martedì, giugno 19, 2012

IL DOSSIER DI MORATTI

Moratti, Tavaroli e i «Ladroni»
Quel dossier prima di Calciopoli

L’ex capo della security di Telecom e Pirelli conferma di aver spiato Moggi e De Santis
per conto dell’Inter. Punto per punto il verbale che fa nuova luce sullo scandalo del 2006

di GIGI MONCALVO (Libero 16-06-2012)

E adesso, Massimo Moratti, nel suo consueto briefing stradale coi giornalisti
a Milano sotto gli uffici della Saras, in via San Pietro all’Orto, come
risponderà? La solita scrollatina di capo, una battuta senza nessuno che osi
replicare, il consueto «ora basta, mi aspettano in ufficio» ? Certo non oserà
replicare a Giuliano Tavaroli, figuriamoci se si abbassa “al suo livello”.
Forse aspetterà di ricevere la linea da Ruggiero Palombo e Maurizio Galdi che,
sulla Ġazzetta dello Sport, da qualche giorno stranamente non hanno nulla
da dire? L’uno-due di Tavaroli, assestato non in una TV privata o al bar-sport,
ma nell’aula della Corte d’Assise di Milano nel processo per i dossier illegali,
nel corso delle sue ultime deposizioni (6 e 13 giugno) ha portato nuovi, importanti
elementi di verità, ma soprattutto di conferma in una sede ufficiale e probante.
Egli ha dimostrato, sotto giuramento, che l’Inter non poteva non sapere: era la
mandante, i presunti onesti non erano tali, santi e beati non ce n’erano: anzi,
facevano pedinare, spiare, intercettare. I verbali parlano chiaro, finalmente non
sono stampati su carta rosa ma sugli atti di un Tribunale.
C’è di più. I carabinieri di Milano sequestrarono a Tavaroli il personal
computer. Pochi giorni dopo quel prezioso pc è andato poi a finire a Roma
nella seconda sezione del Nucleo Operativo dei carabinieri di Roma, guarda
caso, proprio quella di via In Selci dove il maggiore Auricchio coordinava le
indagini su Farsopoli. Un avvocato ha scoperto nel fascicolo un decreto di
ispezione relativo a questo pc, che fu sequestrato a Milano il 3 maggio 2005 e
che si decise di inviare a Roma per farlo ispezionare. Il decreto in questione
fu firmato il 9 maggio 2005, il pc venne portato a Roma urgentemente quello
stesso giorno e alle 14 iniziò l’ispezione. La successione delle date è
intrigante e suggestiva, visto che quello fu il periodo in cui si stavano
concludendo le indagini su Farsopoli. In sostanza, per tenere in piedi
l’inchiesta che era stata gonfiata dal punto di vista mediatico per colpire
Moggi e la Juventus, ci si dovette basare in extremis sul “Dossier Ladroni”
preparato da Tavaroli tre anni prima e concentrato su pedinamenti e
intercettazioni contro Moggi. Dunque due nuove fonti di prova per la difesa
dell’ex dirigente juventino.

Incontro a tre
Cerchiamo di riepilogare i fatti, ricordando che a parlare è un
testimone-imputato per un reato connesso a ciò su cui si sta dibattendo
nel processo.
Sulla base di queste inconfutabili dichiarazioni messe a verbale davanti ai
giudici, proviamo a elencare fatti e circostanze.

1) L’incarico di spiare fu affidato a Tavaroli a fine 2002 «in un incontro a
tre con Massimo Moratti e Giacinto Facchetti» nella sede della Saras,
la società del presidente dell’Inter. Tavaroli fu convocato dalla segreteria
del Presidente Tronchetti Provera.

2) «Fui contattato da Moratti», «L’input arrivava da Moratti».

3) «Presi contatto con Facchetti per i termini organizzativi dell’operazione».

4) «Il dossier era per l’Inter».

5) «Il report (il famoso “Dossier Ladroni”, ndr) era teso a confermare le
rivelazioni di un arbitro (Nucini, ndr) in merito a possibili frodi sportive
del 2002». Venne realizzato ad inizio 2003 (da notare che i fatti di
“farsopoli” fanno riferimento a fatti al periodo successivo al 2003).

Tiger Team
6) «Le attività vennero poi condotte dall'agenzia Polis d'Istinto» di
Firenze che faceva capo a Cipriani. Si trattava del famoso “Tiger Team”.

7) Su Moggi «non svolsi le indagini io personalmente, ma credo che fu il
dottor Bove (l’ex manager Telecom trovato morto a Napoli nel 2006, ndr)»
a fare «l’analisi del traffico telefonico»

8) Il controllo è stato compiuto «sicuramente sul traffico telefonico di
Luciano Moggi, oltre che su quello di Massimo De Santis. Non ricordo se
anche su quello di Antonio Giraudo».

9) «Consegnai integralmente il rapporto a Facchetti, allora vicepresidente
dell’Inter. Poi ne discutemmo assieme, ma non so se poi riferì a Moratti e lo
mise al corrente dell’esito delle indagini».

10) «Quello non fu il primo incarico per cui l’Inter si rivolse a Tronchetti
Provera e quindi a me per un supporto professionale»: in precedenza
infatti Tavaroli era stato incaricato di controllare i calciatori Vieri e Jugovic.
Ricordiamo che quando il club nerazzurro si rivolge alla security della
società di Tronchetti Provera, quest’ultimo faceva, così come fa, parte
del CdA nerazzurro.

11) A pagare per quel primo dossier «fu l’Inter».

12) «Per il dossier Ladroni pagò Pirelli per un errore amministrativo».
Infatti non ha senso pensare che a Pirelli interessassero i fatti di Moggi o
dell’arbitro De Santis, non hanno nulla a che vedere con gli pneumatici,
mentre all'Inter ovviamente queste “investigazioni” interessavano assai.

13) L'Inter scarica l'eventuale responsabilità su Pirelli, ma occorre
rilevare che la società di Tronchetti Provera, azionista all'epoca dell'Inter
(ne deteneva il 19,485% delle azioni, in seguito vendute), è sponsor
nerazzurro ormai da anni.

14) Sulla fatturazione a Pirelli, anziché a Telecom, Cipriani ha detto che
Tavaroli gli riferì che era opportuno che l'Inter non apparisse direttamente.

Strane nomine
15) 3 maggio 2005: a Milano viene sequestrato dai Carabinieri il personal
computer di Tavaroli.

16) 9 maggio: i Carabinieri di Roma si presentano a Milano con un decreto
di ispezione del Nucleo Operativo e portano nella Capitale il prezioso pc,
contenente il “Dossier Ladroni” preparato su incarico dell’Inter tre anni
prima. Ricordiamo che Telecom aveva ai suoi vertici Tronchetti Provera e
Buora (dirigenti anche dell’Inter), il commissario della Federcalcio era il
prof. Guido Rossi (dirigente dell’Inter) e l’investigatore principale dell’ufficio
diretto da Francesco Saverio Borrelli era il tenente colonnello Federico
Maurizio D'Andrea, comandante della Guardia di Finanza di Bergamo. Pochi
mesi dopo quel suo incarico all’Ufficio Inchieste viene assunto come altissimo
dirigente proprio da Telecom, come capo della security e dell’intelligence
interna ed esterna. Il governo Berlusconi nell’agosto 2011, senza obbligarlo
a lasciare Telecom, lo ha nominato presidente della Sogei, la società di
informatica (già di proprietà Telecom e ora interamente controllata dal Tesoro)
che gestisce l'anagrafe tributaria dello Stato italiano.

17) I periti dei pm Robledo e Piacente, in un’altra inchiesta sullo spionaggio
e il dossieraggio illecito di Telecom, hanno scritto che fino al 2005 «il
sistema complessivo della rete Telecom era potenzialmente in grado
di raccogliere e analizzare i dati sensibili relativi alle comunicazioni
intercettate», mentre il sistema Radar poteva «segnalare l'esistenza
di traffico tra utenti che si volesse monitorare».

18) Il 31 agosto 2006 a Sabelli Fioretti (in un’intervista su Corriere della
Sera Magazine
) Moratti, alla domanda sull’ex arbitro Nucini «Tempo fa venne
da voi e vi raccontò tutto il marcio che c’era nel calcio», risponde: «Lo
mandammo dai giudici ma non confermò il suo racconto. Ebbe paura delle
conseguenze». Domanda: poteva denunciare la cosa lei. Risposta di Moratti:
«Temevo che fosse una trappola per farci fare brutta figura. Però nacque la
voglia di capire che cosa ci fosse di vero». Domanda: metteste sotto
sorveglianza l’arbitro De Santis. Risposta di Moratti: «Una persona si offrì
di farlo. Conosceva alcune persone in grado di darci informazioni perché
lavoravano al ministero dove aveva lavorato De Santis. Ma non ne uscì nulla».

Interviste e amnesie
19) Il 22 settembre 2006 Roberto Beccantini intervista Moratti per La Stampa:
gli chiede se è preoccupato che possa essere tirata in ballo l’Inter a seguito
degli sviluppi delle indagini. Moratti risponde: «No, nella maniera più
categorica». Eppure faceste pedinare l'arbitro De Santis. Moratti risponde: «È
ormai un episodio di dominio pubblico. Le rispondo come risposi a Claudio
Sabelli Fioretti: un tizio si offrì di farlo. Era in contatto con persone del
ministero presso il quale aveva lavorato De Santis. Potevano offrirci delle
informazioni. Risultato: zero su tutta la linea. E comunque, c'è un'inchiesta
in corso. Meglio attendere gli esiti».

20) Dopo queste dichiarazioni qualcuno ancora dubita che Moratti fosse a
conoscenza del pedinamento illegale ai danni di De Santis? E Moratti era
all'epoca amministratore dotato di tutte le deleghe necessarie a rappresentare
l'Inter ed a sottoscrivere contratti vincolanti, non come Facchetti. Però
stranamente nel documento dei difensori dell’Inter di questi mesi a Milano
viene evidenziata solo la mancanza di deleghe di Facchetti ma nulla si dice
delle dichiarazioni di Moratti.

21) Massimo Moratti, nel 2007 – cioè un anno dopo lo scoppio di “Farsopoli” -
dichiarò davanti a Palazzi di non sapere nulla del “Dossier Ladroni”.

Contraddizioni
22) Palazzi, sulla base di questa dichiarazione, pronunciò - secondo la
Ġazzetta dello Sport - un’“assoluzione sportiva” (?) di Moratti per
il “Dossier Ladroni”, Mentre solo Tuttosport aveva osato far notare lo strano,
inquietante e vero «non doversi procedere» sentenziato da Palazzi. Quindi,
mentre la Ġazzetta celebrava l'assoluzione, Tuttosport non poteva esimersi
dal chiamare in causa Facchetti.

23) Per la Ġazzetta, l'Inter non rischia nulla perché per la giustizia
sportiva i fatti sono prescritti; su Tuttosport, invece, Alvaro Moretti
richiama l'archiviazione a suo tempo disposta da Palazzi, facendo notare
che la stessa era stata motivata, per il “Dossier Ladroni”, non per prescrizione
ma per improcedibilità. Adesso tale improcedibilità non avrebbe più ragion
d'essere, e dunque il relativo processo dovrebbe essere oggetto di una qualche
revisione.

24) «L'Inter ha appreso del “Dossier Ladroni” solo da notizie di stampa»:
questo si dice nel documento difensivo (a pag. 8) degli avvocati del club
nerazzurro depositato presso il tribunale di Milano nella causa civile
intentata da De Santis per risarcimento danni (21 milioni) per lo spionaggio
cui era stato illecitamente sottoposto.

25) C’è un altro fatto giudiziario rilevante. Nell'udienza preliminare del
processo sul dossieraggio Telecom, il Giudice dell’Udienza Preliminare
dott.ssa Panasiti era chiamata a decidere sul rinvio a giudizio del Tiger Team
per appropriazione indebita, come sostenuto da Pirelli, da Telecom ed anche
dagli stessi pm (bacchettati poi dalla stessa Panasiti). La Panasiti ha
stabilito (con pronuncia del 28 maggio 2010, depositata il 14 giugno) che
il Tiger Team operava nell'interesse e su input dei vertici Telecom e Pirelli, e
che anche il “Dossier Ladroni” venne realizzato nell'interesse del gruppo
Pirelli. E che l'Inter era considerata una “società del gruppo Pirelli” come
ebbe a testimoniare Ghioni.

26) Sulla base delle ultime deposizioni di Tavaroli in Tribunale e sotto
giuramento, Massimo Moratti avrebbe dichiarato il falso a Palazzi circa
il “Dossier Ladroni” affermando che non ne sapeva nulla. Su questo
fatto possibile che non ci siano risvolti in tema di giustizia sportiva?

27) E che cosa dire, alla luce di quanto sta emergendo su tre punti: la revoca
dello scudetto all'Inter, la ri-assegnazione alla Juventus, una dura sanzione
(Moggi ha chiesto la serie B) per il comportamento dell’Inter contro dei
tesserati, per condotta sleale e antisportiva.

lunedì, giugno 18, 2012

NIENTE MULINO BIANCO

Dunque nessun biscotto tra Spagna e Croazia, con i biancorossi che tornano a casa. Chi dubitava della buona fede degli spagnoli è perchè non li conosce; per loro dar ragione agli italiani sarebbe stato peggio che uscire dall'Europeo.

Veniamo alla partita. Bene, bravo Prandelli. Il mio pragmatismo mi impone di non criticare chi vince, come il prof. Capello insegna. Ma...
Ma tutti sappiamo che per far rendere Pirlo servono due interditori che corrono per lui. Perchè non provare Nocerino al fianco di Marchisio? Uno a turno tra Marchisio, De Rossi e lo stesso Nocerino possono sganciarsi a seguire l'azione d'attacco. E poi, perchè Diamanti? Che serve uno che, pur disputando una prestazione onorevole, non è ne un velocista, ne un giocatore di contenimento. E metti sto Giovinco, o al limite un Borini col compito di dare costante pressione ai difensori irlandesi.

Ora, che sia Fracia o che sia Inghilterra, sarà molto dura

SVEGLIAR IL BLOG CHE DORME

Farsopoli  non è finita, anche se i bianconeri sono tornati. Abbiamo fatto tanto per restituire la verità agli sportivi italiani, abbiamo combattuto contro i media, abbiamo atteso il ritorno della Juventus.

Ora, torna il nostro turno.

Risvegliamo il blog che dorme, nella speranza che torni ad avere il seguito che merita.

La formula cambierà sensibilmente: si narrerà sempre del marcio nel calcio e della disinformazione dei media, ma il menù prevederà anche tanto calcio in generale. Are we ready?

martedì, aprile 06, 2010

UN PO' DI LETTURE VARIE

ergamo-Moratti, dicembre 2004.

Moratti: E' andata abbastanza bene fino adesso, non c'è stata polemica o casini...
Bergamo: Per fortuna sì, ma si può e si deve fare meglio...
Moratti: Senta, io ci tenevo ad incontrarLa...
Bergamo: Anch'io, perché ci tenevo per farLe una confidenza...
Moratti: Quando Lei aveva un minuto quando passa da Milano...
Bergamo: Lei verrà a Livorno a vedere la gara o la vedrà come?
Moratti: Non lo so, io evito sempre di venire fuori casa...
Bergamo: La settimana successiva...
Moratti: Io sono qua, io sono da quelle parti a Forte eh... sentiamoci un giorno prima del Livorno, se lei ci ha tempo, o due giorni prima...
Bergamo: Ci mancherebbe... io sono a Coverciano che riuniamo gli arbitri...
Moratti: Se vengo su, Lei mi dice ci troviamo qui o...


MORATTI-BERGAMO: Prima di BOLOGNA-INTER di Coppa Italia, gennaio 2005

Bergamo: Mi sono sentito con Facchetti, Presidente, per confermare questo clima di cordialità che naturalmente è una cosa che sappiamo io e Lei, però il gruppo ha molto apprezzato il lavoro che noi abbiamo fatto nei confronti di Gabriele e Palanca e quindi ho pensato di farli rientrare in Coppa Italia, uno viene a fare l’Inter e uno fa il Milan.
Moratti: Va bene...
Bergamo: Volevamo dargli un'immagine buona...
Moratti: Sì, sì...
Bergamo: Mi ha detto Facchetti sì sì sono d’accordo...
Moratti: Va bene, mercoledì lo andrò a trovare prima della partita...
Bergamo: Questo gli farà piacere...
Moratti: Vado a salutarlo...
Bergamo: Visto che lì non c’è sorteggio, ma c’è designazione, a voi ho mandato Gabriele, l’ho fatto accompagnare bene da due assistenti molto bravi.
Moratti: No, no, Gabriele è sempre stato un buon arbitro, molto regolare, non ho mai avuto contestazioni...
Bergamo: Un saluto, vedrà, lo riempirà di gioia.
Moratti: La ringrazio, mercoledì sono giù se ce n'è bisogno, lo vado a trovare prima della partita...

9 gennaio 2005 ore 12:53 poco prima di Inter-Sampdoria 3-2

Facchetti: Pronto Paolo, sono Facchetti.
Bergamo: Buongiorno Giacinto.
Facchetti: Sto andando allo stadio l'ho detto con i miei di avere con Bertini un certo tatto, una certa disponibilità. L'ho detto con i giocatori, con Mancini e gli altri.
Bergamo: Vedrai che sarà una bella partita.
Facchetti: Va bene.
Bergamo: Viene predisposto (Bertini ndr) a fare una bella partita.
Facchetti: Si si, va bene.
Bergamo: È una sfida che vedrai la vinciamo insieme.
Facchetti: Volevo solo dirti che l'ho fatto (riferendosi al fatto che ha parlato alla squadra per non tenere un atteggiamento sbagliato nei confronti di Bertini ndr).
Bergamo: Vedrai che le cose andranno per il verso giusto poi la squadra sta ricominciando ad avere fiducia, a fare i risultati, fa morale….



12 maggio del 2005: Bergamo riceve una telefonata dal presidente del Cagliari.

Bergamo: Pronto?
Cellino: La disturbo? Sono Cellino...
Bergamo: Presidente, buongiorno, come va?
Cellino: Mah, così, niente mi sono permesso di chiamarla se è lecito sempre...
Bergamo: Ci mancherebbe altro...
Cellino: No, perché quelli del Messina domenica, stanno facendo dei proclami premio triplo quadruplo, a me mi hanno trattato male a Cagliari, perciò niente, di aver un arbitro... Sarà una partita calda lì, io non ci vado perché mi hanno minacciato...
Bergamo: Addirittura. No, no, vi metto in prima fascia allora, così gli internazionali... Ha fatto benissimo a chiamarmi.

7 novembre 2004: Bergamo chiama Foti e parlano della griglia

Bergamo: Ti ho chiamato perché ho visto la chiamata, sono influenzato...
Foti: Sei raffreddato?
Bergamo: Mal di stomaco, nausea e mal di testa, ma nulla di importante... domani c'è il sorteggio a Roma, lo fa Gigi... abbiamo pensato a Parma-Reggina da seconda fascia perché in prima fascia non ci va, e in seconda fascia c'è un po' di esperti, anche un giovane che sta facendo bene, quindi vediamo un po' che cosa vi tocca...
Foti: Ti raccomando che è troppo importante...
Bergamo: Ti dico: c'è un esperto, De Santis, c'è Morganti, che è un altro esperto, Saccani ha fatto una quarantina di gare in serie A e poi il giovane è Tagliavento che vogliamo lanciarlo... a meno che domani mattina si cambi qualche idea, ti do quello che avevamo concordato sabato poi...
Foti: Va bene dai...

28 aprile 2005: Meani chiama Bergamo

Meani: Però non mandarci né Ivaldi né Pisacreta, eh? Inventane un altro...
Bergamo: Eh no, dovrò inventarne due, Mitro ce l'ho, Mitro sta facendo bene, uno dovremo inventarlo e non sarà facile...
Meani: Non sarà facile, ma a te che c**** te ne frega, Griselli lo mandi no? E' il numero due, hai tutte le giustificazioni del mondo... A te cosa c**** te ne frega...
Bergamo: Eh bravo, ma ora... ecco fammi fare un passo alla volta...
Meani: A Firenze chi hai pensato di mandarmi?
Bergamo: A Firenze ancora non ho guardato, mi ci metto dopo cena... Voi con Stagnoli come vi siete trovati?
Meani: Bene, con Stagnoli bene, ma se vuoi mettere uno che con noi è andato bene anche Ambrosino, è venuto da noi due o tre domeniche fa, può anche andar bene, non so se ce l'hai in griglia, come la pensi...
Bergamo: No, no, è uno che sta andando bene, fa l'avvocato...
Meani: A me Stagnoli e Ambrosino vanno bene...
Bergamo: Ayroldi no, eh?
Meani: Ayroldi sì, è un po' che non viene.
Bergamo: Sei sicuro che è per lo meno un mese che non viene?
Meano: Sì.
Bergamo: Allora fanno più affidamento Stagnoli e Ayroldi.

Fine febbraio 2005, Leonardo Meani chiama il suo ex collega, rimasto amico, Pierluigi Collina, all'epoca ancora in attività.

Collina: Vedo che hai una certa potenza eh, volevo farti i complimenti
Meani: Hai visto
Collina: Ma vai a ca**re te e tutti quanti , gua' che roba, ma va a ca**re va' va'
Meani: E' bastato tirargli le orecchie come quelle dell'asino
Meani: Ti prometto, te lo auguro per il bene che ti voglio, che quando diventerai designatore...
Collina: Non penserai mica di poter fare una cosa del genere
Meani: No, ci sentiamo magari per parlare "ciao come stai", così, non parlerò mai né di arbitri... al limite mi permetterò di dirti se qualcuno si comporta in modo maleducato...
Collina: Ho aperto il computer, ho visto la coppia ed ho detto "Non ci posso credere"... da morire dal ridere (sempre ridendo, come dall'inizio della telefonata)
Meani: Telefonagli a Brontolo, gli dici "Dio bono, non hai schifo", digli..
Collina: Provo a chiamare ah ah ah
Meani: Perché io mi ricorderò sempre che quando avevamo posto il veto a Pisacreta l'unico che mi ha chiamato per dirmi che sbagliavamo è stato lui, Brontolo...
Collina: Va buono dai, ho provato a chiamarlo, ma da una parte è staccato, il cellulare è staccato, all'altra probabilmente la segretaria non c'è...
Meani: Il massimo sai cos'è? Che lui va a San Siro assieme all'altro, il peggiore con cui trattare è lui, no perché a lui non va bene niente, fuori qui, su, giù, chi sono questi, chi è quest'altro... sono tutti i casini che fa, poi è cattivo come l'aglio... gli allenatori fan casino e lui li manda via... è micidiale capito?
Collina: No, ti dicevo, ho chiamato il capo...
Meani: Sì, il grande capo
Collina: Ma il cellulare era staccato, segreteria, invece quello dell'ufficio diretto ti passava il centralino, io tramite il centralino preferivo evitare per cui...

28 Aprile 2005, un altro frammento della telefonata con Bergamo, in vista di Fiorentina-Milan ma, soprattutto, della sfida scudetto Milan-Juve dell'8 maggio poi vinta 1-0 con gol di Trezeguet. La gara fu diretta da Pierluigi Collina.
Per le griglie di quella partita, Bergamo ne parla col rossonero Meani.

Meani: Paolo, due cose, io so che sei molto arrabbiato, non ammazzarlo (riferito a Copelli, ndr) per cortesia, noi ci teniamo... fallo per noi....
Meani: Te chi mi mandi a Firenze?
Bergamo: Come griglia? Te dici come griglia di arbitri? L'abbiamo fatta a tre, ma mi fai dire una cosa che con Gigi (Pairetto l'altro designatore) non abbiamo ancora concordato... Ho in mente di metterne tre perché non voglio preclusioni e gli arbitri sono Messina, Farina e Rodomonti per me, poi sentiamo Gigi perché poi immaginerai quelli che sono i tre che voglio mettere la domenica successiva... (la griglia per Milan-Juventus, ndr)
Meani: Ho capito, tu vuoi mettere Paparesta....
Bergamo: Sì.
Meani: Collina....
Bergamo: Sì.
Meani: Trefoloni.
Bergamo: Sissignore, e mi ci gioco la testa....
Meani: Però a Trefoloni gli fai un bel discorsetto....
Bergamo: Stai tranquillo, stai tranquillo....
Meani: Perché se no gli tagliamo la testa noi....
Bergamo: Stai tranquillo....
Meani: Se no chiamalo e parlagli....

Pier Luigi Collina, Gianluca Paparesta, Matteo Trefoloni furono effettivamente i tre arbitri inseriti dai designatori Pierluigi Pairetto e Paolo Bergamo nella "griglia A" del sorteggio che si svolse a Coverciano


Bergamo: Dottore buonasera.
Galliani: Eccomi buonasera.
Bergamo: Volevo farla partecipe di una guerra di cui il solo responsabile sono io, Paolo Bergamo, perché Griselli (un assistente) è di Livorno, se avesse visto salvava capra e cavoli, ma siccome non è andata così... è uno sfogo tra me e Lei....
Galliani: Questi signori han perso la testa, mi creda, perché ci sono comportamenti nei confronti dell'universo, in Lega, in Federazione....
Bergamo: Io glielo voglio dire perché si sappia, tra me e Lei naturalmente....
Galliani: Non si preoccupi, tale rimane....
Bergamo: Io posso sbagliare magari una griglia, penso che un arbitro sia in forma e magari non è in forma, oppure l'arbitro è in forma e sbaglia, però a priori voler sbagliare è tutta un'altra cosa, mi taglierei le mani mi creda... Ecco, questo filo che ho con Lei vorrei tenerlo fino a giugno, Dottore....
Gallliani: No no no, ma poi si vedrà.... adesso vediamo la fine del campionato... con i giusti equilibri....
Bergamo: Mi faccia sentire un po' il suo calore il suo calore in questo momento perché....
Galliani: Assolutamente....
Bergamo: Sono solo, non solo, meno che solo....
Galliani: Ma no no, ci sono io.
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Mazzei: «Sono in macchina che vado a Coverciano».
Facchetti: «Sceglili bene per domenica sera eh...».
Mazzei: «Il numero 1 e il numero 2, da quello che penso, Ivaldi e Pisacreta».
Facchetti: «Ivaldi e Pisacreta?».
Mazzei: «Eh sono il numero 1 e il numero 2».
Facchetti poi aggiunge: «Sì certo, e il numero 1 degli arbitri...».
Mazzei: «Eh sì, speriamo che ci caschi con questo sorteggio del cavolo, che ci caschi il numero 1».
Facchetti: «No lì non devono fare i sorteggi, ci devono».
Mazzei: «Come si fa Giacinto, purtroppo ci vuole fortuna».
Facchetti: «Ma dai...».
Mazzei: «Ti dico la verità, qui un sorteggio lo fa un giornalista, devono studiare una griglia e le possibilità sono più alte».

I guardalinee scelti per l’incontro tra Inter e Juventus, il 28 novembre del 2004, furono Ivaldi e Pisacreta. L’arbitro sorteggiato fu Rodomonti

PER CHI HA PROBLEMI DI CAPELLI....

10 APRILE 2005 ORE 15.46, DURATA CONVERSAZIONE 7.28 TRA L'EX ARBITRO PASQUALE RODOMONTI E L'ADDETTO AGLI ARBITRI DEL MILAN LEONARDO MEANI:

Rodomonti: Grande!!

Meani: Ohee!! Allora?

Rodomonti: Tutto a posto, no?

Meani: "Tutto a posto! Non sei contento? T'ho fatto anche prendere 7 da Cecere che t'ha scritto anche che sei preparato atleticamente, c...o

Rodomonti: risata...

Meani: P*****A vacca, grande prestazione atletica... che roba!

Rodomonti: Quindi...

Rodomonti: Io ho letto solo la Gazzetta dello Sport ed il Corriere dello Sport, gli altri non l'ho letti ma credo che siano tutti sullo stesso andazzo, no?

Meani: Perchè anche quella roba là che la menavano sul calcio di rigore...ma è ad un metro ed è pure girato...ma sono quelle polemiche stupide solite perchè c'è di mezzo il Milan...e allora...

Rodomonti: tutto a posto

Meani: Tutto a posto... tutto a posto.. ohee comunque guarda che mi ha telefonato il mio Presidente che ti dà l'indirizzo e ti manda a fare anche a te il trapianto in Svizzera dei capelli.

CIBE, COSI' NO!

Mazzei: «Sono in macchina che vado a Coverciano».
Facchetti: «Sceglili bene per domenica sera eh...».
Mazzei: «Il numero 1 e il numero 2, da quello che penso, Ivaldi e Pisacreta».
Facchetti: «Ivaldi e Pisacreta?».
Mazzei: «Eh sono il numero 1 e il numero 2».
Facchetti poi aggiunge: «Sì certo, e il numero 1 degli arbitri...».
Mazzei: «Eh sì, speriamo che ci caschi con questo sorteggio del cavolo, che ci caschi il numero 1».
Facchetti: «No lì non devono fare i sorteggi, ci devono».
Mazzei: «Come si fa Giacinto, purtroppo ci vuole fortuna».
Facchetti: «Ma dai...».
Mazzei: «Ti dico la verità, qui un sorteggio lo fa un giornalista, devono studiare una griglia e le possibilità sono più alte».

BERGAMO A PEZZI

Bergamo: "Sono a pezzi per il Milan"

Quando si dice un uomo per tutte le stagioni. Paolo Bergamo era il designatore che parlava, rassicurava, alludeva, anticipava, pietiva. Il designatore solidale: preferibilmente con Juve, Inter e Milan. Il bello è che in tutti i verbali, negli interrogatori di Calciopoli, Bergamo lo ha sempre candidamente ammesso. Bergamo non ha mai nascosto di aver parlato costantemente con tanti. Gli telefonavano Moggi, Moratti, Facchetti, Meani, Galliani, pure Cellino, Foti, Pradè. Chissà quanti altri verranno fuori, con la nuova ondata di intercettazioni. Fa specie sentire quello che risponde Bergamo a Moggi, quello che si racconta con Facchetti («La partita la vinciamo insieme»), oppure quando discute di griglie arbitrali con Meani o quando implora una parola d’affetto a Galliani («Mi faccia sentire un po’ il suo calore»). I legali di Moggi non hanno dubbi: tutte questioni inerenti all’articolo 1 (slealtà sportiva), per quel che concerne la giustizia sportiva. Fa sorridere pure come, quasi folgorato, Paolo Bergamo si scopra tifosissimo del Milan. Di più. È addirittura una questione di famiglia.

La passione per il Milan, di tutta la famiglia Bergamo, è confermata nella telefonata che riceve da Adriano Galliani, il 17 maggio del 2005. Sono le 10 51'20''.
Bergamo: «Pronto?».
Galliani: «Sono Galliani, buongiorno».
Bergamo: «Buongiorno dottore come va?».
Galliani: «L'ho cercata molte volte ieri sera ma era sempre occupato».
Bergamo: «Non mi sono ancora ripreso dall'altra domenica (8 maggio 2005 Milan-Juventus 0-1, gol di Trezeguet). E questo purtroppo è stato un trauma che in famiglia ha lasciato il segno. Pensavamo tutto...».
Galliani: «Anche noi, anche noi».
Bergamo: «Pensavamo tutto fuori che quello, se andava male, male, male potevamo pareggiare ma insomma».
Galliani: «E pareggiando avremmo vinto anche a Lecce (finì 2 a 2) perché non avremmo mollato, perché se avessimo pareggiato con la Juve rimanevamo in testa alla classifica e a Lecce vincevamo di sicuro perché la partita era abbordabile».
Bergamo: «Ma può darsi che Ancelotti si sia fidato troppo dei suoi uomini non ha considerato che Seedorf e Pirlo non stavano troppo bene».
Galliani: «Da oggi parte l'operazione Istanbul... domenica brutto».
Bergamo: «Ecco, Lecce. Quando un presidente di una società (Semeraro ndr) si permette di dare una responsabilità ad un arbitro per le intemperanze dei tifosi e le reazioni dei giocatori».
Galliani: «Ma poi urla e grida negli spogliatoio, nell'intervallo una vergogna (nell'intervallo padre e figlio vengono aggrediti con insulti ndr)».
Bergamo: «Sì, Trefoloni me ne ha parlato ma poi la Domenica Sportiva dove si è detto di tutto e di più».

In merito a Lecce-Milan 2-2 è presente agli atti un sms inviato il 13 maggio, alle 11,20, da parte di Martino Manfredi, allora segretario della Can, a Meani, dirigente rossonero. Si legge testuale, in relazione a chi arbitrerà Lecce-Milan: «Trefo… non mollate vi prego, siamo tutti con voi». Manfredi compare in diverse intercettazioni, soprattutto via sms, come l'informatore di molti club.

Altre curiosità del processo. Secondo la difesa di Moggi, nelle informative sviluppate dal tenente colonnello Auricchio ci sarebbero alcune incongruenze che, negli atti accusatori, risultano determinanti. La prima riguarda un'ammonizione, definita «dolosa», a Simone Inzaghi in Sampdoria-Siena del 30-01-2005, 1 a 1. Il giocatore viene squalificato per Juventus-Sampdoria. Per i carabinieri questa partita finì 1 a 0 per la Juventus ed è un capo d’imputazione. In realtà la Juve perse 0 a 1, gol di Diana al 33', quel 2 febbraio del 2005. Il secondo errore, altro capo d’imputazione, è che in Udinese-Brescia, terminata 1 a 2 per il Brescia, l'arbitro Dattilo avrebbe ammonito Muntari, Pinzi, Di Michele, teoricamente in diffida, ed espulso Jankulovski per favorire la Juventus. La domenica successiva la Juve vince 1 a 0 contro l'Udinese. Jankulovski non giocò, per l'espulsione, mentre gli altri tre giocarono regolarmente.

Fonte: La Stampa 6 aprile 2010

domenica, aprile 04, 2010

IL RITORNO

Sembrava ormai inutile tenere aperto un blog che tratta un argomento che i media avevano ormai coperto dalle solite colate di sabbia, invece sembra che qualcosa si sia pian piano mosso. Non che questo abbia provocato lo sdegnamento di giornalisti e istituzioni, non che questo abbia anche solo fatto insorgere il dubbio che "così fan tutte", ma tant'è. La nostra battaglia continua, ora più che mai!

giovedì, settembre 03, 2009

lunedì, agosto 31, 2009

ROMA-JUVENTUS 1-3

Eccola la Juve che volevamo, quella che abbiamo sognato e per la quale abbiamo sofferto in estate. A dirla tutta servirebbero due esterni di difesa nuovi per la perferzione, ma il resto è da applausi. Su tutti Diego, ormai consacrato da tutti come nuovo fenomeno. A Roma il brasiliano gioca una partita imperiale, segnando due gol e creando sempre pericoli alla porta giallorossa.

Quasi tutti i grandi campioni hanno faticato, s enon fallito, al primo anno in serie A, ma Diego sembra davvero essersi calato perfettamente nella nuova realtà, asusmendo immediatamente il controllo della squadra; il che può essere un pericolo se si delega tutto a lui. Ergo, non bisogn diventare Diego-dipendenti...

Per il resto non mi convince ancora Buffon, troppo insicuro, e i terzini, mentre la coppia centrale, i 3 mediani e le due punte hanno risposto ancora una volta presente all'appuntamento.

Ora c'è la pausa, ma poi si torna a Roma contro una Lazio che come noi è a punteggio pieno: 3 punti suonerebbero ocme la vera rinascita juventina dopo Farsopoli!

Queste le mie perosnalissime pagelle:

Buffon 6
Grygera 5,5
Cannavaro F. 7
Chiellini 7
De Ceglie 6
Felipe Melo 7,5
Tiago 7
Marchisio 6,5
Diego 9
Amauri 7
Iaquinta 6,5

Legrottaglie 6
Camoranesi 6,5
Poulsen s.v.

All. Ferrara 7

Voto generale alla prestaizone della Juve: 7,5.

Arbitro Sig. Rocchi 5,5. Non mi è piaciuta la gestione dei cartellini e la disparità di trattamento. I giallorossi hanno menato per tutta la partita e si sono visti solo 3 cartellini, contro i 4 mostrati ai bianconeri e come al solito Diego è stato massacrato. Inoltre manca un rosso a protettissimo Totti.

Il protagonista: DIEGO. Avevo predetto che il brasiliano sarebbe finito speso in questo spazio, ed è già la seconda volta in due partite ufficiali. La sua partita è l'essenza del caclio moderno: classe, aggressività, senso della posizione. Mamma mia che giocatore!

lunedì, agosto 24, 2009

BUONALA PRIMA, MA CHE FATICA!

Parte bene la stagione bianconera, masi è faticato piùdel previsto a battere un Chievo molto in palla. Primo tempo molto positivo, con un Diego sontuoso e un Amauri sugli scudi, ripresa in apnea totale ma alla fine arrivano tre punti tutto sommato meritati.

La cosa chiara è che la luce di questa squara è il brasiliano Diego, vera delizia per gli occhi. Infatti, calato fisicamente lui, la squadra si è spenta e ha subito il ritorno dei clivensi.

In ogni caso è una buona vittoria, dato che l'Inter non è andato oltre l'1-1 casalingo con il neopromosso Bari, i viola hanno pareggiato a Bologna e la Roma ha perso a Genova. Domenica sarà una giornata che dirà molto su qusto inizio di campionato, dato che ci sarà il derby milanese e Roma-Juventus: noi recupereremo Felipe Melo e se dovessero arrivare 3 punti prima della pausa sarebbe l'inizio perfetto.

Queste le mie personalissime pagelle:

Buffon 6
Grygera 5
Cannavaro 7
Chiellini 6
Salihamidzic 6
Poulsen 5,5
Tiago 6
Marchisio 6,5
Diego 7,5
Amauri 7
Iaquinta 7

De Ceglie 6
Marrone 6
Camoranesi s.v.

All. Ferrara 6,5

Voto generale alla prestazione della Juve: 6+

Arbitro Sig. Gava 5,5 - Ferma Pellissier in posizione regolarissima, non concede un rigore ai bianconeri per mano in aria di Yepes su assist di Marrone.

Il protagonista: DIEGO. A mio avviso sarà molte volte il protagonista: come ho detto è la luce della Juve, le migliori giocate passano dai suoi piedi. Non è ancora in perfetta condizione, ma palla al piede crea sempre un pericolo. Benvenuto, nuovo messia!


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NON UN EURO ALLA GAZZETTA!!!

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