martedì, aprile 06, 2010
UN PO' DI LETTURE VARIE
Moratti: E' andata abbastanza bene fino adesso, non c'è stata polemica o casini...
Bergamo: Per fortuna sì, ma si può e si deve fare meglio...
Moratti: Senta, io ci tenevo ad incontrarLa...
Bergamo: Anch'io, perché ci tenevo per farLe una confidenza...
Moratti: Quando Lei aveva un minuto quando passa da Milano...
Bergamo: Lei verrà a Livorno a vedere la gara o la vedrà come?
Moratti: Non lo so, io evito sempre di venire fuori casa...
Bergamo: La settimana successiva...
Moratti: Io sono qua, io sono da quelle parti a Forte eh... sentiamoci un giorno prima del Livorno, se lei ci ha tempo, o due giorni prima...
Bergamo: Ci mancherebbe... io sono a Coverciano che riuniamo gli arbitri...
Moratti: Se vengo su, Lei mi dice ci troviamo qui o...
MORATTI-BERGAMO: Prima di BOLOGNA-INTER di Coppa Italia, gennaio 2005
Bergamo: Mi sono sentito con Facchetti, Presidente, per confermare questo clima di cordialità che naturalmente è una cosa che sappiamo io e Lei, però il gruppo ha molto apprezzato il lavoro che noi abbiamo fatto nei confronti di Gabriele e Palanca e quindi ho pensato di farli rientrare in Coppa Italia, uno viene a fare l’Inter e uno fa il Milan.
Moratti: Va bene...
Bergamo: Volevamo dargli un'immagine buona...
Moratti: Sì, sì...
Bergamo: Mi ha detto Facchetti sì sì sono d’accordo...
Moratti: Va bene, mercoledì lo andrò a trovare prima della partita...
Bergamo: Questo gli farà piacere...
Moratti: Vado a salutarlo...
Bergamo: Visto che lì non c’è sorteggio, ma c’è designazione, a voi ho mandato Gabriele, l’ho fatto accompagnare bene da due assistenti molto bravi.
Moratti: No, no, Gabriele è sempre stato un buon arbitro, molto regolare, non ho mai avuto contestazioni...
Bergamo: Un saluto, vedrà, lo riempirà di gioia.
Moratti: La ringrazio, mercoledì sono giù se ce n'è bisogno, lo vado a trovare prima della partita...
9 gennaio 2005 ore 12:53 poco prima di Inter-Sampdoria 3-2
Facchetti: Pronto Paolo, sono Facchetti.
Bergamo: Buongiorno Giacinto.
Facchetti: Sto andando allo stadio l'ho detto con i miei di avere con Bertini un certo tatto, una certa disponibilità. L'ho detto con i giocatori, con Mancini e gli altri.
Bergamo: Vedrai che sarà una bella partita.
Facchetti: Va bene.
Bergamo: Viene predisposto (Bertini ndr) a fare una bella partita.
Facchetti: Si si, va bene.
Bergamo: È una sfida che vedrai la vinciamo insieme.
Facchetti: Volevo solo dirti che l'ho fatto (riferendosi al fatto che ha parlato alla squadra per non tenere un atteggiamento sbagliato nei confronti di Bertini ndr).
Bergamo: Vedrai che le cose andranno per il verso giusto poi la squadra sta ricominciando ad avere fiducia, a fare i risultati, fa morale….
12 maggio del 2005: Bergamo riceve una telefonata dal presidente del Cagliari.
Bergamo: Pronto?
Cellino: La disturbo? Sono Cellino...
Bergamo: Presidente, buongiorno, come va?
Cellino: Mah, così, niente mi sono permesso di chiamarla se è lecito sempre...
Bergamo: Ci mancherebbe altro...
Cellino: No, perché quelli del Messina domenica, stanno facendo dei proclami premio triplo quadruplo, a me mi hanno trattato male a Cagliari, perciò niente, di aver un arbitro... Sarà una partita calda lì, io non ci vado perché mi hanno minacciato...
Bergamo: Addirittura. No, no, vi metto in prima fascia allora, così gli internazionali... Ha fatto benissimo a chiamarmi.
7 novembre 2004: Bergamo chiama Foti e parlano della griglia
Bergamo: Ti ho chiamato perché ho visto la chiamata, sono influenzato...
Foti: Sei raffreddato?
Bergamo: Mal di stomaco, nausea e mal di testa, ma nulla di importante... domani c'è il sorteggio a Roma, lo fa Gigi... abbiamo pensato a Parma-Reggina da seconda fascia perché in prima fascia non ci va, e in seconda fascia c'è un po' di esperti, anche un giovane che sta facendo bene, quindi vediamo un po' che cosa vi tocca...
Foti: Ti raccomando che è troppo importante...
Bergamo: Ti dico: c'è un esperto, De Santis, c'è Morganti, che è un altro esperto, Saccani ha fatto una quarantina di gare in serie A e poi il giovane è Tagliavento che vogliamo lanciarlo... a meno che domani mattina si cambi qualche idea, ti do quello che avevamo concordato sabato poi...
Foti: Va bene dai...
28 aprile 2005: Meani chiama Bergamo
Meani: Però non mandarci né Ivaldi né Pisacreta, eh? Inventane un altro...
Bergamo: Eh no, dovrò inventarne due, Mitro ce l'ho, Mitro sta facendo bene, uno dovremo inventarlo e non sarà facile...
Meani: Non sarà facile, ma a te che c**** te ne frega, Griselli lo mandi no? E' il numero due, hai tutte le giustificazioni del mondo... A te cosa c**** te ne frega...
Bergamo: Eh bravo, ma ora... ecco fammi fare un passo alla volta...
Meani: A Firenze chi hai pensato di mandarmi?
Bergamo: A Firenze ancora non ho guardato, mi ci metto dopo cena... Voi con Stagnoli come vi siete trovati?
Meani: Bene, con Stagnoli bene, ma se vuoi mettere uno che con noi è andato bene anche Ambrosino, è venuto da noi due o tre domeniche fa, può anche andar bene, non so se ce l'hai in griglia, come la pensi...
Bergamo: No, no, è uno che sta andando bene, fa l'avvocato...
Meani: A me Stagnoli e Ambrosino vanno bene...
Bergamo: Ayroldi no, eh?
Meani: Ayroldi sì, è un po' che non viene.
Bergamo: Sei sicuro che è per lo meno un mese che non viene?
Meano: Sì.
Bergamo: Allora fanno più affidamento Stagnoli e Ayroldi.
Fine febbraio 2005, Leonardo Meani chiama il suo ex collega, rimasto amico, Pierluigi Collina, all'epoca ancora in attività.
Collina: Vedo che hai una certa potenza eh, volevo farti i complimenti
Meani: Hai visto
Collina: Ma vai a ca**re te e tutti quanti , gua' che roba, ma va a ca**re va' va'
Meani: E' bastato tirargli le orecchie come quelle dell'asino
Meani: Ti prometto, te lo auguro per il bene che ti voglio, che quando diventerai designatore...
Collina: Non penserai mica di poter fare una cosa del genere
Meani: No, ci sentiamo magari per parlare "ciao come stai", così, non parlerò mai né di arbitri... al limite mi permetterò di dirti se qualcuno si comporta in modo maleducato...
Collina: Ho aperto il computer, ho visto la coppia ed ho detto "Non ci posso credere"... da morire dal ridere (sempre ridendo, come dall'inizio della telefonata)
Meani: Telefonagli a Brontolo, gli dici "Dio bono, non hai schifo", digli..
Collina: Provo a chiamare ah ah ah
Meani: Perché io mi ricorderò sempre che quando avevamo posto il veto a Pisacreta l'unico che mi ha chiamato per dirmi che sbagliavamo è stato lui, Brontolo...
Collina: Va buono dai, ho provato a chiamarlo, ma da una parte è staccato, il cellulare è staccato, all'altra probabilmente la segretaria non c'è...
Meani: Il massimo sai cos'è? Che lui va a San Siro assieme all'altro, il peggiore con cui trattare è lui, no perché a lui non va bene niente, fuori qui, su, giù, chi sono questi, chi è quest'altro... sono tutti i casini che fa, poi è cattivo come l'aglio... gli allenatori fan casino e lui li manda via... è micidiale capito?
Collina: No, ti dicevo, ho chiamato il capo...
Meani: Sì, il grande capo
Collina: Ma il cellulare era staccato, segreteria, invece quello dell'ufficio diretto ti passava il centralino, io tramite il centralino preferivo evitare per cui...
28 Aprile 2005, un altro frammento della telefonata con Bergamo, in vista di Fiorentina-Milan ma, soprattutto, della sfida scudetto Milan-Juve dell'8 maggio poi vinta 1-0 con gol di Trezeguet. La gara fu diretta da Pierluigi Collina.
Per le griglie di quella partita, Bergamo ne parla col rossonero Meani.
Meani: Paolo, due cose, io so che sei molto arrabbiato, non ammazzarlo (riferito a Copelli, ndr) per cortesia, noi ci teniamo... fallo per noi....
Meani: Te chi mi mandi a Firenze?
Bergamo: Come griglia? Te dici come griglia di arbitri? L'abbiamo fatta a tre, ma mi fai dire una cosa che con Gigi (Pairetto l'altro designatore) non abbiamo ancora concordato... Ho in mente di metterne tre perché non voglio preclusioni e gli arbitri sono Messina, Farina e Rodomonti per me, poi sentiamo Gigi perché poi immaginerai quelli che sono i tre che voglio mettere la domenica successiva... (la griglia per Milan-Juventus, ndr)
Meani: Ho capito, tu vuoi mettere Paparesta....
Bergamo: Sì.
Meani: Collina....
Bergamo: Sì.
Meani: Trefoloni.
Bergamo: Sissignore, e mi ci gioco la testa....
Meani: Però a Trefoloni gli fai un bel discorsetto....
Bergamo: Stai tranquillo, stai tranquillo....
Meani: Perché se no gli tagliamo la testa noi....
Bergamo: Stai tranquillo....
Meani: Se no chiamalo e parlagli....
Pier Luigi Collina, Gianluca Paparesta, Matteo Trefoloni furono effettivamente i tre arbitri inseriti dai designatori Pierluigi Pairetto e Paolo Bergamo nella "griglia A" del sorteggio che si svolse a Coverciano
Bergamo: Dottore buonasera.
Galliani: Eccomi buonasera.
Bergamo: Volevo farla partecipe di una guerra di cui il solo responsabile sono io, Paolo Bergamo, perché Griselli (un assistente) è di Livorno, se avesse visto salvava capra e cavoli, ma siccome non è andata così... è uno sfogo tra me e Lei....
Galliani: Questi signori han perso la testa, mi creda, perché ci sono comportamenti nei confronti dell'universo, in Lega, in Federazione....
Bergamo: Io glielo voglio dire perché si sappia, tra me e Lei naturalmente....
Galliani: Non si preoccupi, tale rimane....
Bergamo: Io posso sbagliare magari una griglia, penso che un arbitro sia in forma e magari non è in forma, oppure l'arbitro è in forma e sbaglia, però a priori voler sbagliare è tutta un'altra cosa, mi taglierei le mani mi creda... Ecco, questo filo che ho con Lei vorrei tenerlo fino a giugno, Dottore....
Gallliani: No no no, ma poi si vedrà.... adesso vediamo la fine del campionato... con i giusti equilibri....
Bergamo: Mi faccia sentire un po' il suo calore il suo calore in questo momento perché....
Galliani: Assolutamente....
Bergamo: Sono solo, non solo, meno che solo....
Galliani: Ma no no, ci sono io.
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Mazzei: «Sono in macchina che vado a Coverciano».
Facchetti: «Sceglili bene per domenica sera eh...».
Mazzei: «Il numero 1 e il numero 2, da quello che penso, Ivaldi e Pisacreta».
Facchetti: «Ivaldi e Pisacreta?».
Mazzei: «Eh sono il numero 1 e il numero 2».
Facchetti poi aggiunge: «Sì certo, e il numero 1 degli arbitri...».
Mazzei: «Eh sì, speriamo che ci caschi con questo sorteggio del cavolo, che ci caschi il numero 1».
Facchetti: «No lì non devono fare i sorteggi, ci devono».
Mazzei: «Come si fa Giacinto, purtroppo ci vuole fortuna».
Facchetti: «Ma dai...».
Mazzei: «Ti dico la verità, qui un sorteggio lo fa un giornalista, devono studiare una griglia e le possibilità sono più alte».
I guardalinee scelti per l’incontro tra Inter e Juventus, il 28 novembre del 2004, furono Ivaldi e Pisacreta. L’arbitro sorteggiato fu Rodomonti
PER CHI HA PROBLEMI DI CAPELLI....
Rodomonti: Grande!!
Meani: Ohee!! Allora?
Rodomonti: Tutto a posto, no?
Meani: "Tutto a posto! Non sei contento? T'ho fatto anche prendere 7 da Cecere che t'ha scritto anche che sei preparato atleticamente, c...o
Rodomonti: risata...
Meani: P*****A vacca, grande prestazione atletica... che roba!
Rodomonti: Quindi...
Rodomonti: Io ho letto solo la Gazzetta dello Sport ed il Corriere dello Sport, gli altri non l'ho letti ma credo che siano tutti sullo stesso andazzo, no?
Meani: Perchè anche quella roba là che la menavano sul calcio di rigore...ma è ad un metro ed è pure girato...ma sono quelle polemiche stupide solite perchè c'è di mezzo il Milan...e allora...
Rodomonti: tutto a posto
Meani: Tutto a posto... tutto a posto.. ohee comunque guarda che mi ha telefonato il mio Presidente che ti dà l'indirizzo e ti manda a fare anche a te il trapianto in Svizzera dei capelli.
CIBE, COSI' NO!
Facchetti: «Sceglili bene per domenica sera eh...».
Mazzei: «Il numero 1 e il numero 2, da quello che penso, Ivaldi e Pisacreta».
Facchetti: «Ivaldi e Pisacreta?».
Mazzei: «Eh sono il numero 1 e il numero 2».
Facchetti poi aggiunge: «Sì certo, e il numero 1 degli arbitri...».
Mazzei: «Eh sì, speriamo che ci caschi con questo sorteggio del cavolo, che ci caschi il numero 1».
Facchetti: «No lì non devono fare i sorteggi, ci devono».
Mazzei: «Come si fa Giacinto, purtroppo ci vuole fortuna».
Facchetti: «Ma dai...».
Mazzei: «Ti dico la verità, qui un sorteggio lo fa un giornalista, devono studiare una griglia e le possibilità sono più alte».
BERGAMO A PEZZI
Quando si dice un uomo per tutte le stagioni. Paolo Bergamo era il designatore che parlava, rassicurava, alludeva, anticipava, pietiva. Il designatore solidale: preferibilmente con Juve, Inter e Milan. Il bello è che in tutti i verbali, negli interrogatori di Calciopoli, Bergamo lo ha sempre candidamente ammesso. Bergamo non ha mai nascosto di aver parlato costantemente con tanti. Gli telefonavano Moggi, Moratti, Facchetti, Meani, Galliani, pure Cellino, Foti, Pradè. Chissà quanti altri verranno fuori, con la nuova ondata di intercettazioni. Fa specie sentire quello che risponde Bergamo a Moggi, quello che si racconta con Facchetti («La partita la vinciamo insieme»), oppure quando discute di griglie arbitrali con Meani o quando implora una parola d’affetto a Galliani («Mi faccia sentire un po’ il suo calore»). I legali di Moggi non hanno dubbi: tutte questioni inerenti all’articolo 1 (slealtà sportiva), per quel che concerne la giustizia sportiva. Fa sorridere pure come, quasi folgorato, Paolo Bergamo si scopra tifosissimo del Milan. Di più. È addirittura una questione di famiglia.
La passione per il Milan, di tutta la famiglia Bergamo, è confermata nella telefonata che riceve da Adriano Galliani, il 17 maggio del 2005. Sono le 10 51'20''.
Bergamo: «Pronto?».
Galliani: «Sono Galliani, buongiorno».
Bergamo: «Buongiorno dottore come va?».
Galliani: «L'ho cercata molte volte ieri sera ma era sempre occupato».
Bergamo: «Non mi sono ancora ripreso dall'altra domenica (8 maggio 2005 Milan-Juventus 0-1, gol di Trezeguet). E questo purtroppo è stato un trauma che in famiglia ha lasciato il segno. Pensavamo tutto...».
Galliani: «Anche noi, anche noi».
Bergamo: «Pensavamo tutto fuori che quello, se andava male, male, male potevamo pareggiare ma insomma».
Galliani: «E pareggiando avremmo vinto anche a Lecce (finì 2 a 2) perché non avremmo mollato, perché se avessimo pareggiato con la Juve rimanevamo in testa alla classifica e a Lecce vincevamo di sicuro perché la partita era abbordabile».
Bergamo: «Ma può darsi che Ancelotti si sia fidato troppo dei suoi uomini non ha considerato che Seedorf e Pirlo non stavano troppo bene».
Galliani: «Da oggi parte l'operazione Istanbul... domenica brutto».
Bergamo: «Ecco, Lecce. Quando un presidente di una società (Semeraro ndr) si permette di dare una responsabilità ad un arbitro per le intemperanze dei tifosi e le reazioni dei giocatori».
Galliani: «Ma poi urla e grida negli spogliatoio, nell'intervallo una vergogna (nell'intervallo padre e figlio vengono aggrediti con insulti ndr)».
Bergamo: «Sì, Trefoloni me ne ha parlato ma poi la Domenica Sportiva dove si è detto di tutto e di più».
In merito a Lecce-Milan 2-2 è presente agli atti un sms inviato il 13 maggio, alle 11,20, da parte di Martino Manfredi, allora segretario della Can, a Meani, dirigente rossonero. Si legge testuale, in relazione a chi arbitrerà Lecce-Milan: «Trefo… non mollate vi prego, siamo tutti con voi». Manfredi compare in diverse intercettazioni, soprattutto via sms, come l'informatore di molti club.
Altre curiosità del processo. Secondo la difesa di Moggi, nelle informative sviluppate dal tenente colonnello Auricchio ci sarebbero alcune incongruenze che, negli atti accusatori, risultano determinanti. La prima riguarda un'ammonizione, definita «dolosa», a Simone Inzaghi in Sampdoria-Siena del 30-01-2005, 1 a 1. Il giocatore viene squalificato per Juventus-Sampdoria. Per i carabinieri questa partita finì 1 a 0 per la Juventus ed è un capo d’imputazione. In realtà la Juve perse 0 a 1, gol di Diana al 33', quel 2 febbraio del 2005. Il secondo errore, altro capo d’imputazione, è che in Udinese-Brescia, terminata 1 a 2 per il Brescia, l'arbitro Dattilo avrebbe ammonito Muntari, Pinzi, Di Michele, teoricamente in diffida, ed espulso Jankulovski per favorire la Juventus. La domenica successiva la Juve vince 1 a 0 contro l'Udinese. Jankulovski non giocò, per l'espulsione, mentre gli altri tre giocarono regolarmente.
Fonte: La Stampa 6 aprile 2010
domenica, aprile 04, 2010
IL RITORNO
giovedì, settembre 03, 2009
lunedì, agosto 31, 2009
ROMA-JUVENTUS 1-3
Quasi tutti i grandi campioni hanno faticato, s enon fallito, al primo anno in serie A, ma Diego sembra davvero essersi calato perfettamente nella nuova realtà, asusmendo immediatamente il controllo della squadra; il che può essere un pericolo se si delega tutto a lui. Ergo, non bisogn diventare Diego-dipendenti...
Per il resto non mi convince ancora Buffon, troppo insicuro, e i terzini, mentre la coppia centrale, i 3 mediani e le due punte hanno risposto ancora una volta presente all'appuntamento.
Ora c'è la pausa, ma poi si torna a Roma contro una Lazio che come noi è a punteggio pieno: 3 punti suonerebbero ocme la vera rinascita juventina dopo Farsopoli!
Queste le mie perosnalissime pagelle:
Buffon 6
Grygera 5,5
Cannavaro F. 7
Chiellini 7
De Ceglie 6
Felipe Melo 7,5
Tiago 7
Marchisio 6,5
Diego 9
Amauri 7
Iaquinta 6,5
Legrottaglie 6
Camoranesi 6,5
Poulsen s.v.
All. Ferrara 7
Voto generale alla prestaizone della Juve: 7,5.
Arbitro Sig. Rocchi 5,5. Non mi è piaciuta la gestione dei cartellini e la disparità di trattamento. I giallorossi hanno menato per tutta la partita e si sono visti solo 3 cartellini, contro i 4 mostrati ai bianconeri e come al solito Diego è stato massacrato. Inoltre manca un rosso a protettissimo Totti.
Il protagonista: DIEGO. Avevo predetto che il brasiliano sarebbe finito speso in questo spazio, ed è già la seconda volta in due partite ufficiali. La sua partita è l'essenza del caclio moderno: classe, aggressività, senso della posizione. Mamma mia che giocatore!
lunedì, agosto 24, 2009
BUONALA PRIMA, MA CHE FATICA!
La cosa chiara è che la luce di questa squara è il brasiliano Diego, vera delizia per gli occhi. Infatti, calato fisicamente lui, la squadra si è spenta e ha subito il ritorno dei clivensi.
In ogni caso è una buona vittoria, dato che l'Inter non è andato oltre l'1-1 casalingo con il neopromosso Bari, i viola hanno pareggiato a Bologna e la Roma ha perso a Genova. Domenica sarà una giornata che dirà molto su qusto inizio di campionato, dato che ci sarà il derby milanese e Roma-Juventus: noi recupereremo Felipe Melo e se dovessero arrivare 3 punti prima della pausa sarebbe l'inizio perfetto.
Queste le mie personalissime pagelle:
Buffon 6
Grygera 5
Cannavaro 7
Chiellini 6
Salihamidzic 6
Poulsen 5,5
Tiago 6
Marchisio 6,5
Diego 7,5
Amauri 7
Iaquinta 7
De Ceglie 6
Marrone 6
Camoranesi s.v.
All. Ferrara 6,5
Voto generale alla prestazione della Juve: 6+
Arbitro Sig. Gava 5,5 - Ferma Pellissier in posizione regolarissima, non concede un rigore ai bianconeri per mano in aria di Yepes su assist di Marrone.
Il protagonista: DIEGO. A mio avviso sarà molte volte il protagonista: come ho detto è la luce della Juve, le migliori giocate passano dai suoi piedi. Non è ancora in perfetta condizione, ma palla al piede crea sempre un pericolo. Benvenuto, nuovo messia!
martedì, agosto 18, 2009
LA STAGIONE E' ALLE PORTE
Sono più che convinto che se non verrà bersagliato da guai fisici, Diego può diventare l'arma in più, il profeta che farà fare alla Juve quel salto i qualità tecnico che manca da quasi 10 anni.
Al contrario di molti, sono molto contento anche di Felipe Melo. Vero che è "un pò testone" e perde molti palloni (l'ultimo ieri sera sul gol di Pato), ma ha un'incredibile esuberanza fisica e se sta concentrato è molto difficile passarlo. Figuriamoci poi quando sarà disponibile Sissoko, non vedo l'ora di vederli in campo assieme a fare da muro in mediana e proteggere le spalle al messia brasiliano.
Mi convince molto anche Amauri, una vera forza della natura, Buffon mi pare molto più concentrato che negli ultimi due anni, Chiellini è una garanzia (speriamo in un'ottima stagione di Cannavaro), Caceres un'ottimo prospetto e se Camoranesi resta concentrato e in forma è micidiale.
Si, sono molto fiduciaoso per questa stagione, ma intanto dobbiamo già pensare ale prime due di campionato, che verranno giocate di sera (troppo caldo l'agosto nostrano): la prima a Torino contro il Chievo di Mimmo Di Carlo, la seconda in casa della Roma. Io farei subito attezione ai veneti: da quando c'è l'ex mediano del Vicenza al timone è diventata una squadra molto pericolosa e gioca un buon calcio. La Roma la conosciamo benissimo, ma in questa stagione è difficile da inquadrare. In casa loro saranno difficili da affrontare, soprattutto a dinizio stagione, ma noi quest'anno dobbiamo puntare sempre e solo alla vittoria, quindi mi auguro 6 punti in queste prime due partite, ben consapevole che anche 4 sarebbero ben accetti.
martedì, luglio 14, 2009
QUESTO BLOG ALZA LA VOCE
venerdì, luglio 10, 2009
giovedì, luglio 09, 2009
NON CI STIAMO DIMENTICANDO DI QUALCUNO?
Come si può dividere questi due? Sono stati fondamentali nella nostra storia, numeri alla mano la mglior coppia gol della nsotra storia. Vedo la tendenza a considerarli finiti, panchinari. Io invece non vedo l'ora di rivederli in campo assieme, come col Real nel 2003 e 2005, come il 5 maggio 2002 quando ad Udine segnarono entrambi, come nella stagione in B.
Giù le mani da questi due immensi frammenti di storia bianconera!
MAGLIE STAGIONE 2009\2010


Come primo impatto mi smebrano molto carine, anche se i numeri gialli sulla prima maglia sono sempre un pugno in un occhio, la seconda è quella che fa più dividere i tifosi. A me personalmente piace molto. De gustibus....
Ieri si è registrata una frenata sulla trattativa che porterebbe a Torino Felipe Melo, in quanto Marchionni non si è accordato con Corvino circa l'ingaggio (ballano 200 mila € di differenza). L'esterno romano è diventato in queste ore un bersagio della tifoseria bianconera, io chiedo che venga lasciato in pace: troverà certamente l'accordo con i Viola e noi avremo Melo; ma per piacere rispetto per chi è stato con noi in B e con la nostra malgia ha sempre dato tutto, nonostante la sfortuna si sia accanita su di lui!
mercoledì, luglio 08, 2009
GRAZIE GRAZIE GRAZIE
Finalmente un centrocampista di livello, a mio personalissimo parere il migliore in circolazione per la squadra bianconera.
Per la secondo volta in 1 mese (e che non diventi un vizio) faccio i miei complimenti alla dirigenza. Ora sotto con un esterno sinistro di livello, la cessione dei giocatori in sovrappiù (Poulsen e Almiron) e la conferma di Trezeguet.
martedì, luglio 07, 2009
CIAO MARCO
Ciao Marco, ti auguro tanta fortuna alle dipendenze di papà Prandelli, uno che sa valorizzarti e col quale puoi ritrovare i tuoi splendori. Da noi hai trovato poco spazio e tantissima sfortuna, ma io non dimentico e ringrazierò per sempre te e tutti gli altri eroi che sono scesi in B con noi.
NEWS DA NAPOLI: C'E' UN TESTIMONE SANO DI MENTE!!!
Dario Galati: per chi guarda la luna, anziché il dito
La nostra redazione ha finora seguito in maniera puntuale e certosina la sfilata dei testimoni dell’accusa chiamati a deporre dai PM. Abbiamo ascoltato personaggi variegati, alcuni dei quali davvero pittoreschi, la cui attendibilità sarà accuratamente verificata dal Tribunale. Il giorno 30 giugno però è stato chiamato in aula un testimone che, a nostro parere, va letto e considerato con estrema attenzione, non solo per il contributo riveniente dalla sua vicenda professionale ma anche in relazione alla sua figura di punto di vista umano e morale.Stiamo parlando di Dario Galati, attualmente ancora in servizio presso la FIGC, e di cui si parlò nei primi giorni dello scoppio della Farsa (maggio 2006) come possibile testimone chiave a sostegno di una accusa che fin dai primi giorni cercava puntelli che potessero tenere in piedi il castello montato dai giornali. Fu subito chiamato come persona informata a dare il suo contributo, e lui non si tirò indietro. Fu ascoltato dai Carabinieri, dai PM, dai Giudici Sportivi. A tutti raccontò la sua verità, uno spaccato della vita federale e arbitrale dal 1992 al 2005. Una verità però poco funzionale al Tribunale degli orrori di Ruperto, lontana dal Moggicentrismo della Gazzetta dello Sport, e molto orientata a sollevare il velo sulle vere contraddizioni dell’organizzazione federale, del mondo arbitrale, e del calcio in generale. Un palcoscenico in cui Moggi agiva da attore, come tutti gli altri, adeguandosi ai ritmi di una regia malata che fin dal 1999 aveva allestito una trama ridondante di conflitti di interessi, colpi bassi, invidie e sospetti.
E’ interessantissimo dunque analizzare la sua deposizione, spesso su temi che la nostra redazione aveva già affrontato, e che vengono confermati da Galati, insieme ad alcune “ciliegine” che vanno ad impreziosire la torta dei sospetti per un gioco che ormai, negli anni 2004 e 2005, aveva cominciato a farsi davvero pesante.
Ecco dunque che interrogato dal PM Caputo (che ha sostituito Beatrice) Dario Galati racconta la sua storia. Dario ha 41 anni, è in FIGC dal 1992; inizialmente non venne assunto regolarmente ma era pagato con delle diarie. Cominciò a lavorare presso la Commissione Arbitrale Serie C e aveva come responsabili Benedetti, 1 anno Lombardo-Tedeschi, 3 anni Lanese e poi dal 1998-99 Pierluigi Pairetto, che lo scelse come suo collaboratore nonostante fosse a tutti gli effetti ancora un “precario”.
Il 1999 fu l’anno chiave. La LEGA CALCIO stava lavorando ad un progetto di “professionismo arbitrale". La FIGC accolse questo progetto, sebbene fosse chiaro a tutti che questa svolta costituiva una vera anomalia. Il progetto sembrava andasse contro l’AIA, e partoriva un conflitto di interessi che minava l’imparzialità dell’arbitro. Ci furono diverse proteste del sindacato arbitri che provocarono le dimissioni di un risentito Boggi (leggi il contenuto della sua lettera).
Fu organizzata così la famosa cena “delle sette sorelle” (Juventus, Inter, Milan, Roma, Lazio, Parma e Fiorentina) durante la quale fu deciso, a scapito di tutte le altre società, l’assetto che doveva essere dato alla nascente Commissione Arbitrale Nazionale di A e B.
La CAN partiva da zero, non aveva neanche il programma SINFONIA, il software in uso all’AIA che consentiva di calcolare automaticamente tutti i dati relativi agli arbitri ed evidenziarne quindi le possibili preclusioni e altre statistiche.
Paolo Bergamo fu indicato, dalla LEGA e dal suo Presidente Franco Carraro, come Responsabile Designatore. Tuttavia il Presidente della Roma, Franco Sensi, riteneva il candidato della LEGA troppo vicino “politicamente” ai club del nord e invocò l’elezione di un “doppio designatore”, proposto dalla FIGC e che fosse un vero e proprio garante.
Nizzola propose Pairetto che fu dunque accoppiato a Bergamo. Pairetto arrivò alla CAN portandosi dietro Dario Galati, che nel frattempo aveva provveduto a far assumere regolarmente e che quindi nei suoi confronti nutriva un debito di riconoscenza. Oltre a Galati alla segreteria della CAN arrivarono Maria Grazia Fazi, segretaria di Bergamo e Manfredi Martino che si occupava dei rimborsi spese.
Maria Grazia Fazi, che era in una situazione molto simile a quella di Galati, inquadrata praticamente come commesso, cercava di farsi notare ed era molto ambiziosa, per cui cercava di imporsi a volte anche verso i designatori facendo più di quello che le veniva chiesto.
In ogni caso i designatori consegnarono ai tre collaboratori un documento che era un vero e proprio mansionario, in cui era scritto che la Fazi era delegata a parlare con le società. Da notare che la CAN veniva pagata dalla LEGA, cioè dalle società stesse, autorizzandole inconsciamente a considerarla come una cosa propria.
Galati rimase alla Segreteria CAN fino al gennaio 2000, quando i giornali riportarono la famosa vicenda dei Rolex regalati agli arbitri dal Presidente della Roma Franco Sensi. Pochi giorni prima di Natale a Galati venne chiesto di inviare alla sede di Roma e Lazio gli indirizzi di casa di designatori, arbitri e guardalinee. Lui si rifiutò. Riteneva una cosa del genere un invito alla “regalia” e non lo reputava moralmente accettabile. Qualcun altro lo fece al suo posto. E, sollecitato anche nel corso del controesame dell’Avv. Prioreschi (difesa Moggi), chiarisce che la Roma regalò ai designatori degli orologi Rolex del valore commerciale di circa 25 milioni di lire, agli arbitri orologi Rolex da 5 milioni di lire e agli assistenti dei più economici orologi non Rolex del valore di qualche milione di lire. Racconta la sua amarezza, visto che solitamente i regali agli arbitri passavano dalle segreterie e venivano distribuiti sotto gli occhi di tutti, pur non raggiungendo mai quel valore commerciale.
Sollecitato dal PM ricorda altri episodi della sua permanenza presso quell’ufficio. In particolare riferisce del fatto che c’erano varie società che avevano preso l’abitudine di telefonare, alcune delle quali in maniera addirittura insistente, e ricorda di come in Serie C tale contatto fosse inusuale e solitamente affidato a supporti cartacei.
Sempre nel corso dell’esame del PM, Galati conferma la sua partecipazione alle riunioni della CAN, con Bergamo, Pairetto, Nicchi (attuale Presidente AIA n.d.r.), Celli, Guidi e la Fazi. Spiega nel dettaglio che il suo compito era di gestire il software, e segnalare a Pairetto i casi da moviola da mostrare ai raduni arbitrali.
Conferma che la Fazi non aveva compiti precisi all’interno della segreteria e che si limitava a supervisionare il lavoro. Sottolinea che le griglie venivano preparate dai designatori, ai quali si premurava di fornire solo le risultanze del software. Ribadisce che insieme alla Fazi preparava i bigliettini e le sfere per effettuare il sorteggio e che a causa di un loro errore sulle preclusioni i designatori presero l’abitudine di verificare quello che la segreteria aveva preparato. Ricorda che, nel corso della stagione 98/99, le prime giornate il sorteggio venne effettuato con palline di plastica particolarmente scadente, per cui successivamente arrivarono quelle di metallo verniciato, con chiusura a baionetta che nell’uso si segnavano, circostanza che a volte le rendeva riconoscibili. Su questo punto molto interessante l’intervento, nel corso del controesame di Galati, dell’Avv. Morescanti (difesa Fabiani), la quale sottolineava la fragilità delle palline di metallo, che a quanto pare subivano ad ogni sorteggio nuovi danni causati dal rimescolamento nell’urna, ragione per cui anche il riconoscimento esteriore era assolutamente empirico.
Come episodi particolari Galati racconta quello che accadde all’inizio della stagione 99-00. Sensi era alle prese con i suoi fantasmi e, in piena lotta di potere, alla seconda giornata ci fu un Roma-Inter che venne affidato all’arbitro Domenico Messina. Nel corso della partita la Roma si sentì danneggiata e nacquero le solite polemiche (da notare che la squadra favorita in quel momento sarebbe stata l’Inter….)
Al quinto turno fu reinserito Messina in griglia per la Fiorentina-Roma e Galati si preoccupò di segnalare che la cosa sembrava inopportuna, ma non fu ascoltato neanche dallo stesso Pairetto che invece gli disse che “aveva degli elenchi”, senza ulteriori commenti.
Altra piccola anomalia che Galati racconta è il sorteggio arbitrale per l’anticipo di serie B, che avveniva nella sede della CAN a cura degli impiegati della segreteria. In alcuni casi Galati segnala che i designatori gli chiesero di non farlo e di dire che l’arbitro sorteggiato fosse quello indicato da loro. Galati ricorda almeno tre episodi in cui ciò avvenne, ma precisa che le spiegazioni che gli furono date erano più che plausibili soprattutto in relazione a fatto che gli arbitri e le società interessate erano comunque sempre diverse.
Un importante episodio di conflitto di interessi fu il momento della nomina del rimpiazzo di Boggi come arbitro internazionale. Solitamente ciò avveniva su segnalazione da parte del Presidente dell’AIA al Presidente della FIGC che provvedeva alla nomina. I due designatori ritenevano però che la scelta fosse esclusivamente tecnica e su questa base proposero Tombolini, che si contrappose al candidato AIA appoggiato da Gonella, che era Farina. Non riuscendo a trovare un accordo rimisero la scelta al Presidente Federale, non prima di aver aggiunto un terzo candidato, De Santis, e aver commissionato uno studio tecnico quantitativo sul rendimento degli arbitri che fu preparato dallo stesso Galati, che però lo considerava poco significativo in quanto basato semplicemente su dati statistici e privo di altre importanti informazioni di tipo caratteriale e culturale. A spuntarla in quel caso fu Massimo De Santis (e probabilmente dei tre era davvero il migliore tecnicamente, visti i disastri che gli altri due hanno combinato negli anni successivi).
Galati lavorò quindi alla Segreteria CAN per poco più di sei mesi dal luglio 99 a gennaio del 2000. Successivamente, essendo in buoni rapporti con Virginio Quartuccio chiese di andare a lavorare alla segreteria AIA, e in séguito al settore giovanile scolastico dove conobbe Innocenzo Mazzini che, quando venne eletto vicepresidente della FIGC nel dicembre 2001, gli propose di seguirlo presso la sua segreteria dove prestò servizio fino al maggio del 2005.
Tra gli episodi salienti dei suoi anni alla vicepresidenza federale Galati ricorda una telefonata di Mazzini in cui il vicepresidente federale gli confidò che Abete aveva effettuato dei controlli tra le buste paga dei dipendenti e i bonifici effettivamente erogati, trovando numerose discordanze. La circostanza avrebbe fatto ipotizzare l’esistenza di capitoli di bilancio falsi presso la FIGC, ma di questa vicenda non si seppe nulla. (n.d.r. nonostante una misteriosa interpellanza parlamentare effettuata dal senatore Gigi Malabarba, membro del Comitato di Controllo Parlamentare sui Servizi Segreti in data 7 marzo 2006 atto 4-10255 seduta nr. 964 della XV Legislatura. Il senatore in questione chiese spiegazioni in Parlamento circa l'origine di alcuni bonifici di poche migliaia di euro che vennero rintracciati sui conti di alcuni impiegati della FIGC.)
Galati ricorda inoltre che Mazzini aveva rapporti, telefonici e non, con tutti i presidenti di società, nell’ambito del suo ruolo istituzionale di vicepresidente federale.
Nel maggio del 2005 Galati lasciò la segreteria di Innocenzo Mazzini sostanzialmente perché si sentiva sfruttato e non gratificato, in quanto riteneva di avere un grado troppo basso rispetto alle effettive responsabilità, che gli venivano affidate infatti mediante delle lettere di incarico specifiche.
Il suo divenne un vero e proprio calvario, si innescò un contenzioso con la FIGC e la sua vicenda assunse i contorni del mobbing, anche perchè a causa di gravi motivi di salute fu costretto a rimanere per lunghe settimane in malattia. Nel novembre 2005 rientrò al lavoro e nel marzo del 2006 venne trasferito alla CAF, la Corte di Appello Federale, a quei tempi nell’occhio del ciclone per il caso Genoa.
Alla CAF Galati non aveva grossi incarichi, ma si accorse subito delle gravi carenze nell’ambito delle procedure di protocollo dei documenti, per cui decise prudentemente di non apporre la sua sigla sui documenti che maneggiava. Denunciò questa carenza ma di fatto, essendo già in pieno mobbing, venne marginalizzato e successivamente velatamente accusato di aver fatto sparire alcuni documenti.
In particolare ci fu un episodio in cui scomparve un documento riguardante la vicenda Boudianski-Zetulayev, (i giocatori erano stati tesserati dalla Reggina ma erano della Juventus, e quest’ultima aveva presentato ricorso, vincendolo, sulla base di un conflitto tra una norma dell’ordinamento statale e una norma sportiva). L'arcano viene spiegato dall'avv. Prioreschi nel corso del controesame: il documento non fu illecitamente sottratto agli archivi, ma era stato inviato alla procura di Roma nell'ambito del processo GEA.
Fino a questo punto le dichiarazioni del testimone Galati sono molto interessanti. Ma diventano addirittura deflagranti nel corso del controesame effettuato dall’Avv. Prioreschi che sapientemente fa emergere alcuni importanti circostanze.
La prima riguarda il giornalista di Repubblica Corrado Zunino.
Galati conferma che lo chiamò il secondo giorno dopo l’uscita delle intercettazioni, il 4 maggio 2006, mentre c’era ancora il segreto istruttorio sul materiale che veniva diffuso. Zunino lo chiama e gli disse di volerlo incontrare e che conosceva la sua vicenda; Galati accettò perché sperava di poter affrontare la sua questione lavorativa, spiegargli il suo concetto di dipendente come servizio pubblico, parlare della prima volta in cui un sindacato era entrato all’interno di una federazione privatizzata. Il giornalista gli promise di fare un articolo che parlasse del suo mobbing e dei diritti dei lavoratori, e che non avrebbe mai usato il suo caso; ma fin da subito deluse le sue attese e dopo qualche tempo, ad ottobre 2006, lo invito di sera presso la sede sportiva di Repubblica a Roma, chiedendogli di aiutarlo a sbobinare le intercettazioni relative a Calciopoli, che erano in possesso di Zunino su alcuni CD che contenevano tutti i files.Il finale del controesame di Prioreschi è deflagrante. L’avvocato di Moggi chiede a Galati se conosce Alessandro Lulli, ex-guardalinee, collaboratore della Figc, addetto Club Italia per i rapporti con gli arbitri internazionali. Galati annuisce e parla di un episodio che all’epoca aveva sottovalutato, ma che alla luce di quanto accaduto in questi anni appare davvero inquietante.
Lulli gli confidò che nell'aprile 2005 era andato a fare l’accompagnatore della terna arbitrale per la partita Milan-Inter di Champions League e gli disse che la terna non era rimasta contenta del trattamento ricevuto dalla società ospitante (il Milan); poi iniziò uno strano discorso sul fatto che aveva parlato con un dirigente dell’Inter, probabilmente individuato nella figura di Rinaldo Ghelfi, e questi gli aveva confidato che avevano commissionato ad una società privata di investigazioni una indagine/dossier ai danni della classe arbitrale, specificandone perfino il costo di circa 500 mila euro. Indagine però illegale e quindi inutilizzabile. Resta da capire quali fossero le risultanze di questa indagine.
(Qualche tempo fa Moratti aveva confermato che c’era stata una indagine o qualcosa del genere, specificando però che i risultati erano stati negativi. Fatta questa considerazione ci sono tre possibili ipotesi. La prima è che il dossier di Ghelfi è lo stesso dossier confermato da Moratti e quindi è inutilizzabile perché non contiene nulla. La seconda è che il dossier di Ghelfi è diverso da quello confermato da Moratti. La terza è che il dossier confermato da Moratti conteneva qualche spunto interessante ma Moratti ha mentito, per evitare che qualcuno gli chiedesse conto delle informazioni illegalmente acquisite).
Tra quelle ascoltate finora riteniamo la testimonianza Galati una delle più ricche e adatte a capire fino in fondo la realtà del caso Calciopoli. Il lettore più attento avrà sicuramente notato che Dario Galati non nomina mai Luciano Moggi, e non certamente perché è il suo difensore d’ufficio. Non lo nomina perché focalizza la sua analisi sul conflitto di interessi, sulle contraddizioni interne alla FIGC, sulle lotte di potere, sui punti deboli del sistema federale e della Lega.
Tutta roba che non fa “sentimento popolare” e che non serve a eliminare nemici scomodi e sfortunatamente molto bravi.
Come nella migliore tradizione, mentre tutti guardano il dito, Dario Galati guarda alla luna, e lucidamente ci aiuta a capire.
Fonte: www.ju29ro.com
giovedì, luglio 02, 2009
LA GUERRA NON E' FINITA
Da qualche giorno seguo la vicenda Gilioli sul suo blog personale, il che mi ha fatto molto riflettere. Per chi non fosse informato, tal giornalista dell'Espresso ha pubblicato ad inizio settimana un pezzo sul gionale di tiratura nazionale nel quale mette in dubbio qualsiasi aspetto del processo di Napoli, facendo chiaramente intendere tantissime inesattezze. Non entro nel merito, in quanto l'hanno già fatto altri e ne ho dato contro in uno dei post precedenti, ma mi ha sopreso (positivamente) l'attacco che il giornalista ha subito sul suo blog.
La mia opionione è semplice: bravi a tutti. Nessuno che si è permesso di insultare il Gilioli, ma ha piuttosto argomentato le proprie tesi con dati e fatti certi, lasicando agli oppositori le solite congetture da bar, i "lo sanno tutti" e soprattutto, la mia preferita in assoluto, "quel che è stato è stato, ormai nulla può cambiare le decisioni della giustizia sportiva".
Premettendo che io non credo alla buona fede dei giornalisti, così come non la credo dei gelatai, dei baristi. Ovvero, non credo alla buona fede in generale e non mi piace ragionare per categorie. Ma voglio sperare che il Gilioli abbia espresso il suo libero pensiero e in questo contesto hanno fatto bene i lettori a segnalargli, con i dovuti modi, che le cose non stavano proprio in quel modo. Come detto, i file integrali di tutte le udienze del processo sono a disposizione di tutti sul sito di Radio Radicale, e cosa c'è di meno malleabile che le registrazioni integrali, nelle quali possiamo sentire gli interrogatori sia dal punto di vista dei contenuti, che dal tono nel quale vengono posti. Io me li sono ascoltati tutti e posso dire di essere motlo sollevato: se il tribuna è giusto (non come nel 2006), le cose si rovescieranno.
Purtroppo per molte persone, ormai Internet è una fonte inesauribile di notizie e grazie ad esso non dobbiamo passare dal filtro dei giornalisti dei quali, lo dico da sempre, non mi fido. Ne abbiamo avuto lampante prova nel 2006, ne abbiamo costante riprova ogni giorno.
Cari giornalisti, il popolo non ha l'anello al naso e con un minimo di impegno può reperire da solo le notizie, ognuno così è giornalista di se stesso. Negli anni avete abusato della vostra posizione per fare disinformazione e ora molti hanno aperto gli occhi, dubitando di goni cosa voi scriviate. Non è che essendo iscritti all'abo avete più potere di noi, anzi l'avevate, ma questo potere morirà assieme alle vecchie generazione. Rassegnatevi, siete finiti. E io ne godo.
Detto questo, vorrei riprendere a pieno ritomo l'attività del blog, ma per fare questo mi serve aiuto. Chiunque volesse proporsi, senza impegno alcuno, è pregato di contattarmi all'indirizzo mail: antiinfjuve@hotmail.it
mercoledì, luglio 01, 2009
GLI AUDIO INTEGRALI DEL PROCESSO
16 giugno 2009, teste Gianluca Paparesta
26 maggio 2009, teste Danilo Nucini
19 maggio, teste Romeo Paparesta
I GILIOLI FIORISCONO
Calciopoli: "L'Espresso" nello stagno interista
Alessandro Gilioli (il primo da destra)
Chissà in quale categoria di interisti si è infilato Gilioli? Magari in quella "psichiatrici" o "da piccoli"? Non lo sappiamo, chiederci di leggere anche il libro per scoprirlo sarebbe troppo. Di questo giornalista, tifoso nerazzurro, ci è bastato leggere appunto l'articolo "Dimenticare Calciopoli" sul numero de "L'Espresso" del 27 giugno. Roba indigesta da leggere per chi come noi del processo di Calciopoli sta seguendo i fatti. Poi abbiamo visto che chi aveva scritto cotanto articolo non è propriamente una persona "sopra le parti" ma un tifoso nerassurro ed è stato come prendere un Alka Seltzer. Ci siamo digeriti tutto lo stagno!
Ora che abbiamo inquadrato con certe tinte il personaggio, possiamo capire perché il pezzo in questione attacchi scrivendo di "Giudici svogliati. Parti civili eliminate. Pm trasferiti. E un clima molto perdonista. Così sta naufragando il processo su cui doveva rifondarsi il pallone italiano." Abbiamo capito male o forse il Gilioli è fra quelli che ritengono che la rifondazione dei sistemi non la facciano le leggi ma i processi? Se le cose non vanno così i giudici sono svogliati, non va bene che siano state eliminate le parti civili e chi se ne importa se sono stati gli stessi pm (Beatrice) a chiedere il trasferimento magari al sentore dei primi tanfi di bruciato!
Et voilà, il Gilioli individua subito "la frase rivelatrice" dell'andazzo che tanto lo preoccupa del processo di Calciopoli. Fa riferimento a quando la presidente Casoria al termine dell'udienza del 19 maggio si lasciò scappare un "ci sono processi più seri da fare, in questa sezione", specificando che si trattava di quei processi che riguardavano persone rinchiuse in carcere. Ma questo l'articolo non lo dice, ma l'autore si sgomenta di quella frase e non si capacita tanto da scrivere: "proprio così: processi più seri, come se quello in corso a Napoli su Calciopoli fosse una mezza buffonata, un'inutile parata." Sigh, "se lo dice il magistrato - considera il Gilioli - non è che il resto del mondo possa prendere troppo sul serio l'esito giudiziario."
Che il Gilioli non sia minimamente sfiorato dal dubbio che il tutto sia veramente una "mezza buffonata" lo si capisce dalle righe successive in cui riprende il refrain più gettonato dell'estate 2006 alludendo a "quello che pure è stato il maggiore scandalo della storia del calcio italiano, con la squadra più scudettata del paese finita in serie B". Il paradosso arriva quando l'aficionados nerazzurro si lamenta del fatto che "i giornali - con rarissime eccezioni - non regalano al processo di Calciopoli più di un mezzo colonnino al mese, e nessuno ne parla più nemmeno nei bar sport in tivù."
Ehi, boys!!! Non sarà per caso perché i fatti che escono dalle udienze, "distrattamente" non menzionate nell'articolo, stanno dimostrando che le cose non sono andate come ormai solo chi ha i paraocchi non vuole vedere? Qualcuno dica anche in curva nerazzurra che si possono ascoltare i files delle udienze scaricandole dal sito di Radio Radicale, sempre che non si voglia approfittare dei report che scriviamo puntualmente su ju29ro.com!
Il fatto che siano state fatte fuori dal processo le parti civili è per il giornalista de L'Espresso "una prova molto concreta dell'andazzo", perché in fondo, si evidenzia nell'articolo, "Juventus, Lazio e Fiorentina sono già condannati dalla giustizia sportiva." Eh sì, il processo sportivo come la madre di tutti i processi. Strano concetto di giustizia quello che traspare da questo passaggio. Si prende a riferimento un processo sportivo sbrigato in quindici giorni, azzoppato di un grado di giudizio e in cui la difesa non ha praticamente avuto la possibilità di eccepire nulla. Ma questo dovrebbe accadere solo nelle dittature e non nei tribunali di uno stato di diritto!
Ma non contento il Gilioli si spinge ancora più in là con l'argomento "Non si tratta di briciole: in caso di risarcimento civile, i tre club sotto processo avrebbero dovuto sborsare ... una cifra tra i 150 e i 300 milioni di euro: vale a dire i mancati ricavi, tra pubblico e diritti tivù, derivanti dalla retrocessione. Ovvio che una fuoriuscita simile di cash (per cui Juventus, Fiorentina e Lazio erano chiamate in solido) avrebbe ridimensionato drasticamente le disponibilità di cassa delle società condannate, riducendo le loro chances di acquistare nuovi giocatori e di pagare profumatamente i campioni già in organico. Uno scenario da incubo, tanto per la Juventus e la Fiorentina (che l'anno prossimo devono giocare la Champions League) quanto per la Lazio (che pure ha davanti a sé una competizione europea e dietro di sé una montagna di debiti pregressi). E' il punto che preferiamo di tutto il pezzo: è la conferma che dal lettino della copertina di "Basta perdere", il Gilioli tifoso nerazzurro non si è più rialzato!
A ridere per le motivazioni dell'esclusione delle parti civili non sono tanto gli addetti ai lavori a cui fa riferimento l'articolista (docenti universitari, magistrati, avvocati etc) ma chi legge deduzioni secondo cui l'esclusione "non avrebbe avuto una proporzionata eco di stampa solo per l'accondiscendente rispetto nei confronti di soggetti eccellenti quali le proprietà delle società interessate, soprattutto il gruppo Fiat e la Tod's". Chissà perchè quando scoppiò Calciopoli i giornali nell'orbita Fiat sono stati i primi ad alzare il ditino e appuntarlo contro Moggi e Giraudo? Qualcuno lo spieghi al Gilioli seondo cui "l'orientamento della giuria di Napoli è comunque emerso in modo chiaro: si potrà condannare qualcuno ormai fuori dal giro - come Giraudo e Moggi - ma il sistema calcio non deve essere turbato." Ma certo, ormai sono atmosfera e orientamenti quelli che dettano le sentenze nei processi, chissenefrega dei fatti!
E il Gilioli, per quel che scrive, "sembra" preoccupato come sembra preoccupato il pubblico ministero Giuseppe Narducci riguardo all'andamento del processo. Perchè? Ma perchè "le tre giudici Teresa Casoria, Maria Pia Gualtieri e Francesca Pandolfi manifestano spesso la loro noia, capiscono palesemente poco o niente di calcio e soprattutto non sembrano interessate a comprendere i collegamenti della 'cupola' così come emergono dalle intercettazioni." Rispetto all'accertamento dei fatti in sede civile quindi, secondo il Gilioli, è rilevante che le giudici non si interessino di calcio per tacer del resto. Aberrrante! Ma perché non trovare un altro ex consigliere di amministrazione dell'Inter per la presidenza della IX sezione del Tribunale di Napoli?
L'ultima dallo stagno è riservata alla conclusione "Difficile che almeno Moggi e Giraudo ne escano senza danni - sentenzia l'articolo - Ma rischia anche di passare il principio secondo cui il calcio italiano già è in crisi per conto suo, ci manca solo che gli si chieda di pagare per errori del passato." Auspica nuovi protagonisti il Gilioli, anche in Federazione e in Nazionale che "dopo un breve intermezzo sono tornate in mano agli uomini dell'era Calciopoli..." Gilioli fa le carte al processo continuando ad annusare le atmosfere. Ancora una volta sembra che non contino i fatti processuali per arrivare alle sentenze, ma "il principio secondo cui..." L'allusione poi a Lippi in particolare come "uomo dell'era di Calciopoli" è la degna fine di un pezzo da "caccia alle streghe".
Che dire ancora? Pezzi come questi, scritti da chi si fa scudo di un'autorevole testata, per celare la propria maglietta da tifoso, ci fanno vergognare anche per chi, scrivendo, vergogna non ne ha.
NON UN EURO ALLA GAZZETTA!!!
