giovedì, gennaio 18, 2007
APPLAUSI PER ROCCA
QUALCUNO SI MUOVE...
Burani (Fi): l'Inter rischia la B
(ANSA)-ROMA, 17 GEN- "Se si provera' che l'Inter ha falsificato i bilanci, non si potra' che spedirla in serie B": lo afferma la sen. Maria Burani Procaccini (Fi). "Non si potranno usare due pesi e due misure, atteso che se venissero provate le accuse circostanziate dalla Procura della Repubblica la stessa Inter non si sarebbe potuta iscrivere al campionato di calcio di serie A del 2004-2005. Adesso -conclude Burani Procaccini- ci aspettiamo inflessibilita' totale".© Ansa
VOGLIAMO FARE QUALCOSA ANCHE NOI, PER FAR SI CHE QUESTA VOLTA NON CI SIANO INSABBIAMENTI?
I media pressavano, loe altre società minacciavano, persino le accociazioni dei consumatori (cosa ci azzeccano nessuno lo sa) minacciò ritorsioni qualora la Juve non fosse stata retrocessa.
Si era creato un clima tale che prevedeva una sola cosa, giusta o no che fosse: la Juve in serie B! E così fu, con buona pace nostra , dei obolli e dei Gigli.
Ora si sta creando uan situazione simile per l'Inter, con una sostanziale differenza: nessuno si è scagliato contro di loro, in particolar modo i media. Per assurdo se il giornalista del Corriere non avesse rischiato la vita pubblicando quella notizia, gli altri giornali l'avrebbero tranquillamente occultata e buonanotte al secchio.
Come dicevo, i media premono per l'isabbiamento, e l'anno dimostrato. Non c'è il Cannavò di turno che erige il suo personalissimo j'accuse dalle pagine della carta igenica Rosa, abbiamo solo i vari Rocca che, a parte noi juventini che lo stimiamo, viene preso per un patetico goggo represso dal resto dell'Italia.
Io mi chiedo, e vi chiedo: perchè non siamo capaci di organizzarci e mettere pressione a questi soggetti (media ed altre persone influenti) affinchè non ci siano insabbiamenti. Inter e Milan (ma anche Lazio e Roma e tutte le altre) devono essere punite.
Devono avere un regolare processo (priveligio a noi non concesso) e nessun aiuto politico. Devono pagare qualora siano colpevoli come abbiamo pagato noi: la serie B, la revoca degli scudetti e lo smembramento della squadra.
Solo così ci sarebbe giustizia e solo in questo modo potremmo perdonare per quello che ci hanno combinato in Farsopoli.
Quindi... Vogliamo tempestare l'opinione pubblica di mail e telefonate, ricordando a lor giornalisti che questo argomento va perpetuato, approfondito ed "accusato"? Vogliamo protestare in maniera civile, senza violenza, ma facendo sentire lo nostra voce? Possibile che siamo 14 milioni, ma i 4 gatti interisti fanno piu casino che noi?
Io mi sono stancato farmi prendere per il c**o con sta storia degli onesti. Sono 8 mesi che soffriamo le pene dell'inferno, ma ora sta a loro e questo NON DEVE ESSERE INSABBIATO, ma tutto ciò può avversarsi solo grazie a noi.
Lottiamo, lottiamo, lottiamo... E, se esiste un Dio, giustizia sarà fatta!
BOMBA DI MERCATO

SE L'INTER AVESSE COBOLLI....
Questo è il titolo che non leggerete sul giornale rosa di domani.
Dunque, fosse applicato lo schema Guido Rossi-Carlo Verdelli-Paolo Liguori, quello per cui alla giustizia sportiva non servirebbero le prove, gli indossatori di scudetti altrui non avrebbero potuto iscriversi al campionato di A del 2004-05 e avrebbero dovuto giocare in B l'anno scorso, quindi Borrelli dovrebbe subito aprire d'ufficio l'inchiesta e i procuratori federali chiedere il ritiro dello scudetto rubato l'anno scorso, più la penalizzazione quest'anno – giusto del numero di punti per non fargli vincere lo scudetto – e, ovviamente, la B per il prossimo. Ibra, ovviamente, tornerebbe a noi in A.
Sarebbe fatta, se solo gli indossatori avessero come presidente Cobolli Gigli.
Il Foglio, 17 gennaio
Lo scudetto a tavaroli
Dopo aver vinto lo scudetto a tavolino, gli indossatori di scudetti altrui si apprestano a vincerne uno a tavaroli, cioè in assenza di avversari. Superando, infatti, la formidabile resistenza di squadroni tipo catania ed empoli, e grazie a due calciatori della Juve gentile omaggio di Cobolli, gli indossatori stanno mietendo record dopo record. Uno di questi è quello dei calciatori avversari appiedati. Oggi, per esempio, sono stati ammoniti preventivamente Mutu e Ujfalusi, i quali non potranno giocare la settimana prossima contro... indovinate chi? Con loro due diventano 18, in 19 giornate, i calciatori avversari che non sono potuti scendere in campo contro gli indossatori. Nel campionato sotto inchiesta, la Juve ne aveva avuti 25, e l'Inter 21, ma nel doppio di partite. Queste, ripeto, sono stupidaggini che interessano solo alla Gazzetta o ai bar dello sport, ma a patto che riguardino la Juve. Eppure c'è un record che gli indossatori sono riusciti a conquistare con brillantezza e di cui veramente mi congratulo: con lo squadrone che hanno, senza avversari e con due formidabili giocatori della Juve sono riusciti nell'impresa di conquistare un punto in meno dei campioni d'Italia dell'anno scorso.
14 gennaio
Il solito, formidabile, Rocca
CHI PREDICA BENE E RAZZOLA MALE...

MILANO — Tasse in saldo. Maxicontenziosi svenduti proprio da chi (per lo Stato) dovrebbe farle pagare (a grandi imprese private). Rilievi fiscali ridotti (dal vertice dell’Agenzia delle Entrate della Lombardia) finanche del 60% rispetto alle contestazioni mosse dalla Gdf o dagli Uffici territoriali. A volte con il sostegno di parlamentari. E forse anche in cambio di tangenti, almeno secondo l’ipotesi di una nuova inchiesta per corruzione avviata dalla Procura di Milano in uno stralcio di quella che il 17 ottobre 2005 portò i carabinieri della prima sezione del Nucleo operativo ad arrestare tre funzionari dell’Agenzia lombarda, filmati mentre incassavano 50mila euro da un commercialista.
Dal deposito degli atti si scopre ora che uno degli arrestati, Nicola Buccheri, ha aperto un nuovo filone coltivato dalla Gdf in perquisizioni a commercialisti o legali rappresentanti di una ditta del presidente del Palermo Calcio, Maurizio Zamparini, o della filiale italiana della multinazionale farmaceutica tedesca Schering, indagati per l’ipotesi di corruzione di Massimo Orsi, dal 2001 Direttore dell’Agenzia delle Entrate in Lombardia fino a diventarlo, pochi mesi fa, in Puglia.
Tra i «casi di pesanti interventi da parte del dottor Orsi e del mondo della "politica"», Buccheri inserisce un contenzioso fiscale della ditta individuale di Zamparini (a Vergiate), che nel 2003 vantò per il 2002 un credito d’imposta di 28,8 milioni di euro per investimenti in aree svantaggiate (Montalto Uffugo, Afragola e Benevento), utilizzato per compensare 28,3 milioni di imposte su plusvalenze. L’Ufficio delle Entrate di Gallarate ebbe a eccepire, e emise due avvisi di recupero per quasi 20 milioni. Il 18 agosto 2005, però, fu pubblicato il decreto n. 163, che all’articolo 5 forniva l’interpretazione autentica della legge sulle agevolazioni, favorevole a casi come una metà dei rilievi mossi a Zamparini.
«C’erano—dice Buccheri— due rilievi, 9 milioni e 10 milioni circa. Per i 9, un giorno mi ha chiamato il Direttore, e ha detto: "Senti, mi ha telefonato l’on. Miccichè, mi ha mandato questo fax, è la proposta di... è un decreto che è ancora in fase di approvazione, interpretazione autentica della norma sul credito d’imposta: va bene per mettere a posto Zamparini? ». Per «annullare l’atto limitatamente all’altra parte, il Direttore mi chiese di confezionare una richiesta di parere alla Direzione centrale normativa. Romanon ha ancora risposto», ma intanto «dovrebbe essere stata data la sospensione integrale del pagamento».
«Mi ritengo vittima di uno Stato canaglia, che continua a emettere cartelle esattoriali false per depredare i contribuenti— ribatte ora Zamparini —. Ben vengano le inchieste, non aspetto altro che mi interroghino, io che al Sud ho investito 100 milioni e creato 1.000 posti. Hanno fatto bene ad arrestare questo signore che dice falsità per scaricare su altri le sue responsabilità. Miccichè? Certo, io avrei voluto arrivare a Tremonti, ma conosco Miccichè perché è di Palermo, gli ho chiesto da chi dovevo andare non per avere favori ma per esporre le mie ragioni, e lui mi ha mandato dal direttore delle Entrate, Ferraro».
Altra pratica sospetta, per Buccheri «definita con un ottimo risultato per l’azienda, riguarda la multinazionale Shering »: 18,7 milioni imputati dalla Gdf,masolo 6,9 pagati all’esito di un’intesa tra pubblico e privato. Propiziata, per Buccheri, da «un intervento diretto di Orsi» che «mandò un verificatore all’Ufficio Milano 3 a rifare il lavoro in azienda per disattendere i rilievi della GdF e riformularne altri che di fatto fossero, diciamo, inferiori »; e dalla «mediazione di un autorevole uomo politico, l’on.Maurizio Leo, già direttore dell’Agenzia delle Entrate di Roma e vicepresidente della Commissione Finanze della Camera». L’azienda, che liquidò a un giovane commercialista 800 mila euro di parcella (più 200 mila a un altro più esperto) comprendente anche la parte di regolare compenso per la consulenza di Leo, rivendica la correttezza dell’iter della pratica. Nella quale, però, ora l’Audit dell’Agenzia delle Entrate segnala ai pm Maurizio Romanelli e Stefano Civardi «l’esistenza di alcune situazioni di non conformità dei profili procedurali », e di «criteri (sostanzialmente allineati a quelli proposti dalla parte) non del tutto coerenti con la prassi amministrativa di riferimento».
mercoledì, gennaio 17, 2007
SARA' IL CLASSICO INSABBIAMENTO?
MILANO (Reuters) - Il pm di Milano Carlo Nocerino ha predisposto gli inviti a comparire per il presidente dell'Inter Massimo Moratti, il vicepresidente nerazzurro Rinaldo Ghelfi, l'ex ad dell'Inter Mauro Gambaro e il vicepresidente del Milan Adriano Galliani, indagati nell'ambito dell'inchiesta sull'ipotesi di falso nei bilanci delle due squadre di calcio.
Lo riferisce una fonte giudiziaria.
Il magistrato intende convocare i dirigenti per un interrogatorio "in tempi brevi" allo scopo di interrompere i tempi di prescrizione previsti dalle norme sul falso in bilancio, ha spiegato la fonte.
La procura di Milano intende inoltre trasmettere gli atti dell'inchiesta all'ufficio indagini della Federazione italiana giuoco calcio (Figc) affinché si proceda anche sul versante della giustizia sportiva, ha detto la fonte.
L'Inter, contattata, non commenta la notizia dell'indagine, anticipata questa mattina sul Corriere della Sera, ma lo staff della società si è già detto sereno e fiducioso di poter far valere buoni argomenti da contrapporre alle tesi dell'accusa.
Il Milan ha già più volte ribadito la regolarità dei suoi bilanci.
L'inchiesta della procura di Milano è uno dei filoni nati dall'inchiesta principale della procura di Roma, avviata circa due anni fa, sulle presunte pratiche contabili di "abbellimento" dei bilanci delle società di calcio attraverso lo scambio di giocatori a prezzi gonfiati e l'iscrizione nei conti di plusvalenze fittizie.
Secondo l'ipotesi della procura milanese, l'Inter non avrebbe potuto iscriversi al campionato della stagione 2004-05, conclusa al terzo posto, senza ricorrere a questa pratica.
Nell'inchiesta sono indagate anche le due società di calcio come persone giuridiche in base alla legge 231 del 2001 sulla responsabilità amministrativa delle società per reati commessi dai propri dirigenti nell'interesse aziendale . Per questo tipo di reato -- per il quale si rischiano pesanti sanzioni pecuniarie - i tempi di prescrizione sono più lunghi rispetto a quelli per il reato di falso in bilancio, per il quale sono indagati i singoli dirigenti.
L'intenzione del pm Nocerino è di chiudere l'indagine in tempi strettissimi, ha aggiunto la fonte.
Nell'ambito dell'inchiesta della procura di Roma sul falso in bilancio, lo scorso settembre i pm romani hanno già chiesto il rinvio a giudizio per il patron della Roma Franco Sensi e l'ex proprietario della Lazio Sergio Cragnotti. Gli indagati hanno respinto le accuse. Inchieste sono aperte anche a Genova e Torino.
Ora, cosa prevederebbe il codice della giustizia sportiva (non so se è applicabile agli onesti, loro sono intoccabili...):
Art. 7: Violazioni in materia gestionale ed economica
1. La mancata produzione, l’alterazione o la falsificazione, anche parziale, dei documenti richiesti
dagli Organi di giustizia sportiva e dalla CO.VI.SO.C., ovvero il fornire mendace, reticente o
parziale risposta ai quesiti posti dagli stessi Organi, costituisce illecito.
2. La società che commette i fatti di cui al comma 1 è punibile con la sanzione dell’ammenda con
diffida, salva la più grave sanzione che possa essere irrogata per i fatti previsti dal presente articolo.
3. La società che, mediante falsificazione dei propri documenti contabili o amministrativi, tenta di
ottenere od ottenga l'iscrizione ad un campionato a cui non avrebbe potuto essere ammessa sulla
base delle disposizioni federali vigenti al momento del fatto, è punita con una delle sanzioni
previste dall’art. 13, lettere f), g), h) e i).
3.bis La società che non adempie agli obblighi di comunicazione e di deposito nei termini fissati
dalle disposizioni federali in materia di ammissione ai campionati professionistici è punita, per
ogni inadempimento, con le sanzioni dell’ammenda o di un punto di penalizzazione in classifica,
secondo quanto previsto dalle medesime disposizioni federali.
4. La società che pattuisce con i propri tesserati o corrisponde comunque loro compensi, premi o
indennità in violazione delle disposizioni federali vigenti, è punita con l’ammenda da uno a tre volte
l'ammontare illecitamente pattuito o corrisposto, cui può aggiungersi la penalizzazione di uno o più
punti in classifica.
5. La società appartenente alla Lega Nazionale Professionisti o alla Lega Professionisti Serie C che,
mediante falsificazione dei propri documenti contabili od amministrativi, si avvale delle prestazioni
di sportivi professionisti con cui non avrebbe potuto stipulare contratti sulla base delle disposizioni
federali vigenti, è punita con la penalizzazione di uno o più punti in classifica.
6. La violazione in ambito dilettantistico dei divieti di cui all'art. 94, comma 1, lettera a), delle
N.O.I.F., comporta le seguenti sanzioni:
a) la revoca del tesseramento;
b) a carico della società, l'ammenda in misura non inferiore a € 5.000,00 e la penalizzazione di
punti in classifica e, nei casi più gravi, la retrocessione all'ultimo posto in classifica del
campionato di competenza;
c) a carico del dirigente o dei dirigenti ritenuti responsabili, l'inibizione di durata non inferiore
a due anni;
d) a carico dei tesserati, la squalifica di durata non inferiore ad un anno.
6 bis. Il mancato pagamento, nel termine previsto dall’art. 94 ter, comma 11, delle N.O.I.F., delle
somme accertate dalla Commissione Accordi Economici della L.N.D. o dalla Commissione
Vertenze Economiche comporta l’applicazione, a carico della società responsabile, della sanzione
della penalizzazione di uno o più punti in classifica di cui all’art. 13, comma 1, lett. f. La stessa
sanzione si applica in caso di mancato pagamento, nel termine di trenta giorni dalla comunicazione
del lodo, delle somme accertate dal Collegio Arbitrale della L.N.D. per gli allenatori tesserati con
società dilettantistiche.
7. I dirigenti, i soci di associazione e i collaboratori della gestione sportiva che partecipano agli
illeciti di cui ai commi precedenti, sono soggetti alla sanzione della inibizione di durata non
inferiore ad un anno.
8. I tesserati che pattuiscono con la società, o percepiscono comunque dalla stessa compensi, premi
o indennità in violazione delle norme federali, sono soggetti alla squalifica di durata non inferiore a
un mese.
9. L’inosservanza del divieto di cui all’art. 16 bis, comma 1 delle N.O.I.F. comporta, su deferimento
della Procura Federale, le seguenti sanzioni:
a) a carico della società la penalizzazione di almeno 2 punti in classifica e l’ammenda non
inferiore a Euro 10.000,00 da destinarsi alla F.I.G.C. per la cura del vivaio nazionale;
b) a carico dei soci,anche se interposti, aventi plurime partecipazioni, la sanzione di cui al
successivo art. 14, comma 1 lett. e) per un periodo non inferiore ad un anno;
10. L’inosservanza del divieto di cui all’art. 52, comma 6 delle N.O.I.F. comporta, su deferimento
della Procura Federale, l’applicazione delle seguenti sanzioni:
a) a carico della società la penalizzazione di almeno 2 punti in classifica e l’ammenda non inferiore
a Euro 10.000,00 da destinarsi alla F.I.G.C. per la cura del vivaio nazionale;
b) a carico dei soci, amministratori e dirigenti la sanzione di cui all’art. 14, comma 1 lett. e) per un
periodo non inferiore ad un anno.
Ora aspettiamo la concusione delle indagini, ma si capisce benissimo già da queste prime notizie che gli onestissimi non sono così puri (non che non lo sapessi, ma giusto per conferma).
Ora i casi sono fondamentalmente 2: o si punisce l'Inter (e il Milan) con la dichiarazioen di fallimento. In questo caso le due società milanesi potrebbero avvalersi della legge aborto creata per salvare alcune società il Torino, ovvero il lodo Petrucci, che prevede la retrocessione di una sola categoria per le società dichiarate fallite (quando, invece, dovrebbero SPARIRE o al limite RIPARTIRE DAI DILETTANTI CON UN ALTRO NOME E SENZA STORIA DEL CLUB!!! Ma si sa, siamo in Italia e certe cose non valgono) oppure si risolve tutto in una bolla di sapone. Quest'ultima ipotesi la ritengo la più probabile in quanto i media non si scaglieranno mai contro queste due società e non si potrà mai costruire un processo-farsa come quello della scorsa estare, in cui la Juve è stata spedita in B per "volere popolare" (leggete le motivazioi e ditemi se non è così...). In questo caso, il calcio scriverebbe un'altra vergognosa pagina alla voce "scandali impuniti", il che DOVREBBE portare tutti gli sportivi a protestare contro il sistema, contro i protagonisti stessi e contro i media.
Caro Moratti, da questa indagine si capirà se Farsopoli è stata una montatura da lei organizzata (nel caso in cui la faccia franca e non retrocedano l'Inter) oppure se tutte le accuse rivolte a lei da noi juventini sono prive di fondamento (nel caso in cui, com'è giusto che sia, l'Inter faccia la stessa fine della Juve).
Aspettiamo e vediamo.... Io, però, ci credo poco...
ALLUCINANTE!!!
Era uno dei cavalli di battaglia di Roberto Castelli, ingegnere acustico ed ex Guardasigilli. "Maggiori risorse per la Giustizia? Serve piuttosto una cultura manageriale", amava ripetere l'ex ministro citando immancabilmente l'abnorme crescita dei costi per le intercettazioni telefoniche. "Siamo in una giungla", denunciava il senatore leghista, "e nessuno prima di me è mai intervenuto per un riordino". Tutto vero. Peccato che tra il 2001 e il 2003 il ministero da lui diretto abbia gettato al vento più di 200 milioni di euro in spese per apparati d'intercettazione il cui uso avrebbe potuto benissimo essere evitato.
Il caso, sul quale ha indagato a lungo la Guardia di Finanza e la magistratura di Roma, nasce quando Telecom, Omnitel e Tim decidono di dotarsi di macchinari che consentano di trasmettere alle sale ascolto delle procure i dati di traffico telefonico in contemporanea con le intercettazioni. In pratica di fornire agli investigatori non solo il contenuto delle conversazioni spiate, ma in tempo reale anche i numeri di telefono e gli intestatari delle chiamate in entrata e in uscita. La Urmet di Torino vende alle società telefoniche gli apparecchi chiamati Dfd (distributori di fonie e dati) che rendono possìbile l'operazione. Il problema è che Urmet inserisce nei Dfd un codice che cripta il segnale in uscita. Per poter utilizzare il nuovo servizio le procure devono così noleggiare a caro prezzo, 26 euro al giorno per ogni singola intercettazione, un decoder, denominato risponditore Srf, prodotto sempre dalla Urmet. Nel giro di pochi mesi i costi delle intercettazioni aumentano all'improvviso del 35 per cento circa.
L'affare ha il sapore dell'imbroglio. Anche perché Telecom invia ad alcuni magistrati un dépliant nel quale si dice che senza i risponditori Srf non sarà più possibile registrare le intercettazioni. In realtà i risponditori servono solo per accoppiare istantaneamente i dati di traffico alle varie telefonate. L'11 gennaio 2002 se ne rende conto anche la Procura nazionale antimafia che, allarmata, scrive al ministero della Giustizia. I pm spiegano come "il protocollo cifrato di trasmissione", che Urmet non vuole fornire alle aziende concorrenti, determini "una situazione di sostanziale monopolio" e "costi superiori a quelli del libero mercato". Quattro mesi dopo, la Procura di Roma apre un'indagine a carico d'ignoti nella quale ipotizza una gigantesca truffa. L'inchiesta sarà poi archiviata, ma Giovanni Ferrara, il procuratore in persona, pur sostenendo che nella vicenda non si ravvisano reati penali, punta l'indice contro il ministero retto da Castelli. Infatti in via Arenula nessuno ha battuto ciglio quando nei primi giorni del 2002 è arrivata la lettera dei magistrati antimafia: il monopolio Urmet è proseguito per tutto l'anno, e per buona parte del 2003, provocando un ulteriore aggravio di costi calcolabile in almeno 150 milioni di euro. E si è rotto solo quando, durante l'inchiesta penale, l'azienda torinese ha fornito, dopo mesi di pressanti richieste da parte di Omnitel, il codice con cui criptava i dati.
Ferrara, riferendosi alla denuncia dell'Antimafia, scrive nella sua richiesta di archiviazione: "A quel punto avrebbe dovuto essere il ministero ad accentrare su di sé la definizione delle questioni, determinando l'acquisto di risponditori ovvero di tariffe di noleggio valide per tutti o ancora rappresentando a Urmet l'esigenza di conoscere il protocollo di trasmissione (così da impedire le temute situazioni di monopolio) (...) Nessuna iniziativa è stata peraltro adottata a livello ministeriale, forse per una sottovalutazione della estrema rilevanza delle problematiche tecniche e dei connessi aspetti economici". Un bello smacco per un ingegnere acustico come Castelli che aveva fatto della gestione manageriale della giustizia il suo motto e che invece, per la mancanza di fondi, ha dovuto fare i conti con tribunali senza riscaldamento (Roma), carta igenica e per fotocopie (Roma, Bari), auto blindate e codici (Palermo), materiali di cancelleria (quasi ovunque).
Ma a leggere le 34 pagine del decreto di archiviazione dell'indagine romana, inspiegabilmente inviate al ministero e alle commissioni giustizia di Camera e Senato con un intero lunghissimo paragrafo coperto da omissis, le sorprese non finiscono qui. C'è di peggio. In molti casi sono stati noleggiati risponditori Urmet da utilizzare per spiare utenze Wind. Macchinette del tutto inutili visto che Wind non ha mai criptato i dati di traffico inviati ai centri di ascolto. Le compagnie telefoniche, poi, hanno rinnovato i propri apparati d'intercettazione a costo zero, facendosi interamente rimborsare dallo Stato.
Quello che è accaduto con Telecom rende bene l'idea delle dimensioni dello scandalo: tra il 2000 e il 2001 la società, allora gestita da Roberto Colaninno e dai bresciani di Chicco Gnutti, investe 55 miliardi di lire nel nuovo "progetto intercettazioni". Particolare importante: nella cordata che allora controllava l'ex monopolista telefonico c'era anche Massimo Mondardini, il proprietario di Urmet che si trovava a essere allo stesso tempo fornitore e socio dell'azienda di telecomunicazioni. In quegli anni nelle centrali di Telecom vengono adottati i trasmettitori Dfd della Urmet e così, scrive la Procura, la compagnia "consegue rilevanti economie in termini di risorse umane e materiali" e soprattutto libera migliaia di linee telefoniche che "vengono messe a disposizione dell'utenza commerciale, naturalmente a titolo oneroso". Insomma, ammodernare gli impianti è un investimento che rende. Eppure il governo decide comunque di rimborsare le spese affrontate dalle aziende telefoniche. Come? Presso i ministeri della Giustizia e delle Telecomunicazioni un "apposito Gruppo di Lavoro" stabilisce un listino prezzi in base al quale, per tre anni, tra il 2002 e il 2004, alle compagnie viene garantito "un aumento di lire 70.083 (ogni 50 giorni d'intercettazione, ndr) destinato a compensare gli investimenti dei gestori che si erano dotati dei trasmettitori". In nessun altro paese d'Europa è mai accaduta una cosa del genere.
In questo caso però le responsabilità politiche, almeno quelle iniziali, non ricadono su Castelli, ma sui suoi predecessori del centrosinistra. Il gruppo di lavoro predispone infatti la bozza del Listino prezzi agli inizi del 2001 e un decreto interministeriale la rende operativa a partire dal 26 aprile di quello stesso anno (la fiducia al governo Berlusconi è del 18 giugno). Il fatto "inquietante", secondo la Procura di Roma, è comunque un altro: al gruppo di lavoro partecipa, in qualità di consulente del ministero della Giustizia, Bruno Pellero, forse il miglior esperto d'intercettazioni d'Italia, che allora "collaborava a vario titolo con società del gruppo Urmet". I magistrati ritengono anzi che la fabbricazione dei trasmettitori e ricevitori Urmet sia stata possibile "grazie anche ai suoi concreti apporti tecnici". Perciò trovano singolare che nel Listino non si parli dei risponditori che le procure devono noleggiare da Urmet.
Per qualche mese i sospetti nei confronti di Pellero sono pesanti: si pensa "a un indebito favore" fatto alle compagnie con "l'inusitato piano di ammortamento degli investimenti sostenuti dai gestori telefonici" e a una deliberata "volontà" di dare una mano a Urmet. In realtà, come emergerà dall'indagine, accanto al Listino il gruppo di lavoro aveva proposto di approvare anche un altro documento, chiamato 'repertorio', nel quale la questione dei risponditori veniva affrontata. Ma alla fine l'ufficio legislativo di via Arenula aveva bloccato il tutto, sostenendo che per l'approvazione non bastava un decreto interministeriale, ma ci voleva una legge.
La confusione normativa, la fretta dei pm di poter disporre di più efficaci strumenti d'inchiesta, l'incapacità dimostrata dai politici, fa poi il resto: per tre anni gli utili delle società del gruppo Urmet, in quel momento in difficoltà per il calo degli appalti nella telefonia, aumentano vertiginosamente. Urmet fin che può si rifiuta di consegnare a tutti "le specifiche tecniche del protocollo di trasmissione". Anche a Telecom e alla Procura nazionale antimafia.
Oggi in via Arenula i retroscena di questa storia fanno molto rumore. Leggendo il testo dell'archiviazione, il sottosegretario alla Giustizia Luigi Ligotti (Idv) è rimasto "incredulo e sconcertato" e ha segnalato alla commissione Giustizia della Camera, dove è stata aperta un'inchiesta sul costo delle intercettazioni telefoniche, come il punto centrale della questione siano le spese per noleggio di tutte le apparecchiature. "È sperabile", aggiunge, "che l'ex ministro Castelli faccia capire come sia stato possibile che questo enorme scandalo accadesse". Vedremo. Per il momento in Parlamento c'è chi si limita a chiedere di ridurre il numero dei reati per cui è consentito intercettare i telefoni. Un metodo sicuro per spendere meno. E soprattutto per lasciare impuniti i colpevoli.
Fonte: L'espresso
LIBRO SU FARSOPOLI

Vi segnalo questo bellissimo libro, scritto da Antonello Oggiano, che cerca di raccontare la verità di Farsopoli, naturalmente occultata dai media.
Mandiamo la Juve in B - Calciopoli o Farsopoli?
di Antonello Oggiano
In questo libro si analizza il processo di Calciopoli. Troverete informazioni che la maggior parte degli organi di stampa,asserviti al potere,ha tentato di far passare inosservati. Collusioni tra politica, mondo finanziario e calcio. E’ veramente possibile che un ex capostazione avesse più potere di chi foraggia tutto il sistema? Di chi ha in mano i diritti televisivi, di chi sponsorizza il campionato o di chi finanzia le squadre in difficoltà? Come mai la giustizia sportiva ha deciso in modo differente, su casi analoghi (fideiussioni false, passaporti falsi, debiti, doping amministrativo, ecc), salvando le grandi squadre e punendo le piccole (provocandone talvolta il fallimento) o non facenti parte di un certo “giro” (la vera Cupola?). Se credete che la Juve sia colpevole per assioma o la vostra squadra sia immacolata per dogma, questo libro non fa per voi; se invece volete un mezzo per avvicinarvi alla verità, questo è il vostro libro.
Autore : Antonello Oggiano
Pagg. : 160
Libro a copertina morbida : €13.68
Per info e/o acquisti e-mail: antonello.oggiano@email.it
Clicca qui per vedere il topic sul libro da J1897.com, con tanto di commenti dell'autore.
W L'ONESTA' E LA TRASPARENZA
Per la Procura, senza escamotage contabili come plusvalenze fittizie per i 'buchi', l'Inter non avrebbe potuto iscriversi alla Serie A 2004/2005. Inter e Milan indagate come società in base alla legge 231.
Il presidente dell'Inter è sotto accusa per aver firmato i conti del 2003. La società nerazzurra: possiamo contrapporre buoni argomenti tecnici.
Fonte: Corriere della Sera
Ecco a voi, gli onestoni!
L'Inter, se non avesse un uomo di fiducia in ogni posto strategico, sarebbe già scomparsa dalla serie A, altro che scudetto e record....!
Clicca per vedere il servizio completo da corriere.it
giovedì, gennaio 11, 2007
QUALCHE NEWS DI OGGI....

Intanto oggi è l'11 gennaio. A molti, probabilmente, questa data ricorderà solo quella della morte di Fabrizio De Andrè, ma per noi juventini è il PRIMO GIORNO DELLA VENDETTA! Vediamo perchè:
Si svolgera l'11 gennaio 2007 al Tar del Lazio l'udienza in camera di consiglio nella quale si discuterà della richiesta di sospensiva del provvedimento di assegnazione all'Inter dello scudetto 2005/06 avanzata dall'associazione 'L'ego di Napolì, presieduta dall'avvocato Raffaele Di Monda. Tale richiesta, spiega il legale, "è stata avallata dall'inesistenza del presupposto unico che avrebbe determinato l'assegnazione del titolo: valore etico". Secondo Di Monda, che ha ricordato vari episodi a sostegno della sua tesi, l'Inter non ha nulla di eticamente corretto; quindi se alla Juventus lo scudetto è stato tolto perchè ritenuta non eticamente corretta di certo non può essere assegnato all'Inter".
E ancora:
Verra' discusso il 18 gennaio dal Tar del Lazio, il ricorso contro l'arbitrato del Coni di un gruppo di piccoli azionisti della Juve. Il comitato, che annovera anche duecento piccoli azionisti, chiede l'annullamento della decisione del 27 ottobre scorso (che ha ridotto la penalizzazione per la Juventus). All'udienza del 18 gennaio i giudici amministrativi valuteranno la possibilita' di sospendere gli effetti del provvedimento del Coni.
Questo è quello che si discuterà da oggi in tribunale, ma sinceramente ho sempre meno fiducia nelle istituzioni. Ora vi propongo un bel lavoro trovato sul Web, che ci rinfresca la memoria su ciò che è successo quest'estate.
GUIDO ROSSI, CONFLITTI DI INTERESSE, MALAFEDE, UEFA E IL PRICIPIO OLIMPICO.
Dunque.
L'idea che un campionato vada alla 3 classificata può sembrare logico, ma non è l'unica possibilità.
-Il 16 maggio 2006 Guido Rossi viene nominato commissario straordinario della Federazione Italiana Gioco Calcio, dopo lo scandolo di Calciopoli.
Il 26 luglio 2006, dopo aver delegato lo studio dell'argomento a un comitato di tre saggi (Gerhard Aigner, Massimo Coccia e Roberto Pardolesiassegna), decide di assegnare il titolo di Campione d'Italia per la stagione 2005/2006 all'Inter, che era rimasto non assegnato in seguito al verdetto della giustizia sportiva verso la Juventus, retrocessa in serie B, che era giunta prima e anche riguardo al Milan giunto secondo ma penalizzato di 30 punti.
-Nel corso dello scandalo cosiddetto “Moggiopoli”, giungono a Guido Rossi da tutt’italia segnalazioni su comportamenti illeciti tenuti da altre squadre (Inter, Milan, Roma, Lazio, Parma ecc.).
L’argonauta (definizione data da Della Valle) decide di perseguire penalmente chi segnala tali comportamenti perchè “INTRALCIA IL LAVORO DELLA GIUSTIZIA!!!”
-come già detto... Il 26 luglio 2006, dopo aver delegato lo studio dell'argomento a un comitato di tre saggi (Gerhard Aigner, Massimo Coccia e Roberto Pardolesiassegna), decide di assegnare il titolo di Campione d'Italia per la stagione 2005/2006 all'Inter.
Se i tre saggi avessero detto che, comunque lo scudetto si può anche assegnare ad una squadra che retrocede, lui gli avrebbe dato ascolto?
No di certo! (anche se i regolamenti prevedono questa possibilità)
Lo scudetto e la classifica infatti possono anche non coincidere.
Per esempio una squadra può vincere lo scudetto e fallire la settimana dopo.
L'iscrizione al nuovo campionato non sarebbe più possibile, ma lo scudetto dovrebbe rimanere sulla maglia di chi lo ha vinto.
La squadra sarebbe retrocessa per esempio in C, ma con lo scudetto sulla maglia.
Persino l'UEFA vuole solo la classifica, e non vuole sapere chi è il vincitore.All'UEFA bastano i nomi da iscrivere ai tornei Europei.
I tre saggi avrebbero potuto prospettare 20 ipotesi diverse, ma indovinate quale avrebbe scelto il mitico Guido?
Lo scudetto di legno sulla maglia dei nerazzurri! è chiaro no!?!?
-Prima ancora delle sentenze sportive DEFINITIVE di calciopoli, il signor Guido Rossi aveva già assegnato lo scudetto all'Inter, sua squadra del cuore.
Lo sceriffo avrebbe potuto dare lo scudetto alla Juve per meriti sportivi (nell'anno scorso non sono provate irregolarità) e poi spedirla in B. (per esempio)
Oppure facciamo l'esempio della Reggina.
E' stata penalizzata ma per l'anno in corso.
Noi invece siamo stai penalizzati per l'anno "incriminato".
Se avessero voluto potevano darci una pena tipo A -20 per questa stagione, -15 per quella dopo, -10 per quella dopo ancora...
C'erano 30 modi diversi di darci delle penalità ma secondo voi quale era la migliore per i BOYS di milano?
Torniamo alla Reggina.
Se gli avessero tolto 1 solo misero punto, la Reggina sarebbe retrocessa.
Invece i punti di penalità li hanno affibbiati nella stagione in corso.
Comunque calciopoli è nata da intercettazioni legali e NON, fatte da casa Inter.
Come mai nel processo l'Inter non ha subito un giudizio?
Si parla di gennaio, Borelli ha ricevuto il fascicolo...
Visto che, aldilà delle minkiate che dice Moratti (altra discussione lanciata da me...), c'è una FATTURA INTERNAZIONALE a dimostrare gravissimi illeciti in casa Inter, le cose dovrebbero essere persino migliori per noi visto che la fattura è stata ritrovata dopo le sentenze di calciopoli.
Però G.D'avanzo parlò del dossier DeSantis già il 23/05/2006.
Tralasciando in senso stretto calciopoli e il processo farsa...
Quando eravamo sotto l'influsso di calciopoli il pallone gonfiato ha approfittato della situzione per assegnare lo scudetto all'inter giustificando che questa scelta era dovuta in quanto richiesta dall'uefa per assegnare i posti in champions e in coppa uefa. NON E' ASSOLUTAMENTE VERO. L'uefa aveva chiesto una classifica e non l'assegnazione dello scudetto......ma sappiamo che una menzogna ripetuta più volte può diventare verità.
Poi si è parlato anche (a sproposito), del principio OLIMPICO.
(Franco Rossi - professione giornalista cabarettista - spesso cita questo principio).
Se i 3 saggi hanno usato questo criterio hanno sbagliato.
Le olimpiadi si svolgono in un tempo brevissimo (un mese), e le gare sono spesso strutturate in modo che i concorrenti gareggino tutti assieme (es i 100m piani) o comunque svolgono prove solitarie giudicate poi da giudici con un punteggio.
Se un concorrente è dopato si fa in fretta a capire chi ha vinto, la classifica è un buon strumento di misura.
Ma se si fa un torneo dove tutti, devono giocare in singole gare, contro tutti ( in un tempo lunghissimo come il campionato) le cose si complicano.
Per convenzione (chiaramente) il principio olimpico vale nelle olimpiadi anche quando lo sport non ha le caratteristiche che dicevo sopra.
Esempio il Basket o il Calcio devono per forza adeguarsi a questo principio quando si giocano partite olimpiche.
Altrimenti avremmo 2/3/4 modi diversi di giudicare, 100m, anelli, nuoto, calcio, ecc.... sarebbe il Kaos.
Però in un torneo lungo, (CHE NON HA NIENTE A CHE FARE CON LE OLIMPIADI) se una squadra trucca un paio di partite, non è più possibile sapere come sarebbe andata se gli illeciti non ci fossero.
Ristilare una classifica è impossibile.
Soprattutto quando il torneo è finito. (magari 2 anni fa)
Se becco in tempo Borriello... posso evitare che continui a giocare il torneo, (magari già compromesso, perché fino ad ora qualche volta ha giocato), ma se lo becco a fine campionato...
Si potrebbe dare a tavolino la partita a chi aveva subito il danno e poi riscrivere la classifica matematicamente.
Comunque è un casino.
Ora visto che l'ultimo campionato non è toccato da intercettazioni, io l'avrei lasciato alla Juve (NON PERCHé TIFOSO).
Anche perché c'è un altra considerazione.
A tutto questo si aggiunge il pesantissimo problema della prescrizione.
Se la prescrizione fosse di 5 anni?
Io scopro una partita truccata di 4 anni e mezzo fa (con prove inequivocabili).
Giudico. Poi dopo?
Che facciamo?
Ri-stiliamo 5 anni di classifiche? (come hanno fatto con la Juve per questi 2 anni)
Anche se gli altri anni sono buoni, non avresti per esempio vinto altri campionati eventuali coppe campioni ecc.
Con punti in meno applicati all'anno successivo se hai vinto una champions dovrebbero togliertela, (non avresti mai potuto parteciparvi).
Cos'è carnevale?
Il buon senso in qualunque giudizio è necessario.
Sennò avrebbero dato penalità per anni a venire...
I 3 saggi insomma servivano a trovare delle pseudo-giustificazioni per dare lo scudetto all'Inter.
Quello non assegnato (revocato) potevano anche quello darlo all'Inter.
Non lo hanno fatto, perché hanno seguito il ragionamento che ho fatto io, ed è stato revocato dai giudici.
L'argonauta si è subito fiondato sull'altro e ha cercato un modo credibile per darlo all'Inter.
Ci è riuscito perché la maggior parte della gente è convinta che sia tutto normale.
• Nucini racconta a Facchetti di “metodi speciali” utilizzati da Moggi per condizionare gli arbitri, ma L’ARBITRO, convocato in procura, NON E’ IN GRADO DI FORNIRE PROVA DI TALI COMPORTAMENTI, allora Moratti, per non compromettere Facchetti, intimo confessore di Danilo Nucini, ordina di lasciar perdere, preferendo affidare a spie professioniste ulteriori indagini (VEDI SOPRA)
Giuseppe D’Avanzo su Repubblica del 23 maggio 2006
(complimenti a Nucini novello Mata-Hari, ma non era un arbitro?)
L'INCHIESTA: Dall'Inter a Telecom i 100mila file degli spioni.
di GIUSEPPE D'AVANZO
Ricordate lo spionaggio contro Piero Marrazzo e Alessandra Mussolini? Era soltanto un capitolo della spy story che coinvolge la Telecom e che ora si arricchisce anche di un capitolo calcistico. Ma la vera notizia è che l'intero archivio illegale è stato finalmente trovato e quel che si immagina da tempo diventa purtroppo una realtà che inquieta. Gli spioni privati, ingaggiati e pagati da Pirelli e dalla sua controllata Telecom Italia, hanno raccolto migliaia di "fascicoli" sul conto di politici, uomini di finanza, banchieri e finanche su arbitri e manager di calcio.
I più prudenti e discreti, tra gli interlocutori, sono disposti a dire che "i file raccolti illegalmente sono decine e decine di migliaia". Altre fonti offrono un numero tondo: "I file sono centomila".
Gli uni e le altre concordano che una "schedatura" così ramificata non s'è mai vista dai tempi del Sifar del generale Giovanni De Lorenzo. Ora l'"archivio" è all'esame della procura di Milano. Che, dopo molti tentativi infruttuosi, è riuscita a entrare nella memoria di un computer difeso con dieci livelli di protezione e scovato quasi per caso.
I tecnici dei pubblici ministeri sarebbero forse ancora al lavoro se l'ultima, decisiva password non fosse stata fornita proprio dallo "spione" capo, Emanuele Cipriani, 45 anni, boss di un'importante agenzia d'investigazione, la Polis d'Istinto, da tre lustri al centro di un network d'intelligence messo su da Giuliano Tavaroli, 46 anni, già responsabile della sicurezza di Telecom.
Entrambi sono accusati di "associazione per delinquere finalizzata alla rivelazione del segreto istruttorio" (da una costola di quest'inchiesta sono già saltate fuori le manovre storte contro Piero Marrazzo e Alessandra Mussolini).
Il pasticcio spionistico incrocia anche lo scandalo del calcio. Per quanto racconta Emanuele Cipriani ai magistrati, nei file illegali della Polis d'Istinto ci sono alcuni dossier raccolti, su input dell'Inter di Massimo Moratti e ordine di Marco Tronchetti Provera, contro l'arbitro Massimo De Santis, il direttore sportivo di Messina e Genoa Mariano Fabiani, il direttore sportivo del Catanzaro Luigi Pavarese. La scoperta ha amareggiato (e irritato) molto la Procura di Milano.
Ai pubblici ministeri, tre anni fa, è stata segnalata la confessione che l'arbitro Danilo Nucini affida "in privato" al presidente dell'Inter, Giacinto Facchetti. La "giacca nera" racconta "il metodo Moggi"; le pratiche occulte utilizzate per aggiustare i risultati prima della partita; le modalità e i luoghi degli incontri clandestini del direttore della Juve con gli arbitri "addomesticati". Addirittura indica i numeri di telefono "coperti" utilizzati dalla "banda" per comunicare in sicurezza. Facchetti invita Nucini a incontrare i magistrati. L'arbitro non ne vuole sapere, non se la sente di strappare il velo. Il presidente dell'Inter insiste. Pena un po'. Alla fine, la spunta. Nucini va in procura, ma è un buco nell'acqua. L'arbitro non conferma le sue accuse. Tocca ora a Facchetti. Se la sente di diventare attore della denuncia riferendo ai magistrati le rivelazioni di Nucini, peraltro registrate dal presidente dell'Inter? Facchetti affida la decisione al patron della squadra, Massimo Moratti. Che esclude la testimonianza per non "compromettere" il presidente del club. La storia sembra morta lì. Invece continua per vie oblique (da qui l'irritazione della procura che si sente oggi utilizzata e gabbata dall'Inter).
Il club neroazzurro si rivolge alla rete spionistica di Telecom, alla Polis d'Istinto di Emanuele Cipriani, per venire a capo della presunta corruzione di Massimo De Santis, indicato da Nucini come uno dei protagonisti dei trucchi. Il Corriere della Sera ha già svelato la nota di accompagnamento dell'indagine spionistica: "Con il presente report siamo a riportare quanto emerso dall'attività di intelligence attualmente in corso a carico di Massimo De Santis e della di lui coniuge, sviluppata al fine di individuare eventuali "incongruità" in particolare dal punto di vista finanziario e patrimoniale a carico del soggetto di interesse".
L'incrocio della storia con lo scandalo del calcio finisce qui e appare tutto sommato marginale nell'imponente schedatura illegale che i magistrati scoprono nel computer "aperto" da Cipriani. "Decine e decine di migliaia di fascicoli" ("centomila"?) svelano un lavoro accuratissimo portato avanti con la collaborazione di pubblici funzionari infedeli capaci di violare le banche dati del Viminale, della Banca d'Italia, degli uffici della pubblica amministrazione.
Le schede hanno un loro preciso canone. Si interrogano le conservatorie dei registri immobiliari, gli archivi notarili, il pubblico registro automobilistico, il registro navale, l'anagrafe tributaria. Si scava negli istituti di credito, nei fondi di investimento, nelle società finanziarie. Si annotano i soggiorni all'estero, la presenza abituale in luoghi di villeggiatura. Quasi sempre, gli accertamenti sono estesi al coniuge o ai figli, alle persone fisiche o giuridiche, società, consorzi, associazioni del cui patrimonio il poveretto "schedato" risulta poter disporre "in tutto o in parte, direttamente o indirettamente". I file si arricchiscono dei tabulati telefonici del maggiore gestore italiano di telefonia - sono documenti che permettono di ricostruire l'intera mappa dei contatti del "soggetto di interesse" - in qualche caso, delle intercettazioni della magistratura perché Giuliano Tavaroli ha controllato, fino a qualche tempo fa, il Centro nazionale autorità giudiziaria (Cnag) dove transitano tutte le richieste d'intercettazione dell'autorità giudiziaria.
In teoria, dunque, le schede degli spioni possono raccogliere anche intercettazioni abusive perché è possibile attivare una "linea di ascolto" senza decreto giudiziario in quanto a priori non c'è alcun controllo (soltanto a posteriori è possibile risalire alla traccia che lascia l'attivazione della linea di intercettazione: sono le tracce che i magistrati ora stanno cercando).
Lo schema d'investigazione appare molto simile, se non identico, alle indagini per mafia o riciclaggio. Anche nel caso delle schedature illegali, infatti, l'obiettivo degli "spioni" è l'accertamento di una sproporzione tra i redditi dichiarati e i beni posseduti.
Con un vantaggio rispetto alle polizie: la Polis d'Istinto appare in grado misteriosamente di compiere senza difficoltà anche accertamenti patrimoniali all'estero.
Ora bisogna chiedersi chi è stato spiato, per conto di chi, che uso è stato fatto dei dossier o se ne voleva fare? Sono domande che spingono su un sentiero molto scivoloso. Tutte le fonti vicine all'inchiesta sono restìe ad azzardare una qualche conclusione, anche se approssimata. L'indagine, dicono, è ancora in corso.
Si sa però che l'archivio illegale raccoglie più o meno i nomi dell'intera classe dirigente - politico, economica, finanziaria - del Paese. Ci sono tutti i protagonisti della scalata di Bpi ad Antonveneta e di Unipol a Bnl, per dire. Gli industriali e i finanzieri che scalarono nel 1999 la Telecom. I politici e gli uomini di governo che guardarono con interesse a quell'operazione.
Emanuele Cipriani sostiene che il suo lavoro è stato regolarmente commissionato, attraverso Giuliano Tavaroli, dal presidente Marco Tronchetti Provera. Ma è vero? O è vero che, confidando nel loro incarico ufficiale, Cipriani e Tavaroli si sono messi, con il tempo, in proprio schedando obiettivi ("soggetti di interesse") selezionati di volta in volta da altri misteriosi "clienti" o così fragili da poter essere ricattati e "condizionati"?
Emanuele Cipriani rintuzza i dubbi mostrando le fatture regolarmente emesse da Pirelli-Telecom, anche se per prestazioni definite negli archivi delle società in modo molto generico. Più o meno quattordici milioni di euro, anche se Cipriani preferisce farsi pagare in sterline e a Londra. Da dove curiosamente il denaro comincia a muoversi come in un vortice. Montecarlo. Svizzera. Infine, l'approdo in un conto della Deutsche Bank del Lussemburgo, intestato alla Plus venture management, società off shore con base nel paradiso fiscale delle Isole Vergini britanniche. Che necessità c'è di far fare a quel denaro, compenso di regolare contratto di consulenza/collaborazione, il giro del mondo? Per quel che se ne sa, non è la sola domanda che non trova ancora una risposta. Ce n'è un'altra, forse più importante. Se è Marco Tronchetti Provera a commissionare quei dossier, perché alcuni fascicoli riguardano lo stesso Tronchetti e gli affari di sua moglie Afef? Anche loro, i "padroni" della Telecom, potevano essere sottoposti a pressioni? In questo caso, chi davvero muoveva la mano degli spioni. Soltanto l'avidità personale o altri "clienti" desiderosi di indirizzare le mosse del presidente di Pirelli/Telecom? La storia del grande archivio spionistico e illegale della Seconda Repubblica è ancora tutta da scrivere.
LA TELEFONATA FACCHETTI-PAIRETTO
Calciopoli ha messo in discussione l'operato di Luciano Moggi proprio su questo tipo di rapporti.
Come sappiamo anche dalle dichiarazioni di Paolo Bergamo, molti dirigenti di squadre tenevano questo tipo di comportamento.
Quindi non solo Moggi "telefonava".
Bergamo infatti ha detto:
"Io parlavo con tutti, qualcuno ha selezionato le intercettazioni. Perchè non c'è l'Inter? mancano dirigenti e allenatori"
Chi era il telefonatore più insistente? "Giacinto Facchetti. Parlarne mi addolora per l’amicizia che ci legava dagli anni sessanta e per la prematura scomparsa, ma la sua società, l’Inter, si lamentava più di tutte".
E di cosa? "Facchetti era sempre scontento ed io lo capivo, perché l’Inter faticava a vincere. Sospettava di tutto, molti arbitri non gli erano graditi, le griglie non gli piacevano, Juve e Milan gli facevano paura".
In concreto, cosa ha fatto lei per andargli incontro? "Ho sempre messo i nerazzurri nella fascia di sorteggio con Juve e Milan. Poi ho cercato di spiegargli certi errori per convincerlo che non c’era prevenzione. Ho tenuto con l’Inter rapporti molto stretti, ho anche invitato Facchetti a cena. Ci tenevo a fargli vedere la mia casa, il mio tenore di vita, volevo dimostrare la mia assoluta indipendenza economica. Non avevo bisogno di nessuno".
Facchetti quindi era un grande telefonatore.
Il suo rapporto con i designatori è di GRANDISSIMA amicizia, ci sono PERSINO le cene a casa di Bergamo...
Non solo a Bergamo telefonava, ma anche a Pairetto.
Uno dei colloqui tra Gigi Pairetto e Giacinto Facchetti è del 15 settembre 2004. Sono le 12,59.
Al centro della telefonata ci sono le valutazioni sugli arbitri di Champions League e alcune tessere dell’Inter destinate a Pairetto.
( l’Inter era in un girone con il Valencia, il Werder Brema e l’Anderlecht )
Ecco il testo di quella telefonata:
FACCHETTI: e li han già deciso poi per le prossime partite ?
PAIRETTO: si sulla seconda c’è Meier eh poi ok.
FACCHETTI: sulla seconda quella con …
PAIRETTO: qual è non non
FACCHETTI: non con il Valencia
PAIRETTO: non quella… l’ult… qual è la terza di di
FACCHETTI: la terza
PAIRETTO: quella più importante che avete
FACCHETTI: la terza è con l’Anderlecht, eh la terza è l’Anderlecht
PAIRETTO: non aspetta te lo… ce l’ho di la infatti avevo detto, ho fatto mettere Meier, no allora è la seconda perché era la partita quella importante
FACCHETTI: eh si perché dovrebbe essere
PAIRETTO: allora dovrebbe essere quella adesso te… lo vado a prendere e te lo dico
FACCHETTI: me lo dici
PAIRETTO: te lo verifico si si si e te lo dico
FACCHETTI: grazie
PAIRETTO: e te lo dico subito perché avevo fatto mettere Meier appunto perché è un arbitro molto…
FACCHETTI: si perché li a Valencia
PAIRETTO: affidabile, no no li a Valencia è un ambientino… bello tosto, anche se ieri è stato un bel risultato , lui è stato bravo
FACCHETTI: si si buono abbiamo sofferto fino all’ultimo perché un gol solo non si sa mai
PAIRETTO: si si infatti, poi loro in dieci quindi era un po’
FACCHETTI: eh però sai si sbagliano
PAIRETTO: eh si nel calcio basta un… sbagliare un calcio di rigore
FACCHETTI: eh eh
PAIRETTO: anche psicologicamente no è, non è il massimo quindi
FACCHETTI: eh si ma
PAIRETTO: va bene
FACCHETTI: va bene fammi sapere
PAIRETTO: allora ti chiamo e ti faccio sapere
FACCHETTI: fammi sapere grazie
PAIRETTO: per le tessere invece le hai già…
FACCHETTI: si le tessere sono, guarda abbiamo… pensa che ieri hanno consegnato
PAIRETTO: si
FACCHETTI: le tessere ai consiglieri sono…
PAIRETTO: solo fate adesso proprio
FACCHETTI: sono arrivate talmente in ritardo voi preferivate mandarle a ritirare magari ?
PAIRETTO: io posso magari anche chiedere se va a ritirarle
FACCHETTI: fammi sapere se…
PAIRETTO: magari dico alla persona che può andare a ritirarle in sede ?
FACCHETTI: aspetta aspetta che sento la signora
PAIRETTO: si così eventualmente…
FACCHETTI: Monica, sono al telefono con Pairetto mi chiedeva le loro due te…sono li ? Gli dico di mandare a ritirare almeno cosi eh ? Eh si si, allora mi faccio dire il nome di chi viene a ritirale grazie. Erano li pronte
PAIRETTO: perfetto allora io adesso
FACCHETTI: mi sai dire il nome di chi viene a ritirare ?
PAIRETTO: te lo faccio sapere di chi viene a ritirarle il nome cosi
FACCHETTI: si perché non si sa mai
PAIRETTO: no no se non passa un altro se le prende è chiaro
FACCHETTI: va bene
PAIRETTO: va bene allora così ti dico anche l’al… tutte e due le cose anche l’altra
FACCHETTI: grazie
PAIRETTO: ok grazie
FACCHETTI: ciao
PAIRETTO: buon appetito ciao
Facchetti è così sospettoso, che vuole conoscere il prima possibile l'arbitro della champions.
Come si può facilmente intuire il tono è decisamente colloquiale.
I due si conoscono, sono amiconi, si danno del tu....
Facchetti regala biglietti per le partite (tessere)....
Non sembra ne la prima, ne l'ultima delle chiamate di Facchetti ai designatori.
Perché non ci fanno sentire (o conoscere) le altre telefonate?
Almeno possiamo giudicare meglio!
Ma questa è l'unica telefonata che si è riusciti a trovare?
Come mai? Non è strano?
Non sarà mica per via di Telecom, Tavaroli, Cipriani ecc?
NO E' IMPOSSIBILE! COME SI SA ALL'INTER L'ONESTA' E LA CORRETTEZZA SONO DI CASA!
SENZA VERGOGNA.
Intercettazioni: Carraro tra spiati
Nome ex presidente Figc in indagine milanese.
20 settembre 2006
Sono stati intercettati anche l'ex patron di Parmalat,Tanzi, il presidente di Capitalia, Geronzi e l'ex presidente Figc,Carraro. I loro nomi figurano tra gli 'spiati' da alcuni degli arrestati nell'ambito dell'indagine milanese sulle intercettazioni illegali.Nei confronti di tutte le 'vittime' venivano raccolte informazioni riservate ad opera di ufficiali delle forze dell'ordine retribuiti dall'agenzia di investigazione privata che faceva capo a Emanuele Cipriani,la Polis d'Istinto.
Interessa all'Ufficio Indagini della Federcalcio?
(visto che sta interessando la magistratura ordinaria)
"Ci sono casi evidenti, come il dossier sull’arbitro De Santis o quello sul giocatore Bobo Vieri che vengono probabilmente commissionati dall’Inter, visto che la ricevuta di un pagamento intestata a “F.C. Internazionale Milano”, è stata ritrovata dagli inquirenti presso la sede inglese della Worldwide Consultant Security, una delle scatole vuote estere messe in piedi da Emanuele Cipriani per ricevere con discrezione il denaro dai suoi importanti clienti".
(da La Stampa di oggi)
22 settembre
I tabulati telefonici in entrata e uscita finirono in un dossier con il nome in codice "Pratica Como". Anche Juventus, Figc e la Gea nella ragnatela degli spioni
Lo rivela ai magistrati una dipendente di Telecom.
di CRISTINA ZAGARIA
MILANO - "La documentazione che mi mostrate è relativa agli sviluppi sul traffico telefonico in entrata e uscita su utenze intestate a Federazione Gioco Calcio, Enrico Cennicola, Football Management, Juventus f. c., Gea World". È la "Pratica Como". "Mi fu richiesta da Adamo Bove l'11 febbraio 2003. Non so che uso ne abbia fatto e la dicitura "pratica Como" era un promemoria solo a lui noto". È il dossier segreto degli uomini Telecom sul mondo del calcio, quello della Juventus e delle società di procuratori sportivi che facevano capo a Alessandro Moggi (la Gea e la Football Management). È una donna, impiegata Telecom al servizio prima di Adamo Bove e poi di Fabio Ghioni, a stretto contatto con Giuliano Tavaroli (ex numero uno della Security Telecom) a svelare ai magistrati i legami tra "spioni" e mondo del calcio.
E a raccontare di Adamo Bove, il super poliziotto alle dipendenze Telecom che si è ucciso a Napoli lo scorso 21 luglio. Mostra tutti i documenti: il 21 giugno 2006, alle 15, 40 nella caserma dei carabinieri di via Moscova la dipendente Tim consegna: un cd rom, con i tabulati rubati (i file di Interesse sono denominati con la parola chiave "BOVE" più una combinazione) e quattro raccoglitori trasparenti con fogli manoscritti. Tra gli spiati anche le due figlie di Geronzi, Chiara (giornalista del Tg5 e ex-socia della Gea, sciolta un mese fa) e Benedetta (che lavora in Federcalcio).
"La documentazione che mi mostrate - dice la teste ai pm - contrassegnata dai progressivi dal 128 al 135 è relativa ai tabulati in uscita su utenze forse della Banca di Roma, almeno così ricordo perché noto la presenza tra gli intestatari delle due figlie di Geronzi, Benedetta e Chiara".
Nel verbale della donna (è la teste chiave dell'inchiesta dei procuratori Nicola Piacente, Fabio Napoleone e Stefano Civardi) c'è anche il reperto 57, con il numero manoscritto del telefono che Bove ha usato in Brasile: "Il numero si trova sulla email data 30 luglio 2002 con la dicitura "martedì ore 10 dottor Calipari a nome di" e con i dati dattiloscritti dalla signorina Iakomi, per la quale mi interessai su richiesta di Bove e credo si trattasse di una persona vicina al figlio dell'amministratore delegato della Telecom Corporation, dottor Ruggero".
La donna non specifica se il "dottor Calipari" è l'agente segreto Nicola Calipari, morto durante la liberazione in Iraq della giornalista Giuliana Sgrena. I documenti di cui parla, però, arrivano dall'interno di Tim-Telecom e sono analizzati in tre verbali, tre audizioni a raffica il 14, il 21 e il 23 giugno 2006. "Avevo accesso ad alcune banche dati della mia azienda, come MSP, Circe (la banca dati del sistema magistratura, che "dove vengono estratti i tabulati richiesti dall'autorità giudiziaria) e Radar".
E proprio a proposito di Radar la donna torna a parlare di Adamo Bove. Poi confessa i suoi timori. Dubbi. Sospetti e paura di una dipendente che a un certo punto copia tutti i dossier segreti e due mesi fa li consegna alla magistratura: "Oltre alle richieste che mi pervenivano formalmente con cartaceo o via e-mail da Adamo Bove, me ne arrivavano altre via telefono o con appunti manoscritti".
Ad un certo punto però le richieste diventano troppe o forse troppo strane. "Cominciai a nutrire delle perplessità circa le richieste del dottor Bove su elaborazione dati, per utenze che poi risultavano in contatto con personaggi del mondo dello spettacolo, dello sport o di enti, quali il Banco di Roma. A causa di tali perplessità ho cominciato a conservare copia od originali delle richieste e degli elaborati".
Tra questi documenti, quelli appunto contrassegnati "dai progressivi 112 al 119 con tutte le telefonate della Juventus di Luciano Moggi, la Gea ma anche del guardalinee Enrico Ceniccola, finito nell'inchiesta di Napoli per la partita Lecce-Juve 0-1. "Chiesi a Adamo - dice la donna - dove finivano quest'ultimi elaborati, ottenendo come risposta che di questo non dovevo preoccuparmi".
Dichiarazione del giudice De Biase
"Premesso che parliamo di voci che devono essere confermate, direi che l'indagine si presenta piuttosto complessa, perchè investe sia la magistratura ordinaria che quella sportiva. Dire che l'Inter non rischia nulla, salvo una multa, significa non conoscere le leggi. L'Inter rischia, anche la radiazione, in teoria. Inoltre c'è un particolare che sembra essere sfuggito a molte persone che vedo sulle reti delle varie TV parlare a sproposito: la liceità dei pedinamenti.
Non scordiamoci che siamo in un campo ben definito, cioè quello della giustizia sportiva, dove non sempre valgono le regole della giustizia ordinaria. Un esempio pratico: se io, privato cittadino, mi rivolgo ad un'agenzia investigativa, regolarmente licenziata, per far pedinare mia moglie, pensando che abbia un amante, non commetto reato. Queste regole non valgono nella giustizia sportiva: è chiaro che se applico lo stesso concetto, l'unico scopo che mi prefiggo è quello di avere dei vantaggi illeciti.
Oltretutto pare che, oltre ai pedinamenti ci siano anche delle intercettazioni illegali, a danno di squadre avversarie, direttori sportivi e membri della Gea. Quindi, ripeto, se le notizie verranno confermate, direi che l'Inter rischia, e molto, anche perchè tra Inter e Telecom c'è un singolare processo di osmosi: dirigenti, managment e membri del CDA dell'una rivestono, a vario titolo, incarichi nell'altra."
SCANDALO CALCIO
NUOVE RIVELAZIONI DALL’INCHIESTA MILANESE SULLE INTERCETTAZIONI. NEL MIRINO ANCHE LA GEA E NUMEROSI CALCIATORI TRA CUI VIERI
Spionaggio, spunta la pista Inter
Una testimone: nel 2003 in Telecom mi chiesero i tabulati sulla Juve
28/9/2006
di Giovanna Trinchella
MILANO. Il bomber Bobo Vieri spiato dalla sua società, l’Inter. I tabulati telefonici intestati alla Juve, alla Ficg, al guardalinee Enrico Cennicola, finiti in un dossier chiamato «Como». Il filone sportivo emerge con sempre maggiore evidenza dall’inchiesta sull’organizzazione che «controllava» l’Italia della politica, della finanza e dell’imprenditoria e che ha portato in carcere tra gli altri l’ex responsabile della security Telecom Giuliano Tavaroli, l’investigatore privato Emanuele Cipriani e il manager della Pirelli Pierguido Iezzi.
A raccontare che il traffico telefonico della società bianconera e della Federazione Gioco Calcio era stato «sviluppato» grazie alle banche dati degli utenti Telecom, è una segretaria del gruppo sentita dagli inquirenti milanesi il 14, il 21 e il 23 giugno. C. P., 39 anni, racconta che quella richiesta che riguardava anche la Gea World (la società di procuratori sportivi di Alessandro Moggi) e Football management (controllata in parte anche da Andrea Cragnotti, Francesca Tanzi e Chiara Geronzi) era arrivata a lei da Adamo Bove l’11 febbraio 2003, quindi molto prima che lo scandalo di Calciopoli ridisegnasse i campionati di calcio. La donna, a cui vengono mostrati documenti contrassegnati con numeri dal 112 al 119, spiega poi di non sapere cosa il manager, morto suicida a Napoli, abbia fatto di quella pratica: «Un promemoria - dice la teste - solo a lui noto». (Ieri Vincenzo Bove, padre di Adamo, ha querelato Fabio Ghioni e la segretaria C. P. per loro dichiarazioni alla Procura di Milano ritenute «calunniose» nei confronti del figlio).
Sulla vicenda dell’ex calciatore nerazzurro la testimone appare più titubante: non dice a quale periodo fanno riferimento le richieste sui tabulati telefonici dello sportivo, ma spiega agli inquirenti come cercare quelle informazioni nel Cd «relativo all’attività di trascrizione di tali tabulati su Pc» anche con la data dell’elaborazione del file. E sulla società sportiva di via Durini, accusata anche dall’arbitro De Santis di spionaggio, arriva pure un’interrogazione al ministro dello Sport Giovanna Melandri. Quattro senatori di Alleanza Nazionale chiedono di fare chiarezza su alcune dichiarazioni rilasciate dal patron dell’Inter Massimo Moratti. Nell’interrogazione i senatori fanno notare che Giuliano Tavaroli «riferiva al dottor Buora che oltre che dirigente Telecom risulta essere vicepresidente dell’Inter». Gli inquirenti avrebbero trovato comunque, come già rivelato sulle pagine di questo giornale, una fattura pagata dalla società sportiva milanese durante una perquisizione.
Il lungo racconto della dipendente del gruppo Telecom sfiora anche due figlie eccellenti. Sarebbero state fatte indagini, secondo C. P., anche sui tabulati «in uscita su utenze cellelari forse della banca di Roma» e «tra gli intestatari» c’erano le due figlie del banchiere Cesare Geronzi (anche lui spiato) Chiara e Benedetta (all’epoca responsabile marketing della Lega Calcio).
Ma i nomi eccellenti dello sport potrebbero non finire qui. Sono migliaia, addirittura sembra diecimila, le pratiche ancora al vaglio degli inquirenti. Tra i dossier operazione «Pilota» e «Pilota1», quattro operazioni «Napoli», e quella «Treviso» oppure «Golf». Ma quante pratiche non verranno lette. Probabilmente tantissime se è vero come racconta che la stessa segretaria (e lo aveva già fatto l’investigatore privato Marco Bernardini) di aver buttato via nel maggio del 2005 (dopo la prima perquisizione subita da Giuliano Tavaroli) «su indicazioni di Fabio Ghioni (consulente informatico di Telecom indagato, ndr) le cartelline degli elaborati di Bernardini «per non aver nulla che riportasse ai nostri rapporti con la Global (agenzia di investigazioni, ndr)».
E intanto il filone sportivo dell’inchiesta sugli spioni interessa anche i magistrati romani titolari dell’inchiesta sulla Gea. I pm Luca Palamara e Maria Cristina Palaia hanno parlato con i colleghi milanesi. Al vaglio dei Pm romani ci sono eventuali iniziative da intraprendere (possibile richiesta di acquisizione di documenti) alla luce del recente decreto legge che impone la distruzione di verbali di intercettazioni illegali.
IL SILENZIO DELL'INTER
Tra i tanti lavoretti after hours della sicurezza Telecom c'era anche la responsabilità sulla condotta extra calcistica di alcuni giocatori dell'Inter, la squadra di cui Tronchetti è tifoso, azionista e sponsor attraverso Pirelli. Pare che alcuni dei fuoriclasse nerazzurri siano più allenati alla pista da ballo che al campo da gioco. Il nome di Bobo Vieri compare in uno dei tabulati “trafugati” a Telecom e ritrovati tra i file archiviati presso la Polis d'Istinto di Cipriani. Ma la rete Telecom fa per l'Inter qualcosa in più che vigilare sui calciatori.
In questo caso il motore della vicenda è un arbitro di seconda fascia, Danilo Nucini, che al termine di una partita dell'Inter da lui arbitrata avvicina Giacinto Facchetti, presidente da poco scomparso, e gli chiede un colloquio riservato. Facchetti acconsente e si presenta all'appuntamento con un registratore nascosto. Nucini gli racconta in pratica del sistema Moggi, dei condizionamenti sugli arbitri. Forse ha voglia di far esplodere lo scandalo, forse cerca solo una protezione alternativa. Il cd su cui Facchetti riversa i contenuti del colloquio si smarrisce misteriosamente. Nucini, convocato dal pm Ilda Boccassini, smentisce se stesso. In compenso, parte una indagine da ambienti molto vicini all'Inter. Secondo i pm, sono Tavaroli e Cipriani a pedinare Massimo De Santis, poi diventato con Calciopoli il principale imputato della classe arbitrale. De Santis viene pedinato (e così la moglie), ascoltate le sue conversazioni, scrutati i suoi conti e censite le sue proprietà. Alla fine, i risultati dell'operazione vengono archiviati nel dvd che gli inquirenti sequestrano a Cipriani, lo stesso da cui emerge anche la vicenda Laziogate. Tavaroli nega di aver partecipato al pedinamento di De Santis. «Chiedete a Cipriani» è la sua posizione sul caso. Ma i fatti parlano chiaro: è l'Inter, o comunque ambienti vicini alla società nerazzurra, ad aver messo in moto Calciopoli, inchiesta integralmente basata su intercettazioni telefoniche, scoppiata però con due anni di ritardo sulla notizia di reato e senza che alcun dirigente dell'Inter abbia sentito la necessità di denunciare pubblicamente l'accaduto.
Non basta. Moratti, recentemente intervistato da Claudio Sabelli Fioretti per il Magazine del Corriere della sera, ha ammesso di aver parlato al telefono con i designatori arbitrali. Telefonate prive di elementi compromettenti, secondo lui. Perché nessuno ha potuto leggerne la trascrizione sui giornali? Se il criterio di pubblicazione è la rilevanza delle intercettazioni rispetto all'inchiesta, non si capisce a quale titolo siano state pubblicate le telefonate in cui Moggi jr. raccontava le sue disavventure amorose con una nota conduttrice sportiva. Cosa si sono detti al telefono Moratti e Bergamo? Di che parlavano Facchetti e il designatore nelle cene comuni?
Nel frattempo l'Inter, tenuta fuori dall'inchiesta sviluppata dalla Procura di Napoli sulla base delle intercettazioni, ha vinto uno scudetto a tavolino. Assegnatole dal commissario straordinario della Figc Guido Rossi. Pardon, dal presidente che Tronchetti Provera ha chiamato al vertice di Telecom dopo le sue dimissioni.
29/09/2006 15.01
Ceniccola: «Io pedinato perché amico di De Santis»
Era intestato all'ex guardalinee uno dei telefonini dell'arbitro. Finisce nel caso Telecom: «Ora mi diverto: seguito? Perché?».
Enrico Ceniccola è commercialista, ormai si può dire che ha appeso la bandierina al chiodo, fino alla scorsa stagione era assistente della sezione Roma 1. Una passione per il calcio la sua, coltivata sin da piccolo. Un solo problema nella sua carriera: essere amico di Massimo De Santis. Scherziamo, naturalmente, Ceniccola vede il suo nome sui giornali solo per la sua amicizia con De Santis, ma soprattutto per un favore che ha fatto al famoso internazionale. «La mia posizione l'ho chiarita ampiamente ai magistrati della Procura di Napoli che mi hanno sentito proprio per il fatto che un telefono in uso a De Santis fosse intestato a me».
In verità quel telefono ha fatto il giro di mezza Italia: ne parla la Procura di Napoli e oggi si scopre che anche nel dossier «Como» era richiamato. «Io l'ho letto sui giornali. Mi viene solo da ridere. I magistrati sanno che la mia posizione è cristallina. Certo il contratto era intestato a me, ma il telefono lo aveva Massimo, ma non c'era nulla di strano».
Vero, i magistrati hanno appurato che lo aveva intestato lei perché era un'offerta riservata a chi ha la partita Iva e De Santis non l'aveva, ma il favore le fu ricambiato con aiuti nei voti degli osservatori? «Di questo si parla in una telefonata di De Santis, ma io ho dimostrato di non averne mai saputo nulla. Aveva fatto tutto lui. I magistrati hanno capito e la mia posizione è risultata limpida».
Ora però torna alla ribalta per il dossier «Como», lei ne sapeva qualcosa? «Assolutamente nulla, anche in questo caso il mio nome è uscito per la questione del telefono di Massimo. Diciamo che ora potrei divertirmi io. Se mi hanno pedinato dovranno spiegarmi il perché».
CALCIO: TAVAROLI,DE SANTIS? ATTIVITA' COMMISSIONATA DA INTER
(ANSA) - MILANO, 1 OTT - Nell'interrogatorio di venerdi'
scorso, nel carcere di Voghera (Pavia) dell'ex capo della
Security di Telecom, Giuliano Tavaroli, l'ex manager della
compagnia telefonica ha anche ricostruito la vicenda dei
controlli a cui sarebbe stato sottoposto l'arbitro
internazionale Massimo De Santis, finalizzati ad individuare
eventuali ''incongruita', dal punto di vista finanziario e
patrimoniale. Controlli, a suo dire, commissionati dall'Inter.
Che nella vicenda Tavaroli abbia avuto un ruolo lo conferma
il suo avvocato, Massimo Dinoia, che, alla domanda se il suo
assistito avesse avuto un ruolo nei controlli, ha risposto: ''In
parte si', perche' l'attivita' e' stata commissionata dall'
Inter, dalla dirigenza dell'Inter, ed e' stata svolta in parte
da Tavaroli, in parte da Cipriani e dalla Polis d'Istinto''.
Questa circostanza era stata smentita, nei giorni scorsi, dal
patron nerazzurro Massimo Moratti. (ANSA).
Guai in vista per Moratti, Tavaroli confessa: "Spiavo per conto dell'Inter" E l'investigatore Cipriani conferma: "Più di una squadra in ufficio".
Secondo quanto rivela il suo legale, l'avvocato Massimo Dinoia, l'ex responsabile della sicurezza di Telecom, Giuliano Tavaroli, nel suo interrogatorio di venerdì con i giudici milanesi che indagano sull'acquisizione illegale di informazioni riservate, avrebbe parlato di un'attività di spionaggio nei confronti dell'arbitro Massimo De Santis commissionata, almeno in parte, dall'Inter.
"L'attività è stata commissionata dall'Inter, dalla sua dirigenza, ed è stata svolta in parte da Tavaroli, in parte da Cipriani dell'agenzia investigativa Polis d'Istinto". Gli accertamenti avrebbero riguardato soprattutto controlli sul patrimonio dell'ex fischietto internazionale e si sarebbero svolti "tra la fine del 2002 e gli inizi del 2003".
Dal canto suo, Emanuele Cipriani, nell'interrogatorio di garanzia sostenuto davanti al gip di Milano, Paola Belsito ha spiegato che il suo rapporto di lavoro con il gruppo Pirelli-Telecom cominciò inizialmente solo con Pirelli, ma l'exploit, in termini di quantità di incarichi, si verificò con l'avvento di Giuliano Tavaroli in Telecom. Da quel momento in poi, "c'è stato un momento in Pirelli - ha raccontato - in cui erano più d'una le squadre di calcio in ufficio".
Intercettazioni, taroccarle si può . Tra banche dati segrete e voci clonate
Fabrizio Biasin su Libero di martedì 3 ottobre
La sciura Maria chiacchiera fitto fitto con l'amica del cuore: segreti, confidenze, pettegolezzi dell'ultim'ora. Occhio sciura Maria, che da un lato all'altro della cornetta qualcuno ti ascolta, trama alle tue spalle. Niente di più facile.
Potenzialmente non ci sono segreti nell'Italia degli spioni, basta conoscere le persone giuste e sapersi muovere, perché i potenti mezzi Telecom consentono giravolte tecnologiche più semplici di quanto si pensi. Del resto, ormai il gallo - uscito dal pollaio - ha cantato: «L'arbitro Massimo De Santis? Lo controllavo su richiesta della dirigenza dell'Inter». Parola di Giuliano Tavaroli, ex potente capo della Security di Telecom.
Già, le solite intercettazioni, eppure con un po' di fantasia e qualche macchinario a disposizione si può fare ben di più: taroccare le telefonate, nasconderle, camuffare voci. Alla faccia della privacy.
TELEFONATE MANIPOLATE
Si sa: l'azienda che una volta campava sui gettoni ne ha fatta di strada (nonostante i debiti), e oggi controlla integralmente la telefonia nazionale. A chi appartengono le tecnologie che collegano le varie centrali di rete fissa e mobile? A Telecom. Vuoi aprire la tua azienduccia telefonica? Paga l'affitto dei cavi a Telecom. Ora, per modificare i dati di una chiamata qualunque, effettuata da un capo all'altro dello Stivale non bisogna essere dei geni. Basta saperne un po' di informatica e avere accesso ai segretissimi locali dove convergono le telefonate. Lì Tizio può telefonare a Caio, e sull'apparecchio di quest'ultimo può far risultare il numero di Sempronio. Magia della (modema) comunicazione. Di più: le telefonate possono scomparire dai tabulati e poi ricomparire... Quasi per magia. «Ma figurati», si lascerà sfuggire il lettore ingenuo. Eppure esiste un precedente che racconta di dati rimasti nascosti per lungo tempo e poi riapparsi. E che precedente.
LA DENUNCIA DI BIAGI
Prima di venire ucciso da un commando di brigatisti (era il 19 marzo 2002), il compianto professor Marco Biagi denunciò a più riprese di aver ricevuto inquietanti minacce di morte via telefono. L'autorità giudiziaria dispose l'acquisizione dei tabulati per scoprire l'inghippo: chi telefonava a Biagi? Mistero. Nelle tabelle analizzate dagli inquirenti non risultò nulla, nemmeno una delle telefonate che il professore giurava di aver ricevuto. E dire che l'operazione venne effettuata per ben due volte. Poi Biagi morì nella sua Bologna e il fascicolo "minacce" fu riaperto su disposizione della famiglia. Guarda, spulcia, osserva e - oplà - il coniglio saltò fuori dal cilindro: la Telecom possedeva un'altra banca dati - denominata "Centauro" - diversa da quella a disposizione dell'autorità giudiziaria, più complessa e ricca di dati. Così le telefonate - guarda un po' - tornarono a galla dopo essere state dimenticate (o semplicemente ignorate) per lungo tempo. Viene in mente una frase neanche troppo sibillina di Paolo Bergamo, ex designatore arbitrale al centro dell'arci-noto caso Calciopoli. «Mi chiamavano tutti, non solo Moggi», disse l'ex fischietto in sede di processo sportivo, salvo essere preso per "cazzaro" nel momento in cui le "altre" telefonate non si trovavano. «Ma come - si sono indignati in tanti - questo qua racconta la favoletta senza uno straccio di prova». A volte basta cercare bene...
IL SOFTWARE A 99 DOLLARI
Altre applicazioni nel magnifico universo delle telefonate taroccate. Basta farsi un giro su Internet (quante chicche nascoste nel web...) per trovare un mezzo utilissimo, capace di trasformare un principiante nel Re del magheggio telefonico: un click su http://italian.audio4fun.com/voice-over.htm e il gioco è fatto: il malandrino di turno può acquistare alla modica cifra di 99.95 dollari il software "************" e mettersi in tasca quello che sembra un programmino per farsi quattro risate, e invece può diventare il mezzo con cui (volendo) si riesce a distruggere una persona. Già, perché con il cd tra le mani e un minimo di pratica anche il più inetto tra gli inetti può creare la sua voce preferita o imitare quella dei personaggi più noti: le somiglianze vocali sono imbarazzanti, le applicazioni praticamente illimitate.
Tiriamo le somme: intercettazioni, telefonate che compaiono e scompaiono dai tabulati, numeri clonati, voci camuffate. Un put-pourri appetitoso. E potenzialmente devastante.
E adesso arriva il bello. Uno sguardo al futuro, grazie ad un'anticipazione apparsa sul forum della Juve j1897.com:
Non posso dire chi sia, ma e' persona ben addentro ai fatti giudiziari.
E oggi mi ha confermato che tra non molto si aprira' la seconda fase di calciopoli.
Coinvolte Sopratutto Roma e Inter.
La madre di questi approfondimenti non sarebbero le rivelazioni di Bergamo, ma gia antecedentemente l'incazzatura della procura di Napoli contro il corpo dei cc di roma, da cui sono uscite le intercettazioni e che ha coperto i responsabili spostandoli solo ad altre mansioni.
La procura avrebbe in gran segreto ripreso in mano il materiale e messo al vaglio le telefonate scartate affidandole ad altro corpo di agenti.
Nell'ambiente di cui fa parte il mio confidente, che risiede a Roma, in molti gia sanno di queste indiscrezioni e il fatto che la banda tronchettiana abbia ostacolato il governo ha lasciato liberi i procuratori di Napoli di agire senza freni e controlli, l'unico dubbio e remora che avrebbe potuto bloccare tutto era legato al coinvolgimento della roma, il che faceva pensare ad un insabbiamento, ma sembra che la parte politica meno legata agli ambienti romani (del tifo) che fa capo a Mastella abbia frenato gli impulsi insabbiatori e a breve, sicuramente pprima della fie del campionato e CREDO in concomitanza con la chiusura delle indagini e la formulazione delle accuse per il processo di Napoli, verra' fuori anche questo materiale.
Certamente il letamaio rosa legato al mondo tronchettiano non dara' il risalto dovuto a quelle intercettazioni, ma ci penseranno altri quotidiani, Tuttosport e Corriere e sopratutto QN, i cui giornalisti stanno gia lavorando sotto traccia su questo filone.
Che la bomba stia per scoppiare? Io, come tutti i fratelli bianconeri, sono ancora in riva al fiume, nell'attesa che passino i cadaveri. CI possono volere anche 50 anni, ma la verità deve venire fuori... Solo allora, con le dovute scuse e i piegamenti di capo di MOLTE persone, ci verrà resa giustizia. Fino ad allora..... CONTRO TUTTO E TUTTI!!!
P.S.: La Juve oggi ha comprato Grygera (sembra per luglio a paramentro zero) ed il procuratore di Barzagli ha dichiarato che il suo assitito è ad un passo dalla Juve e che cìè già l'accordo con il Palermo (sempre per giugno). Infine Mavuba e Mascherano hanno dichiarato a più riprese che sarebbero disposti anche a scndere in serie B per venire alla Juve!
Caro Moratti, cari interisti, avrete pure uno squadrone, avrete pure i soldi, ma al confronto della JUVE siete e sarete sempre una squadra ridicola. La Signora è conosciuta e temuta ovunque, sia se gioca con Ibrahimovic che con Zalayeta.
Rassegnatevi.... IL CALCIO SIAMO NOI!!!!
giovedì, gennaio 04, 2007
MACELLAZZI


CIAO CIAO ZEMAN....
Zeman lascia il Lecce con questo fantastico bottino: 18 partite, 6 vittorie, 2 pareggi e 10 sconfitte. La squadra salentina, con 20 punti, è a rischio retrocessione e stara a Papadopulo cercare di salvarla, impresa ardua dato che, come già dissi in passato (andate a laggere il post su Zeman...), se il boemo viene licenziato la sua squadra fallisce totalmente la stagione.
Finiamo con una gustosissima chicca...
Saputo dell'esonero, il buon Zdengo parte con la sua macchina da Lecce e si schianta contro un albero. Ecco un'intervista al boemo:
Old Indians: L'Albero....ed il boemo..
E stato proprio un bel botto quello che ha accompagnato l’addio al lecce dell’allenatore boemo..
Un retromarcia e pum si è schiantato contro un albero..il lunotto posteriore della vettura è andato in frantumi ma lui fortunatamente ne è uscito indenne…..
* * *
Almeno così si pensava..invece eccolo che rilascia un intervista esclusiva al giornalista di turno e si presenta con il collare, stampelle e bendaggi vari…
“Ma mister pareva un botto da niente ed eccola tutto dolorante…”
“Si, non me ne parli..in realtà è stato veramente uno schianto terribile….ma la cosa peggiore è che era tutto premeditato contro di me…un’ imboscata ”
“Come ??!! ..mister che ci sta dicendo..??”
“Che quell’albero il giorno prima lì non c’era..è stato messo apposta da qualcuno perché io ci andassi a sbattere ferendomi gravemente..chiederò l’intervento della magistratura ed i danni, e so io a chi…”
“E a chi , scusi??”
“Beh.. insomma fanno crescere un albero in una notte…..per farmi del male….insomma c’è una solo responsabile che può arrivare a tanto…..LA JUVE”
“Ma scusi è sicuro??…insomma non le pare troppo paranoico??
“Nossignore ..ce l’hanno con me lo sanno tutti .
Mi hanno fatto esonerare tante volte …..gli arbitri sono sempre contro le mie squadre perché glielo dicono loro che li comandano tutti....guardi senza la Juve sarei andato io al mondiale a guidare l’Italia al posto di Lippi, sarei andato al real al posto di capello, avrei vinto almeno 6 scudetti col foggia e 2 o 3 champions con la roma…
“Ma si forse ha ragione..a pensarci bene….”
Eh si che ho ragione.!! Quell’albero non c’era.. la Juve ha usato sostanze proibite per farlo crescere in una notte…bisogna analizzarlo subito…
* * *
A queste parole..a centinaia di chilometri di distanza…suona un allarme …pee pee pee pee…. l’ufficio di un procuratore, in passato molto conosciuto, si mobilita all’istante….
(da leggere con voce metallica)
ATTENZIONE ATTENZIONE il boemo ha parlato ancora una volta di sostanza proibite e Juve……intervenire subito……tutti gli uomini disponibili si rechino a Lecce…subito…ATTENZIONE ATTENZIONE
(fine voce metallica)
* * *
Ed ecco che, in men che non si dica, il procuratore piomba, con i suoi collaboratori, a Lecce e si presenta, davanti all’albero incriminato, attorniato da giornalisti….che subito lo incalzano”
“Insomma Sig.procuratore, un'altra indagine pronta a partire…e stavolta??”
Certo che sì , siamo pronti..li aspettavamo…e stavolta non sbaglieremo…vede l’albero…già perde le foglie ….eh eh eh..!!!
“Ma scusi..d’inverno tutti gli alberi perdono le foglie….”
“eh no, - risponde un piccato procuratore - non ci casco con questi luoghi comuni….questo perde le foglie per la paura… perché ha la coscienza sporca…e poi, insieme all’albero , abbiamo già altri sospettati ”.
“E chi sarebbero??”
“Come chi? Un certo Agricola…..con quel cognome è di sicuro invischiato in questa faccenda di crescita arbòrea abnorme…e poi anche Secco..le dice niente questo cognome??? E Gigli? Ci sono dentro tutti…stavolta !!!
Abbiamo già fatto un’ispezione accurata e nello spogliatoio del comunale e abbiamo trovato concimi di dubbia natura!!
“Ma forse quei concimi servono per il prato del campo da gioco ? “– chiedono i giornalisti più attenti -”
“Eh no…quei concimi sono particolarmente potenti ed emanano odori nauseabondi…risponde il procuratore!!!
Poi il procuratore passa ad interrogare l’albero..ma quello, naturalmente, non risponde…!!!
“Maledetto…come i giocatori in quel famoso processo per doping..non rispondi eh…bene…arrestatelo per reticenza…via via ..facciamo piazza pulita..”
“Ma dottore come facciamo a portarlo via…?? Chiedono i collaboratori..”
“Estirpatelo, lo ripianteremo a Le Vallette…vedremo se li parla…”
Il boemo assiste soddisfatto a tutta la vicenda e rilascia una serie di interviste a tutte le Tv che fanno a gara per ospitarlo..e lui parla ,parla, parla,…e più parla meno allena……interessati alla vicenda anche National Geographic, Discovery Channel, ed altri grandi network…..arriva pure piero angela col figlio…incuriositi dal fenomeno..
Il boemo si lagna con tutti,…dice della sua carriera rovinata dalla Juve..parla delle sue grandi doti di tecnico ed ogni tanto si accarezza il collo dolorante…
Nel frattempo….l’albero, poverino, viene imbracato e sradicato senza tanti complimenti !
Le indagini si concludono!
Dopo le veloci analisi, effettuate da un esperto agronomo di fiducia del procuratore, risulterà che l’albero era stato concimato con fertilizzanti in dose massiccia ed ingiustificata..e lo stesso esperto concluderà che, valutata la sua abnorme e velocissima crescita, per l’albero NON SI POTEVA ESCLUDERE L’USO DI SOSTANZE FERTILIZZANTI PROIBITE”
Sentiti, ma senza troppa credibilità, anche alcuni testimoni a difesa del vegetale, che ricordavano come l’albero fosse li da tanti anni e come fosse sempre curato dagli addetti al campo di allenamento del lecce…ma niente..il procuratore non sentì ragioni..e condannò tutti..in primo grado…compreso l’albero…!
La pena per lui fu durissima! fu lasciato senza acqua, gli furono potati tutti i rami e fu trapiantato e messo in un vaso che a stento conteneva le sue radici….!
Fine della storia??
No!!
Anni dopo la cassazione ribaltò la strana e singolare sentenza di primo grado …
La corte accertò che fu L’INCAPACITA’ del boemo alla guida della vettura a causare l’incidente….e l’albero era lì da tempo..ma non fu visto da un boemo accecato dalla rabbia per l’ennesimo esonero..e dagli altri suoi spalleggiatori che in cambio di qualche dichiarazione al veleno che facesse vendere giornali,erano pronti ad assecondarlo in tutto..anche e soprattutto nelle frottole…come più volte accaduto anche in passato!
Si seppe che la Juve non c’entrava niente..Agricola, Secco e Gigli di assonante col mondo della coltivazione avevano solo i cognomi..i concimi maleodoranti scoperti al comunale non erano altro che leta.me…e ci si meravigliò che la mer.da non fosse stata subito riconosciuta da gente che ne faceva uso diffusamente, sparandola addosso agli altri tramite dichiarazioni sui giornali..….
Il boemo successivamente a quegli eventi, sfruttando ancora una volta la popolarità di presunto uomo contro il sistema, ebbe altri incarichi ed altrettanti esoneri…e per questi nell ‘ordine incolpò : il buco dell’ozono, le mezze stagioni che non c’erano più ed interferivano con i suoi metodi di preparazione, il nord che lavorava mentre il sud era inoperoso, ed infine i propri giocatori che abusando dell’amore solitario perdevano progressivamente la vista e non riuscivano più ad inquadrare la porta..sbagliando gol clamorosi…..
Dell’albero non se ne occupò più nessuno, una volta rilasciato fu trapiantato a Torino nei pressi dello stadio Comunale…destinato ad una morte sicura ….
Finchè un giorno un bambino con sciarpa bianconera al collo, passando di lì per andare in Curva…si fermò un attimo all’ombra del rinsecchito arbusto…altri alberi stavano nei pressi molto più belli e rigogliosi..ma il bimbo, chissà perché, si diresse deciso, senza conoscerne la storia, verso quell’albero, vi si riparò per qualche minuto e poi corse allo stadio!!.
L’albero, grazie all’inconsapevole gesto del bimbo, si senti ancora una volta utile per qualcuno..e pian pianino ricomincio a vivere.. a fiorire e divenne bello come gli altri..….ed ancora è lì…
Ora si..fine della Storia...
* * *
Dicono che ogni tanto …quando dalla curva si alzano cori contro il boemo, un albero lì vicino sia scosso da forti tremori…ma non una foglia si stacca dai suoi rami… Neanche in inverno….
Ora tutta quanta la Curva canterà per Te …….
* * *
Scritto dedicato all’Albero..ed al boemo…
Ogni riferimento ai fatti realmente accaduti è solo spunto per far volare la fantasia….
Ogni riferimento ad eventuali persone realmente esistenti…..è puramente casuale…!
NON UN EURO ALLA GAZZETTA!!!
