mercoledì, luglio 01, 2009

DANILO NUCINI: UN UOMO UN PERCHE'

Il mio nome è Bond, Danilo Bond


nucini
Qualche mese fa ti chiedevo un po' scherzando un po' sul serio come mai non riuscivamo ad avere un arbitro amico,
tanto da sentirci almeno una volta protetti, e tu, con uno sguardo fra il dolce e il severo, mi rispondesti che questa cosa
non potevo chiedertela, non ne eri capace.

Fantastico.
Non ne era capace la tua grande dignità, non ne era capace la tua naturale onestà,
la sportività intatta dal primo giorno che entrasti nell'Inter
Strofa di una nota hit dell’estate 2006



Danilo Nucini, ex fischietto bergamasco attivo in serie A e B dalla seconda metà degli anni ’90 alla stagione 2004-05, si è presentato in aula, l’altro ieri (26 maggio), per raccontare l'ostracismo a lui riservato dall'intero mondo arbitrale, tanto da privarlo dalla possibilità di fare carriera ad alti livelli. Si è ripetutamente definito uno spirito libero, un uomo senza padroni, ma la storia che ha raccontato ha molte falle, e nel raccontarla è incorso in numerose imprecisioni e contraddizioni, reagendo con spocchia e nervosismo a chi glielo faceva notare.
Molta specie ha fatto il racconto della sua assidua frequentazione, mentre era un arbitro in attività, con un massimo dirigente dell’Inter, il compianto Giacinto Facchetti, che ha descritto come un punto di riferimento costante a cui si rivolgeva per trarre conforto dai suoi problemi di carriera.
Senza contare le numerose inesattezze e bizzarrie che costellano la storia degli incontri con Fabiani e Moggi e la faccenda della SIM italiana con relativa omessa denuncia. Ma andiamo per ordine.

L'OSTRACISMO DEL MONDO ARBITRALE

Nucini accusa la Commissione Arbitrale Nazionale di aver sempre gestito con logiche clientelari le carriere, senza criteri meritocratici, ripetutamente dichiarandosi vittima del sistema.
Significativa però l’ammissione di aver avuto problemi con tutti i commissari che si sono succeduti alla guida della CAN, nessuno escluso, da Casarin, a Baldas/Mattei, a Pairetto e Bergamo. Nucini racconta candidamente di aver litigato con tutti. Inoltre, ammette di non aver mai legato nemmeno con i colleghi, di essersi sempre tenuto isolato dagli altri. A suo dire, il problema non era lui, ma resta il fatto che chiunque si trovasse attorno non gli andava bene. Insomma, il classico piantagrane. Tranne il primo anno, con la CAN commissariata, momento di emergenza che portò alla cooptazione di molti arbitri dalle serie inferiori, permettendogli di accedere al livello più alto, arbitrare in serie A e B, traguardo che in caso contrario difficilmente avrebbe potuto raggiungere.
Per cercare di dare sostanza alle sue accuse contro il mondo arbitrale, cita la vecchia storia del giornalista Di Tommaso di Tuttosport, che nella famigerata stagione 1997-98, secondo un’inchiesta dalla concorrente (!) Gazzetta, venne accusato di aver tenuto rapporti inopportuni con alcuni arbitri, i quali però, una volta sottoposti a procedimento disciplinare, vennero scagionati. Non sarà questa l’unica volta in cui Nucini userà argomentazioni legate non tanto a fatti, ma a campagne di stampa e a opinioni vicine alle ragioni dell’Inter (l'affare Di Tommaso scoppiò in corrispondenza delle polemiche sul famigerato rigore di Ronaldo e conseguenti piagnistei).

JUVENTUS BOLOGNA 1-0 del 14/01/01

Nucini racconta di essere stato ostracizzato dai designatori Bergamo e Pairetto dopo aver concesso un rigore contro la Juve, nel match interno contro il Bologna del 14 gennaio 2001. Attribuisce a quell'episodio una sospensione di 40 giorni che subì. Poi però ammette di aver anche risposto male a Pairetto il quale, al successivo raduno settimanale a Coverciano, gli aveva fatto notare l’errore. Ma il rigore c’era? Prima parla di un'intervista nella quale, secondo un racconto telefonico della moglie immediatamente successivo alla partita, Iuliano, l'autore del fallo, gli avrebbe dato ragione; poi è costretto ad ammettere di aver subito unanimi critiche da tutti gli organi di stampa, e non solo per il rigore; un arbitraggio disastroso, a parere di tutti.
Invito il lettore a leggere
L'articolo del Corriere su quella partita, eloquente fin dal sottotitolo: “L'arbitro Nucini il peggiore in campo”. Ma leggetelo tutto, ne vale la pena. I cronisti Padovan e Franchetti dedicano due terzi dello spazio che hanno a disposizione al commento degli errori dell’arbitro, cosa più unica che rara, tale da oscurare la prestazione dei giocatori. Per altro, la sua direzione viene definita sfacciatamente pro-Juve fino a pochi minuti dalla fine (ha la nomea di arbitro casalingo), allorché l'arbitro assegna un rigore molto dubbio al Bologna, sotto per 1-0 (rigore poi sbagliato da Cruz).
Siamo sicuri che i designatori lo criticarono solo per quel rigore? Addirittura, il teste racconta di aver fatto resistenza all’invito di Bergamo a chiedere scusa a Pairetto per la reazione a Coverciano. Dunque, Nucini arbitrava male e rispondeva male ai rilievi dei designatori. Di più: lamenta la mancata solidarietà dei colleghi, a suo avviso troppo competitivi con le nuove leve.
Gli si chiede se dopo la partita i dirigenti bianconeri andarono a protestare, ma la risposta è no. Per dare una parvenza di sostanza alle sue “sensazioni”, si attacca a un gadget post-partita, di quelli che i club ospitanti danno sempre agli arbitri e che, nel caso della Juve, era costituito da uno zainetto contenente una maglia e la videocassetta del match: in quel caso, Nucini vi trovò una casacca bianconera con un quadrato nero invece del nome del giocatore. In pratica, descrive l'episodio come si trattasse una ritorsione da thriller, manca solo il sangue.
Dunque, da quella gara, da quel rigore contro la Juve, a suo dire l’avrebbero ostracizzato. Peggio: dall’anno successivo gli avrebbero fatto arbitrare solo partite di serie B. Vero? No, falso. Basta controllare: Lecce - Parma, 18° giornata, 14 gennaio 2002, e Verona - Fiorentina, 25° giornata, 3 marzo 2002 (e altre 3 nel 2002-03). In realtà arbitrò partite di serie A fino all’ultimo anno di carriera, il 2004-05, quando ad esempio diresse un contestatissimo Fiorentina – Messina.
Insomma, su questo il teste mente.
Non solo, sempre nel 2000-01, dopo quel Juve-Bologna diresse altre 4 gare di serie A, di cui una della Juve stessa (Juve-Reggina, vittoria della Juve) e, quando gli avvocati difensori glielo fanno notare, si rifugia nell'evocazione di una fantomatica strategia dei designatori per dismetterlo senza destare sospetti. Delirante.
Ma quale fu la prima partita di A che diresse dopo quel Juve-Bologna?

INTER – UDINESE 2-1 del 25/02/01

Questo è il vero momento chiave, molto più del rigore dato contro la Juve. Infatti, in seguito a una mancata ammonizione all’interista Di Biagio, Nucini viene redarguito negli spogliatoi dal commissario arbitrale, e poi telefonicamente da Bergamo. Come negli altri casi, l’arbitro non accetta la critica, ribatte a muso duro al commissario, e Facchetti, che assiste alla scena, il giorno dopo lo chiama.
Un dirigente interista che telefona a un arbitro, per altro dopo un errore arbitrale in suo favore. Gli avvocati vanno a nozze: “E’ normale questo? Era consentito dal regolamento?” No, ammette, ma Bergamo è una città piccola e la conoscenza con Facchetti risaliva già al '98, no, al '99, no, al '97. Ci si incontrava, si beveva un caffè (come Baldini e Auricchio a Roma?). Gli chiedono perché non ha segnalato all’Ufficio Indagini la telefonata del dirigente interista, tanto più che in precedenza il teste aveva detto di aver segnalato ai designatori la presenza di Moggi negli spogliatoio dopo un Napoli-Ancona arbitrato da lui (che lo aveva semplicemente, e cortesemente, salutato, ammette), senza che la sua “denuncia” avesse seguito; “eh, ma per la telefonata dipende dal contenuto”; “eh, ma Moggi a Napoli non doveva starci”. Gli si fa notare che all’inizio si era lamentato del comportamento di arbitri accusati (poi assolti) di aver frequentato un giornalista, che dunque predica bene e razzola male. E’ costretto a convenire.
Poi il dossier. L'ex arbitro parla di un
dossier, compilato da lui, sugli errori arbitrali pro-Juve (diretti e indiretti), relativo alla stagione del 5 maggio, il 2001-2002, e su come i designatori, a suo avviso, li valutassero in ottica filo-juve. L'idea sarebbe nata dall’indignazione per un rigore concesso da Bolognino in un Juve-Chievo del 15 settembre 2001. Il documento viene acquisito agli atti. Nel dossier c'è un Parma-Juve, in cui a dire del testo ci fu un rigore non concesso ai padroni di casa da Racalbuto; interviene il legale di Racalbuto che gli fa notare che in realtà quella partita fu vinta dal Parma e che anche la Juve reclamò per la mancata espulsione di Almeyda. Risposta. "Io scrivevo quello che interessava a me". L'avvocato va oltre: "Sa qual è la sospensione più lunga comminata a un arbitro? 8 mesi, che vennero inflitti a Racalbuto per un rigore dubbio concesso alla Juve contro la Roma". Nucini abbozza.
Gli si chiede se con Facchetti si cominciarono a vedere dopo quell’episodio, ma lui ammette che si frequentavano già prima, al bar, anche nell’ufficio di Facchetti a Bergamo, dove faceva l’assicuratore. Parlavano di “impressioni verbali, sensazioni, episodi e poi l'elenco delle partite”. Con che frequenza si vedevano? Frequentemente, anche settimanalmente.
Poi la questione Fabiani, e il racconto di Nucini si trasforma in una spy-story.

IL MIO NOME E' BOND, DANILO BOND

Fu Facchetti, secondo il racconto dell’ex arbitro, ad avere l’idea. Nucini, dopo il "tragico" 5 maggio, aveva presentato al suo amico il dossier sulla Juve, a suo dire convincendolo a fatica (in effetti mai gli interisti avevano recriminato prima di allora…) del presunto marcio nel calcio (durante il controesame dei difensori, il teste ammette ripetutamente che si trattava solo di sue “sensazioni” non suffragate da prove). Facchetti gli avrebbe consigliato di diventare “amico” degli arbitri, in particolare di De Santis (dossierato Telecom). E a una cena di Natale (2002?), sempre Facchetti gli avrebbe poi detto: “Informati su chi è Fabiani” (singolare: anche lui dossierato Telecom).
Durante una cena, Nucini avrebbe così chiesto ai colleghi chi fosse questo Fabiani, recependo del nervosismo (?) da parte di Racalbuto. E il giorno dopo, De Santis, col pretesto di uno strappo sull'auto di Nucini al campo di allenamento di Linate, gli avrebbe chiesto perché fosse interessato al soggetto, confidandogli di conoscerlo per essergli stato collega presso un carcere minorile, prima di nuovamente rimproverarlo per il rigore dato contro la Juve ormai più di un anno prima (remember l’articolo del Corriere "Nucini il peggiore in campo"!).
In seguito, dopo un Cosenza - Triestina (di cui Fabiani era DS) arbitrata il 16 marzo 2003 dallo stesso Nucini, in aeroporto sarebbe avvenuto il primo incontro, durante il quale il DS gli avrebbe dato i suoi numeri di telefono. L’avvocato di Fabiani, nel controesame, ha contestato la presenza del suo assistito quel giorno in aeroporto, producendo i documenti di viaggio predisposti dalla Triestina per quella trasferta, che non prevedevano il volo di ritorno per lui. Inoltre, davanti al pm Nucini racconta di un Fabiani che promette di fargli avere un buon voto dal commissario arbitrale, ma al controesame dell’avvocato innesta la retromarcia, in realtà si sarebbe trattato solo un breve e amichevole saluto.
Dopo quell'episodio, Nucini sarebbe stato chiamato da Fabiani che lo avrebbe invitato al bar dell’hotel Cristallo a Bergamo, dove l’avrebbe rassicurato che ci avrebbe pensato lui a fargli tornare ad arbitrare la serie A. Tramite "il suo uomo". Peccato che, come già detto, nel 2002-03 Nucini la serie A l'aveva già fatta: Piacenza – Empoli del 26 ottobre 2002, Piacenza – Como del 2 marzo 2003 (quindi solo 14 giorni prima della partita di Cosenza) e Como – Perugia del 12 aprile.
L’"uomo di Fabiani", ovviamente, sarebbe Moggi, che in quell’occasione sarebbe stato contattato al cellulare, per farlo parlare direttamente con Nucini. Davanti al pm, il teste rievoca un ambiguo invito di Moggi: “Fai quello che dice lui” (ma poi al controesame, al solito, parzialmente ritratta, parlando di uno semplice scambio di frasi di cortesia), e di uno show di Fabiani che, una volta chiusa la chiamata con Moggi, si sarebbe vantato di poter designare gli arbitri. Così il pm gli chiede cosa accadde dopo quell’incontro, e il teste risponde che in effetti andò finalmente a fare una partita di A. Peccato che in aula citi proprio quel Piacenza – Como, una gara che si era svolta due settimane prima di Cosenza – Triestina, e cioè ben prima del primo incontro al bar. Si arriva alla stagione 2003-2004. Nucini si aspetta di partire dalla A, ma lo mandano in B per Palermo – Cagliari. La sua direzione viene contestata dall’osservatore Ingargiola, ma Fabiani, a suo dire, l’avrebbe chiamato per rassicurarlo: “Non preoccuparti, non fare casini, ci penso io”. Il teste esegue, a Coverciano non fa casini, ma viene punito comunque: quindi Fabiani è un cazzaro? E poi perché non l'aveva fatto designare per la A?
A quel punto, finalmente, Fabiani si sarebbe deciso a presentargli il “suo uomo”. Appuntamento a Greggio, sulla MI-TO, dove avrebbe caricato in macchina il teste, recandosi in un paesino per fare un bancomat e comprare una ricarica telefonica da un tabaccaio (strampalato e confuso il racconto). Poi di nuovo alle rispettive macchine: a questo punto Fabiani l’avrebbe guidato a Torino, all’hotel Concord, dove in una stanza li avrebbe raggiunti Moggi in persona, che dopo i convenevoli avrebbe fatto un paio di chiamate dimostrative a entrambi i designatori, trattandoli male, perorando la causa di Nucini e invitandoli a valorizzarlo (e guarda caso, almanacchi alla mano, l'unico campionato in cui Nucini non arbitrò manco una partita di A fu proprio quello: alla faccia della cupola moggiana!); inoltre, avrebbe ingiunto a Pairetto di non designare Dondarini per la Juve. E dove andò il Donda a fare danni quella domenica, secondo il teste? Ovvio, a Udine, a punire l’Inter, la grande vittima dei soprusi moggiani (e guarda caso, cronache alla mano, nell'intervallo di quella partità - a proposito: nell'intervallo?! - l'amico interista di Nucini si rese protagonista di una visita di protesta nel camerino degli arbitri che, per quanto "ufficiale", sul Corriere venne definita "inopportuna").
Quando Moggi si dilegua, Fabiani avrebbe consegnato a Nucini una SIM italiana.
Dunque, non straniera? No, italiana. Bah.
Esilarante, infine, la ricostruzione delle istruzioni che gli avrebbe impartito Fabiani: "Mi spiegava che le cellule si dividono... le cellule di qui... le cellule di là...". Forse voleva dire "celle", comunque è un capolavoro di nonsense.

LA SIM MAI USATA, ANZI SI’; MAI DENUNCIATA, ANZI SI’; ANZI, NO; NON VOGLIO DIRLO

Dunque, la Sim di Fabiani. Italiana. Qua tutto si fa ancora più confuso e grottesco.
Nucini racconta di aver subito chiamato Facchetti in autostrada, di ritorno dall'incontro all'Hotel Concord, per raccontargli della Sim. Tempo dopo, a casa di Facchetti, gli avrebbe poi fatto un resoconto più dettagliato. “Ecco, è questo il problema”, avrebbero concluso i due. Dovremmo essere ormai verso la fine del 2003, ed è interessante verificare quando, secondo alcuni articoli di stampa del 2006, iniziarono le attività di Tavaroli per l'Inter, perché ci sono curiose incongruenze (del tipo che il famoso "dossier Ladroni" sarebbe in realtà già di un anno prima).
Ma la Sim? Nucini la usò? No. Anzi, sì. Forse un paio di volte. Il teste continua a contraddirsi. D’altronde, come gli fanno poi notare gli avvocati, agli inquirenti aveva raccontato di essersi segnato il numero (comunicato solo a Facchetti) e di averla buttata subito. No, ora ricorda meglio, non subito, prima ci sarebbero state un paio di chiamate di Fabiani.
Ma Facchetti e Nucini non decisero di sporgere denuncia? A quel punto avrebbero in mano una bella bomba: la sim. Qualcuno vicino all’Inter consiglia di mandarlo dalla Boccassini, alla procura di Milano. Lui ci va, ma la sim l’aveva già buttata. Perché? Non poteva tenerla e dare la possibilità al magistrato di intercettare quel numero? Ma allora che disse al pm milanese? Mistero. Nucini non vuole parlarne. “Parlammo di calcio”. Insomma, un "qui studio a voi stadio" con uno spruzzo di "un giorno in pretura".
E l’ufficio indagini della Figc? Era lì apposta. Macché, lui, Nucini, l'uomo senza briglie, non si fidava di nessuno.
Di nessuno. Anzi, di uno si: “L'ho detto a Giacinto Facchetti, perché era l'unico l'unico, che poteva smontare tutto! Se io mi fossi rivolto all'ufficio indagini, a chiunque, nessuno mi avrebbe ascoltato, ma mi avrebbero buttato fuori!”.
Gli chiedono se è vero, come riportato da alcuni giornali, che voleva lavorare per l’Inter, magari fare l’addetto agli arbitri. Nucini prima nega decisamente qualsiasi ipotesi di tal genere, poi deve ammettere che Facchetti gli aveva offerto un posto di lavoro. Tiene a specificare che lui avrebbe rifiutato sdegnoso.
Gli avvocati lo incalzano: “Negli incontri con Moggi e Fabiani, non le è venuto in mente di portare un registratore?". Risposta. “Il registratore non è elegante. E poi non faccio l’investigatore.”
E per finire questo prolisso resoconto, una piccola chicca: infervorato, sotto i colpi del controesame dei legali che gli contestano le discrepanze tra la testimonianza resa in aula e quelle rese nel 2006 e 2007 agli inquirenti, Danilo Bond si lascia andare: “Sa cos'è? Per venire qua mi sono letto un file di 250 pagine che ho archiviato e allora non l'avevo fatto!”.

I legali si scatenano: “Ah sì? E dove le ha prese queste informazioni? E quando le avrebbe raccolte? Ce l'aveva anche nel 2007 dai Carabinieri, allora? Prima di venire qua in questi giorni ha parlato con qualcuno di questo processo? Si è consultato con qualcuno?".
Un avvocato fa rilevare strane uguaglianze testuali tra due sue precedenti deposizioni agli inquirenti, come se la seconda fosse frutto di copiaincolla della prima. Il giudice cerca di calmare gli animi. Danilo Bond non accetta le insinuazioni su eventuali "suggeritori" nell'ombra:

No, no, non mi son consultato con nessuno, stia tranquillo, avvocato! Non ho mai avuto nessun padrone, avvocato”. Sarà.

Fonte: www.ju29ro.com

MOGGI NO A BOLOGNA, UNO SPOT PER L'IPOCRISIA

E' durata una giornata l'idea di vedere Moggi al Bologna, anche solo come consulente personale del presidente Menarini. Tramonta così, sotto le immani proteste del popolo rossoblù e non solo, l'unica ancora di salvezza per una squadra che è destinata a naufragare. Ma andiamo con ordine.

E' di lunedì sera la voce che Luciano possa entrare nella società bolognese, dapprima come socio, poi come consulente personale dei Menarini. Scoppiano immediate le reazioni, preventive come al solito. Secondo autorità e benpensanti, infatti, una persona inibita non può ricoprire incarichi di nessun tipo. Tutto giusto, tutto bello. Esattamente come accade per Preziosi, che da perennemente inibito opera bellamente nel moneod del calcio da presidente del Genoa, costruisce una buona squadra e raggiunge l'Europa League e si concede modello meretrice a qualsivolgia microfono o telecamera lo cerchi. Il tutto alla luce del sole, il tutto con la benedizione di Federcalcio e affini. A proposito della prostituzione intellettuale di Mourinhana memoria. Non da ultimo si considerino le vibranti proteste dei tifosi rossoblù, sponda Genoa. Ne avete avuto tracce? Chiaremente no, perchè l'ipocrisia che aleggia nel mondo del calcio, culminata con la farsa delle farse chiamata Farsopoli, si limita agli orticelli altrui ed esclusivamente se al suo interno crescono erbaccie bianconere, delle quali metà Italia è allergica.

Qualcuno ricorda l'inibito Galliani salire su un aereo per Barcellona per Ingaggiare Ronaldinho, in barba alle decisioni della giustizia federale? Qualche protesta ma nulla di più, esattamente come qualche mese prima, quando sempre da inibito piazza il colpaccio Pato vantandosene a TV e giornalai compiacenti (ed evidentemente compiaciuti). Quacuno ha udito le vergini pallonare stracciarsi le vesti? Evidentemente se uno dei due colori è il rosso e non il bianco, certe cose sono permesse.

Ma veniamo all'attualità, che mai come adesso fa rima con banalità. Banali sono le prteste dei bolognesi, volgari se non peggio quelle delle istituzioni felsinee, che lasciano degradare la propria città sotto un'aura di impunita criminalità (leggere qui please) ma che si mostrano sempre pronti quando si tratta di mostrare la faccia bella della propria moneta, quella inzuppata di facili moralismi e perbenismo. E chi se ne frega se nel capoluogo emiliano è ormai impossibile vivere tranquillamente o se una qualsiasi ragazza non può girare liberamente per strada da sola, manco fossimo nel regime iracheno di Saddam. L'importante è mostrarsi belli e compiacenti, magari con i possibili elettori. Così va la vita, ormai l'abbiamo capito. Tu sbatti il mostro in prima pagina e per il resto sei tranquillo, soprattutto se sei un intoccabile, un protetto. Ma al popolino questo poco interessa.

Ma c'è un però..... I tifosi si sono espressi chiaramente: meglio la B o la C che Moggi al Bologna. E' un punto di vista, ma ho la strana sensazione che verrà presto disatteso. Infatti, in questo momento la squadra bolognese è a pezzi: senza prospettive, senza un euro che sbatte contro l'altro, senza giocatori di valore coi quali fare cassa e di conseguenza riprogrammare il mercato. E' semplicemente, al 1° luglio, la squadra abbondantemente peggiore della serie A, per giunta immobile sul mercato, con l'aggravante dello svincolo di alcuni giocatori importanti. Insomma, la B sarebbe garantita. E questo non può che far piacere ai militanti\miliziani rossoblù.

In questo scenario cupo c'era una mente lucida, un certo Renzo Menarini, che da proprietario del Bologna e quindi interessato non solo affettivamente, ma anche economicamente alle sorti sportive del club, che aveva avuto un'ottima idea. Ingaggiare un personaggio scomodo come consulente personale, senza vincoli di cartellino o cose simili, senza infrangere nessuna legge se non la fantomatica morale (a Bologna questo è reato capitale, peggio che le avventure narrate nel link sopra); fidandosi di colui che è indiscutibilmente il re del mercato e in barba a pregiudizi e minaccie. I tifosi, alle prime vittorie, capiranno la scelta fatta. Qualche buona operazione Luciano l'avrebbe chiusa di sicuro, sull'onda delle squadre costruite a Torino senza che la proprietà mettesse il becco di un quattrino, pur avendolo. In Emilia la situazione è, come detto, obbligata: non ci sono soldi ma si deve rifare da 0 una squadra competitiva, esiste qualcuno migliore dell'ex dg bianconero per portare soddisfacientemente a termine questa attività?

Purtroppo per i miei concittadini, questo non sarà più possibile, ma confesso di essere contento per loro: non volevano Moggi e non l'avranno, volevano piuttosto la B ed è probabilissimo che l'avranno. Contenti loro.

Una sola domanda mi sorge spontanea: ma quando a dicembre i rossoblù saranno ultimi in classifica, puntando dritto verso la B, cosa diranno tifosi, istituzioni, giornalai e TV locali? Se esiste un minimo di coerenza in questi soggetti, saranno felice di ciò e non protesteranno come hanno fatto tutto lo scorso anno (a ragione, aggiungo io). Io sono seduto sulla riva del fiume per ben altri motivi, ma resto volentieri immobile per seguire questa vicenda, pronto a rivangare questi giorni e queste frasi alla prima protesta. Sono certo che mi divertirò molto....

Il messaggio è chiaro: meglio la B o la C che Moggi in squadra. E allora, buona retrocessione, caro vecchio e glorioso Bologna.

giovedì, giugno 18, 2009

FARSOPOLI

Per seguire il processo di Farsopoli, cliccate questo link di Radio Radicale. Come prevedibile, le audizioni che si stanno susseguendo a Napoli sono delgi autentici cappotti della difesa verso l'accusa, assolutamente in capace non solo di reggere il controno, ma anche di portare un solo straccio di prova a sostegno delle proprie deliranti tesi.

Appena possibile pubblicherò degli ampi stralci del processo

P.S.: Naturalmente nessun giornale, tranne uno scocciato Tuttosport, stanno riferendo quando avvine a Napoli, quando nel 2006 sbattevano in prima pagina e a caratteri cubitali qualsiasi boiata. Un'ulteriore conferma di quello che ho sempre sostenuto.

W l'Itaglia!!!

mercoledì, giugno 03, 2009

BILANCIO STAGIONE 2008\2009

Terminata la stagione, è ora di bilanci. Alla voce piazzamenti si legge: 2° posto in campionato, ottavi di finale di Champions League e semifinale di Coppa Italia. Non male per una squadra che 2 anni prima giocava in B, pochissimo per chi vuole essere considerato grande. Chiaramente la rosa non era attrezzata per vincere le competizioni e il gioco espresso è stato in molti frangenti tra il penoso e l'imbarazzante.

Ma come detto è ora di bilanci, quindi andiamo con i voti della stagione per i componenti la rosa juventina.

PORTIERI:
Buffon 6.5
Manninger 6.5
Chimenti s.v.

DIFENSORI:
Grygera 5,5
Zebina 5,5
Chiellini 7,5
Legrottaglie 6,5
Mellberg 6-----
Knezevic 4.5
Andrade s.v.
Ariaudo 6,5
Molinaro 5,5
De Ceglie 6

CENTROCAMPISTI:
Camoranesi 5,5
Marchionni 6,5
Esposito n.g.
Sissoko 7
Poulsen 5
Zanetti n.g.
Marchisio 6,5
Ekdal n.g.
Nedved 7
Salihamidzic 6
Tiago 6+
Giovinco 6+

ATTACCANTI:
Del Piero: 6.5
Trezeguet 5,5
Amauri 7
Iaquinta 7
Daud n.g.
Immobile n.g.

ALLENATORI:
Ranieri: 5
Ferrara: 7

Voto generale alla stagione della Juve: 6+

domenica, maggio 31, 2009

GRAZIE PAVEL

Oggi gioca la sua ultima partita con la maglia della Juventus il grande Pavel Nedved.

Un grazie di cuore ad un campione, ma soprattutto ad un Uomo, speciale, unico, inimitabile.

Grazie di tutto, furia ceka!!!

martedì, maggio 26, 2009

UFFICIALE DIEGO E' BIANCONERO!!!!


http://www.juventus.com/site/ita/NEWS_newsseriea_B3C14195FD84453E8EDB4E34B6091781.asp

L'abbiamo atteso come il messia, sono anni che circola il suo nome e viene accostato alla nostra amata Juve, ed ora è ufficiale.

Per la prima volta, seppur non dimenticando il peccato originale, voglio gridarlo forte:

GRAZIE DIRIGENZA

E ora non appisoliamoci sugli allori, servono altri giocatori. Ma che colpo....

Benvenuto Campione!!!


DIEGO RIBAS DA CUNHA

Finalmente, dopo tanti anni, a Torino torna ad approdare un campione vero. E forse la Juventus tornerà ad essere quella di sempre, bella e vincente.

Mancano solo le firme sul contratto (attese in giornata), ma è già tutto fatto: al Werder 24 mln e al giocatore un quadriennale da circa 4 mln all'anno. Un investimento impartante, che segue a ruota quello di Fabio Cannavaro, in nome di una Juve nuovamente competitiva.

Ora bisogna smaltire e fare almeno altri 3 acquisti: due terzini e un attaccante, visto che ormai la partenza di Trezeguet è da ritenersi certa.

giovedì, maggio 21, 2009

APPLAUSI

Udienza fondamentale ieri al "Processo Calciopoli" (in svolgimento a Napoli), nel corso della quale due tra i più “autorevoli” testi forniti dall’accusa (Armando Carbone e, soprattutto, Romeo Paparesta) hanno reso testimonianze estremamente significative addirittura decisive per comprendere come, al pari del processo Gea, anche questo procedimento stia prendendo, come ampiamente previsto, le sembianze di una farsesca sceneggiata all’italiana.
Perché, a leggere le deposizioni dei due testimoni chiamati dall’accusa per dimostrare il teorema cupolar-moggiano, si finisce con il cadere in uno stato tra il depresso (per la constatazione di quanto i nostri destini di tifosi, ma, soprattutto, di cittadini, possano essere stravolti da un pm in cerca di notorietà) e il divertito (troppe le chiacchiere da bar e le fantasiose teorie sostenute, teorie che nemmeno un autore di fiabe per bambini potrebbe avallare).
La notizia è passata sotto silenzio sui principali network televisivi; Mediaset, Rai, la stessa Sky, che pure una scaletta da riempire per il notiziario sportivo ce l’avrebbe, hanno snobbato la vicenda.
E i giornali che ne pensano, cosa scrivono oggi? Parliamo proprio di quei quotidiani che nell’estate del 2006 ebbero un ruolo così importante nella formazione del famoso “sentimento popolare” che guidò, a furia di menzogne e verità filtrate, l’evoluzione della farsa chiamata Calciopoli. Repubblica preferisce snobbare l’udienza napoletana di ieri per dedicarsi ad un più attuale tiro al bersaglio contro Blanc e la Juventus, in relazione al contenzioso sorto con Ranieri.
Se questa scelta, da un lato, persegue l’obiettivo di tutti i media italiani in questi ultimi due giorni, ovvero la beatificazione di un tecnico non da Juve ma che a tutti i non juventini stava (ovviamente) benissimo seduto su quella panchina, in quanto garanzia di Juve dimessa, dall’altro, impressiona non poco la mossa di un giornale ritenuto così autorevole (forse, un tempo era davvero così…) di non destinare il massimo esperto in redazione sull’argomento (Mensurati, “dirottato” sul pezzo Ranieri-Juventus) al commento di una vicenda a proposito della quale lo stesso giornalista scrisse un libro, in coppia con l’ex team manager dell’Internazionale Football Club Milano. Un documento, quel libro, pieno di inesattezze e lacunoso, frettolosamente pubblicato a supporto delle inconsistenti teorie partorite nell''estate del 2006, che si stavano già sgretolando a pochi mesi dalla loro formulazione. Che Marco Mensurati si ricordi di quando subì un'autentica lezione, sull’argomento Calciopoli, in diretta tv dal nostro Dr.Zoidberg e, di conseguenza, abbia timore di rinfrescare l’argomento?
Oppure, il lavoro di certi media è concluso, e oggi se la devono sbrigare altri?
Quali altri, magari quelli del gruppo RCS?
Ad esempio, il Corriere della Sera?
Considerato un tempo il giornale di maggior prestigio tra i quotidiani italiani (anche sul Corrierone sussistono le perplessità espresse a proposito di Repubblica…), il giornale di De Bortoli focalizza la propria attenzione sulle dichiarazioni di Romeo Paparesta (padre dell'arbitro Gianluca) che ispirano alla redazione sportiva un titolo che, presentato così “Cellulari e sim agli arbitri. Moggi me ne diede quattro”, sembrerebbe inchiodare Luciano Moggi alle proprie indiscutibili responsabilità. E il sottotitolo è ancora più esplicito, per non dire subdolo, : “Paparesta racconta l'incontro con Lanese; devi passare da Luciano". Vedete, cari lettori, davanti a queste cose un tifoso-cittadino potrebbe benissimo mettersi il cuore in pace e pensare che sia il caso di guardare avanti: un bello “scurdammoce ‘o passato”, tanto per rimanere in tema di “processo napoletano”, e via verso il futuro! Il problema sta nel fatto che un titolo in buona fede, obiettivo, e soprattutto rispondente a quanto emerso dal dibattimento avrebbe dovuto recitare, in piena contrapposizione con quello effettivamente utilizzato dal Corriere, qualcosa del genere: “Cellulari e sim: Moggi temeva gli arbitri. E il potere delle milanesi”. E il sottotitolo avrebbe dovuto essere: “Paparesta: Lanese mi disse; ‘parla con Moggi, farai carriera’. Successe l’esatto contrario”. Per le motivazioni e gli approfondimenti in merito a quanto appena scritto, vi rimandiamo ancora ai link sopracitati, alle testimonianze rese da Carbone e Romeo Paparesta.
Ancora più sorprendente, nello sviluppo dell'articolo, una volgare e voluta menzogna nel punto in cui l'autore (Fulvio Bufi) scrive che, secondo quanto risulta dalle indagini, Gianluca Paparesta era stato aspramente redarguito da Moggi "per non aver favorito la Juventus nella gara in trasferta contro la Reggina". Una vergogna spudorata, roba da sospensione dall'Ordine in un Paese civile perché, come tutti sanno, l'incazzatura di Moggi era dovuta al fatto che Paparesta aveva clamorosamente danneggiato, altro che non favorito, la Juve.
La menzogna è sintomatica delle ombre che gravano su tutta la faccenda delle sim straniere: potrebbero essere servite ai collaboratori di Moggi per segnalargli errori come quelli di Paparesta, mentre il Corsera ha come bisogno di metter di mezzo il "favorire la Juve" perché, secondo il pensiero dei giornalisti del Corriere (in primis Fabio Monti, l'agiografo di Moratti), la Juve vinceva grazie ai favori occulti che le procuravano le sim segrete.
Da delirio.
Per finire, i fratellini del Corriere, anche loro colonna del gruppo RCS, i veri paladini della dottrina di Calciopoli (pardòn, per loro fu da subito “Moggiopoli”), i Palombi che sguazzano nel mare delle millanterie dalla primavera del 2006, quando scoperchiarono un pentolone puzzolente, dirigendo però la propria attenzione ben distante dalla direzione da cui proveniva il fetore più nauseabondo.
Il tutto, dettando le linee guida in fatto di tempi, procedure e sentenze.
Oggi, evidentemente accortisi della figura di fango ( e siamo generosi…) che si apprestano a fare vista la piega che stanno prendendo le cose, da Via Solferino preferiscono indirizzare la propria indignazione nei confronti del giudice Teresa Casoria, colpevole di mostrarsi “annoiata” (lei e le colleghe del collegio giudicante) e di aver definito “poco serio” il procedimento in corso a Napoli.
Nessun cenno alle deposizioni e al contenuto delle stesse, il mirino viene puntato sulla signora Casoria.
L’atteggiamento del capo del collegio giudicante, per il quotidiano milanese dal formato ridotto, lascia “sbalorditi” i presenti e sortisce l’effetto di far diventare “neri in volto i due pm” titolari dell’inchiesta.
Questo, solo per il fatto di pretendere sintesi e serietà alle parti, limitando al massimo la concessione alle scene da avanspettacolo o da circo, una richiesta che in un Paese civile dovrebbe essere più che ovvia in un'aula di Tribunale.
Il giornale milanese omette l’affermazione della Casoria alla lettura delle prossime udienze (la prima delle quali è fissata per il 26 maggio), ovvero, per esteso: “ci sono processi più importanti da fare”, e, naturalmente, omette pure la successiva integrazione, quella che dà il senso alla frase, ossia quel “processi con detenuti” sulla cui ovvia precedenza non crediamo ci si possa trovare in disaccordo.
Ma tutto questo, evidentemente, al giornale rosa non interessa, e, continuando a non riportare i contenuti del dibattimento, da quelle pagine si domandano come può essere considerato “poco serio” un processo nel quale sono in ballo richieste di risarcimento danni per centinaia di milioni, avanzate dallo Stato, dalle parti civili (escluse “frettolosamente” secondo gli avvocati difensori, sottolinea sempre il quotidiano color confetto), fallimenti di società e scudetti revocati (strano che venga menzionato questo particolare: che vogliano ridiscutere e assegnare a chi sospettiamo anche quello del 2004/05?).
In questo panorama tutt’altro che roseo, in controtendenza con il colore e lo slogan del quotidiano, ecco il colpo da maestro, suggerito tra le righe, e ancora una volta da quelle pagine.
Leggete, a proposito delle richieste di risarcimento respinte, la strada tracciata da chi, 3 anni fa, dettò le sentenze ancor prima dei processi sportivi: “in caso di riammissione delle parti in causa, al momento in attesa di giudizio della Cassazione, si potrebbe anche ipotizzare una ricusazione del collegio a tute­la di un equo processo che, per la fretta, rischia di penalizzare tutti”.
Capito?
Il processo, da quello che si intuisce, rischia di non seguire il corso previsto dagli artefici della farsa.
E la domanda, alla "casetta rosa", dev’essere stata: e quindi cosa facciamo?
Risposta pronta: suggeriamo di cambiare il giudice, che è l’arbitro di questa “partita” in Tribunale.
Cioè, se le cose non vanno come voglio, è colpa dell’arbitro.
Sembra di sentir parlare un interista.
E il bello è che sicuramente è così.

Fonte: www.ju29ro.com

mercoledì, maggio 20, 2009

PARLIAMO DI COSE SERIE

Onorevoli, che rimborsi
quanto ci costano i politici

Dalla Jacuzzi sul terrazzo di casa alla trasferta ministeriale con famiglie al seguito
di CARMELO LOPAPA


Onorevoli, che rimborsi quanto ci costano i politici
IL rimborso spese per il parrucchiere delle onorevoli senatrici è stato l'ultimo a finire nel calderone delle astute sconvenienze da cancellare. Certo, pesa "solo" per 81 mila euro l'anno. Certo, non indecente come i filmini porno del marito del ministro dell'Interno britannico messi a carico del bilancio. Certo, non come gli specchi inseriti in nota spese dal deputato inglese Richard Younger Ross, ma anche a Roma, che figura. Tanto che anche a Palazzo Madama, giusto pochi giorni fa, se ne sono accorti e allora il presidente Renato Schifani ha invitato a cancellare quella voce in bilancio. D'ora in poi, sottinteso, vadano a farsi belle a loro spese.

Non è ben chiaro invece se i senatori e gli "ex" che passeranno a miglior vita in questo 2009 potranno godere ancora del rimborso spese funerarie che nel 2008 ha pesato un po' troppo sui conti del Palazzo, 134.290 euro. La voce è inserita "per memoria", e in fondo non sarà un problema loro ma di chi dovrà far quadrare i conti.

Conti stracciati, conti allegri, conti che non quadrano ma chi se ne frega, nel nostro Paese. Altro che Inghilterra indignata per pochi spiccioli di note spese. Qui lo scandalo è codificato, è a norma di legge, è tanto palese da non destare, appunto, scandalo.
Benefit, rimborsi a go-go, voli, treni, navi, Telepass e corsi di lingua e buvette e ristorante a 8 euro. Non è più tempo da viaggi in Tanzania della commissione Lavoro di Montecitorio per "studiare il sistema pensionistico del paese dell'Africa orientale", ricordo appannato di qualche anno fa. Come pure l'onorevole Lorenzo Cesa non proporrebbe più l'indennità per ricongiungimento familiare, come si azzardò a ipotizzare quando, nella rovente estate 2007, il suo partito venne segnato dallo scandalo del deputato Cosimo Mele, la prostituta in albergo, l'uso (sospetto) di cocaina. Adesso ci si accontenta di piccole cose, ma è il pensiero quello che conta. L'ultimo lo hanno avuto i tre questori della Camera guidati da Francesco Colucci (Pdl) ed è planato ieri mattina sulla casella postale dei 630 deputati sotto forma di lettera-invito a "usufruire di un corso di 15 ore di lezioni individuali di informatica da 1,5 ore cadauno" che si svolgeranno a Montecitorio. Costo risibile da 235 euro a testa, il resto lo mette la Camera, ovvio.

Quisquilie, appunto. Sarebbe bello invece sapere anche qui da noi come il deputato utilizza i 4.003 euro mensili che il Parlamento gli mette in saccoccia ogni mese come "rimborso spese di soggiorno". Certo, magari anche l'elettore italiano vorrebbe sapere almeno dove risiede il suo onorevole di riferimento, quando trascorre quei tre giorni nella Capitale. Per esempio se lo utilizza tutto, il suo budget da diaria extra stipendio. O che ne fa di quell'altro da 4.190 euro al mese che gli viene erogato proprio a titolo di "rimborso spese". Qualcuno non vorrà mica sospettare che una parte di quei soldi o addirittura tutti finiscano nel conto in banca dell'onorevole? Sospettosi o malpensanti. Qui la nota spese è bandita, il piè di lista è sconosciuto. Le Camere pagano anzitempo, pagano sulla fiducia, pagano a forfait. Non c'è nulla da scoprire. Altro che dimissioni dello Speaker del parlamento inglese.

Che ridere, il milione di sterline per colpa del quale Westminster sta precipitando nello scandalo, col suo carico di rimborsi gonfiati dai deputati. Che ridere, perché Montecitorio e Palazzo Madama, in questo 2009, distribuiranno ai nostri 630 deputati e 322 senatori rimborsi spese destinati sulla carta a viaggi, diaria e segreterie per qualcosa come 96 milioni di euro, parenti molto vicini di 100 milioni. E il tutto, va da sé, senza chiedere lo straccio di una prova documentale che attesti se davvero saranno utilizzati per gli scopi "istituzionali". Sono 72 milioni di euro alla Camera e 24 milioni al Senato. E va da sé, che quegli 8.190 euro mensili ai deputati e 8.678 mila euro ai senatori sono solo, appunto, rimborsi. Nulla a che fare con le indennità da 5.500 euro, lo stipendio in senso stretto.

"Uno scandalo come quello britannico da noi è impensabile - racconta un grande conoscitore del Palazzo come Gabriele Albonetti, deputato questore già da due legislature - Al di là dell'eticità del comportamento di deputati e senatori, la questione è tecnica. Da noi, non esiste la nota spesa, la Camera e il Senato affidano una somma, diciamo così, sulla fiducia. Sarà poi l'onorevole a gestirla a suo piacimento". Nulla da spiegare e nulla da giustificare. Né gli alberghi, né i ristoranti, né le segreterie, né - chiamiamoli così - gli "extra" molto extra. Come non sono da rendicontare gli oltre 4 mila euro al mese (4.678 al Senato) erogati a ciascun onorevole per i cosiddetti portaborse. Col risultato ormai arcinoto che buona parte degli assistenti sono sottopagati o pagati in nero. Ieri il Consiglio dei presidenza del Senato, prossimamente quello della Camera, ammetteranno l'ingresso dal primo luglio solo per i portaborse dotati di badge, rilasciato dietro esibizione di regolare contratto. Ma molti dei ragazzi, in questi giorni, ti raccontano come alcuni dei loro onorevoli siano pronti a far sottoscrivere loro un contratto da addetto alle pulizie del gruppo parlamentare, che ne possa comunque consentire l'ingresso quotidiano a Palazzo e continuare come sempre. Come sempre in nero.

Un po' di pulizia, va detto, la si sta pure facendo. Al Senato hanno cancellato i 730 mila euro sborsati, tra l'altro, per garantire un ufficio ai senatori rimasti privi di scrivania. O i 690 mila euro che sono parte della voce "rimborsi spese telefoniche". Ha fatto pure scalpore scoprire in questi giorni che i 1.058 "ex" senatori per fortuna ancora in vita costano però 1 milione 726 mila euro per viaggi in treni, aereo o per passaggi autostradali, al netto, ovvio, del vitalizio. Platea di beneficiari ridotta ora a 291 in uno slancio di austerity. Rigorismo che ancora non ha scalfito l'Asis, l'assistenza sanitaria garantita ai senatori e ai deputati e ai loro familiari. Basta pagare 25 euro al mese per ciascun figlio o consorte, ma anche - magia del Parlamento - per il convivente, e ogni cura è assicurata. Gratis. Perché la coppia di fatto che le Camere non hanno mai voluto riconoscere, lì dentro esistono, eccome, da tempo. Per l'esattezza dal 1985, quando è stata approvata la legge 687. Qualche sprovveduto Don Chisciotte, di tanto in tanto, prova pure a divertirsi e ad agitare le acque. In questa legislatura la dipietrista Silvana Mura, con un ddl che prevede tra l'altro la riforma del sistema dei rimborsi, da erogare solo dopo l'esibizione delle spese effettive. "Ma, per usare un eufemismo - racconta - non ha suscitato grandi entusiasmi tra i colleghi".

Fuori dai confini, qualche italiano finora ha potuto fare il furbo nell'Europarlamento. Tratta Bruxelles-Roma (o Milano) rimborsata forfaittariamente per la business class in base al chilometraggio. Quando invece era notorio che molti dei nostri 78 (come tanti altri) viaggiavano in low-cost. E lì, via con la cresta. Da luglio però, col nuovo Parlamento, si cambia registro: rimborso solo dei biglietti effettivamente acquistati. Il rimborso spese per lo staff viaggia sui 17 mila euro mensili. Non sarà per sfiducia, ma il tesoretto lì non lo fanno transitare dalla busta paga dell'onorevole. È a disposizione e le somme le paga direttamente il Parlamento agli assistenti che dimostrano con contatti e contributi di prestare servizio per il deputato. Rigore e trasparenza che i portaborse italiani sono costretti per ora solo a sognare.

Fonte: www.repubblica.it

lunedì, maggio 04, 2009

JUVENTUS-LECCE 2-2

Altra prestazione indegna della Juventus, che preferisco non commentare per pudore.

Questi i voti:

Buffon 6
Grygera 5
Mellberg 5
Legrottaglie 5,5
De Ceglie 5
Camoranesi 4,5
Zanetti 5,5
Nedved 8
Iaquinta 6
Del Piero 5
Amauri 6

Poulsen 5
Marchionni 5,5
Zebina 5

All. Ranieri 4 - Avevo detto che mi piaceva la squadra iniziale, e non cmabio idea, ma è chiaro che ora come ora non ci sia un giocatore in rosa che sia in forma. E allora perchè non cmabiare? E che fine hanno fatto Giovinco e Trezeguet? Mah...

Voto generale alla prestazione della Juve: 4. Ampiamente la prestazione peggiore della stagione, senza Nedved in campo si sarebbe tranquillamente perso. E domenica col Milan si rischia davvero l'imbarcata. E' arrivato il momento di rifondare la squadra, partendo dalla guida tecnica e dalla dirigenza.

Arbitro sig. Gava 6 - Un piccolo dubbio sul gol del Lecce, ma arbitra motlo bene.

Il protagonista: NEDVED. E' il più vecchio, ma è l'unico che ci mette vogia, cuore e doti tecniche. L'ultimo leone della Juve che fu.

Ora si rischia di brutto perchè la Fiorentina è a 5 punti e il Genoa a 6,a che se bisogna calcolare lo scontro diretto a nostro favore che vale un punto in più. Calendario alla mano non credo possano avvenire grossi cambiamenti alla fine, ma questa squadra è in grado di dare altre emozioni. Alle avversarie, naturalmente!

Luciano, dove sei?????

domenica, maggio 03, 2009

BRAVO RANIERI!

Oggi contro il Lecce giocheranno le 3 punte in una squadra molto offensiva, che prevede Camoranesi, Zanetti e Nedved a centrocampo e Del Piero, Iaquinta, Nedved davanti.

Lo dico prima della partita, senza paura di fare una figuraccia..... La formazione mi piace molto e scommetto su una goleada bianconera!

lunedì, aprile 27, 2009

REGGINA-JUVENTUS 2-2

Altra orribile partita, altra umiliazione in questa stagione che aggiunge altri 2 punti persi a quelli contro Cagliari, Chievo, Catania e Palermo in casa e Udinese in trasferta. Se solo si fossero fatti 8 punti in più (cosa più che probabile), come sarebbe ora la classifica?

Passiamo ai voti:

Buffon 5
Grygera 5
Mellberg 5
Ariaudo 5,5
Molianro 5
Camoranesi 5,5
Marchisio 5,5
Zanetti 6,5
Nedved 6
Del Piero 6
Iaquinta 7

Poulsen 5
Amauri 6

All. Ranieri 5

Voto generale alla prestazione della Juve: 5

Arbitro Sig. Saccani 3 - Sbaglia tutto, come al solito quando la Juve gioca in Calabria. Ci sono stati almeno 4 contatti in area di rigore, dei quali almeno 3 passibili di rigore (uno nettisismo non accordato), clamorosa la sola ammonizione a Puggioni che, poco fuori area, placca come un rugbista Del Piero che stava per calciare a porta vuota. D'altronde, e senza considerare quello che ci sta accadendo sul fronte arbitrale da 3 anni a questa parte, a Reggio Calanria si veniva defraudati anche sub-Luciano. Figuriamoci ora con una dirigenza così smile. Che schifo!

IL PROTAGONISTA. IAQUINTA. Sempre lui, cuore bianconero. Avviso alla dirigenza: guai se lo vendete!!!

giovedì, aprile 23, 2009

JUVENTUS-LAZIO 1-2

Ora è davvero finita, come finite sono le scuse. E' finita la credibilità di questa società, di questi giocatori, di tutti coloro che credevano fosse possibile ricreare quella Juve che fu. E' finita anche la stagione, in quanto non ritengo possibile (ne noglio pensarci...) si possa scendere in classifica oltre il 4° posto, quindi la stagione bianconera ha obiettivamente poco da dire da qui fino a fine stagione.

Ieri sera abbiamo assitito ad uno spettacolo pietoso da parte dei ragazzi in campo, gli unici ai quali va il mio applauso e il mio sostegno è il pubblico, che come sempre è sovrano e ben ha fatto a far sentire la propria voce, sbagliando solo a pronunciare nuovamente il nome di Balotelli. A questa squadra urgono interventi DRASTICI, via l'allenatore, inadeguato, via buona parte dei giocatori e servono tanti tanti acquisti di qualità. Quindi cari dirigenti, mano al portafoglio o andatevene fuori dai cosiddetti.

Questi i miei voti:

Buffon 4
Grygera 5
Mellberg 5
Ariaudo 6,5
De Ceglie 5,5
Marchionni 5
Tiago 5
Marchisio 5,5
Giovinco 5
Iauqinta 6
Trezeguet 5,5

Camoranesi 3
Nedved 6,5
Del Piero 6,5

All. Ranieri 4

Voto generale alla prestazione della Juve: 4,5

Arbitro Sig. Rizzoli 5

Il protagonista: ARIAUDO. In una giornata totalmente disastrosa, suo l'unico bagliore. Che bel prospetto, poco pubblicizzato dai media perchè bianconero, ma è un giovane davvero da tenersi stretto. E da far giocare!

mercoledì, aprile 22, 2009

IL COMUNICATO DEI DRUGHI

Era già tutto scritto ed immaginavamo che finisse così: Juve Lecce si disputerà a porte chiuse.
La nostra nazione è afflitta da mille problemi, ben più gravi di qualche coro in uno stadio, ma in questo caso bisognava dare una lezione di efficenza. Il messaggio è chiaro: saremo inflessibili con chiunque. Il fatto è che proprio quel "chiunque" stona in questo contesto.
Da anni, in quasi tutti gli stadi, veniamo accolti al grido di LIVERPOOL LIVERPOOL, in altri le canzoncine sull'Heysel sono la norma, il nome di Gaetano Scirea viene tirato fuori in tutte le salse, ultimamente molto gettonati, in termini di scherno sono i nomi di Riccardo ed Alessio. Pessotto si è salvato, ma anche su di lui i coretti sono molto numerosi. Vi risulta che la stampa si sia mai indignata per questo? Un nostro giocatore, parecchi anni fa, morì di leucemia: Fortunato ve lo ricordate? E rammentate anche gli striscioni ed i cori di certe curve? Anche lì è passato tutto sotto silenzio.
Ora invece la mannaia della giustizia deve abbattersi su di noi. Perchè?
Sabato sera, in campo, oltre al signor Barwuah, noi preferiamo chiamarlo così perchè questo è scritto sui suoi documenti, visto che il cognome Balotelli, almeno fino ad ora, è quello della famiglia che l'ha avuto in affido e non il suo, c'erano Muntari e poi Vieira: non ci sembra che loro siano stati oggetti di cori. Vi siete chiesti il perchè? Eppure anche loro sono di colore... La realtà è che il signor Barwuah si è reso protagonista di tutta una serie di gesti e comportamenti irriguardosi nei confronti del pubblico, non ultimo la sua entrata all'inizio del secondo tempo con due minuti di ritardo e con entrambe le squadre già schierate in attesa. In un mondo come quello del calcio, certi atteggiamenti da primadonna, se piacciono ai propri tifosi, sono particolarmente indigesti agli altri e questi sono i motivi principali dei cori contro di lui.
E' chiaro che per deconcentrare una persona psicologicamente debole, si cerca di colpirla dove soffre di più, in questo caso, per il signor Barwuah il colore della pelle unita alle sue origini, inteso come concepimento da parte di due genitori ghanesi, e non italiani, era un modo, da parte di tutto lo stadio, per tentare di innervosirlo e renderlo innocuo. Teniamo a ricordare che nelle nostre fila milita un certo Momo Sissoko, campione d'ebano che teniamo nel cuore e siamo orgogliosi che indossi la nostra Maglia. Questo per far capire che il razzismo non c'entra ma si è trattato solo di un modo, magari discutibile, di deconcentrare un avversario pericoloso.
Tra i 25mila che cantavano c'erano uomini e donne, ragazzi e ragazze, bambini ed anziani: tutti razzisti o semplici tifosi arrabbiati?
Se la Juventus F.C.ha deciso di chiedere scusa, non aspettatevi che lo facciamo anche noi.
Ci riteniamo offesi dal comportamento di questo signore che troppe pagnotte ancora dovrà mangiare prima di essere considerato un campione: non basta saper giocare a pallone se non si conoscono alcuni valori come il rispetto per l'avversario e per i tifosi avversari. Non si può chiedere rispetto quando per primi non lo si da. Non era possibile diffidare un intero stadio quindi si è optato per la soluzione radicale: si gioca a porte chiuse! Complimenti, se pensate che questa scelta porti a qualche risultato siete degli illusi: potete blindare uno stadio ma non potrete farlo per sempre. Avete chiuso gli spalti ma non la nostra voce ed i nostri pensieri. Insegnate prima l'educazione a chi va in campo, spiegategli cosa significhi il rispetto per gli altri, rendere onore all'avversario sconfitto, poi veniteci pure a fare le prediche. Noi siamo quelli che paghiamo il biglietto e rivendichiamo il diritto di tifare contro certi personaggi.
Oggi sappiamo che il signor Barwuah ha problemi psicologici: si curi, o se ne faccia una ragione. Il mondo è pieno di gente con le orecchie a sventola ed il naso grosso ma lavora lo stesso e risponde sul campo alle prese in giro. Non è colpa nostra se il signor Barwuah è nato in Italia da genitori non italiani, è stato abbandonato in tenera età e non ha propriamente la carnagione di uno svedese. Qualche psicologo gli spieghi che la vità è bella ugualmente.


www.drughi.com

JUVENTUS-INTER 1-1

Ok il biscotto è servito. Questa è stata la sensazione che ho provato al pareggio della Juve, un pareggio che non mi ha lasciato per nulla soddisfatto. Un'Inter senza voglia di vincere ha disposto come voleva dei bianconeri, dimostrando il vero dislivello che c'è attualmente tra le due squadre e, ripeto, il pareggio di Grygera mi sa tanto di "ben accolto" da entrambe le compagini, ormai da tempo compagne di merende.

Ben venga Cannavaro (dopo esserci fatto perdonare il tradimento), di certo meglio di Knezevic al quale non verrà rinnovato il prestito, ma se si vuole essere davvero competitivi bisogna aumentare in qualità. Ottimo sarebbe l'acquisto di Diego, ma bisognerebbe convincere Ranieri a cambiare modulo nella prossima stagone (io, personalmente, non vedo problemi), mentre se si vuole continuare col vetusto 4-4-2 serve URGENTEMENTE un vive-Nedved, che potrebbe essere Silva del Valencia. Inoltre, è necessario un terzino destro (voci danno per certo l'acquidto della rivelazione del Siena, Zuniga) e di un centrocampsita centrale completo al posto delle zavorre Poulsen e Tiago (in questo caso vedrei perfetto Hamsik, ma è un obbiettivo difficile da raggiungere). In ogni caso molto c'è da fare per rendere vincente una squadra che in questa stagione è andata ben oltre le proprie possibilità, ma alla quale si chiede sempre la vittoria, in nome dell'ultracentenario blasone.

Questi i miei personalissimi voti:

Buffon 7
Grygera 6,5
Legrottaglie 5,5
Chiellini 6
Molinaro 6
Marchionni 6
Poulsen 4,5
Tiago 6
Nedved 5,5
Del Piero 5
Iaquinta 5,5

De Ceglie 6
Giovinco 7
Trezeguet 6

All. Ranieri 5,5

Voto generale alla prestazione della Juve: 6,5 - Di più non si poteva pretendere

Arbitro Sig. Farina 4,5 - Non vede un fallo netto al limite dell'area interista su Chiellini, sul rovesciamento di fronte va in gol Balotelli, giusta l'espulsione di Tiago, ma mancano dei cartellini, soprattutto uno rosso allo stesso attaccante nerazzurro.

Il protagonista: GIOVINCO. Entra lui e la partita cambia. Di nuovo. Ranieeeerrrriiiii, sveglia!!!

Due parole anche sul caso publico-Balotelli, razzismo. Io ancora una volta devo constatare l'ipocrisia degli italiani. Già in occasione di Inter-Roma, quando il pubblico giallorossi intonò cori pseudo-razzisti all'indirizzo dell'attaccante dell'Inter, dissi che non si trattava di razzismo, anche se le parole pronunciate possono sembrarlo. Qualcuno mi spiega perchè viene insultato (da tutte le tifoserie) solo Balotelli e non gl ialtri giocatori di coloro in campo (e ce n'erano da vendere: Vieira, Cordoba, Muntari, ecc...)? Se uno è razzista, odia le persone "diverse" a prescindere, non colpisce solo un determinato soggetto. Ripeto: quello non è razzismo, è un modo (brutto, molto brutto) di offendere un avversario, ma il razzismo non centra nulla. Vale lo stesso discorso, ad esempio, per Materazzi, che tutti sappiamo aver perso la mamma quando era piccolo: anche in questo caso i supporter avversari lo insultano alludendo alla madre defunta (cosa orribile, per carità), ma ferisce il giocatore inq aunto "tocca un nervo scoperto". Stessa cosa per Balotelli, e sono pronto a scommettere che sarebbe stato insultato, in maniera diversa, anche se avesse avuto la pelle bianca.

Detto questo, credo che sia giusto prendere provvedimenti. Non può uno stadio intero insultare un avversario, ma non solo razzisticamente parlando. Io da sempre abolirei gli striscioni e aumenterei le responabilità oggettive dei club. Ben venga la giornata di squalifica, ma voglio che sia così anche in futuro perchè altrimenti continueremmo a fare figli e figliastri, e il figlio non ha mai i colori bianconeri.

Per cori o striscioni razzisti di deve chiudere lo stadio per molte giornate e magari punire la squadra con qualche punto di penalizzazione, per episodi di violenza idem, con retrocessioni a tavolino o esclusioni dai campionati in caso di reiterazione, i violenti vanno presi, processati per direttissima e sbattuti in galera vita natural durante. Bisogna abolire l'ordine dei giornalisti, soprattutto quelli sportivi (tutti repellenti) e le trasmissioni TV del lunedì sera. SOLO COSI' IL CALCIO IN ITALIA TORNERA' AD ESSERE CIVILE, non serve a nulla scandalizzarsi per queste STRONZATE e i soliti show dei giustizialisti dell'ultima ora (guarda caso tutti, sempre e solo verso la stessa squadra).

AVETE ROTTO IL CAZZO!!!

Ieri sera ho visto Real Madrid-Getafe e Liverpool-Arsenal. Andate a riguardarvi quelle partite o solo gli highlights, è il modo milgiore per capire per quale motivo il calcio italiano è passato dal più più bello e competivo del mondo a questo lerciume.

sabato, aprile 18, 2009

GENOA-JUVENTUS 3-2

La partita dell'addio ai sogni di rimonta sull'Inter è anche la partita che presenta il peggior arbitraggio del campionato: il Signor Rocchi riesce, in soli 90 minuti, ad annullare una rete regolare di Iaquinta, a provocare un clamoroso errore tecnico sul primo gol genoano (un dilettante se la sarebbe cavata meglio), a concedere un rigore più che dubbio a Del Piero e soprattutto a non espellere Nedved per una gomitata ad un avversario.

Detto questo, il Genoa ha giocato una grande gara (a differenza che contro l'Inter a Marassi, quando la paura e l'arbitro fecero trionfare i nerazzurri) e ha meritato la vittoria, per la Juve l'ennesima conferma che giocatori , allenatore, dirigenza e influenza "politica" non sono più quelle consone alla storia bianconera.

Questi i miei voti:

Buffon 6,5
Zebina 5
Legrottaglie 6
Chiellini 6
Molinaro 6
Camoranesi 5,5
Poulsen 5
Marchisio 5,5
Nedved 5
Del Piero 5,5
Iaquinta 6,5

Grygera 5,5
Marchionni 6

All. Ranieri 5

Voto generale alla prestazione della Juve: 5,5

Arbitro Sig. Rocchi 1 - Il peggior arbitraggio che abbia mai visto, soprattutto in occasione del gol di Motta si può parlare di malafede. Complimenti e grazie ai nostri birigenti conigli che non hanno fatto ricorso.

Il protagonista: IL GENOA. Grande squadra quella rossoblu, soprattutto in casa ha interpretato alla grande tutte le partite di questo campionato meno una, complimenti anche a Gasperini, un allenatore capace che merita un garnde palco.

domenica, aprile 12, 2009

martedì, aprile 07, 2009

TERREMOTO IN ABRUZZO

AntiinformazioneJuve è vicina ed esprime il proprio sentito cordoglio per le persone coinvolte nel dramma che in questi giorni ha colpito l'Abruzzo

MOGGI TORNA ALLA CARICA

Ora basta! Un celebre pensatore di qualche tempo fa sosteneva che niente più della pochezza dell’uomo può rendere l’idea dell’infinito. Concordo pienamente, dopo aver letto dell’estromissione della Juventus dal processo di Napoli, nel quale sono imputato per illeciti mai commessi, mentre sicuramente (non sono il solo a sostenerlo) ho garantito dodici anni di gloria e successi ad una società che ci fu affidata dagli Agnelli, nel nome di milioni di tifosi in Italia e nel mondo, garantendo ricavi e guadagni , senza mai spendere in incauti acquisti. Se la Juve continua ancora a vincere lo si deve ai giocatori lasciati dalla nostra gestione, anche nel settore giovanile (vedi Torneo di Viareggio).

Dopo l’ennesima apparizione processuale della società bianconera, apprendo addirittura che la nuova dirigenza sembrerebbe dichiararsi “vittima” di un mio presunto travalicamento di funzioni, come se fossi stato un dirigente che, invece del bene della squadra e della società, avesse abusato del suo potere per commettere atti, all’oscuro degli altri dirigenti sopra preposti.

L’ora della verità

Oltre che premettere l’assoluta infondatezza di questa ricostruzione, perché mai ho commesso atti contrari alla legge, vorrei far sapere all’attuale nuova dirigenza della Juventus (peraltro non mi sembra che l’avvocato Franzo Grande Stevens sia poi così nuovo dell’ambiente) che ogni mia decisione ed ogni mia iniziativa era operata con il pieno appoggio e in collaborazione con i dirigenti a me superiori in grado , e le mie scelte legittime hanno sempre garantito soltanto vittorie sportive e risparmi economici, mentre in altre realtà “altri” spendevano decine milioni di euro per vedere “noi” continuare a vincere.

Sono forte della mia innocenza e questo mi basta, unitamente all’affetto costante dei numerosi tifosi juventini che incontro quotidianamente e che si rendono perfettamente conto dell’ingiustizia che è stata perpetrata. Man mano che, a piccoli passi, si avvicina il momento della verità (quando cioè anche i più scettici dovranno arrendersi all’evidenza della mia completa innocenza) mi accorgo che registi, esecutori e protagonisti vari di questa vicenda cominciano a mostrare cenni di insofferenza, percepiscono il rischio di doversi confrontare con una realtà che li costringerebbe ad ammettere i loro errori.

È bene infine che si sappia che la tanto citata memoria difensiva della Juventus, che a leggere certa stampa (!) avrebbe visto la propria origine nello studio legale dell’avvocato Grande Stevens , è stata dichiarata inammissibile dal collegio giudicante: un po’ come la loro accusa nei miei confronti.

Il tradimento

La Juventus esce quindi dal processo, bontà degli avvocati costituiti tra cui ovviamente Trofino e Prioreschi, legali del sottoscritto: non c’è stata costituzione di parte civile e quindi, come sempre, sarò io a dover assumere l’onere di difendere non solo l’onestà del mio operato ma anche, indirettamente, la correttezza dei successi sportivi conquistati dalla Juventus.

Da quando è iniziato questo calvario, ho iniziato a raccogliere le prove di quanto fosse infondato ed ingiusto il tentativo, ordito nei miei confronti, di attribuirmi colpe e responsabilità che non ho: la società nella quale avevo creduto e per la quale mi ero impegnato professionalmente come mai prima nella mia vita, aveva deciso di voltarmi le spalle, tradendo il vincolo di fiducia che l’Avvocato prima ed il Dottore poi, mi avevano sempre costantemente rinnovato, con continui pubblici e privati attestati di stima, indelebili nella mia memoria.

In ogni processo infatti, statale o sportivo che fosse, la Juventus ha sempre rinunciato a combattere, senza nemmeno provare a rimuovere le tanto ingiuste e pretestuose accuse mosse, decidendo di accettare e patteggiare supinamente. Morale: retrocessione e revoca degli scudetti vinti con giocatori che, qualche mese dopo erano su sponde opposte a disputare, quali migliori del mondo, la finale di Berlino per il titolo mondiale!

JUVENTUS-CHIEVO 3-3

Prego accomodatevi, lo scudetto è vostro.

Putroppo, è proprio così: con una pessima partita i bianconeri consegnano di fatto lo scudetto ai nerazzurri e rendono completamente platonico lo scontro diretto del 18 aprile, salvo un ribaltone al quanto improbabile nella prossima giornata che ci vedrà ospiti del Genoa e i nerazzurri in casa contro in Palermo. Con queste premesse, i punti di distacco non possono che aumentare.

Dicevo che la partita bianconera è stata pessima da tutti i punti di vista: male lo schieramento inziale disposto da Ranieri, male i singoli, male l'approccio e l'atteggiamento contro la squadra attualmente più in forma del campionato. Ora solo un miracolo può riaprire il discorso scudetto.

Questi i miei personalissimi voti:

Buffon 4,5
Grygera 5
Mellberg 4
Chiellini 6 (di stima)
Molinaro 5,5
Salihamidzic s.v.
Marchisio 5,5
Tiago 5
Giovinco 5,5
Del Piero 4,5
Iaquinta 6

Camoranesi 7,5
Zebina 5,5
Trezeguet 5,5

All. Ranieri 4

Voto generale alla prestazione della Juve: 4,5

Arbitro Sig. Mazzoleni 5

Il protagonista: CAMORANESI. L'unico vero insostituibile assieme a Camoranesi, entra lui e cambia la partita: meravigliosi assist per il primo e il terzo gol e propizia anche l'autorete di Moreno. Averlo avuto per tutta la stagione avrebbe significato avere almeno 4\5 punti in più.

Ora non ci resta che sperare: 9 punti di distacco ad 8 giornate dalla fine, un calendario più difficile, lo scontro diretto in casa, lo svuotamento della nostra infermeria mentre quella dell'Inter va riemprendosi (Maicon, Julio Cesar). Possibilità di recupero: 1%


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NON UN EURO ALLA GAZZETTA!!!

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