mercoledì, marzo 07, 2007

UN PO DI STORIA: PER NON DIMENTICARE... 1° PARTE

Ecco una cosa abbastanza datata, ma da non dimenticare mai: il dossier inter. E' un post molto lungo, ma interessantissimo. A voi...


SPOGLIATOIO IN PILLOLE Georgatos, ex giocatore dell'Inter, ad aprile 2006, a proposito dei vecchi compagni dell’Inter, dichiara: "c'era chi prendeva pillole e si faceva iniezioni... gruppi di persone rifornivano i giocatori...ho capito cosa stava accadendo..."
2005 ESTATE D’AFFARI Vendita fasulla dei diritti di sfruttamento del marchio Inter in modo da consentirle di truccare i bilanci per 158 milioni di Euro; si ricorda che non avrebbe potuto partecipare al campionato 2005-06 (quello dello scudetto fittizio); ma Guido Rossi (toh, guarda chi c'è, sempre questo ex dirigente nerazzurro che assegna gli scudetti!) della COVISOC riammette l'Inter ed addirittura concede uno sconto (ricapitalizzazione di soli 40 milioni e non di 158, con decurtazione del 75% del malloppo)
2006 UN BEL SOSPETTO lo Spezia un anno fa apparteneva a Moratti; è stata venduta ad una società che appartiene ad una Fiduciaria parmense; nessuno conosce (chissà perché) il proprietario attuale di tale Fiduciaria parmense; se si tratta di Moratti o di un suo parente fino al quarto grado, è illecito (punibile con la revoca dello scudetto revocato ad altri e retrocessione)
2006 LO SCUDETTO DELL’ONESTA’ Milano, 25^ giornata: Stankovic, sconfitto sul campo per 2-1 dalla Juventus, chiude a chiave gli spogliatoi di San Siro per nascondere l'inverosimile agli occhi dell'arbitro e degli atterriti assistenti (Dejan, nunsepofà..., perchè lo fa solo Moggi) SEQUESTRO DI PERSONA? NO! Quale sequestro, il commissario “davvero straordinario” Guido argonauta Rossi, già consigliere dell’Inter nel quinquennio 1995/1999, difensore dell’Inter (e di Milan e Juve) nel confonto sui diritti TV con la Fiorentina e il Consorzio Calcio Italia, dipendente Telecom in pensione (ora dinuovo a cavallo), ritiene di premiare chi si “era sempre comportato correttamente” e premia l’Inter! A tal proposito è opportuno riportare una dichiarazione dell’argonauta.” Il fatto che io sia stato per un brevissimo periodo [cinque anni, ndr] nel CdA dell’Inter e che io sia amico personale di Massimo Moratti non c’entra niente. Moratti da quando ho assunto questo incarico, per la sua estrema delicatezza, non mi ha più neanche telefonato...” Ps: Nel corso dello scandalo cosiddetto “Moggiopoli”, giungono a Guido Rossi da tutt’italia segnalazioni su comportamenti illeciti tenuti da altre squadre (Inter, Milan, Roma, Lazio, Parma ecc.). L’argonauta decide di perseguire penalmente chi segnala tali comportamenti perchè “INTRALCIA IL LAVORO DELLA GIUSTIZIA!!!”
2006 SEMPRE A PROPOSITO DELLO SCUDETTO DELL’ONESTA’ La senatrice Maria Burani Procaccini propone un’interrogazione al ministro dello sport Melandri. Avanza pesanti dubbi sul processo a Calciopoli e punta l’indice sul subcommissario della Figc, Paolo Nicoletti. “Scudetto 2005-2006 ai nerazzurri? Sarebbe uno scandalo visto che il vice commissario della Figc lavora per la famiglia Moratti”. Paolo è il figlio dell’avvocato Francesco Nicoletti, originario di Dipignano, in provincia di Cosenza, trasferitosi negli Anni Sessanta a Milano per divenire stretto collaboratore e legale di fiducia di Angelo Moratti. Nicoletti, dunque, è legato da rapporti professionali con la Saras della famiglia Moratti. Questo è un altro di quelli che faranno un calcio nuovo.
• Passaporto falso di Recoba per passare da comunitario e superare i limiti al numero degli extra Moratti ha ottenuto da Guido Rossi (quello super partes) lo scudetto per un tributo all’onestà nerazzurra e “ha dimenticato” che il suo direttore generale Lele Oriali ed il suo pupillo Alvaro Recoba hanno da pochissimo patteggiato una pena per aver falsificato il passaporto (Recoba non aveva antenati in Europa) e ricettato patente rubata (quella di Recoba) e sono stati condannati a 6 mesi di carcere ciascuno (tramutata in pena pecuniaria di 21.420 euro). Moratti forse non ricorda che c’è un tetto all’ingaggio di extracomunitari e superare quel tetto significa voler imbrogliare chi, regolarmente, ne utilizza il numero consentito. Ps: Nel 2001 il St Etienne è retrocesso in B a causa della penalizzazione di 7 punti e della multa comminata per i passaporti falsi del brasiliano Alex e dell’ucraino Levitsky (ha impiegato 3 anni per risalire in Ligue 1)
• Patente di Recoba risultata rubata alla motorizzazione di Latina (ricettazione)
• Kallon fermato per nandrolone (l’Inter dichiara che lo usava per i brufoli)
• Martins fermato dalla società stessa per ematocrito alto prima di Cagliari-Inter
• Pagamento fideiussione fuori tempo 3 anni fa, ma poi, di nascosto, fatta risultare “regolare” tramite atto doloso (l’Inter sarebbe stata cancellata dal campionato ed oggi non esisterebbe più)
• L’Inter nel 2006 è da tre mesi sotto inchiesta dalla procura di Milano per plusvalenze, inchiesta ancora in corso
• L’Inter nel 2001 è stata sotto inchiesta dalla procura di Roma per plusvalenze, di quella inchiesta non si hanno più notizie
• Mancini, il moralizzatore, che accetta (a Firenze) il patentino preso illecitamente grazie al sistema di cui parla male
• Fidejussioni false firmate da Facchetti per la Reggina In una intervista del settimanale "OGGI" a Luciano Moggi: Ma è vero che esistono delle fideiussioni bancarie firmate da Facchetti per qualche società di calcio? Moggi: "L'ho scoperto leggendo una deposizione di Giuseppe Gazzoni Frascara, ex presidente del Bologna. Mi ha stupito molto. Gazzoni ha messo a verbale, davanti ai giudici, certe cose. Bisognerebbe chiederlo a lui, o a Facchetti o ai giudici. Certo è un bel mistero".
• Materazzi che, il 5 maggio 2002, chiede all'avversario in partita (la Lazio) di farli vincere (e dire che i laziali – a parte Poborsky - ci hanno pure provato...)
• Incontri, mai negati, di Facchetti con Nucini – l’arbitro ha dichiarato di essere molto amico di Facchetti e di aver pranzato spesso con lui, si lamentava col “brindellone” di ostacoli alla sua carriera e chiedeva raccomandazioni (complimenti, proprio un arbitro super partes, con lui le squadre che incontravano l’Inter erano sicuramente tutelate) - La Juventus per motivazioni simili ha avuto: retrocessione in B, meno 17 in classifica, revoca di 2 scudetti, mancata partecipazione per almeno 3 anni alla Champions, obbligo di fatto a vendere tutta la squadra titolare -
• Cene, mai negate, Facchetti-Bergamo a casa Bergamo, quando l’Inter andava a giocare in Toscana (addirittura Bergamo dichiara che Facchetti si fermava anche a dormire a casa sua, dove spesso parlavano delle griglie arbitrali) Riportiamo l’intervista a Bergamo nella trasmissione MATRIX di Enrico Mentana. Mentana domanda: "Signor Bergamo, in una telefonata con Moggi si parla di "una cena" con Giraudo a casa sua, Vorrei sapere oltre a loro ha invitato altri dirigenti a casa sua?" Bergamo risponde: "Certamente, venivano a casa mia molti dirigenti di società di calcio anche con le loro famiglie, in quanto legato da vecchie amicizie" Mentana: "Qual'era il dirigente che veniva più spesso a trovarla??" BERGAMO: "beh! per la verità, non posso nascondere che GIACINTO FACCHETTI e' stato quello che più degli altri RICEVEVO IN CASA"! - La Juventus per motivazioni simili ha avuto: retrocessione in B, meno 17 in classifica, revoca di 2 scudetti, mancata partecipazione per almeno 3 anni alla Champions, obbligo di fatto a vendere tutta la squadra titolare - • Telefonate, innegabili, Facchetti-Pairetto – In una di queste si parla a lungo di biglietti di partite dell’Inter da consegnare a Pairetto e pronti nella sede dell’Inter che passerà a ritirare un certo Santambrogio. - La Juventus per motivazioni simili ha avuto: retrocessione in B, meno 17 in classifica, revoca di 2 scudetti, mancata partecipazione per almeno 3 anni alla Champions, obbligo di fatto a vendere tutta la squadra titolare -
• Telefonate, mai negate, Moratti-Fazi - La Juventus per motivazioni simili ha avuto: retrocessione in B, meno 17 in classifica, revoca di 2 scudetti, mancata partecipazione per almeno 3 anni alla Champions, obbligo di fatto a vendere tutta la squadra titolare -
• Telefonate Inter-Bergamo, nella trasmissione di Antenna3 del 11/09/2006 Bergamo dichiara di aver ricevuto telefonate dai dirigenti di tutte le squadre di A e si stupisce di come risultino intercettate solo le telefonate di Moggi La Juventus per motivazioni simili ha avuto: retrocessione in B, meno 17 in classifica, revoca di 2 scudetti, mancata partecipazione per almeno 3 anni alla Champions, obbligo di fatto a vendere tutta la squadra titolare -
• Carta di identità di Daniele Bernazzani falsificata (abbassata l'età) e scoperta durante mondiale Fifa per giovanili (complimenti per la sportività)
• Carta di identità di Massimo Pellegrini falsa (usato nome e cognome di altra persona) anche lui aveva superato il limite massimo di età (ancora complimenti)
1910 (SPAREGGIO TRUCCATO)
Nel 1910 successe che la Federazione (casualmente...) scelse, in prima istanza, una data per la finale scudetto Pro Vercelli-Inter. Guarda caso in quella data tutta la squadra titolare della Pro Vercelli era già impegnata con la Nazionale Militare. La Pro Vercelli chiese quindi ovviamente lo spostamento della finale scudetto. La Federazione rispose che a loro andava bene se anche l'Inter avesse accettato. L'Inter, scandalosamente, RISPOSE DI NO e la Federazione non esitò a mantenere la data stabilita, del tutto inadeguata. La Pro Vercelli, giustamente indignata per questo gesto vergognoso, mandò in campo la 4^ squadra (i bambini di 11 anni!!!!). L'Inter vinse la partita 10-3 (riuscendo però a prendere 3 gol dai bambini!!) e vinse in questo modo il suo primo scudetto. Tra il primo e l'ultimo cambiano i metodi, non cambiano le furbate.
1922 (SALVEZZA A TAVOLINO) Nel 1922 l'Inter arriva ultima, meno punti di tutti, meno gol fatti e più gol subiti. A fine campionato si decide che invece di far salire le squadre che ne hanno diritto bisogna fare i play-out. Non basta. All'Inter viene data come avversario l'Alta Italia, squadra però già fallita da settimane, per cui vince gli scontri diretti a tavolino!
1961 SCARSA SPORTIVITA’ Nel 1961 l’Inter protesta perchè la partita Juve-Inter viene fatta ripetere anzichè essere assegnata all’Inter a tavolino per sfondamento delle recinzioni del pubblico che stava troppo stretto e si era portato a bordo campo. Quando viene disputato il recupero della partita (ultima di quel campionato) l’Inter aveva già perso lo scudetto in quanto era a 3 punti dalla Juve capolista (una vittoria valeva 2 punti). Allora molto sportivamente e con il solito seguito di lacrime manda in campo la squadra primavera e perde 9-1!
-MARTINS ERA DISPOSTO A RACCONTARE AI GIORNALI DELLE ESTERNAZIONI DI MANCINI ALLA SQUADRA SULL'IMMINENTE CALCIOPOLI. POI NON SI E' SAPUTO PIU' NIENTE. E' STATO MESSO A TACERE? PECCATO! AVREBBE PROVATO CHE MANCINI GIA' SAPEVA DELLE INTERCETTAZIONI CHE VENIVANO RACCOLTE AI DANNI DI TUTTO IL CALCIO ITALIANO. IL FATTO SI SAPEVA E ANCHE MOGGI LO HA ACCENNATO IN ALCUNE INTERVISTE, MA CON LA TESTIMONIANZA DI MARTINS SAREBBE STATO PROVATO.
-ADRIANO Avete letto dello scandalo di ADRIANO? Le foto del festino sono state offerte a vari giornali italiani, che le hanno rifiutate. Hanno tentato di mettere tutto a tacere! Adriano fuma al suo party "Sì, sono io, ho solo 24 anni..." L'autore degli scatti avrebbe comunque contattato alcuni giornali italiani, che però avrebbero rifiutato di comprarle. Qualcuno poi deve averle comprate ugualmente ed io come voi le ho viste sul tuttosport. ALLA FINE TUTTO è VENUTO FUORI...
- Peruzzi fa fare il gol a Vieri più finto della storia del calcio il 5 maggio, dopo telefonata da sede Inter (a Peruzzi) il 4 maggio
- Tempo fa... irruzione della polizia in un bordello dove vengono scoperti e verbalizzati sei giocatori nerazzurri, l'Inter il giorno dopo emette un menzognero comunicato in cui nega il fatto; inchiodata dai verbali l'allenatore due giorni dopo non può che ammettere che i sei puttanieri sono giocatori dell'Inter
-Genoa-Inter 2-3 insabbiata anno 1983 (Bagni dichiarò che la partita era truccata) P.s. Aggiungiamoci pure la falsa identità di Eriberto/Luciano....
TUTTE COSE VERE, PERO' QUANTO ERA FORTE L'INTER DEGLI ANNI 60 ! ECCO LA TESTIMONIANZA ALLUCINANTE DI FERRUCCIO MAZZOLA.
La pillola misteriosa di Herrera MILANO - Pillole nel caffè. Che Herrera dava ai giocatori. Molti dei quali sono morti. Un ex racconta il doping della Grande Inter. E chiama in aula tutti i campioni di allora colloquio con Ferruccio Mazzola. Sono campioni che hanno fatto la storia del calcio italiano quelli che passeranno, uno dopo l'altro, in un'aula del tribunale di Roma a parlare di doping. Come Giacinto Facchetti, splendido terzino sinistro; o come Sandro Mazzola, Mariolino Corso, Luis Suarez. E ancora: Tarcisio Burnich, Gianfranco Bedin, Angelo Domenghini, Aristide Guarneri. Tutti chiamati a testimoniare da un loro compagno di squadra di allora, Ferruccio Mazzola, fratello minore di Sandro, che vuole sentire dalla loro voce - e sotto giuramento - la verità su quella Grande Inter che negli anni '60 vinse in Italia e nel mondo. «Non l'ho cercato io, questo processo: mi ci hanno tirato dentro. Ma adesso deve venire fuori tutto», dice Ferruccio. A che cosa si riferisce, Mazzola? «Sono stato in quell'Inter anch'io, anche se ho giocato poco come titolare. Ho vissuto in prima persona le pratiche a cui erano sottoposti i calciatori. Ho visto l'allenatore, Helenio Herrera, che dava le pasticche da mettere sotto la lingua. Le sperimentava sulle riserve (io ero spesso tra quelle) e poi le dava anche ai titolari. Qualcuno le prendeva, qualcuno le sputava di nascosto. Fu mio fratello Sandro a dirmi: se non vuoi mandarla giù, vai in bagno e buttala via. Così facevano in molti. Poi però un giorno Herrera si accorse che le sputavamo, allora si mise a scioglierle nel caffè. Da quel giorno "il caffè" di Herrera divenne una prassi all'Inter». Cosa c'era in quelle pasticche? «Con certezza non lo so, ma credo fossero anfetamine. Una volta dopo quel caffè, era un Como-Inter del 1967, sono stato tre giorni e tre notti in uno stato di allucinazione totale, come un epilettico. Oggi tutti negano, incredibilmente. Perfino Sandro...». Suo fratello? «Sì. Sandro e io, da quando ho deciso di tirare fuori questa storia, non ci parliamo più. Lui dice che i panni sporchi si lavano in famiglia. Io invece credo che sia giusto dirle queste cose, anche per i miei compagni di allora che si sono ammalati e magari ci hanno lasciato la pelle. Tanti, troppi...». A chi si riferisce? «Il primo è stato Armando Picchi, il capitano di quella squadra, morto a 36 anni di tumore alla colonna vertebrale. Poi è stato il turno di Marcello Giusti, che giocava nelle riserve, ucciso da un cancro al cervello alla fine degli anni '90. Carlo Tagnin, uno che le pasticche non le rifiutava mai perché non era un fuoriclasse e voleva allungarsi la carriera correndo come un ragazzino, è morto di osteosarcoma nel 2000. Mauro Bicicli se n'è andato nel 2001 per un tumore al fegato. Ferdinando Miniussi, il portiere di riserva, è morto nel 2002 per una cirrosi epatica evoluta da epatite C. Enea Masiero, all'Inter tra il '55 e il '64, sta facendo la chemioterapia. Pino Longoni, che è passato per le giovanili dell'Inter prima di andare alla Fiorentina, ha una vasculopatia ed è su una sedia a rotelle,
senza speranze di guarigione...». A parte Picchi e forse Tagnin, gli altri sono nomi meno noti rispetto ai grandi campioni. «Perché le riserve ne prendevano di più, di quelle pasticchette bianche. Gliel'ho detto, noi panchinari facevamo da cavie. Ne ho parlato per la prima volta qualche mese fa nella mia autobiografia ("Il terzo incomodo", scritto con Fabrizio Càlzia, Bradipolibri 2004, ndr), che ha portato al processo di Roma». Perché? «Perché dopo la pubblicazione di quel libro mi è arrivata la querela per diffamazione firmata da Facchetti, nella sua qualità di presidente dell'Inter. Vogliono andare davanti al giudice? Benissimo: il 19 novembre ci sarà la seconda udienza e chiederemo che tutti i giocatori della squadra di allora, intendo dire quelli che sono ancora vivi, vengano in tribunale a testimoniare. Voglio vedere se sotto giuramento avranno il coraggio di non dire la verità». Ma lei di Facchetti non era amico? «Sì, ma lasciamo perdere Facchetti, non voglio dire niente su di lui. Sarebbero cose troppo pesanti». Pensa che dal dibattimento uscirà un'immagine diversa dell'Inter vincente di quegli anni? «Non lo so, non mi interessa. Se avessi voluto davvero fare del male all'Inter, in quel libro avrei scritto anche tante altre cose. Avrei parlato delle partite truccate e degli arbitri comprati, specie nelle coppe. Invece ho lasciato perdere...». Ma era solo nell'Inter che ci si dopava in quegli anni? «Certo che no. Io sono stato anche nella Fiorentina e nella Lazio, quindi posso parlare direttamente anche di quelle esperienze. A Firenze, il sabato mattina, passavano o il massaggiatore o il medico sociale e ci facevano fare delle flebo, le stesse di cui parlava Bruno Beatrice a sua moglie. Io ero in camera con Giancarlo De Sisti e le prendevamo insieme. Non che fossero obbligatorie, ma chi non le prendeva poi difficilmente giocava. Di quella squadra, ormai si sa, oltre a Bruno Beatrice sono morti Ugo Ferrante (arresto cardiaco nel 2003) e Nello Saltutti (carcinoma nel 2004). Altri hanno avuto malattie gravissime, come Mimmo Caso, Massimo Mattolini, lo stesso De Sisti...». De Sisti smentisce di essersi dopato. «"Picchio" in televisione dice una cosa, quando siamo fuori insieme a fumare una sigaretta ne dice un'altra...». E alla Lazio? «Lì ci davano il Villescon, un farmaco che non faceva sentire la fatica. Arrivava direttamente dalla farmacia. Roba che ti faceva andare come un treno». Altre squadre? «Quando Herrera passò alla Roma, portò gli stessi metodi che aveva usato all'Inter. Di che cosa pensa che sia morto il centravanti giallorosso Giuliano Taccola, a 26 anni, durante una trasferta a Cagliari, nel '69?». Ma secondo lei perché ancora adesso nessuno parlerebbe? Ormai sono - siete - tutti uomini di sessant'anni...«Quelli che stanno ancora nel calcio non vogliono esporsi, hanno paura di rimanere tagliati fuori dal giro. Sono tutti legati a un sistema, non vogliono perdere i loro privilegi, andare in tv, e così via. Prenda mio fratello: è stato trattato malissimo dall'Inter, l'hanno cacciato via in una maniera orrenda e gli hanno perfino tolto la tessera onoraria per entrare a San Siro, ma lui ha lo stesso paura di inimicarsi i dirigenti nerazzurri e ne parla sempre benissimo in tv. Mariolino Corso, uno che pure ha avuto gravi problemi cardiaci proprio per quelle pasticchette, va in giro a dire che non mi conosce nemmeno. Anche Angelillo, che è stato malissimo al cuore, non vuole dire niente: sa, lui lavora ancora come osservatore per l'Inter. A parlare di quegli anni sono solo i parenti di chi se n'è andato, come Gabriella Beatrice o Alessio Saltutti, il figlio di Nello. È con loro che, grazie all'avvocato della signora Beatrice, Odo Lombardo, ora sta nascendo un'associazione di vittime del doping nel calcio». Certo, se un grande campione come suo fratello fosse dalla vostra parte, la vostra battaglia avrebbe un testimonial straordinario... «Per dirla chiaramente, Sandro non ha le palle per fare una cosa così». E oggi secondo lei il doping c'è ancora? «Sì, soprattutto nei campionati dilettanti, dove non esistono controlli: lì si bombano come bestie. Quello che più mi fa male però sono i ragazzini...». I ragazzini? «Ormai iniziano a dare pillole e beveroni a partire dai 14-15 anni. Io lavoro con la squadra della Borghesiana, a Roma, dove gioca anche mio figlio Michele, e dico sempre ai ragazzi di stare attenti anche al tè caldo, se non sanno cosa c'è dentro. Ho fatto anche una deposizione per il tribunale dei minori di Milano: stanno arrivando decine di denunce di padri e madri i cui figli prendono roba strana, magari corrono come dei matti in campo e poi si addormentano sul banco il giorno dopo, a scuola. Ecco, è per loro che io sto tirando fuori tutto.
1991 LA COPPA COMPRATA Tratto da "Indagine sul calcio" di O.Beha e A. De Caro
L’8 maggio del 1991 a San Siro si gioca l’andata della finale della coppa Uefa Inter-Roma. Partita strana: normale per tutto il primo tempo, in bianco; nel secondo l’arbitro russo con il cognome da medicinale, SPIRIN, decide di animare la partita e dà un rigore all’apparenza inventato che Matthaus realizza. Finirà due a zero. Negli spogliatoi il tecnico della Roma, Bianchi, e alcuni giocatori, a partire da Giannini, contestano la giustezza del rigore. Ma appunto, succede. Succede anche, però, che ormai 15 anni dopo, il figlio di Viola, Ettore, allora punto di riferimento per il club ad interim presieduto da sua madre, ci racconti una storia veramente interessante. «La finale con l’Inter? L’ho persa io. Mi proposero di comprare l’arbitro. Fu una mediatrice russa che lavorava in Italia e frequentava anche l’ambiente del calcio ad avvicinarmi per dirmi che Spirin era accomodabile: con 150.000 dollari si vinceva la partita. Io dissi no per due ragioni. La prima era legata all’illecito ovviamente, la seconda è che la Roma era già di fatto passata di mano. Avevamo concluso il passaggio di proprietà a Ciarrapico e francamente di rischiare io per regalare a lui la gioia di una coppa proprio non mi andava… Quello che non potevo immaginare e che invece poi mi è apparso chiaro è che qualcun altro accettò la proposta della mediatrice… Alla fine della partita ero nervosissimo. La squadra aveva giocato bene ma era stata punita da decisioni molto discutibili. Negli spogliatoi del Meazza incrociai proprio la mediatrice, bastò uno sguardo. Lei mi vide allargò leggermente spalle e braccia senza dire una parola. Un modo come un altro per farmi capire che qualcun altro aveva detto sì… e questo era il risultato. Hai visto, potevi farlo tu… lessi nel suo sguardo. E così la Roma perse quella Coppa Uefa» Ps: nei sedicesimi di finale di quell’anno l’Inter aveva perso con l’Aston Villa la partita di andata per 0-2. Nel ritorno di San Siro riuscì clamorosamente a ribaltare il risultato vincendo 3-0. Sapete chi era l’arbitro di quell’incontro: un certo SPIRIN. PS: Coppa Uefa 1992/93 Torino - IK Norkkoping 3-0, arbitro SPIRIN, c'erano e ci sono molte chiacchere in giro, alcune da autorevoli personaggi del panorama calcistico, che parlano di una proposta di mediazione da parte della FC Internazionale tra l'abitro Spirin e la Torino Calcio (ormai l’Inter e Spirin erano diventati una cosa sola).
1966 ANGELO MORATTI IMBROGLIONE? (tratto dal Times del 02/09/2006 – di Emilio Marrese da Repubblica.it)
Angelo Moratti era un imbroglione e l'unica cosa buona che si possa dire di suo figlio Massimo è che s'è messo alle spalle le malefatte del padre. Questo è quanto incredibilmente sostenuto sabato dal londinese Times che ha ripreso - nella rubrica di Brian Glanville titolata sulla "storia gloriosa ma macchiata" dell'Inter - la confessione dell'arbitro ungherese Gyorgi Vadas su un tentativo di corruzione da parte di Moratti senior prima della semifinale di Coppa Campioni col Real Madrid del 20 aprile '66: denaro, orologi d'oro ed elettrodomestici in cambio di rigori. Il quotidiano scrive che "le vittorie dell'Inter degli anni '60 furono frutto di corruzione e imbrogli nei quali Angelo Moratti giocò un ruolo cruciale in un sistema messo in piedi da due uomini ora deceduti: Deszo Holti, faccendiere ungherese, e Italo Allodi", definito "serpentine". L'Inter, si sostiene, fece offerte per tre anni consecutivi agli arbitri delle semifinali e le prime due volte, nel '64 e '65, la cosa funzionò, ai danni di Borussia e Liverpool. La terza no, perché Vadas (le cui rivelazioni furono pubblicate nel libro di un giornalista ungherese), rifiutò una somma con cui avrebbe potuto comprarsi 5 Mercedes: 10 per un rigore all'ultimo minuto, addirittura 25 per un rigore ai supplementari.
Il giorno della partita Vadas fu ospite di Moratti nella sua villa e ricevette un orologio d'oro. Moratti promise anche televisori ed elettrodomestici. Ma Vadas non aiutò i nerazzurri a rimontare lo 0-1 dell'andata, la gara finì 1-1 e fu la sua ultima apparizione internazionale. L'articolista del Times si chiede infine il perché di questo strano debole degli italiani per i "condottieri" alla Moratti. Una bella palata di fango su vivi e morti. SEMPRE PERIODO “HERRERA-MORATTI SENIOR” Rino Tommasi racconta: ".... Chi ha buona memoria oppure una certa età ricorderà che negli anni sessanta l'Inter di Herrera rimase 99 PARTITE SENZA VEDERSI ASSEGNARE UN RIGORE CONTRO. Quella serie fu interrotta il 19 marzo 1967 all' Olimpico da Concetto Lo Bello che assegnò alla Roma un rigore che però il tedesco Jurgen Schultz sbagliò colpendo la traversa... ...Sempre nella stessa partita un episodio che mi era sfuggito dalla tribuna ma che lo stesso Lo Bello mi ha raccontato in una cena molti anni dopo. Ad un certo punto Armando Picchi colpì con un pugno Schultz. Lo Bello non se ne accorse ma il segnalinee attirò la sua attenzione. Lo Bello corse da lui e tornando al centro dell'area disse. "Armandino, mi sa che te ne devi "andare". D'accordo, gli rispose il giocatore, però s'esce in due". Fuori tutt'e due, Picchi e l'incolpevole tedesco. Questi era Concetto Lo Bello."
ANCORA PERIODO “HERRERA-MORATTI SENIOR” La truffa al Bologna Da un'intervista a Bulgarelli. Bulgarelli, sono passati più di quarant’anni ma sembra che nel mondo del calcio non sia cambiato niente. Che cosa ricorda di quei giorni del 1964? “Alla vigilia dell’incontro di San Siro contro il Milan Fulvio Bernardini, il nostro allenatore, ci disse che se avessimo vinto sarebbe successo qualcosa di grave. Noi non capimmo a che cosa si riferisse e scoppiammo a ridere. Vincemmo 2-1, ma pochi giorni dopo Pavinato, Fogli, Tumburus, Perani e Pascutti furono trovati positivi al controllo antidoping relativo alla partita contro il Torino, che battemmo per 4-1. Una cosa ridicola, eravamo puliti, e le controanalisi lo dimostrarono. In tutti i campi d’Italia, però, ci chiamavano drogati. Se avessimo davvero assunto sostanze proibite, avremmo rischiato pesanti conseguenze dal punto di vista fisico”. Poi le manifestazioni di piazza in vostro favore, la riabilitazione e lo spareggio contro l’Inter. Quanto contribuì la reazione della città in vostro favore? “L’affetto della gente fu straordinario e ci diede una grande forza d’animo per andare avanti. L’atmosfera del giorno dello spareggio fu unica: non c’era la diretta televisiva, molti bolognesi si ritrovarono sui colli e la città era avvolta da uno strano silenzio. La paura era destinata a passare: vincemmo, e portammo a casa un meritatissimo scudetto. Fu molto importante anche l’appoggio della stampa (Il Resto del Carlino e Stadio, all’epoca stampato proprio a Bologna, si mobilitarono per una campagna in favore dei giocatori rossoblù, ndr): senza l’apporto di tanti bravi giornalisti forse il nostro caso non avrebbe avuto la stessa risonanza”.
ENNESIMAMENTE PERIODO “HERRERA-MORATTI SENIOR” Nel campionato 1960/61, l'Inter stabilisce il record di avere 2 rigori a favore (entrambi ovviamente regalati) nel giro di due minuti. Si tratta dell'incontro Fiorentina-Inter. I viola sono in vantaggio per 1-0, quando l'arbitro Concetto Lo Bello, servo di Angelo Moratti, si inventa un rigore per l'Inter, che viene sbagliato. Comprensibilmente infastidito per il furto subito, un giocatore viola, a gioco fermo (!!!) ironizza con Lo Bello, e in un momento di pausa del gioco dà una tiratina di maglia ironica a un interista dicendo a Lo Bello: "Ma se era rigore quello, allora è rigore anche questo!!", e Lo Bello risponde: "Esatto, è rigore!!" e regala il secondo rigore (stavolta realizzato) all'Inter, neanche due minuti dopo il primo, scatenando la ovvia furia del Comunale di Firenze. La partita finisce 1-1 e Lo Bello deve lasciare lo stadio scortato dalla polizia. • DECRETO SPALMADEBITI UTILIZZATO DA TUTTE LE SQUADRE (INTER IN PRIMIS) MENO CHE DALLA JUVENTUS (permette di pagare ratealmente senza interessi – le famose 2000 rate a interessi zero)
• I “moralizzatori” nerazzurri hanno forse dimenticato di aver chiuso con la Juventus di Moggi l’”affare” Carini/Cannavaro. Ambedue le squadre HANNO ASCRITTO A BILANCIO 10 MILIONI DI EURO IN ENTRATA/USCITA dando seguito a pessime consolidate consuetudini (o all’Inter erano moralmente consentite?).
• INTER-CETTAZIONI “NERAZZURRE” TELECOM (la più grande organizzazione spionistica illegale mai messa in piedi in Italia: Moratti Massimo e Tronchetti Provera Marco avevano messo su una bella associazione a delinquere. Tutti i protagonisti di “Moggiopoli” si sono chiesti come sia stato possibile intercettare Moggi e da questi Bergamo, Pairetto, ecc. e da migliaia di telefonate non ne sia venuta fuori una di Moratti, di Tronchetti Provera o dei loro accoliti. Bergamo stesso dichiara pubblicamente di aver ricevuto telefonate dei dirigenti Inter, ma nessuno ne sa niente (forse hanno perso i tabulati....). Poi, pensandoci un pò su, si nota che: Massimo Moratti è azionista Telecom, Marco Tronchetti Provera era presidente Telecom e principale azionista Inter (attraverso il gruppo Pirelli), Guido Rossi diventa presidente dopo Tronchetti Provera dopo essere stato consigliere Inter, Carlo Buora è vice-presidente Telecom ed è anche vice-presidente Inter, ma a pensar male si fa peccato.....
• Dirigenti interisti, nell’estate 2006 dichiarano di AVER FATTO PEDINARE DE SANTIS DA UN INVESTIGATORE PRIVATO, cosa hanno trovato? Lo hanno trovato che annullava un gol regolare di Trezeguet nella finale della Supercoppa Italiana. A tal proposito, da un articolo di Giuseppe D’Avanzo su Repubblica del 23 maggio 2006, si rimanda a Emanuele Cipriani - boss investigativo che, su input dell’Inter di Massimo Moratti e ordine di Marco Tronchetti Provera, raccoglie un dossier sull’arbitro romano e sua moglie, su Mariano Fabiani del Messina e Luigi Pavarese del Catanzaro.
Successivamente (scandalo intercettazioni illegali Telecom) si viene a sapere che si spiavano anche Bobo Vieri (allora giocatore dell’Inter) e Fabio Capello (allenatore della Roma prima e della Juve poi) ed erano tenuti sotto controllo i telefoni della F.I.G.C., della F.C. Juventus, e che la società di Moratti ha pagato milioni di euro alla società “Polis d’Istinto” per i vari pedinamenti. (la ricevuta di un pagamento intestata a “F.C. Internazionale Milano”, è stata ritrovata dagli inquirenti presso la sede inglese della Worldwide Consultant Security, una delle scatole vuote estere messe in piedi da Emanuele Cipriani per ricevere con discrezione il denaro dai suoi importanti clienti)
• Nucini racconta a Facchetti di “metodi speciali” utilizzati da Moggi per condizionare gli arbitri, ma L’ARBITRO, convocato in procura, NON E’ IN GRADO DI FORNIRE PROVA DI TALI COMPORTAMENTI, allora Moratti, per non compromettere Facchetti, intimo confessore di Danilo Nucini, ordina di lasciar perdere, preferendo affidare a spie professioniste ulteriori indagini (VEDI SOPRA) Giuseppe D’Avanzo su Repubblica del 23 maggio 2006 (complimenti a Nucini novello Mata-Hari, ma non era un arbitro?)
• CRISI EPILETTICHE DI RONALDO A PARIGI (ma erano stati quelli del Brasile a doparlo, gli interisti quelle cose mica le fanno) • AMICIZIE DI RONALDO E JULIO CESAR CON TUTTI GLI SPACCIATORI BRASILIANI (ma semplicemente ne stavano tentando il recupero sociale) • DICHIARAZIONI DI WOME SULLE SOSTANZE ASSUNTE IN CASA INTER (dopo ritrattate perchè sicuramente false – garantisce Bellicapelli Mancini) • MOTORINI GETTATI DAL 2° ANELLO DI SAN SIRO ( ma solo perchè al 1° anello facevano la raccolta differenziata ed avrebbero recuperato la materia prima). Ed ora pedalare che il motorino non ce l’abbiamo più. • FUMOGENI GETTATI SULLA TESTA DI DIDA (ma era solo per fargli un pò di festa, avevano già perso la partita in casa 2-0 e stavano perdendo anche quella in trasferta, quindi....) • INSULTI RAZZISTI AL POVERO ZORO (ma no che non erano razzisti, era solo per fargli capire quanto invidiassero il colore della sua pelle) • RANDELLATE DI MATERAZZI (diventato lo zimbello d’Europa per la sua idiozia tanto da essere squalificato per 2 giornate per “AVER DATO UNA PETTATA SULLA FRONTE DI ZIDANE”) • Il presidente della squadra moralizzatrice “Pirla Moratti” non prende mai un provvedimento contro i COMPORTAMENTI RECIDIVI E DA CODICE PENALE, del tesserato Materazzi, meglio conosciuto come “Macellazzi”
• RANDELLATE DEI TIFOSI NERAZZURRI (Nazzareno Filippini è morto a seguito di calci e bastonate alla testa ricevuti dopo un Ascoli-Inter del 9/10/1988 ma gli ultrà interisti sono stati assolti per insufficienza di prove – erano in troppi a menare e non c’erano prigioni) • RANDELLATE DI UN TIFOSO NERAZZURRO CHE UCCIDE UN TIFOSO JUVENTINO IN UNA LITE PER CALCIOPOLI NELLA BASSA PADANA (inneggiava a Moggi) • BICCHIERATE DI UN TIFOSO NERAZZURRO SULLA TESTA DEL FIGLIO DI GALLIANI A PORTOFINO (motivate dal fatto che gli girassero le paraboliche) • MANCINI, nel 2005/2006, E’ L’ALLENATORE PUNITO CON PIU’ GIORNATE DI SQUALIFICA (ma il “grande moralizzatore” dice di non aver commesso il fatto - perseguitato?)
DOVE PRENDE I SOLDI DI MORATTI? I soldi per comprare i giocatori dell’Inter Massimo Moratti li prende da qui, da questo piccolo paese sulle coste sarde. Ma non sentitevi esclusi: anche voi contribuite a investire sulla squadra. Ogni volta che pagate la bolletta della luce. Sarroch è in provincia di Cagliari. Vi sorge lo stabilimento di raffinazione della Saras, la società di famiglia dei petrolieri Moratti, fondata nel 1962 da papà Angelo (già presidente dell’Inter). Dal satellite si vede che l’impianto è di gran lunga più vasto dell’agglomerato urbano. È sulla costa, per permettere l’attracco delle petroliere: un quarto del petrolio trasportato via nave nel mondo passa di qua, dal mare della Sardegna. È la più grande raffineria di petrolio del Mediterraneo per capacità produttiva: 15 milioni di tonnellate l’anno di petrolio grezzo trattato, che per la maggior parte viene da Libia e Mare del Nord. Tra i clienti Shell, Repsol, Total, Eni, Q8, Tamoil. I conti di Saras sono ottimi: 5,5 miliardi di euro di ricavi nel 2005, un bel più 48% rispetto al 2004, e utili per 332 milioni (ancora: più 47% sul 2004). E nei primi mesi del 2006 le cose marciano anche meglio, con risultati netti che raddoppiano rispetto allo stesso periodo del 2005. Saras dà lavoro a 1.600 persone. Ma il vero gioiello dell’azienda sta nell’angolo sudorientale dell’impianto: è la centrale elettrica Sarlux. La Sarlux è una società posseduta al 100% da Saras. La centrale produce energia elettrica bruciando gli scarti di lavorazione che la Saras produce raffinando il petrolio. Questo scarto si chiama TAR, detto anche “olio combustibile pesante”, una pece semi solida che potrebbe essere utilizzata per fare bitume, e che per essere bruciata viene gassificata e irrorata di ossigeno. È un combustibile altamente inquinante, molto più del metano di solito utilizzato nelle centrali elettriche. L’impianto brucia 150 tonnellate di tar l’ora. Oltre a CO2, ossidi di azoto ed emissioni varie, a fine anno la combustione lascia in dote 1.400 tonnellate di scarti tra zolfo e concentrati di metalli, come il vanadio e il nichel. L’energia prodotta dalla centrale Sarlux viene tutta comprata da un ente pubblico, il Gestore del sistema elettrico (Grtn), che la paga il doppio di quanto varrebbe sul mercato. Questo accade perché per la legge italiana l’impianto Sarlux è un impianto “assimilato” alle fonti rinnovabili, e per tanto va incentivato come queste ultime. Come sia possibile che una centrale che brucia scarti della lavorazione del petrolio sia pagata come fosse un impianto a energia solare lo dobbiamo al famigerato provvedimento Cip6 (comitato interministeriale prezzi) del 1992. All’epoca il governo decise di agevolare la costruzione di
impianti rinnovabili garantendo di comperare (all’epoca attraverso Enel) elettricità a un prezzo più alto, il doppio e in alcuni casi il triplo, e destinando alla collettività, attraverso le bollette, l’onere del sostentamento dell’energia pulita. Ma poi allargò questa opportunità anche a un numero limitato di altre centrali che utilizzavano fonti che definì “assimilate”, e che di rinnovabile non avevano nulla: per la precisione gas, carbone, tar, rifiuti. Da allora gli italiani pagano anche il 10% in più in bolletta pensando di contribuire alla diffusione di energia pulita. Invece l’80% di quei contributi finisce a impianti come quello dei Moratti. Per il 2005 parliamo di un totale di oltre 3,1 miliardi di euro (erano 2,3 miliardi nel 2004). Oggi il meccanismo Cip6 è stato superato da quello dei certificati verdi nato nel 1999, che non prevede fonti “assimilate”, ma le convenzioni stipulate nel passato sono ancora per la maggior parte attive. Sarlux non è l’unica a trarre vantaggio da questa situazione. L’elenco dei beneficiari non è pubblico, ma sappiamo che metà della torta Cip6 finisce a Edison, che appartiene ai francesi della Edf. Anche altri petrolieri, come i Garrone di Erg o i Brachetti Peretti di Api godono delle incentivazioni con impianti simili, che producono cioè elettricità bruciando scarti della lavorazione del petrolio. Ma l’impianto dei Moratti ha qualche particolarità interessante: la prima, è che è uno dei più grandi, con i suoi 575 megawatt di potenza e 4 miliardi di kilowattora prodotti l’anno. La seconda particolarità è che è tra gli ultimi ad aver avuto accesso agli incentivi, visto che la convenzione è partita l’8 gennaio 2001. Tra l’altro la convenzione di Sarlux dura 20 anni, cinque in più rispetto a quanto stabilito dal provvedimento Cip6. Stando alle analisi della società, il prestito di oltre un miliardo di euro stipulato nel 1996 con Banca Intesa e Banca europea per gli investimenti per costruire l’impianto dovrebbe essere ammortizzato entro il 2011. Poi saranno dieci anni di guadagno netto. Un paradosso ulteriore è che più cresce il prezzo del petrolio, lo stesso che i Moratti vendono pochi metri più in là, maggiore è il contributo che lo Stato riconosce all’impianto Sarlux in quanto fonte “assimilata” alle rinnovabili. Sarlux è strategica per i Moratti, tanto che anche nella fase di approvvigionamento del petrolio grezzo si tiene conto delle esigenze della centrale. È vero, rispetto al fatturato del gruppo i ricavi equivalgono solo a un decimo, ma gli utili di Saras sono per oltre il 36% riconducibili alla centrale elettrica (122 milioni di euro su 332). Senza gli incentivi produrre elettricità costerebbe moltissimo, molto più di quanto si guadagnerebbe vendendola (solo per l’ossigeno impiegato per la combustione Sarlux spende 50 milioni di euro l’anno). E se non vengono bruciati, gli scarti di lavorazione si tramutano, da fonte di guadagno, in un costo, perché sono rifiuti speciali e vanno smaltiti adeguatamente. A maggio Massimo e Gian Marco Moratti, rispettivamente amministratore delegato e presidente di Saras, hanno messo in vendita le azioni della società che detenevano a titolo personale, facendo sbarcare l’azienda in Borsa. Oggi il 40% di Saras è in mano al mercato. I fratelli avranno comunque il controllo dell’azienda attraverso la finanziaria di famiglia Angelo Moratti s.a.p.a., che mantiene il 60% delle azioni. La vendita di azioni ha fruttato ai fratelli poco meno di un miliardo di euro ciascuno. Immaginiamo che parte di questi soldi verranno investiti su qualche buon giocatore. Le azioni, vendute a 6 euro l’una, per lotti minimi di 600 azioni, sono andate a ruba. Il giorno dopo il debutto a piazza Affari, però, il titolo è crollato del 10%. A fine luglio chi ha investito in Saras perdeva il 20% (un’azione era quotata 4,8 euro). Per gli 80 mila investitori che hanno creduto in Saras non resta che sperare nel campionato. Gli altri nomi dei “debitori”. Non solo Moratti. In Italia esistono almeno altre due centrali elettriche che bruciano scarti della lavorazione del petrolio e vengono incentivate come fossero fonti rinnovabili. La prima è a Priolo
Gargallo (Siracusa), e appartiene alla IsabEnergy, a sua volta controllata dalla Erg della famiglia genovese dei Garrone. Anche in questo caso la centrale sorge accanto all’impianto di raffinazione. Nel 2005 IsabEnergy ha fatturato 522 milioni di euro (44 in più rispetto al 2004), almeno 300 dei quali derivanti dagli incentivi Cip6. Per la società significano 94 milioni di euro di utili, che forse serviranno a comprare giocatori alla Sampdoria, di cui Garrone è proprietario. L’altro impianto è a Falconara Marittima (Ancona), e appartiene alla Api della famiglia dei conti Brachetti Peretti che a Falconara hanno una raffineria da 3,9 milioni di tonnellate l’anno di petrolio. Per loro almeno 150 milioni in sovvenzioni Cip6, su un fatturato del gruppo di 2,7 miliardi di euro e utili (raddoppiati in un anno) di 96 milioni. In Francia metà della torta I veri protagonisti dell’affare Cip6 sono i francesi di Edison, ai quali finisce oltre la metà dei contributi italiani per le fonti cosiddette “assimilate” alle rinnovabili. Delle 27 centrali elettriche Edison operanti sul territorio italiano, ben 19 sono incentivate anche se bruciano combustibile fossile. L’unica (magra) consolazione è che si tratta di metano, che tra gli idrocarburi è il meno inquinante. Nel 2005 Edison ha fatturato circa 5 miliardi di euro (più 16% rispetto al 2004): di questi, almeno un miliardo e mezzo sono sovvenzioni. Dopo essere stata controllata da Montedison prima e da Fiat poi, oggi Edison è in mano ai francesi di Edf, il colosso energetico statale. Formalmente la proprietà è della società “Transalpina di energia” che detiene il 71% delle azioni Edison. A sua volta, Transalpina è per il 50% di Edf, e per la restante metà della Delmi, controllata al 51% dall’Aem di Milano. Il resto delle azioni Edison sono detenute direttamente da Edf (17%) e quotate sul mercato (12%).
La vita elettrica di Sarlux
1992: il Comitato interministeriale deiprezzi vara il provvedimento numero 6 per incentivare la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e “assimilate”. 1995: Sarlux nasce da una joint venture tra Saras ed Enron. 1996: Sarlux ottiene dalle banche i finanziamenti (un miliardo di euro) necessari per la costruzione dell’impianto di Sarroch. 1999/2000: la centrale elettrica entra in funzione. 8 gennaio 2001: inizia la convenzione tra Sarlux ed Enel (cui subentrerà nel ‘99 il Grtn) per l’acquisto di energia incentivata Cip6. La convenzione durerà fino al 2021. 18 aprile 2006: Saras vince un procedimento arbitrale con Enron e conferma il controllo del 100% di Sarlux. 18 maggio 2006: Saras (che controlla il 100% di Sarlux) viene quotata in Borsa. I conti in tasca. Nostra L’80% della popolazione italiana paga una bolletta simile a quella riprodotta qui in basso. Tecnicamente si parla di “mercato vincolato” per i clienti “domestici”, perché le tariffe sono decise dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas. Di solito la potenza di erogazione è di 3 kilowatt e la tariffa applicata è la cosiddetta D2, che prevede tre corrispettivi: uno fisso non legato né alla potenza impegnata né al consumo, uno legato alla potenza e l’ultimo, il più importante, legato a quanto consumato. Dal 1° luglio 2007 anche il mercato domestico sarà completamente libero.
I GUADAGNI IN FORSE
Cambiamenti in vista sui guadagni di Moratti.
(si spera)
Saras: commento a delibera CIP6 (Teleborsa) - Roma, 17 nov - Saras informa che, con la delibera 15 novembre 2006 n. 249/06, l'Autorità per l'Energia Elettrica ed il Gas ha modificato il criterio di aggiornamento di una componente (il costo evitato di combustibile) del prezzo di cessione dell'energia elettrica prodotta da impianti CIP6, tra cui quello di proprietà della propria controllata Sarlux. Saras, si legge nella nota, ritiene che "la delibera sopra richiamata sia viziata sotto più profili da aspetti di illegittimità e informa che, di conseguenza, Sarlux si riserva di impugnare il provvedimento nelle sedi competenti e di assumere ogni altra iniziativa che dovesse risultare opportuna per la tutela dei propri diritti". "Qualora - conclude la nota - nonostante le azioni di tutela legale, la delibera dovesse essere confermata, Saras stima in via preliminare che l'impatto negativo sull' Ebitda del Gruppo possa essere compreso tra 20 e 30 milioni di Euro per anno".
APPROFONDIMENTO SPECIALE IL PASSAPORTO DI RECOBA
La vera storia del passaporto di Recoba Il documento falso venne pagato ottantamila dollari: i vertici della società erano stati informati da Oriali Pubblichiamo ampi stralci della sentenza della Commissione disciplinare della Lega Calcio relativi al "caso Recoba passaporto falso", che il 27 giugno 2001 stabilì le seguenti pene: squalifica fino al 30 giugno 2002 per Alvaro Recoba, inibizione fino al 30 giugno 2002 per Gabriele Oriali, inibizione fino al 31 marzo 2002 per Franco Baldini, oltre a una sanzione di due miliardi di lire per la società nerazzurra. Ma questo è solo il primo atto dell'intricata vicenda. La pena per il giocatore venne confermata dalla Commissione d'appello federale e ridotta a quattro mesi dalla Camera di conciliazione del Coni (sanzione pecuniaria per la società ridotta a soli 1,4 miliardi di lire). Il 25 maggio 2006 Recoba e Oriali hanno patteggiato sei mesi di reclusione (sostituiti con una multa di 21.420 euro) in sede penale, richiesta accolta dal gip del Tribunale di Udine. Nell'inchiesta, divisa in vari filoni, furono coinvolte trentuno persone, fra le quali dodici calciatori di Milan, Roma, Lazio, Sampdoria, Udinese e Vicenza. Sul sito www.legacalcio.it/comun/0001/cu507 è possibile consultare, per tutti gli interessati alla vicenda, il comunicato ufficiale nella sua interezza. L'esame del merito richiede una premessa in ordine all'oggetto dell'accertamento demandato a questa Commissione, che non può riguardare direttamente l'autenticità, ovvero la contraffazione del passaporto italiano del calciatore Recoba Rivero Alvaro apparentemente emesso dalla Questura di Roma il 9
novembre 1998, essendo tale materia ovviamente riservata al giudice penale. Dagli atti del procedimento emergono circostanze univoche, concordanti ed incontrovertibili che consentono di affermare (pur prescindendo dal rilievo, desumibile dalla documentazione acquisita ed evidenziato nell'atto di deferimento, che il passaporto italiano del calciatore non risulta essere mai stato rilasciato dalla Questura di Roma) che il Recoba non aveva alcun titolo al rilascio di un passaporto italiano per assoluta inesistenza in capo allo stesso dei presupposti indispensabili, ed in primo luogo del diritto alla cittadinanza italiana. A siffatta conclusione si perviene, anche a tacere per il momento dei riscontri probatori e delle argomentazioni logiche che verranno approfondite esaminando le singole posizioni degli incolpati, sulla base delle sole dichiarazioni rese dal calciatore all'Ufficio indagini ed alla Procura della Repubblica di Udine. In sintesi, il Recoba ha riferito di aver preso per la prima volta in considerazione la possibilità di diventare cittadino comunitario al suo rientro presso l'Internazionale dopo un periodo di permanenza in prestito al Venezia. In tale occasione egli chiese notizie al proprio padre il quale gli precisò che la famiglia aveva "antenati nelle isole Canarie". Le ricerche svolte in quella direzione, dapprima da un collaboratore del procuratore Casal, tale Daniel Delgado, e poi da uno studio legale spagnolo incaricato allo scopo dalla Soc. Internazionale, non approdarono ad alcun risultato: riferisce infatti il Recoba che la ricerca era "lunga e difficile". Il calciatore ha inoltre escluso di aver mai svolto alcuna pratica od inoltrato alcuna richiesta tendente al rilascio di un passaporto italiano. BENEFICI ILLEGALI PER IL CALCIATORE Non è necessario spendere ulteriori parole per concludere che il passaporto italiano consegnato al Recoba in Roma nel settembre 1999 non corrisponde né alla cittadinanza uruguaiana di cui il calciatore era in possesso dalla nascita né a quella spagnola che egli avrebbe eventualmente potuto conseguire "jure sanguinis", se le ricerche svolte il Spagna per l'individuazione di antenati spagnoli avessero avuto esito positivo. E sotto il profilo soggettivo si può anche tranquillamente affermare che in nessun caso il calciatore avrebbe potuto confidare nella veridicità "ideologica" del passaporto italiano che gli venne consegnato alla Borghesiana il 12 settembre 1999 dall'Oriali. In linea generale, e fatto salvo l'accertamento delle singole responsabilità, è innegabile che l'uso di tale passaporto al fine ottenere la variazione di status federale del calciatore, con la consapevolezza che il documento non poteva essere genuino perché incompatibile con la cittadinanza non italiana del Recoba, costituisca grave violazione dei principi di lealtà, probità e rettitudine alla cui osservanza sono tenuti tutti i destinatari delle norme federali, come dispone l'art. 1 comma 1 del C.G.S. Si tratta infatti di utilizzare mezzi scorretti, o addirittura fraudolenti, al fine di ottenere il riconoscimento di un titolo non spettante, traendone un indebito vantaggio. È superfluo il sottolineare, in proposito, che il fatto di diventare "comunitario" ha recato benefici non solo economici sia al calciatore, quanto meno sotto il profilo della libertà assoluta di circolazione del tesserato nell'ambito delle Federazioni comunitarie, sia alla Società di appartenenza, per una migliore utilizzazione dell'organico disponibile. DA LIBERO
RECOBA E PASSAPORTOPOLI
Nell’estate del 1997 l’Inter acquista per 7 miliardi di lire il calciatore uruguaiano Alvaro Recoba che si era messo in mostra in patria nelle file del Nacional, grazie ad una sorprendente media di un gol a partita. Offuscato dal contemporaneo arrivo di Ronaldo, il Chino (come viene soprannominato) è un oggetto misterioso agli occhi dei tifosi interisti, ma il suo esordio con la maglia nerazzurra è scintillante: prima giornata del torneo 1997/98, l’Inter è sotto a San Siro con il Brescia. Al 70’ Recoba entra in campo e in cinque minuti, con un tiro da 30 metri e una punizione, ribalta il risultato. Un fenomeno, si azzarda a dire qualcuno. Tuttavia, il resto della stagione del Chino è al di sotto delle aspettative : gioca altre 7 volte, segnando un solo gol, contro l’Empoli (, un pallonetto da 35 metri). Troppo poco per l'esigente Moratti che decide di spedirlo a Venezia "a farsi le ossa". In laguna Recoba entusiasma pubblico e critica contribuendo attivamente alla salvezza dei neroverdi: per lui 19 presenze da titolare e 10 gol. Le sue prestazioni convincono l’Inter a richiamarlo alla base, ma c’è un problema: Recoba è extracomunitario e la rosa dell’Inter ne conta già cinque, tanti quanti ne permette il regolamento: Domoraud, Simic, Jugovic, Ronaldo e Zamorano. Sarebbe un gran vantaggio poter disporre dell’uruguaiano come comunitario, in modo da poterlo schierare senza patemi. L’Inter, che nel 1997 aveva infruttuosamente cercato di rintracciare un avo spagnolo del calciatore, desidera ora trovare una soluzione al problema Soluzione che arriva a tempo di record, visto che il 12 settembre, a poco più di due mesi dal suo ritorno a Milano, Recoba ottiene l'agognato passaporto comunitario. La stagione 1999/2000 termina con il quarto posto dell'inter che però può consolarsi con le brillanti prestazioni del neocomunitario Recoba, il quale infila 10 gol in 27 partite. Il rendimento dell’uruguagio ingolosisce alcune squadre italiane e straniere che meditano di strapparlo ai nerazzurri, grazie all'imminente scadenza contrattuale, datata 2001. Recoba, non ha nessuna intenzione di muoversi da Milano e ottiene da Moratti un faraonico rinnovo, ben oltre al miliardo e duecento milioni fino ad allora percepiti. Un contratto, a dire il vero, mai visto prima: 15 miliardi l’anno più i diritti di immagine e, non specificata sul contratto, una percentuale sull’acquisto di alcuni suoi connazionali. In totale 19 miliardi. Una cifra che crea scalpore e qualche invidia all’interno dello spogliatoio. E poco importa se i risultati sportivi non si riveleranno in linea con le aspettative: nel 2000/01 Recoba si attesta su una media discreta (8 reti in 29 apparizioni) ma l’Inter non va oltre un quinto posto, a 24 punti dalla Roma scudettata. Ma non sono solo le vicende legate all’ingaggio ad attirare le attenzioni dei media. In arrivo c'è una bufera: il 14 settembre 2000, i calciatori dell’Udinese Warley e Alberto, in trasferta con la squadra, vengono fermati alla frontiera polacca a causa di irregolarità nei loro passaporti, che si rivelano falsi. Ma è solo la punta dell'iceberg: molti altri calciatori del nostro campionato sono in possesso di documenti fasulli e il fenomeno sembra essere assai diffuso. E’il cosiddetto scandalo di “Passaportopoli”, nella cui rete finiscono sette società (Inter, Lazio, Roma, Milan, Udinese, Vicenza, Sampdoria), 14 giocatori (Recoba, Veron, Fabio Junior, Bartelt, Dida, Warley, Jorginho, Alberto, Da Silva, Jeda, Dedè, Job, Mekongo, Francis Zé) e quindici dirigenti (Oriali, Ghelfi, Baldini, Cragnotti, Governato, Pulici, Pozzo, Marcatti, Marino, Sagramola, Briaschi, Salvarezza, Mantovani, Arnuzzo, Ronca). L’Inter ne viene ufficialmente coinvolta il 30 gennaio 2001, quando il pm di Udine, Paolo Alessio Vernì, ordina un’ispezione nella sede della società e nell'abitazione milanese di Recoba: anche il suo passaporto risulta contraffatto. A tale provvedimento via Durini risponde con un comunicato distaccato e sintetico: “La società è totalmente estranea all’oggetto dell’inchiesta ed ha totale fiducia nella buona fede di Recoba”. Ma la realtà è molto diversa e la rivela il pm di Roma, Piro, che conduce le indagini sulla vicenda: il dirigente interista Oriali, su suggerimento del consulente della Roma, Franco Baldini, si è messo in contattato con un misterioso faccendiere rispondente all’esotico nome di Barend Krausz von Praag, il quale lo ha aiutato nell’ottenimento del documento. Oriali sarebbe volato di persona a Buenos Aires dove, grazie agli uffici di Krausz presso un’improbabile agenzia, avrebbe dato avvio alla
pratica. Recoba, interrogato al riguardo, dice di non saperne nulla e di essersi improvvisamente ritrovato con il passaporto pronto. Il documento, afferma il Chino, gli è stato consegnato da Oriali il 9 settembre 1999 alla Borghesiana, alla vigilia di un Roma-Inter di campionato. Ma per gli inquirenti ci sono due particolari che non tornano: il documento riporta una data di rilascio precedente di un anno, 9 novembre 1998, e Recoba risulta residente a Roma. Perché né Oriali, né Rinaldo Ghelfi, amministratore delegato interista che ha seguito la pratica, si sono accorti di questa incongruenza? Perché nessuno, nemmeno il calciatore, ha fatto notare e ha richiesto di correggere l’errore? La procura di Udine informa anche che sette mesi dopo l’emissione del passaporto l’Inter si è mossa alla ricerca di antenati spagnoli. Perché questo eccesso di zelo da parte della dirigenza nerazzurra se il calciatore era già in possesso del documento? Il quadro si complica quando Oriali nega di aver versato per conto dell’Inter 80 mila dollari, cifra che Krausz ha detto di aver ricevuto per mano sua in un precedente interrogatorio della Procura di Roma. La risposta è una sola: il passaporto è falso. Ma non solo, la dirigenza dell’Inter era pienamente consapevole del percorso fraudolento che stavano per intraprendere, dal momento che non è mai stata presentata alcuna richiesta di rilascio alle autorità italiane, come regolare prassi richiede. Un caso complesso e intricato ma dalla sostanza semplice: se il passaporto del laziale Veron era vero ma ottenuto attraverso false documentazioni (atti di nascita, matrimonio, ecc…), quello dell’uruguaiano è direttamente contraffatto. Una patacca, direbbero a Roma. Dopo le sconcertanti rivelazioni delle Procure di Roma e Udine, arrivano le reazioni del mondo sportivo. C'è sdegno e le società non coinvolte nella questione passaporti protestano. Andrea Manzella, presidente della Corte Federale, cerca di rassicurare tutti sulla velocità e sul rigore degli eventuali processi. Ma il risultato è patetico:
“La regolarità delle partite è un bene assoluto, e su questo non si transige: la buona fede di società o singoli non conta, conta solo che alle gare abbiano partecipato giocatori che non ne avevano diritto. L’Authority ha deciso di aspettare la dichiarazione di falsità della magistratura a meno che il falso risulti macroscopico, ictu oculi, o che vi sia ammissione di colpa del club o del giocatore”, ha spiegato Manzella. “In questi casi, le sanzioni saranno immediate”. Fra una decina di giorni anche l’Inter quindi sarà deferita, e il processo sportivo si concluderà, fra Disciplinare e Caf, entro aprile o maggio. Difficile ipotizzare la sconfitta a tavolino di tutte le gare dei nerazzurri con Recoba “italiano”, più probabile una penalizzazione in classifica di 56 punti. Nel caso, quindi, l’Inter dovesse qualificarsi per la Coppa Uefa sarebbe retrocessa in classifica, lasciando il posto in Europa ad un altro club. E nel caso si salvasse? Questione delicatissima, ma teoricamente il club di Moratti rischierebbe anche la serie B” (Repubblica, 9 febbraio 2001)
L’Inter, secondo i regolamenti, dovrebbe essere sconfitta a tavolino ed essere sanzionata di un punto, per ogni partita in cui ha schierato Recoba come comunitario. Il totale ammonterebbe all’enorme cifra di 56 punti, con la conseguente retrocessione del club nerazzurro, sia che il provvedimento venga applicato nel campionato precedente (il 1999/2000, dove ha ottenuto 58 punti) che in quello ancora in corso (il 2000/2001, a fine anno ne totalizzerà 51). Con 56 di penalizzazione l’Inter sarebbe la prima squadra a scendere sotto lo zero in classifica. Ma è pura fantascienza e ci si rende conto che una tale sanzione, seppur giusta, non verrà mai applicata. Si parla di penalizzazioni o, per lo meno, si spera:
Roma, Lazio, Inter, Udinese e Napoli penalizzate. Cinque, sei punti in meno ad ognuna all’inizio della prossima stagione, quella premondiale; oppure con handicap sostanzialmente differenti, stangate per i casi più gravi di manomissione (Veron, Recoba, Cafu) […] Nei fatti però, quasi la metà del prossimo campionato italiano sarà “ad handicap”, consegnato nelle mani di chi dallo scandalo non è stato travolto. […] Di colpo di spugna si è parlato a lungo. Ma non si può ormai cancellare uno scandalo che ha investito almeno sei procure, una ventina di giocatori e una
quindicina di dirigenti, dal direttore generale dell’Inter ai presidenti di Roma e Lazio. Non si può cancellare uno scandalo che la Fifa stessa chiede di reprimere duramente. Non si possono chiudere gli occhi quando in Francia hanno già penalizzato e squadre e in Spagna si sono già sospesi dei giocatori (Repubblica, 21 marzo 2001)
Il 5 marzo l’Ufficio Inchieste della Federcalcio conclude le indagini e emana i deferimenti:
La giustizia sportiva, con i deferimenti di ieri, va avanti. Nessun colpo di spugna, nessuna sanatoria. Non si aspetterà l’estate, a campionato concluso, per intervenire sullo scandalo dei passaporti falsi. Già nel mesi di aprile sfileranno davanti alla Disciplinare i primi club e i primi giocatori coinvolti: le sanzioni (squalifiche per i calciatori e penalizzazioni in classifica per i club) saranno scontate in questa stagione (Repubblica, 6 marzo 2001)
Il processo si annuncia complicato e le conseguenze spaventose: l'applicazione di punti di penalizzazione potrebbe compromettere la salvezza o la qualificazione alle coppe europee delle società coinvolte. Ma c’è una scappatoia, alla quale più di tutti sta lavorando Galliani, l’amministratore delegato del Milan: la riforma dell’articolo delle norme federali che limita l’impiego dei calciatori extracomunitari. Una modifica della regola comporterebbe un’attenuazione molto sostanziosa delle pene. L’Inter gradisce l'idea e si unisce alla battaglia:
Passaporti, è guerra aperta ormai: l’Inter attacca la Figc, cercando ogni strada per dichiarare illegittimo l’articolo 40, settimo comma delle Noif. In una nota del professor Mucciarelli, che fa parte del collegio di difesa nerazzurro, l’Inter sottopone infatti “direttamente alla Corte Federale, organo competente in materia, il giudizio in ordine alla legittimità della norma federale sul tesseramento dei giocatori extracomunitari” (Repubblica, 5 aprile 2001)
La Commissione Disciplinare fissa le date dei processi contro ogni singola società. Il presidente Manzella, ancora una volta, si sente di garantire la celerità dei procedimenti giudiziari, ma nessuno sembra più credergli dato che la rettifica della norma sugli extracomunitari appare giorno dopo giorno sempre più probabile. La vicenda sta diventando una farsa:
Per Porceddu le prove sono sufficienti per chiedere di processare il club nerazzurro e il giocatore. L’udienza è fissata per il 19 aprile. A meno che i tanti ricorsi alla Corte Federale sulla legittimità della norma che limiti gli extracomunitare facciano slittare tutto a fine campionato, come vogliono i club. “Agiremo in fretta non appena riceveremo i ricorsi”, garantisce Manzella. (Repubblica, 8 aprile 2001)
Le date dei processi, uno per ogni squadra coinvolta, sono l’ultimo scoglio da superare. Un procedimento unico consentirebbe alle società di essere giudicate con minore severità. Ed è proprio quello che intende proporre Galliani, il quale provvidenzialmente annuncia: “E’ giusto fare un solo processo e che eventuali squalifiche e penalizzazioni arrivino tutte insieme”. Puntuale giunge il ricorso alla Corte Federale da parte dei club, e poco importa se l’articolo 16 comma b ) del Codice di Giustizia Sportiva preveda l’ammissibilità del ricorso solo da parte del presidente della Federazione o di “qualsiasi organo operante nell’ambito federale che vi abbia interesse”. Moratti si schiera con Galliani (altri tempi…) e rilascia una dichiarazione che, col senno di poi, è incredibilmente comica: “Se squalificano Recoba e poi la giustizia ordinaria lo assolve, chi ci restituisce squalifiche e penalizzazioni?” . Come vedremo più avanti, Recoba e Oriali verranno condannati dalla giustizia ordinaria e l’Inter non restituirà i punti ottenuti con l’uruguaiano comunitario in campo. In ogni caso, la tattica è precisa: ottenere l'accorpamento dei processi e rimandarne lo svolgimento a fine stagione, confidando nell’ormai quasi certa rettifica dell’articolo 40. Il gioco funziona e l’udienza per l'Inter, in programma il 20 aprile, viene rinviata:
Avanti a forza di rinvii: il processo all’Inter, per il passaporto falso di Recoba, si farà. Ma più avanti. Quando non si sa: forse a maggio, forse a fine stagione. Ma soltanto dopo che la Corte Federale, presieduta da Andrea Manzella, si sarà pronunciata sul ricorso (che abbiamo visto essere irregolare, nda) presentato non solo dal club nerazzurro, ma anche da Milan, Udinese, Lazio, Vicenza e Sampdoria. Tutti questi club chiedono infatti che venga abbattuto il tetto del tesseramento (massimo cinque) e all’impiego (massimo tre) dei calciatori extracomunitari. Si va insomma verso minicondanne. La Disciplinare ieri ha accettato subito la richiesta di rinvio al processo dell’Inter presentata dallo stesso Procuratore Federale, Carlo Porceddu in accordo con i legali nerazzurri. (Repubblica, 20 aprile 2001)
Il tempo gioca a favore dei nerazzurri e delle altre società implicate in Passaportopoli che il 3 maggio vedono finalmente premiati i loro sforzi, con il più annunciato dei colpi di spugna: a sei giornate dalla fine del campionato e nonostante la strenua opposizione dell’Associazione Calciatori presieduta da Campana, arriva la modifica della norma sul tesseramento e sull’impiego degli extracomunitari. E pazienza se le regole vengono cambiate in corsa, con Roma e Juventus a contendersi lo scudetto punto su punto. Chi ha rispettato le regole viene fatto fesso. E chi ha falsificato i passaporti? Ormai è chiaro che tutto sta per passare in cavalleria:
Il processo a Inter, Milan, Samp, Udinese, Vicenza, a cui presto si unirà anche la Lazio per Veron, si farà. Ma con questa norma dichiarata.


(fine prima parte)

VUOI MAI CHE...

ROMA - La camera di concilizione ed arbitrato del Coni si è dichiarata incompetente a sentenziare sull'istanza presentata da Luciano Moggi contro la sentenza della Caf della federcalcio che gli aveva inflitto cinque anni di squalifica con proposta di radiazione. La camera ha eccepito al ricorrente la sua posizione di "non tesserato" federale.


Vuoi mai che la camera di concilizione ed arbitrato del Coni si sia resa conto che le prove che ha portato Moggi (comprese quelle dell'abuso di potere di Guido Rossi quando era in FIGC) siano tali da dover dare ragione all'ex DG della Juve, dovendo di conseguenza fare un'autentica figura di merda in mondovisione?

Boh, forse sto delirando, ma questa notizia è molto curiosa. Moggi e la Juve sono stati dichiarati colpevoli al 100% sin dal giorno in cui è scoppiato lo scandalo... Davvero non capisco le attese e le rinuncie che spesso leggiamo. Se erano così sicuri di vincere, perchè ora sono titubanti? Forse perchè la Juve è in B e Moggi fuori dal calcio, quindi loro hanno comunque già vinto?

Vuoi mai che... nel fiume scorrerà presto qualche salma?

DEFERIMENTI CASO BRUNELLI

Sono arrivati i deferimenti per l'Inter in merito al caso Brunelli. Ovviamente nessun organo di stampa l'ha riportato. Come al solito, ci devo pensare io...


Clicca qui per vedere i deferimenti dal sito della lega calcio (serve Acrobat Reader).

ISTERINTER

Fuori le mura di Farsopoli, la telefonia amica non prende campo per gli spioni e non ha soldi per finanziare un torneo aziendale compiacente. Serve tornare alla pedata sul prato e qui cascano undici somari con i galantuomini bellicapelli in groppa. Welcome back, Difterinter.

Una bella serata, davvero. Una serata per riconciliarsi con l’industria italiana dello Spettacolo Calcio, sparisse l’acido in bocca per il vomito che provoca da quest’estate. Una serata che mette allegria, fa addormentare con il sorriso sulle labbra. Una serata in cui un ateo diventa devoto a Eupalla.

Inter, cucù: l’Europa non c’è più. L’Invencible Armada dei record italici s’inceppa due volte, contro una tenace brigata valenciana. Lo choc è forte. Le difese immunitarie cedono. La Difterinter esplode virulenta. La squadra “finalmente matura”, “consapevole dei suoi mezzi”, che non vinceva solo perché “succedevano cose strane” va fuori di testa e scatena una gazzarra consona al suo acido desossiribonucleico. Perché scandalizzarci? Un attacco di Isterinter è normale, quando una pazza rinchiusa in clinica psichiatrica torna in contatto con la realtà. L’errore semmai è degli psichiatri. Da mesi le fanno credere d’essere la più bella del reame, assecondano le sue turbe mentali; poi, dimenticano uno specchio nel corridoio del reparto. E lei finalmente si vede com’è davvero. Cosa volete succeda, a una mentecatta che sopravvive nella fantasia d’essere più bella di Monica Bellucci e così è da anni blandita per tenerla buona, tanto che sono arrivati a confezionarle una fasulla fascia di Miss Italia?

Ciò che deve scandalizzare è l’arroganza dei Persianerazzurri. Gli Onesti per Prescrizione suppongono d’essere uomini del dopobarba: non devono perdere mai. Contro l’eresia che osa non rispettare il dogma, al di qua delle Alpi, essi hanno instaurato un ferreo regime protezionista, ordendo e attuando un fetente putsch federale, su una leggenda metropolitana da tramutare in religione. Contenti del loro lavoro, si sono fregiati di uno scudetto di legno e coppa e campionato nazionali sono diventati tornei di wrestling, dove vincono sempre gli impuniti Galantuomini. Ma il nostro tempo è globale. Il protezionismo è lo strumento dei vasi di coccio. Prima o poi, vanno in frantumi.

I fatti hanno la testa dura, alla lunga mettono le cose al loro posto. La terza classificata del campionato italiano 2005/06, mai in lotta per vincerlo, è stata sbattuta fuori dell’unica manifestazione dove era costretta davvero a giocare al calcio e non a Cluedo. In Champions, Massimo Moratti non è ancora riuscito a addomesticare nulla e, infatti, deve accomodarsi fuori, nell’ignominia. Succede, quando un masturbatore che si eccita solo creando realtà virtuali si trova finalmente a letto con una donna vera, non di gomma. Minus dotato, sofferente eiaculatio precox, alle risate di scherno della signora che gli ricorda le sue sparate, quando la stava abbordando al bar, reagisce nell’unico modo che il suo angusto cervello rettiliano sa suggerirgli: la picchia a sangue gridandole “Baldracca!”, sentendosi così un vero maschio.

Sì, davvero una bella serata. Un altro pezzo dello scudetto di legno si trasforma in sarcofago, per il sepolcro imbiancato dove nascondere un cadavere marcio. Sempre che i signori Borrelli e Palazzi usino la stessa solerzia di qualche mese fa, circa l’inchiesta sul doping amministrativo che ha consentito all’Internazionale F.c. di disputare senza titolo gli ultimi tre campionati. La prescrizione scade il 31 luglio 2007, quanta sabbia ci vuole per seppellire quest’altro cadavere infettato di Difterinter?

LE ITALIANE IN EUROPA - RITORNO OTTAVI DI FINALE (1° PARTE)

Come già avevo detto nel precedente post sulla Champions, finalmente abbiamo capito con assoluta certezza quanto vale il campionato italiano di calcio. L'Inter cannibale del torneo aziendale "Amici di Moratti" si impalla davanti ad un solido Valencia, dando pure l'impressione di non saper perdere. La vergognosa rissa nel finale (clicca qui per vederla) rende l'esatta dimensione dell'attuale universo nerazzurro, ovvero una squadra formata da calciatori, tifosi, allenatore e dirigenti che non sanno perdere in campo (Farsopoli insegna...), tanto da scatenare la baruffa di cui sopra. Sinceramente non so chi davvero ha iniziato (anche se dalle immagini sembra Burdisso ad aggredire Marchena che stava esultando, forse per stizza o forse per reazione ad un insulto), ma in ogni caso devono essere presi provvedimenti duri e veloci.
Se Burdisso avesse attaccato di sua spontanea volontà il capitano del Valencia, allora le respondabilità sarebbero tutte dell'argentino, se invece avesse reagito ad un insulto nei suoi confronti (magari verso la figlia, data la reazione...) varrebbe la regola di Materazzi: lui insulta, gli avversari reagiscono e vengono espulsi. Come già dissi per il porco nerazzurro, sono da sanzionare pesantemente coloro che reagiscono, ma ancor più pesantemente quelli che provocano. Discorso a parte merita Navarro: un atteggiamento come il suo è da IMMEDIATA RADIAZIONE da tutti i campi di calcio europei e non. E' assurdo che un calciatore della panchina possa entrare indisturbato in campo, fracassare con un pugno il naso di un'avversario e poi rientrare negli spogliatoi. Vergognosa anche la rissa susseguente nel tunnel, con vari calciatori perdazzurri intenti ad entrare nello spogliatoio spagnolo per vendicare Burdisso, tra i quali si sono distinti chiaramente Figo, Stankovic e Mihajlovic, mentre stranamente Materazzi cercava di far da paciere...).
Sono queste reazioni isteriche ad una sconfitta che fanno sorgere i dubbi riguardo Farsopoli, perchè è palese come gli interisti non sappiano perdere.

Leggo che molti fratelli juventini sono preoccupati di una possibile vittoria a tavolino (strano) dell'Inter. Tranquilli: un risultato acquisito sul campo è impossibile da ribaltare per queste cose. Stessa cosa accadde durante un Bologna-Marsiglia di Coppa Uefa. Ai francesi furono squalificati dei calciatori, ma il risultato del campo non fu in discussione. Certo, se ci fosse Guido Rossi al posto di Platini probabilmente il discorso sarebbe diverso, ma se Dio vuole in Europa esiste ancora una sorta di giustizia. Chi sbaglia paga, quindi sotto con le possibili sanzioni:stavolta credo e spero non finirà a tarallucci e vino per il semplice motivo che siamo in Europa e non nel torneo aziendale di Moratti. Inoltre c'è da consirare una cosa: l'Inter è plurirecidiva, il Valencia no.

A mio avviso sarebbe giusta una maxi-squalifica per Navarro e Burdisso (si è preso un pungo in faccia, ma tutto ha avuto origine da lui), per Cordoba e Cruz (per qualche annetto vanno a praticare Karate e non calcio), ma non a Maicon (poteva fare malissimo a Navarro, ma si è visto chiaramente che ha frenato il calcio).

Per le società: maximulta al Valencia e all'Inter, con possibili altre sanzioni a carico dei perdenti per recidività cronica. Sinceramente, e me ne dispiaccio, immagino non ci siano gli estremi per una squalifica dalle competizioni europee, ma ogni anno capita qualcosa nelle partite di Champions in cui è impegnata l'Inter, ed ora di prendere un provvedimento serio ed in tempi rapidi.

Passando a questioni prettamente tecniche, ecco le mie impressioni sulle partite di ieri sera.

INTER: Come già dissi 2 settimante fa, abbiamo capito che l'Inter vince solo con avversari indegni oppure penalizzati. Questo Valencia è una squadra solida, ma non è nulla di particolare, eppure palla a terra è di un altro pianeta rispetto agli italiani. Il gioco dell'Inter è stucchevole: palla lunga a cercare Ibra. Se lo svedese è in forma è immarcabile, ma se non lo è, oppure se è ben controllato, risultano tutte palle perse. Tatticamente sono preziosissimi i due esterni bassi (Maicon e Maxwell), che approfittano sempre degli spazi creati dall'assenza di veri esteni di centrocampo per andare sul fondo e crossare oppure tentare l'ingresso in area di rigore appoggiandosi ad una punta (come a Milano in occasione del gol di Maicon). Il rombo di centrocampo è solido (e vorrei vedere che non lo fosse, dati gli interpreti), ma la vera arma vincente è Ibrahimovic: tutte le azioni passano da lui, ogni lancio dalla difesa è per lui, ogni palla gol è creata da lui. In questo modo l'Inter sarà sempre aggrappata al genio dello svedese: quest'anno è stato molto continuo, ma sarà sempre così?
I media parlano di un rigore clamoroso non dato ai milanesi per un fallo di mano in area di uno spagnolo. Vero, ma bisogna anche ammettere che in occasione dell'ammonizone di Ibra, ci poteva stare il rosso (entrata col piede a martello sullo stinco dell'avversario) e Materazzi poteva essere espulso 2 o 3 volte. La telecronaca di Compagnoni e dell'ultras Bergomi è stata come al solito vergognosa: in alcuni frangenti era lo stesso telecronista a rimanere allibito davanti a certe affermazioni dell'ex capitano nerazzurro. Va bene che si parteggia per le italiane in Europa, ma per certe telecronache esiste Inter Channel, in cui Scarpini delira liberamente da anni. Incredibile anche il post partita di SKY: si paventava l'ipotesi di una sqaulifica del Valencia, magari a favore dei nerazzurri, oltre che urlare ai 4 venti per tentare di convincerci che l'Inter è stata derubata.
Ormai è chiaro come media siano tutti di Moratti e compagnia spiante, lesti a sminuire ogni vigliaccata da loro commessa come ad amplificare quelle di altri club. Ora si tornerà al torneo aziendale "Amici di Moratti" e l'Inter riprenderà a dominare come al solito, in maniera onesta e trasparente. L'importante è aver capito, ma già lo sospettavamo, come questo campionato fosse falsato. Inter a casa quindi, e noi a cantare: NON VINCETE MAI NON VINCETE MAI NON VINCETE MAI NON VINCETE MAAAAAAAI

ROMA: Ammetto che ieri sera ho visto principalmente la pertita dei perdenti, ma sono davvero rimasto impressionato dalla prestazione dei giallorossi in quel di Lione. La partita è stata di abbastanza semplice lettura: i francesi hanno provato a fare la partita, la Roma ha trovato il gol alla prima azione offensiva e ha poi potuto giocare di contropiede, cosa in cui non è seconda a nessuno in Europa. Nei giallorossi ho visto 3 prestazioni monumentali:

1) De Rossi. Una partita pazzesca. Corsa, tecnica, voglia di sacrificarsi. Che bel giocatore. Peccato per il carattere. Ieri sera è stato davvero mostruoso, e doveva essere premiato dal gol ingiustamente annullatogli.
2) Mexes: un muro.
3) Mancini: grande partita condita con un gol da vedere, rivedere e far vedere ai bambini.

Menzioni speciali anche per Totti (non è stato prevedibile, non ha voluto strafare e la Roma ha vinto, chissà come mai...), Chivu (che coppia difensiva con Mexes), Pizarro (era ovunque) e Perrotta (è micidiale nei suoi inserimenti). Il merito più grande, ancora una volta, va a Spalletti, sicuramente il miglor allenatore italiano assieme a Prandelli e Mazzarri, che sta riuscendo nell'impresa di fare le nozze con delle lumache.

Io lo dico da ora: attanti alla Roma. Come squadra mi ricorda molto il Liverpool di 2 anni fa: squadra veloce e tosta, già eliminata in campionato (può quindi concentrarsi solo sulla Champions) e, soprattutto, nessuno gli chiede di portare a casa la coppa. Se qualcuno avesse 20/30€ da spendere potrebbe essere una bella idea puntarli suli giallorossi.

Stasera c'è il Milan: dovrebbe avere un turno facile, ma mai dire mai... Eliminato il Barca, rimangono in lizza Liverpool, Roma, Chelsea e quelle che passeranno il turno stasera (a mio avviso Milan, Real, Manchester ed Arsenal).

Io scrivo qui la mia finale: Roma-Manchester... Poi si vedrà.....

Intanto, in merito alla rissa di Valencia, ecco alcune reazioni:

Platini: "La pagheranno cara"
Pare che una pay tv tedesca ha trasmesso la rissa per intero, comprese immagini all'interno dello spogliatoio. Si vede chiaramente che ad iniziare è stato Burdisso che colpisce Marchena mentre questi stava festeggiando con i compagni. Poi scatta il parapiglia. All'ultimo si vedono tre giocatori dell'Inter, tra i quali Toldo e Cordoba che vanno a continuare la rissa infilandosi di forza nello spogliatoio del Valencia. E Platini annuncia una mano pesante.

Navarro: "Chiedo scusa per il pugno"
"Chiedo scusa per il pugno a Burdisso" il giocatore del Valencia, David Navarro. "Voglio chiedere scusa a tutti quelli colpiti dalla mia azione", ha detto alla radio spagnola Cadena Ser e riportata da 'El Mundo'. "Ho visto che stavano cercando di aggredire un mio compagno e ho perso i nervi. Non mi ero mai comportano cosi' e mai lo rifaro'. Sono pentito e provo molta vergogna", ha poi concluso.

Grazie Valencia, per averci regalato una grande gioia dopo tanti mesi trascorsi a mangiare merda!!!




P.S.: Non ho visto la Gazzetta stamattina, ma posso immaginare che la prima pagina sia la seguente:



Sbaglio?


FORZA JUVE SEMPRE

martedì, marzo 06, 2007

TROVA LE DIFFERENZE

26° giornata di campionato: in Livorno-Inter viene espulso Roberto Piangini e in Milan-Chievo Gigi Del Neri. Stessa sanzione, eppure...

Niente squalifica per Roberto Mancini: il tecnico dell'Inter, espulso sabato scorso con il Livorno, e' stato solo ammonito e multato, e quindi potra' regolarmente sedere in panchina nel derby di domenica. Sono tredici i calciatori squalificati per le gare dell'ultima giornata. Due giornate sono state inflitte a Caracciolo (Palermo) e a Paci (Parma). Fermati per un turno Maicon (Inter), Adriano e Loria (Atalanta), Mauri e Mutarelli (Lazio), Budan (Parma), Chivu (Roma), Codrea (Siena), Conti (Cagliari), Franceschini (Torino), Nastase (Ascoli). Tra gli allenatori, e' stato squalificato per una giornata Gigi Del Neri (Chievo).

Fonte: Calciomercato.com


Ma non l'avete ancora capito che il campionato italiano di calcio è totalmente gestito dall'onestissima Banda Bassotti merdazzurra?

Io non ho parole....

E poi a noi juventini siamo considerati dei perseguitati.... In ogno caso basta saperlo e prendene atto... Il calcio italiano è morto.... Fatemi capire (vero Cannavò?)

SENZA JUVE E MOGGI IL CALCIO E' DECISAMENTE MIGLIORE...

''Ayroldi è un deficiente" Ho deciso, lo denuncio''

Il ds del Palermo Rino Foschi non manda giù la direzione arbitrale col Messina. ''Se non l'ha mai fatto nessun dirigente, sarò il primo, mi sono stufato di essere preso in giro, lui l'ha fatto. L'espulsione? Non sono pentito, rifarei tutto''


PALERMO - "Adesso aspetto la squalifica, poi con un avvocato tramite la Federazione e la Lega denuncerò Ayroldi per quello che è avvenuto ieri e per il fatto di avermi provocato. Se mai un dirigente ha denunciato un arbitro, questa sarà la prima volta: lo farò io".

Lo ha annunciato il ds del Palermo Rino Foschi, ancora infuriato con l'arbitro Ayroldi a seguito del derby giocato ieri a Messina, nel corso del quale al Palermo non sono stati concessi un paio di rigori ed il Messina ha segnato la prima delle due rete al termine di un'azione viziata da un fuorigioco. Foschi spiega la propria versione dei fatti che hanno portato al litigio con l'arbitro nell'intervallo ed alla successiva espulsione, di fatto mai comunicata dal direttore di gara pugliese.

"Alla fine del primo tempo -ha raccontato intervenendo in collegamento telefonico con l'emittente regionale Tgs-, usciti dal campo dopo aver subito il gol in fuorigioco, i giocatori ce l'avevano con il guardalinee; io li spostavo per calmarli perchè erano focosi, ho girato la testa ed ho visto l'arbitro che mi rideva in faccia, quindi gli ho detto 'che ridi, cog.... che la colpa e' tuà e lì è finito il discorso. Lui mi ha ridicolizzato e mi rideva in faccia, mi ha provocato".

Il racconto di Foschi è proseguito:"Finito l'intervallo, sono sceso in campo, ma lui mi ha mandato una persona qualunque a dirmi che non potevo rimanere in campo. Così, gli sono andato incontro nel sottopassaggio per chiedere delucidazioni e lui con un gesto della mano mi ha mandato a quel paese provocandomi. A fine gara ho chiesto un colloquio e me l'ha negato". "Mi sono stancato - ha proseguito Foschi- di prendere insulti ed essere deriso da personaggi della domenica, mi sono stancato e pago io in prima persona. Siamo alla fine, per come la penso io siamo alla fine. L'ambiente? A volte deve sentire se c'è la società e la società c'è e adesso rispondo e pago io per tutti".

Foschi non è pentito di quanto fatto, anzi dichiara che rifarebbe tutto.

"Rifarei tutto, ma si sbaglia in questo contesto, con chi devo parlare? Non ci sono degli uffici appositi, non c'è niente; in questa settimana mi sono permesso di chiamare il presidente dell'Aia per un discorso tra il presidente e lui ed è successo il finimondo...Dopo una gara come quella con il Messina, sfido chiunque a rimanere calmo dopo che un arbitro ti prende in giro. Denunciando queste cose ti prendi delle squalifiche, ma quello non è un arbitro, è un def...." ha continuato Foschi, prontamente invitato alla calma ed ad un uso più proprio dei termini da parte del conduttore e degli altri giornalisti in studio. "La squalifica me la danno, ma mi sono stancato di subire e prendere squalifiche perchè alzo la voce. Complotto? Ognuno può pensare tante cose, se andiamo a vedere quello che è successo non è stata una cosa simpatica, è impossisbile non concedere il rigore di Di Michele a due metri di distanza. Mi sembra strano, ma non parlo di complotti, certo c'è qualcosa che mi sfugge" ha detto ancora Foschi.

Il ds del Palermo ha anche parlato di Zamparini, che ieri aveva annunciato di voler lasciare la società. "Tutto rientrerà -ha assicurato Foschi-, non abbandonerà Palermo perchè la ama troppo, anzi farà una squadra più forte. Se non faremo la Champions quest'anno la faremo il prossimo anno". Foschi ha anche annunciato che da domani la squadra non sarà più in silenzio stampa. "Da domani basta silenzio stampa, parleranno i giocatori e Guidolin. Da domani si riprende a parlare di calcio con calciatori ed allenatore, quello che è successo a me non deve compromettere il campionato" ha concluso Foschi. (05 mar 2007)


Quello che mi sconvolge è che qualcuno è davvero convinto che con l'uscita di scena di Moggi il calcio sia veramente cambiato, quando ci sono ancora soggetti come Foschi e Zamparini.

Curiosa anche la dichiarazione di Gussoni, secondo il quale quest'anno gli arbitri sbagliano in buona fede, quando personalemnte non ho mai visto tanti errori arbitrali in una sola stagione.

Ma proprio tutti interisti in federazione devono essere? Poveri noi...

QUALCOSA SI MUOVE

Oggi, l'associazione giu le mani dalla juve ha conferito mandato all'avv. Luc Misson, legale Belga, per aderire alla Commissione Europea per il diritto alla Concorrenza, al fine di invocare l'annullamento delle assurde sentenza sportive impose dalla figc in estate 2006.

L'avv. Luc Misson è stato uno degli avvocati principali dell'affare Bosman, il calciatore belga che ha dato il suo nome alla famosa entenza Bosman, il cui esito ha liberalizzato il mercato degli sportivi professionisti nel 1995.

Ultimamente Misson è stato anche protagonista di una nuova sentenza della Corte d'appello di Bruxelles, sospendendo le azioni disciplinare inflitte dalla federcalcio belga a 3 giocatori (tra cui il rumeno Marius Mitu) nell'affare delle partite truccate nel campionato belga. La Federcalcio belga deve attendere una decisione di un tribunale civile con un processo equo che non viola la Convenzione dei diritti dell'Uomo della Corte Europea rpima di eventualemente applicare una sanzione disciplinare.

Una Giurisdizione sportiva non offre le stesse garanzie del rispetto dei diritti alla difesa e di imparzialità di un tribunale di diritto comune.

Il ricorso in Commissione Europea per il Diritto alla Concorrenza è pienamente leggitimo. La rinuncia della juventus di aderire ad un tibunale non sportivo l'estate scorsa ha come conseguenza di mettere in pericolo le azioni detenute dagli piccoli azionisti della sociètà, in quanto la sociètà non è piu in misura di svolgere la sua attività in piena regola con altri club italiani ed europei. In tal senso, l'azionista ha il diritto di tutelarsi in quanto, con le assurde decisioni della figc, sono state violate le regole della concorrenza imposte dalla Commissione Europea per appunto proteggere il consumatore (e anche l'azionista di una sociètà), e sopratutto è stata violata, con l'art. 6, la convenzione dei dirritti dell'Uomo.

La non publicazione di tutte le intercettazioni telefoniche, l'abuso manifesto di potere del commissario straordinario nel andamento del processo, l'avere emesso delle sentenze non equilibrate fra tutti i club coinvolti sono tutti elementi che la Commissione non potrà validare e dunque sarà leggitima la richiesta di annullamente delle sentenze. La sociètà deve essere rimessa nelle condizioni ottimale di continuare a svolgere le sue attività come prima di calciopoli, recuperando il suo palmarès, essendo riamessa in A e nelle competizioni internazionali.

lunedì, marzo 05, 2007

COBOLLOPOLI

Dopo 30 giornate, termina la rincosra della Juve al record di partite consecitive senza rigori a favore. ILpenalty concesso ieri sera a Torino da Bertini è, in tutta sincerità, per lo meno dubbio.

Attenti... Luciano è tornato!!! IL mondo del calcio sta per essere nuovamente sconvolto dalla minaccia bianconera. Sta per scoppiare Cobollopoli!!!

venerdì, marzo 02, 2007

AHI AHI AHI TELECOM....

Doccia fredda per Telecom Italia. Sembrava fatta per l'ingresso degli spagnoli di Telefonica nell'ex monopolista italiano e, invece, il numero uno del gruppo iberico, Cesar Alierta, ha gelato gli animi di quanti davano le due società molto vicine alla firma. Durante la conference call sui risultati 2006, Alierta ha annunciato che "i contatti tra Telefonica e Telecom sono al momento sospesi".
"Ci sono aree per lavorare insieme - ha aggiunto Alierta, rispondendo a una domanda sui rapporti tra le due società tlc - comunque a questo punto riteniamo che le circostanze attuali rendano difficile per noi procedere secondo quanto delineato nella precedente dichiarazione del 12 febbraio. Vi terremo informati - ha concluso - di qualsiasi cambiamento".

Dopo le dichiarazioni di Alierta, a Piazza Affari sono esplosi gli interrogativi degli operatori. Cosa vuol dire che le circostanze attuali rendano difficile procedere? Interrogativi che hanno spiazzato tutti, soprattutto se si pensa che pochi giorni fa il Financial Times aveva rivelato che i due gruppi stavano per accordarsi per un ingresso degli spagnoli non a monte della catena Telecom, cioè in Pirelli, ma con una partecipazione (del 5%) direttamente nel colosso telefonico.

Rumors riportano che gli spagnoli, nonostante i buoni rapporti fra i due Paesi, temono l'elevata instabilità politica italiana. Un quadro che non garantirebbe in futuro, secondo gli iberici, un equilibrato sviluppo degli investimenti e delle sinergie fra i due gruppi.


Non cè che dire, savegliarsi con queste notizie è certamente piacevole...

giovedì, marzo 01, 2007

FOOTBALL MANAGER 2007 C'HA L'OCCHIO LUNGO....

Guardate questa foto presa da FM2007.... (cliccateci sopra per vederla ingrandita)

Eh si.... Proprio onesti...

L'ha capito un gioco e non le istituizoni sportive e politiche italiane. Curioso...

QUESTIONARIO

Questo questionario l'ho trovato su J1897.com....

Da quanto tempo tifi Juve? Da sempre, che mi ricordo.

Per quanto tempo tiferai Juve? Che domanda...

Il tuo calciatore attuale preferito: Alex Del Piero

Il tuo calciatore della storia bianconera preferito: Alex Del Piero

I calciatori sono ricchi e viziati? Si

Cantaci un coro da stadio: NON VINCETE MAI va sempre di moda

Quanti scudetti ha la Juve? 31 (29 + quello del 2000 e del 2001 vinti illegalmente de Lazio e Roma)

Quanti scudetti sono macchiati da errori arbitrali? Credo nessuno. Sinceramente, ho qualche dubbio sul campionato 97/98 (ma non per il fallo Obesaldo-Juliano).

Perché i media sottolineano sempre gli errori pro-juve e mai contro? Perchè ogni squadra è identificata ed identificabile in quella determinata città, in quella precisa stampa mentre la Juve no. A livello nazionale il Milan è protettoda Mediaset, Lazio e Roma dalla Rai e dal Corriere, L'Inter dalla Gazzetta.

Moggi faceva bene a telefonare ai designatori? No, ma era in ottima compagnia! Vero Morattolo?

Moggi faceva bene a tessere trame in ogni direzione? No, ma era in ottima compagnia! Vero Morattolo?

Ci sono i cosidetti poteri forti? Si

Quali squadre erano pulite? No

Perché non si è indagato su tutte? Perchè c'è un preciso disegno dietro. Se chi indaga è in malafede, figuriamci gli attori...

La Juve meritava la serie B? No

La revoca dei due scudetti? No

Chi ha avuto interesse a vedere la Juve retrocessa? Più o meno 55 miliomi di italiani!

Nuova dirigenza o Triade? Triade a vita

Cosa ne pensi della Triade escludendo calciopoli-farsopoli: Tutto il bene possibile, anche includendo farsopoli. Qualità e competenza a gogo, pochi sorrisi e amciizi di comodo. Pochi amici, molto onore!

Cosa ne pensi della nuova dirigenza escludendo calciopoli-farsopoli: Tutto il male possibile, anche includendo farsopoli. Sono d'accordo a dagli tempo, ma hanno alcune macchie indelebili: l'aver rinunciato al TAR, l'aver accettato la B senza combattere e l'aver ceduto Ibra e Vieira all'Inter. Nulla laverà via queste macchie dalla loro reputazione!

Simpatici o antipatici? Antipatici forever. E vincenti...

Platini o Del Piero? Platini come qualità tecniche, Alex per tutto il resto.

Scirea o Buffon? Che paragone è? Potrei capire Gigi o Zoff. In ogni caso, direi Gigi.

Facci un coro per il Capitano: C'è solo un capitano, un capitanoooo, c'è solo un capitano

Era giusto giocare a Perugia? Probabilmente no, ma la pioggia non c'era solo per noi. Quel che contesto è a livello generale: quella Lazio non doveva esistere.

Era giusto giocare all'Heysel? No, assoluatamente

Era giusto fermare il campionato dopo i fatti di Catania? Si, almeno per qualche mese. Riformare il calcio con solo squadre meritevoli per storia, meriti sportivi ed economici e tifo pulito. E chi sbaglia paga caro.

E' cambiato qualcosa dopo Catania? Solo che il Catania finirà in B.

Nedved o Zidane? Zidane per doti tecniche, Nedved per grinta e amore verso la maglia. Un simbolo eterno di juventinità.

Vai allo stadio? Poco, putroppo.

Segui la Juve in TV? Sempre

Segui le trasmissioni sportive? No, solo una radiofonica su Radio24.

Segui i processi? Ma che stai scherzando?

Leggi i giornali sportivi? Si, ma non li compro. Mi piace documentarmi.

Rimarrà Buffon? Si, ma se dovesse andare via che vada all'estero (e per non meno di 40 mln di €)

E Trezeguet? No. E sinceramente non mi dispiace più di tanto...

Il tuo sogno del calciomercato: Javier Saviola, ma acetterei anche Gerrard...

La Juve tornerà in A? Certo

La Juve tornerà competitiva? Certo

La Juve tornerà a vincere? Certo

L'Inter vince solo per le assenze e penalizzazioni altrui? In grandissima parte si. La squadra è molto forte, ma senza Ibra e Vieira sarebbero così devastanti? Vediamo poi dove arriverà in Champions...

Riprenderesti i mercenari? No, mai.

La cosa che più ti piace della nuova dirigenza: La cosa che più mi piace? Quanto tempo ho per rispondere?

La cosa che più non sopporti della nuova dirigenza: La simpatia a tutti costi. i gobbi sono antipatici per antonomsia, perchè cambiare la storia?

Dì una cosa a Cobolli: Chinati meno a 90°

Dì una cosa a Blanc: Boh, non saprei...

Dì una cosa a Secco: Prendi Saviola.

Dì una cosa a Deschamps: Trovo discutibili le tue idee tattiche, spero mi smentirai.

Dì una cosa a Tardelli: Non saprei... Bel gol ai mondiali dell'82....

Dì una cosa a Del Piero: Sei un DIO

Dì una cosa a Nedved: Sei un calciatore unico. Un vero gobbo!

Dì una cosa a Buffon: Rimani Gigi....

Dì una cosa a Trezeguet: Grazie per tutto quello che hai fatto alla Juve

I tifosi juventini sono freddi, vero? Si, ma civili e razionali.

Facci un coro per Buffon: E che ne so....

I tifosi juventini sono troppo esigenti? Io no. Ho scoperto che vincere a fatica col Modena in B da molte soddisfazioni. Certo, voglio anch'io tornare a vincere presto.

Il tuo ricordo bianconero più bello: Il 5 maggio 2002, senza alcun dubbio...

Il tuo ricordo bianconero più brutto: Troppo facile: farsopoli. Mi ha troppo condizionato e tutt'ora ne risento. Credo non lo dimenticherò mai...

Il tuo sogno bianconero più bello: Il mio sogno bianconero sarebbe la Juve campione d'Europa nel 2009 a Roma, ma lo sostituirei volentieri con l'Inter in B e la banda bassotti al fresco!

L'incubo che non vorresti più rivivere: Già vissuto quest'estate, e mi è bastato...

Facci un coro per Nedved: Ancora? Basta!!!

La Juve più grande che ricordi? Io seguo la Juve con continuità dal 1994, ma direi quella di Capello e la Prima di Lippi a pari merito.

La partita più bella che ricordi? Troppo facile: Milan 1 Juve 6. Ma tecnicamente la più bella sono state Juve-Real 3 a 1 di Champions e la semifinale del Mondiale 2006 contro la Germania.

La partita più brutta che ricordi? Direi Roma 4 Juve 0 di 3 anni fa.

La partita più fortunata che ricordi? L'ultima partita del girone di qualificazione della Champions del 97, quando Djordjevic segnò su punizione all'ultimo minuto e ci qualificammo in extremis.

La partita più sfortunata che ricordi? Senza dubbio Borussia Juve 3 a 1 finale di Champions del 97. Partita pazzesca!

L'urlo sportivo più grande che hai fatto? Al gol di Grosso in Italia-Germania 2 a 0 dei Mondiali 2006.

Champions o campionato? Champions, ma non denigriamo il campionato.

Juve campione o Inter in B? Inter in B, che domande! Con altre istituzioni sarebbe già successo...

La squadra che più odi? Gli onestissimi.

Torino è bianconera? Certo

L'Italia è bianconera? Certo

La Juve come è vista nel mondo? Come la squadra italiana più prestigiosa. Chiedere per conferma.

Facci un coro per Trezeguet: Alla prossima non rispondo più...

Il nuovo stadio: sogno o realtà? Credo sogno, ma ci spero vivamente.

Piccolo o grande? Medio direi, sui 40000 posti va benissimo, ma senza pista di atletica e recinzioni, con una struttura comoda e confortevole per gli spettatori e soprattutto per le famiglie, con altre attrazioni (Cinema, Museo, Ristorante e parco commerciale) che lo faccia vivere 365 giorni l'anno.

Ti abbonerai? Dubito sia possibile.

Per concludere, raccontaci un aneddoto sulla Juve, una cosa che ci racconti cosa è la Juve per te: La Juve è la causa per cui ho iniziato ad amare il calcio ed il motivo per cui non l'ho ancora abbandonato. Si, è una sofferenza, fa davvero schifo questo sport, ma quando gioca la Juve il resto non esiste.


Fate anche voi quseto test, per conoscerci meglio...

ADDIO GRANDE GIORGIO



Si è spento l'opinionista che per anni sul Corriere della Sera e in Rai ha raccontato il calcio agli italiani

ROMA - Giorgio Tosatti, ex direttore del Corriere dello sport-Stadio ed ex presidente dell'Ussi (Unione stampa sportiva italiana), è morto a Pavia. Per anni è stato il commentatore di calcio del Corriere della Sera e della Rai: con le sue opinioni e i suoi commenti, era diventato uno dei simboli del giornalismo sportivo italiano. Il fratello Marco, che gli è stato vicino in questi giorni, così come la moglie Ivana, il figlio Bruno ha detto che si trattata di «una crisi improvvisa a stroncarlo»,
MORTO A PAVIA - Tosatti è morto a Pavia, dove era stato sottoposto a un trapianto di cuore lo scorso ottobre, al Policlinico San Matteo, dall'equipe diretta dal professor Mario Viganò. Nell'ultimo mese però delle complicazioni lo avevano costretto a rientrare in ospedale.

LA CARRIERA - Nato a Genova il 18 dicembre 1937 Tosatti ha iniziato la sua carriera di giornalista sportivo a Tuttosport. In seguito ha lavorato per il Corriere dello Sport, Il Giornale, Fininvest e Rai. Ha anche ricoperto la direzione del Corriere dello Sport, e negli ultimi anni è stato editorialista del Corriere della Sera. L’ultima apparizione in Rai alla Domenica Sportiva risale alla stagione 2005-2006. Giorgio Tosatti era figlio di un altro giornalista, Renato, che morì nella tragedia di Superga, il disastro aereo che il 4 maggio 1949 costò la vita ai giocatori del Grande Torino.

LIBRI E RICONOSCIMENTI - Per la sua competenzaè stato nominato, unico tra i giornalisti, Direttore tecnico ad honorem dal Centro tecnico di Coverciano e dall'Associazione allenatori. Nel 1999, con Gian Paolo Ormezzano e Francesco Campanella, è stato autore del libro "Il grande Torino". Nel 2005 ha dato alle stampe "Tu chiamale, se vuoi, emozioni. Uomini e sfide in 40 anni di sport". È del dicembre 2006, infine, "Ritorno al colosseo".
MESSAGGIO DI NAPOLITANO - Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha inviato un messaggio di solidarietà alla famiglia di Giorgio Tosatti. «Partecipo con sentimenti di sincera commozione al cordoglio per la scomparsa di Giorgio Tosatti, giornalista acuto e commentatore sportivo equilibrato e autorevole. Il mondo dello sport perde con Tosatti un protagonista di grande qualità e moralità».
RIVERA: «HA DATO SEMPRE IL MEGLIO» - Messaggi di cordoglio sono arrivati da molte autorità politiche e sportive. «C'è tanta amarezza - ha detto Gianni Rivera - nell'apprendere che Giorgio Tosatti, un grande giornalista, ci ha lasciati. Un personaggio che ho conosciuto a fondo, apprezzato per la sua equilibrata "penna", sia quando ancora calcavo i campi di calcio, ma anche quando avevamo occasione di confrontarci in Tv. Ha sempre dato il meglio della sua professionalità.
«Ed ora vien da chiedersi come faremo senza di lui. Eravamo amici, ma anche di più - ha detto il presidente del Coni Gianni Petrucci -. Con lui lo sport italiano ha perso un grande amico oltre che un impareggiabile cantore».

ERA IL PALLONE D'ORO - «Per noi azzurri era il Pallone d'oro dei giornalisti»: con queste parole il Pallone d'oro dei calciatori e capitano della nazionale italiana campione del mondo, Fabio Cannavaro, ricorda Tosatti. «Il più bravo - aggiunge Cannavaro - e certamente il più autorevole. Sentire i suoi commenti era un piacere ed anche un dovere. Nella sua competenza trovavi sempre un'idea, un'osservazione giusta anche per noi che il calcio lo viviamo dal di dentro. Si vedeva che lui capiva perfettamente sul piano tecnico quanto succedeva, per questo non aveva bisogno di ricorrere spesso alla polemica»
01 marzo 2007


Addio a Tosatti, lo sport perde un grande maestro

Scomparso a 69 anni, editorialista del Corriere della Sera e Rai, ex direttore di un Corriere dello Sport-Stadio di grande successo.

Giorgio non era una persona facile. Era duro, immediato, sempre sicuro di sé. Quando avevo vent'anni e lui era il mio caporedattore ne avevo un terrore fisico. Avevamo un grande direttore al Corriere dello Sport, ma, Ghirelli mi scuserà, io ascoltavo solo Giorgio. Era suo il parere che contava, suoi gli ordini che mi portavano un po' più avanti. Non aveva mai dubbi, era di una sincerità imbarazzante per dei subalterni, si rigirava il mestiere fra le mani e lo restituiva semplice. Quando si sentiva rimbombare la sua voce per i corridoi, si sapeva che qualcuno stava per soffrire. Amava essere spettacolare nei rimproveri, gridava forte ma puniva piano. Intorno a lui eravamo tutti un piccolo branco di giovani lupi pronti a sbranarci per farci notare. Ci sembrava che non potesse esserci altro giornalismo che il suo, altro modo di scrivere che quella sua asciuttezza libera e dura, e forse era così. Diceva, un giornale deve avere un sentimento. Può essere la melassa che mettono gli altri, o la forza che mettiamo noi. Ma non lasciate mai un giornale senza sentimenti. È stata la cosa più importante che ho imparato.
A volte, quando eravamo soltanto amici, mi diceva che da lassù avrebbe letto con grande attenzione quello che avrei scritto il giorno della sua morte. «Conterò gli aggettivi e ti manderò al diavolo». Diceva che ne usavo sempre troppi, che chi sa scrivere non deve preoccuparsi di dimostrarlo a ogni riga. «Scrivi la prima frase sincera», diceva. Sì, ma cosa vuoi che dica? «Scrivi che sono stato un uomo libero».
È vero, Giorgio è stato un uomo libero e tempestoso, sempre avvinghiato alle proprie convinzioni, sempre disposto a rompere amicizie per difenderle. Era un vecchio socialista deluso dalla sinistra. Pretendeva molto da chi lo frequentava, non era facile stargli accanto. Era ingombrante, Giorgio, ma amarlo non era un problema. Era molto più quello che ti dava, quello che insegnava a ogni incontro. Sapeva essere scortese e tenero, un capo sempre, anche quando teneva i suoi figli in braccio. Era profondo e scomodo, era difficile tenere la sua rotta, la forza del suo vento. Ma sentivi che accanto a lui crescevi.

Ha sempre lavorato come un matto, per fame, diceva. Restò orfano quando aveva dodici anni. Un giorno andò a prendere suo padre al giornale e gli dissero che non c'era, era morto poche ore prima. «Avrei voluto fare il chimico», raccontava sorridendo con gli occhi dispersi fra il fumo del sigaro pregustando la sorpresa che regalava, «ma non c'erano soldi». Meno male. Perché Tosatti ha fatto molto più di quel che dicono adesso le agenzie. Non è vero che continua la tradizione del grande giornalismo italiano, da Roghi a Brera fino a lui. Ho portato la valigia di Gianni Brera per quindici anni, gli ultimi della sua vita, e non aveva niente in comune con Tosatti. Brera era sarcastico, amaro, rotondo, coltissimo, inimitabile, solo. Giorgio era un maestro spigoloso, Giorgio ha fondato una scuola, ha insegnato giornalismo con le parole e con i gesti. Amava costruire professionisti, migliorarli pezzo dopo pezzo, a volte umiliandoli, a volte con una tenerezza disperata.

Ha fatto per quasi vent'anni il grande opinionista televisivo. Questo gli ha dato una popolarità che gli piaceva. La gente lo fermava per strada e lo trattava come fosse un attore. Ricordo che nelle passeggiate nel centro di Roma teneva benignamente sempre la manina alzata perché la folla «ossequiosa» aumentava ad ogni passo. Teneva moltissimo al suo ruolo in televisione, ma io giurerei che fino all'ultimo il suo piacere è stato scrivere. Amava guidare lo sport dalle colonne dei suoi giornali, amava non la forza del potere, ma il piacere di averlo. Voleva sapere tutto, metteva bocca su tutto. Ma amava il sentimento della scrittura, lo studio della tecnica, dell'effetto. E forse, più di tutto, era un fantastico costruttore di giornali, un organizzatore, uno scopritore di notizie. Un grande direttore. I suoi pezzi, le sue idee, le sue battaglie, le sue vendite facevano andare noi giovani in giro per il mondo con l'arroganza di chi pensa di portare un messaggio. Ma era il suo messaggio.

Non ho pietà di Giorgio adesso, non vorrebbe mai. Non trovare una scusa per mettere un altro aggettivo, mi direbbe. Quando morì suo padre lui non pianse mai anche se era un bambino. Detestava le debolezze. Però, Giorgio, se chiudo dicendo che ti voglio bene e che stasera mi sento solo e un po' scemo riuscirai a non rimproverarmi almeno stavolta?

Mario Sconcerti
01 marzo 2007

Fonte: Corriere.it


Vorrei anch'io esprimere il mio cordoglio alla famiglia Tosatti per il gravissimo lutto che l'ha colpita e che ha privato il giornalismo italiano di un onesto e competente professionista, un fuoriclasse della carta stampata.

Il senso di questo post, oltre che per onorare la morte di Tosatti, è, come al solito polemico: oggi sono stato in alcuni forum (Juve, Milan ed Inter) per vedere come è stata appresa la notizia.

Ovviamente, e non avevo dubbi, nei forum dei tifosi bianconeri si possono ben vedere centinaia di messaggi di cordoglio, di gratitudine all'uomo nonchè al professionista; il quello del Milan la situazione è abbastanza simile (con qualche stupido a dar prova di ignoranza), ma quello che mi ha lasciato di stucco, e non avevo dubbi, è il forum dei tifosi merdazzurri (interfans.org).

Io voglio fare un'operazione di cronaca e di denucia, ricopiando ogni post denigratorio verso il grande Giorgio, al fine di far capire fin dove ammonta l'ignoranza di certi italiani (per fortuna solo di una piccola parte) e a che livello infimo possa arrivare la decadenza umana (interista in particolare).

Prima di iniziare vorrei dire alcune cose:

1) Ogni cosa che posterò è presa in toto da quel forum, senza citarne l'autore (non per rispetto o privacy, ma perchè mi farebbe schifo);

2) L'AUTORE DEL BLOG SI DISSOCIA DA OGNI COSA QUI SOTTO RIPORTATA E RITIENE SIA OFFENSIVO NON SOLO VERSO L'UOMO E LA SUA FAMIGLIA, MA ANCHE VERSO QUALSIVOGLIA PERSONA ABBIA UN MINIMO DI DIGNITA' E SENSO UMANO;

3) Ricordiamo, infine, che quando morì il Sig. Facchetti Giacinto, tutto l'universo juventino (ad eccezione di alcuni imbecilli in curva) ha avuto verso l'ex dirigente nerazzurro parole di ripetto e cordoglio, un sincero senso di dispiacere non ancora rinnegato. Come si dice in gergo: signori si nasce, animali si resta!

4) Prego a chiunque non se la senta di leggere certe cose o si sentisse in qualsiasi modo offeso dalle parole che qui seguiranno, di non leggere o eventualmente di spedire critiche al forum sopra citato.


Questi sono alcuni dei messaggi deliranti dei poveri interisti.


Grandissimo giornalista...un paio di palle!

In tutta sincerità non me ne può fregare di meno. Era un servo di juve e milan, altro che gran giornalista.

La sua scomparsa e' solo un bene per il giornalismo sportivo italiano.

E' sconveniente dire che il giornalismo ci guadagna se un servo del potere smette di sparlare? Uno stronzo colluso resta tale, da vivo e da morto..... La sua scomparsa non cambia l'opinione che ci siamo fatti di lui ai tempi delle intercettazioni (e in molti, anche prima).

Un morto stronzo è sempre un morto, uno stronzo morto è sempre uno stronzo!

E perchè dovrei rispettarlo?

Grande uomo di calcio un *****. non me ne frega niente di Tosatti!!

la verità è che da una posizione privilegiata il signor tosatti ha spalato merda per anni sull'inter, senza possibilità di replica.
e come uomo si è comportato in maniera disonesta, ci sono le prove delle sue mosse meschine ed eticamente discutibili.

Ma siccome c'è la tendenza a indultare la vita dei delinquenti, una volta morti, adesso si sprecano le lodi a questo farabutto.

Perchè non c'è niente di peggio di un giornalista che dice il falso e serve un padrone facendo i suoi interessi. Tosatti era tutto questo. Uno dei tanti che oggi proliferano in italia, un paese che in quanto a libertà di stampa sta nel mezzo del terzo mondo..... (commento mio: detto da un'interista... Con che coraggio!!!

Le persone care piangeranno, i nemici no e sinceramente spero sia cosi...rispetto la morte, di sicuro non tosatti.



E mi fermo qui... Alcuni ho preferito non scriverli in quanto ho riportato solo quelli molto gravi, ma di altre frasi offensive verso Tosatti ce n'era a bizzeffe in quel forum.

Voglio con una riflessione sul livello di civiltà che hanno raggiunto i tifosi di calcio. Leggete bene le frasi dei bastardi perdenti qui sopra e rispondete a questa semplice domanda:

COME SI PUO' PRETENDERE CHE CAMBI IL CALCIO QUANDO E' COMPOSTO DA QUESTA FECCIA UMANA?

Vorrei sperare che queste persone (persone?) rappresntino l'eccezione al pensiero degli italiani, ma ho paura di sbagliare. Come dissi in occasione della morte di Facchetti, in certe circostanze, davanti ad avvenimenti così gravi, non devono esistere rivalità (specialmente sportive). E attenzaione: questa non è ipocrisia! Io non mi ritengo ipocrita per aver tessuto le lodi di Giaconto alla sua morte, sebbene non sia stato tenero con lui in vita. Non sono ipocrita, ma non rinnego nemmeno quello che scrissi di lui: nemico sul campo, ma degno di rispetto, in particolar modo nel giorno della sua dipartita.

La civiltà è una qualità che non tutti hanno, purtroppo. In Italia si personano genitori che uccidono bambini, figli che ammazzano mamma e papa; pedofili e stupratori; ladri e delinquenti di vario genere (soprattutto quelli da Stadio). Ma non gli avversari calcistici, almeno in molti casi.

Forse qualcuno mi criticherà per queste parole, per questa piccola generalizzazione, ma io la vedo una cosa gravissima, il solito malcustume sportivo italiano, che conseguentemente non può che riflettersi sulla vita di tutti i giorni, crando i vergognosi scemi cui ogni giorno ci narrano i TG.

Vergogna ancora una volta a voi, alla vostra mentalità cruenta e primitiva. Possiate annegare nel fango da voi stesso creato e pagare severamente per il male che fate. Si il male, perchè non posso che pensare sia una bestia una persona che da dello stronzo ad un morto!

P.S.: Cari interisti che attaccate Tosatti a prescindere, non crediati che fosse juventino. Come tutti sanno tifava Torino, ma era un professionista ed elogiava e criticava chiunque a suo avviso ne fosse meritevole, senza condizionamenti. E, badate bene, l'essere amico di Moggi non porta alla dannazione e, soprattutto, non vale tutti gli insulti che gli avete rivolto.

Addio Giorgio. Da lassù aiuta far ritrovare credibilità al giornalismo italiano....


juve

juve/


NON UN EURO ALLA GAZZETTA!!!

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