Juve in B, Lazio e Fiorentina in A, MIlan addirittura in Champions. Come se non bastasse anche l'assegnazione del nostro scudetto all'Inter (incredibile...).
Io non voglio dire nulla, anticipai questa conclusione già molto tempo fa, adducendo ad una losca macchinazione per rovinarci e per farci risultare gli unici compevoli. Così è stato e quella vergogna dell'Inter è riuscita a vincere uno scudetto nei tribunali. Il prossimo anno hanno già contattato il tribunale europeo per rivincere, dopo 10 anni, la Coppa dei Campioni!
Io sono allibito e sdegnato, quindi lascio i commenti ad altri, molto più autorevoli di me...
IL LETARGO DEL DIRITTO
di Gianluca Veltri
Avevano parlato di una corruzione d’inaudita gravità e diffusione, di un cancro, di calcio malato, della madre di ogni scandalo. Cosa resta di questa piovra senza precedenti? La Juventus, Giraudo e Moggi, Moggi e Giraudo. I quali, scaltri, si passavano le mazzette tra di loro, senza bisogno di parlare al telefono, e così speravano di farla franca.
Gli arbitri: puliti (tranne De Santis, l’arbitro con il quale la Juventus ha la media punti più bassa). Gli altri dirigenti: qualche macchiolina ma niente che non si possa sbiancare. Ma Galliani non era anche Presidente di Lega? I dirigenti della Federazione e i vertici arbitrali: qualcosina, con la comica ammenda di 80.000 euro per Carraro (solletico).
Ma gli elementi di garanzia di un sistema così marcio non dovrebbero essere considerati con severità maggiore? Se è venuta meno la terzietà, non è colpa loro? Se così non è, in cosa consiste questa corruzione? Chi corrompeva chi? Quali illeciti sono stati commessi?
Le squadre: tutte in serie A tranne la Juventus. Ma visto che si è creato il teorema di un reato nuovo che non esisteva per il codice (per questo la fantasia vi è venuta, vero, signori giudici), non si poteva mantenere anche un buonsenso nelle punizioni da comminare, del tipo: bastoniamo economicamente le società, radiamo per sempre le persone colpevoli, repulisti (come la Juventus aveva già fatto) e si riprende, visto che non ci sono illeciti, partite truccate, arbitri comprati. No, perché qui si è partiti con un obiettivo ben in mente, e quello si è perseguito con meravigliosa tenacia.
Resta l’inaudito senso di impotenza e incredulità: in un paese di democrazia evoluta è ancora possibile una notte delle matite spezzate, un letargo del diritto, come in una giustizia da paese sudamericano, quando le istituzioni dalle quali ti senti protetto sono proprio quelle che ti tagliano la testa.
Adesso non ho prove, ma non ho più dubbi: si doveva far fuori la Juventus. Facendole male più possibile, provocandone lo smantellamento, cosa che non sarebbe stata possibile se fosse rimasta in A. Non ha nessuna ratio giuridica la sottrazione dell’ultimo scudetto: è un furto legalizzato. Non avrò mai più fiducia nel diritto e nella magistratura: finora non mi ero mai pronunciato su una sentenza, per me è caduta un’impalcatura fondamentale della mia educazione civica e delle mie convinzioni politiche, civili e sociali. Mi sto addirittura avvicinando a convincimenti che erano sempre stato ben lungi da me, e anche per questo devo ringraziare Rossi, Ruperto, Borrelli, Palazzi e compagnia bella.
Abbiamo voluto usare un basso profilo sabaudo, ma ci eravamo dimenticati che siamo in Italia: che si ottiene giustizia gridando come al mercato; che le sentenze si fanno in piazza e al bar; che più ti lamenti più ottieni. Gli esempi vi mancano? Pensavamo che avrebbe pagato la serietà, il rispetto, la pulizia.
Ma quando? Ma dove viviamo, dirigenza e popolo della Juventus? QUI SIAMO IN I-TA-LIA. Dovevamo minacciare di denunciare subito la magistratura per aver fatto crollare il titolo in borsa (“Siamo una società quotata, noi!”); dovevamo menare mazzate per la diffusione delle intercettazioni, giocare all’attacco forsennatamente, negare-negare-negare sempre. Ma quando mai ha pagato l’onestà intellettuale? E invece noi zitti, l’undestatement, lo stile, il buon esempio. E questi sono i risultati.
Mi si dirà che se siamo diversi dal Milan di Berluscono & Galliani (loro ben in sella sempre e per sempre), è anche per questo; altrimenti tiferemmo per il Milan. Mentre sarebbe plausibile lasciar perdere tutto perché tutto è troppo marcio – non il calcio di Moggi, ma questo golpe rivestito di moralizzazione – l’amore, la passione e la rabbia si impongono sul resto. Questi colori sono troppo amati, e adesso mi accorgo di amarli ancora di più.
Juve, ti seguiremo ovunque, ti sosterremo ancora di più perché più ne hai bisogno, adesso. Per quanto voi ci crediate morti e sepolti, ritorneremo. Più forti e più cattivi.
HA VINTO ZACCONE ... PURTROPPO PER NOI!
di Antonio La Rosa
Vi sembrerà strano ma è la verità, la difesa della Juve era finalizzata ad una serie B con penalizzazioni, e così è stato.
Ma evidentemente la proprietà e la dirigenza non si aspettava che a fronte di una sentenza del genere, le altre venissero punite lasciandole tutte in A, e addirittura il Milan "punito" con i preliminari di CL, anzichè la qualificazione diretta, come conseguita sul campo. E probabilmente stanotte non avranno dormito tranquilli, nell’avere scoperto come si sono fatti fottere in modo davvero puerile; ma evidentemente l’avversione verso la vecchia dirigenza, il desiderio di cacciarli definitivamente fuori e magari pensare ad azioni di risarcimento danni verso di essi, sono state tutte componenti più forti e condizionanti, rispetto al sacrosanto dovere di difendere un patrimonio di famiglia e del calcio intero, che ha una storia ultrasecolare.
Per capire l’assurdità di questa sentenza, basta solo pensare al fatto che le vicende sono accadute nella stagione 2004 - 05, e che a fronte di cinque gare sospette per la Fiorentina, di quattro per la Lazio, e di due per il Milan, la Juve era sotto indagine per due sole gare, e per la famosa telefonata sulle griglie arbitrali con Bergamo, mentre Meani discuteva, ad esempio con assistenti di linea che dovevano tenere la bandierina alzata o abbassata, a seconda dei bisogni rossoneri, e mentre lo stesso Meani relazionava il suo datore di lavoro, Galliani, che, incidentalmente, era anche il presidente di Lega Professionisti.
Bene: il Milan ha avuto 30 punti di penalizzazione applicati nel campionato 2005 - 06, scendendo quindi a 58 punti, e dunque al quarto posto assoluto, preliminari di CL assicurati in danno al Palermo (in fondo sta bene a Zamparini, sempre pronto a parlare a vanvera), e soli 8 punti di penalizzazione per la prossima stagione, ossia meno di quelli che c’erano di distacco a fine campionato tra i rossoneri e l’Inter.
Quindi totale punti tolti in due stagioni: 38.
La Juventus si vede invece revocato lo scudetto 2004 - 05 (e ci poteva stare in caso di condanna), ma a parte questa sanzione, si vede retrocessa all’ultimo posto nella stagione 2005 - 06, con l’obbligo di ripartire nel prossimo campionato con 17 punti di penalizzazione. Sommate 86 punti (stagione2004 - 05), con 91 (2005 - 06) con 17, troverete che la Juventus ha pagato per tre stagioni con una
penalizzazione complessiva di 194 punti! Ossia sei volte la penalizzazione del Milan, con l’aggiunta di due titoli cancellati.
Non commento le condanne di Lazio e Fiorentina, che erano state coinvolte gioco forza, dato che
il vero obiettivo, fin dall’inizio, era quello di colpire solo la Juventus, ma si badi, LA JUVENTUS, non i suoi vecchi dirigenti, ormai fuori causa.Era fin troppo chiaro il gioco sporco praticato con questa vicenda, un intreccio politica - affari (o malaffare), nel quale i killer avevano come unico scopo quello di eliminare un elemento scomodo quale la Juventus, scomodo sia per la ripartizione dei diritti televisivi, sia per la forza societaria e tecnica sul campo.
Questo la proprietà non l’ha capito, o peggio, ha fatto finta di non capirlo, e mi auguro che sia vera la prima, perchè se davvero Montezemolo e gli Elkann, per il solo scopo di far fuori Giraudo e Moggi, avessero accettato di far immolare la Juventus in questo sporco gioco al massacro, sarebbero davvero imperdonabili e meritevoli di ogni biasimo, specie ricordandosi quanto amore avevano avuto in vita il loro bisnonno Edoardo Agnelli, sia il loro nonno Gianni Agnelli, persona che in fondo è stata anche quella che ha lanciato Montezemolo ad altissimi livelli.
Sinceramente, mi auguro che così non sia stato, mi auguro che si tratti solo di un cattivo pensiero in un momento di grande sconforto, per una sentenza decisamente vergognosa, molto più di quella di primo grado. Ma è una sentenza che la società si è quasi cercata, con un atteggiamento inspiegabilmente rinunciatario, reticente, quasi ai limiti della complicità con i carnefici.
Sta qui la mia rabbia, in una cosa che da anni scrivo quando commento le gare della mia Juventus: non importa che si perda e con che scarto si perda, ma conta il modo COME si perda. Per capirci, ci siamo fatti eliminare come contro l’Arsenal a Torino, nei quarti di CL, senza un tiro in porta degno di nota, quando la squadra avrebbe avuto il dovere di sputare sangue e di tentare il tutto per tutto. Dovere che aveva anche in questo processo, e che non mi pare abbia assolto, nel rispetto della tradizione, dei colori sociali e soprattutto di noi tifosi.
Io non entro nel merito dei fatti, anche se potrei dire che in qualsiasi aula giudiziaria seria, fatti come quelli per cui la Juventus è stata processata, non avrebbero neppure la dignità di essere presi in considerazione, figuriamoci se addirittura degni di divenire elementi di accusa e ragioni di condanna.
Dico di più, normalmente MAI entro nel merito delle strategie difensive di altri avvocati, sia per una ragione squisitamente deontologica (essendo avvocato ho rispetto sempre del lavoro di altri colleghi), sia pure perchè è sempre il difensore a conoscere gli atti e valutare dunque le armi da usare: certo, discutendosi accademicamente, e precisando che non conosco totalmente gli atti, e che da quanto mi consta, Zaccone è sicuramente un principe del foro, al cui cospetto chi vi scrive può solo portare indegnamente la borsa, qui potrei sostenere che poteva essere più efficace attaccare subito sul piano della legittimità il collegio di primo grado, dato che competente a conoscere degli illeciti sportivi è la Commissione Disciplinare, assurdamente esautorata da Caligola Rossi (per chi non lo sapesse, CAF è la sigla di Commissione di Appello Federale, dunque giudice di appello), attaccare subito per la evidente violazione dei diritti di difesa (tre giorni per esaminare settemila pagine, compresa una domenica nel mezzo), formalizzare comunque mezzi di difesa, qualunque essi fossero, insomma preparare il terreno ad una impugnativa anche davanti al TAR assumendosi la lesione di principi fondamentali, nel procedimento che aveva portato alla sanzione sportiva.
Ma, vedete, sono questi discorsi diciamo soggettivi, non è detto che avrebbero prodotto esiti diversi: certamente avrebbero prodotto agli occhi di noi tifosi la consapevolezza che era stato fatto tutto il possibile, mentre oggi siamo tutti assaliti dal dubbio più o meno fondato, che non tutto si sia fatto per salvare soprattutto l’immagine della Juventus.
Tuttavia, la proprietà aveva una formidabile arma difensiva da utilizzare in aula e fuori dall’aula, che invece è passata quasi sotto silenzio. Ossia, l’esautorazione , prima che si aprisse il processo, e soprattutto, prima ancora che esplodesse la vicenda in tutte le sue proporzioni (scarsissime ma abilmente ingigantite dai media), della vecchia dirigenza, e il rinnovamento integrale dei vertici societari.
Questa scelta poteva e doveva avere una risonanza fortissima nei media, e soprattutto poteva e doveva essere il migliore elemento di difesa della Juventus. Bastava solo illustrare questo tipo di ragionamento:"Eccellentissimi Giudici della Corte, eccellentissimi giornalisti televisivi e della carta stampata, noi non vogliamo entrare nel merito di comportamenti posti in essere dai signori Giraudo e Moggi, non spetta a noi qualificarli, ci saranno giudici sportivi e ordinari che ci diranno come vanno qualificati quei comportamenti. Ma noi abbiamo voluto dare un segnale forte a 360 gradi, verso tutti coloro che parlano di calcio pulito e di riscriversi le regole del calcio: un calcio pulito e regole nuove e valide per tutti, possono partire soltanto se si rinnovano i protagonisti degli scenari passati, se quelli che ieri erano partecipi del gioco, e nulla dicevano di quel gioco che oggi si assume essere stato sporco e truccato, domani non dovranno più essere presenti in quel mondo del calcio, perchè non hanno titolo per poterci stare, prima che lo infettino. Noi, prima ancora che dei giudici ci dicano se Giraudo e Moggi fossero colpevoli di falli illeciti, abbiamo dato il nostro giudizio, e ci siamo assunti l’onere di azzerare una dirigenza che, nel bene o nel male, aveva dato molto alla Juventus, e lo abbiamo fatto proprio perchè crediamo fortemente alle esigenza di rinnovare, di ripulire, di dare credibilità al calcio, e per far questo siamo partiti dal nostro interno. Altri invece sono rimasti al loro posto, vogliono fortemente rimanere al loro posto, sono stati protagonisti di vicende non meno gravi eppure passate sotto silenzio negli anni scorsi, dando invece impressione di volere continuare nei metodi del passato, di volere mantenere le loro posizioni acquisite negli anni scorsi, insomma di volere un rinnovamento ed una pulizia fittizia, che sa solo di epurazione di chi è scomodo, e non di pulizia effettiva. Volete condannare la nuova Juventus? Fatelo pure. Ma avrete condannato il segnale che si voleva mandare al mondo del calcio. Avrete condannato chi ha voluto fare pulizia al proprio interno, modo essenziale per presentarsi domani a riscrivere regole di un nuovo calcio che si assuma diverso e pulito rispetto a quello passato. E soprattutto avrete premiato chi invece di quel calcio che si assume essere sporco, ne ha fatto parte coscientemente, ci ha vissuto e bene, senza mai avere detto che fosse sporco, e che domani continuerà a comportarsi come nel passato, consapevole che solo chi ha voluto fare pulizia al proprio interno ha pagato per tutti.
"Ecco, bastava fare questo ragionamento in modo pubblico ed anche assordante: non venitemi a dire che il gruppo IFIL, il presidente di Confindustria, la famiglia Agnelli - Elkann, non avevano le possibilità di far rimbombare questo tipo di ragionamento ovunque, nelle televisioni, nei giornali, nelle aule della giustizia sportiva.
Sarebbe stato il ragionamento che avrebbe messo a nudo l’ipocrisia della Gazzetta del Milan e di personaggi mediocri come Palombo, che scrive per l’equivalente moderno dei trenta denari di duemila anni fà: un giornale sportivo che di fatto ha usato due pesi e due misure per tutti questi mesi, giustizialista e forcaiolo verso la Juventus, indulgente e complice verso il Milan, e di questo spero la tifoseria juventina se ne ricordi e soprattutto se lo ricordi al momento opportuno. Mentre questo ragionamento non è stato affatto compiuto e spiegato, anzi spesso è sembrato percepirsi quasi il desiderio autolesionista e masochistico di far continuare il linciaggio mediatico, visto che negli stessi interventi pubblici dei vari Cobolli Gigli, Grande Stevens, Tardelli, più che il bisogno di difendere la Juventus in quanto tale, sembrava emergere il bisogno di non difendere troppo la vecchia Triade.
Ed ora ci ritroviamo, unica società, a pagare per tutti. La sentenza d’appello smonta definitivamente sia la tesi di Borrelli, sia le conclusioni di Palazzi, ma di fatto ripristina la tesi della Gazzetta del Milan, ossia che esisteva solo il sistema Moggi, e tutti gli altri erano vittime.
Quindi erano vittime del sistema personaggi che come sapete contano pochissimo in Italia, da Berlusconi a Galliani, a Moratti, a Tronchetti Provera, a Geronzi, alla classe politica intera nazionale, visto che un ex capostazione di fatto comandava su tutti costoro, e senza che costoro avessero la forza o la capacità di denunciarne le malefatte.
Ecco la barzelletta che abbiamo ascoltato dalla bocca di Sandulli! A questo punto mi chiedo se ne valga la pena ricorrere al TAR. Anzi, forse sarebbe più dignitoso per la proprietà e la dirigenza, se si accettasse la sconfitta e si pensasse solo a ripartire e bene, facendo tesoro del primo grave peccato commesso al loro inizio, ossia aver pensato che un atteggiamento ossequioso, quasi servile, e di silenzio, potesse essere utile, mentre ha avuto l’effetto contrario.
Adesso, dopo una difesa blanda e quasi spuntata, ricorrere al TAR e magari avere ragione, non farebbe che attirare maggiore odio verso la Juventus; viceversa una sentenza che, nel modo come emessa in appello, viene vista da tutti come un regalo al Milan, una amninstia indiretta a Lazio e Fiorentina, ed una punizione alla sola Juve, di fatto dimostra che era tutto prestabilito a danno dei bianconeri, e per agevolare i nuovi equilibri di potere nel calcio, fondati sull’asse Milano - Roma., con la benedizione di politici e gruppi economici.
Solo che la Juventus ha un tesoro immenso che nessuna altra società ha: quattordici milioni di tifosi appassionati, che sono il grande capitale su cui investire per l’avvenire.
Insomma cari Elkann e compagnia bella, avete preso la fregatura, pensavate di evitarla, ma vi ci siete cacciati dentro come polli: quindi ormai tenetevela e pensate a lavorare per la squadra e per i tifosi, preparando il momento in cui ci sarà da prendersi la rivincita. Perchè il bello della vita, come nel calcio, è che ogni partita ha il suo ritorno, la prima l’abbiamo giocata fuori casa e l’abbiamo perduta di brutto, con pubblico inferocito contro di noi, arbitro tutto a loro favore, e falli e fallacci subiti a ripetizione. Ma verranno a giocare a casa nostra, prima o poi questi signori, e allora si che ci si dovrà ricordare di come ci hanno trattato.
Non so perchè, ma ieri sera mi è venuto incosciamente, nel prendere un cd musicale da ascoltare mentre scrivevo questo amaro pezzo, di prendere un cd che è la riedizione di un famoso LP uscito nel 1973, dei Genesis, "Selling England by the pound", che tradotto dovrebbe significare "vendendo l’Inghilterra a peso".
Ecco: pensate quindi, cari Elkann e compagnia, a ripartire da quei tifosi, a non deluderli e dunque a non svendere la Juventus a peso, non lasciateci quindi soli a "danzare con il cavaliere illuminato dalla luna" (per chi conosce la canzone e le parole, sa di cosa parlo). Avete già svenduto la Juventus a Capello, il traditore, e a Baldini, colui che per ipocrisia fece il gran rifiuto: costoro mai avrebbero dovuto essere più interlocutori della nostra società, ed invece hanno quasi fatto da padroni con noi a fungere da servi.
Adesso sappiamo di nostri dirigenti che vanno a Milano a trattare con Moratti a casa sua per la cessione di Vieira, o di uno tra Trezeguet ed Ibrahimovic: insomma quello che ci accusava di ladrocinio vuole comprare i giocatori di quel ladrocinio.
Guai a voi, se cedete qualcuno di questi all’Inter, o altri al Milan: per noi sarebbe una coltellata ancora più difficile da assorbire, rispetto alla sentenza della Corte Federale. Sarebbe il chiaro segnale di una dirigenza imbelle e sputtanata, e noi tifosi juventini non la meritiamo. Ma soprattutto non la vogliamo...... E scusatemi se stavolta sono stato troppo ma troppo prolisso, avevo bisogno di sfogarmi.
E-mail:
antonio.larosa@libero.itUNA SENTENZA QUASI PERFETTA
di Christian Rocca
Né vergogna né colpo di spugna. Quella del professore biancoceleste Piero Sandulli è una sentenza quasi perfetta, soltanto eccessiva nelle sanzioni comminate al Milan, alla Lazio, alla Fiorentina e, soprattutto, alla Juventus (con la coda ridicola dello scudetto dello scorso anno – quello non oggetto di alcuna indagine e con Bergamo e Pairetto già in pensione – che l’ex consigliere d’amministrazione dell’Inter Guido Rossi ieri ha assegnato proprio all’Inter, classificatasi al terzo posto a una distanza da Juve e Milan calcolabile soltanto da un supercomputer della Nasa. Ora manca soltanto che Rossi nomini senatore Recoba e che Massimo Moratti paghi il premio scudetto ai suoi, poi per questa estate dovremmo aver finito).
Ci sarà comunque occasione, tra Tar e nuova recentissima giurisprudenza europea sulla concorrenza, per mettere a posto le cose della sentenza che non vanno e quindi non falsare la prossima serie A. Nel frattempo i nuovi padroni – si spera temporanei – del calcio italiano hanno combinato un bel pasticcio riabilitando il Milan, come meritava, per la Champions League: la Uefa ha fatto sapere che potrebbe non accettare la squadra del Cav. per motivi etici, visto che la giustizia sportiva ha comunque condannato il Milan a una penalizzazione. Ma, in caso di esclusione Uefa, in Champions non subentrerebbe nessuna squadra italiana, con il risultato di avere una formazione in meno rispetto alle quattro che ci spettano.
Un bel risultato per questa brillante gestione, che già aveva pensato di cacciare Marcello Lippi dalla Nazionale. Ma dopo la sentenza Sandulli, ciò che conta è che l’intera impalcatura giuridico-mediatico-baristica di Calciopoli o di Moggiopoli, insomma del campionato più truccato del mondo, è crollata in modo definitivo, dopo essere stata già ridicolizzata allo stadio Olimpico di Berlino una sera d’inizio luglio.
Sentite come ha commentato il presidente della Corte federale la sua stessa sentenza: “Abbiamo debellato un sistema, anche se fatto solo di contatti atipici e anche goliardici, quasi da caserma, che sarebbe stato opportuno non ci fossero”.
Avete letto bene: contatti atipici, goliardici, quasi da caserma. Ma, allora, dov’è finito il più grande scandalo sportivo di tutti i tempi, che ex post fa vibrare d’indignazione un militante civile come Candido Cannavò?
Semplicemente non c’era, era una bufala inadatta perfino a una puntata del Processo del lunedì.
Ci avevano spiegato che “era tutto vero”, che quelle intercettazioni dimostravano i peggiori sospetti dell’Italia pallonara, questo paese fondato su 58 milioni di commissari tecnici e su 45 milioni di antijuventini. Ebbene, questa teoria della cospirazione moggiana elaborata nei centri studi della Gazzetta dello Sport e messa in atto da menti raffinate come Guido Rossi, Francesco Saverio Borrelli ed Elio Corno non ha retto la prova dello stesso processo, chiamiamolo così, organizzato per operare più da plotone d’esecuzione che da amministratore di giustizia.
La sentenza di martedì, ma anche quella della Caf, dice infatti che era tutto falso, che non c’era nessuna cupola, che non c’era nessuna associazione a delinquere, che non c’era nessuna corruzione, che non c’erano partite taroccate, che non c’erano arbitri coinvolti, che la Federcalcio non aveva fatto nulla di male, che i sorteggi arbitrali erano regolari, che non c’erano ammonizioni preventive, che le tre squadre rimaste in serie A non hanno commesso illeciti sportivi e che quello contestato alla Juventus era talmente inesistente che se lo sono dovuti inventare nuovo di zecca, mutando geneticamente tre comportamenti “di per sé” non configuranti l’illecito, appunto, in un illecito. E siccome non stava in piedi nemmeno questo 3 x1 dei poveri, è arrivata una formidabile interpretazione del codice sportivo soltanto “concettualmente ammissibile”.
La Juve del diabolico Luciano Moggi – incupolato con il solo Giraudo e senza l’ausilio di arbitri e federazione – avrebbe ottenuto “vantaggi in classifica” diversi dagli unici conosciuti in natura, cioè quelli ottenibili attraverso tentativi di alterare lo svolgimento di partite.
Il fallimento di Rossi, Borrelli (e di Cobolli G.). Oltre questa sentenza non poteva andare. La condanna era stata già comminata in piazza da una cinquantina di anni. Ci fosse un terzo grado di giudizio – quello che Rossi ha opportunamente provveduto a saltare – finirebbe con la Juve in A più qualche punto di vantaggio a mo’ di risarcimento.
Dicono che Rossi, deluso, se ne andrà sbattendo la porta. Borrelli idem. Sarebbe il caso di raccogliere firme per la riabilitazione di Franco Carraro, destituito dalla presidenza della Federcalcio che ha vinto la Coppa del mondo.
E’ rimasto soltanto Paolo Liguori a gridare “l’è tutto vero, l’è tutto vero”, neanche fosse Chicchi Pacini Battaglia o l’ultimo giapponese della barzelletta.
Il Tar potrebbe ordinare di rifare il processo e, quindi, di sospendere le sentenze, con possibili richieste di risarcimento che potrebbero mandare la Federcalcio in bancarotta. C’è anche la nuova opportunità offerta da una sentenza della Corte di giustizia europea che il 18 luglio ha imposto alle federazioni sportive di sanzionare gli illeciti in modo proporzionato agli obiettivi sportivi e di non intaccare i patrimoni delle società, viceversa i tribunali ordinari dovranno invalidarle perché in violazione delle norme sulla concorrenza.
Oppure potrebbe restare tutto com’è, con la Juventus a fare da capro espiatorio. In questo caso, però, i bianconeri non giocheranno in B a causa di Moggi e Giraudo, ma della comica operazione simpatia lanciata dal nuovo presidente Cobolli Gigli e da tutti i vecchi e nuovi dirigenti dotati di doppio cognome.
Christian Rocca
Sicuramente sono di parte, forse non sono obiettivo, ma è da quando ho iniziato questo blog (maggio) che sostengo che è tutta una messa in scena per rovinare la Juve.
Personaggi piazzati nei posti strategici (Commissario straordinario della federazione, presidenti di testate giornalistiche e giornalisti stessi) che hanno quotidianamente pugnalato l'onore e la credibilità della Juventus, rendendo vero ciò che è in realtà falso.
Un giorno la verità verrà fuori, quel giorno mi ripagherà di tutte le sofferenze patite in questi mesi.
Interisti, spero siate contenti di questo scudetto. Esiste però il rovescio della medaglia: io vado in B per espiare le mie colpe (che, tra l'altro non ho), ma voi avete fatto i maiali per anni e anni e ora ci avete derubato di uno scudetto. E io ve lo rinfaccierò in eterno! IN ETERNO!!!
Infine, chiudo con la formazione dell'Inter campione d'Italia 2005-2006: tutti in piedi davanti a coloro che hanno sconfitto la Juventus!
Portiere : Brindellone Facchetti ("Buongiorno, dottor Moratti! Come sta, dottore? Le chiamo subito l’ascensore")
Difesa : Oriali (centrale - detto "il patteggiatore")
Branca (libero - "È chiaro che la Juve rubava! Come avrebbe potuto vincere qualcosa onestamente schierando giocatori che l’Inter - dico L’INTER - cerca disperatamente di comprare?")
Tronchetti Provera (terzino sinistro - "Intercettazioni sull’Inter? Quali intercettazioni?")
Moratti (terzino destro - "Se ci avessero dato tre rigori, avremmo potuto vincere")
Centrocampo : Guido Rossi (regista, detto "Decido tutto io" - "Io non c’entro con questo scandalo, infatti tifo per l’Inter")
Melandri (mediana - "Da come parla, sembrerebbe quasi che i Mondiali li abbiamo vinti grazie al Dottor Rossi; è vero, ha dato un contributo anche lui, facendo incazzare i giocatori della Juve a dovere, però il merito maggiore è mio, che ho bloccato ogni ipotesi di clemenza; dico clemenza perché naturalmente la colpevolezza della Juve è già provata, anzi non c’è neanche bisogno di provarla, è un dato di fatto, non la si può neanche mettere in discussione")
Borrelli (mezzala sinistra - "I tifosi non devono preoccuparsi - a parte quelli della Juve ovviamente; ma quelli non sono tifosi, ma criminali")
Ruperto (mezzala destra - "Non penserete mica che un vec**** rim****... ehm, un ex presidente della Corte Costituzionale possa non essere corretto, imparziale, trasparente?")
Attacco : Palazzi (centravanti - detto "Torquemada": "Basta con questi processi-farsa in cui la Difesa ha diritto di difendersi, presentare testimoni, e magari anche prove a discarico; in cui l’accusa presenta i teorem... ehm... i fatti, e questi possono addirittura essere messi in discussione o perfino in dubbio da astute linee difensive; a pensarci bene, non si capisce perché chi sostiene l’accusa debba essere una persona diversa dai membri del collegio giudicante")
Palombo (ala sinistra - "Se la Juve venisse radiata, la società dichiarata fallita ed i giocatori venduti in un’asta giudiziaria, non sarebbe ancora una punizione adeguata; bisognerebbe anche poter esporre i tifosi alla pubblica gogna in tutte le città italiane, fare l’iniezione letale alla Triade, ed assegnare all’Inter tutti gli scudetti vinti dalla Juve in più di cento anni di furti")
Allenatore: Arsenio "Lamento" Mancini (quello che i campionati sono regolari solo se li vince lui...)
A questa formazione vanno i più sinceri e cordiali auguri per il grande risultato sportivo eseguito. L’aspettiamo l’anno prossimo all’attacco della Champions League (ovviamente, quella di quest’anno) nei più importanti tribunali sportivi d’Europa.