Pillole nel caffè. Che Herrera dava ai giocatori. Molti dei quali sono morti. Un ex racconta il doping della Grande Inter. E chiama in aula tutti i campioni di allora colloquio con Ferruccio Mazzola Sono campioni che hanno fatto la storia del calcio italiano quelli che passeranno, uno dopo l'altro, in un'aula del tribunale di Roma a parlare di doping. Come Giacinto Facchetti, splendido terzino sinistro e oggi presidente dell'Inter; o come Sandro Mazzola, Mariolino Corso, Luis Suarez. E ancora: Tarcisio Burnich, Gianfranco Bedin, Angelo Domenghini, Aristide Guarneri. Tutti chiamati a testimoniare da un loro compagno di squadra di allora, Ferruccio Mazzola, fratello minore di Sandro, che vuole sentire dalla loro voce - e sotto giuramento - la verità su quella Grande Inter che negli anni '60 vinse in Italia e nel mondo. «Non l'ho cercato io, questo processo: mi ci hanno tirato dentro. Ma adesso deve venire fuori tutto», dice Ferruccio.
A che cosa si riferisce, Mazzola?
«Sono stato in quell'Inter anch'io, anche se ho giocato poco come titolare. Ho vissuto in prima persona le pratiche a cui erano sottoposti i calciatori. Ho visto l'allenatore, Helenio Herrera, che dava le pasticche da mettere sotto la lingua. Le sperimentava sulle riserve (io ero spesso tra quelle) e poi le dava anche ai titolari. Qualcuno le prendeva, qualcuno le sputava di nascosto. Fu mio fratello Sandro a dirmi: se non vuoi mandarla giù, vai in bagno e buttala via. Così facevano in molti. Poi però un giorno Herrera si accorse che le sputavamo, allora si mise a scioglierle nel caffè. Da quel giorno "il caffè" di Herrera divenne una prassi all'Inter».
Cosa c'era in quelle pasticche?
«Con certezza non lo so, ma credo fossero anfetamine. Una volta dopo quel caffè, era un Como-Inter del 1967, sono stato tre giorni e tre notti in uno stato di allucinazione totale, come un epilettico. Oggi tutti negano, incredibilmente. Perfino Sandro...».
Suo fratello?
«Sì. Sandro e io, da quando ho deciso di tirare fuori questa storia, non ci parliamo più. Lui dice che i panni sporchi si lavano in famiglia. Io invece credo che sia giusto dirle queste cose, anche per i miei compagni di allora che si sono ammalati e magari ci hanno lasciato la pelle. Tanti, troppi...».
A chi si riferisce?
«Il primo è stato Armando Picchi, il capitano di quella squadra, morto a 36 anni di tumore alla colonna vertebrale. Poi è stato il turno di Marcello Giusti, che giocava nelle riserve, ucciso da un cancro al cervello alla fine degli anni '90. Carlo Tagnin, uno che le pasticche non le rifiutava mai perché non era un fuoriclasse e voleva allungarsi la carriera correndo come un ragazzino, è morto di osteosarcoma nel 2000. Mauro Bicicli se n'è andato nel 2001 per un tumore al fegato. Ferdinando Miniussi, il portiere di riserva, è morto nel 2002 per una cirrosi epatica evoluta da epatite C. Enea Masiero, all'Inter tra il '55 e il '64, sta facendo la chemioterapia. Pino Longoni, che è passato per le giovanili dell'Inter prima di andare alla Fiorentina, ha una vasculopatia ed è su una sedia a rotelle, senza speranze di guarigione...».
Fonte: Espresso
A sto punto credo sia giusto unire alla punizione per Calciopoli anche qualche pena per il doping, ma ovviamente solo alla Juve. Sia mai che possa passare per il cervelletto di qualche giudice dare importanta ad una CONFESSIONE (che non è un indizio ne una prova...) come questa, o come quella di Jose Mari sulle sostanze che gli davano al Milan... Ah, giusto, questa notizia in Italia non è stata pubblicata, chissà come mai.... L'importante è spendere 7 anni di soldi per un nulla di fatto, e mi sembra giusto arrivare fino in Cassazione... Si, dai, bravissimi... Un applauso!!!
"Te lo spiego io: il fatto è che non si può indagare su delle confesioni o su delle intercettazioni telefoniche che ledono la privacy. Ci vogliono prove, come quelle che hanno incastato la Juventus"
Capisco, ma le prove ci sono: le onessioni dette prime, quelle di Ferruccio Mazzola. Poi, non sono morti 5 o 6 ex calciatori della Fiorentina degli anni 50, tutti della stessa malattia o quasi?
"Si Mirko, ma devi capire che quei poveretti sono morti per caso. Guarda quello che conta è il colore della maglia: se è bianconera di Torino è doping certo, se è di un altro colore è un caso, oppure una cogettura di Moggi. Quindi smettila di tirare fuori queste notizie inutili e che a nessuno interssano!!!"!
Va bene, ho capito, ma quella confessione di quel calciatore (non mi ricordo il nome) che ha giocato nel Milan e nel Bologna, che ha detto di essere diventato cieco a causa delle suddette società che l'hanno dopato come un cavallo, che fine ha fatto? E' agli atti? Appure agli attici?
"Oh, ma allora sei tonto? Lo vuoi capire che quel giocatore non ha giocato nella Juve? Quindi probabilmente ha parlato così solo perchè Giraudo l'ha pagato profumantamente, il fatto che è cieco non può essere attributo a delle sostanze prese in società serie e pulite come quelle che hai nominato. Ma pensa te chesupposizioni che devo sentire!!!"
Bella l'ignoranza della gente, il vedo-non vedo, anzi il vedo solo se mi interessa....
AVANTI TUTTA ITALIANI!!!! SEMPRE I NUMERI 1!!!!
2 commenti:
quel calciatore cieco (petrini), cercò di acquistare l'alessandria calcio con degli assegni falsi....
dunque
Dunque...cosa?
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