornando le stesse polemiche degli anni passati, con gli stessi protagonisti, in particolare quel Mancini che, ad ogni scivolone della sua invincibile armata, se la prende con tutti gli altri per distrarre l’attenzione dalle sue colpe e dalla sua mediocrità; errori arbitrali ce ne sono anche più degli anni scorsi, ma naturalmente sono tutti diventati errori scusabili, almenno a sentire i soliti soloni.
Volevano cancellare la Juventus dai palinsesti e dalla visibilità del calcio nazionale, stanno ottenendo l’effetto opposto: se una trasmissione sportiva o un quotidiano vuole almeno non perdere telespettatori o lettori, deve dedicare parecchio spazio alle vicende bianconere, non c’è una trasmissione sportiva che non abbia come ospite uno juventino, e i picchi di ascolto sono quando si parla di Juventus.
I tentativi di ministra melandra di imbavagliare Moggi sono falliti, ed anzi diventa sempre più inspiegabile (anche se è spiegabilissimo, a ben pensarci), la ragione per cui un ministro della repubblica abbia tentato in tutti i modi di far zittire una persona che fino a prova contraria non è mai stato condannato da un tribunale penale della Repubblica Italiana, quando invece le nostre televisioni hanno dato spazi inverosimili a persone condannate per esibirsi in accorate quanto spesso sconcertanti autodifese.
Volevano "insabbiare" Inter-cettopoli, volevano preparare gli alibi adatti per giustificare e "assolvere" Moratti e il clan degli interisti, stanno ottenendo l’effetto opposto, la vicenda (ancora agli inizi, e questo lo ribadisco) ha già dato del presidente nerazzurro una immagine decisamente deleteria, di personaggio che smentisce sè stesso, dopo avere con spocchia ammesso, vantandosi, di avere compiuto certi comportamenti, e la cosa fa ricordare a tutti che il cosiddetto "presidente galantuomo", è il presidente del caso Oriali - Recoba (passaporti falsi), del caso elettrostimolatori agli arbitri, del caso Kallon e delle dichiarazioni non ben attenzionate di Georgatos, sull’uso di strane sostanze all’Inter, e del caso vendita fittizia del marchio nerazzurro, per ripianare fittiziamente un bilancio pieno di voragini passive.
Anche se in questo il nostro eroe ha avuto l’ennesimo regalo di Rossi, ossia una sorta di sconto sul passivo, tale da poter consentire la regolare iscrizione dell’Inter al campionato, a conferma che Rossi ha solo curato gli interessi della sua squadra del cuore e non del calcio intero.
E siccome quando la nave sta affondando, i primi a scappare sono i topi, abbiamo pure assistito alle dimissioni dei vice commissari nominati da Rossi, alle dimissioni di Cesare Ruperto da presidente della Corte Federale, per motivi di "studio" (a 81 anni!), al punto che oggi lo staff federale è totalmente rinnovato.
Il che sta producendo, finalmente direi anche se a cose fatte e a disastri compiuti, un primo ripensamento di tutta la cosiddetta vicenda calciopoli, qualcuno comincia a fare retromarcia su certe prese di posizioni passate, e magari a notare che in fondo quelli che oggi, per la vicenda Inter-cettopoli, fanno i garantisti e dicono di aspettare il verdetto della giustizia, sono gli stessi che poco tempo addietro sostenevano l’esatto contrario per la Juventus, che doveva essere condannata a prescindere dal giudizio penale, ed in questo qualche tale**** stagionato continua a resistere, mi riferisco a Bruno Pizzul, il telecronista portasfiga della Nazionale di Calcio.
E finalmente si comincia anche a sentire la vera voce della tifoseria bianconera, non quella di qualche intervistato "pilotato" di qualche tempo addietro, che o ci faceva fare la figura dei tifosi scemi e incapaci di esporre concetti sensati, o che ci faceva fare la figura dei tifosi che si cospargevano il capo di cenere, per chiedere perdono delle infamità commesse negli anni.
Ho infatti avuto il piacere ieri sera di ascoltare, nella trasmissione radiofonica "Zona Cesarini music club", una delle pochissime trasmissioni radiofoniche sportive ancora ascoltabile, l’intervento del prof. Paolo Bertinetti, autore di molteplici interventi a difesa della Juventus sui giornali e redattore del decalogo del tifoso bianconero, e l’intervento dell’amico (lo definisco così anche se non ci conosciamo personalmente) Andrea Capradossi, che penso conoscerete tutti coloro che frequentano il forum j1897.it, essendone moderatore, e soprattutto essendo il promotore del comitato "difendiAMO la Juve".
Era presente anche Giancarlo Padovan, direttore di Tuttosport, una delle pochissime voci fuori del coro nel momento caldo di "calciopoli", e a condurre c’era Ugo Russo, che a mio modo di vedere ha sottoposto a tutti gli intervenuti argomenti di discussione in modo chiaro e completo, per cui ne è scaturita una trasmissione nella quale finalmente si è fatta informazione corretta, si è ragionato con pacatezza, soprattutto si è data una immagine decisamente positiva della tifoseria bianconera, al cospetto di altre tifoserie che invece assediano studi televisivi per impedire gli interventi di Moggi, o che creano problemi di ordine pubblico se la loro squadra del cuore può essere oggetto di provvedimenti disciplinari meritati.
Dobbiamo ringraziare Bertinetti e Capradossi per avere dato una immagine decisamente positiva e civile (che poi è quella vera) della tifoseria juventina, per tutto quanto da essi espresso: a cominciare dal fatto che mai la tifoseria bianconera ha chiesto o sperato in impunità per i loro dirigenti, se realmente colpevoli di misfatti, o dalle iniziative prese in questi mesi, tutti encomiabili e nel pieno rispetto di regole di civiltà e di educazione, a sostegno della Juventus, evidenziandosi che la tifoseria juventina non voleva sconti, amnistie, insabbiamenti, ma avrebbe voluto una giustizia vera non artificiosa e pilotata.
Di questo il conduttore Ugo Russo ha dovuto dare atto, i tifosi juventini hanno detto la loro, ma non hanno mai degenerato, non hanno creato scompigli o disordini.
A differenza di altre tifoserie, ben coccolate dai media, che, ad esempio, cingono di assedio la sede di una emittente televisiva per impedire che in quella emittente possa andarci Moggi per poter dire la sua.
Sono queste prove tecniche di neosquadrismo nel calcio, sono segnali che proprio quelle tifoserie da sempre oggetto di coperture, di ammiccamenti e di carezze, adesso cominciano a fare sul serio, ad imporre i palinsesti a certe televisioni, ad imporre indirettamente certe convocazioni in Nazionale, a minacciare di brutto se gli organi dirigenti possano adottare certi provvedimenti non graditi alla propria squadra.
E di queste cose ancora non se ne vuole parlare, si fa finta di non vedere, di non sentire, pur di non parlarne.
Già: bisognerebbe ammettere che sono anche queste le conseguenze di certe opere di linciaggio a danni della Juve e a favore di squadre perdenti per loro mediocrità, ma difese sempre per ragioni che prima o poi dovranno emergere, da parte di certi giornali sportivi, passati da una loquacità e da una asprezza di toni del periodo estivo, ad una grottesca indifferenza per cose ben più gravi e sicuramente meglio documentate, che emergono oggi.
Certi personaggi non possono sconfessare sè stessi, e dunque per negare a sè stessi quanto sta accadendo fuori, hanno una sola arma, fare come le famose tre scimmiette, Cannavò non vede, Palombo non sente, Verdelli non parla.
Per fortuna il mondo va avanti anche senza di loro, e probabilmente molto presto la loro omertà verrà spazzata.
Ed in effetti la tifoseria bianconera credo cominci a intravedere dei bagliori lontani che rendono un pò meno buia la notte e sembrano segnali di una ormai imminente alba di un nuovo giorno, molto diverso da quello trascorso.
Intanto stiamo scoprendo tutti che la serie B non è poi quell’inferno che si temeva, non solo come gioco e rendimento della squadra, ma soprattutto come contesto direi "sociale", non c’è quell’ostilità prefabbricata (effetto dei bombardamenti mediatici antijuventini), il campionato anzi è diventato più interessante e soprattutto trascina maggiore pubblico negli stadi ed anche come audience televisiva, mentre la serie A perde in pubblico e interesse.
Ma questo è forse l’aspetto marginale.
Più importante è a mio giudizio, che la Juventus sia in questo momento defilata rispetto al contesto del cosiddetto calcio maggiore, del cosiddetto Palazzo, e delle vicende che si stanno evolvendo in maniera grottesca quanto riabilitativa dei bianconeri.
In Lega regna ormai sovrano il caos, tutti contro tutti, Matarrese sconfessato quotidianamente ed accusato di avere metodi troppo personalistici e disinvolti; in Federcalcio si scopre adesso, con la nomina di Pancalli, che Caligola Rossi tutto aveva curato, tranne le vere esigenze per cui era stato nominato commissario, ovvero la "riscrittura delle regole", il porre le basi per un mondo del calcio diverso e ripulito da certe zavorre e da certi maneggi, avendo invece il Rossi pensato solo a far condannare la Juventus e premiare la sua Inter; il campionato sta sfornando le stesse polemiche degli anni passati, con gli stessi protagonisti, in particolare quel Mancini che, ad ogni scivolone della sua invincibile armata, se la prende con tutti gli altri per distrarre l’attenzione dalle sue colpe e dalla sua mediocrità; errori arbitrali ce ne sono anche più degli anni scorsi, ma naturalmente sono tutti diventati errori scusabili, almenno a sentire i soliti soloni.
Volevano cancellare la Juventus dai palinsesti e dalla visibilità del calcio nazionale, stanno ottenendo l’effetto opposto: se una trasmissione sportiva o un quotidiano vuole almeno non perdere telespettatori o lettori, deve dedicare parecchio spazio alle vicende bianconere, non c’è una trasmissione sportiva che non abbia come ospite uno juventino, e i picchi di ascolto sono quando si parla di Juventus.
I tentativi di ministra melandra di imbavagliare Moggi sono falliti, ed anzi diventa sempre più inspiegabile (anche se è spiegabilissimo, a ben pensarci), la ragione per cui un ministro della repubblica abbia tentato in tutti i modi di far zittire una persona che fino a prova contraria non è mai stato condannato da un tribunale penale della Repubblica Italiana, quando invece le nostre televisioni hanno dato spazi inverosimili a persone condannate per esibirsi in accorate quanto spesso sconcertanti autodifese.
Volevano "insabbiare" Inter-cettopoli, volevano preparare gli alibi adatti per giustificare e "assolvere" Moratti e il clan degli interisti, stanno ottenendo l’effetto opposto, la vicenda (ancora agli inizi, e questo lo ribadisco) ha già dato del presidente nerazzurro una immagine decisamente deleteria, di personaggio che smentisce sè stesso, dopo avere con spocchia ammesso, vantandosi, di avere compiuto certi comportamenti, e la cosa fa ricordare a tutti che il cosiddetto "presidente galantuomo", è il presidente del caso Oriali - Recoba (passaporti falsi), del caso elettrostimolatori agli arbitri, del caso Kallon e delle dichiarazioni non ben attenzionate di Georgatos, sull’uso di strane sostanze all’Inter, e del caso vendita fittizia del marchio nerazzurro, per ripianare fittiziamente un bilancio pieno di voragini passive.
Anche se in questo il nostro eroe ha avuto l’ennesimo regalo di Rossi, ossia una sorta di sconto sul passivo, tale da poter consentire la regolare iscrizione dell’Inter al campionato, a conferma che Rossi ha solo curato gli interessi della sua squadra del cuore e non del calcio intero.
E siccome quando la nave sta affondando, i primi a scappare sono i topi, abbiamo pure assistito alle dimissioni dei vice commissari nominati da Rossi, alle dimissioni di Cesare Ruperto da presidente della Corte Federale, per motivi di "studio" (a 81 anni!), al punto che oggi lo staff federale è totalmente rinnovato.
Il che sta producendo, finalmente direi anche se a cose fatte e a disastri compiuti, un primo ripensamento di tutta la cosiddetta vicenda calciopoli, qualcuno comincia a fare retromarcia su certe prese di posizioni passate, e magari a notare che in fondo quelli che oggi, per la vicenda Inter-cettopoli, fanno i garantisti e dicono di aspettare il verdetto della giustizia, sono gli stessi che poco tempo addietro sostenevano l’esatto contrario per la Juventus, che doveva essere condannata a prescindere dal giudizio penale, ed in questo qualche tale**** stagionato continua a resistere, mi riferisco a Bruno Pizzul, il telecronista portasfiga della Nazionale di Calcio.
E finalmente si comincia anche a sentire la vera voce della tifoseria bianconera, non quella di qualche intervistato "pilotato" di qualche tempo addietro, che o ci faceva fare la figura dei tifosi scemi e incapaci di esporre concetti sensati, o che ci faceva fare la figura dei tifosi che si cospargevano il capo di cenere, per chiedere perdono delle infamità commesse negli anni.
Ho infatti avuto il piacere ieri sera di ascoltare, nella trasmissione radiofonica "Zona Cesarini music club", una delle pochissime trasmissioni radiofoniche sportive ancora ascoltabile, l’intervento del prof. Paolo Bertinetti, autore di molteplici interventi a difesa della Juventus sui giornali e redattore del decalogo del tifoso bianconero, e l’intervento dell’amico (lo definisco così anche se non ci conosciamo personalmente) Andrea Capradossi, che penso conoscerete tutti coloro che frequentano il forum j1897.it, essendone moderatore, e soprattutto essendo il promotore del comitato "difendiAMO la Juve".
Era presente anche Giancarlo Padovan, direttore di Tuttosport, una delle pochissime voci fuori del coro nel momento caldo di "calciopoli", e a condurre c’era Ugo Russo, che a mio modo di vedere ha sottoposto a tutti gli intervenuti argomenti di discussione in modo chiaro e completo, per cui ne è scaturita una trasmissione nella quale finalmente si è fatta informazione corretta, si è ragionato con pacatezza, soprattutto si è data una immagine decisamente positiva della tifoseria bianconera, al cospetto di altre tifoserie che invece assediano studi televisivi per impedire gli interventi di Moggi, o che creano problemi di ordine pubblico se la loro squadra del cuore può essere oggetto di provvedimenti disciplinari meritati.
Dobbiamo ringraziare Bertinetti e Capradossi per avere dato una immagine decisamente positiva e civile (che poi è quella vera) della tifoseria juventina, per tutto quanto da essi espresso: a cominciare dal fatto che mai la tifoseria bianconera ha chiesto o sperato in impunità per i loro dirigenti, se realmente colpevoli di misfatti, o dalle iniziative prese in questi mesi, tutti encomiabili e nel pieno rispetto di regole di civiltà e di educazione, a sostegno della Juventus, evidenziandosi che la tifoseria juventina non voleva sconti, amnistie, insabbiamenti, ma avrebbe voluto una giustizia vera non artificiosa e pilotata.
Di questo il conduttore Ugo Russo ha dovuto dare atto, i tifosi juventini hanno detto la loro, ma non hanno mai degenerato, non hanno creato scompigli o disordini.
A differenza di altre tifoserie, ben coccolate dai media, che, ad esempio, cingono di assedio la sede di una emittente televisiva per impedire che in quella emittente possa andarci Moggi per poter dire la sua.
Sono queste prove tecniche di neosquadrismo nel calcio, sono segnali che proprio quelle tifoserie da sempre oggetto di coperture, di ammiccamenti e di carezze, adesso cominciano a fare sul serio, ad imporre i palinsesti a certe televisioni, ad imporre indirettamente certe convocazioni in Nazionale, a minacciare di brutto se gli organi dirigenti possano adottare certi provvedimenti non graditi alla propria squadra.
E di queste cose ancora non se ne vuole parlare, si fa finta di non vedere, di non sentire, pur di non parlarne.
Già: bisognerebbe ammettere che sono anche queste le conseguenze di certe opere di linciaggio a danni della Juve e a favore di squadre perdenti per loro mediocrità, ma difese sempre per ragioni che prima o poi dovranno emergere, da parte di certi giornali sportivi, passati da una loquacità e da una asprezza di toni del periodo estivo, ad una grottesca indifferenza per cose ben più gravi e sicuramente meglio documentate, che emergono oggi.
Certi personaggi non possono sconfessare sè stessi, e dunque per negare a sè stessi quanto sta accadendo fuori, hanno una sola arma, fare come le famose tre scimmiette, Cannavò non vede, Palombo non sente, Verdelli non parla.
Per fortuna il mondo va avanti anche senza di loro, e probabilmente molto presto la loro omertà verrà spazzata.
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