Purtroppo non sono riuscito ad inserire il topic propiziatorio di presentazione della partita, quindi lo faccio ora nell'intervallo.
Per ora è stata una partita bruttina, nella quale c'era un rigore solare su Nedved, ma per vincere bisogna svegliarsi.
Faccio il solito pronostico: Lecce 0, Juventus 1 con rete di Marchisio.
FORZA GARAZZI, CONTINUATE A FARCI SOGNARE!!!
domenica, dicembre 07, 2008
venerdì, dicembre 05, 2008
FINALMENTE l'ARRINGA DIFENSIVA
Questo è il testo integrale dell'arringa difensiva dell'Avv. Melandri.
Signor presidente, signori giudici, in mezzo a tanti avvocati importanti ritengo che il mio contributo in questo processo sarà benché minimo. Potrei tranquillamente rimettermi a tutto ciò che è già stato detto ed a ciò che sarà detto dopo di me, per questo motivo mi limiterò, sebbene non sarà una cosa molto breve, a sottoporre alla vostra attenzione alcuni aspetti di questa istruttoria dibattimentale che a mio avviso, sono importanti per capire la totale estraneità ai fatti che vengono contestati nei capi d'imputazione al signor Luciano moggi.
Così come ha fatto il pubblico ministero, vorrei tralasciare per un momento il capo A, per occuparmi direttamente delle singole condotte contestate dai capi B e seguenti.
Partiamo quindi dal capo B, il capo d'imputazione relativo al giocatore AMORUSO.
In questo capo d'imputazione l'accusa ritiene che Luciano Moggi, in qualità di socio di fatto della Gea, abbia commesso due condotte illecite:
la prima dando l'incarico a Ceravolo e Alessandro moggi di andare dal giocatore Amoruso nel corso della stagione sportiva 2001 o 2002, mentre il giocatore si trovava a Napoli, e al fine di acquisire a sua procura sportiva prospettargli la sicurezza del passaggio alla Juventus, squadra nella quale Luciano moggi svolgeva il ruolo di direttore generale;
la seconda condotta, consisterebbe invece, nel corso della stagione sportiva 2001 2002, quando il giocatore è nella rosa della Juventus, di aver imposto allo stesso il trasferimento al Perugia squadra che militava in zone più basse di classifica rispetto alla Juventus, perciò meno blasonata, costringendo tale società al pagamento dell'elevato ingaggio del giocatore.
Il pubblico ministero sostiene che gli elementi di prova a confutazione di quanto sostenuto nei capi d'accusa siano le dichiarazioni del giocatore Amoruso, oltre a quelle del testimone, persona offesa Caliendo.
Perciò, evidentemente, a nulla valgono le dichiarazioni rese dal testimone ancelotti, il quale è venuto a spiegare al tribunale quali sono i compiti di un allenatore all'interno di una società di calcio, quali sono le direttive dello stesso allenatore alla dirigenza della società con riferimento a quei giocatori dei quali ritiene di non doversi servire nel corso del campionato.
Ma a me va bene, rimaniamo concentrati su quello che sostengono Amoruso e Caliendo, perché a mio avviso, Presidente, è proprio questa la chiave di lettura di questo processo.
Noi ci siamo accorti all'esito dell’istruttoria dibattimentale come il pubblico ministero abbia riversato nei capi d'imputazione le dichiarazioni rese dalle persone offese, le stesse cose che adesso diremo per la vicenda legata al giocatore Amoruso, valgono per il giocatore Baiocco, per il giocatore Chiellini, per il giocatore Trezeguet, e vedremo che il pubblico ministero in requisitoria, ha sempre ritenuto fondamentali, aggiungo io, uniche, le testimonianze di Baldini, Antonelli, Caliendo.
Ma ciò che invece di corroborare, rende più incerto, è quello che al pubblico ministero piace chiamare l'edulcorato contenuto delle testimonianze rese dai giocatori, che non è edulcorato, ma smentisce categoricamente il contenuto delle dichiarazioni rese da Caliendo, da Antonelli, da Baldini.
Entriamo nello specifico.
Tanto per cominciare, Luciano Moggi nell'ottica del campo di imputazione, non è mai un dirigente della Juventus, ma il pubblico ministero gli attribuisce esclusivamente il ruolo di socio di fatto della Gea.
Questo dato importante perché va inteso nell'ottica della prospettiva accusatoria che come vedremo, è piena di errori, imprecisioni, congetture.
Quindi Luciano Moggi, non si sa bene come, perché il pubblico ministero non lo ha dimostrato, né mai nessun testimone lo ha detto, incarica Ceravolo ed il figlio Alessandro ad andare dal giocatore Amoruso, che si trovava al Napoli in comproprietà, e gli dice: se dai il mandato alla GEA l'anno prossimo ritorni alla Juve.
Allora:
la prima cosa importante è che il giocatore a domanda diretta del pubblico ministero, dice questa cosa non è vera, non è edulcorata, non è vera si veda pagina 75 delle trascrizioni del 3 marzo.
Il giocatore dice: io ero della Juventus, ero in comproprietà, il Napoli era andato in serie B.
Perciò era normale che tornasse alla Juventus, e il pubblico ministero glielo richiede e gli dice ma si parlò di un rientro a Juventus nel momento in cui lei revocò Caliendo ?
E il giocatore risponde: "no io della Juventus io avevo un contratto alto ed era logico che tornassi alla Juventus."
Ma allora come si spiega il fatto che non si ricolleghi la dichiarazione di Amoruso, con la logica delle cose, ossia che visto che il giocatore si trovava in comproprietà, punto primo nessuno poteva dargli certezze sul suo rientro alla Juventus. Secondo il giocatore non ha mai detto.
Allora dobbiamo andare a vedere le dichiarazioni di Caliendo, perché questa cosa è solo Caliendo che la dice, che la racconta al pubblico ministero nel corso delle indagini, e che il pubblico ministero riporta pedissequamente nel capo d'imputazione, viene chiesta in aula al testimone che la conferma, però quando viene fatto il controesame del testimone, non solo viene smentita, e adesso vedremo come, ma c'è di più.
Quando il testimone viene incalzato dalle domande in controesame delle difese, le quali gli chiedono se lui fosse a conoscenza della comproprietà tra la Juventus e il Napoli del cartellino di un suo giocatore, ed il testimone ha sempre detto di non ricordare il discorso della comproprietà, cosa che ha fatto meravigliare non solo i difensori ma anche il tribunale, ma ad un certo punto è caduto in un tranello pagina 134 del 3 marzo, il teste dice:
"io sapevo che il Napoli lo aveva preso in prestito il giocatore questa cosa della comproprietà la apprendo oggi……."
Beh ma allora se il giocatore era in forza al Napoli a titolo di prestito era ancora più scontato che ritornasse alla Juventus per la stagione successiva.
Ma questa è solamente una delle 1000 bugie che Caliendo ci è venuto a raccontare in tribunale e piano piano le tireremo fuori tutte.
Addirittura, lei presidente se lo ricorderà, il teste tergiversava sulle domande degli avvocati chiedevano se fosse a conoscenza o meno i contratti del giocatore Amoruso, se ci avesse potuto fornire i nomi di qualche suo assistito, ed il testimone non rispondeva dicendo di non ricordare, quando invece per molto meno c'è stato qualche altro testimone che è stato iscritto nel registro degli indagati per reticenza.
Perciò proprio se vogliamo seguire le indicazioni che ci ha fornito il pubblico ministero, e quindi vogliamo andare a vedere le dichiarazioni di Caliendo e di Amoruso, si trae esattamente la conclusione opposta rispetto a quella alla quale arriva il pubblico ministero nessuno, tanto meno Luciano Moggi, andò dal giocatore Amoruso a dirgli o passi alla Gea e quindi torni alla Juventus, oppure se non passi con la Gea alla Juventus non ci torni.
Passiamo ora all'episodio seguente, ossia quello dell'asserita violenza privata.
Anche qui, la difesa ha cercato di fornire al tribunale più elementi possibili per cercare di comprendere che cosa voglia dire oggi essere un dirigente di una squadra di calcio come la Juve, soprattutto alla luce dei nuovi regolamenti che hanno aumentato il potere contrattuale del calciatore, il quale può in qualsiasi momento rifiutare il trasferimento in una squadra perché se il giocatore non firma il trasferimento non si fa.
Questo a mio avviso, e non mi permetto di entrare in considerazioni giuridiche perché sicuramente c'è chi lo sa fare meglio di me e vi saprà spiegare per quale motivo questo non può essere considerata una fattispecie penalmente rilevante, ma a mio avviso è questo il punto importante.
Io non posso imporre nulla al giocatore perché se il giocatore non accetta il trasferimento, non solo il trasferimento non si fa ma io gli devo pagare lo stipendio fino a scadenza del contratto, non solo ma il giocatore se arriva a scadenza di contratto ha anche la possibilità di spostarsi a parametro zero ossia senza che la società possa percepire un solo euro dalla cessione del giocatore.
Vediamo quindi come sarebbe avvenuta questa imposizione del trasferimento al Perugia.
Il giocatore Amoruso riceve la telefonata da Alessandro il quale gli dice:
"mio padre ti deve parlare con riferimento ad un trasferimento", ed il giocatore gli dice:
"io con tuo padre non ci voglio parlare tu sei mio procuratore ci parli tu con lui",
aspetto importante: Luciano Moggi che non solo è il padre di Alessandro, ma è anche socio di fatto della Gea, quindi vediamo in che modo favorisce Alessandro.
Luciano Moggi scavalca il figlio, chiama direttamente giocatore, così come lui ha sempre detto di fare, in ogni suo intervento, Luciano Moggi vi ha sempre detto che lui del procuratore non se ne importava, lui le trattative, i rinnovi, i trasferimenti le cessioni, le faceva direttamente con i giocatori, ed anche nel caso di Amoruso nonostante il procuratore fosse figlio scavalca Alessandro e dice al giocatore una cosa ovvia," il Perugia ti vuole, alla Juve non servi neanche per la panchina", e questa cosa c'è l’ha confermata Ancelotti, "vai al Perugia, perché se non accetti il trasferimento al Perugia finisce che non giochi più."
E non giocare più per questi giocatori vuol dire perdere mercato, perdere valore. La dimostrazione di questo la da lo stesso giocatore Amoruso, quando ha raccontato la sua carriera, ed ha detto che successivamente al Perugia “è costretto” ad accettare trasferimenti al Como, al Modena, al Messina, che con tutto rispetto, non sono squadre di primo livello.
Ma questo perché, abbiamo detto che il giocatore se non accetta il trasferimento non firma il contratto, rimane alla Juventus, certo non gioca, ma non è che il contratto con la Juventus gli dà diritto a giocare gli dà diritto a percepire uno stipendio, e quello nessuno a lui glielo toglie né tantomeno nessuno gli dice guarda che non ti paghiamo.
Poi però il giocatore non è più professionalmente lo stesso che firmò il contratto plurimiliardario con la Juventus, l'abbiamo visto, lo abbiamo chiesto al giocatore quali fossero al tempo le sue prestazioni sportive, ce lo ha confermato era un momento molto difficile non segnava spesso neanche giocava, e quindi le sue pretese economiche per forza di cose dovevano essere ridimensionate.
I presidenti delle squadre nelle quali lui giocava non erano più disposti a pagare tutti quei soldi per un giocatore che non li valeva più.
Questo è confermato dal fatto che dopo il Messina il giocatore va a Reggio Calabria ed oggi in forza al Torino, cioè non è più tornato ai livelli in cui possono essere quelli che una volta Ancelotti gli ha preferito: Inzaghi Del Piero Trezeguet.
Ma poi c'è un altro aspetto importante per quello che riguarda questa vicenda di Amoruso, il giocatore ha detto che anche dopo il trasferimento a Perugia, è stato costretto ad accettare continui trasferimenti sempre da Alessandro Moggi, ma è rimasto con Alessandro Moggi.
Queste cose ce le dice oggi in tribunale quando tra i due ci sono ancora in sospeso vicissitudini legate a rapporti contrattuali non onorati, a cause civili pendenti non ancora risolte, a richieste di pagamento reciproche, al tempo non c'erano a dire del giocatore, Alessandro Moggi lo costringeva ad accettare questi trasferimenti, lui ne parlava anche con Caliendo, suo vecchio procuratore sportivo, ma non lascia Alessandro Moggi e rimane con lui altri tre anni.
Le bugie di Amoruso sono emerse anche con riferimento a un episodio che non è contenuto nei capi di imputazione: il rinnovo col Messina, il giocatore ha detto che il rinnovo non gli è stato fatto dal presidente Franza perché il presidente si era rifiutato di estromettere dal rinnovo Alessandro Moggi, e invece il presidente Franza, che non ha interessi a dire il falso in questo processo, perché noi abbiamo sostenuto che il presidente Franza, nel momento in cui entra nell'ambiente del mondo del calcio, si affida ai consigli di Luciano Moggi che nel calcio, non solo c'è da trent'anni, ma che per opinione di tutti, è l'unico dirigente che riesce a vincere tanto spendendo poco, e l'affiliazione come viene definita, i rapporti per detenere il potere del sistema calcio, la rete fittissima di scambi continui tra Juventus e Messina di giocatori che sicuramente costituisce un esempio lampante di quell'incidenza che Moggi aveva sul mondo del calcio, si è risolta in tre giocatori, 6 nel corso di cinque anni tutti hanno avuto rendimenti strabilianti.
Quando invece abbiamo sentito uno dei principali accusatori di Luciano Moggi e del suo sistema, Antonelli, che non solo ha ricoperto contemporaneamente incarichi dirigenziali all'interno di società di calcio, lasciando i propri giocatori al cognato, ma continuando di fatto a gestirne le procure, ma soprattutto abbiamo capito attraverso proprio l'esame di Antonelli che nel corso di tre anni ha avuto nove giocatori nella stessa squadra l'Ascoli, altrettanti nell'Udinese, giocatori suoi che passano al Torino nel momento in cui diventa amministratore delegato.
Io presidente non vorrei incentrare la discussione su questi aspetti, e sul modo in cui questa indagine è stata generata, però non può non essere una considerazione importante quella che è emersa nel corso del dibattimento, perché io, voglio anche pensare che, forse giustamente il pubblico ministero, nel corso delle indagini sente a sommarie informazioni persone come Baldini, Antonelli, Caliendo che gli raccontano di questi episodi.
Il Pubblico ministero questi episodi li rende capi di imputazione, sente numerose testimonianze ed ammettiamo che ritenga che queste condotte siano penalmente rilevanti.
Ma il pubblico ministero in aula ha assistito come abbiamo assistito noi a queste testimonianze e si è reso conto delle bugie che gli sono state dette da quelle persone che avevano un obbiettivo nel raccontargli tutte quelle cose e l’obbiettivo, signor presidente comunque finisca questo processo, quelle persone lo hanno raggiunto, Luciano moggi nel calcio non c'è più, la Gea non c’è più.
Il presidente Franza ha smentito l’episodio di Amoruso che improvvisamente si trova senza rinnovo contrattuale perché Franza non voleva estromettere Alessandro Moggi, il Presidente dice: "ma magari fosse rimasto, il problema come al solito erano i soldi era il giocatore che non accettava le nostre proposte, voleva troppo e io non me lo potevo permettere."
Addirittura ha spiegato nel corso dell’ultima udienza di istruttoria come alla fine il procuratore sia ininfluente laddove il rapporto tra società e calciatore sia solido, è il giocatore che si fa assistere ma nessuno può fare niente se calciatore e società firmano un contratto!
Amoruso ha detto anche lui come Caliendo tante bugie.
Capo d) Baiocco.
Anche qui capo d’imputazione:
Luciano ed Alessandro prospettano al giocatore di calcio Baiocco la possibilità di ottenere solo tramite la Gea il trasferimento dal Perugia alla Juve, revocando la procura al precedente procuratore Allegrini, il tutto sarebbe stato fatto da Gaucci, perciò qui non è più Luciano Moggi in qualità di padre di Alessandro Moggi che va dal giocatore gli dice vieni con me che ti porto alla Juventus perché lì c'è mio padre, in questo caso addirittura Gaucci, che è stato prosciolto, compie la minaccia nei confronti di Baiocco in favore di Alessandro e quindi anche di Luciano.
Questa è la costruzione del capo d'accusa.
Ora, al di là del fatto che sul punto già Gaucci è stato prosciolto dal gup sostenendo che il 513 bis non si può contestare, perché non sussiste il reato che il pubblico ministero ha inteso contestare, e solo per inciso, saremo d'accordo con il pubblico ministero, che gli atti di indagine, dal punto di vista delle contestazioni mosse nei confronti degli odierni imputati erano densi di elementi che potevano in qualche modo fare intendere che la prospettazione accusatoria non fosse del tutto campata per aria, lo ha ammesso anche il pubblico ministero che le persone sentite in tribunale hanno edulcorato le proprie deposizioni, addirittura il pubblico ministero ha dovuto iscrivere nel registro degli indagati più di un testimone o per reticenza o per falsa testimonianza, per ciò il fatto che il gup abbia prosciolto Gaucci sulla base di quelle che erano le sommarie informazioni fa capire come già un serio limite è stato posto su questa vicenda.
Ma andiamo avanti.
Il pubblico ministero dice che le prove della dimostrazione della responsabilità penale di Alessandro Moggi e di Luciano Moggi per questo capo di imputazione sono le dichiarazioni di Baiocco Allegrini di Baldini di Antonelli ed il confronto Baiocco-Baldini.
Tanto per cominciare Allegrini riferisce delle difficoltà che incontra non solo con la Juventus, ma anche con l'Inter e con il Milan, quindi evidentemente l'impressione di Baiocco è corroborata dalle evidenze.
Vogliamo ammettere che ci siano procuratori che probabilmente per la loro fama, la loro capacità, la loro esperienza hanno rapporti professionali con le grandi società di calcio, è così in tutti i campi credo, anche nella professione forense?!?
Baiocco, lo ha detto, verbale del 1 aprile pag 13 lo ha confermato lo ha sostenuto nel corso non solo della sua deposizione ma anche durante il confronto.
Nel momento in cui il giocatore che giocava a Perugia e ritiene di voler provare a fare il salto di qualità ed approdare in una grande squadra ritiene che il proprio procuratore Allegrini non fosse in grado di fornirgli una adeguata assistenza.
Questo è il contenuto della sua deposizione, stessa identica cosa viene detta da Allegrini.
Secondo il pubblico ministero invece questa è una testimonianza che ha meno valore, che edulcora il contenuto del dato oggettivo che viene fornito da Baldini e da Antonelli, loro due che riferiscono addirittura il Baldini me l'ha detto il Baiocco, e Antonelli ho parlato con Baldini del caso Baiocco, perciò noi riteniamo siano più attendibili le dichiarazioni di chi riferisce, ed abbiamo visto che tipo di interesse queste persone hanno a fare queste dichiarazioni, rispetto a quello che dice il giocatore in prima persona.
Ma quando mai il giocatore ha detto che gli è stato imposto di passare con la Gea per poter approdare alla Juventus, ma poi dov’è l'elemento di prova fornito dal pubblico ministero per dimostrare che Luciano
Moggi fosse a conoscenza del fatto che Luciano Gaucci consigliava a Baiocco che affidandosi alla Gea i propri interessi sarebbero stati curati in modo migliore????
Il confronto Baiocco / Baldini, presidente a mio avviso ha proprio dimostrato le bugie, la malafede di Baldini.
Intanto è emerso un dato allarmante visto che parliamo di regolamenti federali e disciplinari, Baiocco che è in procura con Allegrini si incontra nell'ufficio di Antonelli che non ha mandato a gestire la procura del giocatore, con Baldini direttore sportivo della Roma, e i due gli propongono di attendere la scadenza del contratto col Perugia per andare a parametro zero alla Roma.
Quindi noi dobbiamo credere a questi due soggetti che lasciamo perdere come abbiano architettato insieme al maggiore Auricchio tutta questa vicenda, ma noi dobbiamo privilegiare la testimonianza di Antonelli e di Baldini rispetto a quella del giocatore che dice che questo genere di situazione lui non l'aveva mai fatta presente al Baldini.
Ed il fatto che mi dà ragione su questo aspetto presidente, è che alla luce di questo confronto il pubblico ministero ha rinunciato al confronto con Chiellini.
Il problema del capo d'imputazione di Chiellini è un problema serio, è esattamente quello che abbiamo spiegato prima del Amoruso, è esattamente quello che stiamo dicendo ora per baiocco,
il pubblico ministero ha riportato nel capo d'imputazione relativo alla vicenda Chiellini le dichiarazioni di Baldini, facendo delle considerazioni totalmente sbagliate:
in primis perché anche lì, il giocatore è in comproprietà tra Roma e Livorno, e la Roma ce l'hanno detto il presidente Spinelli, ce l'ha detto il giocatore Chiellini, ce l'ha detto Giraudo la Roma non aveva la possibilità di fare operazioni di mercato per ciò il giocatore non viene ceduto alla Roma ma va alla Juventus, [b]ma la cosa più grave è che nella costruzione accusatoria il pubblico ministero si affida esclusivamente alle chiacchiere di Baldini che gli dice che per acquisire la procura di Chiellini Davide Lippi promette la nazionale al giocatore diciassettenne, perché il padre era l'allenatore.
Non solo il giocatore ha smentito categoricamente, ma si è scoperto che l'allenatore della nazionale in quel momento non era Marcello Lippi, ma Trapattoni!
Questo giudice, è importantissimo, il pubblico ministero ha rinunciato al confronto ed ha chiesto l'assoluzione per il capo riguardante Chiellini perché si è reso conto che tutto ciò che stava scritto sul cavo d'imputazione erano fandonie non era vero niente era pura invenzione di Baldini.[/b]
Però noi a Baldini dobbiamo credere con riferimento a tutti gli altri episodi, all'episodio che lo riguarda personalmente, che nonostante il fatto sia prescritto, ritengo che oltre alla dichiarazione della persona offesa non abbia avuto nessun tipo di riscontro, al caso baiocco è così via.
Per tornare alla vicenda Baiocco vorrei sottolineare le trascrizioni del verbale del confronto Baiocco Baldini 19 giugno è emerso come Baiocco non ne ha mai parlato con Baldini delle questioni Procura gea moggi Juventus pag 10.
d) BLASI
Su Manuale Blasi ci sarebbe da fare un processo a parte, ma visto che è uno degli argomenti che sta più a cuore all'avvocato Prioreschi, non mi soffermerò troppo su questo capo d'imputazione, ma mi limiterò a segnalare alcuni aspetti di questa vicenda esclusivamente in relazione alla posizione di Luciano Moggi.
Quindi l'aspetto Antonelli, la cassetta registrata da Antonelli su ordinazione del maggiore Auricchio, l'attendibilità della testimonianza di Antonelli e del contenuto, di quella prova documentale saranno argomenti che l'avvocato Prioreschi illustrerà molto meglio di me.
Limitiamoci a dire che anche qui Luciano Moggi risponde della minaccia in qualità di socio di fatto della Gea, per cui il tanto ambito rinnovo contrattuale che il giocatore desidera non viene fatto al giocatore perché fin tanto che non conferisce procura alla Gea non può ottenerlo.
Allora noi qui abbiamo un giocatore che si trova con un contratto legato alla Juventus valido per quattro anni che prende € 300.000 a stagione, il giocatore prima fa una stagione a Perugia in prestito, torna alla Juventus viene nuovamente trasferito al Parma sempre in prestito ed in questa stagione a Parma il suo ingaggio arriva a € 600.000. Però cosa succede?
Succede che il giocatore per problemi di doping legati alla cocaina, viene squalificato per sei mesi e quindi non gioca per tutta la fase conclusiva della stagione.
Abbiamo già detto prima cosa succede a livello di valore di mercato ad un giocatore che non gioca.
Stessa cosa successe per Mutu, che per gli stessi problemi di Blasi è stato cacciato dal Chelsea.
Allora: il giocatore torna alla Juventus, siamo nella fase di preparazione al campionato e ovviamente il giocatore rientra con il contratto da € 300.000 l'anno, che non è ancora scaduto ma che dura ancora tutto l'anno.
Ecco quindi la preoccupazione del giocatore di dover subito rinnovare il contratto perché lui a Parma prendeva il doppio, e quindi anche le perplessità di Antonelli : sarà difficile ottenere il rinnovo contrattuale, è perché il giocatore arriva dopo una stagione dove non ha giocato, è stato squalificato ancora deve far vedere quanto vale sul campo, e Luciano Moggi riceve la telefonata di Antonelli che non sa neanche chi sia, il quale vuole parlare di un adeguamento contrattuale.
Luciano Moggi come ormai abbiamo capito tratta direttamente con il giocatore, va da Blasi e gli dice:
"tu pensa a giocare, quando sarà il momento e mi avrai fatto vedere di essere un giocatore da Juventus avrà il tuo aumento contrattuale, di al tuo procuratore di non chiamarmi più."
Per quanto riguarda il ruolo di Luciano Moggi in questa vicenda il discorso finisce qui
Luciano Moggi fino al momento in cui il giocatore non dimostra il suo valore in campo al punto che viene convocato in nazionale, fino a che il giocatore durante tutto l'anno con numerose presenze da titolare non dimostra di valere il rinnovo, non gli fa il contratto, non c’è nessun altro collegamento tra la procura alla Gea ed il rinnovo contrattuale.
Tutto ciò che non succede, ma ammesso che succeda, tra gli altri soggetti che possono essere Davide Lippi Alessandro moggi Zavaglia, Luciano Moggi non è al corrente di niente, noi siamo esattamente nel periodo in cui ci sono le intercettazioni telefoniche, tanto per cominciare dopo quel giorno di agosto Luciano Moggi non riceve più alcuna telefonata da Antonelli, questo a dimostrazione del fatto che Antonelli da settembre ottobre in poi ha solo un interesse quello di raggiungere l'accordo economico con Blasi che gli garantisca di non perdere i soldi del rinnovo contrattuale.
E poi non c'è una telefonata fra Luciano Moggi e la Gea che faccia riferimento al contratto di Blasi, anche la telefonata che il pubblico ministero ha richiamato tra Davide Lippi e Alessandro Moggi che si dicono: "guarda credo proprio che ad € 1 milioni riesco a farlo il contratto a Blasi domani sento mio padre", poi però questa telefonata non c’è la prova che Luciano Moggi fosse a conoscenza di tutte queste cose non c'è.
Ma il dato più importante secondo me, che fa capire come effettivamente anche questa vicenda sia frutto di invenzione è questo:
intanto il giocatore Blasi ha dichiarato che minacce lui non le ha ricevute, ha anche detto che il contenuto della cassetta si riferisce ad un modo per potersi scaricare Antonelli, pag 120 28 aprile : ma il dato più importante è che quando Antonelli nella conversazione registrata gli dice:
"scusa è ma se loro, inteso in senso Juventus, ci dicono che senza di me il contratto non te lo fa, allora la mia provvigione fattela pagare da loro", ed il fatto che Blasi questa cosa non la dica a nessuno né alla Juventus né tantomeno alla Gea fa capire come non fosse reale la circostanza riferita ad Antonelli.
Tanto è vero che nelle conversazioni tra Blasi e Davide Lippi, Davide Lippi gli dice:
"il problema con Antonelli è un problema tuo la cavolata l’hai fatta te e ora te la risolvi te."
Blasi si trova tra due fuochi, perché Antonelli da lui vuole un sacco di soldi e lui che si è convinto, che con Antonelli il contratto non si possa fare, ma anche questo fa capire alcuni aspetti di questi ragazzi che giocano a calcio a suon di miliardi.
Blasi figlio parla con Davide Lippi, Blasi padre parla con Zavaglia l'obiettivo è guadagnare € 1 milioni ad ogni costo, non c'è rispetto per l'amicizia, per i rapporti personali, per la professione, l'importante è ottenere il contratto con la Juve che arriva a prescindere dalla procura Gea ma soprattutto:
Luciano Moggi di tutta questa vicenda non sa assolutamente nulla non c'è uno straccio di prova ne tra le intercettazioni telefoniche né tra le dichiarazioni di Antonelli ne tra le dichiarazioni di Blasi che faccia intuire che Luciano Moggi fosse a conoscenza di questo episodio chiave: a dire del PM
anche qui d'imputazione viene riportata un'altra falsità La circostanza di portare in nazionale il giocatore solo attraverso il conferimento della procura Gea, questo aspetto il pubblico ministero se lo porta appresso dal capo d'imputazione di Chiellini perché se fosse provato da qualche parte il connubio Davide Lippi Marcello Lippi, effettivamente per la prospettazione accusatoria sarebbe un bel traguardo, ma invece no nessuno si è mai sognato di dire una cosa del genere, anche in questo caso è solo una pura congettura. Dichiarazioni di Marcello Lippi, Interrogatori Lippi
Capo e) non viene contestato Gatti
Capo f) Chiellini già detto
Capo g) Tedesco
per quanto riguarda il capo relativo al giocatore Tedesco ritengo che alla luce dell'istruttoria dibattimentale non si sia raggiunta la prova con riferimento a quella che e la contestazione viene fatta dal pubblico ministero in merito alla condotta posta in essere da Luciano Moggi.
Leggendo il capo d'imputazione si capisce che l'intervento di Moggi, sempre in qualità di socio di fatto della Gea, sarebbe avvenuto nel momento in cui la commissione agenti dei calciatori doveva decidere nei confronti del figlio soggetto a procedimento disciplinare a causa del fatto che il giocatore tedesco avesse avuto un contatto con lui mentre era sotto procura con Antonelli.
Come detto i due commissari imputati nel procedimento di Napoli si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, l'unico sentito in quest'aula l'avvocato d’Amelio non ha fornito dati meritevoli di riscontro con riferimento a questo presunto intervento di Luciano, le intercettazioni riferite a quest'episodio sono state dichiarate inutilizzabili, l'unico dato oggettivo di questa vicenda è che il procedimento disciplinare si è concluso con una sanzione a carico di Alessandro Moggi di € 20.000.
Questo ad evidenziare, nel caso in intervento ci fosse stato, il potere estremo che Moggi e esercitava sul mondo calcio e su tutti gli organi appartenenti a quel settore.
Perché mi sono soffermato su questo secondo aspetto del capo d'imputazione?
Perché sinceramente con riferimento al conferimento della procura alla Gea, non riesco a capire come il pubblico ministero possa sostenere che nell'episodio Luciano Gaucci prosciolto, Alessandro Moggi e Tedesco, i quali si riuniscono a Roma Gaucci consiglia a Tedesco se vuole approdare in squadre più blasonate di andare con la Gea, Alessandro Moggi prima, ed emiliano Zavaglia poi, prospettano al giocatore un trasferimento alla Lazio, pag 91 trascrizioni del 27 marzo quindi non alla Juventus come è stato prospettato invece evidentemente a Baiocco a Chiellini a Amoruso, ma alla Lazio dove non si riesce a capire che tipo di ingerenza possa avere Luciano Moggi.
Il pubblico ministero questa cosa non ce la spiega.
Capo H) Trezeguet
Questo ritengo che sia di tutti i capi d'imputazione quello che più impressiona dal punto di vista delle congetture accusatorie ma soprattutto perché frutto della fantasia di Caliendo che si riversa interamente nel capo d'imputazione.
Il pubblico ministero dice che per guardare a questa vicenda dobbiamo considerare le dichiarazioni di Caliendo e le dichiarazioni del giocatore.
Evidentemente, aggiungo io, quello che ci hanno detto Giraudo, Capello, Alessio Secco, non sono rilevanti, i fatti portati a conoscenza di questo tribunale da parte della difesa in relazione alla vicenda legata al rinnovo contrattuale dei Trezerguet, non sono stati ritenuti dal pubblico ministero neanche meritevoli di essere trattati, o smentiti, nel corso della sua requisitoria.
I dati oggettivi raccolti nel corso dell'istruttoria dibattimentale hanno evidenziato che il giocatore arriva alla Juventus dal Monaco, con un contratto valido per quattro anni.
Passata la prima stagione, il giocatore attraverso il proprio curatore Caliendo cerca di ottenere un rinnovo contrattuale e richiedendo il doppio dell'ingaggio che percepiva.
A questo si aggiunge, altro dato che il pubblico ministero non ha considerato una provvigione di € 4 milioni per il padre del giocatore che in quel momento svolgeva la funzione di procuratore.
Luciano Moggi, Antonio Giraudo e Bettega, tutti e tre ritengono che le pretese del giocatore non vadano assecondate, tutti e tre sono d'accordo per lasciar partire il giocatore perché a quelle cifre non ritengono di poter trattenere il giocatore.
Tanto è vero che solamente dopo che il giocatore accetta di rinunciare alle pretese di provvigione per il padre, gli viene fatto il contratto.
In tutto questo il pubblico ministero ci vuol far credere che il fatto che il giocatore non abbia conferito la procura al figlio sia stato elemento univoco del mancato ottenimento del rinnovo contrattuale.
E questo a dire del pubblico ministero dimostrato solamente per il fatto che il giocatore si sia incontrato con il figlio in sede alla Juventus, questa secondo il pubblico ministero è la minaccia implicita del fatto che il figlio potesse incontrare il giocatore in sede, questo il dato oggettivo secondo cui il giocatore avrebbe dovuto ritenere obbligatorio conferire la procura al figlio del direttore generale per poter ottenere l'aumento contrattuale.
Tanto è vero che Trezeguet, senza Alessandro Moggi, ma all'ultimo anno di contratto rinnova alle condizioni che vuole lui, passati altri tre anni per il nuovo nuovamente sempre aumentando i propri emolumenti, ed infine quest'anno sempre senza Alessandro Moggi rinnova nuovamente fino al 2012 sempre con aumento di ingaggio. Pag 29 dichiarazioni Trezeguet 28 febbraio.
Ma questi sono o non sono dati oggettivi?
Ma queste sono o non sono considerazioni importanti al fine di poter contestare quello che sta scritto sul capo d'imputazione?
Noi dobbiamo credere ad Antonio Caliendo, il quale a ben vedere è l'unico pagina 103 del verbale del 3 marzo che dice di aver avuto un accordo verbale con Luciano Moggi per un adeguamento contrattuale l'anno successivo se il giocatore avesse fatto bene.
Questa circostanza ovviamente il Caliendo la riferisce al giocatore il quale a questo punto trascorso il primo anno è normale che abbia un'aspettativa da parte del proprio curatore che gli aveva promesso un adeguamento contrattuale.
È anche logico che il giocatore ci rimanga male del fatto che questo adeguamento contrattuale non arrivi così come gli era stato promesso dal suo procuratore, ed è altrettanto normale che il giocatore ci dica che tra lui e il padre si è parlato del fatto che eventualmente conferire la procura la Gea forse poteva dargli qualche vantaggio, ma poi decidono di fare da soli. Pag 18
Non si capisce quale sarebbe secondo la prospettazione accusatoria l'indicazione data al giocatore che senza la procura sportiva alla Gea non avrebbe mai ottenuto il rinnovo contrattuale, questo sta scritto sul capo d'imputazione e io vorrei sapere dove abbiamo trovato riscontro di questo dell'istruttoria dibattimentale???
Noi continuiamo a credere a Caliendo, il quale abbiamo già detto quante bugie che ha raccontato sul caso Amoruso, non sapeva che un suo giocatore andava in comproprietà tra la Juventus e il Napoli, non ci ha voluto dire neanche un nome dei suoi giocatori nel periodo in cui stavamo parlando, a pagina 106 delle sue trascrizioni Caliendo dice che Trezeguet gli ha raccontato che Alessandro Moggi gli aveva garantito di fargli avere rinnovo contrattuale, altra bugia il giocatore non l'ha mai detto (pag 18), ma soprattutto Caliendo ha confermato come fosse sua intenzione costituire insieme ad Alessandro moggi la Gea, che lui fosse uno dei più interessati a creare un'organizzazione insieme ad Alessandro moggi, che ci rimane male nel momento in cui scopre dai giornali che Alessandro moggi si era legato ad altri, che tutti i riferimenti contenuti nella famosa lettera che il pubblico ministero al letto e requisitoria con riferimento all'opera di diffamazione che Alessandro moggi aveva cominciato nei propri confronti pagina 106, sono frutto di articoli di giornale che il Caliendo leggeva in quel periodo.
Il motivo per cui Caliendo perde il giocatore non è per colpa dell'intervento di Alessandro moggi, ma semplicemente perché, il calciatore ce lo ha detto: continuava a parlare con i giornali con riferimento al rinnovo contrattuale del giocatore e questo rinnovo contrattuale non arrivava mai.
Lo perde perché anche lui ha detto delle bugie, anche lui ha detto bugie nel momento in cui gli promette un rinnovo contrattuale che però nessuno gli ha promesso, il giocatore ha un contratto di quattro anni, quel contratto deve essere rispettato da entrambe le parti, con molta onestà il giocatore è venuto a dire che per lui era normale che la società facesse i suoi interessi (Pag 10 ), è talmente un professionista serio che dice che questo mancato rinnovo contrattuale non aveva ingenerato in lui nessun tipo di risentimento nei confronti della società, tanto è vero che il giocatore continua a giocare bene, continua a segnare, continua a vincere, ma comunque rimaneva deciso sulle sue pretese, tanto è vero che era pronto a trasferirsi al Barcellona squadra nella quale avrebbe ricevuto il trattamento economico che desiderava.
Non c'è stata nei suoi confronti nessun tipo di pressione, nessuna minaccia nessuna violenza intesa sia in senso sostanziale che nel senso che gli vuole dare il pubblico ministero.
Anche qui siamo in presenza di chiacchiere, gelosie e invidie, chiacchiere da bar.
Ma è Giraudo che ce lo dice, addirittura non solo con riferimento alla vicenda di Trezeguet, ma con riferimento a tutte le vicende legate ai giocatori della Juventus che gli vengono chieste, è lui che ci spiega che cosa vuol dire gestire una società di calcio al mondo d'oggi, con contratti milionari, e soprattutto in un momento in cui è un dato oggettivo che molte società di calcio rischiano il collasso finanziario, ed alcune siano già fallite proprio perché questi contratti ai calciatori sono eccessivi rispetto alle entrate che oggi percepisce una società di calcio.
Lo fa con riferimento ad una condizione che la Juventus ha rispetto ad altre squadre di calcio che invece riescono ad avere maggior autonomia sotto il profilo della trasparenza contrattuale.
Ci spiega che il fatto che la Juventus sia una società quotata in borsa a segmento star, sia proprio condizione che obbliga coloro i quali la gestiscono di una trasparenza superiore rispetto a quella che comunque avrebbero dovuto avere normalmente.
E addirittura usa lui il termine fandonie, quando parla della vicenda Trezeguet, spiega come i procuratori sportivi per loro non “LUI” che erano la dirigenza non avevano alcuna importanza, pagina 84 e 85 del suo verbale, spiega l’utilità del modulo rosso e dell'impiego di un procuratore a gestire l'acquisizione di un giocatore, fornisce a tutti quei dati oggettivi di riscontro che servono per poter dimostrare che tutto ciò che è scritto nei capi d'imputazione è frutto di congetture di convinzioni non avvalorato da alcuna logica.
Capo i) Grabbi
Anche per questo caso la contestazione che viene dal pubblico ministero è relativa ad una telefonata che è stata riferita dal giocatore nella quale Luciano Moggi avrebbe detto di smentire un'intervista rilasciata all'espresso che faceva riferimento a vicende datate nel tempo che riguardavano delle presunte pressioni da parte di Zavaglia e Alessandro per acquisire la sua procura sportiva.
Come primo aspetto è bene dire che non vi è riscontro del fatto della frase riferita, poiché tale circostanza si desume esclusivamente dalla testimonianza della persona offesa.
In secondo luogo il giocatore è stato più volte interrogato proprio sulla modalità con la quale questa frase gli è stata riportata e soprattutto nel modo in cui l’ha percepita, il giocatore ha sempre detto che non era una vera è propria intimidazione, ha fatto riferimento ad un modo di dire le cose di Luciano Moggi che non era mai quello di chi chiede per favore, ma sicuramente il giocatore non la percepisce né come una minaccia ne’ come un'imposizione, anche perché all'epoca il giocatore non era più della Juventus, e non c'era il minimo potere coercitivo che Luciano moggi poteva esercitare nei confronti dello stesso.
A ciò si aggiunga, non solo la poca credibilità del testimone il quale sentito in aula, ha chiarito come quel tipo di proposte che lui definisce pressioni che Zavaglia e Alessandro Moggi gli facevano per acquisirne la procura, le abbiamo datate 1994.
Il giocatore ha sostenuto che il mancato conferimento della procura alla Gea ha determinato prima esclusione dalla Rosa della prima squadra, ed in 1 secondo momento il trasferimento alla Ternana per un prezzo molto basso.
Poi però non solo escono fuori i problemi relativi al carattere del giocatore, al fatto che articoli di giornale proprio nella stagione 94/95 lo ritraevano responsabile di una rissa al Sestrière La sera di Capodanno, esce fuori come il giocatore nonostante la società gli proponesse trasferimenti e squadre di secondo livello come il Cosenza ed il Prato, continuasse a rifiutare questi trasferimenti con le conseguenze per la società che abbiamo già spiegato.
Ma la cosa più importante è che al giocatore è stata fatta ripercorrere la propria carriera ed abbiamo scoperto che prima del famoso trasferimento alla Ternana ce ne sono stati tanti altri, ma il giocatore ha ritenuto che solamente in quel caso la colpa fosse da addebitare al mancato rilascio della procura Zavaglia!
Ecco presidente, anche la testimonianza di Grabbi è perfettamente in sintonia con le testimonianze di quelli che il pubblico ministero ritiene testimoni fondamentali in questo processo, tutta questa parte sicuramente non ha attinenza con la contestazione del capo d'imputazione, ma certamente con riferimento all'attendibilità del teste, e ripeto, in quanto persona offesa, la frase da lui riportata ha necessità di un ulteriore riscontro, ma poi abbiamo visto come, il 90% delle persone sentite in questo processo hanno dato importanza ed addirittura hanno ritenuto o considerato fatti notori, circostanze riportate sui giornali, quello che voglio dire è che per loro nell'ambiente calcio, ciò che viene scritto dai giornali di settore diventa verità, ecco quindi che l'interesse che poteva avere Luciano Moggi nel capire quanto il contenuto di quell'intervista fosse reale, sentendosi rispondere risalivano addirittura molti anni prima ha interesse a dire al giocatore smentiscila, perché se no domani e i giorni a seguire mio figlio viene tormentato dalla stampa con argomenti che, come ne è un esempio questo processo, erano di estrema attualità.
l) Baldini
Prescritto. Non c’è riscontro solo lui che ha detto un sacco di bugie nel processo, che faceva le riunioni con Antonelli per prendere a parametro zero Baiocco che aveva ancora un anno di contratto, che si incontrava per i lunghi caffè con Auricchio e che quando sentiva qualcuno che si doveva lamentare per le invidie e le gelosie che nutriva nei confronti della Gea , li spediva a via inselci….
Insomma sempre lui che ha approfittato dell’ingenuità di Luciano Moggi in aula che era affianco a me e che quando il Baldini ha detto che non aveva mai visto il Maggiore Auricchio se non quella volta o al massimo un paio, L.M. ha sorriso e gli ha detto “ se non l’hai mai visto” . e Baldini furbissimamente ha attirato l’attenzione del Presidente che aveva coperta la visuale dall’Avv. Prioreschi per continuare con la sua manfrina: dicendo che L.M. gli faceva gesti minacciosi…
Io non voglio giustificare anche questi atteggiamenti di L.M. però ritengo che sia assolutamente comprensibile l’atteggiamento molto “ADIRATO” di chi per colpa di queste persone si trova senza lavoro, si trova ad aver rinunciato a ciò che aveva costruito con le capacità, di chi si trova imputato per associazione a delinquere.
Ma se questi sono i fatti per i quali siamo a processo, se tutto il polverone che si è alzato ha generato questo????
Ma veramente possiamo concedere a L.M. almeno di alterato con Baldini e Co.
m) Fresi
Altro esempio in cui il pubblico ministero si è sbagliato: viene contestato questo capo d’imputazione a Luciano Moggi che non solo non compare da nessuna parte, neanche come figura che aleggia alle spalle di Gallo che da quello che sembra proferisca la famosa frase se non vai a Perugia torni a giocare in montagna, ma il giocatore a domanda ha risposto che sono stati A.M. e P.G. addirittura pag. 99 della sua testimonianza 26 febbraio dice di non aver mai parlato con nessuno della dirigenza in relazione al trasferimento…. Quindi come Amoruso….sembra strano abbiamo sempre detto che L.M. era costretto a minacciare tutti per accettare i trasferimenti e qui addirittura vengono trasferiti senza che possano fare nulla, senza rifiutarsi!!!
Quindi deduco che A.M ad un certo punto diventa L.M. nel capo d’imputazione, ma l’associo ad un errore di distrazione.
Poi si scoprirà che non solo Fresi era contento di andare al Perugia, ma ha anche festeggiato con il povero Gallo, è stato invitato a casa, ma soprattutto Presidente io vorrei ritirare fuori un passaggio della trascrizione di Fresi pag. 101 che a mio avviso è importante sotto il profilo della violenza privata, cioè Lei ad un certo punto dopo aver sentito tutte le doglianze di Fresi che ha guadagnato miliardi in tutte le squadre e che è andato in causa con la Gea per le provvigioni e nonostante abbia perso il contenzioso non intende pagare, Lei chiede ma mi faccia capire lei per minaccia, intende che avrebbe dovuto accettare il trasferimento al Perugia sennò sarebbe rimasto lì alla Juventus senza giocare, anche se continuava a prendere lo stipendio? Ed il G. si. E Lei perfetto ho capito.
Quindi io credo che altre considerazioni sul punto data la domanda del Presidente, io non sia tenuto a fare, e sicuramente spunti di riflessione sulla questione giuridica in questione, lungi da me.
n) o) Boudiansky Zeytulaev
leggere pag. 19 delle trascrizioni di boudiansky che parla di tutti e tre i russi
punto primo: loro raccontano che al momento in cui si trovano alla Juventus per firmare il contratto A.M. gli dice passa alla Gea, passa alla Gea siamo un a società forte, avrai possibilità di venire in grosse squadre, sostanzialmente sponsorizza il suo operato.
Quando poi il pm passa a chiedergli delle pressioni da parte della Juventus, gli chiede ma quindi voi lo firmaste il contratto con la Juve ? e lui :no perché volevamo tornare in Russia, ed infatti siamo tornati in Russia poi però siamo andati alla Reggina.
Quindi leggere pag 19 “ quindi si sono state pressioni per farci rinnovare il contratto…. Il contratto è con la Juve, non c’entra niente la procura!! Ceravolo anche dopo si capisce, gli dice firmate con noi siamo forti siamo potenti, siamo la Juve!!!poi a peg 30 dello stesso verbale alle domande dell’avv. Verri improvvisamente sparisce anche Ceravolo, viene ricordato al giocatore che all’appuntamento al Concorde c’era Leonardi, perciò prima il giocatore dice no ma Ceravolo mi diceva di firmare con la Juve ma anche con la Gea, poi però si rende conto che forse non è così ed improvvisamente non c’era più Ceravolo.
Ma comunque non è questo che interessa me, personalmente quanto che come al solito, non si riesce a capire dove il PM ritiene che sia provato il collegamento Luciano Moggi – GEA, cioè ammesso e non concesso che Luciano Moggi avesse detto ai giocatori firmate con la Juve perché siamo forti siamo potenti, come si lega questo alla procura della Gea???
Io sinceramente anche in questo caso vedo tanti fantasmi senza un reale criterio di collegamento.
Russi – spontanee dichiarazioni di Moggi ( spiegare Rodella) legge 91, Trabucchi cerca di convincere i giocatori che avevano il contratto con la Juve che potevano andare via, e infatti vengono portati in giro per l’Italia a fare provini ma quando si accorgono che nessuno li prende ritornano alla Juve, questo lascia il tempo che trova nella sostanza, ma fa comprendere il senso delle riferite “minacce” si voleva convincere i giocatori a rimanere alla Juve….
GEA non c’entra nulla o quanto meno Luciano Moggi non si interessava a questo.
Frase di L:M: a Zeytulaev pag. 43 quando il giocatore gli chiede di poter tornare in Russia:
L.M. : "ti abbiamo cresciuto qui tre anni, se poi torni in Russia farai fatica a trovarti la squadra…."
È una minaccia????... anche perché subito dopo gli viene chiesto: come si concluse?
"No niente ne abbiamo parlato in maniera tranquilla e sono tornato a giocare coi miei compagni…"
Problemi come al solito di soldi: il Trabucchi aveva detto loro che gli avrebbero aumentato il contratto, e L.M. non aumenta il contratto, allora i giocatori visto che cambia la legge che non consente più di tesserare per 5 anni i minorenni da la possibilità a Trabucchi di intentare la causa contro la Juve ….
Che la juve vince visto che al tempo si poteva fare e quindi i giocatori iniziano a convincersi che dovevano andare a cercare fortuna altrove.
Pag. 45 Si è pentito delle scelte che ha fatto quando ha firmato con la Reggina?
No, alla fine ho fatto quello che volevo io sono tornato in Russia e poi sono andato alla Reggina non mi potevo pentire… allora contestazione, nella quale il PM gli dice di tutto e di più, che si ripensava alla frese di L.m. che se ne sarebbe pentito e il teste ah è vero ho detto quello, allora si lo ribadisco…. Allora aggiunge: allora io costretto a fare carriera in italia perché in russia non posso più andare, costretto a giocare in italia allora si pentito!!!
Cioè poveraccio ora fa il calciatore in Italia e deduco che visti i compensi che abbiamo sentito non so se in Russia percepiscono lo stesso o hanno più raziocinio, però poveraccio che poi Moggi è così potente che addirittura non lo fa più tornare neanche in Russia….
Nigmatullin c’è solo la testimonianza di Trabucchi manca il riscontro del giocatore
A questo punto Associazione.
Luciano Moggi, secondo la prospettazione del Pubblico Ministero è socio di fatto della GEA , lo si capisce dalle cravatte di Marinella, dalla deposizione del Maggiore Auricchio ma soprattutto dall’intervento di L.M. per la scelta dell’allenatore De Canio quando il presidente del Siena De Luca licenzia Simoni.
Benissimo allora noi ci riprendiamo le dichiarazioni di Perinetti Casoni che allora era il Direttore sportivo del Siena e lo abbiamo chiesto a Lui come è avvenuto l’episodio pag 158 P.C viene sentito il 31 marzo e spiega intanto i motivi per cui mandano via Simoni, stavano andando male, Simoni stava male fisicamente, non seguiva la squadra negli allenamenti.
Tanto per cominciare pag. 158 sempre scelta del Presidente De Luca l’allenatore Simoni.
In una giornata il presidente e P.C. si sentono e decidono di cambiare allenatore, allora P.C. dice al presidente chi c’è disponibile? E P.C. propone Reja Mondonico De Canio.
Il presidente dice il primo e il secondo non mi interessano sentiamo per De Canio.
Pag. 161 amicizia e rapporti con Moggi sia di P.C. che di De Luca, pag 163 164 si svolge la trattativa, a trattativa conclusa il presidente chiama L.M. che è di Monticiano Siena e gli dice o alla fine l’ho preso, certo l’ho pagato tanto speriamo bene!!!
Poi si va avanti e si chiede al teste ma dopo De Canio che cosa è successo? 1 anno e mezzo con De Canio poi la scelta è stata Beretta o Gasperini? Scelto Beretta, e Gasperini di chi è? GEA!!!! Dimostrazione che se L.M. interviene o se L.M. è socio di fatto della GEA ma allora lo fa sempre.
Testi a difesa: se è vero che ho trovato il metodo dell’imporre la procura sportiva di mio figlio ai miei giocatori, o ai presidenti con i quali ha stretto un rapporto amicale nel corso della mia carriera, o lo faccio sempre o non lo faccio mai.
Come con i giocatori, lo faccio con Baiocco o lo faccio con Del Piero, con Ibraimovic, con Nedved con Buffon..
Signor presidente, signori giudici, in mezzo a tanti avvocati importanti ritengo che il mio contributo in questo processo sarà benché minimo. Potrei tranquillamente rimettermi a tutto ciò che è già stato detto ed a ciò che sarà detto dopo di me, per questo motivo mi limiterò, sebbene non sarà una cosa molto breve, a sottoporre alla vostra attenzione alcuni aspetti di questa istruttoria dibattimentale che a mio avviso, sono importanti per capire la totale estraneità ai fatti che vengono contestati nei capi d'imputazione al signor Luciano moggi.
Così come ha fatto il pubblico ministero, vorrei tralasciare per un momento il capo A, per occuparmi direttamente delle singole condotte contestate dai capi B e seguenti.
Partiamo quindi dal capo B, il capo d'imputazione relativo al giocatore AMORUSO.
In questo capo d'imputazione l'accusa ritiene che Luciano Moggi, in qualità di socio di fatto della Gea, abbia commesso due condotte illecite:
la prima dando l'incarico a Ceravolo e Alessandro moggi di andare dal giocatore Amoruso nel corso della stagione sportiva 2001 o 2002, mentre il giocatore si trovava a Napoli, e al fine di acquisire a sua procura sportiva prospettargli la sicurezza del passaggio alla Juventus, squadra nella quale Luciano moggi svolgeva il ruolo di direttore generale;
la seconda condotta, consisterebbe invece, nel corso della stagione sportiva 2001 2002, quando il giocatore è nella rosa della Juventus, di aver imposto allo stesso il trasferimento al Perugia squadra che militava in zone più basse di classifica rispetto alla Juventus, perciò meno blasonata, costringendo tale società al pagamento dell'elevato ingaggio del giocatore.
Il pubblico ministero sostiene che gli elementi di prova a confutazione di quanto sostenuto nei capi d'accusa siano le dichiarazioni del giocatore Amoruso, oltre a quelle del testimone, persona offesa Caliendo.
Perciò, evidentemente, a nulla valgono le dichiarazioni rese dal testimone ancelotti, il quale è venuto a spiegare al tribunale quali sono i compiti di un allenatore all'interno di una società di calcio, quali sono le direttive dello stesso allenatore alla dirigenza della società con riferimento a quei giocatori dei quali ritiene di non doversi servire nel corso del campionato.
Ma a me va bene, rimaniamo concentrati su quello che sostengono Amoruso e Caliendo, perché a mio avviso, Presidente, è proprio questa la chiave di lettura di questo processo.
Noi ci siamo accorti all'esito dell’istruttoria dibattimentale come il pubblico ministero abbia riversato nei capi d'imputazione le dichiarazioni rese dalle persone offese, le stesse cose che adesso diremo per la vicenda legata al giocatore Amoruso, valgono per il giocatore Baiocco, per il giocatore Chiellini, per il giocatore Trezeguet, e vedremo che il pubblico ministero in requisitoria, ha sempre ritenuto fondamentali, aggiungo io, uniche, le testimonianze di Baldini, Antonelli, Caliendo.
Ma ciò che invece di corroborare, rende più incerto, è quello che al pubblico ministero piace chiamare l'edulcorato contenuto delle testimonianze rese dai giocatori, che non è edulcorato, ma smentisce categoricamente il contenuto delle dichiarazioni rese da Caliendo, da Antonelli, da Baldini.
Entriamo nello specifico.
Tanto per cominciare, Luciano Moggi nell'ottica del campo di imputazione, non è mai un dirigente della Juventus, ma il pubblico ministero gli attribuisce esclusivamente il ruolo di socio di fatto della Gea.
Questo dato importante perché va inteso nell'ottica della prospettiva accusatoria che come vedremo, è piena di errori, imprecisioni, congetture.
Quindi Luciano Moggi, non si sa bene come, perché il pubblico ministero non lo ha dimostrato, né mai nessun testimone lo ha detto, incarica Ceravolo ed il figlio Alessandro ad andare dal giocatore Amoruso, che si trovava al Napoli in comproprietà, e gli dice: se dai il mandato alla GEA l'anno prossimo ritorni alla Juve.
Allora:
la prima cosa importante è che il giocatore a domanda diretta del pubblico ministero, dice questa cosa non è vera, non è edulcorata, non è vera si veda pagina 75 delle trascrizioni del 3 marzo.
Il giocatore dice: io ero della Juventus, ero in comproprietà, il Napoli era andato in serie B.
Perciò era normale che tornasse alla Juventus, e il pubblico ministero glielo richiede e gli dice ma si parlò di un rientro a Juventus nel momento in cui lei revocò Caliendo ?
E il giocatore risponde: "no io della Juventus io avevo un contratto alto ed era logico che tornassi alla Juventus."
Ma allora come si spiega il fatto che non si ricolleghi la dichiarazione di Amoruso, con la logica delle cose, ossia che visto che il giocatore si trovava in comproprietà, punto primo nessuno poteva dargli certezze sul suo rientro alla Juventus. Secondo il giocatore non ha mai detto.
Allora dobbiamo andare a vedere le dichiarazioni di Caliendo, perché questa cosa è solo Caliendo che la dice, che la racconta al pubblico ministero nel corso delle indagini, e che il pubblico ministero riporta pedissequamente nel capo d'imputazione, viene chiesta in aula al testimone che la conferma, però quando viene fatto il controesame del testimone, non solo viene smentita, e adesso vedremo come, ma c'è di più.
Quando il testimone viene incalzato dalle domande in controesame delle difese, le quali gli chiedono se lui fosse a conoscenza della comproprietà tra la Juventus e il Napoli del cartellino di un suo giocatore, ed il testimone ha sempre detto di non ricordare il discorso della comproprietà, cosa che ha fatto meravigliare non solo i difensori ma anche il tribunale, ma ad un certo punto è caduto in un tranello pagina 134 del 3 marzo, il teste dice:
"io sapevo che il Napoli lo aveva preso in prestito il giocatore questa cosa della comproprietà la apprendo oggi……."
Beh ma allora se il giocatore era in forza al Napoli a titolo di prestito era ancora più scontato che ritornasse alla Juventus per la stagione successiva.
Ma questa è solamente una delle 1000 bugie che Caliendo ci è venuto a raccontare in tribunale e piano piano le tireremo fuori tutte.
Addirittura, lei presidente se lo ricorderà, il teste tergiversava sulle domande degli avvocati chiedevano se fosse a conoscenza o meno i contratti del giocatore Amoruso, se ci avesse potuto fornire i nomi di qualche suo assistito, ed il testimone non rispondeva dicendo di non ricordare, quando invece per molto meno c'è stato qualche altro testimone che è stato iscritto nel registro degli indagati per reticenza.
Perciò proprio se vogliamo seguire le indicazioni che ci ha fornito il pubblico ministero, e quindi vogliamo andare a vedere le dichiarazioni di Caliendo e di Amoruso, si trae esattamente la conclusione opposta rispetto a quella alla quale arriva il pubblico ministero nessuno, tanto meno Luciano Moggi, andò dal giocatore Amoruso a dirgli o passi alla Gea e quindi torni alla Juventus, oppure se non passi con la Gea alla Juventus non ci torni.
Passiamo ora all'episodio seguente, ossia quello dell'asserita violenza privata.
Anche qui, la difesa ha cercato di fornire al tribunale più elementi possibili per cercare di comprendere che cosa voglia dire oggi essere un dirigente di una squadra di calcio come la Juve, soprattutto alla luce dei nuovi regolamenti che hanno aumentato il potere contrattuale del calciatore, il quale può in qualsiasi momento rifiutare il trasferimento in una squadra perché se il giocatore non firma il trasferimento non si fa.
Questo a mio avviso, e non mi permetto di entrare in considerazioni giuridiche perché sicuramente c'è chi lo sa fare meglio di me e vi saprà spiegare per quale motivo questo non può essere considerata una fattispecie penalmente rilevante, ma a mio avviso è questo il punto importante.
Io non posso imporre nulla al giocatore perché se il giocatore non accetta il trasferimento, non solo il trasferimento non si fa ma io gli devo pagare lo stipendio fino a scadenza del contratto, non solo ma il giocatore se arriva a scadenza di contratto ha anche la possibilità di spostarsi a parametro zero ossia senza che la società possa percepire un solo euro dalla cessione del giocatore.
Vediamo quindi come sarebbe avvenuta questa imposizione del trasferimento al Perugia.
Il giocatore Amoruso riceve la telefonata da Alessandro il quale gli dice:
"mio padre ti deve parlare con riferimento ad un trasferimento", ed il giocatore gli dice:
"io con tuo padre non ci voglio parlare tu sei mio procuratore ci parli tu con lui",
aspetto importante: Luciano Moggi che non solo è il padre di Alessandro, ma è anche socio di fatto della Gea, quindi vediamo in che modo favorisce Alessandro.
Luciano Moggi scavalca il figlio, chiama direttamente giocatore, così come lui ha sempre detto di fare, in ogni suo intervento, Luciano Moggi vi ha sempre detto che lui del procuratore non se ne importava, lui le trattative, i rinnovi, i trasferimenti le cessioni, le faceva direttamente con i giocatori, ed anche nel caso di Amoruso nonostante il procuratore fosse figlio scavalca Alessandro e dice al giocatore una cosa ovvia," il Perugia ti vuole, alla Juve non servi neanche per la panchina", e questa cosa c'è l’ha confermata Ancelotti, "vai al Perugia, perché se non accetti il trasferimento al Perugia finisce che non giochi più."
E non giocare più per questi giocatori vuol dire perdere mercato, perdere valore. La dimostrazione di questo la da lo stesso giocatore Amoruso, quando ha raccontato la sua carriera, ed ha detto che successivamente al Perugia “è costretto” ad accettare trasferimenti al Como, al Modena, al Messina, che con tutto rispetto, non sono squadre di primo livello.
Ma questo perché, abbiamo detto che il giocatore se non accetta il trasferimento non firma il contratto, rimane alla Juventus, certo non gioca, ma non è che il contratto con la Juventus gli dà diritto a giocare gli dà diritto a percepire uno stipendio, e quello nessuno a lui glielo toglie né tantomeno nessuno gli dice guarda che non ti paghiamo.
Poi però il giocatore non è più professionalmente lo stesso che firmò il contratto plurimiliardario con la Juventus, l'abbiamo visto, lo abbiamo chiesto al giocatore quali fossero al tempo le sue prestazioni sportive, ce lo ha confermato era un momento molto difficile non segnava spesso neanche giocava, e quindi le sue pretese economiche per forza di cose dovevano essere ridimensionate.
I presidenti delle squadre nelle quali lui giocava non erano più disposti a pagare tutti quei soldi per un giocatore che non li valeva più.
Questo è confermato dal fatto che dopo il Messina il giocatore va a Reggio Calabria ed oggi in forza al Torino, cioè non è più tornato ai livelli in cui possono essere quelli che una volta Ancelotti gli ha preferito: Inzaghi Del Piero Trezeguet.
Ma poi c'è un altro aspetto importante per quello che riguarda questa vicenda di Amoruso, il giocatore ha detto che anche dopo il trasferimento a Perugia, è stato costretto ad accettare continui trasferimenti sempre da Alessandro Moggi, ma è rimasto con Alessandro Moggi.
Queste cose ce le dice oggi in tribunale quando tra i due ci sono ancora in sospeso vicissitudini legate a rapporti contrattuali non onorati, a cause civili pendenti non ancora risolte, a richieste di pagamento reciproche, al tempo non c'erano a dire del giocatore, Alessandro Moggi lo costringeva ad accettare questi trasferimenti, lui ne parlava anche con Caliendo, suo vecchio procuratore sportivo, ma non lascia Alessandro Moggi e rimane con lui altri tre anni.
Le bugie di Amoruso sono emerse anche con riferimento a un episodio che non è contenuto nei capi di imputazione: il rinnovo col Messina, il giocatore ha detto che il rinnovo non gli è stato fatto dal presidente Franza perché il presidente si era rifiutato di estromettere dal rinnovo Alessandro Moggi, e invece il presidente Franza, che non ha interessi a dire il falso in questo processo, perché noi abbiamo sostenuto che il presidente Franza, nel momento in cui entra nell'ambiente del mondo del calcio, si affida ai consigli di Luciano Moggi che nel calcio, non solo c'è da trent'anni, ma che per opinione di tutti, è l'unico dirigente che riesce a vincere tanto spendendo poco, e l'affiliazione come viene definita, i rapporti per detenere il potere del sistema calcio, la rete fittissima di scambi continui tra Juventus e Messina di giocatori che sicuramente costituisce un esempio lampante di quell'incidenza che Moggi aveva sul mondo del calcio, si è risolta in tre giocatori, 6 nel corso di cinque anni tutti hanno avuto rendimenti strabilianti.
Quando invece abbiamo sentito uno dei principali accusatori di Luciano Moggi e del suo sistema, Antonelli, che non solo ha ricoperto contemporaneamente incarichi dirigenziali all'interno di società di calcio, lasciando i propri giocatori al cognato, ma continuando di fatto a gestirne le procure, ma soprattutto abbiamo capito attraverso proprio l'esame di Antonelli che nel corso di tre anni ha avuto nove giocatori nella stessa squadra l'Ascoli, altrettanti nell'Udinese, giocatori suoi che passano al Torino nel momento in cui diventa amministratore delegato.
Io presidente non vorrei incentrare la discussione su questi aspetti, e sul modo in cui questa indagine è stata generata, però non può non essere una considerazione importante quella che è emersa nel corso del dibattimento, perché io, voglio anche pensare che, forse giustamente il pubblico ministero, nel corso delle indagini sente a sommarie informazioni persone come Baldini, Antonelli, Caliendo che gli raccontano di questi episodi.
Il Pubblico ministero questi episodi li rende capi di imputazione, sente numerose testimonianze ed ammettiamo che ritenga che queste condotte siano penalmente rilevanti.
Ma il pubblico ministero in aula ha assistito come abbiamo assistito noi a queste testimonianze e si è reso conto delle bugie che gli sono state dette da quelle persone che avevano un obbiettivo nel raccontargli tutte quelle cose e l’obbiettivo, signor presidente comunque finisca questo processo, quelle persone lo hanno raggiunto, Luciano moggi nel calcio non c'è più, la Gea non c’è più.
Il presidente Franza ha smentito l’episodio di Amoruso che improvvisamente si trova senza rinnovo contrattuale perché Franza non voleva estromettere Alessandro Moggi, il Presidente dice: "ma magari fosse rimasto, il problema come al solito erano i soldi era il giocatore che non accettava le nostre proposte, voleva troppo e io non me lo potevo permettere."
Addirittura ha spiegato nel corso dell’ultima udienza di istruttoria come alla fine il procuratore sia ininfluente laddove il rapporto tra società e calciatore sia solido, è il giocatore che si fa assistere ma nessuno può fare niente se calciatore e società firmano un contratto!
Amoruso ha detto anche lui come Caliendo tante bugie.
Capo d) Baiocco.
Anche qui capo d’imputazione:
Luciano ed Alessandro prospettano al giocatore di calcio Baiocco la possibilità di ottenere solo tramite la Gea il trasferimento dal Perugia alla Juve, revocando la procura al precedente procuratore Allegrini, il tutto sarebbe stato fatto da Gaucci, perciò qui non è più Luciano Moggi in qualità di padre di Alessandro Moggi che va dal giocatore gli dice vieni con me che ti porto alla Juventus perché lì c'è mio padre, in questo caso addirittura Gaucci, che è stato prosciolto, compie la minaccia nei confronti di Baiocco in favore di Alessandro e quindi anche di Luciano.
Questa è la costruzione del capo d'accusa.
Ora, al di là del fatto che sul punto già Gaucci è stato prosciolto dal gup sostenendo che il 513 bis non si può contestare, perché non sussiste il reato che il pubblico ministero ha inteso contestare, e solo per inciso, saremo d'accordo con il pubblico ministero, che gli atti di indagine, dal punto di vista delle contestazioni mosse nei confronti degli odierni imputati erano densi di elementi che potevano in qualche modo fare intendere che la prospettazione accusatoria non fosse del tutto campata per aria, lo ha ammesso anche il pubblico ministero che le persone sentite in tribunale hanno edulcorato le proprie deposizioni, addirittura il pubblico ministero ha dovuto iscrivere nel registro degli indagati più di un testimone o per reticenza o per falsa testimonianza, per ciò il fatto che il gup abbia prosciolto Gaucci sulla base di quelle che erano le sommarie informazioni fa capire come già un serio limite è stato posto su questa vicenda.
Ma andiamo avanti.
Il pubblico ministero dice che le prove della dimostrazione della responsabilità penale di Alessandro Moggi e di Luciano Moggi per questo capo di imputazione sono le dichiarazioni di Baiocco Allegrini di Baldini di Antonelli ed il confronto Baiocco-Baldini.
Tanto per cominciare Allegrini riferisce delle difficoltà che incontra non solo con la Juventus, ma anche con l'Inter e con il Milan, quindi evidentemente l'impressione di Baiocco è corroborata dalle evidenze.
Vogliamo ammettere che ci siano procuratori che probabilmente per la loro fama, la loro capacità, la loro esperienza hanno rapporti professionali con le grandi società di calcio, è così in tutti i campi credo, anche nella professione forense?!?
Baiocco, lo ha detto, verbale del 1 aprile pag 13 lo ha confermato lo ha sostenuto nel corso non solo della sua deposizione ma anche durante il confronto.
Nel momento in cui il giocatore che giocava a Perugia e ritiene di voler provare a fare il salto di qualità ed approdare in una grande squadra ritiene che il proprio procuratore Allegrini non fosse in grado di fornirgli una adeguata assistenza.
Questo è il contenuto della sua deposizione, stessa identica cosa viene detta da Allegrini.
Secondo il pubblico ministero invece questa è una testimonianza che ha meno valore, che edulcora il contenuto del dato oggettivo che viene fornito da Baldini e da Antonelli, loro due che riferiscono addirittura il Baldini me l'ha detto il Baiocco, e Antonelli ho parlato con Baldini del caso Baiocco, perciò noi riteniamo siano più attendibili le dichiarazioni di chi riferisce, ed abbiamo visto che tipo di interesse queste persone hanno a fare queste dichiarazioni, rispetto a quello che dice il giocatore in prima persona.
Ma quando mai il giocatore ha detto che gli è stato imposto di passare con la Gea per poter approdare alla Juventus, ma poi dov’è l'elemento di prova fornito dal pubblico ministero per dimostrare che Luciano
Moggi fosse a conoscenza del fatto che Luciano Gaucci consigliava a Baiocco che affidandosi alla Gea i propri interessi sarebbero stati curati in modo migliore????
Il confronto Baiocco / Baldini, presidente a mio avviso ha proprio dimostrato le bugie, la malafede di Baldini.
Intanto è emerso un dato allarmante visto che parliamo di regolamenti federali e disciplinari, Baiocco che è in procura con Allegrini si incontra nell'ufficio di Antonelli che non ha mandato a gestire la procura del giocatore, con Baldini direttore sportivo della Roma, e i due gli propongono di attendere la scadenza del contratto col Perugia per andare a parametro zero alla Roma.
Quindi noi dobbiamo credere a questi due soggetti che lasciamo perdere come abbiano architettato insieme al maggiore Auricchio tutta questa vicenda, ma noi dobbiamo privilegiare la testimonianza di Antonelli e di Baldini rispetto a quella del giocatore che dice che questo genere di situazione lui non l'aveva mai fatta presente al Baldini.
Ed il fatto che mi dà ragione su questo aspetto presidente, è che alla luce di questo confronto il pubblico ministero ha rinunciato al confronto con Chiellini.
Il problema del capo d'imputazione di Chiellini è un problema serio, è esattamente quello che abbiamo spiegato prima del Amoruso, è esattamente quello che stiamo dicendo ora per baiocco,
il pubblico ministero ha riportato nel capo d'imputazione relativo alla vicenda Chiellini le dichiarazioni di Baldini, facendo delle considerazioni totalmente sbagliate:
in primis perché anche lì, il giocatore è in comproprietà tra Roma e Livorno, e la Roma ce l'hanno detto il presidente Spinelli, ce l'ha detto il giocatore Chiellini, ce l'ha detto Giraudo la Roma non aveva la possibilità di fare operazioni di mercato per ciò il giocatore non viene ceduto alla Roma ma va alla Juventus, [b]ma la cosa più grave è che nella costruzione accusatoria il pubblico ministero si affida esclusivamente alle chiacchiere di Baldini che gli dice che per acquisire la procura di Chiellini Davide Lippi promette la nazionale al giocatore diciassettenne, perché il padre era l'allenatore.
Non solo il giocatore ha smentito categoricamente, ma si è scoperto che l'allenatore della nazionale in quel momento non era Marcello Lippi, ma Trapattoni!
Questo giudice, è importantissimo, il pubblico ministero ha rinunciato al confronto ed ha chiesto l'assoluzione per il capo riguardante Chiellini perché si è reso conto che tutto ciò che stava scritto sul cavo d'imputazione erano fandonie non era vero niente era pura invenzione di Baldini.[/b]
Però noi a Baldini dobbiamo credere con riferimento a tutti gli altri episodi, all'episodio che lo riguarda personalmente, che nonostante il fatto sia prescritto, ritengo che oltre alla dichiarazione della persona offesa non abbia avuto nessun tipo di riscontro, al caso baiocco è così via.
Per tornare alla vicenda Baiocco vorrei sottolineare le trascrizioni del verbale del confronto Baiocco Baldini 19 giugno è emerso come Baiocco non ne ha mai parlato con Baldini delle questioni Procura gea moggi Juventus pag 10.
d) BLASI
Su Manuale Blasi ci sarebbe da fare un processo a parte, ma visto che è uno degli argomenti che sta più a cuore all'avvocato Prioreschi, non mi soffermerò troppo su questo capo d'imputazione, ma mi limiterò a segnalare alcuni aspetti di questa vicenda esclusivamente in relazione alla posizione di Luciano Moggi.
Quindi l'aspetto Antonelli, la cassetta registrata da Antonelli su ordinazione del maggiore Auricchio, l'attendibilità della testimonianza di Antonelli e del contenuto, di quella prova documentale saranno argomenti che l'avvocato Prioreschi illustrerà molto meglio di me.
Limitiamoci a dire che anche qui Luciano Moggi risponde della minaccia in qualità di socio di fatto della Gea, per cui il tanto ambito rinnovo contrattuale che il giocatore desidera non viene fatto al giocatore perché fin tanto che non conferisce procura alla Gea non può ottenerlo.
Allora noi qui abbiamo un giocatore che si trova con un contratto legato alla Juventus valido per quattro anni che prende € 300.000 a stagione, il giocatore prima fa una stagione a Perugia in prestito, torna alla Juventus viene nuovamente trasferito al Parma sempre in prestito ed in questa stagione a Parma il suo ingaggio arriva a € 600.000. Però cosa succede?
Succede che il giocatore per problemi di doping legati alla cocaina, viene squalificato per sei mesi e quindi non gioca per tutta la fase conclusiva della stagione.
Abbiamo già detto prima cosa succede a livello di valore di mercato ad un giocatore che non gioca.
Stessa cosa successe per Mutu, che per gli stessi problemi di Blasi è stato cacciato dal Chelsea.
Allora: il giocatore torna alla Juventus, siamo nella fase di preparazione al campionato e ovviamente il giocatore rientra con il contratto da € 300.000 l'anno, che non è ancora scaduto ma che dura ancora tutto l'anno.
Ecco quindi la preoccupazione del giocatore di dover subito rinnovare il contratto perché lui a Parma prendeva il doppio, e quindi anche le perplessità di Antonelli : sarà difficile ottenere il rinnovo contrattuale, è perché il giocatore arriva dopo una stagione dove non ha giocato, è stato squalificato ancora deve far vedere quanto vale sul campo, e Luciano Moggi riceve la telefonata di Antonelli che non sa neanche chi sia, il quale vuole parlare di un adeguamento contrattuale.
Luciano Moggi come ormai abbiamo capito tratta direttamente con il giocatore, va da Blasi e gli dice:
"tu pensa a giocare, quando sarà il momento e mi avrai fatto vedere di essere un giocatore da Juventus avrà il tuo aumento contrattuale, di al tuo procuratore di non chiamarmi più."
Per quanto riguarda il ruolo di Luciano Moggi in questa vicenda il discorso finisce qui
Luciano Moggi fino al momento in cui il giocatore non dimostra il suo valore in campo al punto che viene convocato in nazionale, fino a che il giocatore durante tutto l'anno con numerose presenze da titolare non dimostra di valere il rinnovo, non gli fa il contratto, non c’è nessun altro collegamento tra la procura alla Gea ed il rinnovo contrattuale.
Tutto ciò che non succede, ma ammesso che succeda, tra gli altri soggetti che possono essere Davide Lippi Alessandro moggi Zavaglia, Luciano Moggi non è al corrente di niente, noi siamo esattamente nel periodo in cui ci sono le intercettazioni telefoniche, tanto per cominciare dopo quel giorno di agosto Luciano Moggi non riceve più alcuna telefonata da Antonelli, questo a dimostrazione del fatto che Antonelli da settembre ottobre in poi ha solo un interesse quello di raggiungere l'accordo economico con Blasi che gli garantisca di non perdere i soldi del rinnovo contrattuale.
E poi non c'è una telefonata fra Luciano Moggi e la Gea che faccia riferimento al contratto di Blasi, anche la telefonata che il pubblico ministero ha richiamato tra Davide Lippi e Alessandro Moggi che si dicono: "guarda credo proprio che ad € 1 milioni riesco a farlo il contratto a Blasi domani sento mio padre", poi però questa telefonata non c’è la prova che Luciano Moggi fosse a conoscenza di tutte queste cose non c'è.
Ma il dato più importante secondo me, che fa capire come effettivamente anche questa vicenda sia frutto di invenzione è questo:
intanto il giocatore Blasi ha dichiarato che minacce lui non le ha ricevute, ha anche detto che il contenuto della cassetta si riferisce ad un modo per potersi scaricare Antonelli, pag 120 28 aprile : ma il dato più importante è che quando Antonelli nella conversazione registrata gli dice:
"scusa è ma se loro, inteso in senso Juventus, ci dicono che senza di me il contratto non te lo fa, allora la mia provvigione fattela pagare da loro", ed il fatto che Blasi questa cosa non la dica a nessuno né alla Juventus né tantomeno alla Gea fa capire come non fosse reale la circostanza riferita ad Antonelli.
Tanto è vero che nelle conversazioni tra Blasi e Davide Lippi, Davide Lippi gli dice:
"il problema con Antonelli è un problema tuo la cavolata l’hai fatta te e ora te la risolvi te."
Blasi si trova tra due fuochi, perché Antonelli da lui vuole un sacco di soldi e lui che si è convinto, che con Antonelli il contratto non si possa fare, ma anche questo fa capire alcuni aspetti di questi ragazzi che giocano a calcio a suon di miliardi.
Blasi figlio parla con Davide Lippi, Blasi padre parla con Zavaglia l'obiettivo è guadagnare € 1 milioni ad ogni costo, non c'è rispetto per l'amicizia, per i rapporti personali, per la professione, l'importante è ottenere il contratto con la Juve che arriva a prescindere dalla procura Gea ma soprattutto:
Luciano Moggi di tutta questa vicenda non sa assolutamente nulla non c'è uno straccio di prova ne tra le intercettazioni telefoniche né tra le dichiarazioni di Antonelli ne tra le dichiarazioni di Blasi che faccia intuire che Luciano Moggi fosse a conoscenza di questo episodio chiave: a dire del PM
anche qui d'imputazione viene riportata un'altra falsità La circostanza di portare in nazionale il giocatore solo attraverso il conferimento della procura Gea, questo aspetto il pubblico ministero se lo porta appresso dal capo d'imputazione di Chiellini perché se fosse provato da qualche parte il connubio Davide Lippi Marcello Lippi, effettivamente per la prospettazione accusatoria sarebbe un bel traguardo, ma invece no nessuno si è mai sognato di dire una cosa del genere, anche in questo caso è solo una pura congettura. Dichiarazioni di Marcello Lippi, Interrogatori Lippi
Capo e) non viene contestato Gatti
Capo f) Chiellini già detto
Capo g) Tedesco
per quanto riguarda il capo relativo al giocatore Tedesco ritengo che alla luce dell'istruttoria dibattimentale non si sia raggiunta la prova con riferimento a quella che e la contestazione viene fatta dal pubblico ministero in merito alla condotta posta in essere da Luciano Moggi.
Leggendo il capo d'imputazione si capisce che l'intervento di Moggi, sempre in qualità di socio di fatto della Gea, sarebbe avvenuto nel momento in cui la commissione agenti dei calciatori doveva decidere nei confronti del figlio soggetto a procedimento disciplinare a causa del fatto che il giocatore tedesco avesse avuto un contatto con lui mentre era sotto procura con Antonelli.
Come detto i due commissari imputati nel procedimento di Napoli si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, l'unico sentito in quest'aula l'avvocato d’Amelio non ha fornito dati meritevoli di riscontro con riferimento a questo presunto intervento di Luciano, le intercettazioni riferite a quest'episodio sono state dichiarate inutilizzabili, l'unico dato oggettivo di questa vicenda è che il procedimento disciplinare si è concluso con una sanzione a carico di Alessandro Moggi di € 20.000.
Questo ad evidenziare, nel caso in intervento ci fosse stato, il potere estremo che Moggi e esercitava sul mondo calcio e su tutti gli organi appartenenti a quel settore.
Perché mi sono soffermato su questo secondo aspetto del capo d'imputazione?
Perché sinceramente con riferimento al conferimento della procura alla Gea, non riesco a capire come il pubblico ministero possa sostenere che nell'episodio Luciano Gaucci prosciolto, Alessandro Moggi e Tedesco, i quali si riuniscono a Roma Gaucci consiglia a Tedesco se vuole approdare in squadre più blasonate di andare con la Gea, Alessandro Moggi prima, ed emiliano Zavaglia poi, prospettano al giocatore un trasferimento alla Lazio, pag 91 trascrizioni del 27 marzo quindi non alla Juventus come è stato prospettato invece evidentemente a Baiocco a Chiellini a Amoruso, ma alla Lazio dove non si riesce a capire che tipo di ingerenza possa avere Luciano Moggi.
Il pubblico ministero questa cosa non ce la spiega.
Capo H) Trezeguet
Questo ritengo che sia di tutti i capi d'imputazione quello che più impressiona dal punto di vista delle congetture accusatorie ma soprattutto perché frutto della fantasia di Caliendo che si riversa interamente nel capo d'imputazione.
Il pubblico ministero dice che per guardare a questa vicenda dobbiamo considerare le dichiarazioni di Caliendo e le dichiarazioni del giocatore.
Evidentemente, aggiungo io, quello che ci hanno detto Giraudo, Capello, Alessio Secco, non sono rilevanti, i fatti portati a conoscenza di questo tribunale da parte della difesa in relazione alla vicenda legata al rinnovo contrattuale dei Trezerguet, non sono stati ritenuti dal pubblico ministero neanche meritevoli di essere trattati, o smentiti, nel corso della sua requisitoria.
I dati oggettivi raccolti nel corso dell'istruttoria dibattimentale hanno evidenziato che il giocatore arriva alla Juventus dal Monaco, con un contratto valido per quattro anni.
Passata la prima stagione, il giocatore attraverso il proprio curatore Caliendo cerca di ottenere un rinnovo contrattuale e richiedendo il doppio dell'ingaggio che percepiva.
A questo si aggiunge, altro dato che il pubblico ministero non ha considerato una provvigione di € 4 milioni per il padre del giocatore che in quel momento svolgeva la funzione di procuratore.
Luciano Moggi, Antonio Giraudo e Bettega, tutti e tre ritengono che le pretese del giocatore non vadano assecondate, tutti e tre sono d'accordo per lasciar partire il giocatore perché a quelle cifre non ritengono di poter trattenere il giocatore.
Tanto è vero che solamente dopo che il giocatore accetta di rinunciare alle pretese di provvigione per il padre, gli viene fatto il contratto.
In tutto questo il pubblico ministero ci vuol far credere che il fatto che il giocatore non abbia conferito la procura al figlio sia stato elemento univoco del mancato ottenimento del rinnovo contrattuale.
E questo a dire del pubblico ministero dimostrato solamente per il fatto che il giocatore si sia incontrato con il figlio in sede alla Juventus, questa secondo il pubblico ministero è la minaccia implicita del fatto che il figlio potesse incontrare il giocatore in sede, questo il dato oggettivo secondo cui il giocatore avrebbe dovuto ritenere obbligatorio conferire la procura al figlio del direttore generale per poter ottenere l'aumento contrattuale.
Tanto è vero che Trezeguet, senza Alessandro Moggi, ma all'ultimo anno di contratto rinnova alle condizioni che vuole lui, passati altri tre anni per il nuovo nuovamente sempre aumentando i propri emolumenti, ed infine quest'anno sempre senza Alessandro Moggi rinnova nuovamente fino al 2012 sempre con aumento di ingaggio. Pag 29 dichiarazioni Trezeguet 28 febbraio.
Ma questi sono o non sono dati oggettivi?
Ma queste sono o non sono considerazioni importanti al fine di poter contestare quello che sta scritto sul capo d'imputazione?
Noi dobbiamo credere ad Antonio Caliendo, il quale a ben vedere è l'unico pagina 103 del verbale del 3 marzo che dice di aver avuto un accordo verbale con Luciano Moggi per un adeguamento contrattuale l'anno successivo se il giocatore avesse fatto bene.
Questa circostanza ovviamente il Caliendo la riferisce al giocatore il quale a questo punto trascorso il primo anno è normale che abbia un'aspettativa da parte del proprio curatore che gli aveva promesso un adeguamento contrattuale.
È anche logico che il giocatore ci rimanga male del fatto che questo adeguamento contrattuale non arrivi così come gli era stato promesso dal suo procuratore, ed è altrettanto normale che il giocatore ci dica che tra lui e il padre si è parlato del fatto che eventualmente conferire la procura la Gea forse poteva dargli qualche vantaggio, ma poi decidono di fare da soli. Pag 18
Non si capisce quale sarebbe secondo la prospettazione accusatoria l'indicazione data al giocatore che senza la procura sportiva alla Gea non avrebbe mai ottenuto il rinnovo contrattuale, questo sta scritto sul capo d'imputazione e io vorrei sapere dove abbiamo trovato riscontro di questo dell'istruttoria dibattimentale???
Noi continuiamo a credere a Caliendo, il quale abbiamo già detto quante bugie che ha raccontato sul caso Amoruso, non sapeva che un suo giocatore andava in comproprietà tra la Juventus e il Napoli, non ci ha voluto dire neanche un nome dei suoi giocatori nel periodo in cui stavamo parlando, a pagina 106 delle sue trascrizioni Caliendo dice che Trezeguet gli ha raccontato che Alessandro Moggi gli aveva garantito di fargli avere rinnovo contrattuale, altra bugia il giocatore non l'ha mai detto (pag 18), ma soprattutto Caliendo ha confermato come fosse sua intenzione costituire insieme ad Alessandro moggi la Gea, che lui fosse uno dei più interessati a creare un'organizzazione insieme ad Alessandro moggi, che ci rimane male nel momento in cui scopre dai giornali che Alessandro moggi si era legato ad altri, che tutti i riferimenti contenuti nella famosa lettera che il pubblico ministero al letto e requisitoria con riferimento all'opera di diffamazione che Alessandro moggi aveva cominciato nei propri confronti pagina 106, sono frutto di articoli di giornale che il Caliendo leggeva in quel periodo.
Il motivo per cui Caliendo perde il giocatore non è per colpa dell'intervento di Alessandro moggi, ma semplicemente perché, il calciatore ce lo ha detto: continuava a parlare con i giornali con riferimento al rinnovo contrattuale del giocatore e questo rinnovo contrattuale non arrivava mai.
Lo perde perché anche lui ha detto delle bugie, anche lui ha detto bugie nel momento in cui gli promette un rinnovo contrattuale che però nessuno gli ha promesso, il giocatore ha un contratto di quattro anni, quel contratto deve essere rispettato da entrambe le parti, con molta onestà il giocatore è venuto a dire che per lui era normale che la società facesse i suoi interessi (Pag 10 ), è talmente un professionista serio che dice che questo mancato rinnovo contrattuale non aveva ingenerato in lui nessun tipo di risentimento nei confronti della società, tanto è vero che il giocatore continua a giocare bene, continua a segnare, continua a vincere, ma comunque rimaneva deciso sulle sue pretese, tanto è vero che era pronto a trasferirsi al Barcellona squadra nella quale avrebbe ricevuto il trattamento economico che desiderava.
Non c'è stata nei suoi confronti nessun tipo di pressione, nessuna minaccia nessuna violenza intesa sia in senso sostanziale che nel senso che gli vuole dare il pubblico ministero.
Anche qui siamo in presenza di chiacchiere, gelosie e invidie, chiacchiere da bar.
Ma è Giraudo che ce lo dice, addirittura non solo con riferimento alla vicenda di Trezeguet, ma con riferimento a tutte le vicende legate ai giocatori della Juventus che gli vengono chieste, è lui che ci spiega che cosa vuol dire gestire una società di calcio al mondo d'oggi, con contratti milionari, e soprattutto in un momento in cui è un dato oggettivo che molte società di calcio rischiano il collasso finanziario, ed alcune siano già fallite proprio perché questi contratti ai calciatori sono eccessivi rispetto alle entrate che oggi percepisce una società di calcio.
Lo fa con riferimento ad una condizione che la Juventus ha rispetto ad altre squadre di calcio che invece riescono ad avere maggior autonomia sotto il profilo della trasparenza contrattuale.
Ci spiega che il fatto che la Juventus sia una società quotata in borsa a segmento star, sia proprio condizione che obbliga coloro i quali la gestiscono di una trasparenza superiore rispetto a quella che comunque avrebbero dovuto avere normalmente.
E addirittura usa lui il termine fandonie, quando parla della vicenda Trezeguet, spiega come i procuratori sportivi per loro non “LUI” che erano la dirigenza non avevano alcuna importanza, pagina 84 e 85 del suo verbale, spiega l’utilità del modulo rosso e dell'impiego di un procuratore a gestire l'acquisizione di un giocatore, fornisce a tutti quei dati oggettivi di riscontro che servono per poter dimostrare che tutto ciò che è scritto nei capi d'imputazione è frutto di congetture di convinzioni non avvalorato da alcuna logica.
Capo i) Grabbi
Anche per questo caso la contestazione che viene dal pubblico ministero è relativa ad una telefonata che è stata riferita dal giocatore nella quale Luciano Moggi avrebbe detto di smentire un'intervista rilasciata all'espresso che faceva riferimento a vicende datate nel tempo che riguardavano delle presunte pressioni da parte di Zavaglia e Alessandro per acquisire la sua procura sportiva.
Come primo aspetto è bene dire che non vi è riscontro del fatto della frase riferita, poiché tale circostanza si desume esclusivamente dalla testimonianza della persona offesa.
In secondo luogo il giocatore è stato più volte interrogato proprio sulla modalità con la quale questa frase gli è stata riportata e soprattutto nel modo in cui l’ha percepita, il giocatore ha sempre detto che non era una vera è propria intimidazione, ha fatto riferimento ad un modo di dire le cose di Luciano Moggi che non era mai quello di chi chiede per favore, ma sicuramente il giocatore non la percepisce né come una minaccia ne’ come un'imposizione, anche perché all'epoca il giocatore non era più della Juventus, e non c'era il minimo potere coercitivo che Luciano moggi poteva esercitare nei confronti dello stesso.
A ciò si aggiunga, non solo la poca credibilità del testimone il quale sentito in aula, ha chiarito come quel tipo di proposte che lui definisce pressioni che Zavaglia e Alessandro Moggi gli facevano per acquisirne la procura, le abbiamo datate 1994.
Il giocatore ha sostenuto che il mancato conferimento della procura alla Gea ha determinato prima esclusione dalla Rosa della prima squadra, ed in 1 secondo momento il trasferimento alla Ternana per un prezzo molto basso.
Poi però non solo escono fuori i problemi relativi al carattere del giocatore, al fatto che articoli di giornale proprio nella stagione 94/95 lo ritraevano responsabile di una rissa al Sestrière La sera di Capodanno, esce fuori come il giocatore nonostante la società gli proponesse trasferimenti e squadre di secondo livello come il Cosenza ed il Prato, continuasse a rifiutare questi trasferimenti con le conseguenze per la società che abbiamo già spiegato.
Ma la cosa più importante è che al giocatore è stata fatta ripercorrere la propria carriera ed abbiamo scoperto che prima del famoso trasferimento alla Ternana ce ne sono stati tanti altri, ma il giocatore ha ritenuto che solamente in quel caso la colpa fosse da addebitare al mancato rilascio della procura Zavaglia!
Ecco presidente, anche la testimonianza di Grabbi è perfettamente in sintonia con le testimonianze di quelli che il pubblico ministero ritiene testimoni fondamentali in questo processo, tutta questa parte sicuramente non ha attinenza con la contestazione del capo d'imputazione, ma certamente con riferimento all'attendibilità del teste, e ripeto, in quanto persona offesa, la frase da lui riportata ha necessità di un ulteriore riscontro, ma poi abbiamo visto come, il 90% delle persone sentite in questo processo hanno dato importanza ed addirittura hanno ritenuto o considerato fatti notori, circostanze riportate sui giornali, quello che voglio dire è che per loro nell'ambiente calcio, ciò che viene scritto dai giornali di settore diventa verità, ecco quindi che l'interesse che poteva avere Luciano Moggi nel capire quanto il contenuto di quell'intervista fosse reale, sentendosi rispondere risalivano addirittura molti anni prima ha interesse a dire al giocatore smentiscila, perché se no domani e i giorni a seguire mio figlio viene tormentato dalla stampa con argomenti che, come ne è un esempio questo processo, erano di estrema attualità.
l) Baldini
Prescritto. Non c’è riscontro solo lui che ha detto un sacco di bugie nel processo, che faceva le riunioni con Antonelli per prendere a parametro zero Baiocco che aveva ancora un anno di contratto, che si incontrava per i lunghi caffè con Auricchio e che quando sentiva qualcuno che si doveva lamentare per le invidie e le gelosie che nutriva nei confronti della Gea , li spediva a via inselci….
Insomma sempre lui che ha approfittato dell’ingenuità di Luciano Moggi in aula che era affianco a me e che quando il Baldini ha detto che non aveva mai visto il Maggiore Auricchio se non quella volta o al massimo un paio, L.M. ha sorriso e gli ha detto “ se non l’hai mai visto” . e Baldini furbissimamente ha attirato l’attenzione del Presidente che aveva coperta la visuale dall’Avv. Prioreschi per continuare con la sua manfrina: dicendo che L.M. gli faceva gesti minacciosi…
Io non voglio giustificare anche questi atteggiamenti di L.M. però ritengo che sia assolutamente comprensibile l’atteggiamento molto “ADIRATO” di chi per colpa di queste persone si trova senza lavoro, si trova ad aver rinunciato a ciò che aveva costruito con le capacità, di chi si trova imputato per associazione a delinquere.
Ma se questi sono i fatti per i quali siamo a processo, se tutto il polverone che si è alzato ha generato questo????
Ma veramente possiamo concedere a L.M. almeno di alterato con Baldini e Co.
m) Fresi
Altro esempio in cui il pubblico ministero si è sbagliato: viene contestato questo capo d’imputazione a Luciano Moggi che non solo non compare da nessuna parte, neanche come figura che aleggia alle spalle di Gallo che da quello che sembra proferisca la famosa frase se non vai a Perugia torni a giocare in montagna, ma il giocatore a domanda ha risposto che sono stati A.M. e P.G. addirittura pag. 99 della sua testimonianza 26 febbraio dice di non aver mai parlato con nessuno della dirigenza in relazione al trasferimento…. Quindi come Amoruso….sembra strano abbiamo sempre detto che L.M. era costretto a minacciare tutti per accettare i trasferimenti e qui addirittura vengono trasferiti senza che possano fare nulla, senza rifiutarsi!!!
Quindi deduco che A.M ad un certo punto diventa L.M. nel capo d’imputazione, ma l’associo ad un errore di distrazione.
Poi si scoprirà che non solo Fresi era contento di andare al Perugia, ma ha anche festeggiato con il povero Gallo, è stato invitato a casa, ma soprattutto Presidente io vorrei ritirare fuori un passaggio della trascrizione di Fresi pag. 101 che a mio avviso è importante sotto il profilo della violenza privata, cioè Lei ad un certo punto dopo aver sentito tutte le doglianze di Fresi che ha guadagnato miliardi in tutte le squadre e che è andato in causa con la Gea per le provvigioni e nonostante abbia perso il contenzioso non intende pagare, Lei chiede ma mi faccia capire lei per minaccia, intende che avrebbe dovuto accettare il trasferimento al Perugia sennò sarebbe rimasto lì alla Juventus senza giocare, anche se continuava a prendere lo stipendio? Ed il G. si. E Lei perfetto ho capito.
Quindi io credo che altre considerazioni sul punto data la domanda del Presidente, io non sia tenuto a fare, e sicuramente spunti di riflessione sulla questione giuridica in questione, lungi da me.
n) o) Boudiansky Zeytulaev
leggere pag. 19 delle trascrizioni di boudiansky che parla di tutti e tre i russi
punto primo: loro raccontano che al momento in cui si trovano alla Juventus per firmare il contratto A.M. gli dice passa alla Gea, passa alla Gea siamo un a società forte, avrai possibilità di venire in grosse squadre, sostanzialmente sponsorizza il suo operato.
Quando poi il pm passa a chiedergli delle pressioni da parte della Juventus, gli chiede ma quindi voi lo firmaste il contratto con la Juve ? e lui :no perché volevamo tornare in Russia, ed infatti siamo tornati in Russia poi però siamo andati alla Reggina.
Quindi leggere pag 19 “ quindi si sono state pressioni per farci rinnovare il contratto…. Il contratto è con la Juve, non c’entra niente la procura!! Ceravolo anche dopo si capisce, gli dice firmate con noi siamo forti siamo potenti, siamo la Juve!!!poi a peg 30 dello stesso verbale alle domande dell’avv. Verri improvvisamente sparisce anche Ceravolo, viene ricordato al giocatore che all’appuntamento al Concorde c’era Leonardi, perciò prima il giocatore dice no ma Ceravolo mi diceva di firmare con la Juve ma anche con la Gea, poi però si rende conto che forse non è così ed improvvisamente non c’era più Ceravolo.
Ma comunque non è questo che interessa me, personalmente quanto che come al solito, non si riesce a capire dove il PM ritiene che sia provato il collegamento Luciano Moggi – GEA, cioè ammesso e non concesso che Luciano Moggi avesse detto ai giocatori firmate con la Juve perché siamo forti siamo potenti, come si lega questo alla procura della Gea???
Io sinceramente anche in questo caso vedo tanti fantasmi senza un reale criterio di collegamento.
Russi – spontanee dichiarazioni di Moggi ( spiegare Rodella) legge 91, Trabucchi cerca di convincere i giocatori che avevano il contratto con la Juve che potevano andare via, e infatti vengono portati in giro per l’Italia a fare provini ma quando si accorgono che nessuno li prende ritornano alla Juve, questo lascia il tempo che trova nella sostanza, ma fa comprendere il senso delle riferite “minacce” si voleva convincere i giocatori a rimanere alla Juve….
GEA non c’entra nulla o quanto meno Luciano Moggi non si interessava a questo.
Frase di L:M: a Zeytulaev pag. 43 quando il giocatore gli chiede di poter tornare in Russia:
L.M. : "ti abbiamo cresciuto qui tre anni, se poi torni in Russia farai fatica a trovarti la squadra…."
È una minaccia????... anche perché subito dopo gli viene chiesto: come si concluse?
"No niente ne abbiamo parlato in maniera tranquilla e sono tornato a giocare coi miei compagni…"
Problemi come al solito di soldi: il Trabucchi aveva detto loro che gli avrebbero aumentato il contratto, e L.M. non aumenta il contratto, allora i giocatori visto che cambia la legge che non consente più di tesserare per 5 anni i minorenni da la possibilità a Trabucchi di intentare la causa contro la Juve ….
Che la juve vince visto che al tempo si poteva fare e quindi i giocatori iniziano a convincersi che dovevano andare a cercare fortuna altrove.
Pag. 45 Si è pentito delle scelte che ha fatto quando ha firmato con la Reggina?
No, alla fine ho fatto quello che volevo io sono tornato in Russia e poi sono andato alla Reggina non mi potevo pentire… allora contestazione, nella quale il PM gli dice di tutto e di più, che si ripensava alla frese di L.m. che se ne sarebbe pentito e il teste ah è vero ho detto quello, allora si lo ribadisco…. Allora aggiunge: allora io costretto a fare carriera in italia perché in russia non posso più andare, costretto a giocare in italia allora si pentito!!!
Cioè poveraccio ora fa il calciatore in Italia e deduco che visti i compensi che abbiamo sentito non so se in Russia percepiscono lo stesso o hanno più raziocinio, però poveraccio che poi Moggi è così potente che addirittura non lo fa più tornare neanche in Russia….
Nigmatullin c’è solo la testimonianza di Trabucchi manca il riscontro del giocatore
A questo punto Associazione.
Luciano Moggi, secondo la prospettazione del Pubblico Ministero è socio di fatto della GEA , lo si capisce dalle cravatte di Marinella, dalla deposizione del Maggiore Auricchio ma soprattutto dall’intervento di L.M. per la scelta dell’allenatore De Canio quando il presidente del Siena De Luca licenzia Simoni.
Benissimo allora noi ci riprendiamo le dichiarazioni di Perinetti Casoni che allora era il Direttore sportivo del Siena e lo abbiamo chiesto a Lui come è avvenuto l’episodio pag 158 P.C viene sentito il 31 marzo e spiega intanto i motivi per cui mandano via Simoni, stavano andando male, Simoni stava male fisicamente, non seguiva la squadra negli allenamenti.
Tanto per cominciare pag. 158 sempre scelta del Presidente De Luca l’allenatore Simoni.
In una giornata il presidente e P.C. si sentono e decidono di cambiare allenatore, allora P.C. dice al presidente chi c’è disponibile? E P.C. propone Reja Mondonico De Canio.
Il presidente dice il primo e il secondo non mi interessano sentiamo per De Canio.
Pag. 161 amicizia e rapporti con Moggi sia di P.C. che di De Luca, pag 163 164 si svolge la trattativa, a trattativa conclusa il presidente chiama L.M. che è di Monticiano Siena e gli dice o alla fine l’ho preso, certo l’ho pagato tanto speriamo bene!!!
Poi si va avanti e si chiede al teste ma dopo De Canio che cosa è successo? 1 anno e mezzo con De Canio poi la scelta è stata Beretta o Gasperini? Scelto Beretta, e Gasperini di chi è? GEA!!!! Dimostrazione che se L.M. interviene o se L.M. è socio di fatto della GEA ma allora lo fa sempre.
Testi a difesa: se è vero che ho trovato il metodo dell’imporre la procura sportiva di mio figlio ai miei giocatori, o ai presidenti con i quali ha stretto un rapporto amicale nel corso della mia carriera, o lo faccio sempre o non lo faccio mai.
Come con i giocatori, lo faccio con Baiocco o lo faccio con Del Piero, con Ibraimovic, con Nedved con Buffon..
lunedì, dicembre 01, 2008
INTERVISTA A PACO D'ONOFRIO
La parola alla difesa... di Moggi
Paco D'Onofrio
L'avvocato Paco D'Onofrio è docente di Diritto Sportivo presso l'Università di Bologna, titolare dell'omonimo studio legale ed autore di numerose pubblicazioni sulla materia, tra cui si segnalano il "Manuale operativo di diritto sportivo" Maggioli 2007, "Sport e giustizia", Maggioli 2005, nonchè la voce "Sport e diritto" in Enciclopedia dello sport, Treccani, 2003.
Attualmente è il difensore di Luciano Moggi nei processi sportivi, autore del ricorso che ha portato alla revoca della squalifica per Calciopoli-bis per l'ex direttore della Juve e del più recente ricorso perchè sia statuita l'improcedibilità anche per Calciopoli 1. Fa parte del collegio difensivo che si occupa della difesa di Luciano Moggi nei processi penali di Roma e Napoli.
L'avvocato D'Onofrio ci ha gentilmente concesso questa intervista.
I PROCESSI SPORTIVI.
1. Avvocato, due anni e passa per riconoscere un elementare principio di diritto come l'ingiudicabilità di un soggetto non più tesserato per la FIGC e quindi al di fuori dell'ordinamento sportivo. La sentenza d'appello per calciopoli-bis finalmente rende giustizia. Ma com'è stato possibile ignorare un'obiezione tanto semplice e motivata per tutto questo tempo?
Nel sistema della giustizia sportiva ci sono norme volutamente lacunose, nonostante le tante riforme annunciate come risolutive. Talvolta si registrano vere e proprie violazioni dei più elementari principi di rango costituzionale, come nel caso di Moggi: si voleva giudicare e condannare a prescindere dalla presenza dei presupposti per poter agire.
2. Calciopoli-bis: la prima sentenza, invece, quella della pena in continuità per Moggi. Ci può raccontare di "quel pomeriggio di un giorno da cani" in cui le difese degli imputati abbandonarono in massa l'aula. Cosa successe?
Dopo avere discusso in aula e dopo aver illustrato, nel disinteresse totale dei giudici (uno mentre argomentavo rideva e quando gli ho formulato l'invito a cessare quel comportamento mi ha risposto che rideva per altri motivi!), i miei argomenti difensivi, la Commissione Nazionale Disciplinare si è chiusa in camera di consiglio per 4 ore, lasciando noi avvocati per strada con 35° gradi senza sapere quando saremmo potuti rientrare, mentre tutti i rappresentanti della Procura Federale si accomodavano nei loro freschi uffici, dove sarebbero rimasti fino a un minuto prima (veggenti?) di tornare in aula. Tuttavia, durante quelle ore, un impiegato della Procura, violando la segretezza della camera di consiglio, è entrato con un foglio in mano e dopo qualche minuto ne è uscito senza. Al ritorno in aula ho chiesto al Presidente di spiegare il gravissimo episodio e mi è stato risposto che la domanda era irrituale e che non mi avrebbe fornito alcuna spiegazione. Era davvero troppo, poiché in gioco c'era la dignità professionale degli avvocati e quella personale dei deferiti. Ho abbandonato l'aula per protesta seguito da tutti gli altri colleghi e dai deferiti presenti. Hanno continuato l'udienza in una situazione paradossale.
3. La questione delle doppie cariche all'interno della giustizia sportiva e degli organi giurisdizionalmente preposti a revisionarne le sentenze, come Tar del Lazio e Consiglio di Stato. C'è un collegamento con il fatto che i ricorsi alle decisioni FIGC hanno una media di successi spaventosamente inferiore a qualsiasi altro ambito?
Voglio sperare che non sia così. Certo non capisco come mai si sia impedito ai giudici civili e penali di ricoprire cariche federali, mentre resti consentito a quelli amministrativi che poi saranno deputati a decidere sugli eventuali ricorsi amministrativi avverso le decisioni sportive alle quali hanno partecipato. Qual è la logica?
4. Quando è prevista la discussione del ricorso al Consiglio di Stato e quante possibilità ci sono, fatte queste premesse, che venga accolto? Quali saranno i futuri passi nel caso venga rigettato?
Stiamo in attesa della fissazione, ma nutriamo poche speranze. Stiamo valutando di ricorrere alla Corte di Giustizia Europea.
5. Il ricorso al Consiglio di Stato verterà solamente sull'improcedibilità o ci sarà dell'altro? Ad esempio, nella sua opinione, Guido Rossi aveva davvero il "potere" di cassare un grado di giudizio, cioè la Disciplinare?
Dovrebbe vertere su tutto, ma i giudici amministrativi considerano quegli aspetti come "merito amministrativo" e dunque insindacabile!
6. Sempre Guido Rossi: come valuta la decisione (imputata da lui ai "saggi") di assegnare lo scudetto scucito dalle nostre maglie all'Inter dal punto di vista legale e dei regolamenti? E come, dal punto di vista etico ed estetico, invece, il comportamento di Moratti che questo scudetto ha accettato?
Nessuna norma prevede e prevedeva questa eventualità ed è stato un atto che non ha alcun fondamento giuridico, anche perchè non c'erano addebiti ascritti per quella stagione sportiva, cioè calciopoli, processualmente, si fermava all'anno precedente. Lascio a voi ogni considerazione etico-morale.
7. Il nuovo Codice di Giustizia Sportiva: davvero un baluardo efficace contro gli illeciti? O invece si dovrebbe procedere con più severità in materia di illeciti amministrativi?
Le norme ora sono più rigorose e le sanzioni più gravi. Ma adesso, non quando si è celebrato calciopoli; l'assurdo è stato che prima si è condannato un comportamento e poi è stata redatta la norma incriminatrice. Solo oggi è illecito parlare con un designatore, all'epoca non era previsto come illecito ed infatti per motivi leciti tutti conversavano, ma a pagare sono stati solo Moggi e la Juventus.
8. A proposito di illeciti amministrativi, il prof. Tito Boeri, con riferimento ai bilanci delle società di calcio, ha parlato nella propria ricerca di "illeciti tollerati" da parte del sistema. Conferma che sull'argomento bilanci l'atteggiamento della giustizia sportiva sia così tollerante? Quale la motivazione?
Sì lo confermo e credo che sia un atteggiamento salvifico del sistema, altrimenti i campionati vedrebbero competere solo 5 o 6 squadre. Però occorre uniformità, non sempre dimostrata, come quando si è fatto passare per mero errore contabile quanto emerso a carico dell'Inter e non si è appurato che forse non si sarebbe potuta iscrivere al campionato poi assegnatole a tavolino.
9. La stampa ha riportato l'irritazione di Abete per il vuoto legislativo che ha impedito l'ulteriore condanna di Moggi. Il presidente ignora completamente le basi del diritto o che altro? Non le sembra davvero il colmo?
E' la prova che il Palazzo ha logiche ed interessi diversi dall'applicazione giusta e corretta delle norme vigenti.
JUVENTUS
10. Abbiamo avuto modo di ascoltare le sue perplessità sul comportamento difensivo della Juventus. Dal principio: se lei fosse stato al posto di Zaccone quale difensore della Juventus durante il processo sportivo, che strategia difensiva avrebbe adottato?
Certo che rimettersi passivamente al "buon cuore" dei giudici sportivi non mi sembra una strategia difensiva molto efficace, tuttavia, temo che le indicazioni della Juventus (rinuncia ad una difesa oppositiva) siano state in tal senso, purtroppo.
11. Mettiamo un attimo da parte Luciano Moggi. Anche ammettendo le responsabilità ascritte ai dirigenti deferiti, il Codice di Giustizia Sportiva allora vigente è stato applicato in maniera corretta? Cioè, la molteplicità di sanzioni inflitte alla Juventus era possibile pur in presenza di quei fatti?
Tecnicamente sì, ma quel rigore sanzionatorio senza prove certe non era mai stato il criterio seguito dalla FIGC. Nel famoso caso Recoba, si chiese un parere all'allora Presidente Emerito della Corte Costituzionale, Caianiello, il quale suggerì un atteggiamento moderato verso il calciatore e la società, perchè se poi in sede penale le responsabilità non fossero state dimostrate, allora la FIGC si sarebbe esposta ad un'azione risarcitoria.
12. Il famoso ricorso al TAR ritirato: aveva buone probabilità di essere accettato o il Tar del Lazio è un muro di gomma?
Non buone, ma certe! La sospensiva sarebbe stata certamente accolta e il campionato di calcio non avrebbe potuto avere inizio. Invece di difendere la storia sportiva della società e la dignità di milioni di tifosi, la nuova dirigenza ha preferito non recare danno alla Federazione!
13. Cosa ne pensa della decisione della FIGC di utilizzare il pugno duro con la Juventus nello scandalo di Calciopoli, prima di una sentenza della giustizia ordinaria, quando la linea guida da passaportopoli a bilanciopoli, è sempre stata quella di attendere tali sentenze, in questo modo graziando Inter, Lazio, Roma?
Come ho già detto nei casi citati, non c'è stata coerenza ed uniformità. Ecco perchè vogliamo che le Istituzioni europee si esprimano su quanto accaduto.
14. Quale opinione si è fatto della linea adottata dalla proprietà juventina durante il primo processo sportivo, dove ha praticamente patteggiato la pena senza neppure provare a difendersi, scaricando di fatto i due ex dirigenti, e nel processo penale odierno, dove di fatto non si è costituita parte civile? Contraddittoria o machiavellica?
Temo che non ci sia stata superficialità o contraddittorietà, ma che quelle decisioni derivino da scelte ben precise. Difendersi avrebbe significato, in fondo, difendere anche Moggi e Giraudo.
GEA E DINTORNI.
15. Dall'inizio delle udienze, la stampa ha riportato ripetutamente la notizia di testimoni verso i quali il pm, vedendo smentita l'ipotesi accusatoria, ha ventilato l'incriminazione per reticenza o calunnia. Ad oggi, tale ipotesi ha davvero avuto un seguito nei fatti o si è trattato solo di speculazione giornalistica?
No, stanno procedendo, ma non credo che arrivino a nulla. Sono atti dovuti, al momento.
16. Anche Franco Baldini è sembrato cadere in palese contraddizione, quando ha dapprima sostenuto di non conoscere Auricchio: non vige l'obbligatorietà dell'azione penale in questo caso?
Si certo, ha ragione. Diranno, tuttavia, che si è trattato di un errore, di una svista, di una incolpevole dimenticanza.
17. A leggere i titoli dei giornali Moggi è un criminale alla sbarra, a leggere le deposizioni dei testimoni il tutto sembra più una grande bolla di sapone. Ci dica la verità, avvocato, ma qualche giornalista è mai venuto a cercarla per sapere come la pensava la difesa?
Nessuno, mai. Ho sempre, io, cercato di far capire l'esatta consistenza di quanto emergeva e, sinceramente, i giornalisti che hanno avuto la pazienza di ascoltarmi, ora mi chiamano per pubblicare le notizie vere e certe, facendo giornalismo utile. Pochi, purtroppo!
18. Nei salotti televisivi, per qualsiasi caso di cronaca, si dipinge il grande scontro tra innocentisti e colpevolisti: commedia delle parti, ma la difesa c'è sempre. Abbiamo conosciuto a fondo gli avvocati difensori della Franzoni, mentre lei non si è mai visto. Come disse Enzo Biagi, Luciano Moggi è il cattivo da dare in pasto al popolino. Per quale ragione?
Ovvio, le sentenze mediatiche, quelle cioè decise nelle redazioni, sono state scritte nell'estate del 2006, dopo la vittoria del mondiale e con un Governo nuovo, insediatosi tra mille difficoltà. La gente non ha avuto tempo e voglia di capire, ha accettato acriticamente i titoli di certi giornali e così il caso si è chiuso per tutti. Ora, che le verità lentamente stanno emergendo, ci rispondono che nessuno ha più interesse, la verità vera su Moggi e sulla Juventus non fa più audience! Se si permettesse di spiegare alle persone cosa effettivamente sia successo, forse molti, troppi, tremerebbero.
19. Sui principali quotidiani nazionali appaiono spesso articoli apertamente diffamatori nei confronti di Moggi e della Juve del periodo Triade. Avete mai querelato?
Sì, certo, ma le sentenze arriveranno tra anni. E poi crede davvero che se i giudici accerteranno il carattere diffamatorio di certe espressioni, qualcuno pubblicherà la notizia?
NAPOLI.
20. Lei è a conoscenza dell'indagine conoscitiva sul fenomeno delle intercettazioni svolta dalla Commissione Giustizia il 14 Settembre 2006 con la presenza dei parlamentari Casson, Manzione, D'Ambrosio e l'allora Capo Ufficio Indagini FIGC Borrelli? Che idea si è fatto delle divergenze di comportamenti tra Procure allora interessate e cosa altro l'ha colpita?
In assenza di una legge che disciplini con esattezza modalità di acquisizione e di impiego processuale delle intercettazioni, ci saranno sempre interpretazioni e quindi scelte difformi. Mi chiedo solo come mai nel caso di Moggi, dinanzi a scelte alternative, si opti sempre e comunque per quella più rigorosa.
21. Lei ha parlato di intercettazioni illecitamente acquisite, come è arrivato a questa conclusione?
Irregolari direi, cioè abbiamo molte perplessità su alcuni decreti che le hanno autorizzate, in quanto manchevoli di alcuni requisiti formali.
22. Sarà possibile, in fase dibattimentale, contestare la bontà delle intercettazioni o chiederne perizie?
Sì certo, alcuni colleghi hanno svolto un lavoro egregio e ci aspettiamo che i giudici possano condividerlo.
23. Con l'archiviazione per Carraro e Ghirelli, la Cupola tratteggiata dagli inquirenti perde la sua raison d'etre, o soltanto un tassello?
Mi sono sempre chiesto: ma visto che da ultimo, l'unico responsabile resta sempre e solo Moggi, ma allora con chi parlava ed ordiva trame minacciose per il Paese? Mah!
24. I pm Beatrice e Narducci hanno arditamente paragonato la presunta struttura associativa a quella della P2 e della mafia. Hanno travalicato il buon senso o il proprio ruolo?
Direi entrambi, sia per l'inopportunità dell'affermazione che per la sua infondatezza tecnica.
25. Il secondo giro di intercettazioni su Moggi. Nessun reato, nè ipotesi di reato trovata. L'autorizzazione a intercettare ottenuta grazie alla deposizione di Armando Carbone. Le è venuto il dubbio che si volesse dimostrare un'improbabile reiterazione del presunto reato, per ottenere la custodia cautelare?
Sì, ho avuto quel dubbio come molti altri, ma per ora non dobbiamo commettere l'errore di farci attrarre dalle possibili intenzioni e lavorare sulle prove (poche e scarse) prodotte a carico di Moggi.
26. Il primo giro di intercettazioni nasce invece dalle deposizioni di Dal Cin, per altro screditato dallo stesso Carbone e da successive indagini giudiziarie. Il testimone stesso le definisce un resoconto di voci che circolano nell'ambiente. E' abbastanza per mettere in moto intercettazioni a tappeto, per altro chiaramente in carenza di competenza territoriale?
Tecnicamente no, è ovvio, ma probabilmente si cercava solo un mero appiglio per procedere.
27. In caso di assoluzione di Luciano Moggi e Antonio Giraudo in sede di giustizia ordinaria, la Juventus potrebbe richiedere la revisione delle pene inflitte nell'ambito del processo sportivo finanche la restituzione degli scudetti revocati?
La Juventus potrebbe procedere, ne avrebbe gli strumenti giuridici, ma temo che resterà pervicacemente coerente con la propria decisione: la nuova Juventus nasce dalle ceneri di calciopoli e, dunque, ciò che è stato resti tale. Dovremo arrenderci a questa triste conclusione, anche perchè come legale di Moggi non posso certo sostituirmi alla società, anche se quotidianamente ricevo richieste in tal senso da tifosi o semplici cittadini che amano la giustizia ed il rispetto per la verità.
28. Ribaltiamo i termini della questione: riguardo al rapporto che intercorre tra le accuse mosse a Moggi e le disgrazie juventine, è giuridicamente sensato sostenere la tesi secondo cui un Moggi riconosciuto colpevole a Napoli non implica necessariamente la certificazione dell'esistenza di frodi sportive pro-Juve nel campionato 2004-05? Insomma, Moggi colpevole e Juve "sul campo" innocente può avere senso?
Sì, certo! Ovviamente ragioniamo per assurdo, nel senso che Moggi è assolutamente innocente oppure è colpevole come Facchetti, Galliani ecc.. poichè tutti parlavano con i designatori e non c'è nemmeno un'intercettazione nella quale si chiede un favore alla Juventus! La Juventus, comunque, rinuncerebbe a difendersi.
29. Calciopoli, Vallettopoli, scalate bancarie varie: come giudica questo susseguirsi di scandali propagatisi tramite intercettazioni telefoniche e che finora non hanno portato ad alcuna condanna definitiva ma hanno escluso dal proprio mondo i protagonisti delle vicende?
Sono fenomeni sociali e giudiziari diversi per natura, origine ed ambito. Io non conosco processualmente gli altri, considero solo che alcune decisioni per ora solo parziali (come la giustizia sportiva) hanno intanto, e frettolosamente, stravolto la vita di molte persone.
30. Il prossimo gennaio inizia il processo di Napoli. Sa se è stata richiesta l'autorizzazione per la ripresa televisiva o la trasmissione radiofonica delle udienze? Fosse per lei, l'accorderebbe?
Sì, perchè i cittadini, che con le loro tasse pagano gli stipendi di quei magistrati e le fatture delle società che hanno eseguito le intercettazioni, hanno il diritto-dovere di conoscere direttamente, senza il tramite dei giornalisti, come effettivamente siano andate le cose.
L'ANNULLAMENTO DI CALCIOPOLI
31. Lo scorso 25 novembre Luciano Moggi ha presentato ricorso alla Corte di Giustizia Federale chiedendo l'annullamento della sentenza dell'estate 2006. Riguardo al modo in cui la stampa ha trattato oggi la notizia, ritiene di aver qualcosa da aggiungere o rettificare?
Sì, nel senso che non è un modo truffaldino, un "cavillo" per rientrare nel calcio da parte di Luciano Moggi, quanto semplicemente la richiesta di applicare con coerenza principi di rango costituzionale.
32. Perché è stato possibile un ulteriore ricorso su Calciopoli 1? L'iter sportivo non era concluso?
No, già in Calciopoli 1 Moggi non doveva essere giudicato, perché si era dimesso ed, invece, la FIGC e Palazzi hanno deciso, consapevolmente, di continuare a violare le leggi pur di sanzionare Moggi.
33. Dal momento che la Corte, per Calciopoli 2, si è espressa già favorevolmente all'improcedibilità, non dovrebbe poter cambiare giudizio. O ci sbagliamo? Insomma, pensa che il ricorso possa davvero "far tremare" il palazzo del calcio, o è solo parte di una strategia per ottenere risultati più a lungo termine, in altri tribunali?
Il principio non ammette deroghe e deve essere applicato. Certo che chi, in FIGC, voleva Moggi al patibolo oggi non vivrà giorni sereni.
34. Se questo ulteriore ricorso andasse a buon fine, per rientrare nell'ordinamento Moggi dovrà essere sottoposto di nuovo a giudizio. Ma con quale codice sarà giudicato e con quali garanzie?
Non abbiamo ancora individuato una strategia successiva, per ora mi sono concentrato sulla questione imminente: a Moggi devono annullare tutte le squalifiche perchè illegittime.
Clicca qui per leggere l'intervista dal sito
Fonte: www.ju29ro.com
Paco D'Onofrio
L'avvocato Paco D'Onofrio è docente di Diritto Sportivo presso l'Università di Bologna, titolare dell'omonimo studio legale ed autore di numerose pubblicazioni sulla materia, tra cui si segnalano il "Manuale operativo di diritto sportivo" Maggioli 2007, "Sport e giustizia", Maggioli 2005, nonchè la voce "Sport e diritto" in Enciclopedia dello sport, Treccani, 2003.
Attualmente è il difensore di Luciano Moggi nei processi sportivi, autore del ricorso che ha portato alla revoca della squalifica per Calciopoli-bis per l'ex direttore della Juve e del più recente ricorso perchè sia statuita l'improcedibilità anche per Calciopoli 1. Fa parte del collegio difensivo che si occupa della difesa di Luciano Moggi nei processi penali di Roma e Napoli.
L'avvocato D'Onofrio ci ha gentilmente concesso questa intervista.
I PROCESSI SPORTIVI.
1. Avvocato, due anni e passa per riconoscere un elementare principio di diritto come l'ingiudicabilità di un soggetto non più tesserato per la FIGC e quindi al di fuori dell'ordinamento sportivo. La sentenza d'appello per calciopoli-bis finalmente rende giustizia. Ma com'è stato possibile ignorare un'obiezione tanto semplice e motivata per tutto questo tempo?
Nel sistema della giustizia sportiva ci sono norme volutamente lacunose, nonostante le tante riforme annunciate come risolutive. Talvolta si registrano vere e proprie violazioni dei più elementari principi di rango costituzionale, come nel caso di Moggi: si voleva giudicare e condannare a prescindere dalla presenza dei presupposti per poter agire.
2. Calciopoli-bis: la prima sentenza, invece, quella della pena in continuità per Moggi. Ci può raccontare di "quel pomeriggio di un giorno da cani" in cui le difese degli imputati abbandonarono in massa l'aula. Cosa successe?
Dopo avere discusso in aula e dopo aver illustrato, nel disinteresse totale dei giudici (uno mentre argomentavo rideva e quando gli ho formulato l'invito a cessare quel comportamento mi ha risposto che rideva per altri motivi!), i miei argomenti difensivi, la Commissione Nazionale Disciplinare si è chiusa in camera di consiglio per 4 ore, lasciando noi avvocati per strada con 35° gradi senza sapere quando saremmo potuti rientrare, mentre tutti i rappresentanti della Procura Federale si accomodavano nei loro freschi uffici, dove sarebbero rimasti fino a un minuto prima (veggenti?) di tornare in aula. Tuttavia, durante quelle ore, un impiegato della Procura, violando la segretezza della camera di consiglio, è entrato con un foglio in mano e dopo qualche minuto ne è uscito senza. Al ritorno in aula ho chiesto al Presidente di spiegare il gravissimo episodio e mi è stato risposto che la domanda era irrituale e che non mi avrebbe fornito alcuna spiegazione. Era davvero troppo, poiché in gioco c'era la dignità professionale degli avvocati e quella personale dei deferiti. Ho abbandonato l'aula per protesta seguito da tutti gli altri colleghi e dai deferiti presenti. Hanno continuato l'udienza in una situazione paradossale.
3. La questione delle doppie cariche all'interno della giustizia sportiva e degli organi giurisdizionalmente preposti a revisionarne le sentenze, come Tar del Lazio e Consiglio di Stato. C'è un collegamento con il fatto che i ricorsi alle decisioni FIGC hanno una media di successi spaventosamente inferiore a qualsiasi altro ambito?
Voglio sperare che non sia così. Certo non capisco come mai si sia impedito ai giudici civili e penali di ricoprire cariche federali, mentre resti consentito a quelli amministrativi che poi saranno deputati a decidere sugli eventuali ricorsi amministrativi avverso le decisioni sportive alle quali hanno partecipato. Qual è la logica?
4. Quando è prevista la discussione del ricorso al Consiglio di Stato e quante possibilità ci sono, fatte queste premesse, che venga accolto? Quali saranno i futuri passi nel caso venga rigettato?
Stiamo in attesa della fissazione, ma nutriamo poche speranze. Stiamo valutando di ricorrere alla Corte di Giustizia Europea.
5. Il ricorso al Consiglio di Stato verterà solamente sull'improcedibilità o ci sarà dell'altro? Ad esempio, nella sua opinione, Guido Rossi aveva davvero il "potere" di cassare un grado di giudizio, cioè la Disciplinare?
Dovrebbe vertere su tutto, ma i giudici amministrativi considerano quegli aspetti come "merito amministrativo" e dunque insindacabile!
6. Sempre Guido Rossi: come valuta la decisione (imputata da lui ai "saggi") di assegnare lo scudetto scucito dalle nostre maglie all'Inter dal punto di vista legale e dei regolamenti? E come, dal punto di vista etico ed estetico, invece, il comportamento di Moratti che questo scudetto ha accettato?
Nessuna norma prevede e prevedeva questa eventualità ed è stato un atto che non ha alcun fondamento giuridico, anche perchè non c'erano addebiti ascritti per quella stagione sportiva, cioè calciopoli, processualmente, si fermava all'anno precedente. Lascio a voi ogni considerazione etico-morale.
7. Il nuovo Codice di Giustizia Sportiva: davvero un baluardo efficace contro gli illeciti? O invece si dovrebbe procedere con più severità in materia di illeciti amministrativi?
Le norme ora sono più rigorose e le sanzioni più gravi. Ma adesso, non quando si è celebrato calciopoli; l'assurdo è stato che prima si è condannato un comportamento e poi è stata redatta la norma incriminatrice. Solo oggi è illecito parlare con un designatore, all'epoca non era previsto come illecito ed infatti per motivi leciti tutti conversavano, ma a pagare sono stati solo Moggi e la Juventus.
8. A proposito di illeciti amministrativi, il prof. Tito Boeri, con riferimento ai bilanci delle società di calcio, ha parlato nella propria ricerca di "illeciti tollerati" da parte del sistema. Conferma che sull'argomento bilanci l'atteggiamento della giustizia sportiva sia così tollerante? Quale la motivazione?
Sì lo confermo e credo che sia un atteggiamento salvifico del sistema, altrimenti i campionati vedrebbero competere solo 5 o 6 squadre. Però occorre uniformità, non sempre dimostrata, come quando si è fatto passare per mero errore contabile quanto emerso a carico dell'Inter e non si è appurato che forse non si sarebbe potuta iscrivere al campionato poi assegnatole a tavolino.
9. La stampa ha riportato l'irritazione di Abete per il vuoto legislativo che ha impedito l'ulteriore condanna di Moggi. Il presidente ignora completamente le basi del diritto o che altro? Non le sembra davvero il colmo?
E' la prova che il Palazzo ha logiche ed interessi diversi dall'applicazione giusta e corretta delle norme vigenti.
JUVENTUS
10. Abbiamo avuto modo di ascoltare le sue perplessità sul comportamento difensivo della Juventus. Dal principio: se lei fosse stato al posto di Zaccone quale difensore della Juventus durante il processo sportivo, che strategia difensiva avrebbe adottato?
Certo che rimettersi passivamente al "buon cuore" dei giudici sportivi non mi sembra una strategia difensiva molto efficace, tuttavia, temo che le indicazioni della Juventus (rinuncia ad una difesa oppositiva) siano state in tal senso, purtroppo.
11. Mettiamo un attimo da parte Luciano Moggi. Anche ammettendo le responsabilità ascritte ai dirigenti deferiti, il Codice di Giustizia Sportiva allora vigente è stato applicato in maniera corretta? Cioè, la molteplicità di sanzioni inflitte alla Juventus era possibile pur in presenza di quei fatti?
Tecnicamente sì, ma quel rigore sanzionatorio senza prove certe non era mai stato il criterio seguito dalla FIGC. Nel famoso caso Recoba, si chiese un parere all'allora Presidente Emerito della Corte Costituzionale, Caianiello, il quale suggerì un atteggiamento moderato verso il calciatore e la società, perchè se poi in sede penale le responsabilità non fossero state dimostrate, allora la FIGC si sarebbe esposta ad un'azione risarcitoria.
12. Il famoso ricorso al TAR ritirato: aveva buone probabilità di essere accettato o il Tar del Lazio è un muro di gomma?
Non buone, ma certe! La sospensiva sarebbe stata certamente accolta e il campionato di calcio non avrebbe potuto avere inizio. Invece di difendere la storia sportiva della società e la dignità di milioni di tifosi, la nuova dirigenza ha preferito non recare danno alla Federazione!
13. Cosa ne pensa della decisione della FIGC di utilizzare il pugno duro con la Juventus nello scandalo di Calciopoli, prima di una sentenza della giustizia ordinaria, quando la linea guida da passaportopoli a bilanciopoli, è sempre stata quella di attendere tali sentenze, in questo modo graziando Inter, Lazio, Roma?
Come ho già detto nei casi citati, non c'è stata coerenza ed uniformità. Ecco perchè vogliamo che le Istituzioni europee si esprimano su quanto accaduto.
14. Quale opinione si è fatto della linea adottata dalla proprietà juventina durante il primo processo sportivo, dove ha praticamente patteggiato la pena senza neppure provare a difendersi, scaricando di fatto i due ex dirigenti, e nel processo penale odierno, dove di fatto non si è costituita parte civile? Contraddittoria o machiavellica?
Temo che non ci sia stata superficialità o contraddittorietà, ma che quelle decisioni derivino da scelte ben precise. Difendersi avrebbe significato, in fondo, difendere anche Moggi e Giraudo.
GEA E DINTORNI.
15. Dall'inizio delle udienze, la stampa ha riportato ripetutamente la notizia di testimoni verso i quali il pm, vedendo smentita l'ipotesi accusatoria, ha ventilato l'incriminazione per reticenza o calunnia. Ad oggi, tale ipotesi ha davvero avuto un seguito nei fatti o si è trattato solo di speculazione giornalistica?
No, stanno procedendo, ma non credo che arrivino a nulla. Sono atti dovuti, al momento.
16. Anche Franco Baldini è sembrato cadere in palese contraddizione, quando ha dapprima sostenuto di non conoscere Auricchio: non vige l'obbligatorietà dell'azione penale in questo caso?
Si certo, ha ragione. Diranno, tuttavia, che si è trattato di un errore, di una svista, di una incolpevole dimenticanza.
17. A leggere i titoli dei giornali Moggi è un criminale alla sbarra, a leggere le deposizioni dei testimoni il tutto sembra più una grande bolla di sapone. Ci dica la verità, avvocato, ma qualche giornalista è mai venuto a cercarla per sapere come la pensava la difesa?
Nessuno, mai. Ho sempre, io, cercato di far capire l'esatta consistenza di quanto emergeva e, sinceramente, i giornalisti che hanno avuto la pazienza di ascoltarmi, ora mi chiamano per pubblicare le notizie vere e certe, facendo giornalismo utile. Pochi, purtroppo!
18. Nei salotti televisivi, per qualsiasi caso di cronaca, si dipinge il grande scontro tra innocentisti e colpevolisti: commedia delle parti, ma la difesa c'è sempre. Abbiamo conosciuto a fondo gli avvocati difensori della Franzoni, mentre lei non si è mai visto. Come disse Enzo Biagi, Luciano Moggi è il cattivo da dare in pasto al popolino. Per quale ragione?
Ovvio, le sentenze mediatiche, quelle cioè decise nelle redazioni, sono state scritte nell'estate del 2006, dopo la vittoria del mondiale e con un Governo nuovo, insediatosi tra mille difficoltà. La gente non ha avuto tempo e voglia di capire, ha accettato acriticamente i titoli di certi giornali e così il caso si è chiuso per tutti. Ora, che le verità lentamente stanno emergendo, ci rispondono che nessuno ha più interesse, la verità vera su Moggi e sulla Juventus non fa più audience! Se si permettesse di spiegare alle persone cosa effettivamente sia successo, forse molti, troppi, tremerebbero.
19. Sui principali quotidiani nazionali appaiono spesso articoli apertamente diffamatori nei confronti di Moggi e della Juve del periodo Triade. Avete mai querelato?
Sì, certo, ma le sentenze arriveranno tra anni. E poi crede davvero che se i giudici accerteranno il carattere diffamatorio di certe espressioni, qualcuno pubblicherà la notizia?
NAPOLI.
20. Lei è a conoscenza dell'indagine conoscitiva sul fenomeno delle intercettazioni svolta dalla Commissione Giustizia il 14 Settembre 2006 con la presenza dei parlamentari Casson, Manzione, D'Ambrosio e l'allora Capo Ufficio Indagini FIGC Borrelli? Che idea si è fatto delle divergenze di comportamenti tra Procure allora interessate e cosa altro l'ha colpita?
In assenza di una legge che disciplini con esattezza modalità di acquisizione e di impiego processuale delle intercettazioni, ci saranno sempre interpretazioni e quindi scelte difformi. Mi chiedo solo come mai nel caso di Moggi, dinanzi a scelte alternative, si opti sempre e comunque per quella più rigorosa.
21. Lei ha parlato di intercettazioni illecitamente acquisite, come è arrivato a questa conclusione?
Irregolari direi, cioè abbiamo molte perplessità su alcuni decreti che le hanno autorizzate, in quanto manchevoli di alcuni requisiti formali.
22. Sarà possibile, in fase dibattimentale, contestare la bontà delle intercettazioni o chiederne perizie?
Sì certo, alcuni colleghi hanno svolto un lavoro egregio e ci aspettiamo che i giudici possano condividerlo.
23. Con l'archiviazione per Carraro e Ghirelli, la Cupola tratteggiata dagli inquirenti perde la sua raison d'etre, o soltanto un tassello?
Mi sono sempre chiesto: ma visto che da ultimo, l'unico responsabile resta sempre e solo Moggi, ma allora con chi parlava ed ordiva trame minacciose per il Paese? Mah!
24. I pm Beatrice e Narducci hanno arditamente paragonato la presunta struttura associativa a quella della P2 e della mafia. Hanno travalicato il buon senso o il proprio ruolo?
Direi entrambi, sia per l'inopportunità dell'affermazione che per la sua infondatezza tecnica.
25. Il secondo giro di intercettazioni su Moggi. Nessun reato, nè ipotesi di reato trovata. L'autorizzazione a intercettare ottenuta grazie alla deposizione di Armando Carbone. Le è venuto il dubbio che si volesse dimostrare un'improbabile reiterazione del presunto reato, per ottenere la custodia cautelare?
Sì, ho avuto quel dubbio come molti altri, ma per ora non dobbiamo commettere l'errore di farci attrarre dalle possibili intenzioni e lavorare sulle prove (poche e scarse) prodotte a carico di Moggi.
26. Il primo giro di intercettazioni nasce invece dalle deposizioni di Dal Cin, per altro screditato dallo stesso Carbone e da successive indagini giudiziarie. Il testimone stesso le definisce un resoconto di voci che circolano nell'ambiente. E' abbastanza per mettere in moto intercettazioni a tappeto, per altro chiaramente in carenza di competenza territoriale?
Tecnicamente no, è ovvio, ma probabilmente si cercava solo un mero appiglio per procedere.
27. In caso di assoluzione di Luciano Moggi e Antonio Giraudo in sede di giustizia ordinaria, la Juventus potrebbe richiedere la revisione delle pene inflitte nell'ambito del processo sportivo finanche la restituzione degli scudetti revocati?
La Juventus potrebbe procedere, ne avrebbe gli strumenti giuridici, ma temo che resterà pervicacemente coerente con la propria decisione: la nuova Juventus nasce dalle ceneri di calciopoli e, dunque, ciò che è stato resti tale. Dovremo arrenderci a questa triste conclusione, anche perchè come legale di Moggi non posso certo sostituirmi alla società, anche se quotidianamente ricevo richieste in tal senso da tifosi o semplici cittadini che amano la giustizia ed il rispetto per la verità.
28. Ribaltiamo i termini della questione: riguardo al rapporto che intercorre tra le accuse mosse a Moggi e le disgrazie juventine, è giuridicamente sensato sostenere la tesi secondo cui un Moggi riconosciuto colpevole a Napoli non implica necessariamente la certificazione dell'esistenza di frodi sportive pro-Juve nel campionato 2004-05? Insomma, Moggi colpevole e Juve "sul campo" innocente può avere senso?
Sì, certo! Ovviamente ragioniamo per assurdo, nel senso che Moggi è assolutamente innocente oppure è colpevole come Facchetti, Galliani ecc.. poichè tutti parlavano con i designatori e non c'è nemmeno un'intercettazione nella quale si chiede un favore alla Juventus! La Juventus, comunque, rinuncerebbe a difendersi.
29. Calciopoli, Vallettopoli, scalate bancarie varie: come giudica questo susseguirsi di scandali propagatisi tramite intercettazioni telefoniche e che finora non hanno portato ad alcuna condanna definitiva ma hanno escluso dal proprio mondo i protagonisti delle vicende?
Sono fenomeni sociali e giudiziari diversi per natura, origine ed ambito. Io non conosco processualmente gli altri, considero solo che alcune decisioni per ora solo parziali (come la giustizia sportiva) hanno intanto, e frettolosamente, stravolto la vita di molte persone.
30. Il prossimo gennaio inizia il processo di Napoli. Sa se è stata richiesta l'autorizzazione per la ripresa televisiva o la trasmissione radiofonica delle udienze? Fosse per lei, l'accorderebbe?
Sì, perchè i cittadini, che con le loro tasse pagano gli stipendi di quei magistrati e le fatture delle società che hanno eseguito le intercettazioni, hanno il diritto-dovere di conoscere direttamente, senza il tramite dei giornalisti, come effettivamente siano andate le cose.
L'ANNULLAMENTO DI CALCIOPOLI
31. Lo scorso 25 novembre Luciano Moggi ha presentato ricorso alla Corte di Giustizia Federale chiedendo l'annullamento della sentenza dell'estate 2006. Riguardo al modo in cui la stampa ha trattato oggi la notizia, ritiene di aver qualcosa da aggiungere o rettificare?
Sì, nel senso che non è un modo truffaldino, un "cavillo" per rientrare nel calcio da parte di Luciano Moggi, quanto semplicemente la richiesta di applicare con coerenza principi di rango costituzionale.
32. Perché è stato possibile un ulteriore ricorso su Calciopoli 1? L'iter sportivo non era concluso?
No, già in Calciopoli 1 Moggi non doveva essere giudicato, perché si era dimesso ed, invece, la FIGC e Palazzi hanno deciso, consapevolmente, di continuare a violare le leggi pur di sanzionare Moggi.
33. Dal momento che la Corte, per Calciopoli 2, si è espressa già favorevolmente all'improcedibilità, non dovrebbe poter cambiare giudizio. O ci sbagliamo? Insomma, pensa che il ricorso possa davvero "far tremare" il palazzo del calcio, o è solo parte di una strategia per ottenere risultati più a lungo termine, in altri tribunali?
Il principio non ammette deroghe e deve essere applicato. Certo che chi, in FIGC, voleva Moggi al patibolo oggi non vivrà giorni sereni.
34. Se questo ulteriore ricorso andasse a buon fine, per rientrare nell'ordinamento Moggi dovrà essere sottoposto di nuovo a giudizio. Ma con quale codice sarà giudicato e con quali garanzie?
Non abbiamo ancora individuato una strategia successiva, per ora mi sono concentrato sulla questione imminente: a Moggi devono annullare tutte le squalifiche perchè illegittime.
Clicca qui per leggere l'intervista dal sito
Fonte: www.ju29ro.com
Etichette:
Ciò che rende brutto il calcio,
Controinformazione,
Interviste
JUVENTUS-REGGINA 4-0
Come previsto, la partita finisce con un sonoro 4 a 0 che rilancia la ambizione di una Juventus che ora è seconda forza del campionato alla parti del Milan a -6 dai nerazzurri.
Il sonante risultato di sabato sera rende piuttosto inutili commenti e considerazioni, se non altro è uno stato di forma da mantenere. Peccato per Camoranesi, che si è sub-lussato la spalla e tornerà nel 2009, quando si rivedranno anche Buffon e, verso febbraio, Trezeguet.
Questi i miei personalissimi voti:
Manninger s.v.
Grygera 6,5
Legrottaglie 6
Chiellini 7,5
Molianro 6
Camoranesi 7,5
Sissoko 6,5
Marchisio 6,5
Nedved 7
Del Piero 7
Amauri 7
Marchionni 7
Giovinco 6
Iaquinta s.v.
All. Ranieri 6,5. Tutto bene, una sola domanda: ma Giovinco lo facciamo giocare qualche volta?
Voto generale alla prestazione della Juve: 7
Arbitro sig. Damato 5. Arbitro inadeguato e completamente non casalingo. La sua direzione mi ha lasciato più volte sbigottito.
IL PROTAGONISTA: CAMORANESI. Torna dopo quasi due mesi, si fa subito male alla spalla, ma stoico come il miglior Beckembauer resiste e apre le marcature con uan zampata. Si vede che è dolorante, ma resiste 45 minuti, poi sul 2 a 0 esce tra gli applausi del suo pubblico. Tornerà nel 2009.
Ora mancano 3 giornate alla fine dell'anno: Lecce in trasferta, Milan in casa e Atalanta di nuovo in trasferta. Si nota come non siano partite facili, ma per stare in scia all'Inter servono almeno 6 punti, meravigliosi sarebbero 7 punti. Speriamo bene....
Il sonante risultato di sabato sera rende piuttosto inutili commenti e considerazioni, se non altro è uno stato di forma da mantenere. Peccato per Camoranesi, che si è sub-lussato la spalla e tornerà nel 2009, quando si rivedranno anche Buffon e, verso febbraio, Trezeguet.
Questi i miei personalissimi voti:
Manninger s.v.
Grygera 6,5
Legrottaglie 6
Chiellini 7,5
Molianro 6
Camoranesi 7,5
Sissoko 6,5
Marchisio 6,5
Nedved 7
Del Piero 7
Amauri 7
Marchionni 7
Giovinco 6
Iaquinta s.v.
All. Ranieri 6,5. Tutto bene, una sola domanda: ma Giovinco lo facciamo giocare qualche volta?
Voto generale alla prestazione della Juve: 7
Arbitro sig. Damato 5. Arbitro inadeguato e completamente non casalingo. La sua direzione mi ha lasciato più volte sbigottito.
IL PROTAGONISTA: CAMORANESI. Torna dopo quasi due mesi, si fa subito male alla spalla, ma stoico come il miglior Beckembauer resiste e apre le marcature con uan zampata. Si vede che è dolorante, ma resiste 45 minuti, poi sul 2 a 0 esce tra gli applausi del suo pubblico. Tornerà nel 2009.
Ora mancano 3 giornate alla fine dell'anno: Lecce in trasferta, Milan in casa e Atalanta di nuovo in trasferta. Si nota come non siano partite facili, ma per stare in scia all'Inter servono almeno 6 punti, meravigliosi sarebbero 7 punti. Speriamo bene....
sabato, novembre 29, 2008
PRESENTAZIONE DI JUVENTUS-REGGINA
In super ritardo, ecco il post propiziatorio di presentazione.
A minuti inizierà la partita sotto la neve, con la JUve che schiererà Manninger, Grygera, Legrottaglie, Chiellini, Molinaro, Camoranesi, Sissoko, MArchisio, Nedved, Del Piero, Amauri.
Azzardo un pronostico... azzardato: Juve 4-Reggina 0 con reti di Del Piero (2), Chiellini e Marchisio.
FORZA RAGAZZI, FATECI SOGNARE UNA NUOVA VITTORIA!!!
A minuti inizierà la partita sotto la neve, con la JUve che schiererà Manninger, Grygera, Legrottaglie, Chiellini, Molinaro, Camoranesi, Sissoko, MArchisio, Nedved, Del Piero, Amauri.
Azzardo un pronostico... azzardato: Juve 4-Reggina 0 con reti di Del Piero (2), Chiellini e Marchisio.
FORZA RAGAZZI, FATECI SOGNARE UNA NUOVA VITTORIA!!!
mercoledì, novembre 26, 2008
EVVAI
La Figc trema: un ricorso può riabilitare Moggi
Se non poteva essere giudicato per il caso delle sim svizzere (e non lo è stato) non poteva esserlo nemmeno per Calciopoli. Ieri Luciano Moggi ha presentato ricorso alla Corte di Giustizia federale della Figc, 16 pagine in cui l'ex direttore generale della Juventus ripercorre le sue tappe nelle aule del tribunale sportivo con una conclusione che ha subito innescato malumore ai piani alti di via Allegri.
Moggi chiede l'annullamento della squalifica di 5 anni più proposta di radiazione a 50 mila euro di ammenda perché, si legge nel rircoso, quando il 22 giugno 2006 fu deferito dal pm Palazzi non era più un tesserato della Figc da quasi un mese e mezzo, essendosi dimesso il 16 maggio.
Da dove nasce il contropiede di Big Luciano? Dalla sentenza della stessa Corte di Giustizia federale che, il 27 ottobre scorso, ha annullato la squalifica di 14 mesi che pesava su Moggi per la cosiddetta Calciopioli-2, il caso delle sim svizzere possedute da Lucianone e consegnate ad alcuni arbitri per poter parlare loro in gran segreto.
"L'inibizione di un anno e due mesi gli è stata tolta - così l'avvocato Paco D'Onofrio - perché è stata accolta la tesi dell'inguidicabilità di Moggi in quanto non più tesserato. Da lì la decisione di presentare il ricorso per cancellare anche la sentenza dell'estate di due anni fa, perché anche allora il mio assistito non aveva più la tessera Figc quanto è stato deferito dal procuratore federale".
Dunque Moggi si prepara ad un ritorno in grande stile: l'ex dg bianconero punta alla cancellazione della squalifica per poter rientrare nel mondo del calcio, senza che chi interagirà con lui rischi di finire sotto processo per aver avuto contatti con un inibito.
Il principio della non giudicabilità di un ex tesserato va a toccare un capitolo ancora scoperto nel codice di giustizia sportiva. Il presidente della Figc, Giancarlo Abete ha annunciato che il prossimo Consiglio federale metterà fine alla lacuna, creando una norma che permetta alle toghe del calcio di giudicare anche chi non è più in possesso della tessera Figc.
Intanto però il contropiede di Moggi fa discutere perché è stato proprio il massimo organo di giustizia sportiva, con la sentenza del mese scorso, a offrire l'assist al grande accusato di Calciopoli. Il ricorso di Moggi dovrà ora trovare spazio nell'agenda della Corte di Giustizia federale, che pare già pronta a creare una norma anti-Moggi. "C'è il principio della non retroattività da rispettare - sottolinea D'Onofrio -. Se dovesse nascere una nuova legge, non sarebbe applicabile a eventuali casi precedenti".
Moggi aspetta il verdetto sportivo del suo ricorso che potrebbe arrivare proprio mentre a Napoli si alzerà il sipario sul processo penale a Calciopoli e a Roma si conoscerà la sentenza di primo grado per il processo GEA, procedimento penale per il quale il pm Palamara ha chiesto 6 anni di condanna per Big Luciano.
Fonte: La Stampa
Se non poteva essere giudicato per il caso delle sim svizzere (e non lo è stato) non poteva esserlo nemmeno per Calciopoli. Ieri Luciano Moggi ha presentato ricorso alla Corte di Giustizia federale della Figc, 16 pagine in cui l'ex direttore generale della Juventus ripercorre le sue tappe nelle aule del tribunale sportivo con una conclusione che ha subito innescato malumore ai piani alti di via Allegri.
Moggi chiede l'annullamento della squalifica di 5 anni più proposta di radiazione a 50 mila euro di ammenda perché, si legge nel rircoso, quando il 22 giugno 2006 fu deferito dal pm Palazzi non era più un tesserato della Figc da quasi un mese e mezzo, essendosi dimesso il 16 maggio.
Da dove nasce il contropiede di Big Luciano? Dalla sentenza della stessa Corte di Giustizia federale che, il 27 ottobre scorso, ha annullato la squalifica di 14 mesi che pesava su Moggi per la cosiddetta Calciopioli-2, il caso delle sim svizzere possedute da Lucianone e consegnate ad alcuni arbitri per poter parlare loro in gran segreto.
"L'inibizione di un anno e due mesi gli è stata tolta - così l'avvocato Paco D'Onofrio - perché è stata accolta la tesi dell'inguidicabilità di Moggi in quanto non più tesserato. Da lì la decisione di presentare il ricorso per cancellare anche la sentenza dell'estate di due anni fa, perché anche allora il mio assistito non aveva più la tessera Figc quanto è stato deferito dal procuratore federale".
Dunque Moggi si prepara ad un ritorno in grande stile: l'ex dg bianconero punta alla cancellazione della squalifica per poter rientrare nel mondo del calcio, senza che chi interagirà con lui rischi di finire sotto processo per aver avuto contatti con un inibito.
Il principio della non giudicabilità di un ex tesserato va a toccare un capitolo ancora scoperto nel codice di giustizia sportiva. Il presidente della Figc, Giancarlo Abete ha annunciato che il prossimo Consiglio federale metterà fine alla lacuna, creando una norma che permetta alle toghe del calcio di giudicare anche chi non è più in possesso della tessera Figc.
Intanto però il contropiede di Moggi fa discutere perché è stato proprio il massimo organo di giustizia sportiva, con la sentenza del mese scorso, a offrire l'assist al grande accusato di Calciopoli. Il ricorso di Moggi dovrà ora trovare spazio nell'agenda della Corte di Giustizia federale, che pare già pronta a creare una norma anti-Moggi. "C'è il principio della non retroattività da rispettare - sottolinea D'Onofrio -. Se dovesse nascere una nuova legge, non sarebbe applicabile a eventuali casi precedenti".
Moggi aspetta il verdetto sportivo del suo ricorso che potrebbe arrivare proprio mentre a Napoli si alzerà il sipario sul processo penale a Calciopoli e a Roma si conoscerà la sentenza di primo grado per il processo GEA, procedimento penale per il quale il pm Palamara ha chiesto 6 anni di condanna per Big Luciano.
Fonte: La Stampa
SPIA SPIA....
MILANO (Reuters) - I pm di Milano hanno chiesto il rinvio a giudizio per Telecom Italia, Pirelli e l'ex numero uno della security Giuliano Tavaroli, indagati nell'ambito dell'indagine sulla raccolta illecita di informazioni riservate. Lo hanno riferito fonti giudiziarie oggi. Le due compagnie sono indagate per la legge 231 sulla responsabilità amministrativa delle società. La richiesta giunge dopo che lo scorso luglio è stato notificato il provvedimento di chiusura indagini alle due aziende e a tutti gli altri indagati, tra i quali non risultano né il presidente di Pirelli Marco Tronchetti Provera, né l'ex-top manager Carlo Buora. Al momento non si hanno altri dettagli sul numero preciso degli indagati per i quali è stato chiesto il rinvio a giudizio. L'inchiesta -- condotta dai pm Nicola Piacente, Fabio Napoleone e Stefano Civardi, partita almeno due anni fa sulla presunta raccolta illegale di informazioni riservate da parte di ex manager di Telecom -- ha portato all'arresto, in varie tornate, di decine di persone, tra cui lo stesso Tavaroli, l'ex numero due del Sismi Marco Mancini e l'investigatore privato Emanuele Cipriani, oltre a una serie di tecnici informatici. Le ipotesi di reato contestate a vario titolo ai diversi indagati sono di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione di pubblici ufficiali, rivelazione di segreto d'ufficio, appropriazione indebita, falso, accesso abusivo a sistemi informatici, favoreggiamento e riciclaggio.
ZENIT SAN PIETROBURGO-JUVENTUS 0-0
Bella prova dei bianconeri nel gelo russo, in una partita che conferma il buon momento bianconero e segna il pronto riscatto dopo la sconfitta di Milano, il tutto condito da una sonora risposta a tutti coloro che dubitavano della serietà della squadra nell'affrontare la partita essendo già qualificati. La partita è stata interessante, ma ha avuto poco da dire e limitati spunti di riflessione, quindi ritengo sia più interessante concentrarsi sulle possibili avversarie nei quarti, che ad oggi, dando per scontato il nostro primo posto nel girone, potrebbero essere le secondo classificate, ad esclusione delle italiane (la Roma). Vediamole nel dettaglio (i primi 4 gironi saranno dibattuti meglio dopo le partite in programma stasera):
GRUPPO A: Girone apertissimo, ma verosimilmente direi che passerà come primo il Chelsea e poi la Roma.
GRUPPO B: Inter al primo posto nel girone più facile della Champions, al secondo posto è lotta tra Anorthosis e Werder, favoriti i primi se stasera non perdono.
GRUPPO C: Già qualificare Barcellona e Sporting, in questo ordine salvo sorprese.
GRUPPO D: Atletico e Liverpool a parti punti e uguali anche negli scontri diretti (doppio 1 a 1), si andrà ai punti per decidere l'ordine
GRUPPO E: Stesso discorso fatto per Liverpool e Atletico, ma tra Manchester e Villareal, pari in tutto (compreso il doppio 0 a 0 nello scontro diretto), tranne che nella differenza reti generale (+4 gli spagnoli, +6 i campioni d'Europa). Nell'ultima giornata ci sarà Manchester-Aalborg e Celtic-Vilareal. A parità di risultato (difficile, dato il valore degli avversari) decisivi saranno gli scarti nell'ultima partita, con gli inglesi nettamente favorito per il primo posto.
GRUPPO F: Bayern e Lione appaiate a 11 punti, stessa differenza reti ma il Lione ha sengato un gol in più. Nell'ultima giornata c'è Lione-Bayern (andata 1-1), chi vince passa per primo, con i pareggi fino ad 1 a 1 si piazza primo il Lione, con pareggi dal 2 a 2 in poi i tedeschi.
GRUPPO G: Arsenal avanti 2 punti sul Porto, che incontrerà nell'ultimo turno: se non perde passa per prima.
GRUPPO H: Juve avanti di due punti sul Real: passa per prima se non perde in casa contro il BATE nell'utlimo turno.
Ora i miei voti alla partita di ieri:
Manninger 6,5
Grygera 6
Mellberg 6,5
Chiellini 7
Molinaro 5,5
Camoranesi 5,5
Sissoko 6
Marchisio 7
Nedved 6
Del Piero 6,5
Iaquinta 6
Giovinco s.v.
Marchionni s,v,
Amauri s.v.
All. Ranieri 6
Voto generale alla prestazione della Juve: 6,5
Arbitro Sig. Bo Larsen 6,5 - Ad un certo punto sembrava non volesse ammonire Sissoko, che nel finale ha fatto di tutto per prendersi il giallo che gli farà saltare la partita col BATE.
IL PROTAGONISTA: MARCHISIO. Longhi l'ha definito "libro stampato del calcio", definizione forse esagerata ma non troppo. Il ragazzo ha classe e personalità. Con le dovute proporzioni mi sembra di rivedere il primo de Rossi, con ampi margini di miglioramento.
GRUPPO A: Girone apertissimo, ma verosimilmente direi che passerà come primo il Chelsea e poi la Roma.
GRUPPO B: Inter al primo posto nel girone più facile della Champions, al secondo posto è lotta tra Anorthosis e Werder, favoriti i primi se stasera non perdono.
GRUPPO C: Già qualificare Barcellona e Sporting, in questo ordine salvo sorprese.
GRUPPO D: Atletico e Liverpool a parti punti e uguali anche negli scontri diretti (doppio 1 a 1), si andrà ai punti per decidere l'ordine
GRUPPO E: Stesso discorso fatto per Liverpool e Atletico, ma tra Manchester e Villareal, pari in tutto (compreso il doppio 0 a 0 nello scontro diretto), tranne che nella differenza reti generale (+4 gli spagnoli, +6 i campioni d'Europa). Nell'ultima giornata ci sarà Manchester-Aalborg e Celtic-Vilareal. A parità di risultato (difficile, dato il valore degli avversari) decisivi saranno gli scarti nell'ultima partita, con gli inglesi nettamente favorito per il primo posto.
GRUPPO F: Bayern e Lione appaiate a 11 punti, stessa differenza reti ma il Lione ha sengato un gol in più. Nell'ultima giornata c'è Lione-Bayern (andata 1-1), chi vince passa per primo, con i pareggi fino ad 1 a 1 si piazza primo il Lione, con pareggi dal 2 a 2 in poi i tedeschi.
GRUPPO G: Arsenal avanti 2 punti sul Porto, che incontrerà nell'ultimo turno: se non perde passa per prima.
GRUPPO H: Juve avanti di due punti sul Real: passa per prima se non perde in casa contro il BATE nell'utlimo turno.
Ora i miei voti alla partita di ieri:
Manninger 6,5
Grygera 6
Mellberg 6,5
Chiellini 7
Molinaro 5,5
Camoranesi 5,5
Sissoko 6
Marchisio 7
Nedved 6
Del Piero 6,5
Iaquinta 6
Giovinco s.v.
Marchionni s,v,
Amauri s.v.
All. Ranieri 6
Voto generale alla prestazione della Juve: 6,5
Arbitro Sig. Bo Larsen 6,5 - Ad un certo punto sembrava non volesse ammonire Sissoko, che nel finale ha fatto di tutto per prendersi il giallo che gli farà saltare la partita col BATE.
IL PROTAGONISTA: MARCHISIO. Longhi l'ha definito "libro stampato del calcio", definizione forse esagerata ma non troppo. Il ragazzo ha classe e personalità. Con le dovute proporzioni mi sembra di rivedere il primo de Rossi, con ampi margini di miglioramento.
Etichette:
Calcio giocato,
Champions League,
JUVE FOREVER,
Miei pensieri
lunedì, novembre 24, 2008
INTER-JUVENTUS 1-0
Cosa si può dire quando si perde inopinatamente contro una squadra più forte? Nulla, se non maledire questa situazione creatasi da maggio 2006 che ci ha resi più deboli in campo, ma certamente più attaccati alla nostra squadra.
In ogni caso ha vinto l'Inter, e con ampio merito. Si è capito chiaramente qual'è la vera differenza di valori in campo, senza dimenticare che alla Juve mancavano Buffon, Zebina, Zanetti, Tiago e Trezeguet, mentre ha avuto un Camoranesi a men che mezzo servizio. Continuo a credere che quando recupereremo tutti potremo dire la nostra in ogni campo, ma per ora c'è da registrare la superiorità dei nerazzurri, che per la prima volta da una quindicina d'anni ha questa parte non hanno avuto la tremarella e i soliti complessi di inferiorità al cospetto dei bianconeri.
Capitolo breve e a parte per l'arbitro, la cui direzione giudico buona nel complesso, con qualche errore pro-Inter. Errori, sia chiaro, che non delegittimano la sacrosanta vittoria dei milanesi.
Un grosso capitolo meriterebbe invece Bergomi, autore dell'ennesima telecronaca faziosa e clamorosamente di parte. So di una sollevazione juventina per non far più commentare a lui le nostre partite, pena la disdetta dell'abbonamento. Non riesco davvero a dargli torto: in una bella partita, il peggiore in campo, e di gran lunga, è stato proprio lui!
Questi i miei personalissimi voti:
Manninger 5
Grygera 6,5
Legrottaglie 5,5
Chiellini 8
Molinaro 6
Marchionni 5,5
Sissoko 6,5
Tiago s.v.
Nedved 5
Del Piero 6,5
Amauri 5,5
Marchisio 6,5
Camoranesi 6
Iaquinta s.v.
All. Ranieri 5,5
Voto generale alla prestazione della Juve: 5,5
Arbitro Sig. Rizzoli 5,5
IL PROTAGONISTA: CHIELLINI. Un mostro, un muro. Se continua così è destinato ad entrare nella leggenda!
In ogni caso ha vinto l'Inter, e con ampio merito. Si è capito chiaramente qual'è la vera differenza di valori in campo, senza dimenticare che alla Juve mancavano Buffon, Zebina, Zanetti, Tiago e Trezeguet, mentre ha avuto un Camoranesi a men che mezzo servizio. Continuo a credere che quando recupereremo tutti potremo dire la nostra in ogni campo, ma per ora c'è da registrare la superiorità dei nerazzurri, che per la prima volta da una quindicina d'anni ha questa parte non hanno avuto la tremarella e i soliti complessi di inferiorità al cospetto dei bianconeri.
Capitolo breve e a parte per l'arbitro, la cui direzione giudico buona nel complesso, con qualche errore pro-Inter. Errori, sia chiaro, che non delegittimano la sacrosanta vittoria dei milanesi.
Un grosso capitolo meriterebbe invece Bergomi, autore dell'ennesima telecronaca faziosa e clamorosamente di parte. So di una sollevazione juventina per non far più commentare a lui le nostre partite, pena la disdetta dell'abbonamento. Non riesco davvero a dargli torto: in una bella partita, il peggiore in campo, e di gran lunga, è stato proprio lui!
Questi i miei personalissimi voti:
Manninger 5
Grygera 6,5
Legrottaglie 5,5
Chiellini 8
Molinaro 6
Marchionni 5,5
Sissoko 6,5
Tiago s.v.
Nedved 5
Del Piero 6,5
Amauri 5,5
Marchisio 6,5
Camoranesi 6
Iaquinta s.v.
All. Ranieri 5,5
Voto generale alla prestazione della Juve: 5,5
Arbitro Sig. Rizzoli 5,5
IL PROTAGONISTA: CHIELLINI. Un mostro, un muro. Se continua così è destinato ad entrare nella leggenda!
Etichette:
Calcio giocato,
JUVE FOREVER,
Miei pensieri,
serie A
sabato, novembre 22, 2008
INTERVALLO
SIamo zero a zero all'intervallo. Tre appunti:
1) Complimenti all'Inter, davvero una squadra mostruosa. E complimenti alla Juve che sta reggendo l'urto contro una formazione così forte.
2) Complimenti anche all'arbitro, soprattutto per il metro di giudizio: sembra di vedere una partita di Champions e non di Serie A. C'è stato un probabile rigore su Marchionni, un fuorigioco fischiato ad Ibra inesistente e una strana azione annullata per ammonire Amauri mentre Adriano era lanciato a rete. Errori veniali in uan aprtita che, almeno in questo primo tempo, è uno spot per il calcio in quanto ad intensità.
3) Caro Ranieri è ora di inserire Camoranesi al posto del comunque positivo Marchionni. Serve l'inventiva dell'italo-argentino per attaccare la retroguardia nerazzurra. Bene la difesa (anche se Legro stava per farla grossissima!), un pò sottotono Nedved e i due davanti.
FORZA RAGAZZI, REGALATECI QUESTO SOGNO!!!
1) Complimenti all'Inter, davvero una squadra mostruosa. E complimenti alla Juve che sta reggendo l'urto contro una formazione così forte.
2) Complimenti anche all'arbitro, soprattutto per il metro di giudizio: sembra di vedere una partita di Champions e non di Serie A. C'è stato un probabile rigore su Marchionni, un fuorigioco fischiato ad Ibra inesistente e una strana azione annullata per ammonire Amauri mentre Adriano era lanciato a rete. Errori veniali in uan aprtita che, almeno in questo primo tempo, è uno spot per il calcio in quanto ad intensità.
3) Caro Ranieri è ora di inserire Camoranesi al posto del comunque positivo Marchionni. Serve l'inventiva dell'italo-argentino per attaccare la retroguardia nerazzurra. Bene la difesa (anche se Legro stava per farla grossissima!), un pò sottotono Nedved e i due davanti.
FORZA RAGAZZI, REGALATECI QUESTO SOGNO!!!
Etichette:
Calcio giocato,
JUVE FOREVER,
Miei pensieri,
serie A
PRESENTAZIONE DI INTER-JUVENTUS
Tra poco più di un'ora sarà di scena la partita delle partite, il match della vendetta.
Obiettivo: vincere, agganciare i nerazzurri e continuare nella fantastica striscia di vittorie consecutive. Per farlo è necessario dimenticare tali vittorie, fare tesoro della vittoria dello scorso anno e non peccare di superbia. I nerazzurri sono la squadra con la rosa più forte del campionato e hanno una gran voglia di cancellare la sconfitta subita nella scorsa stagione.
Tra le nostre fila si dovrebbe rivedere la stessa squadra che ha ben figurato nell'ultimo periodo, con l'unica eccezione del probabile rientro di Camoranesi al posto dell'ottimo Marchionni, confermate invece la difesa (Grygera, Legrottaglie, Chiellini e Molinaro davanti a Manninger), l'attacco (Del Piero-Amauri) e il resto del centrocampo (Sissoko, Tiago e Nedved). I nerazzurri, vincitori degli ultimi 2 scudetti, dovranno rinuciare allo squalificato Cordoba, ma recuperano Adrinao che Mourinho sembra intenzionato a schierare titolare. E' inutile dire che l'umo da temere è Ibrahimovic anche se noi juventini sappiamo bene quanto è letale Cruz quando vede bianconero. Sarà molto importante tenere la difesa attenta e la squadra corta come contro il Real e limitare al massimo lo svedese e gli inserimenti dei centrocampisti, in particolare Vieira.
Queste partite non hanno bisogno di preparazione e sono convinto che i nostri giocheranno al meglio, ma per vincere sarà necessaria anche una buona dose di fortuna. L'arbitro sarà il bolognese Rizzoli, buon arbitro, che dovrà evitare errori che inevitabilmente avrebbero un fortissimo eco.
Lo scorso anno vincemmo e fu una bellissima serata che io passai a casa di Germano, questa sera sarò da solo ma spero che il risultato non cambi. "Vedo" però un 2 a 2 con reti di Camoranesi, Vieira, Del Piero e Ibrahimovic nel finale su rigore.
FORZA RAGAZZI, REGALATECI IL SOGNO PIU' GRANDE!!!
Obiettivo: vincere, agganciare i nerazzurri e continuare nella fantastica striscia di vittorie consecutive. Per farlo è necessario dimenticare tali vittorie, fare tesoro della vittoria dello scorso anno e non peccare di superbia. I nerazzurri sono la squadra con la rosa più forte del campionato e hanno una gran voglia di cancellare la sconfitta subita nella scorsa stagione.
Tra le nostre fila si dovrebbe rivedere la stessa squadra che ha ben figurato nell'ultimo periodo, con l'unica eccezione del probabile rientro di Camoranesi al posto dell'ottimo Marchionni, confermate invece la difesa (Grygera, Legrottaglie, Chiellini e Molinaro davanti a Manninger), l'attacco (Del Piero-Amauri) e il resto del centrocampo (Sissoko, Tiago e Nedved). I nerazzurri, vincitori degli ultimi 2 scudetti, dovranno rinuciare allo squalificato Cordoba, ma recuperano Adrinao che Mourinho sembra intenzionato a schierare titolare. E' inutile dire che l'umo da temere è Ibrahimovic anche se noi juventini sappiamo bene quanto è letale Cruz quando vede bianconero. Sarà molto importante tenere la difesa attenta e la squadra corta come contro il Real e limitare al massimo lo svedese e gli inserimenti dei centrocampisti, in particolare Vieira.
Queste partite non hanno bisogno di preparazione e sono convinto che i nostri giocheranno al meglio, ma per vincere sarà necessaria anche una buona dose di fortuna. L'arbitro sarà il bolognese Rizzoli, buon arbitro, che dovrà evitare errori che inevitabilmente avrebbero un fortissimo eco.
Lo scorso anno vincemmo e fu una bellissima serata che io passai a casa di Germano, questa sera sarò da solo ma spero che il risultato non cambi. "Vedo" però un 2 a 2 con reti di Camoranesi, Vieira, Del Piero e Ibrahimovic nel finale su rigore.
FORZA RAGAZZI, REGALATECI IL SOGNO PIU' GRANDE!!!
venerdì, novembre 14, 2008
JUVENTUS-GENOA 4-1
E' una Juve spettacolare quella che cala il settebello e si issa, momentaneamente, in testa alla classifica di serie A.
Probabilmente il risultato è più largo di quanto meritato, ma la compattezza dimostrata dai bianconeri in questo periodo fa ben sperare per il presente e il futuro. E ora sotto con l'Inter.
Queste le mie pagelle:
Manninger s.v.
Grygera 7,5
Legrottaglie 6,5
Chiellini 7
Molinaro 6,5
Marchionni 7
Sissoko 6
Tiago 6,5
Nedved 6
Del Piero 7
Amauri 7
Camoranesi 6
Iaquinta 6,5
Giovinco s.v.
All. Ranieri 7 - Se lo è meritato. La squadra vince e gioca bene.
Voto generale alla prestazione della Juve: 7
Arbitro Sig. Rocchi 5,5 - Sbaglia sul gol annullato al Genoa, ed è deciso sul rigore per i rossoblu.
Il protagonista: GRYGERA. Come sempre contro il Genoa, segna e fa segnare.
Probabilmente il risultato è più largo di quanto meritato, ma la compattezza dimostrata dai bianconeri in questo periodo fa ben sperare per il presente e il futuro. E ora sotto con l'Inter.
Queste le mie pagelle:
Manninger s.v.
Grygera 7,5
Legrottaglie 6,5
Chiellini 7
Molinaro 6,5
Marchionni 7
Sissoko 6
Tiago 6,5
Nedved 6
Del Piero 7
Amauri 7
Camoranesi 6
Iaquinta 6,5
Giovinco s.v.
All. Ranieri 7 - Se lo è meritato. La squadra vince e gioca bene.
Voto generale alla prestazione della Juve: 7
Arbitro Sig. Rocchi 5,5 - Sbaglia sul gol annullato al Genoa, ed è deciso sul rigore per i rossoblu.
Il protagonista: GRYGERA. Come sempre contro il Genoa, segna e fa segnare.
Etichette:
Calcio giocato,
JUVE FOREVER,
Miei pensieri,
serie A
giovedì, novembre 13, 2008
PRESENTAZIONE DI JUVENTUS-GENOA
In questo inedito anticipo del giovedì, tra poco saranno in campo Juventus e Genoa per la 12° giornata di campionato in serie A. Le due formazioni sono attualmente tra le più in forma dell'intero campionato e questa partita ha tutti gli ingredienti per essere una bellissimo match.
Nella Juventus, che con una vittoria aggancerebbe l'Inter in vetta alla classifica, giocheranno ancora una volta Marchionni e Tiago, con Del Piero e Amauri davanti. Nei rossoblù il tridente dovrebbe essere formato da Milito e i due ex Gasbarroni e Palladino.
Il Genoa è, assieme all'Udinese, pìù dell'Udinese, la squadra più offensiva d'Italia e pratica un gioco arioso e molto vigoroso: nella giornata giusta i liguri posso giocare e vincere ovunque, ma lamentano grosse difficoltà fuori casa contro avversari che pressano molto, esattamente quello che questa sera devono fare i ragazzi di Ranieri. La partita sarà tosta e troveranno di fronte giocatori caricati a mille, ma col giusto atteggiamento ce la possiamo fare. Io, personalmente, schiererei una squadra molto offensiva, quindi 3 centrocampisti in linea (Sissoko-Tiago-Nedved) e un tridente formato da Del Piero, Iaquinta e Amauri.
Per questa sera vedo una vittoria juventina in una partita spettacolare: 3 a 2 con reti di Amauri, Milito, Nedved, Motta e rete della vittoria di Del Piero su punizione.
FORZA RAGAZZI, REGALATECI IL SOGNO DI RIDARCI LA TESTA DELLA CLASSIFICA DOPO 2 ANNI E MEZZO!
Nella Juventus, che con una vittoria aggancerebbe l'Inter in vetta alla classifica, giocheranno ancora una volta Marchionni e Tiago, con Del Piero e Amauri davanti. Nei rossoblù il tridente dovrebbe essere formato da Milito e i due ex Gasbarroni e Palladino.
Il Genoa è, assieme all'Udinese, pìù dell'Udinese, la squadra più offensiva d'Italia e pratica un gioco arioso e molto vigoroso: nella giornata giusta i liguri posso giocare e vincere ovunque, ma lamentano grosse difficoltà fuori casa contro avversari che pressano molto, esattamente quello che questa sera devono fare i ragazzi di Ranieri. La partita sarà tosta e troveranno di fronte giocatori caricati a mille, ma col giusto atteggiamento ce la possiamo fare. Io, personalmente, schiererei una squadra molto offensiva, quindi 3 centrocampisti in linea (Sissoko-Tiago-Nedved) e un tridente formato da Del Piero, Iaquinta e Amauri.
Per questa sera vedo una vittoria juventina in una partita spettacolare: 3 a 2 con reti di Amauri, Milito, Nedved, Motta e rete della vittoria di Del Piero su punizione.
FORZA RAGAZZI, REGALATECI IL SOGNO DI RIDARCI LA TESTA DELLA CLASSIFICA DOPO 2 ANNI E MEZZO!
mercoledì, novembre 12, 2008
Processo Gea: oltre la reticenza dei media
12-11-08 - Tanto in sordina erano passate l’altro ieri le deposizioni spontanee di Luciano Moggi e suo figlio Alessandro, quanto fragorose sono state ieri le richieste del pm Palamara rese al termine della sua lunga requisitoria: 6 anni per Luciano Moggi (a cui è stata contestata anche l’aggravante del comportamento processuale), 5 al figlio Alessandro, 3 anni e 6 mesi per Franco Zavaglia, accusati di aver messo in piedi un’associazione a delinquere finalizzata all’illecita concorrenza. Se consideriamo che l'art 416 del Codice Penale prevede, per associazioni a delinquere dalle 3 alle 9 persone, da un minimo di 3 anni a un massimo di 7, ci rendiamo conto di quanto siano state pesanti, e destinate di conseguenza a far rumore, le richieste dell'accusa. Inoltre, 2 anni e 4 mesi per Francesco Ceravolo in veste di semplice “partecipe” dell’associazione (vedi caso Viviano), e 1 anno e 4 mesi a Davide Lippi e 8 mesi a Pasquale Gallo, loro non "associati", ma a cui sono stati contestati singoli episodi (Lippi per il caso Blasi-Antonelli, Gallo per la vicenda Fresi).
Dunque, gli associati a delinquere sarebbero Luciano Moggi, il figlio Alessandro e il suo socio alla GEA Zavaglia. Di cosa sarebbero colpevoli? Dice Palamara: "la Gea World spa nasce nell'ottobre del 2001 come meccanismo politico-imprenditoriale che rafforza l'attività che Alessandro Moggi e Franco Zavaglia avevano svolto nel mondo del calcio come Football Management." Ottimo, ma il delitto?
Per il pm, pochi mesi dopo la nascita della società “Amoruso, Blasi, Baiocco, Gatti, Tedesco, Trezeguet furono avvicinati e invitati a cambiare procuratore in cambio di vantaggi economici e di carriera". Ma non era una società di procuratori? Colpevoli dunque di aver fatto il loro lavoro? Anzi, visto che Trezeguet rifiutò, e considerati i pochi vantaggi in termini di carriera da parte del resto dell'elenco, semmai avrebbero avuto tutti convenienza a imitare il campione franco-argentino, no? Inoltre, tutto questo monopolio del mercato quale sarebbe, dal momento che di campioni veri la GEA ne procurava pochi, quasi tutti personaggi di secondo piano? E le percentuali? Il 12% dei tesserati sarebbe un monopolio? Sarebbe il controllo del mercato? Stiamo scherzando, vero?
Ma ovviamente c'è dell'altro. Cosa? Ad esempio, un’intervista di Capello del marzo del 2002, all’epoca collega di Baldini alla Roma, che “lanciò il sasso” contro la GEA, considerandola “prova che un tipo di meccanismo di acquisizione delle procure sportive non viene più tollerato dagli addetti ai lavori che si vogliono spartire la torta". Arieccolo: un altro caso Zeman-Espresso (in pratica, ma un po' più "associato").
Peccato, intanto, che molti dei singoli episodi di pressioni o minacce che i media hanno in questi ultimi mesi propagandato come verità assoluta siano stati sconfessati dalla stessa accusa, che ad esempio ha chiesto l’assoluzione dei Moggi padre e figlio e per i casi Chiellini, Tedesco e Nigmatullin. Cade nel nulla anche il presunto tentativo di violenza privata che Moggi avrebbe attuato nei confronti dell'ex ds della Roma, Franco Baldini, nel dicembre del 2000, considerato “prescritto”.
Ma non è finita: il pm cita anche una lettera ritrovata alla Gea, in cui Zavaglia invita i procuratori "a non andare a sbandierare il nome di Luciano Moggi e a far presa sui giocatori illustrando loro l'organizzazione della società senza minacciare nessuno come è avvenuto in passato". Francamente, insinuare che una lettera in cui un professionista invita i colleghi a lavorare secondo una deontologia che miri a valorizzare il prodotto sia la prova di chissà quale nefandezza appare l'ennesimo castello in aria di questo processo. E quanto a Luciano Moggi, che vantaggio avrebbe avuto da una tale associazione?
Colpisce molto anche il seguente passaggio: "l'inchiesta GEA è stata uno dei tanti esempi dell'implosione del sistema calcio giunto al collasso perché le società fanno fatica a trovare un punto di equilibrio tra ricavi e spese". Insomma, per il pm i 450 milioni di debiti della Roma e i 320 dell'Inter dimostrerebbero non tanto la cattiva gestione delle società in questione, ma che la GEA faceva illecita concorrenza; non che Moggi capiva di calcio più degli altri, ma che era un capo-cupola. Vedremo che ne penserà il giudice.
Il processo proseguirà giovedì prossimo con l'intervento della parte civile e dei primi difensori. La sentenza è prevista per l'inizio del prossimo anno.
Intanto, rinfreschiamoci la memoria con l'impressionante elenco delle deposizioni più significative finora, divise per tipologia e corredate dalla data dell'udienza.
1) Concorrenti rancorosi
Marco Trabucchi (27-02-08): Di origini russe, accusa la Gea di essere ricorsa alle maniere forti (albergo in Via Veneto e Mercedes Classe A a disposizione) pur di togliergli la procura di tal Ruslan Nigmatullin, già portiere di Verona e Salernitana. Un dettaglio sconosciuto ai più, che nessuno scrive (tranne il sito contrastamu.org): questo Trabucchi risulterebbe legato alla "brigata Izmailovskaya", organizzazione criminale che faceva capo al faccendiere ubzeko Alimzhan Tokhtakhounov considerato dall’FBI uno dei cinque padrini più pericolosi di Mosca.
Antonio Caliendo (03-03-08): Altro concorrente Gea, cade ripetutamente in contraddizione, sbagliando date e numeri, tanto che il presidente Fiasconaro arriva a minacciare l'incriminazione per falsa testimonianza.
Stefano Antonelli: Nell'udienza del 28-04-08 si scopre che l'intercettazione acquisita dall'accusa in cui il padre di Blasi, nell'ottobre 2004, gli comunicava l'intenzione del figlio di rimettere la sua procura, era frutto di una registrazione effettuata da Antonelli stesso e da lui in seguito consegnata al Maggiore Auricchio della caserma di via in Selci (vedi paragafo 5). Assume così una luce particolarmente inquietante un'intercettazione pubblicata durante Farsopoli, nella quale Antonelli, il 17 ottobre 2004, dice ad Alessandro Moggi "Devo incontrarti con la bandiera bianca, cioè con i presupposti più giusti possibili, ma devo incontrarti, perché sennò diventa un massacro che non serve nè a me nè a te" e anche "è un momento particolare che se poi si sbotta, in questo momento rischiamo di farci un male della Madonna e non serve, non serve." Nel giugno 2008 Moggi l'ha denunciato alla procura della Repubblica, e alla procura federale, per l'ipotesi di reato di istigazione a delinquere. La querela riguarderebbe una presunta pressione ed invito fatto da Antonelli a Mario Auriemma, dirigente sportivo, a denunciare lo stesso Moggi a Roma e a Napoli in cambio di favori e facilitazioni nei rapporti di lavoro.
Claudio e Andrea Orlandini (27-03-2007): Le loro accuse riguardano le procure di Fabio Gatti e Emiliano Viviano.
Nel caso di Gatti, il problema riguarderebbe in realtà Gaucci, che avrebbe preteso che il giocatore revocasse la procura a Claudio Orlandini per darla alla GEA, il tutto nell’ambito della complessa trattativa che portò Liverani alla Lazio. Ha detto Claudio Orlandini: “Nel 2001, quando Fabio (Gatti, ndr) era al Perugia, mi chiamò il padre del giocatore e mi spiegò che mi dovevano revocare la procura perché il presidente del Perugia, Gaucci, disse che, se non lo avessero fatto e se la procura non fosse passata alla Gea, avrebbero stroncato la carriera di Fabio e lo avrebbero messo fuori rosa. Un mese dopo mi arrivò la raccomandata della revoca della procura. A quel punto chiesi di parlare con Gaucci o Sabatini per chiedere spiegazioni. Sabatini, all'epoca ds del Perugia, mi disse di mettermi l'anima in pace perché questo passaggio di procura alla Gea, insieme a quello di Miccoli, serviva per portare a termine il trasferimento di Liverani dal Perugia alla Lazio. Questo avrebbe dato liquidità in cassa al club umbro, all'epoca fortemente indebitato. A quel punto accettai la revoca e mi venne saldata direttamente dal Perugia la penale, perché Sabatini mi disse di passare in sede, che avrei trovato una busta con dentro 20 milioni di lire e cosi è stato".
Riguardo all’attuale portiere del Brescia Emanuele Viviano, Andrea Orlandini (il padre del procuratore di Viviano) accusa Moggi di avergli detto al telefono “gli stronco la carriera” in seguito al fallimento di una trattativa per il passaggio del portiere alla Juve, nonché Innocenzo Mazzini di aver consigliato a Viviano di incontrare i dirigenti della Juve senza procuratore.
I fatti: nel 2002, in seguito al fallimento della Fiorentina di Cecchi Gori, nella quale militava come giovane primavera, Viviano venne contattato dall’attuale DG dell’Udinese Pietro Leonardi, allora osservatore bianconero nel team dell’imputato Francesco Ceravolo, per un suo eventuale passaggio alla Juve. Il contatto avvenne tramite il procuratore Claudio Orlandini e la trattativa poi non andò in porto.
Siccome lo stesso Viviano ha negato di aver mai subito minacce, il giudice ha disposto un confronto tra Leonardi e Claudio Orlandini il 16-10-08.
Ha detto Leonardi: "Contattai Claudio Orlandini e gli diedi appuntamento ad un albergo vicino all'autostrada, a Firenze. L'incontro, però, durò pochi minuti perché c'era intenzione di mandare il giocatore in una squadra minore, dove potesse mettersi in luce. Incontrai Orlandini e un'altra persona, che non ricordo chi sia, in albergo, ma le cose finirono presto. Di sicuro, comunque, conclusa la riunione non chiamai Luciano Moggi".
Ha detto Orlandini: "I genitori di Viviano furono chiamati da Mazzini e gli fu detto che dovevano andare all'appuntamento senza portarsi il procuratore. Fu lo stesso collaboratore di Mazzini, che attese fuori, ad avvisare Moggi. Me lo disse lui stesso, rammaricandosi".
Ci sono un paio di grosse stranezze in questa storia: la prima è che della GEA non v’è manco l’ombra, dato che a tentare di impadronirsi della procura di Viviano, a detta degli Orlandini, sarebbe stato niente meno che l’ex vice-segretario FIGC Innocenzo Mazzini. Ma Moggi non minacciava per favorire la società del figlio?
La seconda la suggerisce l'intervento di Moggi: “In questa storia si tratta di un ragazzino, io mi occupavo di quelli che facevano vincere. E poi il ragazzo all'epoca, secondo le norme federali, non poteva neanche avere l'agente".
Insomma, e se invece Mazzini, tra l'altro vicino di casa di Viviano, ai tempi avesse semplicemente consigliato di far rispettare una norma federale? Chi agiva senza rispettare le regole? La GEA o altri soggetti?
2) Campioni mancati
Salvatore Fresi (27-02-08). Uno degli acquisti più inutili della gestione Triade (per fortuna ce ne furono pochi). Per l'accusa, la sua cessione dalla Juve al Perugia sarebbe avvenuta tramite delle minacce. Peccato che, a detta di chi ha assistito all'udienza, dopo essere stato incalzato dal giudice, alla fine abbia dovuto ammettere di aver festeggiato quella cessione a champagne, dato che gli fruttò un bel contrattino di due miliardi di lire l'anno; addirittura, alla serata sarebbe stato presente anche il suo procuratore GEA, l'imputato Pasquale Gallo, che avrebbe ospitato per una notte in mansarda. Di vere minacce a suo carico, dunque, nessuna traccia.
Nick Amoruso: RAI24 per definire la sua parentesi juventina sceglie un'immagine sobria: una "discesa agli inferi". Ma chi si ricorda le sue imprese in maglia bianconera sa che, molto più semplicemente, non si dimostrò all'altezza di Del Piero, Inzaghi, Trezeguet e Kovacevic. Per questo venne ceduto a una squadra minore, in grado comunque di garantirgli un contratto miliardario. Così Moggi, il 17-06-08: «Un buon giocatore per squadre come la Reggina e dovrebbe solo ringraziarci per aver guadagnato con noi 14 miliardi di lire»
Ciccio Grabbi (04-03-08): Cerca di contrabbandare per minacce i rilievi che il Direttore gli faceva su certe sue movimentate seratine. Come Amoruso e Fresi, usa il fatto di non aver dato procura alla Gea come scusa per non essere riuscito a sfondare nella Juve. Così Moggi, il 17-06-08: "Non ha mai giocato bene da nessuna parte, stava in mezzo al campo a guardare gli altri giocare". Qui altri interessanti dettagli del suo intervento.
Marco Rigoni (04-03-08): Secondo l'accusa fu venduto a una squadra minore per punizione, avendo revocato la procura alla Gea. Gli organi della cosiddetta informazione hanno però omesso di parlare dell'incidente stradale che gli stroncò la carriera ad alti livelli, nonché della vicinanza che la Juve di Moggi gli manifestò in seguito al sinistro. Per fortuna in aula se ne è parlato.
Fabrizio Miccoli (03-04-08): Per chiudere la questione, basterebbe citare il suo procuratore non-Gea Francesco Calandro che ai microfoni di Primaradio, la sera della sua deposizione, ha negato "un'ipotesi di mobbing per i problemi causati a Miccoli da Luciano e Alessandro Moggi durante la sua permanenza alla Juventus".
Invece, le pravde cartacee e catodiche hanno pompato alcuni brandelli della sua deposizione per far credere che Moggi lo vessasse. Le argomentazioni sarebbero:
1. Proibizione di usare orecchini
2. Esclusione punitiva da festeggiamento scudetto con sindaco di Pinzolo (organizzato però da Grande Stevens e il sindaco di Torino Chiamparino, e per uno scudetto che non aveva vinto, perché era al Perugia).
3. Pressioni per un trasferimento in prestito al Portsmouth, per altro poi nemmeno concretizzato.
Che ciò fosse accaduto per forzarlo a dare la sua procura alla Gea è solo una vaga supposizione sua, al cui supporto sa portare unicamente una telefonata del concittadino Antonio Conte che l'avrebbe consigliato in tal senso. Un po' pochino, no?
Il fatto è che nell'estate 2004, su input di Capello che non credeva in lui, Moggi non volle lasciarsi sfuggire l'occasione di sostituirlo con un certo Ibrahimovic. Di per sé Lucianone non lo vedeva nemmeno così male, tanto che rifiutò anche un'offerta di Lotito per scambiarlo con Cesar. E se la Fiorentina decise di non riscattarlo la colpa non fu né di Moggi né della Gea, ma del fatto che i viola reputarono che non ne valesse la pena.
Grazie al palcoscenico offertogli dalla Juve moggiana ebbe pure l'occasione di venire convocato 8 volte in Nazionale, e guarda caso senza essere assistito dalla Gea. Se poi il mai sbocciato "Maradona del Salento" a 28 anni si è ridotto a fare il panchinaro del Palermo, è difficile pensare che la colpa sia di un dirigente ormai da quasi 2 anni escluso dal mondo del calcio.
Così Moggi, il 17-06-08: «Miccoli è venuto a dire che è rimasto in pullman quando la Juve festeggiò lo scudetto in Comune a Torino: era stato Franzo Grande Stevens a organizzare la festa e Miccoli non faceva parte della Juve che aveva vinto il campionato. E poi era pieno di orecchini, sulle orecchie, sul naso magari li metteva anche sulle gambe e questo alla Juve non va bene».
3) Boomerang dell'accusa
David Trezeguet (27-02-08): Contrariamente ai titoli che l'hanno preceduta, la sua è stata una testimonianza platealmente scagionante: «Con la società Gea non c’è stato alcun contratto. Ho incontrato Alessandro Moggi nella sede della Juventus a Torino e ho parlato con lui della mia situazione contrattuale presso la Juve, ma non ci sono state mai minacce. Non mi sono mai stati posti ostacoli per il fatto che non avevo accettato di affidarmi alla Gea. In uno degli incontri con Alessandro Moggi e un’altra persona mi fu detto che la Gea, così come era organizzata aveva maggiori possibilità per risolvere i miei problemi contrattuali con la Juventus». Il calciatore si è poi soffermato sui contatti avuti con Alessandro Moggi ribadendo che non fu mai invogliato, dietro minacce, ad affidare i suoi interessi alla Gea.
Christian Molinaro(04-03-08): Il Corriere dello Sport dedica alla sua deposizione solo due righe, e ciò di per sé è sufficiente a farci intuire che anche la sua testimonianza scagiona Moggi e la Gea.
Marcello Lippi (01-04-08): Nemmeno convocato in aula, viene comunque citata la sua audizione in fase istruttoria, in cui confermò che Moggi non effettuò pressioni per farlo diventare CT della Nazionale, né tanto meno ne fece per fargli convocare determinati giocatori juventini. Per tentare di spingerlo a parlar male di Moggi e Giraudo, il pm Palamara arrivò a sottoporgli un'intercettazione (vedi qui, al 3.4) in cui i dirigenti bianconeri, nell'estate 2004, si compiacciono della sua sostituzione con Capello. Ma il Marcello nazionale non se ne fece condizionare, anzi: "Sono convinto che loro abbiano una stima sicuramente diversa e tuttora positiva rispetto a quella che appare quando si parla di barche, donne e motori, tra di noi c’è un ottimo rapporto". Infine, ricostruì la carriera del figlio Davide nella Gea, rivendicando il fatto di non aver mai interferito nella sua attività.
Davide Baiocco (01-04-08): Ora al Catania, ha dichiarato: "Non ho mai subito pressioni né dalla Gea né da Moggi". Ha spiegato di aver cambiato procuratore da Allegrini ad Alessandro Moggi perché non era soddisfatto del primo (durante Farsopoli, un'intercettazione nella quale Moggi parlava di una trattativa in corso su di lui, venne manipolata dai media per far credere che l'ex DG facesse plusvalenze fasulle. Vedi qui, al 1.5). Il 19-06-08, in un confronto con Baldini che parlava di un incontro nell'ufficio del procuratore Antonelli nel quale avrebbe detto di aver ricevuto pressioni da Gaucci per passare alla GEA, ha dichiarato: "Non mi ricordo di aver detto questo ad una persona che conoscevo per la prima volta. Rifiutai la Roma perche' il mio contratto sarebbe scaduto dopo un anno e mezzo e volevo valutare altre opportunita'".
Riccardo Allegretti (01-04-08): Ora alla Triestina. Sulle ipotetiche pressioni Gea o moggiane, vedi Baiocco.
Giorgio Chiellini (28-4-06): Ha dichiarato di aver scelto la Gea spontaneamente nel 2001 e di non aver mai ricevuto pressioni o minacce da parte di Moggi. "Dal mio agente Davide Lippi - ha aggiunto smentendo la testimonianza di Baldini - non ho mai avuto promesse o assicurazioni su una mia convocazione in Nazionale".
Così Moggi, il 17-06-08: «Sul caso Chiellini, Baldini ha detto solo menzogne, dalla prima all'ultima parola. Non è vero che il calciatore gli disse che preferiva andare alla Juventus perché Marcello Lippi, padre del suo procuratore, allenava la nazionale. La realtà è che il terzino era in comproprietà tra la Roma e il Livorno e che in Lega Calcio al presidente livornese Aldo Spinelli fu detto che il club giallorosso non poteva fare acquisti. Così il calciatore fu proposto alla Juve, il ragazzo ci interessava, lo avevamo anche seguito ma avevamo preferito lasciare in pace la Roma. Quando ci dicemmo interessati, Chiellini ancora non sapeva che sarebbe venuto da noi e solo dopo apprendemmo che il suo procuratore era Davide Lippi».
Fabio Gatti (28-4-06): Suo padre ha smentito Orlandini, ex procuratore del figlio, che aveva riferito di pressioni da parte di Luciano Gaucci, ai tempi in cui il giocatore militava nel Perugia, perché Gatti desse la sua procura alla Gea.
Emanuele Blasi (28-4-06): Ha dichiarato: "Le pressioni da parte della Gea sono tutte mie invenzioni. Ho pensato che fosse l’unico modo per liberarmi di Antonelli, con cui non avrei mai rinnovato il contratto con la Juve. In realtà, io non ero contento del suo lavoro e avevo preso contatti con Davide Lippi dicendogli che avrei dato a lui la procura se mi avesse consentito di rinnovare con la Juve a cifre maggiori". E' successo che Antonelli (vedi al paragrafo 1 "Concorrenti rancorosi"), aveva registrato la telefonata in cui il padre del giocatore lo scaricava, consegnandola al maggiore Auricchio (vedi al paragrafo 5). Già nel maggio 2006, in piena Farsopoli, Blasi aveva fornito le stesse spiegazioni rese in aula, e cioè che il padre si era semplicemente inventato una scusa senza alcun fondamento nella realtà, ma il pm Palamara l'aveva accusato di reticenza.
Emiliano Viviano (7-10-08): Portiere del Brescia, smentisce il padre del suo ex procuratore Claudio Orlandini, negando di essere mai stato contattato da persone che non fossero il suo procuratore con offerte di trasferimenti alla Juve, nonché di essere stato invitato dall’ex presidente della Figc Innocenzo Mazzini a recarsi presso un albergo senza il suo procuratore per discutere di un passaggio alla Juve. Il pm Palamara ha chiesto un confronto con Orlandini.
Fabio Liverani (7-10-08): Ha negato di aver mai subito pressioni su convocazioni in Nazionale o un eventuale passaggio alla Juventus.
Emanuele Calaiò (7-10-08): Attaccante del Siena, ha detto di essere passato 4 anni fa da Beppe Bonetto ad Alessandro Moggi per “libera scelta, poiché Bonetto non mi prospettava offerte adeguate al mio rendimento, per cui ero insoddisfatto del suo lavoro e ho scelto di passare la mia procura a Moggi senza ricevere alcuna minaccia o promessi di ingaggi”.
Oberto Petricca (7-10-08): Ex presidente dell'Assoprocuratori, ha delineato un quadro ambientale in cui sono molti i casi di rapporti tra procuratori e dirigenti legati da parentela.
4) Icone antijuventine
Zdenek Zeman (25-03-08): Con tutta evidenza chiamato a testimoniare solo per la sua fama di acerrimo nemico della Triade bianconera, ripaga il pm Palamara con una testimonianza fatta unicamente di banalità e sentito dire: i calciatori che affidavano la procura a chi garantiva loro "più vantaggi" e i procuratori non-Gea che lo usavano per sfogarsi per presunte trasgressioni deontologiche dei concorrenti, senza per altro specificare a quali regole si riferissero. Non ha lavorato dal dicembre 2006 al giugno 2008, ma stavolta è difficile riuscire a dare la colpa a Moggi.
Franco Baldini (31-03-08): La sola presenza in aula di un Lucianone da battaglia lo turba al punto da spingere il presidente a comminare all'ex DG juventino un'ammonizione mirata. La scena si ripete il 19-06-08, quando dichiara di essere stato minacciato fuori dall'aula, prima del suo confronto con Baiocco (che contraddice la sua versione). Le cronache ufficiali cercano di spacciare il suo racconto di un confuso battibecco con Moggi risalente alla stagione 2001-2002 per chissà quale episodio chiave. La realtà è che, quando alla Roma non riusciva a tesserare i giocatori che Capello gli chiedeva, accampava scuse parlando male della Gea. L'esempio più indicativo della pochezza delle sue argomentazioni lo si ha quando si lamenta del fatto che un procuratore possa consigliare a una giovane promessa come Chiellini una squadretta come la Juventus, invece di indirizzarlo all'armata giallorossa. Addirittura, rischia l'incriminazione per falsa testimonianza per aver riportato una confidenza di Baiocco (sulle solite fantomatiche "pressioni" Gea) che il giocatore negherà di aver mai fatto. Di lui, Lucianone non si esimerà dal sottolineare una certa scaltrezza con i documenti, ricordando che fu deferito dalla procura della Figc per aver procurato a Recoba il famoso passaporto che costò ad alcuni dirigenti interisti dei problemucci a livello penale. Poi c'è la questione Auricchio (vedi paragrafo 5).
5) Inquirenti collegati a Farsopoli
Attilio Auricchio (01-04-08): Maggiore dei Carabinieri ed estensore delle informative per la procura di Napoli che nell'estate 2006 vennero usate per imbastire Farsopoli. Riporta alcune cifre che smentiscono la leggenda del monopolio: nel 2004 la Gea "procurava" 154 calciatori, di cui 99 di serie A e B, e 5 allenatori. Dunque, considerato che tra A e B le squadre sono 42, con una rosa media di 20 calciatori, quelli disponibili "sulla piazza" sarebbero 840. Tradotto in percentuale, la GEA ne gestiva l'11,8%, una quota ben lontana dall'indicare un monopolio. E non è finita: tira in ballo il quadro normativo in vigore all'epoca, sostanzialmente ammettendo che la GEA operava in assoluta legittimità. Ma il bello viene durante il controesame degli avvocati difensori: si scopre che tra lui e Franco Baldini intercorrono da anni rapporti di amicizia. "Rapporti che datavano da una denuncia fatta dalla As Roma e da Baldini per un presunto ricatto dopo la vicenda delle false fidejussioni." Il 28 aprile successivo, si scopre anche che il procuratore Antonelli gli aveva consegnato la registrazione di una telefonata col padre di Blasi (vedi paragrafo 1 "Concorrenti Rancorosi").
6) Testimoni della difesa
Marco Cassetti (15-07-08): Ha detto: "Da nove anni sono assistito da Alessandro Moggi e da Franco Zavaglia. Non ho subito minacce e non ho mai saputo da qualcuno che abbia subito minacce da parte loro. Tre anni fa, nella stagione 2004/05, mi chiamò Beccalossi e mi convocò nella sede dell'Inter dicendomi di non dire nulla ad Alessandro Moggi. C'erano Mancini, Oriali e Branca. Io ero sotto contratto con il Lecce e loro volevano farmi firmare una sorta di pre-accordo con l'Inter, ma non volevano trattare con Alessandro Moggi. Io non firmai nulla, anche perché avevo un contratto in essere e avrei rischiato la squalifica. Subito dopo chiamai Alessandro per raccontargli la vicenda. Poi richiamai l'Inter e dissi loro che se volevano trattare con me dovevano parlare con il mio agente".
Nicola Lai (15-07-08): Ha dichiarato che nella stagione 2003-2004, quando militava nella primavera del Cagliari (ora è alla Torres), il direttore sportivo Gianfranco Matteoli gli disse che "chi andava alla Gea si sarebbe giocato il posto in squadra". Alla richiesta di spiegazioni il calciatore ha risposto che forse ciò era dovuto “a problemi tra il presidente Massimo Cellino e Zavaglia”. “Anche l'allenatore Giorgio Melis - ha aggiunto - suggerì di lasciar perdere gli agenti Gea”. Il giovane mediano, che ha militato anche nel Rieti, ha ribadito poi di non aver mai ricevuto alcuna minaccia per farsi seguire da Franco Zavaglia, che è ancora oggi il suo procuratore.
Dino Fava (15-07-08): Ex Bologna, ora Treviso, ha parlato di ottimi rapporti con Zavaglia dopo una esperienza insoddisfacente con un altro procuratore, Enrico Fedele, con il quale ha in corso una vertenza in sede civile per contrasti riguardanti alcune sponsorizzazioni e il suo presunto obbligo di versare a Fedele percentuali su qualsiasi guadagno futuro.
"Con un mio vecchio procuratore sono in causa. Zavaglia invece si è sempre comportato al meglio", ha detto.
Gianluca Grassadonia (15-07-08): Già calciatore e ora allenatore, ha parlato di ottimi rapporti, che durano ormai da 10 anni, con gli imputati Pasquale Gallo, Franco Zavaglia e Alessandro Moggi, ricordando che in occasione di ogni contratto da lui sottoscritto erano sempre loro tre ad assisterlo.
"Pasquale Gallo è sempre stato il mio agente, Alessandro Moggi e Franco Zavaglia mi sono stati vicini, da amici, quando sono andato al Cagliari ed al Chievo", ha detto.
Al presidente Fiasconaro che lo invitava a rispondere serenamente alle domande, ha risposto: “Io sono tranquillo, casomai è lei a non essere sereno”.
Aldo Spinelli (17-07-08): Il presidente del Livorno ha parlato della vicenda della comproprietà di Chiellini tra Roma e Livorno: "Sono stato convocato da Baldini e da Sensi e sono andato a Villa Pacelli. Sensi mi fece una proposta per riscattare la mia metà, ma io rifiutai. Così andammo alle buste, ma venni a sapere che la Roma non poteva acquistare il giocatore per problemi economici e così diedi alla Roma tre milioni di euro per la sua metà e misi il giocatore immediatamente sul mercato. La Juve mi offrì 6,5 milioni di euro da pagare in tre anni: io accettai subito, prendendo subito i primi tre milioni che mi servivano per pagare la Roma, che era all'epoca era una società 'piccola e radiata'. Con la Juve ho fatto anche altri affari, come la comproprietà di Palladino, e inoltre feci un favore alla Juve tesserando Mutu al posto loro, visto che avevo il posto libero per un extracomunitario, e poi lo girai a loro".
Walter Sabatini (17-08-08): E’ stato chiamato per parlare di Fabio Gatti e alla decisione del calciatore di cambiare procuratore passando a un uomo Gea. Ha spiegato che Gaucci gli chiese di convocare il calciatore, con il padre, in sede: il ds venne poi a sapere che a Gatti era stato chiesto da Gaucci di lasciare Orlandini per passare alla Gea. “Orlandini mi chiamò – ha continuato - per dire che era stata una scelta del presidente, avallata dal padre di Gatti: il ds inoltre promise a Orlandini un risarcimento.”
Il giudice Fiasconaro gli ha chiesto se era stato lui, come aveva detto Orlandini, a chiedere questo cambio di procuratore per facilitare il passaggio di Liverani dal Perugia alla Lazio: Sabatini ha negato decisamente.
Alessio Secco (17-07-08): E' stato chiamato a rispondere sul rinnovo del contratto di Trezeguet nel 2004 e sul ruolo di Capello nella vicenda: il ds della Juventus ha risposto di essere stato lui a redigere il contratto, di quattro anni a 4,5-5 milioni di euro all'anno di ingaggio. "Tenemmo segreta la trattativa per il rinnovo - ha detto Secco -. lo sapevamo solo Moggi, Giraudo e io". Capello chiamò Trezeguet solo per dirgli che gli avrebbe fatto piacere averlo in squadra.
Nicola Legrottaglie (17-07-08): Ha detto: "Per prendere Alessandro Moggi non ho subito pressioni o minacce. E’ il mio procuratore da cinque anni e non ne ho ricavato alcun beneficio, anzi: da quando sono arrivato alla Juve per le mie cattive prestazioni ho perso tutto, compreso il posto in Nazionale". Ha aggiunto: "E le cose non sono certo andate bene perché ero alla Gea, perché se non dai tutto in campo, se non ti impegni, si può perdere tutto in un attimo. Io ero arrivato in nazionale quand'ero al Chievo e poi però ho giocato male e sono stato mandato in prestito".
Pavel Nedved (17-07-08): Alla domanda se avesse ricevuto minacce ha risposto con un secco 'no' ribadendo che il suo procuratore da sempre è Carmine 'Mino' Raiola. "In otto anni di Juventus ho fatto due rinnovi contrattuali e sono sempre stati trattati da lui".
Alessandro del Piero (17-07-08): Ha ricordato che è alla Juve dal 1993, e come procuratore ha avuto prima Rizzato, poi Pasqualin, con il quale ha avuto due rinnovi contrattuali, e ora lo assiste il fratello. Le provvigioni le ha sempre pagate lui. Tutti gli altri juventini, invece, hanno spiegato che è la società a fornire la quota percentuale per gli agenti. Ha aggiunto: "Il mio contratto era da 70-120 milioni di lire con Rizzato; con Pasqualin ho avuto un rinnovo di contratto da 1-2 miliardi, il terzo rinnovo e' stato da 10 miliardi di lire. Il quarto e quinto rinnovo li ho firmati a 4 milioni di euro a stagione. Non ho mai subito pressioni da parte di Luciano Moggi per cambiare procuratore".
Gianluigi Buffon (17-07-08): Ha detto: "Il mio procuratore e' sempre stato Martina e non ho mai subito pressioni da Luciano Moggi per cambiarlo. Ho già rinnovato quattro-cinque volte il contratto con la Juve".
Alessandro Birindelli (17 luglio 2008): Mai procurato dalla GEA. Mai ricevuto minacce dagli agenti della Gea.
Daniele Gastaldello (17 luglio 2008): Mai procurato dalla GEA. Mai ricevuto minacce dagli agenti della Gea.
Antonio Mirante (17 luglio 2008): Mai procurato dalla GEA. Mai ricevuto minacce dagli agenti della Gea.
Ciro Ferrara (17 luglio 2008): Mai procurato dalla GEA. Mai ricevuto minacce dagli agenti della Gea.
Gianluca Pessotto (17 luglio 2008): Mai procurato dalla GEA. Mai ricevuto minacce dagli agenti della Gea.
Carlo Ancelotti (9 ottobre 2008): Smentisce la versione di Amoruso riguardo al suo trasferimento al Perugia nell'estate del 1999, ha detto: "Era un giocatore di buon livello che nel primo anno ha sicuramente giocato qualche partita perchè avevamo infortunati alcuni giocatori. Poi venne ceduto al Perugia per una scelta tecnica visto che avevamo come attaccanti Del Piero, Inzaghi e avevamo preso Kovacevic. Avrebbe avuto poco spazio. Così decidemmo di mandarlo via in prestito. Ma non conosco le modalità".
Antonio Conte (9 ottobre 2008): Smentisce clamorosamente la versione di Miccoli riguardo alle presunte pressioni per farlo procurare dalla GEA. L'ex capitano bianconero ha spiegato che era stato semmai Miccoli a chiedergli di metterlo in contatto con Alessandro Moggi (che già era procuratore di Conte), ma di non essersi mai interessato alle scelte del giocatore su chi affidarsi per la procura: «Io con Miccoli sono stato a cena una sera a casa. C'erano lui, la moglie e il suo procuratore Caleandro, mi chiesero un'opinione sul problema del rinnovo e sulla possibilità di poter gestire il giocatore insieme ad Alessandro Moggi. Io dissi la mia ma non mi interessai più di tanto. Mi chiesero di intercedere con la Juve. Era successo anche con Trezeguet, in quel periodo aveva litigato con il suo procuratore e voleva rinnovare il contratto. Ma fu una semplice conversazione in palestra».
Oltre a negare decisamente la versione dei fatti di Miccoli, gli ha lanciato più di una frecciatina: «So che Miccoli ha fornito un'altra ricostruzione, e gli ho risposto attraverso i giornali, dicendo anche che se lui avesse avuto la testa sarebbe stato un campione... È uno da prendere con le molle, è un po' estroso, non è quel che si dice un uomo di spogliatoio, era una persona appariscente. Alla Juve c'era un certo tipo di stile e ci tenevano. Sicuramente non era un Conte o un Pessotto, una persona quadrata. Nessuno mi ha mai chiesto di avvicinare giocatori della Juve per passare alla Gea. Quel che è certo è che non mi interessavano i suoi rapporti con la società».
Sebastian Giovinco (16 ottobre 2008): Ha detto: "Alla Juventus non ha mai subìto né pressioni né consigli per scegliere un procuratore od un altro".
Giuseppe Ursino e Giovanni Vrenna (16 ottobre 2008): Rispettivamente DS e Presidente del Crotone, hanno spiegato il rapporto con Ceravolo e il legame con la Juventus. Che, cioè, c'era una intesa di massima per ricevere il prestito di giovani giocatori. L'accordo c'era anche con il Napoli e la Reggina. "C'era una reciproca convenienza. I ragazzi erano bravi e il Crotone andava bene", è stato detto. Ursino era amico del calabrese Ceravolo, che a detta di Vrenna non si è mai occupato dei rinnovi contrattuali dei giocatori. Tutto nella norma, tanto più che il Crotone ha lo stesso tipo di rapporti con Torino, Empoli e Reggina.
7) Imputati
Davide Lippi (7-10-08): Dopo aver spiegato i suoi esordi come procuratore, ha parlato dei suoi rapporti con la Gea World: “Io ero un collaboratore e seguivo in particolare i giovani calciatori del settore allievi e primavera. Non ero ancora procuratore e prendevo una percentuale del 33% su quanto corrispondevano i calciatori a Moggi che era il punto di riferimento in Gea”.
Sul rapporto col padre: “Quando ho cominciato questo lavoro mio padre mi ha detto che non solo non mi avrebbe aiutato, ma mai dato consigli o preso miei calciatori. Non ho mai fatto riferimento a mio padre, né alla Juventus né alla Nazionale con i miei calciatori. Anzi mio padre mi ha detto: ‘ sbagli ti prendo a calci nel culo e vai a casa a fare altro’"-
Riferendosi alle presunte pressioni della Gea sui calciatori, ha affermato di non aver mai cercato di acquisire delle procure. Sulla vicenda della procura di Blasi passata da Antonelli a Zavaglia e poi a lui, ha detto: "Sapevo che Blasi, di cui ero e sono amico, era scontento di Antonelli perché non riusciva ad avere il rinnovo e un aumento del contratto. L'ho saputo da amici comuni e da altri calciatori. Ma io non ho mai fatto pressioni su Blasi per fargli cambiare procura".
Massimo Ciardullo, l’avvocato di Antonelli, ha letto il testo di una telefonata di Farsopoli, tra lui e Alessandro Moggi nella quale Lippi riferisce il colloquio con Blasi e gli dice che "o si paga Antonelli e i soldi li devi tirare fuori tu, o aspettiamo che scada la procura e poi facciamo il contratto". Ciardullo ha contestato a Lippi che poco prima aveva affermato di non aver mai parlato direttamente con Blasi del contratto. Lippi ha risposto che intendeva riferirsi al contratto con la Gea e non a quello da rinnovare con la Juventus.
Luciano Moggi (10-11-08): Nella sua deposizione spontanea, ha detto: "Sento dire che il calcio attuale è peggio di prima. Evidentemente non ero la mente di ogni complotto e chi comandava prima lo fa anche adesso. Personalmente non voglio più tornare a far parte di questo mondo. Non mi interessa più".
Ha rivolto poi un appello: "Il calcio lo seguo come critico e come giornalista. La realtà è che per queste vicende approdate in tribunale, ho perso il lavoro e mio figlio ha passato i suoi guai con la famiglia. Tutto per colpe di testimonianze dell'accusa che abbiamo smascherato. Sono uomo di fede e accetto questo momento ma se ora la situazione nel calcio è peggiorata, invito tutti a non esagerare". Quindi ha spiegato di essersi "sfogato contro chi lo ha infangato".
Poi ha aggiunto: "Il calcio è da tempo diventato un business e le società sportive lavorano per valorizzare il proprio settore giovanile ed evitare di pagare 50 milioni per un giocatore. Io dirigente ombra del Messina? Ma quando mai, la Juve prestava gratis dei ragazzi con tanto di premio di valorizzazione al club se loro avessero giocato almeno venti partite in serie A. Io mi vanto di aver ceduto Zidane a un prezzo, 150 miliardi di lire, che nessuna altra società ha mai guadagnato. Ho vinto scudetti, trofei in Italia e all'estero. Nella finale dei campionati del mondo c'erano in campo nove giocatori della Juve più l'allenatore e il fisioterapista. Nove campioni che giocavano nella Juve. E poi qualcuno dice che io ero autore dei complotti e combinavo le partite".
Prendendo spunto dalle deposizioni di Nicola Amoruso, Moggi ha colto l'occasione per definire i calciatori "persone viziate che pensano solo ai rinnovi contrattuali anche quando sono reduci da pessime stagioni. La Juve era ed è una società seria, che non poteva contare sui soldi dell'azionista, eppure abbiamo creato una squadra fortissima e garantito un buon dividendo agli azionisti anche se abbiamo alla fine ricevuto ringraziamenti non tanto simpatici. I giocatori vorrebbero dirigenti che spendono e spandono. Chi fa bene un anno pretende subito un adeguamento e il prolungamento del contratto".
Su Corrado Grabbi, ha detto: "Si dovrebbe vergognare di essere venuto qui a testimoniare, visto che in due anni non ne ha azzeccata una". Ha poi parlato del rapporto col figlio Alessandro: "Quando mi disse di prendere Oddo e Liverani risposi che non mi interessavano, ma quando mi disse di prendere Mutu lo presi subito. Questo perchè ogni tanto gli davo ascolto e ogni tanto no. A un certo punto io e mio figlio avevamo paura di telefonarci per le intercettazioni, e questo in un paese democratico non può accadere. Vengo accusato di essere un socio occulto della Gea: il tutto perchè ho comprato delle cravatte da Marinella, ma io lo feci per fare un favore a Zavaglia, perchè conoscevo di persona Maurizio Marinella e per fargli fare un prezzo di favore".
Moggi ha poi escluso di aver mai favorito il figlio Alessandro: "Non gli ho mai rivelato in anticipo certe operazioni di mercato, come si evince dalle intercettazioni. Né ho preso dei soldi da lui. Eppure mi hanno definito socio occulto di Gea per la storia delle cravatte di Marinella che Franco Zavaglia mi chiese di prendere a un prezzo di favore. I Moggi sono passati come capri espiatori e mi sta pure bene. Ma perché, se si vuole moralizzare il calcio, non si vivisezionano gli altri parenti che fanno dirigenti e procuratori come hanno vivisezionato noi?".
Poi ha attaccato il suo grande accusatore: "Franco Baldini è quella persona che prima di un Roma-Juventus ha discusso con me dei problemi del calcio e di come potevano essere risolti. Baldini è quella persona che disse a Baiocco di starsene buono per un anno al Perugia per poi passare alla Roma a parametro zero, cosa che non poteva fare visto che Baiocco era in trattative per rinnovare il contratto con il Perugia. È lui la persona che dice che il Messina era una società controllata da me perché avrei venduto calciatori al Messina a prezzi gonfiati per ottenere altri favori: invece i calciatori della Juve andavano al Messina in prestito gratuito. Baldini ha detto molte cose che non stanno né in cielo né in terra, per esempio la storia della trattativa con il Livorno per Chiellini. Non ci fu nessun complotto della Juventus: la Roma in quel momento non poteva acquistare, ma solo vendere. Noi non volevamo disturbare la Roma, e fu Spinelli a venire a trattare". Ma anche l'attuale dirigenza giallorossa è nel mirino di Moggi: "Ora tutti dicono che accettano gli errori degli arbitri, ma poi la prima a lamentarsi è la vicepresidente della Lega, Rosella Sensi, che il pubblico ministero conosce bene". A questo punto, però, il pm Luca Palamara ha invitato Luigi Fiasconaro, presidente del collegio, a interrompere Moggi.
Alessandro Moggi (10-11-08): Nella sua deposizione spontanea, ha detto: "Ho fatto il raccattapalle, ho provato con la carriera di calciatore, ma a venti anni ho pensato che il mestiere più congeniale a me e alla mia passione per il pallone fosse quello di procuratore che ho portato avanti dopo essermi laureato in legge. Sono partito dal basso, assistendo il portiere Cecere del Nola in C2 e cercando di imporre una mia autonomia personale e professionale perché ancora oggi soffro quando qualcuno mi definisce 'il figlio di Moggi'. Sono riuscito ad affermarmi in un ambiente difficile come quello degli agenti sportivi, nonostante il mio cognome, grazie all'aiuto di Franco Zavaglia che posso considerare un secondo padre".
"Se io oggi assisto l'85-90 per cento dei giocatori che avevo con me prima che esplodesse lo scandalo Gea, significa che il mio metodo di lavoro è buono. Sono stato io a rinunciare nella primavera del 2006 a quegli atleti che necessitavano di un'assistenza immediata perché io non ci stavo con la testa e non ero in grado di seguirli. Impiego più del 50 per cento del mio tempo a guadagnarmi la fiducia delle società di calcio senza cui non potrei mai aiutare un giocatore professionalmente ed economicamente. E sono contento di dire che, passati quei mesi di difficoltà, molti giocatori hanno manifestato nuovamente la fiducia nei miei confronti. Il passaparola per chi fa questo lavoro è importante. Quanto alla Gea, questa era nata dalla volontà di costruire un qualcosa di imprenditoriale e di aziendale. La mentalità porta a porta non mi appartiene".
Per Alessandro Moggi, le accuse che gli ha lanciato il procuratore Caliendo in questo processo hanno una chiara spiegazione: "Lui mi ha corteggiato insistentemente affinché diventassi presidente e il personaggio più rappresentativo della sua Società. Non scattò quel feeling e, forse, gli bruciò molto il fatto che io fondai con altri la Gea World. Mi dolgo, piuttosto, a fronte di alcuni articoli di stampa dell'epoca, di non aver mai chiarito in modo netto che questa mia società non aveva alcun rapporto con Sergio Cragnotti e Calisto Tanzi, pur conoscendo i loro figli che stavano nella Generale Athletic, tanto è vero che nessun calciatore da noi assistito è mai andato alla Lazio o al Parma. E non esisteva alcun legame con la Banca di Roma anche se tra i soci c'era Chiara Geronzi". Moggi si è poi soffermato su alcuni casi oggetto di imputazione (i presunti illeciti nelle procure firmate da Nicola Amoruso, Emanuele Blasi, Fabio Gatti, Giorgio Chiellini, Giovanni Tedesco) per spiegare di non aver mai fatto nulla perché il calciatore revocasse il precedente mandato e andasse con lui: "Sono sempre stati loro a scegliere me perché insoddisfatti del lavoro svolto dal loro precedente agente. In alcuni casi, sono stati i padri dei giocatori a inseguirmi pretendendo che curassi le attività del loro figlio. Io non ho mai tolto niente a nessuno". Quanto al contratto di David Trezeguet, ha confermato che "l'incontro avvenne presso la sede della Juve soltanto perché era comodo ad entrambi trovarci lì. Usammo un salottino di attesa per fare due chiacchiere. Poi non mi ha neppure dato il mandato...".
Per quanto ancora si vorrà far finta di non capire?
Fonte: www.ju29ro.com (leggilo qui)
12-11-08 - Tanto in sordina erano passate l’altro ieri le deposizioni spontanee di Luciano Moggi e suo figlio Alessandro, quanto fragorose sono state ieri le richieste del pm Palamara rese al termine della sua lunga requisitoria: 6 anni per Luciano Moggi (a cui è stata contestata anche l’aggravante del comportamento processuale), 5 al figlio Alessandro, 3 anni e 6 mesi per Franco Zavaglia, accusati di aver messo in piedi un’associazione a delinquere finalizzata all’illecita concorrenza. Se consideriamo che l'art 416 del Codice Penale prevede, per associazioni a delinquere dalle 3 alle 9 persone, da un minimo di 3 anni a un massimo di 7, ci rendiamo conto di quanto siano state pesanti, e destinate di conseguenza a far rumore, le richieste dell'accusa. Inoltre, 2 anni e 4 mesi per Francesco Ceravolo in veste di semplice “partecipe” dell’associazione (vedi caso Viviano), e 1 anno e 4 mesi a Davide Lippi e 8 mesi a Pasquale Gallo, loro non "associati", ma a cui sono stati contestati singoli episodi (Lippi per il caso Blasi-Antonelli, Gallo per la vicenda Fresi).
Dunque, gli associati a delinquere sarebbero Luciano Moggi, il figlio Alessandro e il suo socio alla GEA Zavaglia. Di cosa sarebbero colpevoli? Dice Palamara: "la Gea World spa nasce nell'ottobre del 2001 come meccanismo politico-imprenditoriale che rafforza l'attività che Alessandro Moggi e Franco Zavaglia avevano svolto nel mondo del calcio come Football Management." Ottimo, ma il delitto?
Per il pm, pochi mesi dopo la nascita della società “Amoruso, Blasi, Baiocco, Gatti, Tedesco, Trezeguet furono avvicinati e invitati a cambiare procuratore in cambio di vantaggi economici e di carriera". Ma non era una società di procuratori? Colpevoli dunque di aver fatto il loro lavoro? Anzi, visto che Trezeguet rifiutò, e considerati i pochi vantaggi in termini di carriera da parte del resto dell'elenco, semmai avrebbero avuto tutti convenienza a imitare il campione franco-argentino, no? Inoltre, tutto questo monopolio del mercato quale sarebbe, dal momento che di campioni veri la GEA ne procurava pochi, quasi tutti personaggi di secondo piano? E le percentuali? Il 12% dei tesserati sarebbe un monopolio? Sarebbe il controllo del mercato? Stiamo scherzando, vero?
Ma ovviamente c'è dell'altro. Cosa? Ad esempio, un’intervista di Capello del marzo del 2002, all’epoca collega di Baldini alla Roma, che “lanciò il sasso” contro la GEA, considerandola “prova che un tipo di meccanismo di acquisizione delle procure sportive non viene più tollerato dagli addetti ai lavori che si vogliono spartire la torta". Arieccolo: un altro caso Zeman-Espresso (in pratica, ma un po' più "associato").
Peccato, intanto, che molti dei singoli episodi di pressioni o minacce che i media hanno in questi ultimi mesi propagandato come verità assoluta siano stati sconfessati dalla stessa accusa, che ad esempio ha chiesto l’assoluzione dei Moggi padre e figlio e per i casi Chiellini, Tedesco e Nigmatullin. Cade nel nulla anche il presunto tentativo di violenza privata che Moggi avrebbe attuato nei confronti dell'ex ds della Roma, Franco Baldini, nel dicembre del 2000, considerato “prescritto”.
Ma non è finita: il pm cita anche una lettera ritrovata alla Gea, in cui Zavaglia invita i procuratori "a non andare a sbandierare il nome di Luciano Moggi e a far presa sui giocatori illustrando loro l'organizzazione della società senza minacciare nessuno come è avvenuto in passato". Francamente, insinuare che una lettera in cui un professionista invita i colleghi a lavorare secondo una deontologia che miri a valorizzare il prodotto sia la prova di chissà quale nefandezza appare l'ennesimo castello in aria di questo processo. E quanto a Luciano Moggi, che vantaggio avrebbe avuto da una tale associazione?
Colpisce molto anche il seguente passaggio: "l'inchiesta GEA è stata uno dei tanti esempi dell'implosione del sistema calcio giunto al collasso perché le società fanno fatica a trovare un punto di equilibrio tra ricavi e spese". Insomma, per il pm i 450 milioni di debiti della Roma e i 320 dell'Inter dimostrerebbero non tanto la cattiva gestione delle società in questione, ma che la GEA faceva illecita concorrenza; non che Moggi capiva di calcio più degli altri, ma che era un capo-cupola. Vedremo che ne penserà il giudice.
Il processo proseguirà giovedì prossimo con l'intervento della parte civile e dei primi difensori. La sentenza è prevista per l'inizio del prossimo anno.
Intanto, rinfreschiamoci la memoria con l'impressionante elenco delle deposizioni più significative finora, divise per tipologia e corredate dalla data dell'udienza.
1) Concorrenti rancorosi
Marco Trabucchi (27-02-08): Di origini russe, accusa la Gea di essere ricorsa alle maniere forti (albergo in Via Veneto e Mercedes Classe A a disposizione) pur di togliergli la procura di tal Ruslan Nigmatullin, già portiere di Verona e Salernitana. Un dettaglio sconosciuto ai più, che nessuno scrive (tranne il sito contrastamu.org): questo Trabucchi risulterebbe legato alla "brigata Izmailovskaya", organizzazione criminale che faceva capo al faccendiere ubzeko Alimzhan Tokhtakhounov considerato dall’FBI uno dei cinque padrini più pericolosi di Mosca.
Antonio Caliendo (03-03-08): Altro concorrente Gea, cade ripetutamente in contraddizione, sbagliando date e numeri, tanto che il presidente Fiasconaro arriva a minacciare l'incriminazione per falsa testimonianza.
Stefano Antonelli: Nell'udienza del 28-04-08 si scopre che l'intercettazione acquisita dall'accusa in cui il padre di Blasi, nell'ottobre 2004, gli comunicava l'intenzione del figlio di rimettere la sua procura, era frutto di una registrazione effettuata da Antonelli stesso e da lui in seguito consegnata al Maggiore Auricchio della caserma di via in Selci (vedi paragafo 5). Assume così una luce particolarmente inquietante un'intercettazione pubblicata durante Farsopoli, nella quale Antonelli, il 17 ottobre 2004, dice ad Alessandro Moggi "Devo incontrarti con la bandiera bianca, cioè con i presupposti più giusti possibili, ma devo incontrarti, perché sennò diventa un massacro che non serve nè a me nè a te" e anche "è un momento particolare che se poi si sbotta, in questo momento rischiamo di farci un male della Madonna e non serve, non serve." Nel giugno 2008 Moggi l'ha denunciato alla procura della Repubblica, e alla procura federale, per l'ipotesi di reato di istigazione a delinquere. La querela riguarderebbe una presunta pressione ed invito fatto da Antonelli a Mario Auriemma, dirigente sportivo, a denunciare lo stesso Moggi a Roma e a Napoli in cambio di favori e facilitazioni nei rapporti di lavoro.
Claudio e Andrea Orlandini (27-03-2007): Le loro accuse riguardano le procure di Fabio Gatti e Emiliano Viviano.
Nel caso di Gatti, il problema riguarderebbe in realtà Gaucci, che avrebbe preteso che il giocatore revocasse la procura a Claudio Orlandini per darla alla GEA, il tutto nell’ambito della complessa trattativa che portò Liverani alla Lazio. Ha detto Claudio Orlandini: “Nel 2001, quando Fabio (Gatti, ndr) era al Perugia, mi chiamò il padre del giocatore e mi spiegò che mi dovevano revocare la procura perché il presidente del Perugia, Gaucci, disse che, se non lo avessero fatto e se la procura non fosse passata alla Gea, avrebbero stroncato la carriera di Fabio e lo avrebbero messo fuori rosa. Un mese dopo mi arrivò la raccomandata della revoca della procura. A quel punto chiesi di parlare con Gaucci o Sabatini per chiedere spiegazioni. Sabatini, all'epoca ds del Perugia, mi disse di mettermi l'anima in pace perché questo passaggio di procura alla Gea, insieme a quello di Miccoli, serviva per portare a termine il trasferimento di Liverani dal Perugia alla Lazio. Questo avrebbe dato liquidità in cassa al club umbro, all'epoca fortemente indebitato. A quel punto accettai la revoca e mi venne saldata direttamente dal Perugia la penale, perché Sabatini mi disse di passare in sede, che avrei trovato una busta con dentro 20 milioni di lire e cosi è stato".
Riguardo all’attuale portiere del Brescia Emanuele Viviano, Andrea Orlandini (il padre del procuratore di Viviano) accusa Moggi di avergli detto al telefono “gli stronco la carriera” in seguito al fallimento di una trattativa per il passaggio del portiere alla Juve, nonché Innocenzo Mazzini di aver consigliato a Viviano di incontrare i dirigenti della Juve senza procuratore.
I fatti: nel 2002, in seguito al fallimento della Fiorentina di Cecchi Gori, nella quale militava come giovane primavera, Viviano venne contattato dall’attuale DG dell’Udinese Pietro Leonardi, allora osservatore bianconero nel team dell’imputato Francesco Ceravolo, per un suo eventuale passaggio alla Juve. Il contatto avvenne tramite il procuratore Claudio Orlandini e la trattativa poi non andò in porto.
Siccome lo stesso Viviano ha negato di aver mai subito minacce, il giudice ha disposto un confronto tra Leonardi e Claudio Orlandini il 16-10-08.
Ha detto Leonardi: "Contattai Claudio Orlandini e gli diedi appuntamento ad un albergo vicino all'autostrada, a Firenze. L'incontro, però, durò pochi minuti perché c'era intenzione di mandare il giocatore in una squadra minore, dove potesse mettersi in luce. Incontrai Orlandini e un'altra persona, che non ricordo chi sia, in albergo, ma le cose finirono presto. Di sicuro, comunque, conclusa la riunione non chiamai Luciano Moggi".
Ha detto Orlandini: "I genitori di Viviano furono chiamati da Mazzini e gli fu detto che dovevano andare all'appuntamento senza portarsi il procuratore. Fu lo stesso collaboratore di Mazzini, che attese fuori, ad avvisare Moggi. Me lo disse lui stesso, rammaricandosi".
Ci sono un paio di grosse stranezze in questa storia: la prima è che della GEA non v’è manco l’ombra, dato che a tentare di impadronirsi della procura di Viviano, a detta degli Orlandini, sarebbe stato niente meno che l’ex vice-segretario FIGC Innocenzo Mazzini. Ma Moggi non minacciava per favorire la società del figlio?
La seconda la suggerisce l'intervento di Moggi: “In questa storia si tratta di un ragazzino, io mi occupavo di quelli che facevano vincere. E poi il ragazzo all'epoca, secondo le norme federali, non poteva neanche avere l'agente".
Insomma, e se invece Mazzini, tra l'altro vicino di casa di Viviano, ai tempi avesse semplicemente consigliato di far rispettare una norma federale? Chi agiva senza rispettare le regole? La GEA o altri soggetti?
2) Campioni mancati
Salvatore Fresi (27-02-08). Uno degli acquisti più inutili della gestione Triade (per fortuna ce ne furono pochi). Per l'accusa, la sua cessione dalla Juve al Perugia sarebbe avvenuta tramite delle minacce. Peccato che, a detta di chi ha assistito all'udienza, dopo essere stato incalzato dal giudice, alla fine abbia dovuto ammettere di aver festeggiato quella cessione a champagne, dato che gli fruttò un bel contrattino di due miliardi di lire l'anno; addirittura, alla serata sarebbe stato presente anche il suo procuratore GEA, l'imputato Pasquale Gallo, che avrebbe ospitato per una notte in mansarda. Di vere minacce a suo carico, dunque, nessuna traccia.
Nick Amoruso: RAI24 per definire la sua parentesi juventina sceglie un'immagine sobria: una "discesa agli inferi". Ma chi si ricorda le sue imprese in maglia bianconera sa che, molto più semplicemente, non si dimostrò all'altezza di Del Piero, Inzaghi, Trezeguet e Kovacevic. Per questo venne ceduto a una squadra minore, in grado comunque di garantirgli un contratto miliardario. Così Moggi, il 17-06-08: «Un buon giocatore per squadre come la Reggina e dovrebbe solo ringraziarci per aver guadagnato con noi 14 miliardi di lire»
Ciccio Grabbi (04-03-08): Cerca di contrabbandare per minacce i rilievi che il Direttore gli faceva su certe sue movimentate seratine. Come Amoruso e Fresi, usa il fatto di non aver dato procura alla Gea come scusa per non essere riuscito a sfondare nella Juve. Così Moggi, il 17-06-08: "Non ha mai giocato bene da nessuna parte, stava in mezzo al campo a guardare gli altri giocare". Qui altri interessanti dettagli del suo intervento.
Marco Rigoni (04-03-08): Secondo l'accusa fu venduto a una squadra minore per punizione, avendo revocato la procura alla Gea. Gli organi della cosiddetta informazione hanno però omesso di parlare dell'incidente stradale che gli stroncò la carriera ad alti livelli, nonché della vicinanza che la Juve di Moggi gli manifestò in seguito al sinistro. Per fortuna in aula se ne è parlato.
Fabrizio Miccoli (03-04-08): Per chiudere la questione, basterebbe citare il suo procuratore non-Gea Francesco Calandro che ai microfoni di Primaradio, la sera della sua deposizione, ha negato "un'ipotesi di mobbing per i problemi causati a Miccoli da Luciano e Alessandro Moggi durante la sua permanenza alla Juventus".
Invece, le pravde cartacee e catodiche hanno pompato alcuni brandelli della sua deposizione per far credere che Moggi lo vessasse. Le argomentazioni sarebbero:
1. Proibizione di usare orecchini
2. Esclusione punitiva da festeggiamento scudetto con sindaco di Pinzolo (organizzato però da Grande Stevens e il sindaco di Torino Chiamparino, e per uno scudetto che non aveva vinto, perché era al Perugia).
3. Pressioni per un trasferimento in prestito al Portsmouth, per altro poi nemmeno concretizzato.
Che ciò fosse accaduto per forzarlo a dare la sua procura alla Gea è solo una vaga supposizione sua, al cui supporto sa portare unicamente una telefonata del concittadino Antonio Conte che l'avrebbe consigliato in tal senso. Un po' pochino, no?
Il fatto è che nell'estate 2004, su input di Capello che non credeva in lui, Moggi non volle lasciarsi sfuggire l'occasione di sostituirlo con un certo Ibrahimovic. Di per sé Lucianone non lo vedeva nemmeno così male, tanto che rifiutò anche un'offerta di Lotito per scambiarlo con Cesar. E se la Fiorentina decise di non riscattarlo la colpa non fu né di Moggi né della Gea, ma del fatto che i viola reputarono che non ne valesse la pena.
Grazie al palcoscenico offertogli dalla Juve moggiana ebbe pure l'occasione di venire convocato 8 volte in Nazionale, e guarda caso senza essere assistito dalla Gea. Se poi il mai sbocciato "Maradona del Salento" a 28 anni si è ridotto a fare il panchinaro del Palermo, è difficile pensare che la colpa sia di un dirigente ormai da quasi 2 anni escluso dal mondo del calcio.
Così Moggi, il 17-06-08: «Miccoli è venuto a dire che è rimasto in pullman quando la Juve festeggiò lo scudetto in Comune a Torino: era stato Franzo Grande Stevens a organizzare la festa e Miccoli non faceva parte della Juve che aveva vinto il campionato. E poi era pieno di orecchini, sulle orecchie, sul naso magari li metteva anche sulle gambe e questo alla Juve non va bene».
3) Boomerang dell'accusa
David Trezeguet (27-02-08): Contrariamente ai titoli che l'hanno preceduta, la sua è stata una testimonianza platealmente scagionante: «Con la società Gea non c’è stato alcun contratto. Ho incontrato Alessandro Moggi nella sede della Juventus a Torino e ho parlato con lui della mia situazione contrattuale presso la Juve, ma non ci sono state mai minacce. Non mi sono mai stati posti ostacoli per il fatto che non avevo accettato di affidarmi alla Gea. In uno degli incontri con Alessandro Moggi e un’altra persona mi fu detto che la Gea, così come era organizzata aveva maggiori possibilità per risolvere i miei problemi contrattuali con la Juventus». Il calciatore si è poi soffermato sui contatti avuti con Alessandro Moggi ribadendo che non fu mai invogliato, dietro minacce, ad affidare i suoi interessi alla Gea.
Christian Molinaro(04-03-08): Il Corriere dello Sport dedica alla sua deposizione solo due righe, e ciò di per sé è sufficiente a farci intuire che anche la sua testimonianza scagiona Moggi e la Gea.
Marcello Lippi (01-04-08): Nemmeno convocato in aula, viene comunque citata la sua audizione in fase istruttoria, in cui confermò che Moggi non effettuò pressioni per farlo diventare CT della Nazionale, né tanto meno ne fece per fargli convocare determinati giocatori juventini. Per tentare di spingerlo a parlar male di Moggi e Giraudo, il pm Palamara arrivò a sottoporgli un'intercettazione (vedi qui, al 3.4) in cui i dirigenti bianconeri, nell'estate 2004, si compiacciono della sua sostituzione con Capello. Ma il Marcello nazionale non se ne fece condizionare, anzi: "Sono convinto che loro abbiano una stima sicuramente diversa e tuttora positiva rispetto a quella che appare quando si parla di barche, donne e motori, tra di noi c’è un ottimo rapporto". Infine, ricostruì la carriera del figlio Davide nella Gea, rivendicando il fatto di non aver mai interferito nella sua attività.
Davide Baiocco (01-04-08): Ora al Catania, ha dichiarato: "Non ho mai subito pressioni né dalla Gea né da Moggi". Ha spiegato di aver cambiato procuratore da Allegrini ad Alessandro Moggi perché non era soddisfatto del primo (durante Farsopoli, un'intercettazione nella quale Moggi parlava di una trattativa in corso su di lui, venne manipolata dai media per far credere che l'ex DG facesse plusvalenze fasulle. Vedi qui, al 1.5). Il 19-06-08, in un confronto con Baldini che parlava di un incontro nell'ufficio del procuratore Antonelli nel quale avrebbe detto di aver ricevuto pressioni da Gaucci per passare alla GEA, ha dichiarato: "Non mi ricordo di aver detto questo ad una persona che conoscevo per la prima volta. Rifiutai la Roma perche' il mio contratto sarebbe scaduto dopo un anno e mezzo e volevo valutare altre opportunita'".
Riccardo Allegretti (01-04-08): Ora alla Triestina. Sulle ipotetiche pressioni Gea o moggiane, vedi Baiocco.
Giorgio Chiellini (28-4-06): Ha dichiarato di aver scelto la Gea spontaneamente nel 2001 e di non aver mai ricevuto pressioni o minacce da parte di Moggi. "Dal mio agente Davide Lippi - ha aggiunto smentendo la testimonianza di Baldini - non ho mai avuto promesse o assicurazioni su una mia convocazione in Nazionale".
Così Moggi, il 17-06-08: «Sul caso Chiellini, Baldini ha detto solo menzogne, dalla prima all'ultima parola. Non è vero che il calciatore gli disse che preferiva andare alla Juventus perché Marcello Lippi, padre del suo procuratore, allenava la nazionale. La realtà è che il terzino era in comproprietà tra la Roma e il Livorno e che in Lega Calcio al presidente livornese Aldo Spinelli fu detto che il club giallorosso non poteva fare acquisti. Così il calciatore fu proposto alla Juve, il ragazzo ci interessava, lo avevamo anche seguito ma avevamo preferito lasciare in pace la Roma. Quando ci dicemmo interessati, Chiellini ancora non sapeva che sarebbe venuto da noi e solo dopo apprendemmo che il suo procuratore era Davide Lippi».
Fabio Gatti (28-4-06): Suo padre ha smentito Orlandini, ex procuratore del figlio, che aveva riferito di pressioni da parte di Luciano Gaucci, ai tempi in cui il giocatore militava nel Perugia, perché Gatti desse la sua procura alla Gea.
Emanuele Blasi (28-4-06): Ha dichiarato: "Le pressioni da parte della Gea sono tutte mie invenzioni. Ho pensato che fosse l’unico modo per liberarmi di Antonelli, con cui non avrei mai rinnovato il contratto con la Juve. In realtà, io non ero contento del suo lavoro e avevo preso contatti con Davide Lippi dicendogli che avrei dato a lui la procura se mi avesse consentito di rinnovare con la Juve a cifre maggiori". E' successo che Antonelli (vedi al paragrafo 1 "Concorrenti rancorosi"), aveva registrato la telefonata in cui il padre del giocatore lo scaricava, consegnandola al maggiore Auricchio (vedi al paragrafo 5). Già nel maggio 2006, in piena Farsopoli, Blasi aveva fornito le stesse spiegazioni rese in aula, e cioè che il padre si era semplicemente inventato una scusa senza alcun fondamento nella realtà, ma il pm Palamara l'aveva accusato di reticenza.
Emiliano Viviano (7-10-08): Portiere del Brescia, smentisce il padre del suo ex procuratore Claudio Orlandini, negando di essere mai stato contattato da persone che non fossero il suo procuratore con offerte di trasferimenti alla Juve, nonché di essere stato invitato dall’ex presidente della Figc Innocenzo Mazzini a recarsi presso un albergo senza il suo procuratore per discutere di un passaggio alla Juve. Il pm Palamara ha chiesto un confronto con Orlandini.
Fabio Liverani (7-10-08): Ha negato di aver mai subito pressioni su convocazioni in Nazionale o un eventuale passaggio alla Juventus.
Emanuele Calaiò (7-10-08): Attaccante del Siena, ha detto di essere passato 4 anni fa da Beppe Bonetto ad Alessandro Moggi per “libera scelta, poiché Bonetto non mi prospettava offerte adeguate al mio rendimento, per cui ero insoddisfatto del suo lavoro e ho scelto di passare la mia procura a Moggi senza ricevere alcuna minaccia o promessi di ingaggi”.
Oberto Petricca (7-10-08): Ex presidente dell'Assoprocuratori, ha delineato un quadro ambientale in cui sono molti i casi di rapporti tra procuratori e dirigenti legati da parentela.
4) Icone antijuventine
Zdenek Zeman (25-03-08): Con tutta evidenza chiamato a testimoniare solo per la sua fama di acerrimo nemico della Triade bianconera, ripaga il pm Palamara con una testimonianza fatta unicamente di banalità e sentito dire: i calciatori che affidavano la procura a chi garantiva loro "più vantaggi" e i procuratori non-Gea che lo usavano per sfogarsi per presunte trasgressioni deontologiche dei concorrenti, senza per altro specificare a quali regole si riferissero. Non ha lavorato dal dicembre 2006 al giugno 2008, ma stavolta è difficile riuscire a dare la colpa a Moggi.
Franco Baldini (31-03-08): La sola presenza in aula di un Lucianone da battaglia lo turba al punto da spingere il presidente a comminare all'ex DG juventino un'ammonizione mirata. La scena si ripete il 19-06-08, quando dichiara di essere stato minacciato fuori dall'aula, prima del suo confronto con Baiocco (che contraddice la sua versione). Le cronache ufficiali cercano di spacciare il suo racconto di un confuso battibecco con Moggi risalente alla stagione 2001-2002 per chissà quale episodio chiave. La realtà è che, quando alla Roma non riusciva a tesserare i giocatori che Capello gli chiedeva, accampava scuse parlando male della Gea. L'esempio più indicativo della pochezza delle sue argomentazioni lo si ha quando si lamenta del fatto che un procuratore possa consigliare a una giovane promessa come Chiellini una squadretta come la Juventus, invece di indirizzarlo all'armata giallorossa. Addirittura, rischia l'incriminazione per falsa testimonianza per aver riportato una confidenza di Baiocco (sulle solite fantomatiche "pressioni" Gea) che il giocatore negherà di aver mai fatto. Di lui, Lucianone non si esimerà dal sottolineare una certa scaltrezza con i documenti, ricordando che fu deferito dalla procura della Figc per aver procurato a Recoba il famoso passaporto che costò ad alcuni dirigenti interisti dei problemucci a livello penale. Poi c'è la questione Auricchio (vedi paragrafo 5).
5) Inquirenti collegati a Farsopoli
Attilio Auricchio (01-04-08): Maggiore dei Carabinieri ed estensore delle informative per la procura di Napoli che nell'estate 2006 vennero usate per imbastire Farsopoli. Riporta alcune cifre che smentiscono la leggenda del monopolio: nel 2004 la Gea "procurava" 154 calciatori, di cui 99 di serie A e B, e 5 allenatori. Dunque, considerato che tra A e B le squadre sono 42, con una rosa media di 20 calciatori, quelli disponibili "sulla piazza" sarebbero 840. Tradotto in percentuale, la GEA ne gestiva l'11,8%, una quota ben lontana dall'indicare un monopolio. E non è finita: tira in ballo il quadro normativo in vigore all'epoca, sostanzialmente ammettendo che la GEA operava in assoluta legittimità. Ma il bello viene durante il controesame degli avvocati difensori: si scopre che tra lui e Franco Baldini intercorrono da anni rapporti di amicizia. "Rapporti che datavano da una denuncia fatta dalla As Roma e da Baldini per un presunto ricatto dopo la vicenda delle false fidejussioni." Il 28 aprile successivo, si scopre anche che il procuratore Antonelli gli aveva consegnato la registrazione di una telefonata col padre di Blasi (vedi paragrafo 1 "Concorrenti Rancorosi").
6) Testimoni della difesa
Marco Cassetti (15-07-08): Ha detto: "Da nove anni sono assistito da Alessandro Moggi e da Franco Zavaglia. Non ho subito minacce e non ho mai saputo da qualcuno che abbia subito minacce da parte loro. Tre anni fa, nella stagione 2004/05, mi chiamò Beccalossi e mi convocò nella sede dell'Inter dicendomi di non dire nulla ad Alessandro Moggi. C'erano Mancini, Oriali e Branca. Io ero sotto contratto con il Lecce e loro volevano farmi firmare una sorta di pre-accordo con l'Inter, ma non volevano trattare con Alessandro Moggi. Io non firmai nulla, anche perché avevo un contratto in essere e avrei rischiato la squalifica. Subito dopo chiamai Alessandro per raccontargli la vicenda. Poi richiamai l'Inter e dissi loro che se volevano trattare con me dovevano parlare con il mio agente".
Nicola Lai (15-07-08): Ha dichiarato che nella stagione 2003-2004, quando militava nella primavera del Cagliari (ora è alla Torres), il direttore sportivo Gianfranco Matteoli gli disse che "chi andava alla Gea si sarebbe giocato il posto in squadra". Alla richiesta di spiegazioni il calciatore ha risposto che forse ciò era dovuto “a problemi tra il presidente Massimo Cellino e Zavaglia”. “Anche l'allenatore Giorgio Melis - ha aggiunto - suggerì di lasciar perdere gli agenti Gea”. Il giovane mediano, che ha militato anche nel Rieti, ha ribadito poi di non aver mai ricevuto alcuna minaccia per farsi seguire da Franco Zavaglia, che è ancora oggi il suo procuratore.
Dino Fava (15-07-08): Ex Bologna, ora Treviso, ha parlato di ottimi rapporti con Zavaglia dopo una esperienza insoddisfacente con un altro procuratore, Enrico Fedele, con il quale ha in corso una vertenza in sede civile per contrasti riguardanti alcune sponsorizzazioni e il suo presunto obbligo di versare a Fedele percentuali su qualsiasi guadagno futuro.
"Con un mio vecchio procuratore sono in causa. Zavaglia invece si è sempre comportato al meglio", ha detto.
Gianluca Grassadonia (15-07-08): Già calciatore e ora allenatore, ha parlato di ottimi rapporti, che durano ormai da 10 anni, con gli imputati Pasquale Gallo, Franco Zavaglia e Alessandro Moggi, ricordando che in occasione di ogni contratto da lui sottoscritto erano sempre loro tre ad assisterlo.
"Pasquale Gallo è sempre stato il mio agente, Alessandro Moggi e Franco Zavaglia mi sono stati vicini, da amici, quando sono andato al Cagliari ed al Chievo", ha detto.
Al presidente Fiasconaro che lo invitava a rispondere serenamente alle domande, ha risposto: “Io sono tranquillo, casomai è lei a non essere sereno”.
Aldo Spinelli (17-07-08): Il presidente del Livorno ha parlato della vicenda della comproprietà di Chiellini tra Roma e Livorno: "Sono stato convocato da Baldini e da Sensi e sono andato a Villa Pacelli. Sensi mi fece una proposta per riscattare la mia metà, ma io rifiutai. Così andammo alle buste, ma venni a sapere che la Roma non poteva acquistare il giocatore per problemi economici e così diedi alla Roma tre milioni di euro per la sua metà e misi il giocatore immediatamente sul mercato. La Juve mi offrì 6,5 milioni di euro da pagare in tre anni: io accettai subito, prendendo subito i primi tre milioni che mi servivano per pagare la Roma, che era all'epoca era una società 'piccola e radiata'. Con la Juve ho fatto anche altri affari, come la comproprietà di Palladino, e inoltre feci un favore alla Juve tesserando Mutu al posto loro, visto che avevo il posto libero per un extracomunitario, e poi lo girai a loro".
Walter Sabatini (17-08-08): E’ stato chiamato per parlare di Fabio Gatti e alla decisione del calciatore di cambiare procuratore passando a un uomo Gea. Ha spiegato che Gaucci gli chiese di convocare il calciatore, con il padre, in sede: il ds venne poi a sapere che a Gatti era stato chiesto da Gaucci di lasciare Orlandini per passare alla Gea. “Orlandini mi chiamò – ha continuato - per dire che era stata una scelta del presidente, avallata dal padre di Gatti: il ds inoltre promise a Orlandini un risarcimento.”
Il giudice Fiasconaro gli ha chiesto se era stato lui, come aveva detto Orlandini, a chiedere questo cambio di procuratore per facilitare il passaggio di Liverani dal Perugia alla Lazio: Sabatini ha negato decisamente.
Alessio Secco (17-07-08): E' stato chiamato a rispondere sul rinnovo del contratto di Trezeguet nel 2004 e sul ruolo di Capello nella vicenda: il ds della Juventus ha risposto di essere stato lui a redigere il contratto, di quattro anni a 4,5-5 milioni di euro all'anno di ingaggio. "Tenemmo segreta la trattativa per il rinnovo - ha detto Secco -. lo sapevamo solo Moggi, Giraudo e io". Capello chiamò Trezeguet solo per dirgli che gli avrebbe fatto piacere averlo in squadra.
Nicola Legrottaglie (17-07-08): Ha detto: "Per prendere Alessandro Moggi non ho subito pressioni o minacce. E’ il mio procuratore da cinque anni e non ne ho ricavato alcun beneficio, anzi: da quando sono arrivato alla Juve per le mie cattive prestazioni ho perso tutto, compreso il posto in Nazionale". Ha aggiunto: "E le cose non sono certo andate bene perché ero alla Gea, perché se non dai tutto in campo, se non ti impegni, si può perdere tutto in un attimo. Io ero arrivato in nazionale quand'ero al Chievo e poi però ho giocato male e sono stato mandato in prestito".
Pavel Nedved (17-07-08): Alla domanda se avesse ricevuto minacce ha risposto con un secco 'no' ribadendo che il suo procuratore da sempre è Carmine 'Mino' Raiola. "In otto anni di Juventus ho fatto due rinnovi contrattuali e sono sempre stati trattati da lui".
Alessandro del Piero (17-07-08): Ha ricordato che è alla Juve dal 1993, e come procuratore ha avuto prima Rizzato, poi Pasqualin, con il quale ha avuto due rinnovi contrattuali, e ora lo assiste il fratello. Le provvigioni le ha sempre pagate lui. Tutti gli altri juventini, invece, hanno spiegato che è la società a fornire la quota percentuale per gli agenti. Ha aggiunto: "Il mio contratto era da 70-120 milioni di lire con Rizzato; con Pasqualin ho avuto un rinnovo di contratto da 1-2 miliardi, il terzo rinnovo e' stato da 10 miliardi di lire. Il quarto e quinto rinnovo li ho firmati a 4 milioni di euro a stagione. Non ho mai subito pressioni da parte di Luciano Moggi per cambiare procuratore".
Gianluigi Buffon (17-07-08): Ha detto: "Il mio procuratore e' sempre stato Martina e non ho mai subito pressioni da Luciano Moggi per cambiarlo. Ho già rinnovato quattro-cinque volte il contratto con la Juve".
Alessandro Birindelli (17 luglio 2008): Mai procurato dalla GEA. Mai ricevuto minacce dagli agenti della Gea.
Daniele Gastaldello (17 luglio 2008): Mai procurato dalla GEA. Mai ricevuto minacce dagli agenti della Gea.
Antonio Mirante (17 luglio 2008): Mai procurato dalla GEA. Mai ricevuto minacce dagli agenti della Gea.
Ciro Ferrara (17 luglio 2008): Mai procurato dalla GEA. Mai ricevuto minacce dagli agenti della Gea.
Gianluca Pessotto (17 luglio 2008): Mai procurato dalla GEA. Mai ricevuto minacce dagli agenti della Gea.
Carlo Ancelotti (9 ottobre 2008): Smentisce la versione di Amoruso riguardo al suo trasferimento al Perugia nell'estate del 1999, ha detto: "Era un giocatore di buon livello che nel primo anno ha sicuramente giocato qualche partita perchè avevamo infortunati alcuni giocatori. Poi venne ceduto al Perugia per una scelta tecnica visto che avevamo come attaccanti Del Piero, Inzaghi e avevamo preso Kovacevic. Avrebbe avuto poco spazio. Così decidemmo di mandarlo via in prestito. Ma non conosco le modalità".
Antonio Conte (9 ottobre 2008): Smentisce clamorosamente la versione di Miccoli riguardo alle presunte pressioni per farlo procurare dalla GEA. L'ex capitano bianconero ha spiegato che era stato semmai Miccoli a chiedergli di metterlo in contatto con Alessandro Moggi (che già era procuratore di Conte), ma di non essersi mai interessato alle scelte del giocatore su chi affidarsi per la procura: «Io con Miccoli sono stato a cena una sera a casa. C'erano lui, la moglie e il suo procuratore Caleandro, mi chiesero un'opinione sul problema del rinnovo e sulla possibilità di poter gestire il giocatore insieme ad Alessandro Moggi. Io dissi la mia ma non mi interessai più di tanto. Mi chiesero di intercedere con la Juve. Era successo anche con Trezeguet, in quel periodo aveva litigato con il suo procuratore e voleva rinnovare il contratto. Ma fu una semplice conversazione in palestra».
Oltre a negare decisamente la versione dei fatti di Miccoli, gli ha lanciato più di una frecciatina: «So che Miccoli ha fornito un'altra ricostruzione, e gli ho risposto attraverso i giornali, dicendo anche che se lui avesse avuto la testa sarebbe stato un campione... È uno da prendere con le molle, è un po' estroso, non è quel che si dice un uomo di spogliatoio, era una persona appariscente. Alla Juve c'era un certo tipo di stile e ci tenevano. Sicuramente non era un Conte o un Pessotto, una persona quadrata. Nessuno mi ha mai chiesto di avvicinare giocatori della Juve per passare alla Gea. Quel che è certo è che non mi interessavano i suoi rapporti con la società».
Sebastian Giovinco (16 ottobre 2008): Ha detto: "Alla Juventus non ha mai subìto né pressioni né consigli per scegliere un procuratore od un altro".
Giuseppe Ursino e Giovanni Vrenna (16 ottobre 2008): Rispettivamente DS e Presidente del Crotone, hanno spiegato il rapporto con Ceravolo e il legame con la Juventus. Che, cioè, c'era una intesa di massima per ricevere il prestito di giovani giocatori. L'accordo c'era anche con il Napoli e la Reggina. "C'era una reciproca convenienza. I ragazzi erano bravi e il Crotone andava bene", è stato detto. Ursino era amico del calabrese Ceravolo, che a detta di Vrenna non si è mai occupato dei rinnovi contrattuali dei giocatori. Tutto nella norma, tanto più che il Crotone ha lo stesso tipo di rapporti con Torino, Empoli e Reggina.
7) Imputati
Davide Lippi (7-10-08): Dopo aver spiegato i suoi esordi come procuratore, ha parlato dei suoi rapporti con la Gea World: “Io ero un collaboratore e seguivo in particolare i giovani calciatori del settore allievi e primavera. Non ero ancora procuratore e prendevo una percentuale del 33% su quanto corrispondevano i calciatori a Moggi che era il punto di riferimento in Gea”.
Sul rapporto col padre: “Quando ho cominciato questo lavoro mio padre mi ha detto che non solo non mi avrebbe aiutato, ma mai dato consigli o preso miei calciatori. Non ho mai fatto riferimento a mio padre, né alla Juventus né alla Nazionale con i miei calciatori. Anzi mio padre mi ha detto: ‘ sbagli ti prendo a calci nel culo e vai a casa a fare altro’"-
Riferendosi alle presunte pressioni della Gea sui calciatori, ha affermato di non aver mai cercato di acquisire delle procure. Sulla vicenda della procura di Blasi passata da Antonelli a Zavaglia e poi a lui, ha detto: "Sapevo che Blasi, di cui ero e sono amico, era scontento di Antonelli perché non riusciva ad avere il rinnovo e un aumento del contratto. L'ho saputo da amici comuni e da altri calciatori. Ma io non ho mai fatto pressioni su Blasi per fargli cambiare procura".
Massimo Ciardullo, l’avvocato di Antonelli, ha letto il testo di una telefonata di Farsopoli, tra lui e Alessandro Moggi nella quale Lippi riferisce il colloquio con Blasi e gli dice che "o si paga Antonelli e i soldi li devi tirare fuori tu, o aspettiamo che scada la procura e poi facciamo il contratto". Ciardullo ha contestato a Lippi che poco prima aveva affermato di non aver mai parlato direttamente con Blasi del contratto. Lippi ha risposto che intendeva riferirsi al contratto con la Gea e non a quello da rinnovare con la Juventus.
Luciano Moggi (10-11-08): Nella sua deposizione spontanea, ha detto: "Sento dire che il calcio attuale è peggio di prima. Evidentemente non ero la mente di ogni complotto e chi comandava prima lo fa anche adesso. Personalmente non voglio più tornare a far parte di questo mondo. Non mi interessa più".
Ha rivolto poi un appello: "Il calcio lo seguo come critico e come giornalista. La realtà è che per queste vicende approdate in tribunale, ho perso il lavoro e mio figlio ha passato i suoi guai con la famiglia. Tutto per colpe di testimonianze dell'accusa che abbiamo smascherato. Sono uomo di fede e accetto questo momento ma se ora la situazione nel calcio è peggiorata, invito tutti a non esagerare". Quindi ha spiegato di essersi "sfogato contro chi lo ha infangato".
Poi ha aggiunto: "Il calcio è da tempo diventato un business e le società sportive lavorano per valorizzare il proprio settore giovanile ed evitare di pagare 50 milioni per un giocatore. Io dirigente ombra del Messina? Ma quando mai, la Juve prestava gratis dei ragazzi con tanto di premio di valorizzazione al club se loro avessero giocato almeno venti partite in serie A. Io mi vanto di aver ceduto Zidane a un prezzo, 150 miliardi di lire, che nessuna altra società ha mai guadagnato. Ho vinto scudetti, trofei in Italia e all'estero. Nella finale dei campionati del mondo c'erano in campo nove giocatori della Juve più l'allenatore e il fisioterapista. Nove campioni che giocavano nella Juve. E poi qualcuno dice che io ero autore dei complotti e combinavo le partite".
Prendendo spunto dalle deposizioni di Nicola Amoruso, Moggi ha colto l'occasione per definire i calciatori "persone viziate che pensano solo ai rinnovi contrattuali anche quando sono reduci da pessime stagioni. La Juve era ed è una società seria, che non poteva contare sui soldi dell'azionista, eppure abbiamo creato una squadra fortissima e garantito un buon dividendo agli azionisti anche se abbiamo alla fine ricevuto ringraziamenti non tanto simpatici. I giocatori vorrebbero dirigenti che spendono e spandono. Chi fa bene un anno pretende subito un adeguamento e il prolungamento del contratto".
Su Corrado Grabbi, ha detto: "Si dovrebbe vergognare di essere venuto qui a testimoniare, visto che in due anni non ne ha azzeccata una". Ha poi parlato del rapporto col figlio Alessandro: "Quando mi disse di prendere Oddo e Liverani risposi che non mi interessavano, ma quando mi disse di prendere Mutu lo presi subito. Questo perchè ogni tanto gli davo ascolto e ogni tanto no. A un certo punto io e mio figlio avevamo paura di telefonarci per le intercettazioni, e questo in un paese democratico non può accadere. Vengo accusato di essere un socio occulto della Gea: il tutto perchè ho comprato delle cravatte da Marinella, ma io lo feci per fare un favore a Zavaglia, perchè conoscevo di persona Maurizio Marinella e per fargli fare un prezzo di favore".
Moggi ha poi escluso di aver mai favorito il figlio Alessandro: "Non gli ho mai rivelato in anticipo certe operazioni di mercato, come si evince dalle intercettazioni. Né ho preso dei soldi da lui. Eppure mi hanno definito socio occulto di Gea per la storia delle cravatte di Marinella che Franco Zavaglia mi chiese di prendere a un prezzo di favore. I Moggi sono passati come capri espiatori e mi sta pure bene. Ma perché, se si vuole moralizzare il calcio, non si vivisezionano gli altri parenti che fanno dirigenti e procuratori come hanno vivisezionato noi?".
Poi ha attaccato il suo grande accusatore: "Franco Baldini è quella persona che prima di un Roma-Juventus ha discusso con me dei problemi del calcio e di come potevano essere risolti. Baldini è quella persona che disse a Baiocco di starsene buono per un anno al Perugia per poi passare alla Roma a parametro zero, cosa che non poteva fare visto che Baiocco era in trattative per rinnovare il contratto con il Perugia. È lui la persona che dice che il Messina era una società controllata da me perché avrei venduto calciatori al Messina a prezzi gonfiati per ottenere altri favori: invece i calciatori della Juve andavano al Messina in prestito gratuito. Baldini ha detto molte cose che non stanno né in cielo né in terra, per esempio la storia della trattativa con il Livorno per Chiellini. Non ci fu nessun complotto della Juventus: la Roma in quel momento non poteva acquistare, ma solo vendere. Noi non volevamo disturbare la Roma, e fu Spinelli a venire a trattare". Ma anche l'attuale dirigenza giallorossa è nel mirino di Moggi: "Ora tutti dicono che accettano gli errori degli arbitri, ma poi la prima a lamentarsi è la vicepresidente della Lega, Rosella Sensi, che il pubblico ministero conosce bene". A questo punto, però, il pm Luca Palamara ha invitato Luigi Fiasconaro, presidente del collegio, a interrompere Moggi.
Alessandro Moggi (10-11-08): Nella sua deposizione spontanea, ha detto: "Ho fatto il raccattapalle, ho provato con la carriera di calciatore, ma a venti anni ho pensato che il mestiere più congeniale a me e alla mia passione per il pallone fosse quello di procuratore che ho portato avanti dopo essermi laureato in legge. Sono partito dal basso, assistendo il portiere Cecere del Nola in C2 e cercando di imporre una mia autonomia personale e professionale perché ancora oggi soffro quando qualcuno mi definisce 'il figlio di Moggi'. Sono riuscito ad affermarmi in un ambiente difficile come quello degli agenti sportivi, nonostante il mio cognome, grazie all'aiuto di Franco Zavaglia che posso considerare un secondo padre".
"Se io oggi assisto l'85-90 per cento dei giocatori che avevo con me prima che esplodesse lo scandalo Gea, significa che il mio metodo di lavoro è buono. Sono stato io a rinunciare nella primavera del 2006 a quegli atleti che necessitavano di un'assistenza immediata perché io non ci stavo con la testa e non ero in grado di seguirli. Impiego più del 50 per cento del mio tempo a guadagnarmi la fiducia delle società di calcio senza cui non potrei mai aiutare un giocatore professionalmente ed economicamente. E sono contento di dire che, passati quei mesi di difficoltà, molti giocatori hanno manifestato nuovamente la fiducia nei miei confronti. Il passaparola per chi fa questo lavoro è importante. Quanto alla Gea, questa era nata dalla volontà di costruire un qualcosa di imprenditoriale e di aziendale. La mentalità porta a porta non mi appartiene".
Per Alessandro Moggi, le accuse che gli ha lanciato il procuratore Caliendo in questo processo hanno una chiara spiegazione: "Lui mi ha corteggiato insistentemente affinché diventassi presidente e il personaggio più rappresentativo della sua Società. Non scattò quel feeling e, forse, gli bruciò molto il fatto che io fondai con altri la Gea World. Mi dolgo, piuttosto, a fronte di alcuni articoli di stampa dell'epoca, di non aver mai chiarito in modo netto che questa mia società non aveva alcun rapporto con Sergio Cragnotti e Calisto Tanzi, pur conoscendo i loro figli che stavano nella Generale Athletic, tanto è vero che nessun calciatore da noi assistito è mai andato alla Lazio o al Parma. E non esisteva alcun legame con la Banca di Roma anche se tra i soci c'era Chiara Geronzi". Moggi si è poi soffermato su alcuni casi oggetto di imputazione (i presunti illeciti nelle procure firmate da Nicola Amoruso, Emanuele Blasi, Fabio Gatti, Giorgio Chiellini, Giovanni Tedesco) per spiegare di non aver mai fatto nulla perché il calciatore revocasse il precedente mandato e andasse con lui: "Sono sempre stati loro a scegliere me perché insoddisfatti del lavoro svolto dal loro precedente agente. In alcuni casi, sono stati i padri dei giocatori a inseguirmi pretendendo che curassi le attività del loro figlio. Io non ho mai tolto niente a nessuno". Quanto al contratto di David Trezeguet, ha confermato che "l'incontro avvenne presso la sede della Juve soltanto perché era comodo ad entrambi trovarci lì. Usammo un salottino di attesa per fare due chiacchiere. Poi non mi ha neppure dato il mandato...".
Per quanto ancora si vorrà far finta di non capire?
Fonte: www.ju29ro.com (leggilo qui)
Iscriviti a:
Post (Atom)
NON UN EURO ALLA GAZZETTA!!!
